NINON DE LENCLOS
COMMEDIA LIRICA IN TRE ATTI E QUATTRO QUADRI

di ANTONIO CIPOLLINI
MUSICA
di GAETANO CIPOLLINI
1895
 
 



 
 
 

PERSONAGGI

NINON DE LENCLOS.......Soprano
MATILDE, Marchesa di Estrées........Mezzo Soprano
MARION DELORME.....N. N.
DIANA, cameriera di Ninon......Comprimaria
GASTONE, Marchese d'Estrées, con lo pseudonimo di Guido, pittore..........Tenore
IL VISCONTE DI MONTFORT.........Baritono
JARNAC, Duca di Narbona.........Basso comico o cantante
SAINT-PAUL..[
BRISSAC.................[ Cavalieri
BUCKINGAM...[

Cori di Cavalieri, Dame e Maschere.


Scena: Parigi, sotto il regno di Luigi XIII.



 

ATTO PRIMO


Salotto negli appartamenti di Ninon.
Nel fondo l'uscio che dà nell'anticamera, una tavola con tappeto,
un cavalletto con sopra una tela intatta, pennelli e tavolozza: a sinistra la stanza di Ninon:
a destra un uscio segreto, una toletta piena di fiori e, tra i due usci, un balcone con paravento.
Divani, seggiole ed alle pareti alcuni ritratti di cavalieri.


SCENA PRIMA
 

Ninon e Diana

NINON
(uscendo dalla sua stanza, a Diana, che ha finito di spolverare i mobili)

Non ci son per alcuno, sopra tutto
per il Visconte di Montfort !...

(Diana sta per allontanarsi)

Ma... se viene il pittor... lascialo entrar !

(Diana va via;
Ninon si affaccia al balcone, poi siede sorridente sul divano mirandosi in uno specchio.
Guido entra con precauzione e si appoggia sul divano, dietro a lei)

SCENA II

Ninon e Guido

NINON
(scuotendosi)

Ah! siete qui!...smarrito vi credea
per la bella Parigi !...

GUIDO
(con dolcezza)

E lo potea,
se un astro ognor mi guida ?...

NINON
(con civetteria)

Adulator!...

GUIDO
(porgendole una rosa)

Questo povero fior
io lo colsi per voi...per te !...

NINON
(dandogli a baciare la mano)

Per voi!

GUIDO
(dopo averle baciato la mano, con espressione di dolore)

Null'altro!...amato, ahimè ! non son !

NINON
(con civetteria)

Più tardi,
forse..chi sa?.... - Con gli angeli del ciel
molto si deve sospirar !

GUIDO

Crudel !...

NINON

E, se fossi io men forte,
sareste voi fedel ?...

GUIDO
(con slancio, girando, per portarsi alla parte anteriore del divano, vicino a lei)

- Fino a la morte!

NINON
(alzandosi)

Son le solite frasi, ed ora al fatto:
lo facciamo, sì o no, questo ritratto ?

(gli slaccia la spada e la depone sopra una sedia, in fondo)

GUIDO
(preso un pennello, vicino alla tela, e poi gittandolo)

Dolce Ninon, dipingere non posso il tuo bel viso,
nè la gentil malizia che cela il tuo sorriso;
ritrarre la tua grazia, dar la vita, il colore
agli occhi tuoi, soavi ne l'estasi di amore,
io non posso, io non so:
so questo sol che ti amo,
e che, se di altri sei,
per questo amor morrò !

NINON
(sorridendo, con malizia)

Guido, coi vezzi miei
ucciso alcun non ho !

GUIDO
Mi ucciderà la gelosia !

NINON

Geloso ?!...
ma di chi ?...

GUIDO

Del Visconte !

NINON

Oibò!   che sento !

GUIDO

Fra i suoi galanti amici
ier l'altro rivelava !...

NINON

Egli ha mentito !!

(Guido fa un gesto d'incredulità, Ninon, prestando orecchio col massimo sgomento e additando l'uscio segreto)

Udiste ?...

GUIDO
(slanciandosi verso l'uscio)

Chi ha la chiave ?...

NINON

Un vecchio, innanzi a cui trema anche il re !

GUIDO

Richelieu !

NINON

Nascondetevi !

(sentendo scricchiare la chiave nella serratura, lo spinge verso il balcone,
dietro il paravento, e va rapidamente a sedere alla toletta)
 
 
 

SCENA III
 

Ninon, Montfort e Guido dietro il paravento.

MONTFORT
(accorrendo)

Ninon !

NINON
(con grande stupore)

Visconte ?!...voi ?...come ?...

MONTFORT

Perdona !... egli è
che del feroce Richelieu, che vuole
farmi sposo, per forza, a sua nipote,
trovai sopra il terribile leggio
questo caro gingillo: la mia mano
involontaria il tolse ed ebro accorro
al tuo bacio divino, angelo mio !

NINON
(vedendo agitarsi la tappezzeria, dietro il paravento, ed alzandosi dignitosa)

E' tempo di finirla !!

MONTFORT
(stupito)

Ah!  con me siete
implacabile sempre!

NINON

Mi è ben noto,
signor Visconte, un suo bugiardo vanto !

MONTFORT

Mi perdona !...

NINON

No !... mai !

MONTFORT

Dimmi che l'oggi col diman scambiai
e ai piedi tuoi cadrò !...

MONTFORT

Dillo, o divina, e al palpito
di questo cor fedel
dischiudi, alfine, il raggio
del desiato ciel !
Ma non strappare al misero
dei sogni suoi la benda,
questa cocente ammenda
desti la tua pietà !

(s'inginocchia)

NINON

Basta, Visconte, alzatevi,
ora contenta io sono,
e, se sarete docile,
avrete il mio perdono !
Ma non mi dite frivola,
donna vana e leggiera,
nè vaga dispensiera
di vezzi e di beltà!

GUIDO

Oh, quale al dolce strazio
bella pietà concedi!
Se te lo prostri ai piedi,
m'innalzi sino a te !
Presto possa io recingerti
al crin le mie ghirlande,
tutto mostrarti il grande
amore e la mia fè !

NINON
(vittoriosa, mirandosi allo specchio)

Quant'ora avvien gl'increduli, lo spero,
convincere dovrà !...
De core di Ninon franco e severo
nessun dubiterà !...

MONTFORT
(come colpito da una idea subitanea)

Increduli diceste ?...

(si sente un rumore interno, Montfort diventa furioso)

Ah ! qui, per Dio,
ci è qualcuno che ascolta !

NINON
(facendosi coraggio)

Siete matto ?!

MONTFORT
(furente)

Guai per lui!

(corre alla camera di Ninon, a sinistra;  Ninon lo segue e si ferma su l'uscio.
Guido rapidamente esce dal suo nascondiglio e, baciando con la mano Ninon,
va via per la porta in fondo: Montfort rientra sconvolto ed umiliato)

NINON
(ridendo con malizia)

Lo trovaste ?...

MONTFORT

No !

(fissando le cortine del balcone ed il paravento, fra sè)

Là dentro ?...

(va, solleva le cortine, e, non trovandovi alcuno, fa atto di uscire;
scorge sopra la seggiola la spada dimenticata dal Marchese di Estrées, e riedendo)

Ah !...

NINON
(con grande sorpresa)

Che cosa ?!...

MONTFORT
(sempre ridendo)

Nulla ! nulla !...
Oh l'innocente, ingenua fanciulla !

(via rapidamente; Ninon lo segue, ansiosa di trovare la ragione di quel riso ironico;
si ferma, scorgendo la spada di Guido)

NINON

Ciel, la spada di Guido ! altro tormento !
Ninon, Ninon,
qui si convien mostrare il tuo talento !

(entra nella sua stanza, a sinistra)
 

SCENA V

Diana e Matilde, col viso coperto da una maschera.

DIANA

E chi debbo annunziare ?...

MATILDE

Una straniera,
che sol da lei la sua salvezza spera !

(Diana entra nella stanza di Ninon: Matilde confusa, smarrita, gira lo sguardo intorno)
 

SCENA V

Matilde e Ninon
 

(Diana torna in scena, dietro a Ninon, e rientra in anticamera)

NINON

Gentile incognita !

MATILDE
(con un inchino)

Signora !...

NINON

Prego,
se non le spiace, di scoprirsi.

MATILDE
(scoprendosi, confusa)

Oh! scusi

NINON
(con disinvoltura)

Fra noi donne, le pare

(mirandola scoperta, fra sè)

[Assai carina !...
e che begli occhhi !...]

(com molta confidenza invitandola a sedere)

Vien da la provincia?

MATILDE
(con grande effusione)

Ah ! pietà, bella dama,
a voi si reca una infelice che ama !

NINON
(seria)

Oh ! male incominciamo !...
e che posso io per voi ? dite: sentiamo

(seggono)

MATILDE

Sola nel mondo io sono e un vero affetto
formava il dolce sogno di mia vita,
ma il caro giovinetto
or mi abbandona e, forse, mi ha tradita.
So che a Parigi egli è, so pur che stringere
cerca i legami d'un novello amor,
ed io lo seguo misera,
e piango e prego, immersa nel dolor !
O bella, che imperate
sovra ogni cor, con magico voler,
a voi chiedo mercè:
deh ! l'arte m'insegnate
e l'arcano poter
di ricondurlo a me!

NINON
(alzandosi, fra sè, ridendo)

[Il caso è comico,
una maestra viene a cercar]

(guardandola)

[Povera giovine !
pur m'interessa, voglio provar]
Ditemi il vero: vi amava ?...

MATILDE
(con trasporto)

Tanto;
ed io gli stavo sempre d'accanto !

NINON

Ho ben capito: qui sta l'error:
siete colpevole di troppo amor.

MATILDE
(con sorpresa, alzandosi)

Nè vi ha rimedio ?...

NINON

D'amarlo men !

MATILDE
(con trasporto)

Ah ! no, nol posso !

NINON

Finger convien !...

(con molta confidenza, avvicinandosi a lei)

Cara mia, questi signori, con noi donne son galanti,
sono amabili e costanti, - se di perderci han timor:
dal pericolo a l'infuori,
ciascun d'essi è un traditor.
Gran precetto è avere intorno numerosi, eletti amici,
farli lieti od infelici - con un guardo civettuol :
è così che tutto giorno
stare in piedi il mondo vuol.
Qual sia cosa a noi si dica, fare o credere l'opposto,
e rubar, potendo, il posto - che in un core, un'altra avrà;
sopra tutto se è un'amica,
non si deve aver pietà!

MATILDE
(abbracciandola con effusione e riconoscenza)

Bella è assai la lezione!
cercherò di profittar!
 

SCENA VI

DIANA e DETTI

DIANA
(stando sull'uscio)

Il Duca di Narbona

NIN0N
(facendo segno a Diana con la mano di fermarsi, a Matilde)

Un'altra cosa
cui dovrete badar:
In mezzo ai cento amanti
convien sceglierne un solo
goffo, scemo, ridicolo e fedel !
E' quegli che mantiene l'equilibrio,
urta le vanità, scansa i rovesci,
e va trattato, ora a latte, ora a fiel !
Io lo  chiamo Spauracchio !  Per l'appunto
è il mio questo signor che adesso è giunto !

(la prende per mano e, parlandole sottovoce, l'accompagna sino a l'uscio della sua camera)

Fatevi bella !

(Matilde entra, Ninon con un cenno della mano a Diana)

Avanti.

(Entra Jarnac e Diana va via)
 
 
 

SCENA VII
 

DIANA e JARNAC
 

JARNAC

Ah ! terribile dea, donna fatale !...
e, sino a quando, mi farai languir ?

NINON
(con fine ironia)

O Duca mio, che ?... vi sentite male ?

JARNAC

Barbara !  rea !

NINON
(civettando)

Quante carezze ! e dir
che, in cambio a quella vecchia durlindana,
approntata vi avea...

(prende e gli mostra la spada di Guido)

JARNAC
(con impeto di gioia)

Per me ! per me!
 

NINON

Sì, proprio per voi, questa gentile
spadina e di mia man questo trapunto
nastro di fine argento: non se ne parli più !

JARNAC
(piegando un ginocchio)

Ah ! sono un miserabile ! un angelo sei tu !

NINON
(con molta grazia, cingendogli la spada)

Niun sappia il dono da qual mano è dato !

(porta via nella sua stanza la spada di Jarnac)

JARNAC
(con orgoglio soddisfatto)

Parola di Jarnac e di soldato !
 

SCENA VIII

MONTFORT e DETTI

MONTFORT
(chinandosi a Ninon)

Bella dama !

NINON
(chinandosi)

Cavaliere !

JARNAC
(fra sè)

[Oh che noia !]

MONTFORT
(a Jarnac)

Duca !

JARNAC

Addio !
(fra sè)

[Questo sciocco nel paniere
mi vien le uova ora a guastar !]

MONTFORT
(a Ninon, sottovoce, con lieve ironia)

Sei carina,  molto fina !
ma mentir con me non val !
In imprese - di sorprese,
credi pur, non ho rival !

(Ninon sorride con gentile malizia)
 
 

SCENA IX

GUIDO e DETTI

GUIDO
(entrando, con un inchino a Ninon)

Bella dama !

(Ninon risponde al saluto, con un inchino ed un sorriso pieno di grazia)

JARNAC
(con dispetto, fra sè)

[Un altro adesso ?!]

MONTFORT
(a Ninon, sottovoce)

Qui costui che viene a far ?...

GUIDO
(con molto rispetto, inchinandosi a Jarac e a Montfort)

Conte !  Duca !
(Montfort e Jarnac gli rispondono con un leggiero movimento del capo)

NINON
(piano, a  Montfort)

Ha il mio permesso,
non ci è luogo a malignar !

(avvicinandosi Guido a Ninon, Montfort seccato passa verso Jarnac)

GUIDO
(con lieto viso a Ninon)

Sì, ti adoro, o mio tesoro,
tutto vidi e udii pur or;
nè può sola la parola
dir la gioia del mio cor !

NINON
(a Guido)

Or che voi potete vivere
ben sicuro del mio amor,
non vogliate compromettermi
col geloso vostro ardor!

MONTFORT
(ammirando la spada di Jarnac)

Che bell'elsa ! che bel nastro !
Pur l'ho vist'in qualche parte !
Sono fatti con grande arte !
Non ci è il nome de l'autor ?..

(cerca di prendere in mano la spada, per esaminarla)

JARNAC
(seccato)

Giù la mano ! giù la mano !
questa spada è un talismano !
Chi di più vuol dimandar,
la sua punta può provar !

MONTFORT
(fra sè)

Come mescola le carte
quest'amabile Ninon !
 
 

SCENA X

DIANA e DETTI

DIANA
(piano, a Ninon)

Signora, è pronta la straniera e brama
or di parlarvi.

NINON
(a Diana, piano)

Dille che verrò.

(Diana entra nella stanza di Ninon:
si ode nell'anticamera il rumore ed il chiacchierio di persone allegre appena giunte)

NINON
(prestandovi orecchio, fra sè)

Son gli amici !...

(piano a Guido)

Tiratevi in disparte.

GUIDO
(con sorpresa)

Perchè mai ?..

NINON

Ho la mia ragion !

(sorridendo con civetteria a Montfort e a Jarnac)

Riceveteli voi; per un momento,
con permesso, signori !

(entra nella sua stanza:  Guido si ritrae verso il balcone, trova un libro e si mette a leggere)
 
 

SCENA XI

BRISSAC, SAINT-PAUL, BUCKINGAM e DETTI

BRISSAC
(stringendo la mano a Jarnac)

Duca !

SAINT-PAUL
(stringendo la mano a Montfort)

Conte !

BUCKINGAM
(con impazienza)

Non siete pronti ancora ? Ov'è Ninon ?...

MONTFORT

Ne la sua stanza

JARNAC

E' l'ora già ?...

BUCKINGAM

Sicuro !

SAINT-PAUL
(estraendo di tasca l'orologio e guardandolo)

Sono le due !

MONTFORT
(guardando il suo)

Possibile ?!...

(tutti guardano il proprio orologio)

BUCKINGAM

Più tardi
a fatica potremo attraversar
Piazza Reale !

SAINT-PAUL

Quante belle maschere !

BRISSAC

Manca solo la Dea !

(accorgendosi di Guido, in disparte, ne domanda, sottovoce, informazioni:
in un gruppo Jarnac, Montfort ed i nuovi arrivati parlano fra loro)

GUIDO
(fra sè)

Vorrei saper
perchè in disparte mi fa star !...

JARNAC
(agli amici, vedendo sulla porta Ninon)

NINON !

TUTTI
(meno Guido)

Eccola !  appare il sol !
 

SCENA ULTIMA

NINON, MATILDE e DETTI

NINON
(abbigliata con lusso e con la maschera nella sinistra , porgendo la destra a Matilde, elegante anch'essa)

Permettete, signori, io vi presenti
mia cugina, la dama di Failly.

(tutti la guardano con ammirazione e le s'inchinano:
Guido guarda fuori dal balcone: Ninon, piano a Matilde, additandoglielo)

Quegli che sta laggiù, presso il balcone,
è Guido, il mio diletto.

(facendole la presentazione dei cavalieri)

Il mio Jarnac, Montfort,
Saint-Paul, Brissac, Buckingam.

(chiamando forte)

Guido?...

(Guido si volge subito verso Ninon)

MATILDE
(riconoscendolo e dominando a fatica lo stordimento, fra sè)

Lui ?!!..

GUIDO
(riconoscendo Matilde, fra sè)

Mia moglie ?!!...

NINON
(presentando a Matilde Guido che, con uno sforzo supremo, le si è avvicinato)

E questi
è Guido, il mio pittor.

(Guido s'inchina leggermente a Matilde: Ninon, volgendosi a tutti)

Siam pronti ?...

TUTTI
(meno Guido e Matilde, rispondendo di sì col capo ed aprendo le braccia)

Andiam !

(Ninon piglia il braccio di Guido, con grande stupore di Jarnac:
Montfort offre il braccio a Matilde, che accetta volentieri: escono)
 
 

Fine dell'Atto Primo
 
 
 


ATTO SECONDO
 


QUADRO PRIMO

Antisala nel palazzo di Ninon. Un tavolino con l'occorrente per scrivere;
un grande specchio a sinistra; un divano a destra, sedie, ecc.
 

SCENA PRIMA
 

Matilde poi  D'Estrées

MATILDE

(entrando e guardandosi intorno)

Per seguirli guizzai di mano al Duca...
poi li ho perduti ne la folla...  Certo
non può tardar...  mi ha pedinato...  è qui !
Come mi batte il cor !

D'ESTREES

Voi, signora, in questa casa ?...

MATILDE

(semplice)

Se ci siete anche voi !...

D'ESTREES

Con falso nome

MATILDE

E' male l'imitarvi ?

D'ESTREES

Certamente,
ben altro è il caso mio. Ninon è legata
coi più potenti de la corte; occulti
fini ad essa mi guidano, ma voi ?...

MATILDE

(con manifesto smarrimento)

Io...  non sapea che amarvi !...

D'ESTREES

(con aria di trionfatore)

Sempre quel ritornello:
voi non potete vivere - lontana dal mio amor !

MATILDE

(ricordandosi della lezione di Ninon, risoluta )

No, Marchese di Estrées, qui sta l'error !
Se, Marchese, ad ogni costo
vi credeste idolatrato,
me ne duole: oggi è l'opposto
che vi debbo confessar.
Ogni sposa, sui venti anni,
per lo più soccombe al fato,
ma, se vuole, ai disinganni
un rimedio può trovar !
E, ve lo giuro,
state sicuro,
che, presto o tardi, lo troverò;
anzi, il più bello,
ve lo spiattello,
è che, a quest'ora, trovato io l'ho !

(ride convulsa)

D'ESTREES

(come cascato dalle nuvole, dominandosi)

Ma, per tradurre in atto
questa bella conversione,
perchè avete sdegnato di firmar
il contratto di separazione ?...

MATILDE

(con un forzato sospiro)

Ah !  che se fosse adesso,
non mi farei pregar !...

D'ESTREES

(piccato, traendo di tasca un foglio di carta)

Eccolo qui !

MATILDE

(fra sè,  nervosa)

Mostro,  l'aveva in tasca !

(D'Estrées depone sul tavolo il foglio ed invita  Matilde a firmarlo:
Matilde con vivacità si avvicina al tavolo)

Firmo, sì firmo e con due mani !

(dopo d'aver firmato, chiudendo il foglio nella busta)

Fatto !!
 
 

SCENA II
 
 

Jarnac e DETTI

MATILDE
(correndogli  incontro)

Jarnac, amico mio,
è da due ore che vi cerco !...

JARNAC

(con stupore)

Ed io ?!...

MATILDE

(con civetteria)

Crudel,  perchè mi avete abbandonata ?

JARNAC

(sempre stupito)

Come sarebbe a dir ?...

MATILDE

(con ingenuità)

Ma, come è stata ?...

(avvicinandosi sempre più, con seduzione e presentandogli il foglio)

Voi che veder potete il gran ministro,
dategli questo piego;
non mi dite di no, sono io che prego !

(piano e con malizia)

A tempo, vi saprò ricompensar !

JARNAC

(prendendo il piego e baciandole la mano)

Stella !!

MATILDE

(dandogli il braccio)

Vengo con voi !

(escono)

D'ESTREES

(fra sè, con stupore)

Ma si può dar !...
 

SCENA III
 

D'Estrées e Montfort poi Ninon, Matilde, Jarnac e Diana

MONTFORT

(entrando in fretta dalla porta, a sinistra)

A !  Raffaello mio ! vi trovo a tempo !
ho bisogno di voi !... ritrar dovete
la dama di Failly.
 

D'ESTREES

(guardandolo con sorpresa)

Come ?...

MONTFORT

Spiatela,
rubatele il sembiante, il gesto, il riso,
la grazia, quella cara leggiadria !...
Ma che Ninon non sappia, ve ne prego,
di questa scorreria !...

(dalla porta a destra entrano Ninon e Matilde:
Montfort continua a parlare sotto voce a D'Estrées che, seccato, non gli dà ascolto)

NINON

(piano a Matilde, levandosi il cappellino davanti allo specchio)

Avete visto il traditore ?
 

MATILDE

Or ora

su la spianata, a fianco
de la rivale !

NINON

E' bella ?

MATILDE

(con una smorfietta, guardando Ninon)

Non saprei !
ma sembra molto furba ed ho paura !

(Ninon sotto voce, parla a Matilde, incoraggiandola alla lotta)

MONTFORT

(a  D'Estrées)

Il suo ritratto... e avrete il mio favor !

(si avvicina a Ninon)

D'ESTREES

E' bellina la burla, sul mio onor !...

(entra Jarnac: Diana porta e depone sul tavollo, vicino allo specchio,
fiori, trine, piume, veli ed altri ornamenti per acconciature)

NINON

(volgendosi a Montfort)

Dunque fate la corte a mia cugina,
bel Conte di Montfort.

(Montfort s'inchina profondamente innanzi a Matilde e le dà il braccio)

Voi,  Guido, e voi,
mio fedele Jarnac, statemi appresso !
Dopo il pranzo, sapete,
ci sarà ballo, ci sarà concerto
da la vaga Marion:
tutta Parigi accorrerà di certo
a quel suo nuovo e splendido salon,
ed io vo' farmi bella !
In quel mondo elegante, voglio apparir raggiante !
Or voi, fido amator, trovate lo splendor

(volgendosi a Jarnac con lamguore civettuolo)

a questa vostra stella !

( Ninon siede a sinistra, davanti allo specchio.
Jarnac siede vicino a lei dalla parte della scena:
D'Estrées rimane in piedi, nel mezzo, appoggiato al tavolo.
Matilde e Montfort siedono al lato opposto sul diavano e conversano con molta animazione:
Diana, dopo di aver messo a posto, sul tavolo, gli oggetti portati, se ne va)

MONTFORT

(con passione, a Matilde)

Occhi soavi e languidi,
quanto, tacendo, dite !...
D'ignoto cielo aprite
un dolce lembo a me !

MATILDE

(a Montfort, con civetteria)

Non so, nè vo' respingere,
sin d'ora, i vostri affanni,
certo, coi miei venti anni,
sola restar non vo'.

D'ESTREES

(avvicinandosi a Ninon ed accennando Montfort e Matilde)

Ma cosa stanno insieme
coloro a cinguettar ?!...

NINON

(a D'Estrées)

Di lei se a voi non preme,
di lui non so che far !

MONTFORT

Oh  Matilde !...

MATILDE

Dite piano...

MONTFORT

T'amo !  T'amo !

MATILDE

Lo si sa !...

MONTFORT

Il mio cor da voi lontano,
no, più viver non potrà !

NINON

(a Jarnac, con galanteria)

Vi piaccion più le morbide
piume o le bianche trine ?
Cinger dovrò con arabe
perle, o con fiori il crine ?

JARNAC

(a Ninon)

Sono belle assai le piume,
son ridenti ancora i fior;
ma più bello è il vago lume
del tuo sguardo incantator !

D'ESTREES

(tornato al suo posto, fra sè)

Ah !  se a reietta sposa
far non poss'io ritorno,
scordar non so che un giorno
il nome mio portò ! )

NINON

(a  Guido)

Guido ?... state a me vicino...

D'ESTREES

(guardando Matilde e Montfort che conversano, animatamente)

E' una vera indegnità !

(si avvicina a Ninon, che lo ricolma di attenzione)

JARNAC

(alzandosi e guardando Matilde che gli sorride con civetteria)

Ci vuol tutto, e ne le braccia
l'una e l'altra a me verrà !

(Matilde, soffre la gelosia di vedere D'Estrées in intimo colloquio con Ninon.
Montfort, in un momento d'esaltazione, la stringe dolcemente per la vita,
onde ella, svincolandosene con un grido, seguito da un riso civettuolo e convulso,
si avvicina a Ninon, che contemporaneamente a D'Estrées e a Jarnac, si era rivolta a lei)

MATILDE

(a Ninon)

A proposito, cara, ho già fissato
il mio quartiere.

NINON

E dove ?...

MATILDE

Al vostro allato

(volgendosi a tutti)

Sono vedova, ricca, e voglio intorno,
a cominciar da voi,
avere un cerchio di gentili amici,
poeti, artisti e sopratutto...

(guardando Jarnac)

eroi !

(Ninon si alza, e, stando in piedi, dà le ultime carezze alla sua toletta)

JARNAC

Vedova ?...  poverina !

(a Matilde)

E quel marito ?...

MONTFORT

Un brutale ? ...

NINON

(con intenzione)

Un geloso ?...

JARNAC

Un mostro ?...

MATILDE

Zitti !...
Voglio onorarlo !...  Forse, avea dei torti,

(guardando D'Estrées)

ma, come si suol dir, perdono ai morti !

(ridono tutti, meno D'Estrées, che mostrasi assai agitato

JARNAC

Se è carina !...

MONTFORT

Spiritosa !...

JARNAC

Coi suoi vezzi mi legò !

D'ESTREES

La mia testa più non regge,
più non so quel che mi fo' !

NINON

(deponendo un fiore sulle chiome di Matilde)

Anche voi fatevi bella,
mia vezzosa vedovella !

MATILDE

(fra sè)

Se sapesse quale intrigo !...
come soffro a simular !...
 

SCENA IV

Diana e DETTI
 

DIANA

(sollevando le cortine della sala da pranzo illuminata)

Signora, il pranzo è pronto !

MONTFORT

(subito, additando Matilde)

A lo sciampagna
un convegno le voglio domandar !

(si avvicina a Matilde: Ninon si avvicina a D'Estrées, lanciando nel passaggio un'occhiata sorrisa a Jarnac)

JARNAC

(lietissimo)

Siam ne l'auge degli amori !

(si avvicina a Matilde, che segue con lo sguardo i movimenti di Ninon e di D'Estrées)

NINON

(a  Guido, sottovoce)

Guido, sempre scontento !...
Dopo il pranzo per voi tutta sarò !

(subito volgendosi a Montfort)

Visconte...

(si avvicina a lui ed a Jarnac)
 

MATILDE

... Cosa mai gli ha detto ?...

(Matilde, Jarnac, Montfort, vivacemente conversano, si avvicinano alla porta della sala da pranzo:
Matilde fissa D'Estrées con lo sguardo serio, penetrante)

D'ESTREES

(pallido, contrariato, guardando Matilde e stringendo la spalliera d'una sedia vicina)

In queste
stanze chi la guidò !....
 

Cala, rapidamente la tela.
 
 
 

QUADRO SECONDO
 
 

Splendido salone in casa di Marion Delorme.
Nel fondo due grandi usci.
A sinistra un rialzo, quasi a galleria, per l'orchestra e, sotto l'orchestra, molte seggiole.
A dritta son tavoli da giuoco.
Cavalieri e Dame stanno giuocando, altri Cavalieri si aggirono per le sale,
quali da sè, quali offrendo il braccio ad altre Dame.
 
 
 

SCENA PRIMA
 

DAME CAVALIERI

I.° CAVALIERE

Carta ?...

I.^ DAMA

Ancora !

I.° CAVALIERE

Vuole ?...

II.^ DAMA

Sto !

I.° CAVALIERE

E lei ?...

III.^ DAMA

Carta !

CAVALIERE

(fuori giuoco)

Fa vinto ?....

III.^ DAMA

No !

CAVALIERI

Quattro...

DAME

Sette...

CAVALIERI

Dama...

DAME

Re !...

Abbiam vinto !...  il punto c'è !

CAVALIERI

Esser vinti da le belle
è per l'uomo un grande onor !
Non trionfan de le stelle
su nel ciel gli astri minor.

DAME

Le dolcissime parole
non van dritte al nostro cor !
Tutti san che l'uomo è il sole
che dilegua ogni dolor.

CAVALIERI   e  DAME

Chi giunge ?...  E' lei !...  Ninon !...
 
 

SCENA II
 
 

Ninon, Matilde, Jarnac, Montfort, D'Estrees e DETTI
 

(Ninon entra per la prima, porgendo il braccio a Jarnac;
dopo di lei,  Matilde al fianco di Montfort.
D'Entrées entra, dopo di loro, dall'altro uscio del fondo.
Marion Delorme si alza vivacemente e muove incontro ai nuovi arrivati.
Ninon e Marion si abbracciano)

JARNAC

(con galanteria)

Ecco due stelle,
che, con gli ardenti rai,
s'incontran spesso e non si offendon mai !

(Ninon e Marion s'inchinano con civetteria)

Bella e gentil Marion,
e splendido davvero il tuo salon !

MONTFORT

Qui di Parigi il fior
tutto si accoglie !

D'ESTREES

(dopo aver baciato la mano a Marion)

A voi i miei omaggi, o dea.

MONTFORT

(avvicinandosi a Saint-Paul, a Brissac e a Buckingam, che lo ricevono in un gruppo)

Bello !  stupendo in ver !

(parlano sommessamente)

JARNAC (a Matilde)

Sembra una reggia !...
Ma più fulgido ancor
sarà il vostro salone !

MATILDE

Adulator !...
Convien prima aspettar !...

JARNAC

(infervorandosi)

Dal gusto  e da le grazie
il vostro regno posso imaginar !

(Matilde sorride, scrutando con lo sguardo ogni mossa di D'Estrées,
che trovasi accanto a Ninon e a Marion)

MONTFORT

(con espressione di esagerato dolore, avvicinandosi a Ninon)

Quale novella apprendo !...

(movimento di attenzione generale)

Per domestico duolo, la divina
Gabriella ora ci toglie udir il canto...

NINON

(con premura)

Del nuovo madrigale ?...

(Montfort risponde di sì col capo)

JARNAC

Oh che peccato !!

MATILDE

(a Jarnac)

Qual madrigale ?...

JARNAC

Quello del Fiore abbandonato

(Matilde fa mostra di conoscerlo)

MONTFORT

Lo conoscete ?...

JARNAC

E allora...

MATILDE

Osar potrei ?...

JARNAC

(trionfante)

Osate !

MONTFORT

Certo, osate !

(per pregarla, si avvicinano a Matilde, Ninon, Marion ed altri.  Matilde mostra di cedere)

MONTFORT

(verso l'orchestra)

A noi, liuti:
l'inaspettata diva
il preludio dolcissimo saluti !

(l'orchestra intona il suo preludio, durante il quale tutti si mettono a sedere;
attenzione e silenzio generale)

MATILDE

(collocandosi nel centro della scena)

Povero fiore, in mezzo al verde prato
si è schiuso, al primo albor !
Se l'accarezza e bacia il sol dorato,
brilla di luce e amor;
se lo percuote il nembo, ahimè ! chinato,
geme, languisce e muor !

E simile a quel fior la mia vita,
in questo estraneo suol !
Dal disinganno gelido colpita,
struggesi in pianto, in duol:
O sogni d'oro, o mia speranza ardita,
ove spiegaste il vol ?...
(Cavalieri e Dame applaudono:
Ninon, Marion, Jarnac, Montfort le si avvicinano per complimentarla)

NINON

(a Matilde)

Divina !...

MONTFORT

Incomparabile !...

JARNAC

Sublime !...

D'ESTREES

(intontito, fra sè)

Non mi ritrovo più !... non par più lei !

(entrano valletti e domestici, portando rinfreschi su vassoi d'argento e d'oro)

JARNAC

(togliendo dal vassoio un bicchiere e dirigendosi verso Matilde)

Se le fauci umettar...

MONTFORT

(con un altro bicchiere, togliendogli il passo)

Mille perdoni !!...
E' la mia dama e lo farò valer !

D'ESTREES

(staccandosi con impeto irresistibile da Ninon,
e frapponendosi tra Matilde e i due Cavalieri, serio)

Nè la sua, nè la vostra !

(nella scossa  rovesciò loro i bicchieri;
Jarnac è preso da grande e subito stupore;
su tutta la scena è un bisbiglio, un mormorio, i più lontani salgono in piedi sulle sedie,
altri si affacciano dal rialzo a galleria)

VOCI DI DAME e CAVALIERI

Che cosa è ?...
Uno scandalo !...  Oh che scena !!

MONTFORT

(frenando cavallerescamente la sua collera, con grande dignità e disprezzo a D'Estrées)

Se foste degno d'incrociar la spada !...

D'ESTREES

(molto convulso e minaccioso, a Montfort)

Chi può dir che io non sia ?...

NINON

(frapponendosi tra Guido e Montfort, a Guido)

Ritorna in te,
Guido, ti prego !...

MATILDE

(a Montfort)

E' stato un caso, creda,
Visconte, per pietà !...

VOCI DI CAVALIERI e DAME

Cosa è ?...  Che avvenne ?...

MATILDE

Io mi sento mancar !...

VOCI DI DAME e CAVALIERI

La bella sirena ciascun vuol tentar !

MONTFORT

Ah !  quel vile pittor la pagherà !

JARNAC

(a Montfort, additando D'Estrées)

Ma prima egli con me,
bel Conte di Montfort, batter si de'.

D'ESTREES

(a Jarnac e a Montfort)

Quando volete.   Entrambi
a domani, signori, a San Germano !

(escono tutti nella massima confusione)
 

Fine dell'Atto Secondo
 
 
 
 
 



 

ATTO TERZO
 



Giardini attigui al Palais-Royal. A destra, in distanza, un chiosco illuminato vagamente
con candele romane e lanterne veneziane. A sinistra, una grotta con la statua di Nettuno e la fontana:
ai piedi della grotta un sedile elegante.
Superiormente alla grotta, un terrazzo che la domina, a cui si accede per un'ampia gradinata semicircolare
che, partendo quasi dal mezzo della scena, conduce ad una specie di giardino pensile,
dal quale il terrazzo sporge verso il piano sottostante.
Agli angoli del terrazzo grandi vasi di fiori e di cactus giganteschi.
 
 

SCENA PRIMA

D'Estrées, solo

(D'Estrées, vestito con semplicità, ma in perfetto costume di gentiluomo,
con tocca e spada, entra dalla parte posteriore della scala circolare,
si avanza verso il chiosco illuminato e, vedendosi solo, ritorna sul davanti della scena.)
 

D'ESTREES

(con grande sconforto)

Ivi ella danza !... In mezzo al folle turbine
io trovarla non so !...
Sguardi, sorrisi, grazie,
forse, ha per tutti ed io, per lei, fra poco,
senza speranza, batter mi dovrò !
Ahimè ! quale follia
perversa conturbò l'anima mia !...
Quali misteri annidansi nel cor !
Credea di non amarla,
ed ora sento che l'offeso onor
meno mi attrista del perduto amor !...
O soavi memorie
del patrio avito suolo,
o gioie care e tenere,
onde ella mi beò,
un bacio colto a volo
struggere non vi può !
No, non vi strugge il fascino
fatale d'un sorriso,
pace non reca a l'anima
l'amore senza fè,
perduto ho il paradiso,
bella  Matilde, in te !
 

SCENA II

D'Estrées e Ninon che viene dal chiosco in domino rosa e con la maschera in mano.
 

NINON

(accorrendo verso D'Estrées, che cerca invano evitarne l'incontro)

Alfin vi trovo, amabil disertor !

D'ESTREES

(con imbarazzo)

Voi qui ?...  non vi attendea...

NINON

Per questo, quando il sole si nasconde,
una stella convien pur che si muova !

D'ESTREES
Non vi comprendo !...

NINON

Ah !  che in grande ira io sono !
Tutta Parigi parla del concerto !...
Ma son scene da far !... quale smania gelosa !
Neppur se fosse stata
un'amante infedele !...  che so ?...  una sposa !

D'ESTREES

Fu caso...  un capogiro...  ah non ne parliam !

NINON

(con malizia)

Se la vedeste là, nel chiosco, in mezzo al ballo,
come le fan la ruota, pavoni e pavoncelli !
Ella sorride, scherza, ma non la cogli in fallo,
chè sceglie a cavalieri i giovani più belli.
In fede mia, se prodiga così ardenti sospir,
ci sarà per noi tutte da farci impensierir !
Che differenza invece !  soli noi qui stiamo,
come due tortorelle:  voi mi amate ed io vi amo !

D'ESTREES

(fra sè)

(Oh supplizio tremendo !)
 

NINON

(amorosa)

Un bel progetto
vi debbo confidar. Stanca son io
di tante feste e tanta baraonda,
e Parigi mi annoia !...  Io più non sono
Ninon, l'allegra e spensierata; in core
io sento un fuoco ardente,
e sepegnerlo non può che il vostro amore !

(Matilde, con domino azzurro e la maschera in mano, esce dal chiosco,
porgendo il braccio a Montfort, che le profonde le più calde dimostrazioni di amore.
Col suo contegno civettuolo, ella incoraggia le speranze del suo adoratore.
Attraversando la scena nel fondo illuminato dalla luce del chiosco, mentre il proscenio rimane nella penombra,
poi rientrano nel chiosco. D'Estrees, senza badare alle parole di Ninon, ne segue i movimenti con ansia febbrile)
 

D'ESTREES

(quasi indifferente)

E che volete far ?...

NINON

In cima a un colle,
immaginate, tra un bosco di fiori,
un antico castel,
un vero nido di felici amori !
Cantano gli augelletti a l'aura molle,
a destra il lago, a sinistra il ruscel,
e, nel beato eliso,
cinto di rose colte in paradiso,
a noi sorride il ciel !

(durante queste parole, Montfort, prima di rientrare nel chiosco,
prende la mano di Matilde e la porta avidamente alle sue labbra.
D'Estrées, che non li ha mai perduti di vista, si slancia sulle loro tracce e scompare con essi nel chiosco)
 

NINON

(credendo di parlare a D'Estrées)

Che ve ne par ?...

(non vedendolo)

Guido ?...  dov'è ?...  mio Dio !
Che vuol dir ciò ? forse, per lei mi lascia ?...
Ah !  mio Dio !   mio Dio !
 
 

SCENA III
 

Ninon e  Jarnac
 

JARNAC

(uscendo dal chiosco, e sostenendo Ninon, abbandonata nelle sue braccia)
 

Ninon !...
che cosa hai ? che cosa è ?...  angelo mio !
 

NINON

(sollevandosi di scatto, come colpita da subita ispirazione)

Tutto quel che tu vuoi...
ma, subito, un calesse,
senza armi, oscuro, a la piccola porta
del mio giardino:  va.

(Jarnac resta stupito: con una mimica espressiva si domanda la ragione di quell'ordine,
e, stringendosi nelle spalle, obbedisce e via)
 
 

SCENA IV
 
 

Ninon e  Matilde
 
 

MATILDE

Siete qui, vi cercavo.

NINON

Anch'io !

MATILDE

Mi sembra
una bolgia laggiù;  qui si respira !

NINON

E si fan de le vittime !...

MATILDE

(con ingenuità affettata)

Cioè ?...

NINON

Andiamo, via,
non è più tempo di contarla a me.
L'innocente !...  Giù la maschera,
non mi fate la bambina !
chè salir potete in cattedra
e insegnarla più di me !
Ieri, ancor, del mondo frivolo
mi credevo la regina,
oggi trovo chi mi supera
e m'inchino al vostro piè !

MATILDE

(con mentita timidezza)

I precetti io misi in pratica,
che gentile ella mi diè !

NINON

Pur vi avevo confessato in chi amore avea risposto

MATILDE

(ricordando i versi della lezione)

" Qual sia cosa a noi si dica, fare o credere l'opposto ! "

NINON

(rabbiosa)

Eh !  con gli uomini, via via;  ma, fra donne, non si fa.

MATILDE
" Sopra tutto se è un'amica, non si deve aver pietà ! "

NINON

(scattando)

Sfacciata !!  In questo loco
non voglio far scene di gelosia:
ma voi comprenderete
che, da questo momento, io non permetto
più la vostra presenza in casa mia !
Basta così ! !

MATILDE

Sentite,
vi propongo una tregua, un armistizio..

NINON

Come sarebbe a dir ?...

MATILDE

A giudicar
degl'intimi pensieri - dei nostri cavalieri,
mutiamoci di domino: in tal modo
potremo imbarazzarli - e disgroppare il nodo !

NINON

(dopo un momento di riflessione)

Accetto !... ma...

(girando intorno lo sguardo)

come ?...

MATILDE

Tra i folti rami
dei boschetti...

NINON

Bene ! andiam !

(escono e si dirigono verso i boschetti, rasentando la gradinata che conduce al terrazzo del giardino pensile.
Mentre le due donne si allontanano, l'orologio del Palais-Royal suona la mezzanotte.
A quei rintocchi si nota un insolito formicolio dal lato del chiosco e contemporaneamente
Dame e Cavalieri entrano allegramente nei giardini.
Le Dame hanno domini bianchi, neri e gialli: non vi sono domini in rosa nè azzurri.
Tutte hanno la maschera in mano.)
 
 

SCENA V

Cavalieri e  Dame

CORO

E' mezzanotte ! - Fanciulle e dame,
per noi/voi la maschera è di rigor !
Ora si ordiscono le dolci trame,
ora s'intrecciano gli arcani amor!

(le Dame si mettono la maschera, poi, correndo e ridendo,
si disperdono, quali a gruppi, quali sparse nei giardini - I Cavalieri
le inseguono e ritornano ciascuno porgendo il braccio ad una di esse)

CAVALIERI

Che ressa amabile ! - Chi sa qual reca
sorpresa o ingrata - delusion ?!...
E' una partita - che a mosca cieca
si giuoca;  il sole - farà ragion !

DAME

Oh ! chi sa dirci - quel che si reca
codesta amabile - confusion ? !...
E' una partita - che a mosca cieca
 si giuoca;  il sole - farà ragion !

( si allontanano in diverse direzioni;  il numero maggiore entra nel chiosco;
Matilde, col domino rosa di Ninon, si aggira per la scena)
 

SCENA VI

Matilde e  Jarnac, poi Ninon, Montfort e D'Estrées
 

JARNAC

(avvicinandosi, piano)

E' tutto pronto per il nostro ratto !...

MATILDE

(fra sè, con sorpresa)

(Ratto !...)

JARNAC

Il calesse aspetta a la pusterla...

MATILDE

(ricomponendosi)

A che ora è il duello col pittor ?...

JARNAC

Domani, a San Gennaro, al primo albor.

MATILDE

Senti, perchè il mio piano
possa ben riuscir, trova Montfort:
di' che madama di Failly lo attende,
che ci va de la vita,
lo agguanti, le si abbarbichi, purchè
non gli sfugga di man sino a le tre !

JARNAC

Che non farei per te !

(esce rapidamente, dirigendosi verso il chiosco)

MATILDE

(levandosi la maschera, con gli occhi al cielo)

Ah !  con lui vuol fuggir !... - Signor, che le ansie
vedi del core affranto,
pietà de le mie lagrime, del lungo mio pensar,
deh !  fa ch'ei torni e sappia l'amor che può trovar !
 

(sentendo rumore di persone che si avvicinano,
si rimette la maschera ed esce rapidamente da sinistra:
Ninon, col domino azzurro di Matilde e la maschera in volto,
entra, seguita da Montfort, dal quale cerca inutilmente liberarsi)
 

MONTFORT
 

Non sarà che io vi lasci, amabil Dea !
Laggiù, presso a la fonte,
mi deste or or convegno... - Ivi il tesor !
vi scoprirò d'un'anima fedel !

NINON

Ma credervi posso io ?... Voi, mio signor,
forse non siete stato
de la bella Ninon l'innamorato?...

MONTFORT

Credete a me, non si amano
le mobili farfalle,
si ammiran, si accarezzano,
e poi si lascian là !
Per noi l'amore è un'estasi,
per loro è vanità !
Voi sola un dolce fascino
avete in quei begli occhi,
ed a voi sola supplice
io piego i miei ginocchi !
Deh ! concedete al cor
le gioie de l'amor !

NINON

(fra sè, frenando il suo risentimento)

(Buffone, gli vorrei sfregiar col guanto
quel labbro mentitore !) - E ben, sentite....

(gli dà il braccio e parlando sottovoce vanno a sedere presso la grotta di Nettuno.
Matilde, in domino rosa, trovasi già, da un pò, sovra il terrazzo a braccio di D'estrées;
passeggiano, ma, mentre Matilde profonde amorevolezze, D'Estrées ha l'aria di persona annoiata.
Dal terrazzo essi non possono vedere Ninon e Montfort, seduti presso la grotta, nè possono essere veduti da loro)

MATILDE

Voi non mi amate più ! Per voi non sono
più la bella Ninon !...  Chi mi ha rubato
il vostro amor ?...  Guido, crudel voi siete !...

D'ESTREES

(a Matilde, credendola Ninon)

Gentil pietà vi prenda del mio secreto affanno,
io vi ingannai, ma vittima son de lo stesso error,
credea di amarvi, un angelo mi toglie or da l'inganno,
ed il suo antico regno riprende sul mio cor !
E' lei che solo adoro,
lei sola è il mio sospir,
ah !  che se debbo io perderla,
non posso che morir !

(Matilde è in preda alla massima commozione;  piange)

Che ?... voi piangete ?...

MATILDE

(scoprendosi)

Sì, ma di gioia !

D'ESTREES

O mia Matilde !...

(la stringe al seno)

MATILDE

Ti amo !  ti adoro !

D'ESTREES
Oh mio gioir ! - sogno non è !...

MATILDE

Il mio Gastone - ritorna a me !

D'ESTREES

(baciandola)

Sì, mio bene !

MATILDE

Ora fuggiam !...

(scendono rapidamente la gradinata. - Ninon, riconoscendoli, si svincola dalle strette di Montfort
e, accesa di gelosia furente, sbarra loro il passo, trattenendo Matilde fortemente per un braccio )

NINON

Tu me lo vuoi rapir ?...

MATILDE

(calma e sorridente)

Si può rapire
il proprio sposo ?...

(presentando D'Estrées a Ninon ed a Montfort che si era avvicinato)

E' questi... il Marchese D'Estrées !...
Non fu che un malinteso... ora ritorna a me !

MONTFORT

Suo marito !

(correndo verso il chiosco)

Jarnac !  Coucy !  Montglat !

NINON

(rinfrancatasi dallo stupore, a Matilde)

Ho colto qualche fior nei miei giardini,
mai che rubati io ne abbia ai miei vicini !
 
 

SCENA ULTIMA
 
 

Jarnac, i  Cavalieri, le  Dame e  Detti
 

CORO

Che cosa è ?...  Che cosa è ?...  Qual' novità ?...

MONTFORT

(a Jarnac ed agli amici accorsi)

Oh !  la bella figura che si fa !...

NINON

(a tutti, scherzosa e sorridente)

Una commedia in maschera,
che nessun di sbrogliare avrebbe ambito !

(presentando)

La Marchesa di Estrèes e.. suo marito !

(movimento generale di sorpresa)

CAVALIERI e DAME

(ridendo)

Il pittor di Ninon ?!... - Comico in ver !

(il Marchese D'Estrées stringe la mano a Montfort e a Jarnac,
il quale fruga nelle tasche e restituisce a Matilde il plico ricevuto:
Matilde lo prende e sorride)

NINON

Ed ora, amiche, prima di tornar
a la danza, a le cene, un buon consiglio
la Ninon vi vuol dar:
- Non pretendete mai d'esser maestre
ne l'arte intrigatissima d'amar,
e, se volete al mondo - viver felici ognor,
non prendete sul serio l'amor !

(Matilde stringe la mano a Ninon, che sopporta con nobile disinvoltura la sua sconfitta.
Ninon, trovandosi presso Montfort, lo fulmina con uno sguardo,
prende il braccio di Jarnac, e passa in mezzo alla folla plaudente)

CORO

E, se vogliamo al mondo - viver felici ognor,
non prendiamo sul serio l'amor !
 
 
 

FINE



 
 

 

GAETANO CIPOLLINI  di  Salvatore Libertino
INDICE:
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