Ricostruzione ipotetica del Castello di Briatico Vecchia
a cura di Domenico La Torre
 

Avvenimenti della storia e della cronaca

di Antonio Tripodi


Quando si accenna alla storia il pensiero corre di preferenza ai grandi avvenimenti che sconvolsero il mondo, o che quantomeno ne variarono aspetti politici e sociali.
Le decisive battaglie, gli incontri di capi di stato o di governo, le scoperte scientifiche, le cruente rivoluzioni e le spontanee rivolte, a tutto questo si pensa quando si parla della storia, lasciando ignorato il vissuto quotidiano della povera gente, continuamente alle prese con l'assillo del lavoro ed incalzata dal dramma della sopravvivenza.
Il retaggio del popolo è la microstoria, le ansie ed i timori, le poche gioie e le molte sofferenze, le feste ed i lutti, i fasti ed anche i nefasti.
La consultazione della superstite documentazione del passato consente la scoperta delle condizioni di vita dei nostri antenati.
Si riportano alcuni avvenimenti della storia e della cronaca della vecchia città di Briatico.

*  *  *

L'uva passa - Il commercio delle <<uve passe zibibbo>> di ottima qualità è documentato da due istrumenti del 24 gennaio 1743. Nell'ottobre dell'anno precedente ne erano state vendute settanta cantara (un cantaro = cento rotoli = 89,100 g.) da alcuni privati al prezzo di 4,20 ducati/cantaro ed altre novantasei cantara della duchessa di Monteleone a 4,50 ducati/cantaro. Quest'ultima possedeva <<una tenuta grande di vigne>> nella contrada <<il farcò>> nel territorio di Briatico.
La merce era stata spedita nel dicembre di quello stesso anno all'acquirente sig. Diego Galati, residente in Napoli, con le barche dei patron Tommaso Bolotta del Pizzo e Gaetano Scordamaglia di Parghelia.
Tre anni dopo, il 7 agosto 1746, l'erario ducale sig. Carlo Sacco e quindici coloni del duca asserirono essere a loro conoscenza che le uve passe del 1742 erano <<state incestate ben asciutte>>, e di tutta buona qualità, e perfezione nonostante <<i tempi siano stati piovosi, ed unidi>>.

Il contrabbandiere - Stabilitosi in Briatico, il maltese patron Antonio Fraccia si diede ad esercitare il contrabbando. Tre testimonianze, una del 9 e due del 30 novembre 1742, assicurarono che vendeva <<tabacchi in Corda, ed in polvere>> e che acquistava sale dai marinai liparoti. Teneva in fitto per uso di magazzino una camera grande nel fondaco vecchio della Rocchetta.

La donazione - Originario di Sinopoli ed accasato in Briatico da alcuni anni, per devozione dell'Addolorata venerata nell'omonima confraternita eretta nella chiesa del Carmine, alla quale era iscritto, Domenico Creazzo il 9 luglio 1752 fece donazione di un fondo di tre tomolate in località <<San Rocco>> con la riserva dell'usufrutto per tutta la di lui vita.
Quell'anno era prefetto o priore della confraternita il sig. Pietro Satriano.

Il pittore - La presenza di un pittore di nome Francescantonio Fracapani è nota da una testimonianza dell'11 novembre 1741 a proposito di alcuni marinai della Rocchetta. Il pittore risiedette per alcuni anni al Pizzo, e da qui in barca raggiungeva la sua città natale, dove abitava nel 1746.
Il cognome si trasformò in Fragapani e successivamente si stabilizzò in Frangipane.

L'aggregazione della cappella - Riuniti i cittadini <<in pubblico parlamento>> con la partecipazione del capitano dottor Domenico Parandelli, l'8 gennaio 1730 fu deliberato di aggregare la cappella del Santissimo Sacramento alla chiesa matrice, limitandola al periodo del ministero dell'arciprete Tommaso Satriano, come già s'era fatto al tempo del defunto arciprete Giuseppe Sacco.
Nella concessione erano comprese le annue rendite ed i pesi della cappella, sarebbero dovute essere impiegate per la costruzione delle cappelle già iniziate e per la manutenzione della stessa chiesa.
L'autorizzazione della curia vescovile di Mileto fu rilasciata il 31 marzo 1730 a firma dell'arcidiacono Gregorio Ruggiero vicario generale.

Il porto - Nella marina della Rocchetta approdavano le imbarcazioni per il carico delle merci da esportare.
Si ha notizia da un istrumento del 29 maggio 1666. Quel giorno il patron Giovanni Frate di conca della costa amalfitana protestò per i circa cinque mesi d'attesa nella marina della Rocchetta di Briatico con la fregata <<Santa Maria della Grazia>> per il ritardo della consegna dell'olio contrattato dal sig. Domenico Marzano di Arena.

La scuola pia - La fondazione di una Scuola pia in Briatico è documentata da una testimonianza resa davanti al notaio da tredici cittadini l'1 giugno 1771.
I costituiti, sotto il vincolo del giuramento, dichiararono che da molto tempo <<fu fondata una Scuola pia da un certo D. Antonio Lombardo>> che per dote aveva lasciato <<alcuni fondi, su censi stabiliti in territorio di S(an)to Leo>>.
Il maestro d'umanità era eletto dall'arciprete, dal procuratore delle monache e dal sindaco pro-tempore della città.

Le notizie sono tratte dai protocolli dei notai Nicola Tambato e Francescantonio Caprino, attivi a Briatico nel XVIII secolo, e Giambattista Lombardo, attivo in Monteleone nel XVII secolo (presso l'Archivio di Stato di Vibo Valentia), e dalla cartella <<parrocchia>> in Briatico (presso l'Archivio Storico Diocesano di Mileto).
 

 
 
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