IL SEDILE P O R T E R C O L E
di Felice Toraldo (1923)
Sulla maggiore piazza della nostra città si alza un piccolo ma ben decorato fabbricato che comunemente vien detto il Seggio o il Sedile. La sua costruzione risale ai primi anni del 1700. Subì dei restauri nel 1773 e per ultimo anche nel 1892. Ora però quel fabbricato, che fu un tempo minacciato di distruzione per un maggior allargamento della piazza, è stato da un lato decorato con marmi e bronzi, e nella facciata principale arricchito e trasformato sì da renderlo un luogo ben degno della civiltà e nobiltà della patria nostra. Pria del 1704 su quello spazio ora occupato da detto fabbricato che si alzava di alcuni metri sul livello stradale attuale, eravi la casa per la Corte alla Bagliva, che accentrava gli uffici amministrativi e giudiziari di tutta l'Università, ora Mandamento. Il 5 giugno 1703 l'assemblea di tutti i cittadini, detta Sedile Magnum, riunitasi, deliberò, per non trattarsi più nelle Chiese gli affari amministrativi della città, la costruzione di un fabbricato proprio che avesse preso il titolo di Portercole. A 15 agosto 1703 per atto di notar Antonino Scrugli, in esecuzione delle Previsioni del R. Coll. Consiglio del 31 luglio precedente che approvava il deliberato del 5 giugno, si prese possesso della Casa della Bagliva e del piano della fontana adiacente e si dette mano alla costruzione del nuovo fabbricato. Particolare gentile ed edificante di detto Parlamento fu di metterlo alla protezione della Madonna e di S. Domenica! Per la costruzione del Sedile furono incaricati nella stessa riunione: i nobili Onofrio Tranfo, Luigi Galluppi e cassiere Carlo D'Aquino. La parte inferiore dell'attuale fabbricato già esisteva al 1703 forse costruita fin dal 1440 dal Sindaci Galluppi Luigi e Pignatelli Marcello, che curarono la prima conduttura delle acque di S. Agata, le quali tutt'ora da quella collina vengono a questa città. Non risulta dalle vecchie cronache se il grande deposito di acqua e tutte le costruzioni delle fontane e decorazioni in granito sieno opera del 1440, oppure del 1616 quando fu fatta una radicale restaurazione dell'opera, dai Sindaci Galzerano Giuseppe e Romano Franc. Antonio: ma certo nel 1700 esisteva tutta la decorazione in granito della fontana con le tre statuette di recente tolte dalle nicchie pel trasferimento delle fontane in altro sito vicino. Sul piano soprastante alle dette fontane nel 1703 fu alzato il Sedile, avente un loggiato coperto, contornato da una ringhiera in ferro battuto, sormontato da un grande arco a tutto sesto coronato da un frontone di bella linea. Questo però nel 1802 fu chiuso, onde accrescere di un salotto l'edifizio che passato ad uso Circolo di riunione era ben ristretto nelle due camere che formavano tutto l'edifizio. Se delle decorazioni esterne all'antico Sedile non restano che il rivestimento in granito e la ringhiera a ferro curvo, nell'interno solo una volta in gesso che si alza da una cornice indorata ci ricorda lo stile del tempo della costruzione e pitture, tutto il cui ambiente per circa due secoli furon trattati tutti i bisogni della vita cittadina. Nel 1704 già fu pronto il locale per ricevere i reggitori del patrio governo, e per ben disciplinarne l'uso furono stabiliti, nella riunione del 8 marzo di quell'anno delle norme speciali per tutti i cittadini che avevano il diritto e dovere di recarvisi. Ivi si eleggevano tutti gli ufficiali elettivi con delle norme di sincerità e disinteresse personale che ora sembrano utopie, forse non ver, ma che pure sono state guida sicura nei tempi passati pel vivere libero della nostra città, che tenuta sempre nel Regio Demanio, meritò tal gran privilegio con onore e fortuna, da ospitare sempre numerosa e generosa nobiltà, qui non soggetta ad alcun servaggio. E perchè questo gran bene di città regia non fosse tolto dai Sovrani della nostra patria non poco ebbero a lottare i nobili cittadini del Sedile Magnum dal 1606 al 1608 quando per disavventura, per i bisogni del mal governo vice-reale si era proceduto alla vendita in feudo di tutta l'Università di Tropea, e vi occorse tutta la sagacia, tutto l'interessamento e lavoro di tre nobili cittadini a ciò deputati per trionfare del ricco acquirente, che tutte le astuzie tutti i contrasti adoperò per non farsi sfuggire la ricca e nobile preda. Ma Tropea seppe lottare, ed a causa vinta, mentre ringraziò Dio, datore di ogni bene con la edificazione di un tempio alla Madonna della Libertà o del Rosario, proclamava liberatori della patria i nobili deputati Luigi Lauro, Ferdinando D'Aquino e Giov. Tommaso Pelliccia. Attualmente questo già vecchio edifizio, segnacolo di un illustre passato, è già avviato a miglior lustro e decoro...chè dal lato ad oriente è arricchito da due ricordi di marmo e bronzo, uno per Dante che ci tracciò gloriosamente i confini della grande patria italiana con la sua lirica immortale, l'altro ai gloriosi caduti cittadini tropeani nell'ultima grande guerra. Nel lato posteriore a questa si è ora aperta una nuova sala a pianterreno, ricca di decorazioni e ben adatta per primo ritrovo del Circolo soprastante, o come dicesi, per sala da caffè, con portico chiuso e largo spazio al davanti. Sarebbe a desiderarsi che anche con altri marmi si ricordassero ai tropeani i nomi di tutti i loro più illustri cittadini: uno alla memoria del Cardinale Vincenzo Lauro fulgida gemma del Collegio Cardinalizio e della Diplomazia della S. Sede. Un altro per i tre liberatori della patria Lauro, D'Aquino e Pelliccia, ed un terzo pel nostro gran poeta Francesco Ruffa. Con tale ricchezza di grandi memorie, il Sedile che fu culla di libertà e di sapienza, sarà di queste perenne testimonio alle nostre generazioni.