Dal << brigantino >> ancorato al centro del porto si avanza a larghe remate
una barca con la Missione inviata (come undici secoli or sono ) dal capitano.
Giunta alla riva ne discende un marinaio e dice al Vescovo che:
Iri avanti non potia,
No' p'u carricu ch'havia
Ma picchì 'na forza ignota
Le tenia jà 'nchiovata.

LA RIEVOCAZIONE
DELL'ARRIVO A TROPEA
DELLA SACRA EFFIGIE
DELLA MADONNA DI ROMANIA

di Francesco Mottola
(settembre 1938)


La sera del 3 Tropea s'è addormentata con l'ansia di riveder subito l'alba e scrivere così negli annali Mariani del Bruzio una grande pagina alluminata, più preziosa di quelle che nella grande Badia Calabra scrissero i monaci di Cassiodoro.
La città è conscia che tutto deve a questa Vergine Bruna, <<che Ella è la sua gloria più fulgida, la sua fortezza e la sua fonte di grazia >> e perciò non vuole, nè può lasciare trascorrere questa giornata rievocativa senza parteciparvi con tutto l'essere.
Anche la natura fa coro alle sentite vibrazioni di filiale amore degli uomini per la Vergine Santa; cielo sereno, tramonti di fuoco, prematuro colorir d'aranci dicono in loro favella la preghiera alla Madonna; il mare che fino a poco fa aveva ruggito, s'è calmato. La breve onda frangendosi sulla sabbia di questo litorale sembra canti alla Vergine venuta dall'Oriente una dolce melopea e che il canto vibri di due sole parole: Ave Maria.
E stanotte nella calma dell'ora quest'onda marina ci porta l'eco del canto di tutte le genti Bruzie che la Madonna invocano sotto i titoli del Pilerio, della Catena, Portosalvo, Poro, Aspromonte, Acheropita, Stella, Cattolica, Capocolonna, Schiavonea, Praia, canto che in questi giorni sale al Cielo come un'invocazione: << Ave Maria... >>.
La melopea ci culla. Gli occhi vorrebbero chiudersi; ma lo spirito fa superare la stanchezza. Stanotte è nottata di veglia. Non si dorme.
Si prega!....

*  *  *

La città s'è svegliata. Il popolo di Tropea non ha voluto perdere un solo attimo di questa giornata di luce. Le vie e le piazze brulicano di fedeli venuti d'ogni parte della Diocesi. Alle 0630, dalle lontane terre che conobbero gli ardori apostolici di Angelo d'Acri e le fiamme di carità ardenti di Francesco di Paola; dalle terre che conobbero i mistici colloqui e i rapimenti estatici di Nicola da Longobardi, da quella che sentì il canto di Gioacchino da Fiore e dei suoi monaci è giunto un imponente pellegrinaggio che al canto di inni mariani si è diretto in Cattedrale, ove il Vescovo ha celebrato il divin Sacrifizio ed in ultimo ha parlato, come lui sa parlare, ai pellegrini.
E' stato un colloquio affettuoso tra il padre e i figli che si ritrovavano nella casa comune, sotto la materna protezione di Maria. Questo riuscito pellegrinaggio di amore alla Vergine di Romania ha dato il << là >> alle manifestazioni ufficiali della giornata.
Abbiamo sempre temuto di esagerare nella descrizione degli avvenimenti che si sono svolti sotto i nostri occhi; questa volta, invece, siamo sicuri di non dare che una pallida idea di quello che abbiamo veduto stamane.

*  *  *

Tropea si è svegliata - abbiamo detto - all'alba; ma alla Marina non si è dormito. I nostri marinai hanno voluto parare a festa tutte le loro imbarcazioni affinchè alla Madonna fosse fatta festa grande anche in quel che possono sembrare manifestazioni prettamente esteriori, ma che per chi ha conoscenza dell'animo del popolo, per chi sa scrutare i sentimenti che lo animano, non possono non essere apprezzate che come espressioni possenti dell'interno sentire.


Nel corteo spicca una nota di colore: sono le signore e signorine dell'aristocrazia tropeana
che hanno indossato i ricchi tradizionali costumi di Tropea: << guarnacce >>, << pettini >>
vesti e ritorti e vestiti nuziali e << chiazzaroli >> d'oro tempestati di gemme e collane  di perle
e decorazioni di metalli e di pietre rare.

All'ingresso della vecchia strada - quella per cui passerà la Madonna, che più tardi giungerà dal mare - v'è un grande arco di trionfo che è costato la paziente fatica di una schiera di donne e di marinai. Ovunque, poi, coperte seriche ricoprono intiere facciate e davanzali, decorazioni floreali, bandiere, pennoni: è un tripudio di colori. Ognuno a suo modo - e nel migliore dei modi - ha voluto onorare il passaggio della Vergine che ricalca come 11 secoli or sono, le strade della << sua >> Tropea.
Dalla povera donna del << basso >>, che ha esposto soltanto una candida coperta tessuta nei rustici telai, alla patrizia casa dei Toraldo, che ha adornato i suoi balconi con i serici tessuti, tramandati come cose preziose da padre in figlio, tutti hanno gareggiato per rendere trionfale questo preludio al Congresso Mariano Bruzio.
Sovrastante la Marina, la città, a picco sul mare, presenta uno spettacolo incomparabile: è un immenso gran pavese innalzantesi dal mare e specchiantesi in esso. In questa cornice esteriore, nella grande piazza, s'è cominciata ad adunare la folla che verso le 9 era tanta da non poterla più contenere.
Alle 9 giunge S. E. Mons. Cribellati che accompagna l'Eccellentissimo Arcivescovo di Catanzaro, Monsignor Fiorentini. Il popolo improvvisa ai due Presuli una calda manifestazione di affetto. Quando il corteo religioso, preceduto dalla banda cittadina e da quella degli orfanelli di Reggio, si muove, la testa è già alla Marina, ove altre migliaia di fedeli attendono il grande momento. Con i Vescovi sono il Podestà, il Segretario Politico e le altre Autorità civili e militari, che hanno dato e daranno per queste manifestazioni mariane tutto il loro valido contributo. Nel corteo spicca una nota di colore: sono le signore e signorine dell'aristocrazia tropeana che hanno indossato i ricchi tradizionali costumi di Tropea: << guarnacce >>, << pettini >> vesti e ritorti e vestiti nuziali e << chiazzaroli >> d'oro tempestati di gemme e collane  di perle e decorazioni di metalli e di pietre rare. Quanto di più bello e di più prezioso stava esposto nelle case patrizie è stato messo fuori per rendere omaggio alla Vergine.


Le due spianate del molo sono come due immense tribune stipate di folla
e la Marina è una immensa platea brulicante.

Fantasia di pittore non avrebbe trovato modelli più fantasiosi di questi vestiti di trapunto d'oro, di serici tessuti, di velluti damascati i cui colori dominanti (rosso, giallo, cremisi, oro, verde) formano una fantasmagorica policromia impressionante.
Cento i colori, cento le fogge dei vestiti, ma uno solo il palpito del cuore, uno solo l'anelito: Maria !

*  *  *

Noi giornalisti abbiamo - ed in circostanze, forse le meno opportune - usato ed abusato di superlativi, per cui non sappiamo davvero che cosa scrivere per dire dello spettacolo imponente della folla che gremisce la ampia Marina tropeana: diciamo solo, senza tema di essere smentiti, che è presente tutta Tropea, e con Tropea migliaia di altri fedeli accorsi da paesi vicini e dalla Diocesi Inferiore per assistere a questa rievocazione dell'arrivo a Tropea della Effigie della Madonna di Romania, << nostra salvezza. Arca di vita, aiuto presente nelle cose avverse, Stella propizia nel tumultuoso mare, Nome che apporta a noi tanto bene >>.
Le due spianate del molo sono come due immense tribune stipate di folla e la Marina è una immensa platea brulicante. Ci facciamo largo, a stento, sulla spianata superiore del molo: dalle << formicole >> giunge un << brigantino >>, armato a vele quadre, carico del prezioso tesoro. Gli sciamano attorno cento altre imbarcazioni parate a festa. Quando entra in porto è salutato dallo sparo dei mortai e da un grido immenso, potente del popolo: << Ave Maria >>.
Dal << brigantino >> ancorato al centro del porto si avanza a larghe remate una barca con la Missione inviata (come undici secoli or sono ) dal capitano. Giunta alla riva ne discende un marinaio e dice al Vescovo che:

Iri avanti non potia,
No' p'u carricu c'havia
Ma picchì 'na forza ignota
La tenia jà 'nchiovata,

e confessa che

A bordu avia ammucciatu
Una 'immagini 'i Maria.

Il Vescovo abbraccia e dà il bacio di pace al fedele marinaio, che impersona quei marinai tropeani che al tempo della persecuzione iconoclasta portarono a Tropea il sacro dipinto, ed ordina che la Madonna venga portata a riva. La folla sente tutta la grandezza di quest'ora rievocativa del più fausto evento della sua storia e perciò è composta e grave; ma fra pochi momenti questa stessa folla si divincolerà dalla gravezza che ora pesa su di essa e ritroverà la forza per gridare alla Vergine che ritorna il saluto del cuore.
Sono momenti di attesa spasmodica che sembrano ore. La barca col sacro deposito ritorna; un brivido scorre per la folla che vorrebbe scavalcare (ed una porzione vi riesce) autorità e cordoni di militi, per essere essa - l'anonima, l'umile a dire per prima: << Bona venuta >> a Maria che fu l'Umile.
L'entusiasmo esplode con un fragore d'uragano. Mille e mille braccia si protendono verso la Madonna che torna. Le mamme sollevano in alto i loro pargoli e li offrono a Lei e li mettono sotto la Sua protezione: è una scena apocalittica che non tentiamo di descrivere.
Certi stati d'animo, siano essi di gioia o di dolore, della folla non possono, se non a scapito della realtà, essere descritti.
All'entusiasmo succede un momento di pausa: tutti gli occhi sono umidi di pianto. Si vorrebbe gridare ma non si può perchè la commozione ha vinto tutti i cuori e un nodo serra la gola. Solo quando il Vescovo riceve l'Effige della Vergine di Romania e la bacia, e con le proprie mani la porta all'Altare, ove più tardi verrà celebrata la S. Messa, si rinnovano gli applausi, gli evviva, lo sventolio della bandiera, l'agitare dei fazzoletti.
L'esultanza è in tutti i cuori, il tripudio è altissimo e il segno di tanta fede, visibile in ogni volto, si diffonde purissimo e profondo.
Ora S. E. Mons. Fiorentini, di fronte al Tirreno sonante, dà inizio alla S. Messa, alla quale il popolo assiste devoto, accompagnando il sacrificio con canti liturgici.
Dopo la Messa, S. E. Mons. Felice Cribellati, sul cui volto brilla l'intima gioia per questa riuscita manifestazione di fede che Lui ha voluto ed ha preparato, parla al suo popolo con accento da cui traspare l'animo suo amante della Madonna. Subito dopo, per la via vecchia - quella che per prima conobbe le benedizioni della Madonna di Romania - si snoda il corteo che riporta alla Chiesa la Sacra Immagine.


La processione quando giunge sul piazzale dominante il mare si ferma.
Si cantano le litanie... << Regina Pacis... Advocata populi nostri.. Ora pro nobis.

Essa, poggiante su di una ricca << macchina >> dorata, è portata a spalle dai marinai; e non poteva non concerdersi a questi umili e forti lavoratori del mare, l'onore di riportare in Tropea l'Effigie che essi - secondo le congetture più probabili - portarono dall'Oriente, salvandola dalla distruzione ordinata dall'Isaurico.
I parapetti della strada maestra, il belvedere della Cattedrale e tutti gli spazi occupabili sono come immensi palchi rigurgitanti di fedeli che dall'alto vogliono bearsi dell'inusitato spettacolo.
Questo ritorno è una vera apoteosi. Il popolo ha rotto ogni freno e manifesta come può e come sa la sua gioia ed il suo contento. Gli applausi si succedono agli applausi, le grida, alle grida: << Viva Maria! >>; e la Madonna passa tra un ondeggiare di folla sotto gli archi preparati per Lei, sopra un tappeto di edera verde che copre tutta la strada che porta in città.
E quando la Madonna giunge in piazza e dà ai suoi tropeani un altro materno saluto, lo slancio dei cuori, generoso e sublime, si esprime con incontenibile entusiasmo, in forma eloquente e significativa degna di una manifestazione che si attiene ai sentimenti più gelosamente custoditi nell'animo della gente Bruzia.
Il preludio al Congresso Mariano è finito; ma il popolo ancora non è pago. All'uscita di Chiesa applaude al Podestà ed al Segretario politico e grida al << Vescovo della Madonna >> la sua riconoscenza e vuole accompagnarlo fino alla sua casa. Con questo atto il popolo ha voluto dire - nel suo linguaggio - il suo grazie a Mons. Cribellati, artefice principale di questo trionfo mariano.
Stasera ancora una volta andremo nella Cattedrale normanna per ascoltare la parola di Cristo; andremo per pregare con santa preghiera la Vergine Bruna di Romania che << fortifichi ed aumenti la nostra fede >> - come un incendio consumatore - la carità ch'era nel Suo.
 
 

*  *  *

Chi scrive queste note affrettate avrebbe voluto - se avesse potuto - tacere, per far cantare solo alla sua mente ed al suo cuore il cantico di ringraziamento al Signore per quello che domenica ha visto con i suoi occhi in una cornice altissima di spiritualità e d'incontenibile entusiasmo.
Inizio più splendido la giornata di domenica non poteva avere. I primi raggi del sole nascente hanno sorpreso in preghiera ed hanno illuminato i volti - chè le anime fulgevano per l'innesto vitale al Corpo Mistico - di tre giovani leviti - Lococo, Lo Torto, Pugliese - che si preparavano a dire al Vescovo un << sì >> generoso che li terrà strettamente avvinti a Cristo Signore.
In Cattedrale, per tutta la mattina si sono susseguite S. Messe, celebrate da Ecc.mi Arcivescovi e Vescovi, che hanno distribuito la Comunione a migliaia di fedeli.
Alle 11, dopo il canto di Terza, il grandioso corteo di Arcivescovi e Vescovi - vi sono gli Ecc.mi: Canino, Faggiano, Giambro, Cognata, Albera, Chiappe, Loiacono, Galati, Cribellati, Cassulo - si snoda dall'Episcopio Urbano per recarsi in Cattedrale. Davero sentiamo che in questo momento la Calabria tutta, attraverso queste rappresentanze elettissime, è presente attorno all'Altare Mariano.
Il Pontificale si svolge in tutta la maestà del rito diretto dai Cerimonieri del Duomo. La Schola Cantorum; dopo l'Ecce Sacerdos, che ha salutato l'apparire del Celebrante, ha eseguito una celebre Messa.
Alla fine S. E. Cassulo ha impartito la P. B. Ora tutti gli animi sono in attesa della grande processione di chiusura. La Vergine di Romania passerà ancora una volta tra un popolo osannante. Passerà benedicente per le povere, umili case e per i palazzi gentilizi incassati tra le strette vie della città medievale e per i nuovi quartieri olezzanti di fiori.
Tra poche ore Tropea sarà una galleria serica. Quanto di più bello vi è nelle case - povere o ricche - sarà messo fuori per onorare il passaggio della Vergine. Quanta povera gente è andata in cerca di un serico drappo per adornare il suo << basso >> ! Quasi tutti l'han trovato; solo uno era adornato alla meglio con un copertino giallo consunto dal tempo e con un lenzuolo dai mille rammenti. Ho visto desolata, per questa miseria, la povera donna del << basso >> e le ho fatto coraggio. <<Il copertino giallo - le ho detto - sarà accetto alla Madonna come il più ricco arazzo ed il lenzuolo come il più prezioso pizzo >>. Mi ha sorriso. E quel sorriso mi è rimasto nell'animo come una cosa cara.
Alle ore 17 comincia a sfilare la processione. Centinaia di bandiere e gonfaloni procedono le organizzazioni maschili e femminili di A. C. e le Confraternite. Lo spettacolo è imponente e culmina nel gruppo degli Arcivescovi e Vescovi cui sovrasta la statua di S. Domenica e, entro una ricca cornice d'argento, l'Effige della Madonna. Dietro, una folla immensa.
Sentiamo la nostra debolezza e perciò facciamo a meno di descrivere il passaggio della Madonna.
La processione quando giunge sul piazzale dominante il mare si ferma.
Si cantano le litanie... << Regina Pacis... Advocata populi nostri.. Ora pro nobis >>.
E la Madonna benedice la Calabria.
La processione riprende il suo corso. Ora è fuori dalle mura medievali; si avvia verso i Borghi ed i villini dei nuovi quartieri e si dirige verso piazza Ercole, ove sosta. Tropea s'accende di mille luci. Il Circolo Littorio è un luminosissimo Altare.
Dalla loggia centrale il Vescovo ed il Podestà leggono l'atto di consacrazione della città al Sacro Cuore. Un silenzio immenso è nella piazza. Ognuno sente la solennità di questa ora riconsacratoria.
Gesù, vivo e vero, benedice.
Tutti sono in adorazione.
Te Deum... La processione rientra in Cattedrale. Parlano le LL.EE. Cribellati e Cassulo. Si ripetono le scene di domenica alla Marina.  E' la Calabria
<< fedelissima >> che grida alla Vergine la sua fede - che è quella di Pietro e Paolo - è la Calabria che dopo questa sosta sacra riprende il cammino ascensionale guidato come i Magi da una Stella - Maria - che conduce a Gesù.
Ad Iesum per Mariam!