Artisti ed artigiani della Rinascenza ANTONIO SPANO' DA TROPEA
di Alfonso Frangipane
L'attività di questo pittore calabrese della fase finale del cinquecento è poco nota. Egli è allo scorcio del grande fervore michelangiolesco, allievo di quel Marco del Pino da Siena, che ne diffuse a Napoli e nel mezzogiorno pregevoli riflessi pittorici. Il nome del nostro Antonio Spanò da Tropea appare sul prezioso <<Indice>> del Filangeri, segno che fu notato in Napoli; (1) ma anche l'Aceti nelle annotazioni al Bario, scrisse riguardo allo Spanò (Spanous) <<pittore celebre nell'inizio del 600, noto e stimato sotto Re Filippo e dipintore d'una parte dell'Escuriale>> (2). I rapporti dello Spanò - di cui sfortunatamente nulla ci è apparso a Tropea, nelle chiese, che pure non mancano di opere d'artisti cinquecenteschi - con Marco da Siena sono documentati. E furono rapporti anche di parentela, perchè il discepolo sposava la figlia del maestro. Marco Senese arrivò a Napoli verso il 1560, dopo aver dipinto a Montecassino, e vi godette <<la riputazione di primo>> come dice il Lenzi, dimostrandosi in numerose opere, nelle principali chiese, fortissimo pittore, architetto, scrittore autorevole. E la Calabria conobbe l'arte di Marco Pino sempre, tanto che noi avremo da segnalare degnamente una bella tavola che si trova a Cosenza. Nel 1576, in Napoli, nella casa del maestro, presso la chiesa dello Spirito Santo, ed alla presenza d'amici artisti, il nostro Antonio Spanò sposava Giulia de Pino. Ecco la curiosa notizia del libro parrocchiale di S. M. Rotonda. (3). <<Alli 9 de aprile 1576 fu ingaudita giulia de pino de nap. co ant. io spano de tropeia p. me d. o. fran.co lombardo, in casa dello patre della decta giulia apresso allo sp. o sancto p.ute ant. io conto de nap. et giov. batta biancardo de nap. et fran.co de boct de pisa et hipolito pomarelli senese et carlo conto de nap. etc.>> (Ric. di L. Salazar - su i libri parrocchiali di S. M. Rotonda di Napoli - ). Ed un documento filangieriano ci informa, inoltre, che in data 23 dicembre 1582, Antonio Spanò, <<insieme a sua moglie Giulia de Pino di Napoli, figlia del pittore senese Marco de Pino>> dichiarava al notaio Cerlone di Napoli, <<d'aver ricevuto la detta Giulia, da suo padre, nell'andare a marito, Duc. 220 a titolo di dote.>>. Nella fine del 1582 lo Spanò si trovava, adunque, in Napoli, e con 200 ducati (la stessa dote di Giulia ?) acquistava dai fratelli Tesone 16 ducati di rendita sopra una casa sita <<in Piazza Reale o di Toledo, presso la ch. dello Spirito Santo>> (Filangieri). Dei lavori dello Spanò eseguiti in Spagna non si sa alcunchè di preciso. Re Filippo chiamò all'Escuriale varii artisti italiani dal 1572. Ma il nostro vi andò probabilmente dopo il 1582. Per la patria lo Spanò dovette anche lavorare: ma non abbiamo che una sola notizia documentata di un'icona, che il pittore s'impegnò di mandare a Squillace, dove, però, finora non ci è riuscito rinvenire niun ricordo dell'opera. A 10 ottobre 1579, <<Spano e Sparano Antonio, di tropea, pittore>> assumeva da <<Fra Marcello Basile di Stilo dell'Ordine de' Conventuali, di dipingere, pel prezzo di ducati ventinove, una cona alto palmi dodici e targa nove, in tela, incluso lo sgambello e la cornice di legno>>, e nella quale doveva esserci dipinto <<n mano dextra Santo Nicola in piedi con il figliolo del miracolo, da mano sinistra Santo Sebastiano similmente in pede et sopra le nuvole la Madonna con il figliolo in braccia con doi angeli>> e <<dio Padre>> nella cimosa in tavola, <<corrispondente alla detta cona>>, ed intorno <<farse la cornice de ligname de mezzo palmo che sia doi parte d'oro et una de azuro. Nello sgabello doveva esserci dipinto San Nicola con li confrati vestiti da battuti da l'una parte et l'altra et da uno lato da mano destra le arme del Vescovo de la città di Squillace et da l'altra l'arme della città predetta>>.
NOTE
(1) Filangieri - Indice - docum. Napoli. 1881, vol. VI. (2) G. Barrum a Antichità calabresi - annot. dell'aceti, vol. II, pag. XII, p. 148. (3) Lorenzo Salazar in <<Napoli Nobilissima>> anno XII.
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