(Guido Mazzitelli) Michele Mazzitelli, figlio del medico Davide, nacque a Parghelia il 6 novembre del 1883. Studente, rimasto orfano del padre, con molti sacrifici continuò la facoltà di medicina all'Università di Napoli, laureandosi nel 1910 con pieni voti, lode e stampa della tesi di laurea svolta sul <<morbo di Erb>>. Per due anni fu assistente del Prof. Pansini, titolare di semeiotica medica nella clinica Cardarelli; poi, richiesto dalla Sanità Pubblica, fu inviato nel 1913 a Tripoli di Libia, per dirigere il lazzaretto improvvisato ad Ammagi, ove venivano ricoverati i colpiti dall'epidemia di peste bubbonica, che si era sviluppata nell'interno del paese. In questo lazzaretto, insieme al Prof. Arcangelo Ilvento, dirigente i servizi ospedalieri, il Mazzitelli si occupò delle ricerche anatomo-patologiche e cliniche, con risultati positivi per la cura della peste, riconfermati in seguito nella stessa epidemia di Hong Kong. Con Ilvento egli scopriva l'esistenza di portatori bacillari senza sintomi clinici nel sistema ghiandolare (portatori sani di bacilli pestosi). In seguito il Mazzitelli, divenuto professore universitario, estese al campo letterario la sua completa conoscenza della peste, rapportandola a quella descritta del Manzoni nei Promessi Sposi, per dimostrare come fossero complete quelle notizie storiche coincidenti con le verità patogenetiche. Ed in particolare il Manzoni con suprema maestria e con assoluta analisi descrisse le manifestazioni cliniche, distribuendo la peste nei suoi personaggi nelle svariate forme ed infliggendola a seconda dei casi, come castigo o mezzo di espiazione. Fu per moltissimi anni Ufficiale Sanitario di Carrara, membro titolare dell'Unione Internazionale per la lotta contro la tubercolosi, socio dell'Accademia Cappellini di S. Miniato, Corrispondente della Deputazione di Storia Patria per le Antiche provincie Modenesi, socio del Rotary Club. Nella sua carica di Ufficiale Sanitario della città del marmo si distinse per aver portato a risoluzione tutti i problemi igienici della città. D'altra parte aveva ottenuto la libera docenza universitaria proprio in <<igiene>, distinguendosi per una serie grandissima di pubblicazioni scientifiche. Pur essendo Carrara la sua città di elezione, egli amava ritornare a Parghelia e a Tropea, ove aveva ancora la casa con i suoi ricordi antichi del vicino amato villaggio. E sempre s'interessò dei suoi problemi, di quelli della Calabria tutta, scrivendo libri, monografie, articoli, come <<La Calabria nell'indirizzo regionalistico. Nota programmatica d'interesse sanitario e culturale>>, <<La Regione, nel giudizio di Salvemini>>, <<La Calabria in Dante>> e tanti altri lavori. Amò Parghelia sopra ogni altra residenza e, tramite la cugina Stella, s'interessava del paese, chiedeva notizie per il pavimento del Santuario di Porto Salvo e si vantava di essere stato iscritto alla Cassa Sussidiaria. In altre pubblicazioni si dedicò a lungo allo studio sulla tubercolosi, per cui fu eletto socio dell'Associazione Internazionale per la lotta antitubercolare presieduta dal Calmette. Da tutto ciò l'apprezzamento di medico-scrittore e le grandi onoranze che il Comune di Carrara ha voluto attribuirgli. Il 5 settembre 1959, per iniziativa della stampa locale furono tributate grandi onoranze cittadine al Prof. Mazzitelli, con la pubblicazione di un volumetto, edito a cura della Tipografia baldelli e Zanelli di Avenza Carrara. Le adesioni a queste onoranze furono enormi in tutta la Lunigiana. Moriva ad Avenza di carrara dieci anni dopo, nel 1969. La sua opera letteraria fu vasta, come quella scientifica: scrisse su Giuseppe Mazzini, sullo scultore Carlo Fontana, sulla chirurgia nella Roma antica, su tante questioni di carattere anche politico. Un libro è particolarmente ricordato: <<Penne contro Sopade>>, composto in un anno, subito dopo l'ultima guerra, e che riflette un momento particolarmente difficile della storia d'Italia. In esso Mazzitelli, affiancandosi al Mazzini, al Manzoni, e illuminato dalla severa spiritualità di Benedetto Croce, pare voglia richiamare gli italiani, ma specialmente i giovani, ad avere ancora fiducia nella bontà del consorzio umano, per il quale <<bene operando, sotto l'imperio di savia fraterne leggi, la dignità dell'uomo si esalta, la libertà non ha catene>>.
La pagina del manoscritto 'Chronologica Collectanea' (1720) di Francesco Sergio, dedicata ai medici che operarono a Tropea.
Lettera a Gilberto Toraldo di Francia
di Michele Mazzitelli (1950)