LE CASE
DELLA
CARITA'
Come segno dell'Amore di
Dio, per offrire una <<famiglia>> ai bambini, agli handicappati
e agli anziani,
fondò degli istituti
che volle fossero chiamati
Case della Carità,
per
significare Dio-Amore, che è <<Padre Materno>> e nei
sofferenti ci mostra il volto del Figlio Suo Gesù.
Perciò
lui stesso insieme con le sue oblate accolse in ginocchio, come in adorazione,
i
primi ospiti handicappati nella Casa di Carità di Tropea.
Come
criterio per l'accettazione degli ospiti pose i seguenti punti:
1)
<<Accettare i rifiuti dell'umanità, che nessuno accoglie;
2)
<<quelli che sono affetti da malattie riguardanti alla natura
umana>>;
3)
<quelli che nessuno raccomanda>>.
Alle
prime oblate dava come <<premio>> - egli diceva - <<una
perla>>,
che
erano cancerosi o persone affettee da malattie ripugnanti. Più di
una volta,
per
soddisfare il santo zelo delle sue prime figlie spirituali,
sorteggiò
la <<fortunata>, alla quale veniva affidato un ammalato che veniva
rifiutato da tutti.
Le
<<Case della Carità>> manifestano ancora oggi la fecondità
del patrimonio spirituale di D. Mottola
e
continuano a moltiplicarsi come l'ultima,
sorta
a Tropea presso il viale che la civica amministrazione intitolò
a Don Mottola,
dotata
di moderne attrezzature e ampi cortili e giardini.