LA SVASTICA DI GERACE, LE MASCHERE DI TROPEA E IL <<TERZO OCCHIO>>
di Domenico Rotundo
Portale gotico-normanno della chiesa di S. Francesco a Gerace, dove tuttora esiste una chiesa del Monsalvato di graalica memoria. La chiesa con l'annesso convento fu fondata da S. Daniele da Belvedere (1252), martire francescano di Ceuta. E' nota la simpatia con cui Federico II guardò al movimento francescano. Sotto il braccio della svastica ruotante verso destra è raffigurata una maschera umana alludente all'Uomo Rigenerato in seguito all'iniziazione.
La stessa maschera enigmatica, questa volta sbocciante da una rosa (si tenga presente, l'analogo senso esoterico che l'aprirsi della rosa sulla sulla croce ha per la confraternita dei Rosacroce, erede diretta dei Templari), ritroviamo nello stemma che sovrasta il portale del Palazzo Granelli a Tropea. Un'altra maschera bizzarra tropeana, situata sul portale barocco del Palazzo Mottola-Casaburi (decorato a rose, svastiche e doppie spirali), sembra invece richiamarsi direttamente alla leggenda del Graal. A ben guardarla essa rivela un terzo occhio al posto dell'arcata zigomatica e una seconda bocca in mezzo alla barba. Anche questa maschera si riferisce all'Uomo preadamitico, all'Uomo reintegrato nell'Uno organico: la leggenda graalica, infatti, afferma che il Graal, simbolica Coppa (Incondizionato) che raccolse il sangue di Cristo, eaccolse anche il terzo occhio che Adamo aveva perso nella caduta (chiara allusione alla paralisi, in seguito alla caduta, dell'infinita potenzialità creatrice dell'uomo e al suo vedere il mondo non più da un punto di vista assoluto ma da un punto di vista relativo e finito).
Tropea. Palazzo Granelli in Largo Sannio. Stemma con all'interno la maschera umana 'enigmatica'.
Del <<terzo occhio>> perduto dall'uomo parlano quasi tutte le tradizioni religiose della Terra. A noi a conferma della Verità e della Realtà della Tradizione, basterà citare sacre scritture di due popoli totalmente diversi, gli Indoarii dell'India e i Maya precolombiani. Ecco un brano tratto dai <<Commentari>> indiani: <<Vi erano creature umane munite di quattro braccia, in quell'epoca remota dei maschi-femmine (allusione all'Individuo assoluto) e con una sola testa ma con tre occhi. Essi potevano vedere davanti e dietro a sè. Un Kalpa più tardi poichè gli uomini erano caduti nella materia, la loro vista spirituale si affievolì e il Terzo Occhio cominciò a perdere gradualmente la sua potenza... Quando la Quarta Razza raggiunse il periodo medio della sua Era fu necessario risvegliare la Visione Interna e acquistarla per mezzo di stimoli artificiali, il cui processo era noto agli antichi Saggi... Il terzo Occhio, pietrificandosi gradualmente a sua volta, non tardò a scomparire. Le doppie facce diventarono la faccia unica, l'occhio si infossò profondamente nella testa ed attualmente è situato sotto i capelli. Durante i momenti di attività dell'Uomo Interno (durante le estasi e le visioni spirituali) l'occhio si gonfia e si dilata. L'Arhat (Il Saggio) lo vede e lo sente e regola le sue azioni in conseguenza... Il Lanco senza macchia (il Discepolo) non ha nulla da temere, colui che non si mantiene in stato di purezza non riceverà alcun aiuto dell'Occhio Deva2>>. Ed ecco infine un passo tratto dal Popol Vuh, la famosa <<Bibbia>> maya <<Guardavano e vedevano lontano, potevano conoscere tutto quanto c'è al mondo. Quando guardavano, vedevano tutto, d'intorno, e la cupola del Cielo e l'interno della Terra. Senza muoversi vedevano tutte le cose nascoste, lontane. Vedevano subito il mondo intero e lo vedevano dal luogo in cui stavano. Grande era la loro saggezza. Il loro occhio giungeva alle foreste, alle rocce, alle lagune, ai mari, ai monti ed alle valli. In verità erano uomini meravigliosi3...<<Ma venne poi la caduta>>. Così parlarono (gli Dei), e tosto mutarono la specie delle loro opere e creature. Il Cuore del Cielo gettò loro un velo sugli occhi, ed essi s'annebbiarono, come quando l'alito tocca uno specchio. I loro occhi si annebbiarono: potevano vedere soltanto quel che era vicino, quel che era chiaro. Così vennero distrutte la saggezza e tutte le conoscenze dei quattro uomini dell'origine e del principio. Così furono creati e formati i nostri antenati. Dal cuore del Cielo, dal cuore della Terra>>4.
NOTE 1 Non è fuori luogo ricordare che a Gerace esiste ancora la chiesa del Monsalvato, titolo che ha evidenti relazioni con il Graal e con l'Ordine dei Templari. Non è nemmeno inutile ripetere che la doppia svastica (ruotante verso destra e verso sinistra) allude all'universale simbolo esoterico dell'Assoluto nel suo duplice aspetto evolutivo e involutivo (eterna periodica creazione e distruzione del cosmo: analogo significato la doppia spirale della croce di Polsi). Anche il simbolismo della destra e della sinistra non è casuale. Destra (come la mano destra) è tutto ciò che è conforme all'Ordine naturale delle cose, tutto ciò che va verso Dio. Sinistra è tutto ciò che esce da Dio, tutto ciò che sovverte l'Ordine naturale delle cose. Secondo molte religioni, infatti, gli esseri liberali <<siedono alla Destra del Padre>>. Pure per il cattolicesimo <<Cristo siede alle Destre del Padre>>, cioè fa tutt'uno con il Padre. E' inoltre un modo di dire popolare <<è un essere sinistro>>, ad indicare un uomo selvaggio. 2 In Q. Cardinale, <<Il ritorno delle civiltà perdute>>, Newton Compton Italiana, Roma, 1969, p. 73. 3 In P. Kolosimo, <<Non è terrestre>>, ed. Sugar, Milano, 1968, pagg. 166-167. 4 Ibidem, p. 167. Il <<Cuore del Cielo>>, Dio, dagli Atzechi era detto Thios, Teote e Teo; dagli Incas Tia.