'Il barone Giacomo di Tarsia guarito da un'ulcera incurabile alla coscia
da San Francesco di Paola'. Scultura in bronzo del Maestro
Mario Montalto operante a Castrolibero (Cs).

In margine all'articolo
'Maida patria natale
dei Chirurgi Vianeo'
 

di Gabriele Turchi
(1958)


Leggendo l'articolo di Filippo Pascuzzi dal titolo <<Maida patria natale dei Chirurgi Vianeo>>, pubblicato nel n. 3-4 anno V di questa Rivista, ho notato una certa inesattezza storica nell'accenno che l'autore fa di uno degli Atti di Canonizzazione di S. Francesco di Paola e precisamente di quello riguardante la guarigione miracolosa operata dal Santo sulla persona del signore Di Tarsia, barone di Belmonte. L'autore dice testualmente:
<<...Inoltre, una seria prova intorno alla Patria del Chirurgo Vincenzo Vianeo la troviamo negli Atti di Canonizzazione di S. Francesco di Paola (Parisi A. ibidem), in cui si dice che il 4 Luglio 1502 il Magnificus Dominus Galeazzus de Tarsia de Consentia, prima di arrivare al Santo, che allora aveva 34-36 anni (cioè, verso il 1450) aveva consultato a Nicastro il Dominus Vincellus (Vincenzo Vianeo) famosissimus chirurgus, habitans in loco Maydae provinciae Calabriae..>>.
Innanzitutto dobbiamo precisare che i signori di Belmonte chiesero l'intercessione del Santo di Paola, due volte: una prima volta, nel 1475 e cioè quando D. Giacomo di Tarsia, per una grave infermità del figlio Galeazzo che per più giorni aveva perduto la parola, mandò un servitore a Paola dal Santo; quando il messo tornò le preghiere del Santo avevano già compiuto il miracolo. Una seconda volta nella estate del 1477. Questa volta l'infermo era proprio Giacomo di Tarsia padre di Galeazzo, sofferente per una forma grave di ascesso al ginocchio, che minacciava gangrena. Dopo aver consultato tutti i medici e i chirurghi di Cosenza, Giacomo con la moglie di D. Giovanna partì per Nicastro, ove si trovava ammalata la marchesa Irrachi. Questa, mandato a chiamare un certo Don Vincello (Vincenzo Vianeo) allora famosissimo chirurgo di Maida, lo pregò di guarire il barone di Belmonte. Ma dopo 17 0 20 giorni di cura, non si ebbe nessun risultato positivo per cui Don Vincello ordinò una certa lozione di vino per far diminuire il fetore della piaga che arrecava molto fastidio al paziente, ma di altro canto non diede all'infermo alcuna speranza di guarigione. Ritornato a Belmonte, D. Giacomo di Tarsia andò a Paola ed ivi si rivolse a S. Francesco. Si era in estate. Per mezzo della preghiera e con l'aiuto di un'erba (Unghia di cavallo o cavallina avente un'energetica azione revulsiva e vescicatoria) e di una polvere, il paziente non avvertì più alcun disturbo, tanto che scese da cavallo e proseguì il cammino a piedi. Questa tale erba e quella polvere furono poi esaminate e attentamente esperimentate dal maestro Paolo della Cava, famoso chirurgo cosentino di quel tempo, ma senza alcun risultato. D. Giacomo di Tarsia era guarito per l'intercessione miracolosa di S. Francesco. Per curiosa combinazione però, Giacomo di Tarsia venne a morte nel finire dello stesso anno 1477.
Il processo per la canonizzazione di S. Francesco si tenne in Cosenza nel 1512 e tra i testimoni figuravano anche un certo Francesco de Marco domestico di Giacomo di Tarsia, e Galeazzo figlio di quest'ultimo. Dalla loro deposizione, avvenuta il 5 luglio 1512, risulta che la guarigione miracolosa di Giacomo di Tarsia era avvenuta 35 anni prima e cioè proprio nel 1477 (Il pascuzzi erroneamente ha creduto che il numero 35 stesse ad indicare l'età del Santo).
In conclusione precisiamo che il sopraddetto miracolo di S. Francesco avvenne nel 1477 e non nel 1450 e che Vincenzo Vianeo visitò e curò il Di tarsia nel 1477 e non nel 1502 come afferma il Pascuzzi.
Per il resto sono d'accordo con il Pascuzzi, Vincenzo Vianeo nacque a Maida ed ivi eserictò la sua nobile professione per tutta la II. metà del secolo XV; a lui successe il nipote Bernardino, che continuò in Maida l'opera dello zio nella I. metà del cinquecento. I figliuoli di Bernardino Pietro e Paolo si trasferirono a Tropea ed ivi nel campo chirurgico e plastico fecero veramente miracoli, tanto da oscurare la stessa fama dei loro antenati. Ecco perchè, nei trattati di Storia della Medicina, Tropea e più ricordata di Maida.
 
 
TROPEAMAGAZINE  -   42^ TORNATA
I FRATELLI VIANEO 
E l'autoplastica italiana
INDICE
Presentazione di Salvatore Libertino  |
 | 'Il tesoro della vita umana' di L. Fioravanti 
|  'Miscellaneorum medicinalium decades denae' di G. B. Cortesi   |
| Baroni e Feudatari nel Napoletano di G. Parisio |
| I Vianeo di Tropea e la Chirurgia dei sec. XV e XVI  di A. Frangipane |
Il Convegno di Tropea di A. Manna  |  Atti del Convegno del 1947
Magia Tropaeensium di M. Mazzitelli  |  Il Convegno di Tropea di G. Pizzuti |
Lettera a G. Toraldo di Francia di M. Mazzitelli |
I Vianeo di Maida e l'invenzione della plastica di A. Parisi
| La Rinoplastica e una gloria tropeana misconosciuta Di G.Toraldo di Francia
 |  Maida patria natale dei Vianeo di F. Pascuzzi  |
In margine all'articolo 'Maida patria natale dei Vianeo' di G. Turchi  | 
 | Ancora sui Vianeo, San Francesco e Maida di A. Parisi  |
 | Sull'arte di accorciare i nasi di D. Tripodi |
| I viaggiatori del Cinquecento e la rinoplastica di L. Monga
La ricostruzione del naso prima del 600 di P. Santoni Rugiu |
Dati biografici dei Vianeo di F. Rombolà  |
I Vianeo e Tagliacozzi di S. Marinozzi  |
Rubare fa bene alla scienza: la rinoplatica nel '500 di M. Rizzardini  |