Il
Globo terrestre di Antonio Spanò, 1593
Ecco
le immagini del Globo di avorio
inciso
da Antonio Spanò nel 1593
di
Salvatore Libertino
Tempo fa avevamo reso noto un vecchio
saggio del 1914 di Charles Raymond Beazley (1868 - 1955), con il quale
veniva annunciata la scoperta di un piccolo globo terrestre d'avorio, scolpito
ed inciso nel 1593 dal tropeano Antonio Spanò. Beazly descriveva
minuziosamente la struttura con numerose note critiche e commenti sulle
figure geografiche e sui nomi incisi nell'esiguo spazio del microscopico
mappamondo. Con l'occasione ci rammaricavamo di non poter far vedere
l'immagine dell'opera d'arte custodita presso la 'Pierpont Morgan Library'
di New York, concludendo però che stavamo facendo di tutto per acquisirla
e divulgarla. Ora finalmente, dopo averla inseguita per tanto tempo, è
possibile proporvela.
Sapevamo dell'esistenza di un'opera libraria
in due volumi del 1921 di Edward Luther Stevenson (1858-1944) 'Terrestrial
and celestial globes : their history and construction, including a consideration
of their value as aids in the study of geography and astronomy' che conteneva
immagini e descrizione del mappamondo dello Spanò, e che due esemplari
di tale pubblicazione si trovavano presso la Biblioteca del Dipartimento
di matematica del Politecnico di Milano e quella interdipartimentale unificata
'Plinio Fraccaro' dell'Università degli studi di Pavia. Ci siamo
messi in contatto con entrambe le biblioteche per acquisire i documenti
che ci interessavano, ma non abbiamo avuto risposta.
Un mese fa, una ricerca a largo raggio
sulla Rete ha dato un felice esito. Quei due volumi li abbiamo trovati,
interamente digitalizzati, nel portale non-profit 'Internet Archive', di
base a San Francisco, CA.
Poichè lo merita, vogliamo spendere
due parole per questo istituto, nato nel 2001 come una gigantesca biblioteca
digitale di siti internet e altri artefatti culturali in forma digitale,
che, come una biblioteca che contiene libri di carta, mette a disposizione
il libero accesso per i ricercatori, storici, studiosi, e il pubblico in
generale. Certamente, una biblioteca virtuale, ma che più reale
o realistica di così... I due volumi, la cui digitalizzazione è
sponsorizzata da Microsoft, sono collocati nel sito canadese 'Canadians
Libraries'. A noi interessa il I volume reperibile all'indirizzo http://www.archive.org/details/terrestrialceles01stevuoft
.
E' stato facile quindi 'possedere' subito
il libro. A sinistra della videata, a collegamento avvenuto, il volume
può essere scaricato sul proprio computer anche in formato .PDF
(44 MB).
Abbiamo poi ricomposto il .PDF con le
sole pagine che dedicano attenzione e interesse al piccolo capolavoro di
Antonio Spanò. Sono in tutto 6 pagine, compresa la copertina: Copertina
- 201 - 202 - Fig. 83 - 203 - Fig. 84.
Particolare
del Globo di Antonio Spanò, 1593. La Regione del Polo Sud
Il testo della descrizione è in
inglese e si basa essenzialmente sulle notizie che Charles Raymond Beazley
riporta nel suo saggio.
Ecco la traduzione:
Un ottimo esempio di globo
terrestre d'avorio di fine sec. XVI (Fig. 83) si trova a New York
nella biblioteca privata del Sig. J. Pierpont Morgan. E' composto da due
emisferi cavi uniti sulla linea dell'equatore ed ha un diametro di circa
8 cm. Vicino al polo sud è indicata la legenda con il nome dell'autore
e la data dell'incisione: "Antonius Spano tropiensis fecit 1593", "Fatto
da Antonio Spano di Tropea nel 1593" (Fig. 84) .
Nel continente meridionale,
sono incisi lo stemma araldico spagnolo e la dedica dell'opera all'Infante
Filippo, che assumerà il nome di Filippo III: "Principi Filippo.
Philip II Hisp. Neap indiano, e Siciliae Cathol. Regis Filio" e all'interno
del Circolo Antartico il saluto: "Princeps felicissime totus Orbis annuncio
se gubernandum te vocat et expectat", "Il mondo intero ti chiama e si attende
di essere governato da te, o fortunatissimo Principe ".
A Antonio Spano, nativo
di Tropea, nel Regno di Napoli, è stata concessa per l'anno 1595
dal suo protettore Filippo II una pensione di un centinaio di ducati, di
cui sembra aver goduto fino alla morte, avvenuta a Madrid nel 1615.
Apprendiamo che tale concessione gli sia stata estesa da Re Filippo III
a suo figlio, Francesco Spano.
La semplicità del
montaggio del globo, che sembra essere di data successiva all'anno di costruzione
indicato nella legenda, si adatta anche all'artisticità del pezzo.
La mappa del mondo è ben eseguita, e si può dire che il tutto
sia in perfetto stato di conservazione. I particolari geografici,
come sono indicati, non appaiono molto corretti, anche se è molto
evidente che il pezzo è stato destinato in primo luogo a benificio
dell'estetica decorativa piuttosto che al valore scientifico.
La regione del Mediterraneo
ci offre una rappresentazione della concezione tolemaica, in particolare
per quanto riguarda l'Italia e ill Mar Caspio. Nell'Asia cinese appare
la legenda: "Hic artem impremendi ante mille habuerunt anni". "Qui migliaia
di anni fa hanno avuto l'arte della stampa." In "Ratai" (Katai) è
incisa una bandiera a ricordo di Marco Polo, e vicino la legenda "His magnus
Cham Tartarorum et Chataiae imperator longe dominatur". In questa regione
asiatica troviamo nomi come "Tabin," "Ania", "Quinsai", "Catigara", "Zaiton",
"India Orientalis". Lo "Stretto Anian" appare come un lungo canale. In
Africa si legge: "His Imperator magnus Presbyter Africae Rex potentis mus."
"Nel Nuovo Mondo si trova
"America sive India nova", che non è collegata con l'Asia. La costa
nelle regioni settentrionali è resa migliore rispetto al tratto
meridionale. Il fiume San Lorenzo è rappresentato, ma i Grandi Laghi
sono stati omessi. "Estonia", "Frisland" e "San Brandan" sono indicati.
La terra australe, come viene rappresentata, è molto estesa: "Terra
Australis: Vastissimas hic esse regioni ex M. Pauli Ven.. et Lud. Vartomani
scriptis perigrinationibus constat", "Terra Australe: qui è conosciuta
quale regione molto ampia attraverso le testimonianze di viaggio
di Marco Polo veneziano e di Ludovico Vartema.".
Dice il Sig. Beazley del
globo che una volta apparteneva alla famiglia Kempenaer di Leenwarden,
e fu poi acquistato dal Sig. H. J. Pfungst attraverso l'impresa di Miller
& Company di Amsterdam. In seguito passò nella biblioteca di
Mr. Morgan.
Ancora un'immagine del globo terrestre
d'avorio di Antonio Spanò:
Particolare
del Globo terrestre di Antonio Spanò, 1593
Possiamo affermare che ad oggi tutte le
opere conosciute di Antonio Spanò hanno finalmente un'immagine:
il bacolo di bambù inciso con otto scene dell'Apocalisse su fondo
di grottesco, conservato a Londra nel Museo di Victoria & Alberto;
la placca in avorio raffigurante l''Adorazione dei Re Magi', confluita
attraverso un'asta in una collezione privata di Ginevra; il Rosario in
avorio, custodito nella cattedrale di Costanza, i cui grani rappresentano
scene dello Zodiaco, il globo terrestre e altre scene dell'Antico Testamento;
e il globo terrestre in avorio in mostra presso la 'Pierpont Morgan Library'
di New York. Queste sono le credenziali nel mondo di un artista tropeano
del Cinquecento al quale la Città natale ha dedicato nel centro
storico un delizioso larghetto.
Non ci rimane ora di risovere il rompicapo
dei dipinti di Spanò, onorando la buona memoria di Francesco Sergio
che nel suo manoscritto lo definisce 'pittore' avendo visto 'propriis mei
oculis' un suo dipinto (che non c'è) nel Coro dell'Escorial, e continuando
a metabolizzare l'assegnazione a Spanò da parte del critico Giuseppe
Alparone della tela oggetto di un atto notarile in quel di Stilo, che siamo
riusciti a rintracciare
a Cropalati.
Le pagine originali dedicate a Antonio
Spanò del libro di Edward Luther Stevenson 'Terrestrial and celestial
globes : their history and construction, including a consideration of their
value as aids in the study of geography and astronomy' si possono consultare
nel seguente file.pdf
Antonio
Spanò.pdf