Incisione
del 1736 di B. de Grado della
Vera
Effigie della Madonna di Romania (Collezione Privata).
ODI
E INNI
che
si cantano durante la liturgia della
S.
Novena della Madonna di Romania,
scritti
dal
Padre Redentorista Luigi Errico,
morto
nell’agosto del 1884
INNO
O cara
Vergine
Di Romania,
Sospiro e palpito
Dell’alma mia,
Quando il dolcissimo
Tuo nome ascolto,
Quando nell’estasi
Miro il tuo volto,
Provo ineffabile
Gioia e diletto
Sento che balzami
Il cor nel petto ;
Onde nell’impeto
Dell’allegria,
Esclamo : Oh Vergine
Di Romania !
Dagli anni teneri
Della mia vita,
La tua memoria
Portai scolpita ;
Chè dall’infanzia
Mi fu narrato
Il gran prodigio
Da te operato :
Allor che profuga
Nelle nostre acque,
Più giorni immobile
Restar ti piacque.
Scacciata ed esule
Da Romania
Volesti a patria
La patria mia.
Son tanti secoli
Che sei fra noi,
Qual madre tenera
Tra i figli suoi ;
E con sollecita
Materna cura,
Ci festi liberi
D’ogni sventura.
Nei giorni orribili
Di peste o guerra
Quando con fremito
Tremò la terra.
In te, o gran Vergine
Di Romania,
Trovò rifugio
La patria mia.
Tu fosti ai miseri
Guida e conforto-,
Tu fosti ai naufraghi
Sicuro porto.
Tu madre agli orfani,
Tu all’infelice
Fosti perpetua
Consolatrice.
E questo popolo
Da te protetto,
Serbò nell’animo
Costante affetto
Per te, dolcissima
Madre Maria,
Madre Santissima
Di Romania.
Chiedesti ascendere
Sul primo Altar
Quasi per essere
Pronta a vegliare.
Sopra i tuoi sudditi,
Sopra i tuoi figli
Sempre a difenderli
Nei lor perigli.
E i figli assidui
Da mane a sera,
T’innalzan cantici
Voti e preghiera ;
E nella prospera
Sorte o la ria,
Chiaman te, Vergine
Di Romania.
Deh ! se ti adorano
Incoronata,
Sopra uno splendido
Trono locata :
Se ti festeggiano
Con tanto amore ;
Se formi il gaudio
Del loro cuore,
Fa che si trovino
Nel Cielo un giorno
Raccolti, o Vergine,
A te d’intorno,
E che degli Angeli
Nell’armonia,
Lodin te, Vergine
Di Romania .
I N N O
Salve, Vergine divina,
Salve, fonte di pietà,
Nostra augusta e gran Regina,
Nostra gloria e sicurtà.
Ogni nome tuo, Maria,
Desta in noi speranza e
amor ;
Ma con quel di Romania
Tu rapisci il nostro cor.
Sempre cara, sempre bella,
Sempre amabile sei tu,
Salutata come stella,
Come specchio di virtù.
Come Madre, Figlia e Sposa
Dell’eterno tuo Fattor,
Come giglio, come rosa,
Come fulgido candor.
Come pura e immacolata
Dall’istante tuo primier,
Come Madre Addolorata,
Come eccelsa nel poter
;
Ma contiene ogni armonia
Ogni incanto e voluttà
La parola Romania,
Onde questa tua città.
Ti saluta e ognor ti appella
Con un palpito d’amor :
Con tal nome sei più
bella,
Sei più cara al
nostro cor.
Questo titolo, o divina,
Ci rammenta come tu
Qui venisti peregrina
Con in braccio il tuo Gesù
:
Discacciata, al nostro lido
Tu volesti riparar.
Del prodigio sparso il
grido,
Ch’eri tu nel nostro mar,
Tutti corsero festanti
A prostrarsi innanzi a
te ;
Tutti sciolser lieti canti
Dell’amor e della fè.
Se venisti peregrina
Fu il tuo ingresso trionfal.
Fosti accolta da regina
Con un plauso universal.
Da quel giorno da padrona
Tu comandi alla città
A te sacra ogni persona
A te serba fedeltà.
O nostra ospite sovrana,
Nosto vanto e nostro amor,
La tua gente tropeana
T’ebbe sempre in mezzo
al cor.
Nei bisogni e nei cimenti
In te sempre confidò
:
E la serie dei portenti
Sovra d’essi non mancò.
Sempre pronta rispondesti
All’accento del dolor,
Tu le lagrime tergesti,
Cara Madre del Signor.
Se tremò la scossa
terra
Con orribile fragor,
Se la peste, se la guerra
Portò ovunque lo
squallor
Questa tua città
diletta
Fu salvata in ogni età,
Fu difesa, fu protetta
In qualunque avversità.
Tu vegliasti notte e giorno
I tuoi figki a custodir,
Li volesti a te d’intorno,
Li volesti prevenir.
Quando orribile tremuoto
Era prossimo a coppiar,
E da un angolo remoto
Tu passasti al primo altar.
Da quel dì la patria
istoria
Si compendia tutta in te
Nel narrare la tua gloria
I trionfi della Fè.
Il tuo culto ogni momento
Presso noi vigoreggiò,
Né il tuo popolo
fu contento,
Se non quando ti mirò.
D’aureo serto incoronata,
Ben dovuto al tuo valor,
Sovra un trono collocata
Rifulgente di splendor.
Maria di Romania,
Deh ! ci ottieni per pietà
D’esser teco in compagnia
Per l’immensa eternità
!
O D E
Tutte le genti invocano
Il nome tuo, Maria,
Ma solo a noi col titolo
Dolce di Romania
Chiamarti fu concesso
Pel tuo volere espresso
Pel singolar favor.
Non interrotta serie
Di grazie e di portenti
In questo nome acchiudesi
Negata ad altre genti :
Oh ! questo caro nome
A noi ricorda il come,
A noi venisti un dì
!
Da spiagge remotissime
Sui flutti un di volasti.
E il corso velocissimo,
Qui giunta, soffermasti
Con questo gran portento
Nel tuo materno accento
Dicesti : Io qui starò
;
E benchè a tutti
estendesi
Il mio poter sovrano,
Il voglio per mio popolo
Il popol tropeano,
E in mezzo ad essi un trono
Di grazie e di perdono
Mi piace d’innalzar.
Da questo trono, o Vergine
Tu imperi da Regina,
Né per mutar di
secoli
Il tuo poter declina.
Anzi di giorno in giorno
Su fa più bello
e adorno,
Più ricco di splendor.
Se dopo tanti secoli
Aurea corona in fronte
Alfin ti splende, è
indizio
Che sei di grazie fonte
:
Questa corona è
segno
Che mite fa il tuo regno
:
Fu il regno dell’amor.
Tu con pensiero assiduo,
Tu con materna cura
Tenesti dal tuo popolo
Lontana ogni sventura :
Questa città diletta
Sempre da te protetta
Fu salva in ogni età.
Quando la terra calabra
Scossa dai fondamenti
Vide ridotte un cumulo
Di miseri frammenti
Città, borgate e
ville ;
E quando a mille a mille
I figli suoi perir ;
Solo la nostra patria
Dal braccio tuo difesa,
Nella fatal catastrofe
Salda rimase e illesa ;
E mentre ovunque è
pianto,
La citta nostra il canto
Di grazie innalza a te.
Di tal favore memore
Il popolo tuo, Maria,
Oggi al compir del secolo
Con pompa ed allegria
Inusitata e nuova
All’ara tua rinnova
La sua giurata fè,
E tu prosegui a spandere
Sempre in più larga
vena
Sul popol tuo le grazie,
Madre di grazie piena,
Madre di Romania ;
Oh questo nome fia
Pegno d’eterno amor !
STROFETTE DA CANTARSI
tra un colloquio e l’altro
della novena
della Madonna di Romania
1
Tutte le genti invocano
Il nome tuo, Maria
Ma solo a noi col titolo
Dolce di Romania
Chiamarti fu concesso
Per tuo volere espresso
Per singolar favor.
Se dopo tanti secoli
Aurea corona in fronte
Alfin ti splende, è
indizio
Che sei di grazie fonte
:
Questa corona è
segno
Che mite fu il tuo regno
:
Fu il regno dell’amor.
2
Da Romania venisti
Madre cara, in mezzo a
noi,
Obliar ah tu non puoi
I miei mali, il mio dolor
!
Tu mia speme, mio conforto,
Nella vita e nel morir.
3
Maria nostra speranza,
Deh ! ci assisti e pensa
a noi
Deh ! proteggi i figli
tuoi
Col favor di tua possanza.
Cara Madre e gran Regina,
Volgi a noi gli occhi pietosi,
Senza Te siam timorosi,
Con Te pieni di fidanza
Maria, nostra speranza.
4
E Tu prosegui a spandere,
Sempre in più larga
vena,
Sul popol tuo le grazie.
Madre di grazie piena,
Madre di Romania :
Oh questo nome fia
Pegno di eterno amor.
5
(Si ripete la seconda)
6
Maria, speranza nostra,
Ci difendi, ci avvalora,
Da Gesù tuo figlio
implora,
Per noi miseri mercè.
Benedici le famiglie,
Serba intatto il nostro
cuore,
Fa che vittima d’amore
Arda sempre sol per Te.
7
Prega per noi, o Madre benedetta,
Di grazia adorna e piena
di virtù,
Serbaci buoni, fra le donne
eletta.
Che Madre nostra, Vergine
sei Tu.
8
Quanto sei bella, sovra
il tuo viso
Un aure aleggia di Paradiso
:
Il nome tuo è un’armonia,
dolce Maria.
9
Orsù dunque, avvocata
possente,
Deh ! ne volgi i tuoi sguardi
d’amor
Benedetta, pietosa, clemente,
Poni fine a sì lungo
dolor.
E varcato quest’orrido esiglio,
Donde il pianto dei mesti
Ti sale
Deh ! ne mostra del caro
tuo Figlio
Il celeste sembiante immortale.