ODE
DI SILVESTRO RAPONZOLI
(da Tropea)
 

1.
Sì, o Tropea, son tuo pregio, tuo vanto
La tua terra feconda, che ride;
Le tue mura fondate d'Alcide
L'antichissima tua nobiltà;
Nè sia pregio minor per te intanto
A' tuoi Regi la gran fedeltà.
2.
Peregrino smarrito si vede
Nel tuo seno gentil sempre accolto:
Mentre credi ch'è fiero, ch'è stolto
Chi ad un misero nega pietà.
Questo pregio, o Tropea, che in te siede
E' un effetto di tua civiltà.
3
M'è tuo pregio, tuo vanto maggiore
Quest'illustre ed antico Consesso
Da cui saggi ed illustri allo spesso
Vi si videro uscire dal sen
Questo dico, è 'l tuo pregio, il tuo vanto
Che venire non puote mai men.
4.
Io gli antichi, che furo il decoro
Della Patria ripongo da parte,
I cui scritti, le cui dotte carte
Lo straniero puranche ammirò.
Io l'ammiro, e le massime loro
Io scolpite in mio cor sempre avrò.
5.
Io de' Ruffa tralascio la Scienza,
Io non parlo d'Ignazio Barone,
Di un Luigi di Francia, che pone
Ogni cura in seguir la virtù:
Che in Tropea per comune Sentenza
E Accademico, e Prence già fu.
6.
Di te parlo, o mio gran Precettore,
La cui fama sia sempre immortale:
Di te parlo, o mio dotto Pasquale
Che mostrato hai un profondo saper.
Sì, a Galluppi, d'Italia splendore,
Echeggiarsi tue laudi è un dover.
7.
E' un dover della Patria, di quello,
Cui insegnasti i tuoi dotti precetti;
Cui serbasti il tuo amore, i tuoi affetti,
Cui svelavi gli arcani del cor.
Or tu accogli di lui, nell'avello
Questi piccioli pegni di amor.
8.
Egli è vero ch'oscura è la penna
Incapace a formarti un bel serto,
A cantare tue laudi, tuo merto,
A descriver le tue qualità:
A far eco il Tamigi, e la Senna
A far eco ogni ignota Città!
9.
Ma tu accogli il mio amore, il mio affetto
In quell'urna pietosa, onorata,
Cui la gloria immortale fù data
Di raccorre il tuo strale nel sen.
Urna mesta, di duol sol oggetto
Quai fantasmi a produrre mai vien!!
10.
Ah! que' giorni felici rammento
Quando il falso dal ver distinguea,
Quando a fianco a Galluppi apprendea
Meditar sull'umano pensier;
Quand'ognor con sublime talento
M'insegnava dell'Uomo il dover.
11.
Ah! rammento la Cattedra augusta
Ov'Ei sempre con lingua eloquente
Confutava gli error chiaramente
Di Volteir, di Spinoza, e Rousseau.
Sì, sua mente di gloria onusta,
Kante, Locke, Tracy confutò!
12.
Come l'ape, che suole succhiare
Delle piante que' succhi migliori,
Tal Galluppi de' buoni Scrittori
Ciò che vide miglior abbracciò;
Ma il veleno che in loro traspare
Vero saggio da lui allontanò.
13.
Gran filosofo dotto, profondo
Co' suoi scritti per tutto risplende
Presso il Franco, e il Brittanno già rende,
Presso Europa il suo nome immortal!
Già la fama dichiara pel mondo
Che a un Galluppi non evvi l'egual.
14.
M'ahi! quest'astro splendente si oscura!
E subisce dell'uomo la sorte:
De' suoi giorni le stame la Morte
Già recide con falce feral!
Muor Galluppi?...no, echeggia Natura,
Se fu grande sia sempre immortal.
15.
Se immortal fu Aristotil, Platone,
Se di un Socrate echeggia la Storia,
Di Galluppi vivrà la memoria
Finchè l'astro del giorno vivrà,
Tu, o Tropea, datti il vanto a ragione
Che anche chiaro il tuo nome sarà.
16.
Come chiaro anch'è il nome di Atene
E di Menfi, di Roma e Cartago
Di Tropea tal Galluppi, l'immago
Sempre illustre, e immortal renderà.
Sì, o Tropea, Patria mia, le tue arene
A veder lo straniero verrà.
17.
Accademici! datevi il vanto
Se Galluppi quì un luogo occupava
Se Accademico anch'Ei reputava
Questo luogo suo vanto maggior.
Deh sciogliete le lingua a un bel canto
E frà canti sia il canto miglior.
18.
Fate voi che n'echeggi Elicona
Che Galluppi, Galluppi risponda
Ogni lido, ogni spiaggia, ogni sponda,
Ogni luogo lontano, o vicin;
E formando d'allori corona
A Galluppi ponete sul crin.