di Matilde Amorosi Da "Gente", Anno XII, n. 51, 23 dicembre 1978
Raf: I registi e i produttori italiani mi trascurano. E io, senza alcun rancore, trasferisco all'estero la mia attività, almeno temporaneamente. Ho chiesto e ottenuto il permesso di soggiorno permanente negli Stati Uniti. Per un certo periodo sarò impegnato presso le Università di Los Angeles e di Berkeley come "lettore" di testi classici. In gennaio, poi, mi stabilirò per tre mesi a Parigi dove girerò un film diretto dal regista René Allio in cui, per la prima volta dopo anni, avrò un ruolo di protagonista. Sono contento perchè faccio un mestiere che mi consente di lavorare fuori del nostro Paese in questo momento di gravissima crisi. Siamo tutti strangolati da un sistema sbagliato, siamo tutti alle prese con mille problemi spiccioli irrisolti, dalle bollette telefoniche astronomiche alla crisi degli alloggi. Per non parlare del terrorismo, dei sequestri di persona e della nevrosi collettiva. Ormai il rapporto umano è ridotto a zero. Se una sera incontriamo qualcuno, invece di andargli incontro per salutarlo pensiamo a difenderci nel timore che sia un malintenzionato.
E' Raf Vallone che parla. Pur avendo ottenuto lusinghieri successi all'estero, come l'interpretazione in francese di Uno sguardo dal ponte di Arthur Miller, il popolare attore non figura nella rosa dei big italiani della sua generazione: Vittorio Gassman, Marcello Mastroianni, Ugo Tognazzi, Alberto Sordi. Ma la cosa non sembra disturbarlo.
Raf: Nutro la massima stima per i miei colleghi, che forse non sono valorizzati come meritano. Sordi, in particolare, è dotato di una straordinaria vena comica che, a parer mio, meritava maggior fortuna, anche internazionale. Con Ugo Tognazzi, che mi piace molto, ho in comune la passione per la gastronomia. I miei spaghetti alla carbonara sono stati giudicati eccellenti persino da Arthur Miller, ma come cuoco è certo che non sono all'altezza di Tognazzi: lui è un professionista, io un dilettante. Scherzi a parte, l'Italia è un Paese ricco di talenti. Purtroppo, però, la cultura, che è il nostro patrimonio più prezioso, non serve a darci un sistema di vita più civile. Secondo me, la società americana è, sotto molti aspetti più evoluta. Tanto per fare un esempio, a Los Angeles le biblioteche rimangono aperte fino a mezzanotte per consentire alla gente di leggere fuori dell'orario di lavoro. Di conseguenza, i giovani americani sono più preparati dei loro coetanei italiani, più aperti verso gli adulti. Ricordo che, sempre a Los Angeles, dopo aver visto il Casanova di Fellini, in un bar parlai del film con un gruppo di ragazzi. Mi ascoltarono attentamente e decisero di assistere nuovamente alla proiezione per verificare la validità di alcune mie osservazioni. In America il dialogo esiste ancora, grazie anche agli intellettuali che usano un linguaggio accessibile a tutti. In Italia mi pare che viga una specie di terrorismo intellettuale: paroloni privi di contenuto che non aiutano a vivere meglio.
Amorosi: Pensa di chiedere la cittadinanza americama? Raf: No, resto cittadino italiano. Non intendo cambiare nazionalità perchè amo il mio Paese e ho fiducia in una sua rinascita. Non credo, però, che basti rimettersi soltanto all'aiuto di chi ci governa. E' necessario che ci imponiamo tutti un'autodisciplina, che ci rimbocchiamo tutti le maniche per costruire una società migliore. Non sono un predicatore, e dico questo col dolore e l'amarezza di un qualsiasi cittadino.
Amorosi: Accetterebbe di lavorare ancora in televisione? Raf: Sì, con gioia. Quando interpretai Marco Visconti, fui accusato di scarso impegno intellettuale percè si trattava di uno sceneggiato popolare. Invece sono soddisfatto di quel lavoro. Molti non si rendono conto che la nostra televisione è la migliore del mondo. Abbiamo una cosa buona, e siamo sempre pronti a criticarla.
Per la sincerità, a volte sconcertante, e per l'aggressività, tipica del suo carattere, Raf Vallone è stato spesso definito un personaggio difficile. Nel lavoro si conosce il suo rigore professionale, nella vita privata si sa dei suoi spinosi rapporti coi figli. L'attore si è sposato da ventisei anni con Elena Varzi, che gli ha dato tre figli: Eleonora, Arabella e Saverio. I ragazzi, pur volendo bene al padre, hanno avuto parecchi contrasti con lui accusandolo, talora con violenza, di essere autoritario. Eleonora, in particolare, fu molto polemica quando fuggì di casa per sposare Massimo Gualdi contro il volere paterno. Ma adesso il sereno è tornato in casa Vallone. La giovane, che si è separata dal marito e ha intrappreso la carriera cinematografica, abita sola in un appartamentino messole a disposizione dai genitori, che provvedono anche ad allevare il bambino nato dallo sfortunato matrimonio.
Raf: La separazione coniugale di mia figlia mi ha molto amareggiato. Mi ero opposto alle nozze perchè pensavo che Eleonora non fosse matura per un passo così importante. In seguito, conoscendo meglio mio genero, che dopo il matrimonio si è laureato in medicina col massimo dei voti, ho imparato ad apprezzarlo e a volergli bene. A questo punto, mia figlia ha deciso di lasciare il marito. E' sempre stata una ragazza inquieta. Secondo me, potrebbe diventare una brava scrittrice, ma lei non ha mai preso in considerazione questa possibilità: ha stabilito, in periodi diversi della sua vita, di fare la biologa, la psicologa e infine la pittrice. Troppi cambiamenti. Spero che ora si dedichi con impegno alla professione di attrice. Le ho spiegato che è un lavoro duro e che non si può fare affidamento soltanto alla bellezza.
Amorosi: E gli altri suoi figli? Raf: Arabella studia canto col figlio di Nanni Loy, al quale è legata sentimentalmente. Saverio invece, frequenta chimica all'università, ma vorrebbe diventare attore pure lui. Mi auguro che presto possano guadagnarsi da vivere.
Amorosi: Si considera un padre esemplare? Raf: In parte sì. La famiglia, intesa nel senso tradizionale, si è sfaldata. Me ne sono accorto a mie spese. Mi sono dedicato con entusiasmo e con amore all'educazione dei figli. Sono riuscito ad inculcare in loro l'interesse per l'arte, ma non quello per gli studi. Abituati a viaggiare e a rendersi conto insieme a me di certe esigenze culturali, i miei ragazzi hanno però rifiutato di approfondirle sui libri. Comunque, ormai i tempi dei litigi sono passati. In fondo ho capito che non posso chiedere agli altri più di quanto possano dare.
Amorosi: Vuole parlarci di sua moglie? Elena è una donna meravigliosa. L'amo profondamente per il suo senso della poesia. Per me la compagna ideale è quella che, per il suo uomo, riesce ad essere il rifugio dalle intemperie della vita. Elena ,mi da costantemente questa sensazione di pace. I figli, a volte, si sono sentiti esclusi dal nostro mondo. Posso anche capirli, ma sono felice di aver costruito con Elena un rapporto esclusivo e inalterabile.
Amorosi: Quando la conobbe, Elena era già un'attrice affermata. Abbandonò la carriera per dedicarsi alla famiglia? Raf: Non le avrei mai chiesto questo sacrificio. Elena lasciò il lavoro per motivi di salute. Mia moglie ha subito una delicatissima operazione al cuore. Ogni emozione violenta può farle male. Decisi che doveva smettere di recitare proprio sul set di un film che giravamo insieme a Madrid. Per esigenze di copione, le puntai un fucile sul petto. Lei venne colpita da malore e svenne. In quel momento capii che dovevo proteggerla e la convinsi ad abbandanare la carriera.
Quando parla della moglie Raf usa un linguaggio quasi lirico. Ci racconta che Elena lo accompagna sempre nei suoi viaggi ed esclude che, in passato, ci sia stata un donna capace di allontanarlo da lei.
Amorosi: Eppure si parla dei suoi flirt con Marlene Dietrich e Brigitte Bardot. Vuole parlarci di queste due donne famose? Raf: Marlene è intelligente, colta raffinata. E' dotata di una qualità che i francesi chiamano la grandeur (il senso della grandezza). In lei ogni manifestazione di vita è persino eccessiva. Voleva che lavorassi alla riduzione teatrale del Riposo del guerriero e, per aiutarmi, scriveva a macchina sotto mia dettatura fino alle cinque del mattino. Anche Brigitte è una donna piena di ingegno. Me ne accorsi subito. Lo dissi, ma nessuno voleva credermi. Tanti anni fa la Bardot era apprezzata soltanto per la sua bellezza. La conobbi durante le repliche di Uno sguardo dal ponte, a Parigi. A lei piacque la mia recitazione e così venne ad applaudirmi per otto sere consecutive. E' una donna decisa a rimanere se stessa e a dire la verità, anche a costo di crearsi qualche guaio. Circa la sua inquieta vita sentimentale, ho una mia idea personale. La Bardot, secondo me, ha paura del vero uomo e perciò cerca solo amori poco impegnativi. Un sentimento autentico, forse, metterebbe a repentaglio la sua libertà e rischierebbe di farla soffrire. Brigitte ha tentato una volta il suicidio, e da allora, ha il terrore della sofferenza.
Amorosi: Potrebbe capitarle di innamorarsi al punto da cambiare la sua vita? Raf: Non mi è accaduto in passato e non mi accadrà certamente ora. Potrei anche perdere la testa per un'altra donna, ma mia moglie rimarrebbe sempre il centro della mia vita.