Agostino Petracca (1829 - 1886). Ritratto di donna. Collezione privata.
PETRACCA SCAGLIONE, una famiglia illuminata dell'Ottocento calabrese
di Salvatore Libertino
Una famiglia 'talentuosa' dai profondi principi morali, quella dei Petracca Scaglione, illuminata dal faro della letteratura, dell'arte, della musica, della poesia, che esercitò un ruolo intellettuale di prim'ordine nella società calabrese dell'Ottocento, dimostrando una prorompente vivacità culturale non solo nel territorio di Tropea e di Ricadi dove visse e operò fino ai primi del Novecento. Proprio a Ricadi, oggi, attraverso la ricostruzione artistica, letteraria e storica dei singoli componenti, è in preparazione un tributo a questa importante famiglia, alla quale, durante il mese di febbraio 2007, saranno dedicati una mostra ed un simposio. Il curatore è lo storico Pasquale Russo cui abbiamo chiesto di parlarci dei Petracca Scaglione.
"" Le famiglie tropeane che possedevano dei beni trascorrevano l’estate “a villeggiare” per controllare ed esigere i raccolti nei casali o villaggi dove avevano le loro proprietà fondiarie. A Ricadi una di queste famiglie si stabilì in modo definitivo nella settecentesca grande casa che chiudeva a nordest la piazza del paese. Da molti anni ormai quella casa è stata interamente demolita ed ora al suo posto sorge una costruzione senza significato. Ancora oggi a Ricadi le persone anziane ricordano l’antico androne e la sontuosa scalinata che portava alle ampie stanze che nell’ala sinistra ospitavano gli uffici del Municipio, mentre quelle poste nell’ala destra erano abitate dagli anziani proprietari, don Pasqualino Petracca e la moglie donna Annunziata Scaglione. La decadenza del casato era più che evidente, non solo nella avanzata età dell’ultima coppia che ha abitato l’antica casa, ma anche nel loro “stile” di vita riservatissimo, nel loro vivere di ricordi, quando erano al centro del paese per le attività “culturali” e “artistiche” di don Pasqualino, maestro, tra l’altro, di violino, chitarra, banjo e fisarmonica di tutta la gioventù del luogo, oltre che diligente raccoglitore di cronache locali. Erano ricordi di una splendida epopea famigliare che poteva annoverare con orgoglio personaggi di alta caratura morale, intellettuale ed artistica come il sacerdote Vincenzo Petracca nella prima metà dell’ottocento, il sacerdote Pasquale Petracca, etnologo, architetto e pittore, Agostino Petracca, pittore, Giambattista Petracca, storico, giornalista - era stato l'ideatore ed il direttore del Gazzettino di Tropea ai primi del Novecento fino alla sua scomparsa (perito nel terremoto di Messina del 1908), don Nicolino Petracca, fine intellettuale e poeta. Una famiglia di grande ricchezza umana e culturale che don Pasqualino, fino alla seconda metà del secolo XX, continuò a rendere presente. Nella grande casa i raduni erano sempre allietati da briose musiche per serenata. Fino a quando campava don Pasqualino le pareti erano ancora tutte piene di quadri, numerosissime tele per lo più senza cornici, la gran parte soggetti religiosi e ritratti. Alla gente del luogo, una popolazione prevalentemente contadina, faceva enorme impressione, e nello stesso tempo suscitava compiacenze non velate, una Maddalena procace e sensuale. Quando viveva don Nicolino Petracca, parroco del luogo e fratello di don Pasqualino, la casa era spesso ritrovo per i preti della zona che si raduvano per risolvere il caso morale (una tradizione accademica che tendeva all’aggiornamento del clero), e l’ospitalità era generosa e gioviale. Dovevano essere bucolici i tempi in cui quel club di intellettuali si dedicava ad ascoltare le poesie di qualcuno dei membri o a discutere le cronache sulle antichità del luogo raccolte da Giambattista Petracca Scaglione. I quadri che adornavano la galleria di famiglia erano di Agostino Petracca. Un pittore che è rimasto quasi totalmente sconosciuto. A lui sarà dedicata una mostra esclusiva. Era nato il 19 luglio 1829. Dopo aver iniziato a Ricadi la sua formazione sotto la guida dello zio parroco Pasquale Petracca, nel seminario di Tropea compie gli studi di Teologia e completa la sua preparazione al sacerdozio. Dal 1850, quando viene accolto nel clero, attraverso i vari gradi dell’ordine sacerdotale, nel 1853 viene ordinato sacerdote. Rimane nella parrocchia di Ricadi assieme allo zio parroco, ma ben presto si trasferisce a Napoli dove frequenta, come pare da alcune testimonianze, la scuola del De Vivo assieme al pittore tropeano Giuseppe Naso. Alcune opere che ci sono pervenute appartengono al periodo napoletano, specialmente una Madonna della pace, un’opera simile a quella di Giuseppe Naso conservata nel museo statale di Mileto. Al periodo napoletano appartiene soprattutto il Martirio di Santa Cecilia custodito nella chiesa cattedrale di Mileto. La commissione dell’opera risale al 1868, ma viene consegnata e sistemata nel 1871. A Caria, nella chiesa parrocchiale, si conserva una Trasfigurazione del Signore, opera che riproduce quella di Raffaello. Nella chiesa parrocchiale di san Zaccaria di Ricadi si trova una delicata Madonna, intensa e tenera nel primo piano del volto. Ma la maggior parte delle opere sono custodite in case private. Agostino Petracca visse gli ultimi anni a Roma, curato della Basilica di S. Lorenzo in Damaso, dove morì il 20.12.1886. Fu sepolto nel cimitero del Verano nella Cappella della Pia Unione del Sacro Cuore agonizzante di Gesù, eretta nella Basilica di S. Lorenzo in Damaso."".
La documentazione raccolta da Pasquale Russo consente di avere una visione completa della vita e dell'opera del pittore ricadese e la quantità della produzione pittorica permette una conoscenza approfondita dell'artista, che il Comune di Ricadi intende onorare e contribuire a far conoscere.