Il Capo del Governo Giovanni Giolitti e il Sindaco di Tropea Francesco Barone

 

SULLO SCIOGLIMENTO

del

CONSIGLIO COMUNALE DI TROPEA

 

Per R. Decreto 26 Gennaio 1905 pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 13 Marzo

 


 

RELAZIONE AL RE

 

Sire,

Gli attuali amministratori del Comune di Tropea sono quei medesimi che erano in carica nel 1898, quando quel Consiglio Comunale venne sciolto, e che dopo circa un anno riguardarono il potere in seguito ad un secondo scioglimento del Consiglio.

I due R. R. Commissarii erano riusciti a rimuovere gl’inconvenienti che turbavano il regolare funzionamento della civica azienda e preparare un piano di riforme e di provvedimenti tendenti al definitivo assetto della finanza ed al risanamento igienico dell’abitato.

Gli amministratori però non seppero far tesoro degli studii e dei consigli dei R. R. Commissarii e molto meno attuare un qualsiasi altro programma amministrativo, di guisa che le condizioni della civica azienda sono andate sempre peggiorando.

Per la conduttura dell’acqua potabile nell’abitato urgeva provvedere all’allacciamento di altra sorgente e all’incanalamento delle acque in nuovi condotti in ghisa.

A tal riguardo furono fatti gli opportuni studii e preparati ed approvati anche i relativi progetti tecnici, se non che l’Amministrazione non ha mai creduto di darvi esecuzione avendo preferito provvedere con provvisorii espedienti, che nell’insieme hanno però importato rilevanti spese, allo scopo di sottrarsi alla contrattazione del mutuo necessario per la esecuzione delle opere comprese in detti progetti, mutuo che avrebbe dato luogo inevitabilmente ad un aumento della sovrimposta comunale, al che è contrario il Consiglio composto in gran parte di persone che sono fra i maggiori censiti dal Comune.

E’ stata trascurata anche la risoluzione del problema dalla fognatura, la cui manutenzione dà luogo ad una spesa che è divenuta eccessivamente gravosa.

Anche per quanto concerne l’ampliamento del cimitero si sono spese molte somme in progetti che non hanno mai avuto esecuzione, ed intanto le condizioni di esso, che nel 1899 erano tristi, sono oggi tali che non è possibile ritardare i necessarii provvedimenti.

Le scuole sono situate in locali antigienici, angusti e sprovvisti della indispensabile suppellettile; ma l’Amministrazione non se ne preoccupa.

Relativamente al prestito contratto dal Comune con la Ditta Compagnoni e che pesa sul bilancio per l’annua somma di Lire 11,000, i due R. R. Commissarii proposero la trasformazione: ma l’Amministrazione, sempre per evitare l’aumento della sovrimposta non ha finora voluto avvalersi delle leggi del 1898 e del 1900, né di quella recente del 19 Maggio 1904, mentre che con siffatto provvedimento si sarebbe stabilmente assestato il bilancio Comunale.

Tutto ciò è stato constatato da un’inchiesta non è guari eseguita, la quale ha accertato altresì che l’Amministrazione non usa nessuna parsimonia nelle spese facoltative, mantenute, con quella della Banda Musicale, a scopo elettorale e causa nel paese di un’ostilità sempre crescente verso gli amministratori; che invece una parsimonia eccessiva viene usata nelle spese obbligatorie, tanto da far trascurare i più importanti servizii. Ha accertato inoltre che per la mancata diligenza nelle riscossioni i residui attivi aumentano ed in pari tempo crescono i residui passivi a causa della poca sincerità dei bilanci comunali.

Dopo di che, non potendosi ormai porre alcun affidamento sulla opera degli amministratori in carica, la quale per converso riesce ognor più nociva agli interessi del Comune, reputo doveroso, anche per ristabilire la tranquillità in quella popolazione, sottoporre alla firma augusta di Vostra Maestà, lo schema di decreto che scioglie il Consiglio Comunale di Tropea.

Firmato

Giolitti

 


 

RISPOSTA

PRO VERITATE

 

Non per odio altrui, né per fare le nostre difese, sicuri sotto l’usbergo del sentirsi puri, ma in omaggio al vero esamineremo la relazione che precede il Decreto di scioglimento del nostro Consiglio Comunale, con serena obbiettività, per quanto cel consente l’animo giustamente indignato.

Il primo periodo della relazione, che il Capo del Governo fa al Re, è inesatto; non è vero On: Giolitti, che gli amministratori presenti del Comune di Tropea erano i medesimi, che erano in carica nel 1898; dei componenti il Consiglo del 1898 al 1905 non ve ne sedevano che soli quattro, e l’attuale capo dell’amministrazione al 1898 era semplicemente Consigliere, perocchè è vero che aveva occupato questa carica dal 1885 al 1896, ma nell’anno 1896 si era dimesso, e siccome il governo dell’epoca non avea voluto accettarne le dimissioni, funzionava da Sindaco un assessore. Se pur è vero che la parola, come diceva un sommo politico, deve nascondere il pensiero, non manifestarlo, non dovrebbe almeno servire per falsare i fatti !... Sunt lacrimae rerum.

Giova poi ricordare che il Consiglio del 1898 non fu disciolto per pecche amministrative, ma in seguito a disordini verificatisi nel maggio di quell’anno, chè i tumulti di Milano ebbero un’eco dolorosa in questa tranquilla cittadina, ove pochi sconsigliati in un momento di ebbra incoscienza si abbandonarono ad atti vandalici deplorevolissimi, i quali non poterono essere frenati per mancanza di agenti della forza pubblica.

Dell’Amministrazione successa, e caduta dopo men di un anno in seguito a scioglimento del nuovo consiglio, non vogliamo occuparci.

Il R. Commissario Cav. Moro, lungi dal biasimare l’opera dell’Amministrazione del 1898, ne dà nella sua relazione un giudizio lusinghiero. «Varie delle passate vostre Amministrazioni, egli dice, si sono poste ardimentose sulla via di un razionale progresso ed hanno affrontato i problemi che più direttamente interessano il benessere della cittadinanza e cioè il risanamento dell’abitato, la conduttura dell’acqua potabile e la fognatura. Ma, come vedremo più oltre, il loro scopo nobilissimo non potè essere interamente raggiunto, sicchè a Voi incombe attualmente di perfezionare le opere già compiute. »

E trattando della posizione finanziaria: «E poi mio obbligo di aggiungere che qualsiasi possa essere il deficit con cui dovrà chiudersi l’attuale esercizio, esso non potrà menomamente imputarsi alla cessata amministrazione, la cui gestione fu sotto ogni rapporto improntata alla più stretta regolarità e correttezza. Se ad essa può farsi un addebito si è quello di aver compilato il bilancio di quell’esercizio con criteri troppo parsimoniosi. »

E difatti a criteri di parsimonia si è ispirata sempre l’Amministrazione del Comune di Tropea, ove non si paga tassa di focatico, non di esercizi e rivendite, non sul valore locativo, e la sovrimposta è al limite legale, costituisce ciò forse un demerito per gli amministratori, i quali non le hanno imposte nemmeno dopo l’abolizione del dazio sui farinacei che diminuì l’entrata di oltre lire cinquemila?

Tropea cittadina di 6000 abitanti dispone per i suoi usi civici di circa 360 metri cubi di acqua al giorno, cioè 60 litri per ogni abitante: è forse insufficiente? Ma si guardino un poco le statistiche, e si vedrà che pochi Comuni hanno in ragione della loro popolazione un volume di acque proporzionalmente uguale. Perché dunque allacciare le sorgenti del Pantano, che danno una qualità di acqua inferiore all’attuale, siccome è risultato da analisi fatta nel 1896 dalla Direzione generale di Sanità, in modo che l’aumento della quantità sarebbe a scapito della qualità, e costerebbe al Comune una ingente spesa, non tanto pei lavori di allacciamento, quanto per il prezzo che se ne dovrebbe pagare al proprietario, a cui tali sorgive appartengono?

Le acque potabili dalla sorgiva di S. Agasi arrivano a Tropea condottate in ottima tubolatura di terra cotta, situata in volte di muratura, che la proteggono, e dopo gli ultimi restauri fatti dalla or cessata amministrazione, ed altri da essa delibarati, che sono in corso di opera, si è pienamente garentiti ch’esse giungano pure ad animare le fontane della Città, senza tema d’inquinamento od intorbidamento di sorta, e di ciò fa fede la relazione dell’Ingegnere Palli del Genio Civile di Catanzaro, venuto ad iniziativa dell’Amministrazione a visitare gli acquedotti per verificare i lavori fatti dall’Impresa Giroldini nell’anno 1902.

Sia in fatto che l’Amministrazione del 1899 avea fatto redigere un progetto di conduttura forzata in ghisa al duplice scopo di servirsi dell’acqua come forza motrice di una dinamo, che avrebbe dovuto illuminare la città a luce elettrica, e di portare l’acqua nell’interno delle abitazioni, ma tale progetto è inattuabile per la prima parte per la scarsezza dell’acqua (360 metri cubi), la quale potrebbe sviluppare una forza di sette cavalli, onde potrebbero essere animate appena 50 lampadine elettriche della forza luminosa di 12 candele ognuna, presenta gravi difficoltà tecniche per la seconda, perocchè contenendo la nostra acqua eccesso di sali calcarei, questi lungo il percorso risedendo, fanno delle concrezioni che ostruiscono i tubi interamente, tanto da dover essere rotti per dar libero passaggio all’acqua; ed i tubi attuali sono del diametro di centimetri 15, figurarsi con qual frequenza tali ostruzioni si verificherebbero in tubi di un diametro assai inferiore!!!...

Abbiamo voluto accennare alle difficoltà tecniche del progetto, e facciamo rilevare ch’esso non fu mai sottoposto all’esame dei corpi tecnici, né tanto meno da essi approvato, siccome nella relazione contrariamente al vero si asserisce, ed aggiungiamo che è tanto più falso che esso non abbia voluto dalla disciolta amministrazione attuarsi per non aumentare la sovrimposta, perché giusto gl’intendimenti dell’Amministrazione, che la deliberò, l’opera avrebbe dovuto essere data in appalto ad una società assuntrice, la quale si sarebbe rimborsata coi proventi dell’acqua stessa, che si sarebbe venduta ai proprietarii delle case, provocando una legge speciale per obbligarli a tale contributo.

Si sarebbe poi ottenuto questa leggina speciale, quando da nessuna ragione di pubblica salute provocata, ma solo per dare una maggior comodità ai cittadini già esausti dal fisco, e la cui potenzialità finanziaria è stremata?

D’altronde il non aver voluto un’Amministrazione Comunale gravare ancora la sovrimposta, che trovasi già al limite legale, per eseguire un progetto di lusso (luce elettrica in parodia, acqua alle case per risparmiare la pena di attingerla alle pubbliche fontane, dove scorre fresca, abbondante, limpida e pura) è motivo di scioglimento? E’ questo il caso di far intervenire la Reale prerogativa data al Sovrano dall’art: 295 della legge comunale che dice: «I consigli Comunali possono essere sciolti per gravi motivi di ordine pubblico, o quando richiamati all’osservanza di obblighi loro imposti dalla legge persistono a violarli? ». La semplice lettura dell’articolo in discorso basta a dare una negativa risoluta, e dimostra la deplorevole indebita intromissione del potere politico nelle amministrazioni dei Comuni, onde si soffoca ogni libertà, ed ogni autonomia.

La manutenzione della fognatura, che tanto preoccupa l’On. Giolitti, è appaltata per 540 lire alll’anno, et satis de hoc.

L’Amministrazione si è con intelletto d’amore occupata dall’ampliamento del Cimitero, ove ognuno di noi ha care memorie, e non poteva non richiamare tutte le loro cure solerti la sistemazione della terra, dove quei che ci furono diletti dormono l’ultimo loro sonno; ed infatti si è fatto redigere un progetto d’arte, il quale è stato deliberato dal Consiglio, approvato dall’ufficio tecnico e dal Consiglio Sanitario, reso esecutivo con decreto del Prefetto. Per far fronte alla spesa si è chiesto alla Cassa Depositi e Prestiti un mutuo di favore di lire 20,000, valendosi dalla legge 8 febbraio 1900 N. 50; la pratica, approvata dalla giunta Prov. Amministrativa, e corredata di tutti i documenti in conformità dell’articolo 2 del Regolamento 10 febbraio 1900, con la domanda del mutuo fatto dal Sindaco, fu mandata ai primi di luglio alla Sottoprefettura di Monteleone per essere trasmessa gerarchicamente al Ministero dell’Interno per i suoi provvedimenti, e nel bilancio per il 1905 si era già stanziata la prima rata di pagamento del prestito; chi crederebbe che si è avuta una risposta appena nel mese di dicembre? e si fa appunto all’amministrazione del ritardo!... ma si vada a leggere la corrispondenza tenuta dal Sindaco col Prefetto e Sottoprefetto, quante premure fatte indarno!... e questo fia suggel c’ogni uomo sganni.

I locali delle scuole sono asciutti, esposti ad oriente, e furono da tutti gl’ispettori scolastici da 30 anni in qua trovati buoni; oh! Che diventarono cattivi in un momento?!...

Dopo le leggi del 1898 e 1900 si è dal Consiglio dato incarico al Consigliere Fazzari Pasquale di studiare e trattare per la trasformazione del credito Compagnoni, ed il Consigliere Fazzari aveva già iniziato le pratiche col suddetto Compagnoni per avere una riduzione sul prezzo delle obbligazioni, pratiche che devono condursi con fino accorgimento, perché se le cartelle si pagano al valore nominale di Lire 500 ciascuna, cessa ogni vantaggio del Comune, e tutto il lucro va a beneficio dei possessori delle cartelle. E il Fazzari aveva ottenuto dal Compagnoni la vendita delle cartelle col 20% di meno, né mancò d’interessare per la migliore soluzione dalla cosa il Deputato Squitti. Giova ricordare che con la facoltà date ai Comuni dell’ultima legge 19 Maggio 1904 non fa d’uopo assolutamente, per poter ottenere il mutuo dalla Cassa di prestiti, di aver la sovrimposta in misura proporzionata alle annualità che si devono pagare, perché in difetto della sovrimposta i Comuni sono facoltati a vincolare in favore della Cassa anco i dazii, e ciò si ricorda per far cadere la bugiarda accusa che l’Amministrazione non voleva trasformare il prestito per non elevare la sovrimposta; ma è possibile che i legislatori ignorino la legge 19 Maggio 1904 da loro votata? Ahi! Pisa vituperio delle genti.

Per quanto riguarda la banda non vogliamo spendere una parola; al Ministro Giolitti risponda il Ministro Giolitti stesso; trascriviamo soltanto una nota del Sottoprefetto del 28 Giugno 1904 N. 5054 - «oggetto – denunzia Polistena contro l’Amministrazione Comunale – Signor Sindaco Tropea. Prego V. S. voler restituire gli uniti documenti al Sig. Polistena Antonio di cotesto Comune, comunicandogli che il Ministero dell’Interno fa conoscere di non poter prendere in considerazione la sua denunzia, ritenendo anzitutto infondate le accuse mosse all’Amministrazione Comunale e per quanto riguarda la banda musicale trovando giustificata la decisione della Giunta Provinciale Amministrativa che ne ha dichiarata consolidata la spesa». E pure nel bilancio 1905 si è stanziata una somma anco inferiore a quella consolidata dalla Giunta Provinciale Amministrativa.

Quantum mutatus ab illo! On. Giolitti, quanta differenza da Giugno a Gennaio! Qual cambiamento! Un filosofo francese scrive che il pudore nella donna è il sentimento delle proprie imperfezioni, ma noi vogliamo far cadere i veli che coprono la verità, questi falsi pudori vogliamo mascherare. Voi On: Giolitti, avete sciolto il Consiglio Comunale di Tropea cedendo alle premure di chi avrebbe dovuto ricordare quale aiuto in giorni tristi chiese ed ebbe da Tropea per rimunerarla ora con tanta ingratitudine.

Se quegli che venne a fare l’inchiesta, e per qualche giorno dallo stremato bilancio del Comune si ebbe lire 107!! Avesse interpellato il Sindaco, questi gli avrebbe messo sott’occhio documenti che dimostrano come le ragioni addotte per lo scioglimento sono antiche accuse ripetute mille volte, e sempre respinte dalle autorità.

I residui attivi, la cui mancata esazione si deplora poco a proposito, riflettono le somme dovute dal Ministero della pubblica istruzione (pare impossibile) e dai Comuni di Spilinga e Briatico, contro i quali si spunta ogni eccitamento dell’Autorità superiore per nota, non certo lodevole, politica inframmettenza e protezione.

Ed è questo il Ministero che si proclama liberale!

E’ questo il Governo che sognarono di dare all’Italia Gioberti, d’Azeglio e il Conte di Cavour? Dunque il sangue di tanti eroi, gli scritti di tanti sommi, i carmi onde tanti poeti ispirarono in questo popolo la sete del martirio pel trionfo di una idea non valsero che a farci cambiare di tirannide!

Tropea     Marzo 1905.

 

Francesco Barone ex Sindaco, Gaetano Fazzari ex assessore, Gaetano De Duce ex assessore, Antonino Scrugli ex assessore, Raffaele La Torre ex assessore, Ignazio Toraldo già Consigliere, Tommaso Toraldo Grimaldi ex Consigliere, Nicola Mottola fu Francesco ex Consigliere, Pasquale Fazzari Serrao ex Consigliere, Antonio Barone ex Consigliere, Giovanni Naso fu Domenico ex Consigliere.