Tropea. Arme, Orologio e Campana dell'Antico Sedile
 

IL SEDILE DI TROPEA E ALCUNE CONSIDERAZIONI
SUL RICONOSCIMENTO E TRATTAMENTO
DEI PATRIZIATI NEL NAPOLETANO

di Antonio Toraldo
(1972/1975)


Il regime dell'Università di Tropea fino al 1567 fu simile a quello di tutte le altre città demaniali del regno, nelle quali talora si eleggevano i sindaci uno dei nobili e l'altro degli onorati, e talvolta ambedue si sceglievano dei nobili. Il 12 agosto 1567 in pubblico parlamento si stabilì la segregazione dei due ceti e si classificarono 59 famiglie nobili, a cui se ne aggiunsero sette ammesse quasi possidentes, ed altre poche famiglie vennero anche annoverate negli anni seguenti.
L'anno 1624 a 28 maggio rinnovatasi la numerazione si trovarono 60 famiglie nobili a cui si aggiunsero cinque nominativi, mentre le famiglie onorate furono riconosciute in numero di 53.
Nel 1703 la nobiltà tropeana, in una plenaria riunione di nobili ed onorati del popolo, deliberò l'edificazione di apposito locale pel Sedile dei nobili e di un altro luogo per le assembee degli onorati del popolo (1). Al Sedile dei nobili fu dato il nome di Portercole e fu effettivamente costruito nel 1703-1704 ed in esso risiedé sino al 1867 l'amministrazione della Città e poi dal 1892 (e sin oggi) fu concesso ad un circolo come luogo di riunione e lettura. Il Sedile degli Onorati, cui era stato dato il nome di Sedile Africano (o di Scipione Africano), invece non fu mai costruito, nè si ha la notizia se sia stata compilata una qualche matricola relativa alle famiglie e agli individui di tale Seggio popolare (2).
Edificato il Sedile dei nobili si fece una nuova numerazione delle famiglie patrizie e si compilò un Ruolo Generale tuttora esistente.
Dobbiamo rilevare che l'unica aggregazione avvenuta dopo il 1624 fu quella della famiglia Cosentino il 4 marzo 1672. Per le nuove aggregazioni infatti doveva procedere una Cedola Reale ed era necessaria l'unanimità dei voti segreti delle famiglie patrizie; per le reintegre occorreva la provisione del R. Collateral Consiglio e il candidato doveva raccogliere almeno i due terzi dei voti segreti delle famiglie. Anche di reintegre ce ne furono poche: D. Andrea Frezza del Sedile di Nido fu reintegrato nel 1699, Domenico-Antonio di Francia nel 1746 (la sentenza del S. C. Consiglio è del 10 giugno 1746), i fratelli Adilardi furono reintegrati (dato che la famiglia era compresa nella prima numerazione del 1567) con provisione del R. C. Consiglio del 17 gennaio 1749 e conclusioni del Seggio del 25 maggio 1755. Quest'ultima reintegra fu la più difficile perchè non si trattava di reintegrare alcuni individui di una famiglia godente ma di reintegrare la famiglia stessa, allontanatasi da Tropea da più di un secolo, e di aprire una nuova pagina nel Libro Grande delineandone anche lo stemma.
Il libro Grande o Ruolo del 1704 è oggi posseduto dal nobile ing. Eduardo Gabrielli patrizio di Tropea e di Gubbio (3) che lo conserva gelosamente nel suo studio in Roma dove ho avuto occasione di consultarlo. Mentre rinnovo da queste pagine il mio ringraziamento per la sua squisita cortesia, lo esorto ancora a voler depositare tale importante cimelio all'Archivio di Stato di Napoli, come del resto è nei suoi intendimenti. Questo Ruolo del 1704 servì di base alla pubblicazione di Felice Toraldo dal titolo: <<Il Sedile e la Nobiltà di Tropea, 1898>>. Tra le pagine del Libro Grande si trovano ancora, a testimoniare la diligenza dei vecchi segretari del seggio, tre carte, e cioè: R. Cedola di Assenso del 18 ottobre 1671 per l'eventuale aggregazione della famiglia Cosentino; Bando originale con l'Editto di Re Ferdinando del 25 aprile 1800 che abolisce i Sedili di Napoli, istituisce il Tribunale conservatore della nobiltà e ordina formarsi il Libro d'Oro e altri tre Registri di Nobiltà; foglio a stampa con la Delibera del Tribunale Conservatore della nobiltà del Regno in data 11 giugno 1803 che riconosce per chiuso il Sedile di Portercole della città di Tropea ed ordina l'iscrizione delle famiglie e degli individui in esso godenti nei registri nobili ordinati da Sua Maestà.
Il formato del Libro è in folio grande. Vi è l'arme del Seggio e la relativa descrizione in termini araldici (cfr. F. Toraldo: <<Il Sedile>>, pag. 21). A pag. 4 vi è la seguente dichiarazine: <<Si fa fede da noi sottos.ti quattro Deputati di questa Ill.ma Piazza, seu Seggio di Portercole della Nobile e fedeliss.ma Città di Tropea eletti per fare il Ruolo g.n.le delli sig.i Nobili che godono in d.a Piazza nell'ultima conclusione fatta di d.o Seggio anche con giuramento e sotto pena del falso haversi dichiarato dagl'altri Sig.ri Deputati dalla Nobiltà di d.a Città nel 15 del mese di Ag.to 1703 negl'atti del possesso di questo Seggio med.te publico istrum.o rogato per mano di Nr. Antonio Scruglio, copia del quale si conserverà nell'altro libro di d.o Seggio esservi trenta famiglie che attualm.te godono in esso la Nobiltà, con tutti gli onori e prerogative solite, con haversi dichiarati tutti i rami per li quali d.e famiglie si conservano, e ciò med.e il giuram.o prestito in forma, quali trenta famiglie furono le seguenti vid.: Adisi, Aquino, Barone, Bongiovanni, Caputo, Comerci, Cosentino, Fazzari, Francia, Frezza, Gabrielli, Gagliardo, Galluppi, Giffoni, Imineo, Marchese, Martirano, Mazara, Migliarese, Paparatto, Pelliccia, Rocca, Romano, Scattaretica, Settis, Taccone, Tocco, Toraldo, Tranfo, Tropeano (4). Con che volendosi da noi quattro Dep.ti numerare e fare il ruolo gen.le di tutti li Nobili di d.e 30 famiglie nati in sino ad'oggi, acciò che se n'habbia d'essi pronta la notizia per tutto quello e sotto pena del falso essere le famiglie nobili che godono attual.te la nobiltà in d.o Seggio al num.o di trenta et essere le med.e che stanno di sopra descritte e che li Nobili di d.e 30 famiglie nati in sino ad'oggi non inclusi però gli Ecclesiastici Regolari, che si tralasciano sono tutti quelli che vanno descritti in piede dell'armi di ciascheduna famiglia che sia notata in questo libro, dopo delli quali si doveranno annotare tutti gli nobili nascituri di d.e famiglie dal Seg.o di questo Seggio colla fede del Battesimo, che gli dovrà essere presentata in conformità delli Capitoli di d.o Seggio... Tropea 26 aprile 1794 (f.to) Leonardo Mazara - Fran.co di Tocco di Gio. B.sta - Orazio Galluppi - Carlo Pelliccia - Leonardo Aloe Seg.rio>>.
Segue poi il Ruolo vero e proprio dove ad ogni famiglia patrizia è riservata una pagina. Nel recto, dopo il nome della famiglia in grande è delineato lo stemma i cui metalli e colori sono riportati graficamente. Segue la descrizione dell'arma, e poi la nota dei membri viventi al 26 aprile 1704 (5).
nel verso della pagina ci sono le annotazioni posteriori. Riporterò, come esempio l'iscrizione di due famiglie (le sole che sono riuscito a ricopiare). <<Gabrielli. Arma: d'oro con la pigna verde posta in banda ec. (6). Di questa famiglia sono viventi l'infra.tti: D. Angelo figlio del qm D. Gio. Ba. - D. Francesco Antonio figlio del qm D. Orazio. Sono in tutto num.o due ed a fede. Data ut Sa li 26 aprile 1704. (f.to) Leonardo Mazara - Fran.o di Tocco di Gio. Batt.a - Orazio Galluppi - Carlo Pelliccia - Leonardo Aloe Segret.rio>>. <<Toralto. Arma: d'oro con cinque monti verdi ecc. (7). Di questa famiglia vi sono viventi gl'infra.tti: D. Orazio figlio del qm D. Gio. B.a - D. Alfonso Baron di Calimera figlio di d.o qm D. Gio. B.tta - D. Bernardo fig° di d° qm D. Dom.° - D. Dom.° figlio di d° D. Orazio - D. Orazio figlio di d° D. Dom° - D. Fran° figlio del qm D. Bernardo - D. Gaspare fig° di d° qm D. Bernardo - D. Alessandro fig° del qm D. Antonio d'Orazio - D, Antonio figlio del d° D. Alessandro - D. Ignazio figlio del d° D. Aless° - D. Orazio fig° del qm D. Antonio - D. Tiberio fig° del qm D. Leonardo - Ab. D. Leonardo fig° del d° D. Tiberio - D. Camillo fig° del d° D. Tib° - D. Felice fig° del d° D. Tib° - D. Dom° Ant° fig° del d° D. Tib° - D. Ottavio figlio del qm D. Antonio di Ottavio - D. Fran° figlio del d° qm D. Ant.° - Sono in tutto num° dicciotto, et a fede. Data ut S.a 26 Ap.le 1704 (f.to) Leonardo Mazara - Franc. di Tocco di Gio. Batta - Orazio Galluppi - Carlo Pelliccia - Leonardo Aloe Seg.rio>>. Delle numerose annoazioni posteriori nel verso della pagina ne ho copiata solo una che è del seguente tenore:<<Fo fede io qui sott° d'essermi state esibite fedi di Battesimo dalle quali si rileva che d. Carlo Toraldo è figlio del dietro annotato d. Gaspare, e D. Nicola e d. Felice e d. Bernardo figli di d. Carlo e d. Carlo, e d. Carlo e d. Saverio fig.li di d. Nicola, et a fede. Tropea 20 agosto 1791. Da d. Carlo nacque d. Nicola e d. Saverio.>>.
Sia su questo Ruolo sia sul Registro delle Piazze Chiuse i patrizi di Topea hanno la qualifica nobiliare di don. Debbo anzi ritenere ce tuti i cavalieri del Lbro d'Oro e degli altri Registri di nobiltà del Regno di Napoli avessero tale qualifica in quelle compilazioni ufficiali. Ma il cav. Francesco Bonazzi, peraltro benemerito studioso e cultore di patrie memorie, pubblicando questi registri (8) volle omettere il don, e per fare questo fu costretto a pubblicarli in modo non letterale e integrale (9); e da allora persino i patrizi napoletani persero la detta qualifica mentre i patrizi milanesi, più fortunati, la mantennero (misteri della Consulta Araldica!).
D'altro genere fu il problema posto dal fatto che il Tribunale Conservatore della Nobiltà (oltre il titolo di Barone attribuito a 24 feudatari) aveva iscritto nei quattro registri istituiti con l'Editto del 25 aprile 1800 parecchie famiglie con titolature non più spettanti. La Commissione Napolitana nella sua tornata del 27 dicembre 1890 deliberava: <<che, pur ritenendosi l'annotazione di un titolo di nobiltà nel Libro d'Oro o negli altri Registri un importante documento possessivo, e tale da completare una precedente pruova, non è per se sola, meno esclusivamente pei titoli di Patrizio e di Nobile, indicativi del grado nobiliare della famiglia, documento sufficiente per l'iscrizione degli altri titoli nell'Elenco regionale>>. (Boll. Uff. C.A. vol. I n. 2, maggio 1892, pag. 108 in nota 2). Cioè fu ritenuto che l'annotazione di alcuni titoli, pur avvenuta nei Registri ufficiali di nobiltà ad opera del Tribunale conservatore di essa, valesse solo come ricordo storico, come importante documento possessivo (in pratica per ottenere eventuali rinnovazioni) ma non fosse sufficiente per un riconoscimento di giustizia. Ho creduto opportuno riportare tale delibera, che è poco conosciuta e che serve ad illustrare la massima n. 2, ora 67 del Massimario per la C. A. del 1915 (<<il possesso attuale del titolo nobiliare, di cui è parola nell'art. 3 di detta legge - 2 agosto 1806 -, deve essere legittimo>>).
Inoltre si dà il caso che tutte le titolature delle famiglie sono riportate anche dal Bonazzi e che, pur essendo andati distrutti i 4 registri di nobiltà, si sono salvati i relativi indici, dove sono riportate ancora, accanto ai nomi delle famiglie, le eventuali titolature con le quali furono iscritte. E non è sempre facile (specie oggi e nei confronti di chi non sia particolarmente versato in questi studi) convincere un legittimo discendente di un nobile iscritto nei registri come membro di una famiglia che ha i titoli, poniamo, di <<marchese>> o <<dei principi>> che tali titoli attualmente non gli spettano e che sono solo dei ricordi storici.
La Commissione Araldica Napolitana iscrisse i discendenti degli ascritti al Reg. d. P. Ch., Sedile di Tropea, nell'Elenco Ufficiale delle Famiglie nobili e titolate del Napolitano (approvato con R.D. 11 gennaio 1900) col titolo di <<Nobile Patrizio di Tropea>> (m), e analogamente si regolò per gli altri patriziati o nobiltà del napoletano (p. es. Nobile Patrizio Napolitano (m); Nobile patrizio di Cosenza (m); Nobile di Capua (m); ecc.). Alle femmine invece era dato il titolo di Nobile: <<Alle femmine delle famiglie appartenenti al Patriziato o alla Nobiltà di alcuna delle città del Napoletano spetta parimente di diritto il titolo di Nobile>>. (Elenco cit., Civelli, 1900, pag. 5). Era un sistema logico e chiaro: poichè i titoli patriziali e di nobiltà civica (per la differenza tra Piazze chiuse e Piazze aperte v. Riv. Ar., 1954, pag. 382 e 1958, pag. 257) nel Regno di Napoli erano riservati ai maschi - solo gli uomini infatti entravano a far parte dei Seggi - le femmine avevano personalmente il titolo di nobile.
Intervenne in seguito la massima della Consulta Araldica del 20 marzo 1925 secondo la quale <<Alle femmine di famiglie insignite di patriziati con trasmissibilità mascolina, deve attribuirsi il titolo di Dei Patrizi>>. Intanto l'Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano approvato con R.D. 3 luglio 1921 aveva tolto ai patrizi il doppio titolo di Nobile Patrizio e aveva lasciato solo il Patrizio (come del resto si era cominciato a fare negli ultimi Elenchi regionali approvati); e le femmine erano diventate non più Nobili ma Dei Patrizi. Infine, e qui fu chiaramente errato, la nobiltà civica anche nel napoletano divenne per maschi e femmine (p. es. nob. di Lucera, mf.); con la conseguenza che se si tratta di Piazza chiusa e quindi di patriziato il titolo è, per i maschi, <<Patrizio di X>> e per le femmine <<Dei Patrizi di X>>; in caso di Piazza aperta il titolo è <<Nobile di Y>> per i maschi e <<Nobile di Y>> anche per le femmine; e quest'ultima titolatura è sbagliata dato che le femmine come non entravano nei Seggi di Piazza chiusa così non entravano nei Seggi di Piazza aperta.
In conclusione, anche se si voglia ritenere la brutta locuzione di <<Dei Patrizi>> come stabilito dalla C.A. per le femmine delle famiglie patriziali, bisognerebbe almeno che fosse stabilito dal Corpo della Nobiltà Italiana che i titoli di nobiltà civica nel napoletano sono solo per maschi, come risulta anche dal Massimario per la C.A. art. 84 e 76, ritenendo le femmine il titolo di Nobile.

NOTE

(1) Le capitolazioni del Sedile del 1567 e del 1624, come quelle del 1703, sono riportate da Felice Toraldo ne: <<Il Sedile e la Nobiltà di Tropea>>, Pitigliano, 1898. Le 33 famiglie iscritte nel ruolo del 1704 erano tutte già comprese nella numerazione del 1567, meno i Romano aggregati nel 1572 e i Cosentino nel 1672.
(2) Solo nel manoscritto del P. Francesco Sergio del 1720 sono ricordate le famiglie degli Onorati, con brevissime note e con qualche nome di individui. In quell'anno le famiglie degli Onorati del Popolo erano 37, tutte nuove in confronto a quelle del 1624 eccetto: Cimino, Moricca, Scarmati, Scrugli e Blasio. Spero che questa Rivista possa pubblicare anche la parte del manoscritto del Sergio che si riferisce al Sedile Africano.
(3) L'Elenco Ufficiale nob. dell'Umbria approvato con R.D. 10 nov. 1907 riporta a pag. 53 l'avo di questi Pasquale Gabrielli di Carlo di Nicola (con figli e nipoti tra cui proprio Eduardo) come Patrizio Eugubino (mf) oltre che di Tropea (m.). Invece l'Elenco Uff. nob. Italiano del 1921 dà il titolo di Patrizio Eugubino solamente al secondo cugino del suddetto Pasquale, Gaetano Gabrielli di Nicola di Gaetano, che nell'Elenco Umbro non figurava; e così fanno gli Elenchi successivi. Certo c'è un errore o un'omissione, perchè anche il Patriziato di Gubbio dovrebbe spettare a tutti i Gabrielli, e sarebbe interessante poter consultare i verbali della Commissione Umbra.
(4) Nel ruolo sono riportate anche le famiglie Vulcano, Adilardi (v. supra) e Orlando. La fam. Orlando fu reintegrata il 25 febbraio 1804, cioè dopo l'Editto del 1800 e anche dopo che il patriziato di Tropea era stato allibrato nel Reg. d. P. Ch. Si potrebbe dubitare che tale reintegra non sia stata del tutto legale, ma una lettera del Presidente del Tribunale Conservatore della Nobiltà, Principe di Canosa, ai Signori Cinque del Sedile del 25 settembre 1803 toglie ogni dubbio in proposito. Questa lettera, interessantissima perchè testimonia il perdurare anche dopo il 25 aprile 1800 del Seggio di Tropea regolato dalle antiche norme e tradizioni, è pubblicata nel Bollettino Uff. della Consulta Araldica, vol. II, ago. 1893, pag. 64. Però la data ivi riportata del 25 sett. 1809 è anacronistica, e va corretta in 1803.
La fam. Vulcano, omessa del 1704, fu annotata il 2 giugno 1706 perchè ne reclamarono il diritto i fratelli Francesco e Paride Vulcano residenti in Napoli.
(5) Erasmo Ricca (Storia de'Feudi, vol.III, pag. 540, nota 50) mostra di credere, riportando l'iscrizione dei Galluppi al Ruolo, l'unica finora edita, che questa sia rilevata da una copia estratta dal Segretario del Seggio il 26 aprile 1704. Invece è proprio l'originale che, per ogni famiglia è datata in quel giorno e firmata dai 4 Deputati e dal Segretario L. Aloe.
(6) V. TORALDO F.: <<Il Sedile>>, pag. 55. Felice Toraldo riporta fedelmente la descrizione dal Ruolo  degli stemmi delle famiglie viventi al 1898. E' da notare che anche le figure degli stemmi incise nel suo volume sono riprese esattamente da quelle del Ruolo. Poichè questo Autore ha omesso la descrizione degli stemmi delle famiglie estinte, pur riproducendone la figura, credo interessante farne conoscere alcune. Comerci: d'azzurro caricato di tre stelle d'oro la di mezzo sormontata da un fiore di giglio del medesimo, diviso da una fascia rossa; ed in oro un braccio d'argento con guanto guarnito di nero che tiene sopra tutto un falcone d'oro ligato da un nastro rosso. Cimiero: l'elmo tutto aperto con dentro la testa di un uomo posta in maestà col Motto: Volat cuncta. Cosentino: di rosso col Leon d'Oro coronato di gramegna, caricato alla giubba da una banda d'argento con tre rose di rosso sopra tutto che brandisce una sciabola d'argento sormontata da un fiore di giglio d'oro et a fianco dello scudo tre teste di Leon d'Oro recise, linguati di rosso, stillanti sangue e poste in palo. Frezza: d'oro con tre fasce azzurre ondate et il capo cocito del primo caricato di tre gigli azzurri. Martirano: tripartito retto, nel capo d'azzurro tre stelle d'oro, nel mezzo tre fasce del medio scaccheggiate di nero a cinque quadretti et intersecate a due aste rosse. La punta di rosso caricata d'una testa recisa di Leon d'oro stillante sangue. Paparatto: d'azzurro con tre cardi d'oro fronduti di verde, con due oche affrontate d'argento con becco e piedi rossi. Cimiero: un drago alato d'oro nascente dall'elmo. Rocca: d'oro con tre monti verdi sormontati dal rastello rosso di tre pendenti. Scattaretica: d'azzurro con il Leone uscente d'oro armato di rosso, diviso da un scacchero fusellato parimte d'oro. Tropeano: d'azzurro col pesce barbo d'argento posto in fascia accompagnato da quattro stelle d'oro tre al capo et una alla punta. Cimiero: un capo di pastoral nero con l'elmo all'antica.
(7) V. TORALDO F.: <<Il sedile>>, pag. 83.
(8) BONAZZI Francesco: <<I Registri della Nobiltà delle Province Napoletane>>, Napoli, De Angelis, 1879 (estratto dall'Almanacco: L'Araldo, anno II, 1879).
(9) Erasmo RICCA nella sua <<Storia de' Feudi>>, vol. III (e precisamente nel Discorso genealogico della fam. Galluppi), pag. 584 s., pubblica in modo fedele e integrale il registro delle Piazza Chiuse che si riferisce al Sedile di Tropea. Le famiglie patrizie risultarono all'11 giugno 1803 in numero di 24, di cui la Comerci si era estinta qualche mese prima. Il Ricca riporta tante altre notizie sulla Nobiltà di Tropea, nonchè la nota delle famiglie nobili al 1567 e al 1624 (vol. III, pag. 537 s.).
Infine debbo citare l'articolo di Giuseppe Rivera sulla Rivista Araldica, anno 1908, pagg. 584 - 590, dal titolo: <<Riconoscimento del Sedile Chiuso della Città di Tropea>> che contiene il rapporto sulla validità e verità dei documenti esibiti dai rappresentanti del Seggio di Tropea davanti al Tribunale Conservatore e la già citata decisione di questo Tribunale dell'11 giugno 1803.
 
 

La  NOBILTA'  di  TROPEA

INDICE

|  'Presentazione della 48^ Tornata' di Salvatore Libertino  |
|  'Il Sedile di Portercole e i Casati di Tropea' di Antonio Vizzone  |
|  'Blasonario delle Piazze Chiuse della Calabria: Catanzaro, Cosenza e Tropea' di Luciano Moricca Caputo  |
| 'Osservazioni sulle nobiltà civiche del Regno di Napoli e sui requisiti delle Piazze Chiuse' di Antonio Toraldo  |
|  'La Nobiltà di Tropea. Alcune osservazioni sul ceto civile nel Regno di Napoli e dei riflessi sulla vita attuale' di Giovanni Maresca |
'Costruire la Casa. Memoria, investimenti, erudizione di una famiglia tropeana tra XVIII e XIX secolo' di Francesco Campennì  |
'Il sedile di Tropea e alcune considerazioni sul riconoscimento e trattamento dei Patriziati nel Napoletano' di Antonio Toraldo |
'Per lo sedile denominato Porto Ercole della Città di Tropea. Nel Supremo Tribunale Conservatore della Nobiltà di questa Capitale, e Regno' di Ferdinando di Francia  |
| 'La Famiglia Caputo' di Salvatore Ferdinando Antonio Caputo  |
| 'Notizie delle Famiglie Nobili di Tropea desunte dalla Cronaca di P. Francesco Sergio' di Antonio Toraldo  |
'Divagazioni araldiche sullo stemma di casa di Tocco' di Antonio Toraldo  |
'La Famiglia Fazzari' di Bernardo Candida Gonzaga  |
'Le Famiglie Galluppi di Tropea, di Sicilia e di Aix in Provenza' di Goffredo di Crollalanza  |
'Brevi considerazioni sulla nobile famiglia Paparatti' di Umberto Paparatti  |
'La Famiglia Transo e Tranfo' di Candida Gonzaga |
'La Confraternita dei Bianchi di San Nicola' di Felice Toraldo  |
'I Sindaci di Tropea' di Felice Toraldo  |