Una Romanza
di Mascagni-Cipollini
poco
conosciuta
di Salvatore Libertino
Antonio
Cipollini operò quale docente di latino e greco dapprima al
liceo di Monteleone Calabro (oggi Vibo Valentia), dove nacque il 15 febbraio
1857 da Ferdinando e Natalina Scrugli, umile famiglia tropeana, e poi in
quello di Catanzaro. Seguì a Milano nei primi anni del 1880 suo
fratello Gaetano, musicista, di cui
divenne suo fedele e unico librettista in almeno quattro opere liriche.
Figura stimatissima di umanista, Antonio Cipollini fu autorevole saggista
e critico-letterario di elevato spessore, tradusse e pubblicò i
lavori poetici di Saffo e Teocrito e numerosi opere sulla poesia idilliaca.
Scrisse anche racconti e novelle che ambientò nella sua Calabria,
in particolare nel terrirorio di Briatico. Collaborò con altri musicisti,
tra cui Pietro Mascagni che, nel febbraio del 1884, musicò la bellissima
romanza (voce e piano) "Alla luna" i cui versi erano stati composti dall'erudito
professore monteleonese. Questo capolavoro ci è stato tramandato
attraverso gli spartiti pubblicati dagli editori Pigna e Ricordi, e in
diverse edizioni sonore con il contributo di cantanti e musicisti affermati:
- C. van Dijk, tn. (al
pianoforte G. Weissenborn), D.G.G. LPE 17064;
- P. Neway, sp. (al pianoforte
T. Mayer), Etc. 101;
- P. Wright, sp. (al pianoforte
D. Vine), Atoll CDA 9803;
- A. Tomaszewska-Schipis,
sp. (al pianoforte F, Cianti), Bongiovanni GB 2235-2.
La Romanza merita di essere
conosciuta non solo attraverso la lettura del testo di cui riportiamo di
seguito l'edizione integrale, ma anche ascoltando la dolce melodia, dai
passaggi armoniosi che troveremo in "Cavalleria", composta da Mascagni
successivamente e la cui prima ha avuto luogo il 17 maggio 1890 a Roma
al teatro Costanzi. Il brano, qui in versione mp3, è interpretato
magistralmente
Alla Luna
di Antonio Cipollini e Pietro Mascagni
Oh quanta poesia,
Spira nel seno
La faccia tua contenta!
Vedi tranquillo a l'aere sereno,
Mangia la sua polenta il pastore,
Sull'uscio accovacciato
Della pajara scura,
E poi lungo disteso
Sovra il prato,
Non pensa alla sventura,
E dorme, e sogna il primo albore,
Il campo, il gregge, l'erba, il
fonte,
E di due ciglia nere il dolce
lampo..
Sulle balze del monte.
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