di Salvatore Libertino
Napoleone Scrugli nasce a Tropea il 3 dicembre 1803 da Ignazio e Domenica Bagnato. Il nome di battesimo gli viene imposto dallo zio canonico Giuseppe in segno di devozione per Napoleone Buonaparte. Ed è proprio il nome che porta e l'incontro nel 1810, all'età di sette anni, con il Re Gioacchino Murat, durante un sopralluogo militare in Calabria, che avviano la tenera vita dello Scrugli ad una svolta decisiva. Gioacchino si ferma per tre giorni a Tropea, ospite a casa del sindaco che all'epoca è Ignazio Scrugli, padre del piccolo Napoleone. Il Re rimane così ammirato sia per l'accoglienza ricevuta sia per quel nome altisonante di quel piccoletto che durante un ricevimento si rivolge con tono deciso al padre, indicando il figlio, ed esclama "Il Napoleone lo desidero per me". Gli attendenti scrivono sul tacuino le volontà del Sire che concede ipso facto un posto gratuito nel Collegio della regia marina di Napoli, dove viene ammesso l'anno dopo, il tempo di poter cambiare leggi e regolamenti sul reclutamento degli allievi ufficiali. Da qui comincia la lunga e avventurosa carriera militare nella regia marina del giovane Napoleone, il quale da subito nutre ideali liberali che non riuscirà a celare più nel prosieguo della sua vita. Ed è per questo motivo che, uscito dal Collegio Ufficiale dopo la restaurazione borbonica, non si fa ben volere dalle sfere governative. Nel febbraio 1860, avendo il comando della nave "Tasso" incagliatasi alla foce del Tronto, dimostra coraggio e bravura nel salvare almeno le vite dell'equipaggio. L'episodio però gli peserà non poco nel quadro della carriera di Comandante. Pochi mesi dopo gli ufficiali della marina borbonica sono chiamati a prestar giuramento alla costituzione di Francesco II, ma lo Scrugli protesta insieme ad altri compagni contro la formula incostituzionale di quanto veniva chiesto agli ufficiali. Tuttavia, il principe Luigi di Borbone, ammiraglio e comandante generale della marina napoletana, decide di accogliere la protesta dei suoi ufficiali, lusingandosi che le velleità liberali sarebbero ben presto cessate, acconsentendo che i comandanti navali potessero legalmente rifiutarsi dal seguire il re nella sua fuga a Gaeta. Le lusinghe però di Luigi Borbone falliscono dal momento che Garibaldi entra a Napoli, un attimo dopo la fuga di Francesco II. Lo Scrugli suggerisce subito al generale di sostituire la bandiera italiana ovunque sventoli la borbonica, e così viene fatto con grande gioia dei liberali. In un attimo vengono proclamate nazionali quelle stesse forze che il giorno prima, soggette al Borbone, erano destinate ad opprimere la libertà. Lo Scrugli è preposto dal Persano quale Direttore Generale della marina ed in tale ufficio s'adopra perchè la marina napoletana non ricada in preda al Borbone, pronto piuttosto a distruggerla che a cederla. Malgrado, però, la dissoluzione di ogni ordine nei soldati di marina e la diserzione in massa degli equipaggi, tutto è salvo alla fine e lo Scrugli esce dal ministero della marina poco prima l'arrivo del re a Napoli. Avvenuta poi l'annessione delle provincie meridionali alla monarchia italiana, il collegio di Tropea elegge il concittadino contrammiraglio Scrugli a proprio deputato alla Camera nazionale. Per ragione d'irregolarità e d'impiego tale elezione viene annullata dall'Assemblea nella seduta del 13 maggio 1861, ma subito dopo lo Scrugli è rieletto dallo stesso collegio e va a sedere fra i seguaci del Rattazzi, prendendo parte abbastanza attiva ai lavori parlamentari. Il re lo nomina suo aiutante onorario di campo, poi lo Scrugli è preposto al comando di una divisione navale, quindi arriva l'incarico della costruzione dell'arsenale marittimo di La Spezia ed infine la collocazione a riposo col grado di Vice-ammiraglio. Con Regio decreto del 12 giugno 1881 viene elevato alla dignità di senatore del regno, ma, per la tarda età, non potrà prestare in Senato opera assidua. Muore a Tropea il 15 ottobre 1883.