di Antonio Maria Barone
Senza voler indagare chi sia stato il pittore del quadro che possiede Tropea; ella però è cosa certa, che esso della dimensione di palmi 4 per 3 2/12 su di tavola incorruttibile si ha tutta la somiglianza con quello, che si venera nell'insigne tempio di Monte Vergine, il quale fu indubitabilmente mandato in Eudossia di Gerusalemme a S. Pulcheria, e poscia da Caterina II di Valois, cui pervenne da Barduino II, che lo portò nel secolo XIII da Costantinopoli, fu regalato a quel celebre Santuario. I volti delle due effigie portano entrambi i lineamenti, che Niceforo Callisto assegna al volto della Immacolata Madre di Dio; lineamenti, che ai detti del Baronio, egli rilevò da una vera immagine dipinta, lei vivente. Il quadro poi da sè medesimo manifesta che si appartiene al genio ed allo stile che in quel tempo informava in Oriente l'arte bella della pittura. E' questo il giudizio di quanti valenti pittori l'hanno osservato. L'effetto che produce in chiunque lo guarda lo predica per ispirazione divina. Ti presenta la madre di Dio e degli uomini a mezzo busto, che circondata da angioli, piega il collo sul suo sinistro lato; abbraccia il suo dilettissimo figliuolo colla manca sulle spalluzze, e colla diritta sui piccoli ginocchi. Il Bambino, diritto della personcina, adagiando la sua guancia sulla guancia della Madre, inverso di lei cogli occhi dirizza le manicelle; colla testa avviticchiandosi al collo e colla sinistra facendole carezze. Il figlio guardando la madre par proprio che muova i labruzzi e dica << Io in te mi compiaccio >>. La madre gittando gli occhi del Figlio li dirige su tutti, che da qualunque lato la guardano ( è questo un effetto sublime, tutto proprio di questa sacratissima immagine ) modestamente sembra che di rimando profferisca: Io ti venero, o mio Dio, ed in uno mio figliuolo; e Voi, figliuoli, chiedetemi ciò di che abbisognate; non temete: sono io la madre vostra.