A capo dell'Accademia c'era un Principe e Presidente, una carica elettiva della durata di un anno e cioè da giugno a maggio, coadiuvato da un Segretario. I soci, che nel 1737 erano ventitre, come era consuetudine negli altri simili consessi avevano un nome accademico: Giovan Battista Pontoriero era chiamato l'Infuriato, Giulio Cesare Comerci l'Inquieto, Eutizio Tomeo l'Agitato, Fabio Bove da Brescia l'Infortunato, Luigi di Francia l'Ansante, Pasquale Galluppi il Furioso, Gaetano Massara il Furibondo, Alessandro Pelliccia l'Impicciato, Tommaso Polito il tremoroso, Giuseppe Maria Crescenti il Tardo ecc..
Attestato di appartenenza rilasciato il 1° maggio 1870 al Dominum Abbatem Dominicum Galati
Erano pseudonimi che venivano tratti, quasi con burlesco spirito goliardico, da eventuali problemi esistenziali e dal carattere e da particolari comportamenti dei soci. Ed erano accettati con lo stesso spirito con cui venivano dati. Non erano soltanto di Tropea quegli intellettuali che facevano parte degli Affaticati, vi aderivano anche soci di altre accademie. Purtroppo scarse sono le notizie in merito. Si sa che nel Seicento era un "Affaticato" il bresciano Fabio Bove che apparteneva all'Accademia degli Erranti della sua città. Con il seguente sonetto, un giorno, volle esprimere ai suoi colleghi tropeani la sua stima, raccomandandoli alla Fama:
Fama, spiega oggimai l'altero volo, Raddoppia i vanni al tuo veloce corso, E se tanto non puoi, cerca soccorso Al sol, che arriva l'uno e l'altro polo. Che degli Affaticati il chiaro stuolo Non teme più del fiero tempo il morso, Ed è cotante il suo valor trascorso, Ch'è della tromba tua ben degno e solo. E se l'invitta sua fida Tropea Già diede aktra materia al suo bel grido, Oggi pomposa par più che solea. Ella, chiudendo in suo pomposo nido gli Affaticati eroi, serva l'idea D'ogni eccelsa virtù Marte e Cupido.
Si sa pure che, ai primi dell'Ottocento, era Socio Corrispondente1 degli Affaticati Andrea Lombardi, dell'Accademica Cosentina, un intellettuale di grosso spessore culturale, cui vano aggiunti quegli altri numerosi dotti, di diverse Accademie, che vi aderirono con la medesima qualifica nel corso del secolo, specialmente durante la presidenza di Alessandro Pelliccia. Si sa ancora da una nota di Pasquale Galluppi che nel mese di aprile del 1818 stretto era il vincolo di amicizia con l'Accademia Sabezia di Napoli al punto che alcuni loro membri, tra cui il Presidente ed il Segretario, facevamno contemporaneamente parte dell'uno e dell'altro consesso. Le tornate accademiche si tenevano ogni mese, talora una volta nella settimana, nel Convento dei Minori Conventuali di S. Francesco di Assisi che, ubicato nell'attuale Largo Galluppi, esitette dal 1296 al 1866; nel Collegio dei Gesuiti, in attività dal 1605 al 1767, divenuto residenza dei Padri Redentoristi dal 1802 al 1867 e poi dal 1927; in altri adeguati luoghi suggeriti dai particolari vari momenti. Vi si trattavano argomenti che, proposti a volte dal Principe, spaziavano dalla letteratura alla filosofia, dalle scienze ad altre branche della cultura. Si faceva sentire, naturalmente, anche il canto delle Muse attraverso i loro fedeli cultori, da cui versi talvolta si sprigionavano certe folate di adulatorio incenso che esagerava i veri meriti della persona destinataria. In particolari ricorrenze civili, come l'onomastico del re o di qualche altra personalità di rilievo, e religioso, come il Natale, la Pasqua, la festività di S. Domenica e della Madonna di Romania, gli Affaticati facevano "accademia", cioè davano luogo ad una speciale manifestazione culturale che, oltre al discorso finale sulla ricorrenza fatta dal Principe e da un socio incaricato, aveva come contenuto il "Coronale", o Catena dei Sonetti, che consisteva nella recita di una serie di sonetti di circostanza tra loro concatenati. Infatti l'ultimo verso del primo sonetto composto dal Principe doveva essere il primo verso del componimento successivo, l'ultimo verso di questo sarebbe stato il primo di un altro sonetto ecc..: era come un gioco poetico che coinvolgeva quattordici o venti sonetti. Queste manifestazioni, sempre affollate, si tenevano in Cattedrale quando il loro motivo era religioso, quando era civile si svolgevano nella "Munizione". Era, la Munizione, un bastione che, munita di feritoie e di spie donde si poteva controllare la Marina del Vescovado, sorgeva nell'attuale belvedere, alle spalle della Cattedrale. Si chiamava così perchè, in passato, tra l'altro era adibito a deposito delle armi e munizioni del locale presidio militare ed aveva un enorme stanzone che, situato sotto il manto stradale di tutto quell'affaccio, era l'unico luogo adatto, nel primo ventennio del corrente secolo, per spettacoli offerti da quelle compagnie di teatranti che venivano a Tropea.
NOTE 1 Erano Soci Corrispondenti quelli che venivano scelti tra "li coltivatori dei buoni studi tanto nazionali che esteri, e tra i zelanti promotori delle Scienze e delle Lettere". Potevano partecipare alle sessioni dell'assemblea.