Un libro
su
Don Camillo
De' Spagnolis
 
 

di Salvatore Libertino



 
 

Ci sono novità e quindi aggiornamenti su quanto pubblicato un anno fa su Don Camillo.
E' uscito infatti nel mese di marzo 2003 il libro Don Giovanni Camillo e la famiglia de' Spagnolis di Itri - Documenti d'Archivio, Edizioni di Odisseo, L'Autrice Marisa De' SpagnolisItri, che Marisa De' Spagnolis, discendente di Don Camillo, di Itri ha scritto assieme al padre Aldo e alla figlia Maria Conticello prendendo le mosse dalla ricerca che TropeaMagazine aveva fatto conoscere sul sito web. Si tratta di un Discorso genealogico ragionato sulla famiglia De' Spagnolis, dai primi del Cinquecento (quando il casato si consolidò a Itri) fino ai giorni nostri. L'autrice, assieme alla sorella Brunella, è l'ultima discendente che porta il cognome De' Spagnolis.
Marisa De' Spagnolis, archeologa ispettrice presso la Soprintendenza Archeologica per il Lazio, da me contattata all'epoca della scoperta, si era molto sorpresa che il proprio casato - nel lontano seicento - contasse di un musicista "famoso", ed il giorno stesso di averlo appreso ha cominciato a "scavare" tra le carte di famiglia, nei registri parrocchiali, nell'archivio storico dell'Arcidiocesi di Gaeta, nell'archivio di Stato ed in quello della Santa Sede, riuscendo ad accumulare giorno su giorno reperti su reperti, tasselli su tasselli fino ad essere in grado di unire tutti gli anelli della catena, lunga cinque secoli, ed a poter leggere finalmente la storia della propria famiglia che con fierezza fa notare "di ceppo rimase sempre unica ed originaria di Itri".
Stemma araldico della famiglia De' Spagnolis di Itri.Ed anche Don Camillo trova in tale famiglia collocazione certa come risulta dai reperti. Innanzitutto esiste ad Itri, in via Appio Claudio, un magnifico portale la cui sommità porta un grosso stemma araldico dei De' Spagnolis, dal quale si accede in quella che è sempre stata la casa di famiglia. Lo abbiamo ammirato insieme alla Dottoressa, l'anno scorso, non senza un accenno di commozione. I documenti provano che Don Camillo era vivo nel 1643 ed abitava in quella casa in compagnia del fratello Muzio. Erano ambedue molto ammalati se è vero che avevano dato al farmacista due cavalle per avere in cambio le medicine per potersi curare. Lo sappiamo da una lite scoppiata con lo stesso farmacista che pretese dai due pazienti, oltre alle cavalle, un ulteriore corrispettivo in danaro. Della lite si occupò la Curia di Gaeta che diede ragione a Don Camillo.
Quindi se il musicista figura a Tropea nel 1626 quale maestro di cappella nella Cattedrale e nel Seminario, ormai si sa per certo che diciassette anni dopo è presente nella casa itrana. Un altro documento chiama Don Camillo "canonico" e questo potrebbe dimostrare come il maestro abbia avuto un ruolo sotto tale veste nell'ambito della Chiesa locale.
Non si sa altro del Nostro. L'Autrice lo ritiene nato a Itri alla fine del Cinquecento.
Nel libro, ricco di antiche illustrazioni di Itri e di molti documenti che attestano la presenza nella città di Don Camillo, si possono ammirare quattro immagini di Tropea: due esterni della Cattedrale, di cui una veduta molto rara dell'abside (senza pini), la stampa tratta dal libro del Sarconi del 1784 e quella del Pacichelli del 1703.
Il lavoro è stato patrocinato dal Comune di Itri, il cui primo cittadino, Giovanni Agresti, è anche Assessore alla Cultura della Provincia di Latina. E' un Sindaco molto sensibile e disponibile a cogliere ogni segnale di studio e di ricerca sulla storia patria del territorio. E scoprire in un solo botto che Itri abbia avuto un musicista, il De' Spagnolis, che si sia fatto valere anche fuori del terra natale e dalla stessa ricerca apprendere che il proprio paese abbia dato i natali ad un secondo musicista, coetaneo di Don Camillo, Giovan Battista De Bellis, che ha lasciato tre raccolte di spartiti, di cui già si sono individuate le collocazioni nelle varie biblioteche, la gioia è stata grandissima. Lo stesso Sindaco si dice particolarmente contento che nel Seicento la comunità tropeana abbia ospitato il De' Spagnolis e che Itri e Tropea appaiono insieme sul frontespizio dell'opera del Maestro. Poi ci tiene a ricordare un'altra circostanza quando ancora il nome di Itri è stato a fianco a quello di Tropea: il tributo della cittadinanza onoraria da parte del Comune di Itri a Raf Vallone, illustre figlio della cittàdina calabra, che dopo aver girato da queste parti il film "Non c'è pace tra gli ulivi" ha scelto di vivere a Sperlonga, a pochi passi da Itri, dove era praticamente "di casa".
Certamente, le ricerche su Don Camillo continueranno su più versanti. Una corsia preferenziale sarà destinata alla caccia dei Il Maestro Andrea Bernsteinprimi due libri da lui pubblicati ma non ancora trovati. Ed è già un miracolo essere arrivati a dimostrare che il Maestro era di Itri dove è vissuto e dove sicuramente sarà morto nella casa di via Appio Claudio.
Purtroppo gli archivi locali del cinquecento/seicento, quelli parrocchiali, quelli notarili sono andati irreparabilmente distrutti. Ciò rende la ricerca più difficoltosa ma non impossibile, tenuto conto del valore che la Dottoressa Marisa De' Spagnolis ha sempre dimostrato nello scoprire siti, eventi, personaggi che hanno fatto la storia di intere comunità, di città, di territori.
Per quel che ci riguarda, dopo quasi quattro secoli, ora siamo in grado di ascoltare l'esecuzione dei brani delle "Recercate" che Don Camillo aveva pubblicato l'8 ottobre 1626. Ci auguriamo di ascoltarli nella Cattedrale di Tropea quest'anno e magari nel mese di ottobre, nella stessa data della loro prima pubblicazione.
Ci sono buone notizie anche provenienti da Londra, dal maestro Andrea Bornstein, che ci comunica - e ne siamo lieti - che le ricerche su Don Camillo sia di TropeaMagazine sia di Marisa De' Spagnolis saranno "convenientemente citate" in uno studio sui "duo" e quindi anche su quelli composti da Don Camillo, che sta preparando per la pubblicazione. Siamo convinti che tale notizia sarà accolta con grande orgoglio sia dal popolo Itrano che da quello Tropeano.
 
 

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