Hamid Ziarati con Salam, maman (Einaudi) per la sezione opere prime di narrativa italiana e Benjamin Kunkel con Indecision (Rizzoli) per la sezione di narrativa straniera tradotta in lingua italiana sono i vincitori della XVIII edizione del Premio Letterario "Giuseppe Berto".
L'apertura del Premio Si apre ufficialmente a marzo il Bando di Concorso per la XVIII edizione del Premio Letterario Giuseppe Berto. Il Comune di Ricadi e la Città di Mogliano Veneto bandiscono ufficialmente la XVIII edizione del Premio Letterario Giuseppe Berto , il Concorso letterario promosso dalle due Amministrazioni in memoria dell'omonimo scrittore. A seguito dell'incontro tra gli enti promotori e Manuela Berto, tenutosi il 27 febbraio scorso a Roma, è stata nominata la giuria della XVIII edizione, costituita da critici letterari, scrittori e giornalisti, figure di rilievo nel panorama letterario nazionale. Membri della commissione chiamati a giudicare le opere che parteciperanno alla selezione della XVIII edizione sono: Mario Baudino, Goffredo Buccini, Andrea Cortellessa, Paolo Fallai, Laura Lepri, Giorgio Pullini, Marcello Staglieno e Gaetano Tumiati. Presidente della Giuria è Giuseppe Lupo , giovane scrittore egli stesso vincitore nel 2001 del Premio Berto con il romanzo 'L'Americano di Celenne', eletto nel 2005 a presiedere la Commissione nel segno del rispetto e della continuità con i criteri di condotta alla base dell'istituzione del Concorso. Raggiunta la "maggiore età", rimane immutato alla sua diciottesima edizione l'indirizzo che contraddistingue fin dal suo nascere il Premio, noto a livello nazionale come riconoscimento letterario rivolto alle "opere prime". Finalità del Premio è di ricordare e riproporre il nome e l'opera di Berto, scrittore amato dal pubblico ma che, nonostante i grandi successi, è stato spesso trascurato da una certa parte della critica ufficiale a causa del suo straordinario anticonformismo. Date tali premesse, il Premio non poteva che avere un criterio-guida: segnalare quelle opere che emergono per "assoluta originalità di forma e schiettezza di ispirazione". "Opere prime", appunto, per tenere fede alla volontà di Berto il quale, alla luce dell'esperienza personale, si è sempre battuto affinché i giovani di talento potessero incontrare meno ostacoli sulla loro strada. Prosegue con la XVIII edizione l'apertura internazionale del Premio, avviata nel 2003 con l'introduzione di una nuova sezione dedicata alla narrativa straniera, di autori viventi, tradotta in lingua italiana. La veste internazionale assunta dal Premio a partire da quella data continua a rispondere con successo al preciso proposito di voler essere non solo un trampolino di lancio per gli scrittori esordienti ma anche un "osservatorio" sulla migliore produzione letteraria internazionale del momento. Come stabilito a partire dalla precedente edizione, il premio assegnato ad ognuno dei vincitori delle due sezioni sarà di 7.500 euro (anziché di 5.000 euro come nelle passate edizioni), nell'ottica di offrire agli scrittori esordienti un supporto sempre più concreto alla maturazione del loro percorso letterario. Secondo la tradizione del Premio, la giuria si riunirà a Milano nel mese di maggio per selezionare la rosa dei finalisti di entrambe le sezioni, che sarà comunicata a mezzo stampa. I vincitori saranno infine proclamati nella cerimonia finale del Premio, che quest'anno avrà luogo a Ricadi sabato 3 giugno 2006. Per concorrere alla sezione storica del Premio gli scritti dovranno necessariamente essere opere prime di narrativa in lingua italiana ed essere inviati entro il 30 aprile 2006 alla Segreteria Organizzativa e agli indirizzi indicati nel Bando. Per opera prima si intende una raccolta di racconti, singolarmente inediti, o il primo romanzo pubblicato in volume e messi in distribuzione nel periodo tra il 1.05.2005 e il 30.04.2006. Per informazioni si invita a contattare la Segreteria del Premio ai numeri 041 5930802 - 041 5930812 Il Premio è nato nel 1988, in ricordo di Giuseppe Berto, per volontà della moglie Manuela e delle due città che hanno rappresentato due poli importanti nella vita dello scrittore: Mogliano Veneto, città natale, e Ricadi, dimora scelta dallo scrittore negli ultimi anni della sua esistenza. Secondo la cadenza stabilita dai promotori, la cerimonia finale si svolge ogni anno alternativamente nelle due città. Fin dalle origini esso ha sempre avuto grande seguito da parte della stampa e della critica nazionale per la sua capacità di lanciare scrittori "esordienti" nel panorama letterario italiano. Il Premio Berto costituisce un appuntamento atteso ed il successo di partecipazione, con un numero crescente di opere concorrenti alla selezione, non solo ormai quantitativamente rilevante ma anche qualitativamente qualificato, testimonia il prestigio acquisito e l'apprezzamento da parte dell'editoria nazionale per questa iniziativa, divenuta un punto di riferimento nel panorama dei premi letterari nazionali. Vincitori e cinquine di volta in volta selezionati appartengono talora al gotha dell'editoria italiana, ma spesso testimoniano anche il coraggio dei piccoli editori ad investire sul futuro della narrativa come genere letterario, dando voce a validi autori altrimenti ignorati. Artisti conosciuti come, tra gli altri, Paola Capriolo, vincitrice nel '88 con La grande Eulalia (Feltrinelli), Paolo Maurensig nel '93 con La variante di Lüneburg (Adelphi), Francesco Piccolo nel '97 con Storie di primogeniti e figli unici (Feltrinelli), Evelina Santangelo nel 2000 con L'occhio cieco del mondo (Mondadori), Giorgio Todde nel 2002 con l'opera Lo stato delle anime (Frassinelli) e Antonia Arslan nel 2004 con La masseria delle allodole (Rizzoli), sono alcuni tra i nomi di rilievo che il Premio annovera nel suo albo d'oro. L'anno scorso la sezione "opere prime" di narrativa in lingua italiana del Concorso è stata vinta da Umberto Contarello con Una questione di cuore (Feltrinelli) mentre per la categoria di narrativa straniera tradotta in lingua italiana è stata premiata l'indiana Anita Rau Badami con Il passo dell'eroe (Marsilio Editori).
Proclamata la cinquina dei finalisti La Giuria del Premio Letterario "Giuseppe Berto" si è riunita il 19 maggio a Milano, presso il Centro Nazionale degli Studi Manzoniani, per proclamare i finalisti della XVIII edizione. Presieduta dal professor Giuseppe Lupo, e composta da Mario Baudino, Goffredo Buccini, Andrea Cortellessa, Paolo Fallai, Laura Lepri, Giorgio Pullini, Marcello Staglieno e Gaetano Tumiati, la Giuria ha selezionato una cinquina per la sezione storica dedicata alle opere prime di narrativa italiana ed una terna per le opere della sezione di narrativa straniera, di autori viventi, tradotte in lingua italiana e pubblicate nel periodo tra il 1 maggio 2005 ed il 30 aprile 2006. Dai nominativi di seguito indicati usciranno i vincitori delle due sezioni del Premio, la cui cerimonia ufficiale e assegnazione avrà luogo sabato 3 giugno 2006 a Capo Vaticano - Ricadi presso il Centro Congressi "Giuseppe Berto".
Sezione opere prime narrativa italiana Andrea Di Consoli, Lago negro, L'ancora del Mediterraneo Alessandra Farkas, Pranzo di famiglia, Sperling & Kupfer Editori Amineh Pakravan, Il libraio di Amsterdam, Marsilio Editori Tea Ranno, Cenere, Edizioni e/o Hamid Ziarati, Salam, maman, Einaudi
Sezione narrativa straniera tradotta in lingua italiana Daniel Kelmann, Io e Kaminski, Voland Edizioni Benjamin Kunkel, Indecision, Rizzoli Rafik Schami, Il lato oscuro dell'amore, Garzanti
I vincitori
Vincitore sezione Opere Prime Narrativa italiana
Hamid Ziarati, Salam, maman Einaudi, 2006, pagine 260
(Paolo Fallai) Non è solo un bel romanzo quello scritto da Hamid Ziarati, il suo Salam, maman, edito da Einaudi, rappresenta una sfida alla nostra pigrizia, un velo sollevato su una civiltà che conosciamo solo per sentito dire, una provocazione sulla natura della nuova letteratura italiana che non può che riconoscersi nella letteratura scritta “in italiano”. Lo scrittore è iraniano, ma da tempo vive a Torino e il libro è stato scritto direttamente in italiano. Salam, mamam è la storia di una famiglia iraniana, dalla caduta dello Scià all’avvento della rivoluzione khomeinista, vista dagli occhi di un bambino di nove anni che attraverso queste dure esperienze si fa uomo. Un romanzo scritto con grande ritmo e l’umiltà di non discostarsi mai dall’originale angolo di visione, nonostante l’invadenza della “storia” con la “s” maiuscola che si materializza intorno ai protagonisti. E’ una scrittura doppiamente illuminante ai nostri occhi: ci svela un Iran molto diverso da quello dipinto da decenni di stereotipi. Di ogni provenienza, si potrebbe dire, accomunati solo dalla segmentazione affettata, dalla fretta propagandistica, dalla semplificazione colpevole. Un grande saggista Edward Said ha tentato di definire, fin dagli anni Settanta, nel suo “Orientalismo” come l’Occidente avesse portato a termine sistematicamente un’opera definita – con una parola orribile – “decomplessificazione”. Ebbene, rispettando una delle sue vocazioni eterne, è la letteratura spesso a incaricarsi di restituire complessità, una complessità accessibile ma intatta, ad una realtà narrata. La seconda illuminazione offerta da Ziarati sta proprio nella padronanza della scrittura italiana. E’ venuto il momento di riconoscere che esiste una letteratura italiana prodotta da non italiani, capace di raggiungere vertici espressivi di tutto rilievo. Solo in questa ultima edizione del Premio Berto sono state presentate altre due opere di autori non italiani che hanno fatto dell’italiano la loro lingua di elezione. La prima è un’altra iraniana, Amineh Pakravan, Il libraio di Amsterdam (Marsilio), la seconda, Aminata Fofana, La luna che mi seguiva (Einaudi), è originaria della Guinea. Hamid Ziarati è nato a Teheran nel 1966 e si è trasferito a Torino nel 1981, dove si diplomato e successivamente ha conseguito la laurea e il dottorato di ricerca in ingegneria meccanica. E’ appassionato di letteratura e di cinema, collabora da quasi due decenni come interprete, traduttore di articoli e di sottotitoli con il Torino Film Festival, e in seguito anche con il Museo del Cinema di Torino. Oltre al suo lavoro di progettista di prototipi svolge un’attività parallela per far assaporare i gusti e i sapori mediorientali e iraniani ai suoi concittadini piemontesi. Dal 1994 ad oggi ha pubblicato diversi articoli scientifici e racconti, ha scritto inoltre alcune sceneggiature cinematografiche per lungo e cortometraggi mai realizzati. Salam, maman è il suo primo romanzo scritto direttamente in italiano per il figlio.
Vincitore sezione Narrativa Straniera tradotta in lingua italiana
Benjamin Kunkel, Indecision Rizzoli, 2006, pagine 338 - traduzione di Annalisa Garavaglia
(Mauro Baudino) Indecision, di Benjamin Kunkel, racconta la storia di Dwight Wilmerding, un giovane così incapace di decidere che, durante la cena familiare di Thanksgiving, resta con la forchetta sospesa fra il tacchino, il ripieno e la salsa di mirtilli. Su quest’idea insieme provocatoria e “geometrica”, l’autore costruisce la storia di un’educazione sentimentale dove l’indecisione diventa non solo un segno narrativo ma una sorta di lettura del mondo. Il protagonista, che vive a New York e lavora come tecnico informatico in una casa farmaceutica, coltiva un inquietante passatempo (ingurgitare allucinogeni) e arriva a vere e proprie vette di disimpegno sociale: l'11 settembre guarda dal tetto di casa gli aerei che si schiantano contro le Torri Gemelle, pensando che forse c’è persino da ridere. La sua indecisione è una malattia, e come tale viene curata. Ma la soluzione non potrà essere offerta da un farmaco che promette portenti. Indecision racconta l’impossibilità di un’educazione sentimentale nei termini del romanzo ottocentesco e novecentesco, del mondo e dei codici che ci siamo lasciati alle spalle; ne rovescia il senso e, attraverso il viaggio del protagonista, che è un viaggio iniziatico, ci suggerisce come non sia il personaggio, ormai, ma il suo sistema di relazioni a dover essere “educato”. Libro di grande potenza narrativa pur nel suo procedere apparentemente minimalista, il romanzo di Kunkel è un grande affresco non solo dell’America ma di una condizione estrema del vivere in cui è a rischio ciò che profondamente lega la socialità umana, il desiderio. E’ la favola postmoderna dell’asino di Buridano, il racconto di un mito che prende minacciosamente corpo nella società contemporanea. La narrativa di Kunkel è insieme realistica e sarcastica, profetica e allucinatoria, provocatoria e non priva di tenerezza. La sua metafora di una generazione “clinicizzata”, dove il semplice vivere è trattato come una patologia, è un gesto di ribellione e di denuncia che ha il sapore delle grandi agnizioni parodiche. La critica americana ha evocato per lui il nome di Salinger, a noi ricorda irresistibilmente la famiglia degli avventurosi satirici, un Don Chisciotte dell’abulia, uno spaesato Gulliver a New York. Benjamin Kunkel è cresciuto in Colorado e ha studiato a Harvard e alla Columbia University. Vive a New York, dove è uno dei fondatori e direttori della rivista letteraria “n+1”. Ha scritto per “Dissent”, “The Nation”, le “Book Review” di “New York Times” e “Los Angeles Times” e per la “New York Review of Books”. Indecision, il suo primo romanzo, diventerà presto un film.
Giuseppe Berto
Nel campo letterario, il "Berto" si è attestato come un prestigioso "trampolino di lancio"; lo testimoniano i nomi dei vincitori delle scorse edizioni: Paola Capriolo, Michele Mari, Luca Dominelli, Sandro Onofri, Maurizio Salabelle, Paolo Mauresing, Edoardo Angelino, Maria Luisa Magagnoli, Francesco Piccolo, Helena Janeczek, Elena Stancarelli, Evelina Santangelo, Giuseppe Lupo. Ad organizzare, con il contributo della Regione Calabria, congiuntamente il Premio G. Berto sono il Comune di Mogliano Veneto (TV) e quello di Ricadi (VV), ovvero la città natale e la località calabrese che fu l'ultima residenza dell'autore di best sellers come "Il cielo è rosso" e "Il male oscuro", scomparso nel 1978. Alternativamente, le due località, gemellate nel 1986, accolgono la Cerimonia di Consegna. Molte sono le iniziative collaterali alla Cerimonia del Premio, che cade annualmente ai primi del mese di giugno, quali mostre d'arte, convegni, retrospettive cinematografiche, concerti, pubblicazioni.
La famiglia Berto
1. premio all’opera prima di un narratore, redatta in lingua italiana; 2. premio ad un’opera di narrativa straniera, di un autore vivente, pubblicata in lingua italiana.
Relativamente al punto 1: • le opere saranno scelte tra quelle edite per la prima volta in senso assoluto e perciò non dovranno essere né rifacimenti, né riedizioni, né traduzioni. Si intende per opera prima una raccolta di racconti, singolarmente inediti, o il primo romanzo pubblicato in volume e messi in distribuzione nel periodo tra il 1.05.2005 e il 30.04.2006. Relativamente al punto 2: • le opere saranno scelte tra quelle edite e messe in distribuzione nel periodo tra il 1.05.2005 e il 30.04.2006 e non dovranno essere né rifacimenti, né riedizioni.
Per entrambe le sezioni non sarà prevista l’assegnazione di premi ex-aequo.
La Segreteria del Premio ha sede presso l’Assessorato alle Politiche Culturali del Comune di Mogliano Veneto (TV), via Terraglio, n°3.
Per la XVIII edizione del Premio la Giuria è composta da:
- Giuseppe Lupo – Presidente - Mario Baudino - Goffredo Buccini - Andrea Cortellessa - Paolo Fallai - Laura Lepri - Giorgio Pullini - Marcello Staglieno - Gaetano Tumiati
Il Premio 2006, consistente nella somma di Euro 7.500,00 per ogni sezione, sarà assegnato a Ricadi (Vibo Valentia) il 3 giugno 2006.
Ricadi: La casa di Berto a Capo Vaticano
La Giuria
Per la XVIII Edizione del Premio la Giuria è composta da:
Giuseppe Lupo – Presidente
Mauro Baudino
Goffredo Buccini
Andrea Cortellessa
Paolo Fallai
Laura Lepri
Giorgio Pullini
Marcello Staglieno
Gaetano Tumiati