La Tanaglia e le Lanzette impiegate dai fratelli Vianeo durante gli interventi di chirurgia plastica e poi perfezionate dal Tagliacozzi. Sono state disegnate e riportate nel 'Miscellaneorum medicinalium decades denae' da Giovanni Battista Cortesi che ha visto di persona lo strumentario dei Vianeo nel 1599 durante una visita a Tropea.
Una nota dedicata ai Vianeo a margine di Baroni e Feudatari nel napoletano (Rivista Araldica 1939)
di Giuseppe Parisio
Mayda è celebre negli annali della medicina perchè culla della famiglia VIANEO, come rilevasi da un mio studio; in proposito è bene fare conoscere quanto appresso perchè nella celebrazione dei grandi Calabresi non venissero dimenticati i Vianeo, che pur troppo sono ignorati o poco conosciuti ed il forma confusa dai Professori medici chirurgi Italiani. Mayda culla della famiglia VIANEO diede varie generazioni di chirurghi inventori della plastica facciale, in seguito appellata, metodo Italiano. Nelle migliori delle ipotesi tale scoperta viene attribuita al Taglacozzo Bolognese! Questi ed il Cortese anco di Bologna, ma che per 36 anni esercitò e lesse in Messina, hanno il merito sommo di avere diffuso ed insegnato tale portento, sia col propagarlo, con la stampa, che dimostrarlo ai discepoli con atti operatorii, nel mentre gli altri ne facevano una privativa. Inspirato dal fervore che S. E. il nostro amato Duce, ha inculcate in noi Italiani, a ciò ristabilissimo le fonti delle acquisizioni scientifiche, quantunque in una Rivista non professionale, pure ricordò, gli antichi Siculi Calabro chirurgi Branca e Vianeo. Non medico, ma vissuto in un'epoca in cui regnava fra gli Sport la scherma, ed i Parise e Greco ed altri rendevano onore alla patria nostra; avendone fatta una delle maggiori attitudini, ebbi modo di approfondire le cognizioni sulla plastica facciale, lesioni alle quali un duello spesso esponeva. Mi fa piacere aver letto <<Medicina Italiana ecc.>> del Prof. Ferrannini, dell'Università di Napoli. L'Ill. Prof. a pag. 128 fa un piccolissimo cenno sulla sola plastica facciale del naso, attribuendo al chirurgo Branca di Catania ed ai chirurghi VIANEA e FAIANA Calabresi, che per i primi attuarono la tecnica di servirsi della pella del braccio per rifare il naso. Le direttive di tal metodo furono poi fissate dal Tagliacozzo (1545-1599). A pag. 138 il Prof. Ferrannini poi dice <<Per l'innesto della cute dell'avambraccio sul naso nella protesi rinoplastica si contendono il primato, Branca padre e figlio di Catania, i fratelli VIAMO Calabresi e Gaspero Tagliacozzi (1546-1599) professore a Bologna>>. A pag. 5 nella prefazione il Prof. Ferrannini fa notare a possilibili inesattezze, ed al gradimento di rettifiche, ed ecco perchè mi permetto far cenno delle sopra esposte notizie chiarendole, sicuro di far piacere a tale illustre uomo e buon Italiano, che ci regalò centinaia di notizie su primati nostri da rivendicare nel campo della medicina e della chirurgia. Si omette fare menzione che fu Bernardino Telesio, sommo filosofo, che scoprì il sistema del calorico, e della circolazione del sangue, scoperte indarno plagiate dall'Arvey, o attribuite a padre Serpi. Nella Gazzetta di Messina del 29 luglio 1936, a firma dottor X. (La chirurgia della bellezza), si trascura intieramente far cenno di questo nostro primato, eppure chi scrisse è un valente e neb noto cattedratico, in Messina. Branca Brancas operava fin dal 1442 era di Messina e vi risiedeva; ebbe vari figli chirurghi, ma finse celebre Antonio Pietro. Tale famiglia venne dalla Provenza, dove in seguito il ramo rimasto possedè nob. feudi, fra i quali Lauragnais, Ciresti, Folcachier, Villars. In Francia fu portato tale Casato da un Brancaccio nob. Napolitano. Molti autori ne scrissero, fra i tanti Aliseo Calenzio, il quale asserisce che per rifare le parti perdute dal paziente i Branca di Messina alcune volte adoperavano la carne tolta dal braccio degli schiavi. Ne tratta il Tiraboschi, il Prof. Rambelbi, e il Prof. De Revezis, Storia della Medicina Vol. II, pag. 450 questi dice che i Branca per rifare il naso e le labbra prendevano il lembo del viso. Altri autori coevi ai sopranominati chirurghi sono S. S. Rev.ma Don Pietro di Renzano vescovo di Lucera, ed il Facio; e degli attuali medici quanti sono che li ricordano queste nostre glorie? In quanto poi ai Vianeo si susseguirono per tre generazioni consecutivamente rendendosi celebri. Il primo che si ha menzione è Vincenzo che operava già nel 1460, poi si ricorda un Bernardino figlio al fratello Pietro, un Vincenzo anco figlio di Pietro ed infine trasferitasi la famiglia nella vicina città di Tropea si ha menzione di Antonio figlio di Vincenzo. Questo Antonio è ricordato da tanti cronachisti ed anco da lapidi sepolcrali e nei panegirici Ecclesiastici perchè coadiuvato da un Vincenzo anco Vianeo restaurò tante bellezze deturpate nella battaglia di Lepanto. Così ad Anastasia Mandile eroica capa paranza delle Bagnarese, Le fu rifatto il bel naso greco ed il mento. Era figlia al notaro D. Marcantonio, e a D. Antonia Angela Cesario, di nob. prosapia di Nicotera, un ramo stabilitosi in Bagnara altro in Tropea; e parenti dei Vianeo, ed al nob. Marini di Seminara, armatore della S. Giacomo. Al Dottor D. Alessandro de Ruggero gli fu rifatta la guancia destra. Al Dottor Cesareo, zio ad Anastasio gli fu raccorciato il mento con la carne di un suo servo di Solano, valente lanciatore di fiocina e provetto marinaro che gli salvò la vita a Lepanto. Al giovine Cardonio Pizzarello, la faccia ed il naso gli furono restituiti belli, per il sacrificio voluto da Miriam, giovinetta fatta schiava, che riscattata dai suoi, quando già fattasi Cristiana, rifiutò sposare il Pizzarello perchè di plebea condizione, e si rinchiuse in un nob. monastero di Seminara. Il Cardonio Pizzarello, figura come il primo Priore seppellito nell'oratorio del SS. Rosario di Bagnara Calabria. Quando nel 1584 i RR. padri Domenicani vennero trovarono che la congregazione di spirito era già eretta. Il divulgamento di tali nomi nei panegirici Sacri in tutti i paesi vennero a cessare per disposizione della S. Sede, proprio nell'anno in cui fu emanata la disposizione che i sacerdoti non vestissero abiti di colore e portassero la parrucca, quindi fu nel 1724. In Reggio Calabria, fino al 1783, esisteva in una delle cappelle juspatronali Parisio (la SS. Trinità in Duomo) una bandiera turca presa da D. Gaspero Parisio cnsorte di D. Francesca Pescara in Diano ultima ereditiera di tale illustre Stirpe. I Parisio ed i Ricciulli, si trasferirono dal Cosentino in Reggio nel 1561, seguendo monsignor fra Gaspero Ricciulli del Fosso, nominato Arcivescovo, e loro zio. Subito furono aggregati al patriziato di Reggio, come fra i molti documenti da me posseduti, dalla patente del Vice Re, Duca di Alcalà, chiaramente si dimostra. Il ramo cadetto Parisio stabilitosi in Reggio Cal. per conversione delle tavole nuziali prese per secondo cognome il Diano, facendolo seguire ad infinito e nei secondogeniti anteponendolo. Don Camillo milite aurato, padre a Donna Francesca, era di famiglia de' Cav. di Rodi; fu quello che fece fare il celebre quadro di Maria SS. della Consolazione, in ringraziamento dello scampato contagio della peste, scoppiata a cagione dei bacilli che vi erano nei cassoni del bottino delle navi predate a Lepanto. Un Francoberta, zio materno a D. Francesca alle Curzolodi era capitano della galea, salpata ed armata in Reggio (la S. Maria e S. Giorgio) venne sfregiato dai Turchi e così rimase non assoggettandosi di andare a Tropea. Anco D. Matteo Parisio, fratello a D. Gaspero fu mal concio e così rimase. Ciò dimostra che i Vianeo o Voiani furono dei valenti operatori ma boriosi, e che volevano conservare una privativa della loro virtù o scienza. Nell'opera di D. Prospero Parisio, contemporaneo e corregionale, nessuno accenno, eppure di tanti undici se ne fa ricordo, ciò dimostra che il Parisio non sentì elegiore, e non credè bene criticare. Il barone Camillo Porzio, quantunque ricchissimo se volle guarire dovette recarsi a Tropea, però si vendicò, perchè nel fare minuziosa la descrizione della sua restaurazione del naso, non nomina il chirurgo di Tropea.
Elenco delle opere a stampa più facili ad essere consultate
I. Camillo Porzio, nob. napoletano e barone con vassalli, vissuto dal 1526 al 1603. Lettera del 1561 diretta da Tropea al cardinale Seripando che trovavasi a Trento. Nei manoscritti della Biblioteca Seripantiana. II. Giovambattista Cortese di Bologna, nato 1554, +1636. Professore in Messina, ivi 1599, Miscellaneorum medicinalium decadrs denae. Ne da il merito esclusivo ai Vianeo e critica il Tagliacozzo che nell'opera <<De Curtorum chirurgia per insitionem, se de narium et ourium ecc. Venet. 1597 in fol. fig.>> si dichiara autore e scopritore, ai danni dei veri inventori Vianeo di Tropea. III. Alessandro Benedetti, medico di Legnano, esercitò per lo più in Grecia, nato verso 1450, sul 1490 fu in Venezia, ivi opera omnia immunum collecta, fa l'elogio del metodo ma ne omette la patria ed il nome dei chirurghi. IV. Il Gervasio napoletano ed accademico Pontaniano, ne riporta l'intiera lettera del Porzio, con la descrizione del metodo che il Porzio descrive al Cardinale Scriponto. Codice Scripontiano. Biblioteca Nazionale di Napoli, manoscritti restituiti dall'Austria. V. Padre Angelo Zavarroni. Biblioteca Calabra. Fa cenno dei chirurgi Voiani o Boiani inventori del metodo e ne cita le tre generazioni. VI. Gabriele Barrii Francicani: De antiquitate et situ Calabriae libri quinque cum privilegio Pii V Pont. Max. Romae, apud Iosephum de Angelis 1574. Lib. II. Cap. IX e Cap. XIII. Ne fa la storia. VIII. Fra Girolamo Marafioti, nelle Cronache ed antichità di Calabria. Nato in Polistina verso il 1570. In padova MDCI. Cita i medici Voiani di Tropea Paolo e Pietro e parlando di Mayda ricorda Vincenzo Voiano. E' da osservarsi che il Barrio fu contemporaneo di uno dei chirurgi, ed adopera la grafia di VIANEO, quindi così devesi scrivere, però il Marafioti, pur variando, non fa due dizioni di cognomi, quindi la famiglia fu una. Altri autori citano Boiani - Foiani - Vianeo ecct., come dimostrerò in separato opuscolo, e non in questo luogo, che ne scrivo incidentalmente. IX. Nella Biblioteca della R. Deputazione di Storia Patria di Napoli, con sede in Castelnuovo, vi è un opuscoletto, di Colamaria Fazzari, nob. di Tropea, dove si fa cenno di chirurgi di Tropea opera edita nel 1577; se bene ricordo ne fece anco cenno il Prof. Conforti. E' da sperare, anzi è certezza che il nostro attuale Presidente Prof. E. Pontieri, voglia attuare quanto ebbe a dire nel discorso inaugurale, nella novella sede, presente S.A.R. il Principe Ereditario; e cioè di fare riordinare i manoscritti in massima parte inesplorati. Di sicuro molte altre nostre glorie saranno illustrate, a nostro onore. Nel ringraziare il Prof. Ferrannini di aver fatto cenno di Aulo Giano Parrasio, a pag. 18. amerei che nella ristampa si chiarisse che il fondatore della più antica Accademia Europea come Lui asserisce si facesse conoscere che A. G. P. era il nob. Giovan Paolo Parisio patrizio Cosentino, Cav. Geros. nato in Figline nel 28-12-1470 (+ in Cosenza nel 1524). Figlio al R. Consigliere di S. Chiara, e Via Re di Terra d'Otranto. Tomaso de Parisio è De Nobili, e di Pellegrina Poerio ed Arnone. Consultare poi F. Lo Parco (prof. all'Università di Napoli) già docente a Messina. X. Prof. Francesco Ambrosoli. Manuale della Letteratura Italiana (Quattro Volumi). Vol. II. pag. 415. Camillo Porzio... In una sua lettera dell'anno 1561; <<che avendo egli (non sappiamo per qual ragione) perduto il naso, andò a Tropea nella Calabria Ultra (pag. 416) dove gli fu rimesso (uso le sue parole) tanto simile al primo, che da coloro che nol sapevano difficilmente potrà essere conosciuto. E' ben vero che ci ho patito grandissimi travagli, essendo stato di bisogno che mi si togliesse nel braccio sinistro duplicata carne della persa, dove si è curata ancora per più di un mese, e poi me l'han cucita al naso, col quale mi è convenuto tener attaccato quindici dì il predetto braccio>>. Altri moltissimi documenti vi sono a mia conoscenza. Nel chiudere la nota in verità lunga per comodo dei consoci profani ricordo, che dicesi autoplastica quando è sulla stessa persona, omoplastica quando la carne si sdopera da altro soggetto. Aroplastica quando i pezzetti di epidermide sono presi da animali non bipide implume. Le diverse operazioni diconsi, pel naso rinoplastica, per le orecchie otoplastica, per le labbra cheiloplastica, per le palpebre blefaroplastica e così seguitando. Si fa notare che verso il 1816 il Prof. Graefe di Berlino, al metodo di Celso ed a quello Indiano volle rimettere in uso il metodo Branca Vianeo appellato Italiano, con la modifica che applicò la carne subito, senza aspettare che si cicatrizzasse, per come descrisse il barone Porzio al cardinale Seripanto. I cortesi consoci compatiranno questa lunga nota, che ha lo scopo di ricordare una famiglia Calabrese, per essere commemorata fra le illustre d'Italia nelle benemerenze, in occasione delle disposizioni che impartiranno il nostro amato Duce, ed il nostro invitto Sovrano.