Tropea. Chiesa di Santa Maria dell'Isola. Lastra tombale di Ieromonaco bizantino (sec. XIV)

IL MAESTRO DI MILETO
A TROPEA

di Giuseppe Naccari


Esiste a Tropea la Chiesa di S. Maria dell'Isola, ubicata in cima ad un piccolo promontorio che si protende verso il mare e che costituisce uno dei punti di maggiore attrattiva di questa città. Si gode da sopra questa isoletta un incomparabile paesaggio: ad est sulla roccia di taglia la vecchia e suggestiva Tropea, abbarbicata su di essa che estende le sue propaggini verso il mare; ad ovest si mostrano le isole Eolie le quali a volte ti danno l'impressione di essere prepotentemente venute fuori bucando la superficie del mare, a volte, invece, di essere state sbriciolate dall'alto e galleggiare per magica virtù; a sud si intravede lo stretto a poco oltre a sinistra la incomparabile bellezza dell'Etna innevato ed indorato dai raggi del sole, che accarezzano i fianchi del vulcano con il loro magico splendore.
Questa Chiesa è stata costruita all'incirca nel VII o VIII secolo e lungo i tempi trascorsi più volte ricostruita; un imbianchino con scarse attitudini artistiche sotto il porticato ne ha segnato le sembianze nei vari passaggi. La Chiesa è, tuttora, di proprietà dell'Abbazia di Montecassino. Essa, sia pure rimodernata, esercita sul visitatore l'arcano fascino di un tempo. Qui si trovano le sculture oggetto del nostro esame. Sono entrambe murate sulla parete sinistra nell'interno della chiesa e già al primo impatto danno l'impressione di sculture note. L'attento successivo esame ci confermano che entrambi i bassorilievi sono del maestro di Mileto.
La lastra tombale era originariamente sistemata al centro della Chiesa e serviva da botola di copertura ad un vano sottostante, adibito ad ossario.


Planimetria dell'interno della chiesa di Santa Maria dell'Isola in uno schizzo del 1723
che ci fa vedere la lastra tombale al centro della navata.

Non sappiamo se il bassorilievo, fin dall'origine, abbia avuto questa mansione. Al 1723 tale lastra era colà ubicata. Siamo infatti in possesso di fotocopia di uno schizzo della Chiesa di tale anno fatto da un religioso venuto da Montecassino per fare, diremmo oggi, un'inchiesta sulle condizioni della Chiesa anche in relazione alla posizione dei custodi, laici e religiosi; nella circostanza il visitatore (così viene indicato il religioso) trovò la Chiesa <<in stato di profanazione>>.
In tale occasione il visitatore fece di propria mano uno schizzo a penna della Chiesa, dove risulta, appunto, anche la lastra tombale al centro della Chiesa e, particolare per noi estremamente interessante, con ai piedi della figura effigiata due cani accovacciati.
Lo schizzo e le notizie ci sono stati gentilmente forniti dal teologo prof. Francesco Pugliese, che ha recentemente ultimato un lavoro sulla Chiesa, tuttora inedito.
La posizione dei due cani è identica a quella che abbiamo riscontrato nel cavaliere giacente a Mileto e nella lastra tombale di Nicola Santacroce a Laureana di Borrello. Questo ulteriore particolare rafforza in noi la convinzione circa la identificazione dell'autore.
A nostro modo di vedere, se vera è la originaria sua destinazione di copertura all'ossario, la figura effigiata è un monaco anonimo, cioè con riferimento alla sola funzione e non alla persona, che serviva ad indicare l'assistenza spirituale ai defunti ivi collocati.


Chiesa di Santa Maria dell'Isola. Bassorilievo con fregi (sec. XIV)

L'altro bassorilievo, che trovasi murato sopra la precedente lastra rappresenta lo stemma nobiliare della famiglia Afflitto, che è costituito da una maschera ad archetto. Il bassorilievo, a nostro avviso integro, misura m. 1,85 x 0.52. Il rilievo comprende tre tondi e due scudi entro due cerchi più piccoli con degli arabeschi fogliati sopra e sotto i tondi sì da armonizzare con i tre cerchi più grandi. Nel tondo centrale vi è la figura a mezzo busto di Cristo, senza indumenti; la testa è leggermente inclinata a destra, con i capelli quasi a dispiegarsi sulle spalle e la sistemazione delle braccia, avambracci e mani nella caratterustica visione del <<maestro di Mileto>>. Nei due tondi di destra e di sinistra due figure femminili non identificabili. I panneggi delle due donne ricordano quelli delle figure femminili dei sarcofagi, già esaminati.
Ignoriamo quale sia stata la originaria destinazione della lastra.


Nell'ordine, il Cristo di Santa Maria dell'Isola in Tropea, quello del portale della Cappella di Santa Margherita in Tropea e quello che appare sul sarcofago Sanseverino del Museo di Mileto

Il teologo prof. Pugliese ci ha portati nel cuore della vecchia Tropea medievale; ne aveva motivo. Tra la chiesa dei francescani conventuali e il palazzo già Colloreto, vi è incastonata una cappella del 300. La guida turistica <<Tropea>> dello stesso Pugliese la indica come oratorio di S. Margherita. Al centro della facciata spicca lo stemma angioino retto da due angeli. Sulla sinistra altro stemma che si ritrova, poi, sul sarcofago riconducibile a scuola napoletana. Al di sotto di questo stemma c'è un'apertura lucifera rettangolare. La parte sottostante reca nella chiave d'arco un Ecce Homo in bassorilievo. Al primo impatto ci ha dato l'impressione di una scultura nota. Essa richiama, infatti in maniera impressionante, il Cristo che c'è su uno dei sarcofagi del nostro <<maestro>> nel Museo di Mileto ed il Cristo che si trova nella Chiesa di Santa Maria dell'Isola che campeggia al centro del bassorilievo tra due stemmi della famiglia Afflitto. Si ha la sensazione di trovarsi di fronte ad uno scritto riprodotto con la carta carbone. Sicchè la nostra conclusione è quella di attribuire al nostro maestro anche questo bassorilievo.
Anche le notizie storiche su questo edificio confortano la nostra tesi. Da un atto pubblico del 26-05-1673 di Gius. Patronato Guarnieri (Archivio Storico Diocesano - Tropea) risulta quale chiesa fondata del 1071 da Matteo di Monte Fortino. E' stata aggregata al convento nel 1296 e tradizione orale vuole che fu ricostruita da Carlo II d'Angiò in onore della figlia Margherita morta martire in Antiochia durante una crociata (notizie fornite dalla famiglia Toraldo di Francia).
Il Pugliese, nel volume citato invece, afferma: <<Nel cortiletto che è al fianco, in fomdo, vi è una costruzione del trecento con facciata in conci e portale, archi, stemmi e cornici scolpiti. Si adorna di uno stemma centrale retto da angeli. Gli angeli reggenti, nell'uso medievale, manifestano la presenza della casa regnante. Lo stemma laterale, a sinistra, ripete quello di un frammento di tomba tinesca (Nofri Fiorentino?) che è sul muro laterale della contigua chiesa. Chi era questo cavaliere per il quale fu costruita la cappella funebre? Perchè il privilegio di usare lo stemma angioino? Interrogativo senza risposta. Le consulte araldiche di Europa ignorano questo stemma. La chiesetta in seguito fu riferita a S. Margherita, protettrice della gente di mare, ed arricchita con affreschi dei quali oggi sono sole tracce>> Queste tracce riscontrabili fino a 50 anni fa, oggi sono scomparse.
In ogni caso, qualunque sia stata la storia di questa cappella, è certa la sua esistenza nel trecento (è quello che a noi interessa), esattamente nel periodo in cui operò il <<maestro di Mileto>>, per cui non dovrebbero sussistere dubbi per attribuire questo piccolo bassorilievo al nostro.
 

 
 
Santa Maria di Tropea
INDICE:
|  Possedimento millenario di Montecassino  | Visita di Padre Dentice 
Intervista al Prof. Leonardo Iozzi  |  Diplomi/Privilegi  |
|  Il Monastero di Sant'Anastasia Sichelgaita  | 
Basiliani e Benedettini Una Chiesa Medioevale |
| S. Maria dell'Isola e S. Maria de Latinis nel manoscritto del Sergio
| Il Maestro di Mileto  |  La Processione a mare  |
| Dom Pietro Vittorelli è il nuovo Abate di Montecassino |
| Visita Abate Montecassino |