America Josefa Scarfò (1913 - 2006) e Emile Armand (1872 - 1962)
LETTERA DI AMERICA SCARFO'
A EMILE ARMAND
a cura di Salvatore Libertino
Buenos Aires, 3 dicembre 1928. Per compagno E. Armand.
Caro compagno,
Lo scopo di questa lettera è, prima di tutto, per chiedere il vostro consiglio. Dobbiamo agire, in tutti i momenti della nostra vita, in accordo con il nostro proprio modo di vedere e di pensare, in modo tale che i rimproveri e le critiche di altre persone trovino la nostra individualità protetta dai sani concetti di responsabilità e libertà, che costituiscono un muro solido valido a indebolire i loro attacchi. Per questo motivo dovremmo agire coerentemente con le nostre idee.
Il mio caso, compagno, è di ordine sentimentale. Sono una giovane studentessa che crede nella nuova vita. Credo che, grazie alle nostre azioni liberi, individuali o collettive, possiamo arrivare a un futuro di amore, fraternità e uguaglianza. Desidero per tutti che tutti quello che voglio di me stessa: libertà di agire, di amare, di pensare. Cioè, io voglio anarchia per tutta l'umanità. Credo che per ottenere questo bisogna fare una rivoluzione sociale. Ma sono anche del parere che, al fine di arrivare a questa rivoluzione è necessario liberare noi stessi da tutti i tipi di pregiudizi, convenzionalismi, false morali e codici assurdo. E, in attesa di questa grande rivoluzione, dobbiamo portare avanti questo lavoro in tutte le azioni della nostra esistenza. E infatti, al fine che questa rivoluzione avvenga, non possiamo solo accontentarci di attese ma necessità di agire nella nostra vita quotidiana. Ove possibile, si dovrebbe agire da anarchico, cioè da essere umano.
In amore, per esempio, non potremo aspettare la rivoluzione, noi ci uniamo liberamente, prestando nessun riguardo per i pregiudizi, le barriere e le menzogne infinite che ci si oppongono come ostacoli. Sono conosciuto un uomo, un compagno di idee. Secondo le leggi della borghesia è sposato. Egli si è unito con una donna a seguito di una circostanza infantile, senza amore. A quel tempo non conosceva le nostre idee. Tuttavia, egli ha vissuto per un certo numero di anni con questa donna, che gli dato dei figli. Lui non ha vissuto la soddisfazione di stare con una persona cara. La vita è diventata noiosa, l'unica cosa che univa questi due esseri sono stati i bambini. Ancora adolescente, quest'uomo è venuto a conoscere le nostre idee, e una nuova consapevolezza è nata in lui. Si è trasformato in un militante coraggioso. Egli si dedicò alla propaganda con ardore e intelligenza. Tutto l'amore che egli non aveva diretto ad una persona l’offrì invece a un ideale. In casa, intanto, la vita continua con la sua monotonia alleviato soltanto dalla felicità dei loro figli piccoli. E' successo che le circostanze ci hanno portato insieme, in un primo momento come compagni di idee. Abbiamo parlato, abbiamo simpatizzato una con l'altro, e abbiamo imparato a conoscerci. Così è nato il nostro amore. Abbiamo creduto, all'inizio, che sarebbe stato impossibile. Lui, che aveva amato solo nei sogni, e io, facendo il mio ingresso nella vita. Ognuno di noi ha continuato a vivere tra il dubbio e l'amore. Il destino - o, meglio, l'amore - ha fatto il resto. Abbiamo aperto il nostro cuore e il nostro amore e la nostra felicità hanno cominciato ad intonare il loro canto, anche nel bel mezzo della lotta, l'ideale, che di fatto ci ha dato un impulso ancora maggiore. E i nostri occhi, le labbra, i nostri cuori si sono espressi nella magica evocazione del primo bacio. Stiamo portando nella realtà un amore idealizzato: un amore libero, che non conosce barriere, né ostacoli. Con la forza creativa che trasporta due esseri in un campo fiorito, tappezzato di rose - e talvolta spine - ma dove troviamo sempre la felicità.
Non è forse vero che l'intero universo viene convertito in un Eden in cui due esseri si amano?
Anche sua moglie - nonostante la sua conoscenza relativa - simpatizza con le nostre idee. In diverse circostanze ha dato prova del suo disprezzo per l'ordine borghese come la polizia che ha cominciato a perseguire il mio amico. Fu così che la moglie del mio compagno ed io siamo diventati amici. Lei è pienamente consapevole di ciò che l'uomo che ha vissuto al suo fianco rappresenta per me. Il sentimento di affetto fraterno gli ha permesso di confidarsi con lei. E lui ha dato la sua libertà di agire come desiderava, alla maniera della coscienza di un anarchico. Fino a questo momento, a dire il vero, abbiamo vissuto davvero come in un romanzo. Il nostro amore è diventato ogni giorno più intenso. Non possiamo vivere ogni cosa in comune, data la situazione politica del mio amico, e il fatto che non ho ancora terminato i miei studi. Ci incontriamo, quando possiamo, in luoghi diversi. Il miglior modo per sublimare l'amore, non sono forse le distanze dalle preoccupazioni della vita domestica? Anche se sono sicura che è vero amore, la cosa più bella è quella di vivere insieme.
Questo è ciò che volevo spiegare. Alcune persone qui si sono trasformati in giudici. Non sono persone comuni ma in realtà sono compagni di idee che si considerano esenti da pregiudizi, ma che, in fondo, sono intolleranti. Una di queste dice che il nostro amore è una follia, un altro segnala che la moglie del mio amico ha il ruolo di "martire", nonostante il fatto che lei è a conoscenza di tutto ciò che ci riguarda, è il dominatore della sua persona, e gode la sua libertà. Un’altra ancora solleva ridicolmente il problema economico. Sono indipendente, proprio come è il mio amico. Con ogni probabilità creerà per me una situazione economica personale che mi libera da ogni preoccupazione.
Inoltre, la questione dei bambini. Che cosa i bambini hanno a che fare con i sentimenti dei nostri cuori? Come può amare un uomo che ha figli ? E' come dire che un padre di famiglia non possa lavorare per l'idea, fare propaganda, ecc. Che cosa fa credere loro che quegli esseri piccoli saranno dimenticati, perché il loro padre mi ama? Se il padre dovesse dimenticare i suoi figli avrebbe meritano il mio disprezzo e non esisterebbe più amore tra di noi.
Qui, a Buenos Aires, alcuni compagni hanno un'idea davvero esigua di libero amore. Si immaginano che essa consiste solo nel convivere senza essere sposati legalmente e, nel frattempo, nelle loro case portano a praticare tutte le sciocchezze e i pregiudizi della gente ignorante. Questo tipo di unione ignorata dall'ufficiale di stato civile e dal prete esiste anche nella società borghese. È che amore libero è?
Infine, criticare la nostra differenza di età. Proprio perché ho 16 anni e il mio amico 26. Alcuni mi accusano di esecuzione di un esercizio commerciale, altri mi qualificano come inconsapevole. Ah questi pontefici dell'anarchia! Fare interferire la questione dell'età con l'amore! Come se il fatto che un cervello non possa essere sufficiente ad una persona di essere responsabile delle proprie azioni! D'altra parte, è un mio problema, e se la differenza di età non significa niente per me, perché dovrebbe essere importante per qualcun altro? Ciò che nutro è l'amore con la giovinezza dello spirito, che è eterno.
Ci sono anche coloro che ci trattano come degenerati o persone malate e altre etichette di questo tipo. A tutti questi io dico: perché? Poiché viviamo la vita nel suo vero senso, perché riconosciamo un culto senza amore? Perché, proprio come gli uccelli che portano gioia durante le passeggiate nei giardini, che amiamo senza prestare alcuna attenzione ai codici morali o falsi? Perché siamo fedeli alle nostre idee? Io disprezzo tutti coloro che non riescono a capire che cosa è sapere il modo di amare.
Il vero amore è puro. È il sole i cui raggi si estendono a coloro che non possono salire verso le altezze. La vita è qualcosa che dobbiamo vivere liberamente. Noi accordiamo alla bellezza, ai piaceri dello spirito, l’amore, il culto che meritano.
Questo è tutto compagno. Mi piacerebbe avere il vostro parere sul mio caso. So bene cosa sto facendo e non ho bisogno di essere approvata o applaudita. Solo che, avendo letto molti dei tuoi articoli e concordato con i diversi punti di vista, mi farebbe contenta di conoscere la vostra opinione.
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America Scarfo aveva 16 anni quando ha scritto questa lettera, l'amore di cui fa riferimento non è altro che quello di Severino Di Giovanni. La lettera è stata pubblicata sulla rivista anarchica diretta da Emile Armand "l'en dehors" del 20 gennaio, 1929 sotto il titolo "Un' esperienza”, insieme alla risposta di E. Armand:
"Compagna: La mia opinione conta poco in questa materia sulle questioni che mi hai sottoposto. Sei o non sei intimamente in accordo con la tua personale concezione della vita anarchica? Se sì, allora ignora i commenti e gli insulti degli altri e continua seguendo il proprio percorso. Nessuno ha il diritto di giudicare il tuo modo di comportarti, anche nel caso che la moglie del tuo amico sia ostile a queste relazioni. Ogni donna che si unisce a un anarchico (o viceversa), conosce molto bene che lei non dovrebbe esercitare su di lui, o accettare da lui, qualsiasi tipo di dominio. "
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Émile Armand
La rivista anarchica "l'en dehors" diretta da Émile Armand
Émile Armand (vero nome Ernest L. Luin) nacque a Parigi il 26 marzo 1872. Si avvicinò alle idee anarchiche solo verso i 25 anni, ma da quel momento iniziò un'opera infaticabile di pubblicista e propagandista. Nel 1901 dette vita alla sua prima rivista, «L'Ere Nouvelle» ("L'Era nuova"), che fu pubblicata fino al 1911, seguita da numerosissime altre pubblicazioni dai titoli significativi: «Les Rèfractaires» ("I Refrattari"), «Hors du Troupeau» ("Fuori dal Branco", dal 1911), «l'en dehors» ("l'al di fuori"), «Par delà la mêlée» ("Al di là della mischia", dal 1916), oltre ad un numero considerevole di opuscoli e alle due sue opere più importanti: L'initiation individualiste anarchiste ("L'iniziazione individualista anarchica", pubblicata nel 1923) e La révolution sexuelle et la camaraderie amoureuse ("La rivoluzione sessuale e il cameratismo amoroso", pubblicata 1934). Fu anche tra i più importanti collaboratori della stesura dell’ Encyclopédie Anarchiste di Sébastien Faure. L'attività anarchica, pacifista e antimilitarista di Armand gli costò la repressione e la condanna al carcere. Arrestato il 6 agosto 1907, fu condannato il 9 maggio 1908 a cinque anni di prigione per complicità nell’emissione di moneta falsa. Fu arrestato una seconda volta il 6 ottobre 1917 e condannato il 5 gennaio 1918 ad altri cinque anni di prigione per complicità in diserzione (fu liberato nell’aprile del 1922). Il 27 gennaio 1940 ricevette una condanna per incitazione all'insubordinazione e il 16 aprile seguente internato in diversi campi di prigionia fino al settembre 1914. L'azione militante di Armand si orientò verso le milieux libres (colonie anarchiche) dove veniva praticato l’amore libero, il naturismo e il cameratismo amoroso quali pratiche di vita libertaria. L'ultima produzione della sua lunghissima militanza (il periodico «L'Unique») è del 1945 e continuò fino al termine degli "anni '50", cioè poco prima della sua morte, avvenuta nel 1962, all'età di 90 anni. Émile Armand è uno degli esponenti principali dell'individualismo anarchico europeo. Le sue concezioni non vanno confuse né con quelle dei sostenitori del "gesto esemplare", né con quelle dei c.d. antiorganizzatori. L'individualismo di Armand può invece esere considerato come una completa "filosofia di vita": «l'anarchico è quell'individuo che esprime un'insofferenza esistenziale contro ogni forma di autorità, che lotta contro il potere prima di tutto perché esso lo opprime direttamente». Il singolo soggetto è l'alfa e l'omega di ogni riferimento giustificativo della prassi, la vera e l'unica certezza che dà valore agli scopi della lotta. La rivoluzione di Armand è una globale «rivoluzione di coscienza», un salto di qualità esistenziale, un modo radicalmente autentico di rapportarsi al mondo fisico e sociale. Coinvolgendo integralmente l'individuo, essa non ammette "scissioni" tra privato e pubblico, ma non nel senso marxiano di identificazione del singolo con la "società". Al contrario, è sempre e soltanto l'individuo a decidere e volere la propria coerenza tra privato e pubblico, senza mai renderne conto a nessuno. Il che non equivale a postulare un individualismo miope ed egoista, con ciascun uomo racchiuso nella corazza del "suo particulare". Significa piuttosto adombrare una concezione "pluralistica" dell'esistenza, vista come possibilità di realizzare un vissuto non monocorde ma ampiamente differenziato. L'idea di libertà, per Armand, è strettamente intrecciata con quella di felicità, col diritto di ogni persona ad attuarsi completamente. Per Armand l’amore deve essere esercitato liberamente, senza alcuna restrizione di tipo morale, in un contesto di cameratismo amoroso definito come «libero contratto (rescindibile con preavviso o non, dopo accordo preliminare)» concluso tra individui di sesso differente, il cui scopo è «d’assicurare i contraenti da certi rischi delle esperienze amorose quali il rifiuto, la fine dell’amore, la gelosia, il capriccio, l’indifferenza ecc.». In questo modo l’amoralismo sessuale, secondo Armand, distrugge gli “elementi cardine” della schiavitù: il vizio, la virtù, la purezza, la castità, la fedeltà ecc. Questi elementi non fanno altro che giustificare l’esistenza dello Stato e della Chiesa nel loro ruolo di guardiani dell’ordine e della moralità, e come tali vanno distrutti.
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