Da Parghelia, Tributo a Raf
Nel secondo anniversario della scomparsa
Un nostro incontro con il figlio Saverio
di Franco Vallone
Parghelia, un luogo incantevole a due passi da Tropea, rende omaggio ad uno dei Grandi del Cinema Italiano: Raf Vallone. Lo fa con una proiezione, un documentario di novanta minuti sulla vita e l’opera dell’attore. Titolo di questo ritratto, "Uno sguardo dal mare" realizzato e ideato dalla regista Donatella Baglivo che ha anche realizzato la collana, la serie "I Grandi del Cinema Italiano". Ma andiamo per ordine, cerchiamo di capire come è nata questa interessante iniziativa culturale e artistica che parla di cinema, di teatro, di umanità, di radici e di luoghi. Tante le persone che sfiorano questo lavoro dalla dimensione artistico antropologica. Proprio a Parghelia abbiamo incontrato uno dei figli dell’attore, Saverio, attore di cinema e di teatro in Calabria per questo evento. Nella loro Tropea sono arrivati anche la madre, Elena Varzi, la donna, anche lei attrice, che Raf ha sposato nel 1952 e con la quale ha trascorso cinquanta anni di vita e poi la sorella Eleonora, attrice. E poi per questo incontro c’è un ingrediente particolare la passione per il cinema. Una vera e propria ricetta, come quelle gastronomiche, fatta di contenuti, di passioni, di vicinanze, di professionalità, di serietà professionale, di luoghi e tempi. Chi lambisce questa manifestazione così vera? Vediamo i personaggi, uno ad uno. Iniziamo da Giuseppe Imineo, un "cinematografaro" che sembra uscito da "Nuovo Cinema Paradiso" di Tornatore. È un uomo che di cinema se ne intende perché il cinema lo conosce dal basso. È una vera e propria icona culturale di tutto quello che succede in quella fase quando il film è in distribuzione. Conosce tutti i tipi di macchine da proiezione, ne possiede così tante da poter pensare ad un museo, e poi pizze con pellicole in 35 mm di film introvabili, attrezzi di ogni genere, una memoria storica di tutto quello che successo nel cinema da qui a ritroso di sessant’anni e più. Ama profondamente il cinema proietta ogni estate i film nelle piazze calabresi alzando teli bianchi nei cieli stellati dell’estate calabrese. Arriva con il suo furgone "allestito" da cui come aggiunge Saverio Vallone, "esce fuori la magica luce con le immagini del cinema" . Imeneo, in questi lunghi anni di attività, oltre a manovrare macchine da proiezione, da quelle a carbone a quelle elettroniche e oggi anche digitali, ha assorbito una profonda cultura dell’immagine. Una sorta di raffinato spontaneo e naif gusto dell’estetica. Forse nella sua più profonda spontaneità è diventato un vero e proprio critico cinematografico. Ci accorgiamo che stiamo parlando di personaggi, più che di persone, personaggi che navigano ai margini della storia del cinema, con i suoi personaggi, con i suoi interpreti e con le sue comparse. Andiamo a vedere il secondo elemento culturale della storia. Saverio Vallone, classe 1955 attore, figlio d’arte, interprete numerosi film per il cinema e di messa in scena di importanti spettacoli teatrali. Lui, come suo padre, ha il mare dentro è come ul elemento genetico. La prima cosa che ci racconta, incontrandolo ieri l’altro, è "ho fatto un bagno nel mare di Tropea". Tropea- 29 ottobre 2004 tanto per ricordare le cronologie di questa storia. Saverio ha un rapporto d’amore spontaneo e vero con questa zona del vibonese, ci racconta dei suoi avi, la nonna, la marchesa Mottola di Tropea, racconta delle bellezze, delle viuzze della "Perla del Tirreno", ci racconta di una Parghelia bella e a dimensione d’uomo, ci racconta della vicina Briatico, del suo mare incantevole, ricorda anche di aver fatto uno spettacolo teatrale in piazza, proprio davanti alla chiesa. Saverio oltre ad essere un attore importante del panorama cinematografico e teatrale ha anche la grande qualità di essere una persona trasparente, serena, modesta. È la grandezza dell’uomo vero. Suo padre era un vero maestro, anche in questo.
Per rincontrare l’attore Saverio Vallone sulle tavole di palcoscenico, appuntamento con la sua tournee in tutta Italia con un interessante spettacolo teatrale dal titolo "Capitano Ulisse" con Arnoldo Foà. Una produzione di Alessandro Giglio di Roma. Mentre sul telone allestito da Imineo nella sala del consiglio comunale del comune di Parghelia scorrono le immagini del documentario della Baglivo, raccontiamo a Saverio di esserci portati, alcuni mesi fa, al cimitero di Tropea per far visita alla tomba del padre. Una tomba a due passi del mare, una tomba semplice, bianca, solare dove spicca una bellissima foto di Raffaele Vallone e un piccolo bigliettino con la scritta "ti voglio bene papà – Saverio". Confidiamo che l’emozione è grande pensando che dietro quella lapide ci siano i resti mortali, le ceneri ,di uno dei grandi interpreti del neorealismo italiano. Poi, confidiamo ancora, al di là delle questioni più religiose ed umane, la percezione che dietro quella lapide non ci sia Raf Vallone, perché lui è, e continuerà ad essere nel Cinema, per sempre.
Ci piace ricordare come Franco Sepe descrisse Raf Vallone: "aveva il mare negli occhi, come taluni pescatori del sud il cui volto brunito dal sole fa rifulgere, per contrasto, dalle trasparenze azzurrine l’essenza inafferrabile della profondità".
Ed ancora una frase che
resterà nella storia è quella di Saverio ripresa, a Tropea,
in una nostra intervista di marzo 2003: Saverio, sente la presenza di suo
padre in questi luoghi che lo videro nascere? "Mio padre lo sento talmente
dentro, dentro qualsiasi suo ricordo, dentro i vicoli di Tropea, dentro
questo affaccio straordinario da dove si vede e si sente il rumore del
mare, tutta la sua storia, tutta la sua cultura e quindi la cosa più
importante è quello che lui ha lasciato cioè la memoria nella
vita". Ancora un personaggio di cui vi vogliamo parlare è Donatella
Baglivo, regista, produttrice, esperta di montaggio, ha lavorato per la
Rai e per imprenditori privati, montando documentari, inchieste, pubblicità
e sceneggiati. Ha realizzato "ritratti" per Theodoros Anghelopoulos, Eugène
Ionesco, James Dean, Mongomery Clift, Marlon Brando, Marilyn Monroe, Rita
Hayworth, Clark Gable, James Steward, Gary Cooper, nel 1982 inizia una
trilogia sul famoso artista Andrei Tarkovsky. Per la rubrica Mixer, per
la Rai, è autrice di inchieste dal titolo: "i gay nell’esercito";
"Raffaele Tutolo"; "Lorenzo Nuvoletta"; "Strage di Natale- Rapido 904 Firenze
Bologna" Le sue biografie divengono oggetto di studio nelle università,
proiettate nei cinema e trasmesse dalle televisioni italiane e straniere.
Ha inoltre rappresentato ufficialmente l’Italia in quasi tutti i Festival
Cinematografici del mondo. La serie "I Grandi del Cinema" continua. Le
puntate già terminate, oltre quella su Raf Vallone, sono le seguenti:
"Claudia Cardinale, Alberto Sordi, Paolo Villaggio, Monica Vitti,Franco
Zeffirelli, Carlo Ludovico Bragaglia, Mauro Bolognini, Virna Lisi, Mario
Monicelli, Silvana Pampanini, Totò, Alberto Lattuada, Anna Magnani,
Franca Valeri, Gillo Pontecorvo, Bernardo Bertolucci, Pier Paolo Pisolini,
Ugo Tognazzi, Federico Fellini, Francesco Rosi, Roberto Rossellini, Leopoldo
Trieste, Giulietta Masina. Parlare poi del grande Raf Vallone diventa superfluo,
parlare dei suoi film, dei premi ricevuti, delle opere teatrali, dei suoi
lavori in Francia, del Vallone giornalista dell’Unità, del Vallone
calciatore del Torino, dei festival internazionali, delle regie, delle
recensioni, delle grandi amicizie con gli altri grandi del cinema…tutto
superfluo quando i livelli sono quelli del mito, ogni racconto diventa
superfluo. Abbiamo visto in anteprima il documentario che questa sera verrà
presentato a Parghelia, la regista Donatella Baglivo, come un pittore famoso,
è riuscita a dipingere un ritratto particolare, variegato, mai banale.
Il visto, il rivisto, il ricordato e l’inedito in questo lavoro ha un altro
significato. È una vera e propria rilettura interpretazione del
"vedere" Raf Vallone. La magia della regia. In 90 minuti, con la sua ideazione,
stesura dei testi, sceneggiatura e regia, Baglivo ha racchiuso tutta una
vita artistica e umana. I risultati sono davvero speciali. Trattare interviste,
film, biografie, lavori teatrali, televisivi, impongono una scrittura ed
una metodologia particolarmente complessa. Cronologie, colore, bianco e
nero, audio di diverso livello, inquadrature cinematografiche, inquadrature
televisive, inquadrature di televisione nel teatro… diverse interpretazioni
della realtà e della finzione, occhi diversi e sguardi diversi di
registi che hanno diretto, ognuno con la sua differenza artistica, l’attore
Raf Vallone. Cucire un prodotto biografico filmico con tutto questo materiale
così diverso e variegato, dare un senso alle immagini, al colore
e alle tonalità di grigio, ai rumori e alle parole, al doppiato
e alle prese dirette…non è per nulla cosa facile.