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Dedicato a Tropea e alla sua storia l'ultimo libro dell'Istituto Comprensivo "Don Mottola"
L'ultima pubblicazione dell'Istituto Comprensivo "Don Mottola", licenziata ad ottobre 2006 dall'editore Pellegrini di Cosenza, porta in copertina il titolo "Tropea", cui è dedicata. Più di 200 pagine ben illustrate che parlano della storia della fedelissima Città d'Arte, dei suoi monumenti, degli uomini illustri, delle tradizioni, dei prodotti conosciuti nel mondo.
Il libro fa parte della collana "Scuola e Territorio" che annovera parecchi volumi pubblicati in precedenza e dedicati al territorio nel quale opera lo stesso Istituto: "Com'eravamo" e "Zambrone, borgo antico e fecondo", una sorta di "data base" di momenti di vita vissuta di una comunità contadina, "Zaccanopoli" che descrive la storia di un piccolo e industrioso paese, "L'Archeologia preistorica nel Promontorio del
Poro" che racconta l'antico passato dei primi abitatori della zona.
Il bello è che a scrivere le pagine di queste opere sono stati gli studenti della scuola media di Zambrone, Zaccanopoli, Drapia, Tropea, guidati ovviamenti dagli insegnanti cui spetta il merito di una paziente e sapiente attività di coordinamento. Occorre ricordare inoltre che nel luglio 2005 l'Istituto ha prodotto una fiction storica sulla Vendita di Tropea avvenuta nel 1612, interpretata egregiamente dai ragazzi della
Media di Tropea e poi pubblicata in supporto DVD.
Onore al merito dunque al Dirigente Scolastico Francesco Laganà per i lusinghieri risultati non solo conseguiti ma soprattutto costantemente voluti, cercati e progettati per il nobile fine del recupero da parte dei giovani dell'identità e delle proprie radici culturali. Un sicuro investimento sul futuro dal momento che senza di esse non si va molto lontano.
Determinante, come si diceva, è stata l'opera encomiabile della classe insegnante - per l'ultimo volume occorre citare la bravura in particolare delle professoresse Franca Maccarone e Caterina Ventrice - che ha saputo trasmettere in una accattivante veste editoriale le ricerche degli studenti pur rispettando gli intenti e la descrizione degli stessi ragazzi.
(gen 2007)
Monsignor Cortese: "Rudy Giuliani in Italia in nome di Suor Tarcisia Rizzo"
(News ITALIA PRESS) Dal prossimo 17 gennaio Rudolph Giuliani, sarà in visita in Italia, prima a Roma e poi in Calabria (il programma delle giornate romane e calabresi non è ancora stato diffuso ufficialmente), per sostenere il progetto dell'Associazione Calabria – proZambia promosso da Monsignor Domenico Cortese, Vescovo di Mileto – Nicotera – Tropea e Presidente Associazione Calabria – proZambia (Rudy
Giuliani in Italia il 17 gennaio News ITALIA PRESS N° 4 del 5 gennaio 2007).
Monsignor Cortese, prima di tutto grazie per la Sua disponibilità. In questi giorni Lei è molto occupato dall'organizzazione della visita in Italia di Mr. Giuliani. Ci dica Monsignore: come è riuscito a convincere Giuliani a venire in Italia per sostenere il Suo progetto?
Il mio incontro con Mister Giuliani e la sua visita in Italia nascono da fortunate e fortuite coincidenze. Un mio viaggio a New York, due anni fa, mi ha fatto incontrare una mia cugina, la Dottoressa Gilda Bello, e Mons. Placa, che lavorano nella segreteria di M. Giuliani. A loro confidai la mia iniziativa verso lo Zambia, per favorire e sostenere lo sviluppo di quella popolazione africana. Ne furono entusiasti e
si lasciarono coinvolgere nel progetto garantendomi di impegnarsi per coinvolgere anche Mr. Giuliani. Solo qualche mese fa ho avuto la conferma e la certezza che l'operazione coinvolgimento di M. Giuliani era riuscita ed ebbi la comunicazione del viaggio in Italia nei giorni 16.17 e 18 gennaio.
E veniamo al progetto che è il cuore di questa visita. Ci vuole raccontare nei dettagli l'iniziativa?
L'iniziativa di un nostro progetto per lo Zambia nasce dai rapporti della Diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea con quella nazione africana, per la presenza in Zambia di una Suora missionaria delle Suore Battistine. La Suora è Suor Tarcisia Rizzo, nativa e proveniente da un Comune della nostra Diocesi: Ricadi. La Suora aveva "sposato" lo Zambia come sua seconda patria e per essa aveva impegnato cuore, intelligenza,
dedizione, insomma tutta la sua vita, fino a quando non fu stroncata, in Zambia, da un incidente mortale. Nei suoi contatti con me – suo Vescovo di origine – mi aveva sollecitato e convinto ad impegnare la Diocesi a sostenere la sua attività e la sua opera in quella missione in Terra d'Africa. Era quasi un testamento di consegna. Abbiamo così "sposato" anche noi lo Zambia prendendo atto della realtà drammatica e
sconvolgente dei numerosi orfani – soprattutto per l'Aids – e bambini orfani e abbandonati. Nasce così da me patrocinata e voluta l'Associazione Calabria – pro Zambia, affinché si potessero progettare e sostenere iniziative per favorire lo sviluppo della Terra di Zambia, soprattutto a favore dei bambini e dei giovani. L'Associazione, anche se da ma patrocinata, non ha carattere confessionale, ma è aperta a tutti i
contributi che possano venire da persone, associazioni e gruppi sensibili ai valori della dignità umana e della sua tutela. L'Associazione ha così progettato la costruzione di un'azienda agricola con annessa scuola agraria e convitto per alunni; una casa per orfani e bambini abbandonati con annesso centro medico; una casa alloggio per volontari pronti a prestare la loro competenza – anche a tempi determinati – e
la loro professionalità per sostenere questa opera di sviluppo in Terra di Zambia. Questa - forse troppo ambiziosa iniziativa per le nostre sole forze - ha bisogno di tanto aiuto e sostegno.
Quanto è importante Mister Giuliani nell'economia del Suo progetto?
Mister Giuliani è importante perché con la sua sponsorizzazione, con la sua autorevolezza e notorietà è certamente un tramite efficace ad attirare amici, simpatie e sostegni anche presso l'America, per realizzare l'iniziativa che richiede molte risorse. Abbiamo bisogno di tutti e di tutto.
Non teme una strumentalizzazione politica dell'iniziativa?
Sono cosciente e consapevole che la notorietà del personaggio e il suo peso e potere mediatico possano costituire un rischio di oscuramento (peggio di strumentalizzazione) e di deviamento dalle finalità del progetto, ma sono rischi da correre affinché più gente possibile condivida il progetto lasciandosi coinvolgere con qualunque aiuto e sostegno. Non posso pretendere di coinvolgere tutti con lo stesso entusiasmo
e la stessa generosità, nella consapevolezza anche che si possa destare tanta curiosità e superficialità senza un'autentica e fattiva adesione al progetto, ma vale la pena gettare le reti.
Lei ha detto che "aiutare lo Zambia" ci "migliora come individui e come cristiani"...
Cristo noi lo vogliamo vedere e incontrare in tutti i bambini dello Zambia che sorridenti ci invitano ad aiutarli. Li aiuteremo, non so quanto riusciremo a fare ma li aiuteremo; stendiamo noi le mani per loro verso tutti. Ho avuto la fortuna di conoscere Madre Teresa di Calcutta e Mons. Camara, due grandi amici – testimoni – servi di Gesù per i poveri – anche loro non avevano paura e non si lasciavano fermare dai rischi
e dalle difficoltà senza compromettenti compromissioni. Erano felici e contenti se in qualunque parte e in chiunque riuscissero a fare capire i grossi problemi del mondo della povertà, della fame e dell'abbandono e riuscissero a muovere anche i cuori più duri per far vedere nel volto dei fratelli che soffrono riflesso anche il proprio volto.
Non teme che in questo contesto, me lo lasci dire, di "rumore", quando invece l'uomo ha bisogno di "silenzio" per incontrare il prossimo, si rischi una superficiale adesione al progetto, diciamo, tanto buonismo ma poco o nulla in termini d'incontro con il Cristo che si fa prossimo nell'ultimo? - Monsignore, quando i riflettori su questo evento si saranno spenti, come si darà gambe e memoria al progetto?
Mi auguro che i riflettori chiusi sull'evento Giuliani in Italia – Calabria per sostenere questa iniziativa, non si spengano mai sul nostro coinvolgimento, sul nostro entusiasmo, sul nostro impegno per lo Zambia. L'Associazione Calabria – pro Zambia, ponte di solidarietà sia sempre più conosciuta – anche per il vostro intervento – e sostenuta garantendo il nostro cuore, la nostra intelligenza, le nostre braccia, le nostre
gambe alla popolazione dello Zambia per essere al suo fianco sostenendo il suo sviluppo per la dignità umana e civile dei suoi figli, soprattutto i bambini e i giovani.
Quale la responsabilità della comunicazione nella memoria e nel futuro del progetto?
La comunicazione rimane importante e determinante come strumento e veicolo di conoscenza, condivisione e sostegno. Vi ringrazio per l'intervista concessami e anche vostro tramite do il mio "benvenuto" cordiale a Mister Giuliani ed esprimo la mia più profonda gratitudine a Lui e ai suoi collaboratori per averci sostenuto e incoraggiato nella nostra iniziativa.
Programma ufficiale della visita
(gen 2007)
Il ministro Pecoraro Scanio e il governatore della Calabria Loiero presenti alla demolizione dell´ecomostro di Copanello. Oggi, 16 gennaio, un altro ecomostro sarà
abbattuto alla presenza del ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, Alfonso Pecoraro Scanio e del presidente della Regione Agazio Loiero. Si tratta della costruzione abusiva che si stava realizzando sulla scogliera di Copanello, nel Comune di Stalettì, in provincia di Catanzaro, costa ionica della Calabria. In uno scenario di straordinaria bellezza, "convivono" i due estremi, negativi e positivi, di tante
aree del Mezzogiorno: l´ecomostro di cemento di Villaggio Lo Pilato, che con i suoi 16mila metri cubi deturpa la baia da oltre vent´anni; la tomba di Cassiodoro, il grande senatore e letterato romano del Vivarium, abbandonata a sé stessa nella più totale incuria e a pochi metri da un "illuminante" caso di scempio urbanistico. Sul Villaggio pende una ordinanza di demolizione del 1987, mai eseguita, e una gara di demolizione andata deserta.
«L’abbattimento dell’ecomostro di Copanello - ha dichiarato il ministro - è un esempio dell’impegno nella lotta all’abusivismo e costituisce un perno della battaglia per la legalità, a tutela delle bellezze paesaggistiche e ambientali del nostro Paese. E che ciò avvenga in Calabria assume un significato particolare. È un segnale concreto a favore della legalità e per rilanciare il progetto di una regione che punta al turismo e alla tutela
del patrimonio naturale come elementi centrali della propria economia».
«Vogliamo dare risposte concrete nella lotta all´abusivismo - ha dichiarato Pecoraro Scanio - e per questo rilanciamo i piani di abbattimento degli ecomostri in Italia. Per rafforzare questo impegno, il governo in finanziaria ha previsto anche un fondo di nove milioni di euro per i prossimi tre anni. Queste risorse serviranno ad attuare un programma straordinario di interventi di demolizione delle opere abusive nelle aree naturali protette
nazionali».
Comunicato stampa 1
Comunicato stampa 2
Comunicato stampa 3
(gen 2007)
Rudy e la lunga striscia di luci blu (F. Vallone) Una lunga striscia di luce blu. Sette lampeggianti accompagnano
l'ex sindaco di New York dall'uscita del 501 Hotel.
Sono passate le 16.30 quando Rudy Giuliani, il leader Italo-Americano più celebre al mondo, parte da Vibo Valentia. Auto della Polizia Stradale in apertura di corteo, seguono le grosse auto di rappresentanza con l'ospite e il suo seguito a bordo, ancora volanti della Polizia di Stato e quelle della numerosa scorta. Si parte per il raffinatissimo Panta Rei di Parghelia. Si scende lungo la Statale 18, la strada ha ancora addosso violenti segni
dell'alluvione dello scorso luglio. Al bivio della stazione di Vibo Pizzo si gira a sinistra, il corteo di auto lampeggianti di blu passa veloce sotto Longobardi poi si sviluppa lungo la 522 sopra Vibo Marina.
Le auto che si trovano sul tragitto vengono fatte rallentate, il corteo di Giuliani attiva le sirene e sfreccia veloce per Porto Salvo, passa Briatico, la stazione di Zambrone, poi rallenta davanti al cinque stelle dorate dell'Hotel Panta Rei, a Parghelia, fuori alcuni carabinieri con mitra spianato in mano. Si apre il grande cancello, il lungo corteo di auto si infila dentro. Ad attenderli un presidio di altre auto dei carabinieri e della polizia.
Rudy Giuliani ed il suo seguito scendono dalle auto, i cancelli si richiudono dietro di noi. Sotto, tra i pini marittimi a strapiombo sul costone, ancora tantissimi carabinieri, intravediamo poco più sotto il mare della Costa degli Dei. Piove, sotto l'albergo, sull'acqua, una motovedetta dei Carabinieri vigila sulla sicurezza dell'ospite forse a difesa di eventuali attacchi via mare. Un servizio di controllo del territorio e di scorta davvero imponente
per un uomo che è stato simbolo della Grande Mela, del potere americano più forte, nel momento più difficile della storia americana graffiata a sangue dal terrorismo internazionale.
(gen 2007)
Caccia Grossa a Vibo! (F. Vallone) Caccia grossa, è il caso di dirlo, proprio davanti al cancello dell’Azienda Sanitaria Locale n° 8 di Vibo Valentia. Una “cerniola”,
è stata definita la preda dai presenti alla cattura e uccisione. In realtà si trattava di un grosso topo, un ratto gigantesco (cliccare su foto per ingrandirla) che da giorni si aggirava nella zona e, a quanto pare, non è un caso isolato. Alcuni abitanti della centralissima zona, tra palazzo Master e il retro della stessa ASL, ci hanno segnalato la presenza, di giorno, di sera e di notte, di numerosi topi e ratti che si appartano ritualmente sotto le autovetture parcheggiate a rosicchiare gli avanzi di cibo
prelevati dai cassonetti dei rifiuti.
Urge a questo punto una derattizzazione che bonifichi tutta l’area per la salvaguardia della salute pubblica.
Il topo in questione è stato fermato al cancello, forse voleva costituirsi e autodenunciarsi alla competente autorità dell’ASL. Non ha fatto in tempo…
(gen 2007)
Duomo di San Leoluca: il Georadar svela la presenza di numerosi ambienti ipogei (F. Vallone) Sabato 20 gennaio il Duomo di San Leoluca di Vibo Valentia è stato teatro di un evento davvero straordinario.
Come da programma Francesco Terraciano, ingegnere strutturale che opera per conto della società Boviar di Casoria, coadiuvato da Pietro Pietropaolo che ha seguito adeguata formazione sulla complessa strumentazione adoperata, ha tracciato con il georadar un complesso itinerario tra le navate per leggere il sottosuolo del duomo. L’esperto di rilevazione, con l’ausilio di un sofisticato software utilizzato, l’IDS Gred 3D, che permette una elaborazione dati radar e di tomografia
in grado di trasformare i dati in modalità Cad e Gis e permetterà di ricostruire virtualmente il sottosuolo.
Un gruppo di studiosi si occuperà successivamente di analizzare gli stessi dati e di ricostruire tridimensionalmente il sottosuolo della chiesa e del suo perimetro esterno. Comunque quello che già possiamo anticipare è che il duomo di Vibo Valentia nasconde, nelle sue profondità, un complesso sistema di cripte e cunicoli, tombe e gallerie. Una galleria, in particolare, collegherebbe piazza san Leoluca con la zona più vicina all’attuale abside della chiesa e scende da un minimo
di 1,5 metri ad una profondità massima di 4 metri. Un ulteriore camminamento sotterraneo lega il complesso del Valentianum al duomo stesso, all’altezza del campanile, a tre metri di profondità. Le sorprese non sono comunque finite. Quando si provvederà ad attuare una ricerca più sistematica, con l’ausilio di un reticolato sulla mappatura del duomo e la scansione incrociata, si potranno avere informazioni più dettagliate sulla complessa situazione ipogea di San Leoluca.
L’iniziativa, seguita con interesse dall’arciprete del duomo, monsignor Giuseppe Fiorillo e da Don Antonio Purita, è stata organizzata da un gruppo di enti, associazioni culturali e società.
Marecometa Coop a.r.l., proprietaria delle sofisticate apparecchiature georadar, che ha finanziato e attuato questo primo intervento, è una società cooperativa di Briatico che da anni si occupa di rilievo con indagine innovativa georadar, di ricerca e aggiornamento della cartografia esistente e di tanti utili servizi della pubblica amministrazione e dei privati. Tutto questo per quanto interessa i servizi geologici e dei manufatti individuati in ambito archeologico e in ausilio
alla salvaguardia dello stesso patrimonio culturale esistente. Tra i presenti alla giornata di ricerca il presidente dell’associazione culturale Migrans Onlus, l’assessore all’ambiente del comune di Vibo Valentia, Silvestro Scalamandrè, il coordinatore provinciale dei Verdi, Lele Suppa, Mimmo David, in rappresentanza del professore Achille Solano, del Museo Provinciale di Mineralogia e Petrografia di Nicotera, Felice Muscaglione, direttore del Mensile di arte e cultura “Monteleone”,
i geologi Umberto Romano e Giuseppe Borello, i ricercatori Salvatore Braghò e Michele Romano, il giornalista Salvatore Berlingeri di Calabria Ora. La società Marecometa, con il suo presidente Gaetano Pietropaolo e il copresidente Franco Morello, ha auspicato la continuità di questa interessante ricerca sul territorio vibonese, non invasiva, nella memoria storica della città di Vibo Valentia.
Una ricerca appassionante, non invasiva, che promette molte novità per il recupero d’identità storica del nostro territorio.
(gen 2007)
A Vibo Valentia palloncini e bandiere listate a lutto per salutare Federica, in 5mila ai funerali (RaiNews24) Palloncini colorati scritti, bandiere a lutto dinanzi alle scuole. "Ciao Federica ora danzerai in cielo con gli angeli".
Queste parole, scritte su uno striscione, campeggiano davanti la chiesa grande dove si è svolta la cerimonia funebre di Federica Monteleone, la ragazza di 16 anni morta nell'ospedale di Cosenza dove era stata ricoverata dopo essere entrata in coma per un un black out nella sala operatoria dell'ospedale di Vibo durante un intervento di appendicectomia.
Con un lungo applauso è stata salutata per l'ultima volta Federica . Sul feretro, al posto dei tradizionali fiori, è stata sistemata una composizione a forma di cuore realizzata con dei palloncini bianchi.
Ai funerali hanno partecipato migliaia di persone, non meno di 5 mila. Numerose anche le presenze istituzionali tra cui il presidente della Regione, Agazio Loiero, e l'assessore alla sanità, Doris Lo Moro. Nel corso del rito funebre, celebrato dal vescovo della Diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, Domenico Tarcisio Cortese, ci sono stati intensi momenti di commozione, in particolare quando la madre di Federica ha avvertito un malore e si è accasciata a terra.
Ed è preciso il monito lanciato da monsignor Cortese il quale, nel corso dell'omelia, ha detto che "ai genitori di Federica bisogna dare delle risposte. Tutti noi siamo vicini a questa famiglia che sta vivendo questo momento di dolore. Federica va ricordata per la sua gioia, per il suo amore, per il suo impegno per la vita che è dimostrato dallo straordinario gesto di donare gli organi. Lei resterà in mezzo a noi come maestra di solidarietà e d'amore". Il presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero,
al termine dei funerali, ha detto che "come persone e come uomini delle istituzioni abbiamo l'obbligo non solo di collaborare per fare chiarezza, come hanno chiesto i genitori, ma anche per individuare soluzioni che evitino episodi così drammatici. Lo dico con convinzione se ci sono responsabili a tutti i livelli dovranno rendere conto".
Significative sono state anche le testimonianze dei compagni di scuola e degli amici della ragazza che, in un mesto pellegrinaggio, hanno sfilato sull'altare per leggere messaggi rivolti a Federica ed ai suoi genitori. "Di Federica - ha detto l'insegnante di lettere, Vittoria Sacca' - ci rimarranno i segni indelebili del suo passaggio sulla nostra terra. Non ti dimenticheremo mai. I tuoi occhi continueranno a guardare il mondo".
Dietro alla bara di colore bianco e ai cuscini di garofani rossi il padre, la madre e Saverio, il fratellino di 11 anni.
Le compagne di classe vestite di bianco
Nella chiesa erano presenti anche i compagni e le compagne di classe di Federica, vestite in abito bianco come fossero delle piccole spose, tutti accompagnati da insegnanti e dal preside dell'istituto.
Federica il volontariato e la sua passione per lo scrivere
Federica e la sua passione per il volontariato, si rimboccò le maniche per prestare soccorso a chi ne aveva bisogno più di lei che era stata risparmiata dall'alluvione che aveva colpito il suo paese. Tornata a scuola sul giornale di classe riportò le sue impressioni da piccola cronista 'La morte è piovuta dal cielo' scrisse in uno dei tanti articoli. Era un cervello - ha detto di lei la sua insegnante di lettere, Vittoria Sacca'-, che non si consola di aver perso una delle sue alunne migliori.
In poco tempo Federica scrisse 45 articoli che adesso saranno raccolti in un volume, mentre un premio giornalistico come ha annunciato il presidente dell'Ordine Giuseppe Soluri sarà a lei intitolato, un talento, un vero talento, un grosso cervello quello di Federica che sono bastati pochi secondi di black-out a distruggere per sempre la giovane vita.
(gen 2007)
Perderemo la Cipolla Rossa? (ecoblog.it) Secondo molti esperti, tra cui i climatologi del Consultative Group on International Agricultural Research (CGIAR) i cambiamenti climatici avranno un impatto sulle produzioni tipiche, perché nelle zone di produzione tipica il clima non sarà
più quello giusto.
Immaginate se il Chianti (vino) non potesse più essere coltivato nel Chianti (zona della Toscana). Immaginate il Parmigiano Reggiano, il radicchio trevigiano, le cipolle di Tropea, i tartufi di Alba... tutti marchi, economie, sagre, investimenti pubblicitari che si volatilizzano.
I primi a risentirne saranno probabilmente i vini. I nostri figli probabilmente brinderanno con champagne inglese e accompagneranno i pasti con "chianti" tedesco. Non e' un caso che le fiere del vino inizino a tenersi a Norimberga.
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(feb 2007)
Tropea ingrata !
Continuano in Italia i tributi a Raf Vallone. Roma gli ha dedicato un Viale
(S. Libertino) Quante volte abbiamo sentito rumoreggiare la bocca delle autorità locali nel riempirsi e sgonfiarsi di belle e inverosimili parole inneggianti la Storia, la Cultura, l'Arte, i Valori tropeani.. Nei convegni, negli eventi luttuosi, nei comizi elettorali, nei discorsi seri e di circostanza. E quante volte abbiamo sentito il rumore assordante dello scoppio di una bolla di sapone piena di quelle belle parole...
Con quanta nonscialance Tropea dimentica i propri figli! Le sale comunali e dell'Antico Sedile sono piene delle loro opere e dei loro ritratti. I loro nomi compaiono per le strade, le piazze e sui monumenti cittadini. Sono proprio loro gli artefici della Storia, della Cultura, dell'Arte, dei Valori della Città. Sono proprio loro l'identità della loro Patria. Sono dieci, venti, cento: Albino Lorenzo, Raf Vallone,
Francesco Ruffa, Pasquale Galluppi, Antonio Purificato e tutti gli altri....
Le loro memorie aspettano di essere commemorate, le loro opere indicate alla cittadinanza, i loro valori additati ai giovani.
E così è passato sottosilenzio il primo anniversario della scomparsa dell'ultimo rappresentante dell'espressionismo italiano, ambasciatore nel mondo della Calabria e del modo di essere tropeano; e così uno dei più grandi attori mondiali del cinema e del teatro attende, da più di quattro anni, che al suo nome sia intitolato l'affaccio, il suo affaccio, alla fine del corso; e così il grande poeta e drammaturgo contava di essere ricordato lo scorso anno, almeno nel centocinquantesimo anniversario della scomparsa; e così il grande filosofo europeo si aspettava, nel 160° anniversario della morte,
non dico un pò di luce sulla sua tomba immersa perennemente nel buio della sua cappella, ma almeno una fugace corona di alloro nel monumento che la sua benevola Città gli aveva tributato nel 1877; e così la Medaglia d'Oro almeno quest'anno, il 21 agosto, quando compirà settanta anni, chiede che il suo nome e cognome vengano scritti da qualche parte perchè ciascuno di noi non dimentichi....
(feb 2007)
Un francobollo per San Francesco di Paola Il 27 gennaio scorso Poste Italiane ha emesso un francobollo commemorativo nel V centenario della morte di San Francesco di Paola, avvenuta il 2 aprile del 1507 a Tours in Francia, nel valore di € 0,60.
Il francobollo è stampato dall'Officina Carte Valori dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A. in rotocalcografia, su carta fluorescente, non filigranata; formato carta: mm 40 x 30; formato stampa: mm 36 x 26; dentellatura: 13 x 13¼; colori: quadricromia più inchiostro interferenziale trasparente-oro; tiratura: tre milioni e cinquecentomila esemplari; foglio: cinquanta esemplari, valore "€ 30,00".
La vignetta riproduce il dipinto 'San Francesco di Paola attraversa lo Stretto di Messina' realizzato da Benedetto Luti e conservato nel Museo Regionale di Messina. Completano il francobollo la legenda "SAN FRANCESCO DI PAOLA 1416 - 1507", la scritta "ITALIA" e il valore "€ 0,60". Il Bozzetto è a cura del Centro Filatelico dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato.
Con l''emissione è stato posto in vendita il bollettino illustrativo con articolo a firma di Leonardo Messinese, Professore Ordinario di Storia della Filosofia Moderna dell'Università Lateranense in Roma.
Lo Sportello Filatelico della Filiale di Napoli ha utilizzato, il giorno di emissione, l'annullo speciale realizzato a cura della Filatelia di Poste Italiane, mettendo in vendita una cartolina raffigurante particolari contenuti nella vignetta del francobollo, al prezzo di € 0,52, oltre il valore del francobollo.
San Francesco di Paola nacque nel 1416 nella cittadina cosentina e ben presto mostrò il suo grande interesse per la vita religiosa e, soprattutto, ascetica e contemplativa. Ritiratosi in un eremo, divenne un punto di riferimento religioso e sociale, soprattutto per i più poveri, in quella zona estrema del Regno di Napoli.
Zaccanopoli, che ospitò per una notte il Santo nel 1464, di passaggio durante il viaggio per la Sicilia, si prepara quindi alla rievocazione dell'evento durante il quale Francesco fece il miracolo della moltiplicazione dei pesci per far mangiare tutti i commensali, compresi i due fraticelli che potava con sè: Giovanni di San Lucido e Paolo Rendaccio.
Ricordiamo che a Zaccanopoli si conserva ancora il piatto del miracolo mentre appena fuori dell'abitato del paese su di una roccia si può scorgere l'impronta del piede del Santo. Per saperne di più leggere su TM l'articolo del 1924 di Pasquale Massara Scalfari:
S. Francesco di Paola in Zaccanopoli
(feb 2007)
Rudy for President Ha rotto gli indugi Rudolph W. Giuliani. E' dell'ultimissima ora la sua candidatura ufficiale alle presidenziali del 2008 nelle file dei repubblicani. Durante la recente visita in Calabria, se ne era parlato e lui non aveva smentito nè confermato.
Durante quella visita, qualche settimana fa, Ms. Giuliani si trovava a Tropea e stava per iniziare la visita guidata della città con accanto la moglie Judith. Aveva appena ammirato dall'alto della rupe lo scorcio di mare color smeraldo da uno dei tanti affacci mozza fiato quando ha ricevuto la notizia telefonica che nel sito di Hillary Clinton a sorpresa era apparso un video con cui l'ex First Lady annunciava di essere
scesa in campo per la Casa Bianca. Mister Giuliani ha guardato Judith poi si è rivolto al seguito dicendo "Signori, qui è meraviglioso ma purtroppo io devo ritornare a casa".
Appena rientrato, ha messo a punto la sua candidatura ed ora l'annuncio ufficiale.
Nelle primarie dovrà vedersela con il senatore John McCain e col governatore del Massachusets Mitt Romney. Intanto, secondo un ultimo sondaggio, la senatrice Hillary Clinton godrebbe ancora di un ampio vantaggio sullo sfidante democratico Barack Obama.
Non resta che augurarci che l'ex sindaco di NYC fra qualche anno riprenda quella visita dal punto in cui si era interrotta, questa volta da Presidente degli Stati Uniti d'America con accanto la nuova First Lady Judith.
(feb 2007)
Giordano alla Corte del Maestro Schellenberger Giovedì 15 febbraio, alle ore 21, e sabato 17 febbraio, alle ore 17, nella Sala Grande del Teatro Dal Verme
(via San Giovanni Sul Muro, 2 – Milano), si terrà un nuovo appuntamento col Maestro tedesco Hansjörg Schellenberger (già presente con un altro programma la precedente settimana) all’interno della 62ª Stagione Sinfonica dell’Orchestra 'I Pomeriggi Musicali'.
Intitolato 'Musica massonica', l’appuntamento lo vedrà sul podio dell’Orchestra 'I Pomeriggi Musicali' affiancato dal giovane pianista Roberto Giordano.
Nato a Tropea nel 1981, Roberto Giordano, giovanissimo inizia gli studi di pianoforte con Angela Masneri. A quattordici anni è il più giovane pianista ammesso all’Ecole Normale de Musique «A. Cortot» di Parigi. Sempre nel 1999 si diploma al Conservatorio «G. Rossini» di Pesaro con lode e la menzione d’onore. Attualmente è allievo di Piero Rattalino e Leonid Margarius presso l’Accademia
Pianistica «Incontri col maestro» di Imola. E’ vincitore di numerosi concorsi e di riconoscimenti speciali di rilievo internazionale. Il premio ottenuto al Concours Musical International «Reine Elisabeth» de Belgique, lo impone immediatamente all’attenzione della critica internazionale e delle maggiori istituzioni concertistiche. Oggi è regolarmente invitato in Italia, Francia, Belgio,
Olanda, Russia, Germania, Svizzera, Turchia e Romania, sia come solista che con orchestre di rilievo internazionale sotto la direzione di grandi maestri. E’ ospite di rinomati festival nazionali e internazionali, quali il Festival de Wallonie, Festival Van Vlaanderen, Istanbul Music Festival, Settimane Musicali di Stresa, Festival de Stavelot, Festival di Ravello, Musical Olympus International
Festival di S. Pietroburgo. Alcune fra le sale più importanti del mondo ne hanno ospitato i concerti. Suona regolarmente con il basso-baritono Josè Van Dam e collabora con il baritono Leo Nucci, la violoncellista Marie Hallynck e il violinista Feng Ning. La discografia comprende tre CD, di cui l’ultimo, inciso per l’etichetta Cyprès è distribuito in Italia dalla Jupiter.
Pagine correlate
www.robertogiordano.org
Roberto Giordano
L'Alouette di Mily Balakirev (mp3)
(feb 2007)
Il Convegno sui Petracca Scaglione si svolgerà a Ricadi il prossimo 25 febbraio
Il Comitato Civico, formato da don Pasquale Russo, Parroco di Ricadi, che lo presiede, dall'Ing. Filippo Mobrici,
dall'Ins. Giuseppe Schiariti, dall'Arch. Antonio Preiti e dall'Avv. Pasquale Mobrici, ha predisposto per il prossimo 25 febbraio un CONVEGNO sulla 'Vita culturale a Ricadi tra
il 1800 e il 1900 - LA FAMIGLIA PETRACCA'.
L'iniziativa è stata assunta dalla Amministrazione Comunale di Ricadi nella persona del Sindaco Domenico Laria e avrà due momenti celebrativi: alle ore 1100 la Santa Messa
presieduta dal Vescovo Domenico Tarcisio Cortese nella chiesa di San Zaccaria e lo scoprimento di una epigrafe commemorativa nei locali del Municipio, dedicata a Pasquale
Petracca-etnologo , Agostino Petracca - pittore, Giambattista Petracca - storico, Nicola Petracca - poeta, che hanno onorato questo territorio con le loro opere.
Maggiore rilevanza durante il convegno previsto per le ore 1500 nella Sala Consiliare, sarà data al pittore, finora quasi totalmente sconosciuto, le cui opere verranno presentate attraverso
una lettura guidata dall'Arch. Antonio Preiti, mentre lo storico Antonello Savaglio, della Deputazione di Storia Patria per la Calabria, inquadrerà l'artista nel clima culturale in cui è vissuto per
cogliere i legami e gli influssi con altre esperienze pittoriche. L'Ing. Filippo Mobrici rievocherà la Scuola di musica di don Pasqualino Petracca, che ha addestrato intere generazioni di
ricadesi alla conoscenza ed all'uso degli strumenti musicali.
Hanno dato il patrocinio alla manifestazione la Provincia di Vibo Valentia, la Deputazione di Storia Patria per la Calabria, l'Associazione Culturale 'Noi di Ricadi'.
Partteciperanno, oltre al Vescovo, il Presidente della Provincia di Vibo Valentia Gaetano Bruni, l'Assessore Provinciale alla Cultura Gregorio Ciccone, i Sindaci del
Comprensorio.
La mostra dedicata al pittore Agostino Petracca troverà collocazione nell'ambito delle manifestazioni dell'estate ricadese durante la prossima stagione.
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(feb 2007)
L'"Eco d'Italia" (Argentina) ricorda l'emigrazione calabrese in America Latina
(BUENOS AIRES\AISE)
"Nel numero 1867 dell’11 gennaio 2007 di questo giornale, abbiamo fatto un po’ di storia sulla presenza degli italiani in terra Argentina. Abbiamo parlato dei liguri, i primi a giungere in questa parte del Sud America.
Proseguiamo ora il discorso sulle varie comunità dei corregionali occupandoci di quella più numerosa, che da tempo, e
tuttora, è stanziata nel territorio: la calabrese". Così Vittorio Galli, dalle pagine de L’eco d’Italia, giornale in lingua italiana
edito a Buenos Aires, ricorda la storia dell’emigrazione calabrese in terra argentina.
"L’emigrazione dalla Calabria – scrive Galli - è un fattore storico e sintomatico, fa parte della storia stessa di questa regione
come un capitolo importante. A partire dalla fine del 1800, ma ancor più nei primi anni del 1900, si sono riversate in
Argentina tante persone quante gli abitanti residenti in Calabria. Qui si sono radicati con operosità, con capacità lavorativa
non indifferente in quasi tutti i settori: tra i più importanti, l’edilizia e la pesca. Oggi, a Mar del Plata, esistono alcune
importanti imprese ittiche che sono gestite da calabresi; non si tratta solo di pescatori, ma di capaci imprenditori che hanno
creato strutture di conservazione, lavorazione, trasformazione ed esportazione del pesce con rilevanza internazionale".
"Egualmente, - prosegue - nel settore edile si sono distinte persone divenute tra i personaggi più conosciuti in Argentina in
tale ambito. Settori specifici sono oggi diretti dai calabresi; tra questi, oltre alla pesca e all’edilizia, vi è il turismo, la
floricultura e l’agricoltura. È sufficiente dire che all’interno della Camera di Commercio italiana in Buenos Aires vi è una
specifica associazione di imprenditori calabresi. Si potrebbe aggiungere, parafrasando, che così come alcuni territori vennero
chiamati New England o New York, parte dell’Argentina potrebbe chiamarsi Nuova Calabria".
Galli ricorda inoltre in Argentina l’importanza del ruolo delle Associazioni: "nella sola Buenos Aires", secondo i dati forniti dal
Consolato Generale d’Italia per l’anno 2004, "se ne conta un totale di 270. Ben il 27 per cento di queste – scrive - sono
calabresi; ciò a significare quanto il raggruppamento di persone e la collaborazione tra genti della stessa terra sia stato e sia
tutt’oggi molto importante e come tale fenomeno abbia rilevanza specialmente per i calabresi".
L’Eco d’Italia passa poi in rassegna i nomi dei calabresi emigrati in Argentina divenuti famosi per il loro impegno
professionale, specie in ambito artistico: tra questi, "Arturo Emilio De Luca, di Cosenza, professore di pittura nella Scuola
Nazionale de Bellas Artes", che "dipinse gli affreschi nella Chiesa di S. J Evangelista nella Capitale Federale. Un altro De Luca,
in questo caso Giuseppe, si dedicò alla scultura; ricevette il primo premio per le sue opere sia nel 1937 che nel 1938 e fu
docente nella Facoltà di architettura della capitale. Antonio Pugia, di Polia (CZ) fu docente di disegno nell’Accademia delle
Belle Arti, scultore e scenografo nel Teatro Colon e autore della "Columna de la vida" che si trova a la "esquina" tra Calle
Florida e Tucuman. Anche il Prof. Ferruccuio Cacciapuoti, di Cosenza, fu docente di disegno all’Accademia Nac. de Bellas Artes.
Il sacerdote Don Domingo Mazzeo si dedicò, invece, a studi scientifici e fu iniziatore e organizzatore della scuola penale della
Penitenciaria Nacional". Nella musica, Galli cita "Antonino Nucara di Pizzo Calabro, attore comico. Emilio Pelaia, di Limbadi, fu
professore di violino nel Conservatorio "Manuel de Falla" e del Conservatorio "D’Andrea", diresse il suo Conservatorio
"Pelaia", e lavorò intensamente anche come giornalista e conferenziere. Giuseppe Arena, di Palmi, compose numerose opere
musicali per bande militari quali "General Belgrano", "Patricios", "Victorica", e fu anche docente di gruppi bandistici. Emilio
Capizzano di Rende fu maestro stabile della Compagnia lirica di Buenos Aires, diresse molte opere e fu anche compositore di
musica varia. Alfonso De Maria di Catanzaro, fu concertista di mandolino e fondò il Conservatorio "Beniamino Cosi"
dirigendolo per vari anni. Vincenzo Scaramuzza di Cotronei, fu il fondatore del Conservatorio che porta il suo nome; diede
concerti di piano e compose arie musicali tra le quali "Hamlet". Anche Gaetano Bagnati di Tropea, fu membro eccellente del
quartetto "Melani", fondò il Conservatorio "Almagro" e compose vari brani musicali. Giovanni Imbroisi di Paola, fu Maestro di
banda del 7° Reggimento di Fanteria e compositore di varie marce tra le quali "A mi bandera". Ma non è da dimenticare la
soprano Romana Baldanza di Tropea, che fondò l’Accademia di canto in Buenos Aires . Un illustre figlio di Calabria fu Domenico
Perrupato di Mormanno (CS): Presidente della commissione del giornale "L’operaio italiano"; uno dei quattro membri che
raccolsero fondi per oltre 100mila pesos per la costruzione dell’Ospedale Italiano; fece parte della direzione del "Nuovo
Banco Italiano" (poi Banco de Credito Argentino) e fece costruire il Teatro Broadway di Av., Corrientes 1279".
"Oggi, - conclude Galli - come già accennato, la comunità calabrese è particolarmente viva e prosegue con numerose attività
nelle Associazioni: si ricorda ad esempio, la "Settimana Calabrese" che da vari anni raccoglie numerosi consensi; e per
ultimo, un doveroso omaggio va rivolto a Gaetano Cario di Parenti (CS) che fondò vari giornali in America Latina e fu
componente importante nella storia delle Associazioni bonaerensi".
(feb 2007)
Gente di mare, colpo pistola sul set. Nel mirino un camion della produzione (TGCOM) Un camion di proprietà della produzione di Gente di mare, la fiction della Rai di cui si sta girando a Tropea la terza serie, è stato danneggiato da sconosciuti con un colpo di pistola che ha mandato in frantumi un vetro.
L'episodio, che non è stato denunciato né alla polizia né ai carabinieri, risale ad alcuni giorni fa. Il mezzo danneggiato si trovava parcheggiato nella zona di Tropea in cui sono in corso le riprese della fiction.
Circolano voci, inoltre, di altre intimidazioni che sarebbero state compiute ai danni della produzione e di attori di Gente di mare. Voci che non sono state però confermate dagli investigatori. Anche nel corso delle riprese delle precedenti serie la produzione ha subìto pressioni e intimidazioni da parte di ambienti della criminalità.
In un caso, tra l'altro, si era verificato un episodio analogo a quello accaduto nei giorni scorsi, con il danneggiamento di un camion. C'era stato, in occasione delle riprese delle precedenti serie, anche un episodio controverso legato all'utilizzazione da parte della produzione di alberghi di proprietà di affiliati della cosca Mancuso della 'ndrangheta. In realtà, la Rai aveva poi spiegato che l'albergo in questione apparteneva ad una famiglia mafiosa ma era stato confiscato dalla magistratura e affidato ad un curatore giudiziario da cui la produzione lo aveva affittato.
(feb 2007)
Interrogazione On. Angela Napoli su Fiction 'Gente di mare 2' (IMGPress/15/02/2007) - Al ministro dell’interno e al ministro delle comunicazioni per sapere:
-premesso che:
- nel 2006 RAI Uno ha mandato in onda la fiction “Gente di mare” le cui riprese sono state girate sulla costa tirrenica del vibonese;
- Già allora, l’interrogante ha denunziato, con atto ispettivo n. 4-19696 del 26 gennaio 2006, la gestione dei caln Mancuso di Limbadi (VV) anche nelle riprese di “Gente di mare”; - Le indagini che hanno portato al processo “Dinasty- Affari di famiglia” contro le cosche Mancuso di Limbadi e quelle loro affiliate, hanno evidenziato, come la giornalista Primozich, legata a Ciccio Mancuso, quale ispettore di produzione per “Rai fiction”, ha svolto unimportante ruolo organizzativo;
- Sul set televisivo era compreso, tra gli altri, Gaetano Comito di Limbadi, legato al boss Ciccio Mancuso ed imputato proprio nel processo “Dinasty- Affari di famiglia”;
- In qualche ripresa è addirittura apparso, con la divisa di tutore dell’ordine un personaggio di Tropea, noto a tutti per le sue vicende giudiziarie;
- Ulteriori indagini hanno portato ad altre operazioni di Polizia contro le cosche Mancuso di Limbadi, dei La Rosa di Tropea, dei Fiarè di San Gregorio d’Ippona, dei Lo Bianco di Vibo Valentia, evidenziando, peraltro, i grandi interessi della ‘ndrangheta nel settore del turismo vibonese;
- Nei giorni scorsi è apparsa la notizia dell’inizio delle riprese televisive della seconda serie di “Gente di mare 2”;
- La seconda serie è prodotta da Sony Pictures Television International e Palomar Endemol in coperazione con Rai Fiction;
- Le nuove riprese saranno girate quasi tutte sulla Costa degli Dei, principalmente a Tropea, Parghelia, Capo Vaticano, Briatico e Pizzo Calabro, città, alcune delle quali risultano coinvolte nelle citate operazioni giudiziarie contro le cosche della ‘ndrangheta vibonese:
- Se sono state assunte informazioni presso la RAI sull’esistenza o meno di un indagine interna relativa alla fiction “Gente di mare1”;
- Se la RAI, attuale coproduttrice di “Gente di mare 2” ha assunto iniziative idonee a salvaguardarsi dalla possibile intromissione, nelle fasi di registrazione, degli uomini delle locali cosche malavitose;
On. Angela NAPOLI
(feb 2007)
QUANDO TUTTO SI PUO'.... Teatro, rito e tradizione - l'arcaica processione di incappucciati avanza per le strade di San Costantino di Briatico
Una tradizione recuperata. La rappresentazione del funerale di Carnevale a San Costantino di Briatico. (F. Vallone) San Costantino di Briatico,
in provincia di Vibo Valentia, recupera un'antica rappresentazione, con un canovaccio misto di tracce, percorsi e improvvisazioni tra farsa carnascialesca e teatralità di strada, che si svolgeva in paese, a memoria d'uomo, già agli inizi del '900, fino al 1949, ma che ha certamente radici antichissime. Nelle sue molteplici simbologie si colgono aspetti arcaici precristiane, medievali e cinquecentesche. Un teatro della pazzia che ci ricorda tanto le storie che accadevano nel carnevale dei pazzi della Parigi di "Notre Dame de Paris" di Victor Hugò. Un percorso ritualizzato, dimenticato, un itinerario
d'oggi che mette in scena il "discorso di Carnevale", un poemetto dalle radici popolari scritto da Grazioso Garrì ed ambientato proprio nella San Costantino degli anni Trenta. L'invito, curato dall'amministrazione comunale di Briatico, dal suo dinamico assessore alla cultura, Agostino Vallone e dai Volontari del Servizio Civile di Proitalia, ha suggerito di intervenire all'evento con costumi improvvisati secondo l'originale tradizione meridionale. I personaggi previsti dal copione della farsa sono, oltre a Carnevale, il medico, il prete, Corajisima, Quaresima la sorella triste di Carnevale, la figlia
di Carnevale, i Ciangiulini (le prefiche vestite di nero), i confratelli, becchini e tamburi rullanti. Gli interpreti di questo singolare recupero tradizionale sono stati invece attori improvvisati nelle persone di Lorenzo Di Bruno, Agostino Vallone, Salvatore i Micuccia du Pani, Micucciu u mellusu, Marianunzia Garrì, Francesco Sicari, Antonio Di Bruno, Enrico Damiano Vallone, i numerosi ragazzi del paese e interprete attore principale il fantoccio simulacro di Re Vicenzuni. Perché Carnevale, nella tradizione popolare, si chiamava proprio Vincenzo.
. Ed ecco cosa si scriveva nel 1598 nell'Aviso a certi curati contra uno abuso del principio della Quaresima. "…intendiamo che tuttavia per coteste parti, non ostante altri nostri avisi, nel principio della Quaresima et anche nelle Domeniche di essa, si commettono varii inconvenienti ancora in luoghi sacri sotto nome di Carnovalaccio, con abbrucciare certe immagini, publicare matrimonii finti e commettere altri disordini e dissoluzioni e far mangiamenti publici et empire ogni luogo di gridi e fatti licenciosi: cosa che risulta in onta et ingiuria del santo tempo quadragesimale e
de' luoghi sacri et in poco rispetto del sacramento del matrimonio et anche in disgusto di molti (...)" e qualche anno dopo nel 1606 si parla di "allegrezze vane, piaceri disordinati, mere pazzie, miscugli d'uomini e donne disposti a' piaceri sensuali, ornamenti eccessivi, riscaldamento di cibi, incitamento di suoni, conversazione oziosa, libertà di mascara, movimenti lascivi, saltazioni e danze licenziose, balli, conviti, giuochi, trattenimenti oziosi e vani.." Un cambiamento provvisorio vissuto anche oggi a San Costantino di Briatico che si evidenzia, tra tanti carnevali massificati
e appiattiti da carri allegorici e mascherine varie, come capitale del'arcaico carnevale tradizionale calabrese. Il carnevale di San Costantino riprende dopo tanti anni, lo fa in grande stile proprio partendo da un luogo simbolo del paese, da Piazza Raffaele Lombardi Satriani, con sullo sfondo la casa nobiliare del grande folklorista che effettuò numerose ricerche proprio nell'ambito della cultura popolare calabrese. Ma il "Palazzo" di San Costantino è anche simbolo del Barone, del potente del paese che il Carnevale ha il potere, almeno per un attimo, di contrastare con la sua funzione,
oppositoria e liberatoria, sia a livello individuale che collettivo.
É un periodo rituale e speciale durante il quale si forma nel paese una nuova metastorica comunità a carattere provvisorio. In questa comunità tutti gli elementi teatrali e simbolici non fanno altro che evidenziare la condizione sociale del gruppo, gli aspetti rituali legati al mondo arcaico e agropastorale di propiziazione, di difesa del territorio e del raccolto, degli animali e anche di una sorta di difesa ed eliminazione del male attraverso forme apotropaiche di gestualità rituale. C'è nebbia a San Costantino, il mesto corteo di bianchi confratelli incappucciati che a tratti
diventa festoso, segna al buio, con la sua ambigua e irreale presenza, tutto il territorio paesano attraverso un itinerario, tra le vie, nelle piazze, nei vicoli dove la farsa, l'elogio, il lamento funebre segna continuamente esorcizza , protegge mente un uomo incappucciato di nero bandisce un infuocato incensiere fumante di vapori di peperoncini piccanti incendiati.
(feb 2007)
Danni ingenti ai pescatori di Briatico
Uno dei drammatici momenti a Marina di Rocchetta (F. Vallone) Quando il mare decide di prendere qualcosa lo fa senza chiedere il permesso a nessuno, non avvisa, prende e porta via. I pescatori di Briatico, come tutti
i pescatori di questo mondo, conoscono bene questa regola millenaria. Il loro mestiere, da sempre, è regolato dai ritmi infiniti del mare. Questa volta il mare ha voluto prendere tante barche e reti, i mestieri costruiti con sacrifici e anni di pesca. Ore 14.30 di ieri, alla Marina arriva improvvisa una gigantesca onda, una di quelle distruttive, di quelle che capitano ogni venti, trent'anni. L'onda spazza tutto quello che incontra sul suo cammino. Per prime ad essere ingoiate dal mare, valutato più di forza sette, le barche in vetroresina, quelle per intenderci dei pescatori dilettanti. Sono barche che
in previsione del mare forte sono state già da qualche giorno portate più a monte, sopra la piazzetta della Rocchetta, ma il mare arriva fin sopra la strada, lontana cento metri dalla battigia. Il mare sempre più forte spezza ormeggi, catene, cavi d'acciaio. Per prime "salpano" due barche di zio e nipote, vengono seguite dallo sguardo impotente delle centinaia di persone che sono arrivate veloci per salvare il salvabile. Arrivano altre onde altissime che superano facilmente le barriere del molo frangiflutti della marina e precipitano violente su barche e pescatori, quelli veri. Le barche, i gozzi, ed anche
alcuni pescherecci si muovono paurosamente sulle falanghe, qualcuna vola letteralmente in aria, altre si accavallano l'una sull'altra. Un gozzo della famiglia Prostamo finisce rovinosamente su un argano, l'altra, vicina, si adagia di fianco.
Danni, rotture, falle, seguiti in diretta dallo sguardo di chi non riesce a dominare la furia impetuosa della natura. Il pescatore Pasquale Prostamo guarda amareggiato le sue lunghe reti ora rubate dal mare e ridotte ad un informe ammasso adagiato proprio sotto la torre Rocchetta. Un altro pescatore, Franco Accorinti, cerca con grandi sforzi di salvare le sue cose ma tutto con il passare delle ore diventa sempre più difficile. I fratelli Saverio e Domenico Prostamo trattengono con le mani le loro barche che ad ogni onda scivolano verso il largo. Il mare continua intanto ad arrivare impetuoso come non mai e
mette a rischio la vita di chi cerca di salvare il proprio lavoro.
Arrivano i vigili del fuoco con un fuoristrada, sono le ore 16,30. I due pompieri non possono fare nulla se non constatare quello che accade sotto i loro occhi. Servirebbe un grosso mezzo anfibio con argani e catene per trainare le barche più grosse e portarle in sicurezza. Non c'è niente, solo le mani e le braccia dei pescatori che diventano forti all'inverosimile, lavorano assieme, tutti uniti come in una grande famiglia. Alla fine un anziano della marina, il pescatore Fontevivo, commuove tutti per il suo attaccamento alla vecchia grande barca che non vuole abbandonare. In tanti cercano invano di aiutarlo
a metterla in salvo, la barca è troppo pesante, ormai troppo malandata si frantuma, perde pezzi, mentre cercano di sollevarla. Tutti si allontanano, lui rimane da solo tenendola stretta, quasi per mano. Un uomo, una barca, il mare.
(feb 2007)
Premio letterario 'Città di Tropea': sabato prossimo 3 marzo conferenza stampa di presentazione La prima edizione del Premio Letterario Nazionale Letterario "Città di Tropea - Una regione per leggere" sarà presentata ufficialmente in una conferenza stampa, fissata per le ore 11 di sabato 3 marzo, presso la Sala
del Museo Diocesano di Tropea.
Ad illustrare ai giornalisti le motivazioni, il progetto, le modalità e gli appuntamenti del Premio, saranno Pasqualino Pandullo, presidente dell'Associazione culturale "Accademia degli affaticati" che promuove l'iniziativa; il presidente della Provincia di Vibo Valentia, Ottavio Bruni; il sindaco di Tropea, Antonio Euticchio; il responsabile nazionale del Consorzio di servizi agli Enti Locali "Asmez", Francesco Pinto; il general manager dell'Agenzia di Comunicazione FullAgency, Maria Faragò; il presidente dell'Associazione Commercianti di Tropea (Ascot), Deborah Valente.
Il Comitato tecnico-scientifico del Premio Tropea è presieduto dalla giornalista e scrittrice Isabella Bossi Fedrigotti. Ne fanno parte, tra gli altri, i rettori delle tre università calabresi e il presidente dell'Autorithy per le Comunicazioni, Corrado Calabrò.
Il vincitore assoluto del Premio Tropea, riservato a opere di narrativa italiana o straniera, sarà deciso attraverso il coinvolgimento di tutti i 409 sindaci calabresi, che affiancheranno una giuria popolare in loco.
(feb 2007)
Il culto della Madonna del Manganello a Monteleone
La Madonna del Manganello, protettrice dei Fascisti (Antonio Orlando) Il film di Corrado Guzzanti “Fascisti su Marte” ha portato all’attenzione del
grande pubblico una delle più spregiudicate e se vogliamo, blasfeme operazioni di propaganda messe in atto dal fascismo.
In una gustosissima scena del film, ad un certo punto fa la sua apparizione una deliziosa figurina di madonna (interpretata dall’attrice Simona Banchi) che impugna un nodoso bastone ed ha ai suoi piedi un tenero bambinello, mentre regge in braccio il bambin Gesù, con in testa tanti bei riccioli biondi secondo quello che prevedeva la tradizionale e, si presume, super-ariana, iconografia del tempo.
Nel film la Madonna appare ad un gerarca in un momento di particolare sconforto cioè quando, gli arditi legionari spaziali sbarcati su Marte (“il maledetto pianeta rosso”) si rendono conto che manca l’aria, manca l’acqua, manca la vegetazione e presi da totale avvilimento non sanno veramente a che santo votarsi. La Madonna indica loro la strada da seguire, però alzando la mano con cui tiene Gesù bambino lo fa rovinosamente cadere a terra e rompe, quindi, la ieraticità della scena.. Questa statua della Madonna esisteva davvero: la Madonna del manganello – protettrice dei fascisti si venerava a Monteleone Calabro,
l’odierna Vibo Valentia. Veramente è stato lo storico Mimmo FRANZINELLI nel suo splendido libro “ Squadristi – Protagonisti e tecniche della violenza fascista” , uscito nel 2003, a segnalare questa curiosità. Nella galleria fotografica contenuta nel volume vi è la riproduzione dell’immaginetta che all’epoca circolava ed è indicato come autore l’artista leccese Giuseppe Malecore, che avrebbe eseguito la statua, intorno al 1928, su commissione dei gerarchi Michele Bianchi e Luigi Razza. Si trattava di una statua di cartapesta dato che quest’artista apparteneva alla Scuola Leccese dei presepi ed era ed è molto
conosciuto per le statuine dei pastorelli che adornano i più importanti e rinomati presepi artistici della Puglia. La statua scomparve di colpo e misteriosamente all’arrivo degli Alleati in Calabria, ma, da quanto si sa, non pare siano stati gli antifascisti a farla sparire; sembra, piuttosto, che sia stata nascosta e che sia conservata in qualche sacrestia o in qualche locale della diocesi di Mileto o di Tropea.
Secondo quanto riportato in una approfondita ricerca condotta da Alessandro Scafetta dell’A.N.F.F.A.S. – Associazione Nazionale Famiglie di Disabili Intellettivi e Relazionali - sull’abbazia di Subiaco nel periodo tra il 1943 ed il 1947, di questa statua circolavano parecchie riproduzioni su cartoncino e sul retro era riportata, a mò di preghiera o, se si vuole, di invocazione alla Vergine, il seguente stornello, che è tutto un programma:
O Tu santo manganello Tu patrono saggio e austero più che bomba e che coltello coi nemici sei severo. Di nodosa quercia figlio ver miracolo opri ognor, se nell’ora del
periglio batti i vivi e gli impostor. Manganello, Manganello che rischiari ogni cervello, sempre tu sarai sol quello che il fascista adorerà.
Com’è noto questi versi appartengono ad Asvero Gravelli, che compose, tra l’altro, “stornelli per giovani fascisti” non certo destinati a fungere da preghierina ad una madonna, sia pur speciale e particolare come questa. Neppure questo ricercatore, però, è in grado di fornire notizie più precise circa il culto e la venerazione o, si dovrebbe più correttamente dire, circa la sfacciata strumentalizzazione, di questa immagine (presunta) sacra. Anch’egli parla di una “patrona degli squadristi” venerata a Vibo Valentia e realizzata in cartapesta, presumibilmente, dopo la firma dei Patti Lateranensi, tra il 1929 ed il 1930.
L’immagine circolava su cartoncino resistente che veniva distribuito, spesso tra lazzi e sghignazzi, dalle camicie nere in occasione di qualche ricorrenza solenne oppure consegnato, come supremo scherno, ai familiari di qualche antifascista condannato al carcere o al confino. Altre volte i fascisti distribuivano queste “immaginette” tra la gente, specialmente tra i braccianti e i contadini poveri ed analfabeti per dimostrare la piena legittimità del regime fascista, benedetto anche da Santa Madre Chiesa. A onor del vero, come documenta la ricerca di Scafetta, nel retro del cartoncino non era indicato alcun imprimatur
diocesano, bensì delle vaghe indicazioni tipografiche, molto spesso del tutto assenti in alcune copie, per cui è facile dedurre che queste immagini venissero stampate in proprio. L’Autore citato ne deduce che questa strana iconografia – è risaputo che all’epoca circolavano anche immagini di San Francesco al quale venivano affibbiate le parole d’ordine del Duce – era tollerata e sopportata, ma non accettata dalle gerarchie ecclesiastiche, che, sicuramente, si vergognavano di una simile immagine della madonna. I monaci benedettini trovavano “scandaloso e grottesco questo uso di immagini sacre” e molti preti deprecavano,
anche se non a voce alta, questa palese e volgare strumentalizzazione della religione.
Che dire allora del “Gott mit uns” dei nazisti? e del “God we trust” che gli americani riportano sui dollari? o ancora dei crociati franchisti durante la guerra civile spagnola ? Si può parlare di clerico-fascismo? La maggior parte delle volte è proprio “il potere” a violare apertamente il comandamento “non nominare il nome di dio invano” molto più dei poveri bestemmiatori coloriti, dei comici o degli atei. Eppure questa madonna bastonatrice suscita un moto di fastidio tanto stride con l’immagine della madre di Cristo che i cattolici – il papa prima e più di tutti – pretende di imporre come icona universale della maternità.
Al contrario le icone che la pietà popolare, umile e profana, senza essere blasfema, ha creato non suscitano né fastidio né disgusto. “Il Rosario dei femminielli”, riportato in auge da “La gatta cenerentola” di De Simone e “’a maronna d’a Pacienza”, venerata a Napoli e dintorni, destano sentimenti di compassione, alimentano una devozione popolare comprensibile, generano rispetto e commiserazione per il dolore e le sofferenze altrui. Certo muovono al riso, provocano ilarità, ma il tutto è condito da tanta bonarietà perché ci si rende conto che non c’è dietro l’imbecillità, la violenza, la bestialità e la volgarità che muove il
potere. “La Chiesa è grande ed ognuno ci sta dentro a modo suo…” dice don Mariano Arena, il capomafia, co-protagonista de “Il giorno della civetta” di Leonardo Sciascia. Verissimo. A patto che ci rendiamo conto, una buona volta per sempre, che non esistono poteri buoni. Buon anno e buona fortuna.(30.12.2006 su www.larivieraonline.com/)
(feb 2007)
Il mio Festival di Sanremo. Felice Muscaglione racconta i suoi due anni quale direttore di palco al Festival (F. Vallone) Lui si chiama Felice, di nome e di fatto. All'anagrafe Felice Muscaglione, classe 1950, nato a Vibo Valentia l'8 settembre in quell'anno che spacca proprio in due il '900. Simpatico personaggio, pacioccone, disponibile
con tutti, come lo vedi, ti incute immediatamente simpatia. Lui, con i suoi folti baffi neri, è un vibonese modesto e riservato, conosciuto in Italia negli ambienti discografici più alti, stimato da organizzatori di eventi, presentatori radiotelevisivi e grandi artisti, cantanti e musicisti, cantastorie e cantautori, parolieri e belle ragazze in cerca di successo. Felice Muscaglione è un vero e proprio talent scout, direttore di palco del Festival di Sanremo per ben due anni accanto proprio a Pippo Baudo, organizzatore e direttore artistico del "Gruppo Mancini"
da sempre. Ci racconta dei suoi Festival di Sanremo, di quando vinse il trio Morandi, Tozzi, Ruggeri con "Si può dare di più". "Durante quella serata - racconta - arrivò la notizia della morte di Claudio Villa. Pippo Baudo prima di dare la notizia in diretta televisiva ci pensò molto. Si trovava in evidente difficoltà. La diede dopo un po' di tempo. Tutti erano tristi dietro le quinte, Gianni Morandi era accanto a me e piangeva come un bambino. Erano altri tempi e il Festival di Sanremo era il Festival". Felice Muscaglione è anche una bella penna, è autore, tra l'altro, di un libro sulla canzone degli anni cinquanta e sessanta che è
presente da qualche anno nelle librerie di tutta Italia e che è stato definito un libro di successo nel settore specialistico musicale relativo a "quei favolosi anni ruggenti". Muscaglione si è occupato anche di politica, è stato infatti consigliere e assessore comunale a Palazzo Razza di Vibo Valentia, e, non completamente soddisfatto dei partiti politici esistenti, di partito ne ha fondato uno tutto suo: il "Movimento Democratico Vibonese". Ha organizzato tra l'altro numerose manifestazioni di bellezza: Un'Italiana per Miss Mondo, Ragazza Europa, Bravissima con Valerio Merola, Miss Teen Ager, Lady Mediterraneo. Abbiamo incontrato Felice
Muscaglione nel bellissimo Salone degli Specchi del 501 Hotel, luogo che lo vede, da anni, organizzatore e direttore artistico di tante importanti manifestazioni canore e musicali organizzate con il patron del gruppo, Saverio Mancini. A lui abbiamo posto qualche domanda per cercare di capire meglio il personaggio, l'uomo, il suo vivere nel mondo dello spettacolo, nel "dietro le quinte" di tante esperienze e di tanti successi internazionali ed in particolare dei suoi Festival di Sanremo.
Muscaglione, ci parli della sua attività. Cosa occorre per diventare un bravo direttore artistico. Quali sono le doti richieste per diventare direttore di palco del Festival musicale più importante d'Italia?
Semplice, basta avere molta fantasia, un sacco di creatività e…tanto intuito!…
Di cosa si deve interessare un direttore artistico ?
Un buon direttore artistico deve avere tutto sotto controllo, si deve interessare di musica, di scenografia, di coreografia, di luci e di suono e amplificazione, ma prima di tutto deve percepire il valore professionale degli artisti che cantano o che suonano. Tutto quello che compone gli elementi che formano l'insieme dello spettacolo.
Allora bisogna avere mille occhi e mille orecchie…
Ha detto bene, mille occhi e mille orecchie per vedere e sentire tutto ciò che accade sul palcoscenico, cercando di prevedere quello che sta per accadere o che forse accadrà. Tutto deve andare bene. È questo il successo di una manifestazione.
Lei oltre ad essere noto come direttore artistico e direttore di palco è conosciuto come uno dei maggiori talent scout d'Italia. Saper valutare e capire chi è all'inizio della carriera e scommetterci sopra o percepire in anticipo le potenzialità?
È una sensazione naturale che percepisci quando senti cantare o suonare qualcuno.
Qualche nome di artisti da lei scoperti?
Ho conosciuto in una delle 6 Giorni di Vibo, l'allora quattordicenne ballerina Flavia Fortunato di Cosenza.
A lei ho suggerito subito di cantare quando mi sono reso conto della sua potenzialità vocale del tutto originale.
Successivamente Flavia Fortunato parteciperà a cinque edizioni del Festival di Sanremo. Posso dire che, a livello canoro, sono stato il suo "scopritore".
Altri nomi?
Sono tanti, uno più recente è quello di Lisa, una cantante che appena incontrata ho immediatamente notato.
Qualità artistiche eccezionali, vocalismi fuori dal comune, ricordo che ho subito invitato il padre a farla proseguire perché ben presto avrebbe raccolto frutti positivi. Così è stato! Nel 1998 è arrivata terza nel settore bigs al Festival di Sanremo.
Lei stesso ha fatto parte dell'organizzazione del Festival più noto d'Italia?
Si, con Gianni Ravera, nel 1986 e con suo figlio, Marco Ravera, nel 1987 sono stato direttore di palcoscenico del Festival di Sanremo.
Una bella soddisfazione…
…ed anche una grande responsabilità che ho condiviso con il compianto Luigi Mocchi.
In quei due anni avrà conosciuto molti artisti.
In quei due anni di Sanremo ho conosciuto molti cantanti, ma con tanti altri avevo avuto a che fare molti anni prima, da quando frequentavo la Ricordi a Milano, dove, nel 1969, ho conosciuto Lucio Battisti, successivamente ho operato, con un mio gruppo musicale, a Bergamo dove ho conosciuto i Pooh di Riccardo Fogli, amicizia, affetto e stima e poi, tante serate passate assieme a Sting, Witney Houston, Eros Ramazzotti, Loredana Bertè, Enrico Ruggeri, Gianni Morandi, Umberto Tozzi, Renzo Arbore, e poi grandi gruppi musicali come i Talk Talk, Duran Duran, Europe, Simply Red… Con la compianta Mia Martini avevo un'amicizia fraterna.
Dal 1975 sino al 1986, con la Sei Giorni di Vibo, ho lavorato con il presentatore Daniele Piombi presso il "501 Hotel" di Vibo, quartier generale della manifestazione che ha visto la partecipazione di centinaia e centinaia di artisti e di star internazionali.
Manifestazioni importanti?
Si, manifestazioni seguite il più delle volte da Rai Uno.
E dopo il 1986?
Subito dopo, dal 1986 in poi, l'instancabile Saverio Mancini ha organizzato tante altre manifestazioni, tutte di successo: ViboStar con Ezio Radaelli patron del mitico Cantagiro, Patrizia Bulgari e Beppe De Francia di Palmi (approdati poi al Festival di Sanremo n.d.r.). E poi Vibo Rock, manifestazione a livello nazionale di musica rock degli anni ottanta, il concorso di Bellezza "Lady Mediterraneo" con il compianto Nuccio Costa, "Un'Italiana per Miss Mondo" dove la Calabria è stata egregiamente rappresentata dalla vibonese Tiziana Viapiana, arrivata poi alla finale di Saint Vincent con Rai Uno. Dal 1990, sempre con il patron Saverio Mancini,
ho lavorato come direttore artistico di "Due voci per l'Inverno", "Il Gran Galà della Canzone Napoletana e Calabrese", "Storie e Cantastorie" con Otello Profazio, "ViboStar", e poi tanti altri spettacoli minori, sfilate di moda, defilè…adesso con Saverio Mancini stiamo lavorando per "ViboStar Cabaret" dove confluiranno i migliori cabarettisti italiani.
Da quei lontani anni '60, quando ero componente del gruppo musicale denominato "Gli atomi", all'organizzazione del Cantabimbo nel 1971, al 1975, quando sono stato chiamato a collaborare con il Gruppo Mancini come direttore di palcoscenico, ai successi di oggi…è passato tanto tempo.
La sua è una bella carriera. Si sente completamente soddisfatto?
Si, abbastanza, ma sono convinto che bisogna fare sempre meglio. Ogni giorno di più!
Da qualche tempo è uscito un suo libro. Ha sentito l'esigenza di raccontare, attraverso un volume, la musica degli anni Cinquanta e Sessanta. Come si intitola questo volume?
"C'era una volta…"
Come l'inizio di una favola?
Sì come nell'inizio di una bella favola, l'arte, la cultura, il costume e società di quegli anni '50 e '60.
Muscaglione ci illustra il libro, pagine ricchissime di fotografie. È un bel libro, un lavoro particolare e originale che apre una finestra sul mondo vibonese di quegli anni, sugli aspetti sociali e di costume, sui fermenti musicali, le prime sfilate di moda, i concorsi di bellezza agli albori in Calabria , quelli musicali e canori, le personalità, il mondo sportivo, la televisione e il cinema, la mondanità, la vita di quel tempo. Uno spaccato della storia della musica che vedeva protagonisti a Vibo Valentia nomi come Enzo Tortora, Corrado, Pippo Baudo, Alighiero Noschese, all'inizio della loro carriera e artisti come Gino Latilla, Gianni Ravera,
Carla Boni, Nilla Pizzi che ha anche inciso, con la casa discografica RCA, i pezzi del famoso Festival di Vibo; direttori d'orchesta come Pippo Barzizza, Segurini, Gianni Ferrio, Cinico Angelini e Gorni Kramer.
Ed intanto Felice Muscaglione, che nel frattempo ha fondato una rivista di arte e cultura, continua a mietere successi, lo abbiamo incontrato dietro le quinte di un nuovo spettacolo, con i suoi riconoscibili baffi neri, in silenzio ascolta, segue, organizza e intanto continua a scoprire i tanti talenti della nostra Calabria.
(feb 2007)
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La 39^ Tornata di TropeaMagazine L'uscita di Gennaio 2007 è un interessante numero unico dedicato a Vincenzo Toraldo d'Aragona,
intellettuale di alto rango, accademico, letterato che visse nel tardo cinquecento, distinguendosi nel campo della poesia sia come teorico sia come militante affermato. Era figlio primogenito di Aurelia Sanseverino e del tropeano Gaspare, eroe di Lepanto, dal quale ereditò l'inclinazione alle lettere.
Due sono le opere lasciate in stampa da don Vincenzo: il dialogo La Veronica o del sonetto , pubblicato sul finire del 1589 e il canzoniere L'Ortolano nel 1603.
Molti sono i saggi di critica letteraria che rendono onore a don Vincenzo Toraldo e alle sue due opere rendendone ancora più interessante e importante il contenuto. Su di lui abbiamo raccolto e pubblicato i lavori di Vincenzo Dolla, Giulio Ferroni e Amedeo Quondam, Bernard Weinberg, Francois Lecercle, Giovanni Parente. Potrete leggere altri documenti
che lo riguardano, apparsi nelle opere di alcuni fra i più insigni letterati del tempo: Sertorio Quattromani, Giovanni Battista Manso, Tommaso Stigliani e Giambattista Marino.
State con noi e con la storia!
www.tropeamagazine.it
Maga Clara indagata (Striscia) Esercizio abusivo della professione medica:
è questa l'ipotesi di reato ipotizzato dalla Procura della Repubblica di Macerata per la maga Clara, al secolo Clara Romano originaria di Tropea, che risulta ufficialmente indagata ed il cui studio-abitazione di Potenza Picena è stato perquisito per sei ore dagli uomini della questura. Gli inquirenti hanno sequestrato diverso materiale ritenuto interessante ai fini dell'indagine:
si tratta soprattutto di agende e di documenti bancari, ma anche di materiale medico. Le indagini, successive alla denuncia di 'Striscia la notizia', (vedi primo e secondo servizio e le
dichiarazioni di Massimo Moratti, ndr) e sono coordinate dal vice questore aggiunto, Marcello Gasparini, che ha ascoltato una quindicina di persone 'informate dei fatti', tutti clienti della donna,
che già una decina di anni fa era stata oggetto di una vasta indagine della questura maceratese nei confronti dei cartomanti operanti in provincia. Per otto di loro furono emanati altrettanti provvedimenti inibitori, nel rispetto della normativa vigente; quei provvedimenti però furono revocati un anno dopo, sulla scorta di una decisione della Cassazione, che invitava le autorità
competenti a valutare con più attenzione le modalità di svolgimento della professione, a seconda delle quali si poteva ipotizzare il reato di 'ciarlataneria', piuttosto che 'abuso della credulità popolare', ovvero la truffa. (Fonte AGI, 20 nov. 2006)
NU-WRESTLING EVOLUTION a giugno un nuovo stage Lo stage che la NWE organizza a giugno presso il villaggio turistico quattro stelle DOLOMITI
SUL MARE a Tropea è studiato in modo specifico per chi desidera avvicinarsi in modo pratico al mondo del wrestling, conoscendo in modo approfondito il percorso formativo necessario per intraprendere un’eventuale carriera nello sport-entertainment. E’ quindi consigliato a tutti coloro che vorrebbero avvicinarsi a questo sport in modo deciso, ma vorrebbero capirne meglio l’impegno.
DATE
- Opzione 1: dal 3 all’ 8 giugno (1 SETTIMANA)
- Opzione 2: dal 10 al 15 giugno (1 SETTIMANA)
- Opzione 3: dal 3 al 15 giugno (2 SETTIMANE)
Dopo i successi riscossi lo scorso anno a Rimini (giugno) e a Croydon, in Inghilterra, (settembre), la NWE ripropone in qualità di insegnante la leggenda internazionale ULTIMO DRAGON.
INFO
www.nwewrestling.com
La Soprano Ines Salazar, Rudolph e Judith Giuliani
Calabria Pro Zambia: Bridge of Solidarity Una bella serata romana da ricordare (S. Libertino) Mercoledì 17 gennaio 2007 si è svolta con sucesso a Roma nella
michelangiolesca Basilica di S. Maria degli Angeli e dei Martiri di Piazza della Repubblica la serata di solidarietà "The Gerome Hines Memorial World Peace Concert", organizzata dall'associazione " Calabria Pro Zambia: Bridge of Solidarity", che si propone di aiutare le popolazioni dello Zambia, dove si stanno costruendo strutture sanitarie
e scolastiche, pozzi d’acqua, case di accoglienza per gli orfani, i figli dei lebbrosi e i volontari.
L'evento è stato sostenuto dalle Fondazioni, residenti nella stessa Basilica, Foedus e Paolo di Tarso , presiedute rispettivamente dal Sen. Mario Baccini, Vice Presidente del Senato, e dalla Dott.ssa Luana Gallo.
Ospite d'onore d'eccezione: Ms. Rudolph Giuliani. L'ex sindaco di New York ai tempi dell'11 settembre, era giunto a Roma il giorno prima, in compagnia dell'inseparabile moglie Judith, e già aveva avuto modo di incontrare, accompagnato dal Sen. Baccini, il Presidente del Senato Franco Marini, il Presidente dell'Unione Interparlamentare Pier Ferdinando Casini e il Presidente della Repubblica Giorgio
Napolitano, e di commemorare presso il cimitero del Verano i militari italiani caduti a Nassirya. Altre tappe romane della coppia Giuliani sono state la visita alla Cappella Sistina e quella del noto ristorante "Al Moro", nei pressi di Fontana di Trevi, con l'amico Gianni De Gennaro, capo della polizia, per gustare le specialità della cucina mediterranea.
A fare gli onori di casa della memorabile serata del 17 gennaio il Presidente dell'associazione "Calabria Pro Zambia", Mons. Tarcisio Cortese, Vescovo della Diocesi di Mileto - Nicotera - Tropea che nell'intervento di apertura ha illustrato gli obiettivi dell'associazione, appellandosi al buon cuore dei presenti per una qualsiasi offerta in denaro.
Il concerto era dedicato alla memoria di Gerome Hines, mitico cantante lirico degli anni Quaranta, basso profondo del Metropolitan di NYC e compositore di un "Oratorio" sulla vita di Gesù Cristo nonchè amico di Ms Giuliani, che si sta interessando affinchè la figura e l'opera dell'amico Hines, scomparso nel 2003, venga rivalutata. Infatti durante la serata sono stati proposti un filmato con
una breve biografia dell'artista americano e segmenti di un'intervista nonchè due brani dell'Oratorio eseguiti dall'orchestra e dal coro.
L'Orchestra, la Nuova Filarmonica di Roma, e il coro, la Schola Cantorum S. Maria degli Angeli, erano diretti dal Maestro di Cappella della Basilica, Osvaldo Guidotti.
La regina della serata e protagonista assoluta del concerto è stata l'affascinante Soprano Ines Salazar, cantante di fama internazionale per essersi esibita nei maggiori teatri del mondo. Moglie di un calabrese, il Dr. Federico, la Salazar ha accettato di esibirsi a Roma, nonostante avesse cancellato in questo periodo ogni impegno artistico per la recente scomparsa del padre.
Il programma contava, oltre l'esecuzione dei citati pezzi di Hines, quella dei brani "Gloria in excelsis Deo" di Bach, "Ave Maria" di Gounod, "La Vergine degli Angeli" di Verdi, "Ave Verum Corpus" di Mozart, "Gloria della Messa di Gloria" di Puccini.
Nell’ambito del grande evento il Prof. Antonino Zichichi, noto fisico galileano, ha insignito Mr. R. Giuliani della “Carta della Pace” per la Tutela della Memoria, dei Diritti dell’Uomo e dell’Ambiente. Ad insignire della stessa “Carta della Pace” il Soprano Ines Salazar, già Ambasciatrice Unicef, è stato il Presidente della “Paolo di Tarso” ideatrice della Carta per i Diritti.
Presenti al concerto, oltre l'enorme folla di spettatori che hanno occupato ogni settore di posti disponibili all'interno della basilica, molti imprenditori e vip: le sorelle Anna e Carla Fendi, l’Ing. Salvatore Ligresti, Angiola Armellini, Agostino Saccà, Pippo Marra, la Principessa Pucci Salamè, l’ing. Erasmo Cinque, la contessa Cristiana del Melle, il cantante Amedeo Minghi e altri ancora.
Tra le personalità, il Ministro dell'Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio, il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri Gianfrancesco Siazzu, il Presidente dell’Agcom Corrado Calabrò, i Cardinali Giovanni Canestri e Claudio Hummes, l’onorevole Bruno Tabacci, l’Ambasciatrice dello Zambia Lory Munguma, il magistrato Adelchi D’Ippolito e altri.
A chiusura del concerto, le personalità si sono trasferite al St. Regis Grand per una cena in onore a Ms. Giuliani e Sig.ra preparata dallo chef Francesco Donatelli. Gnocchi saltati ai pachino, reale di vitella al forno e spuma al cioccolato in salsa di vaniglia. Il tutto accompagnato dalle note di un pianoforte in sottofondo.
Il giorno dopo, accompagnati da Mons. Tarcisio Cortese, Judith e Rudholph, che nel corso della visita non ha confermato nè smentito la sua prossima candidatura alla Casa Bianca, si sono trasferiti in Calabria, per gli incontri previsti con l'Università e gli imprenditori calabresi al fine di continuare la raccolta dei fondi a favore dei bambini dello Zambia che aspettano, pieni di speranza, dall'altra parte del grande ponte di solidarietà
già costruito dalla Calabria e proteso verso quella povera regione.
Per sostenere il progetto 'Calabria Pro Zambia: Bridge of Solidarity' puoi versare il tuo contributo sul conto corrente bancario n. 615262277666 di Banca Intesa - Vibo Valentia. (CIN E - ABI 03069 - CAB 42830) intestato a: Calabria Pro Zambia.
TM ha cercato di ricostruire su web le varie fasi dell'evento attraverso filmati in audio/video, convinti che valga la pena di partecipare compiutamente le emozioni dal vivo di una memorabile serata.
I Filmati del Concerto
Tropea e il 'Giorno della Memoria' (S. Libertino) Quest'anno in Italia il 'Giorno della Memoria' verrà celebrato per l'ottava volta. Anche la Città di Tropea si appresta a prendere parte
ad un evento di portata istituzionale e rendere il sacro tributo ai propri figli internati nei lager nazisti. Sono tre infatti i tropeani che hanno vissuto la deportazione in Germania e che hanno patito ogni sorta di vessazione fino a sacrificare - da parte di uno di loro - la propria vita.
Stiamo parlando di Filippo Accorinti d'Aquino, Vice Commissario di Polizia a Udine, morto a Mathausen il 20 aprile 1945, Vittorio Restelli, allievo sottufficiale dell'Esercito, e Micuccio Cortese, Sergente Maggiore dell'Esercito, gli ultimi due internati nel 1943 nello Stalag VI A di Hemer e liberati
dagli americani nel 1945.
Secondo la ricostruzione dello storico udinese Elio Romano , tra il 22 luglio ed il 2 agosto del 1944 furono arrestati e poi ristretti nella Casa Circondariale di Via Spalato in Udine il questore Luigi Cosenza, il vice questore Ernesto Galliano, il commissario capo Luigi Ruggiero capo di Gabinetto, i commissari Filippo Accorinti, Nino D’Angelo, Giuseppe
Sgroi, Mario Savino, Camillo Galli, i graduati Sparsero Toschi e Bruno Bodini, le guardie di P.S. Anselmo Pisani e Mario Comini, l’impiegato civile Giuseppe Cascio, genericamente sospettati di scarsa collaborazione, se non addirittura di attività contrarie alle direttive politiche del governo fascista e delle forze di occupazione tedesche.
Continua...
Il Teatro 'La Pace' di Drapia
Teatro la Pace Ecco il Cartellone della Stagione 2007
TEATRO LA PACE DRAPIA (VV)
PROGRAMMA STAGIONE 2007
Venerdì 2 Febbraio 2007
"Faccio del mio meglio" di Giorgio Panariello con Giorgio Panariello.
Regia di G.Solari
Giovedì 08 Febbraio 2007
"Lo zoo di vetro" di Tennessee Williams con Claudia Cardinale.
Regia di A. Liberovic
Domenica 25 Febbraio 2007
"Un tram che si chiama desiderio" di Tennessee Williams con Paola Quattrini.
Regia di L. Salveti.
Sabato 3 Marzo 2007
"La Vedova Allegra" di Franz Lear con Elena D'Angelo, U. Scida, A. Carini, A. Dimasi, E. Alekperov,
M. Salardi.
Direttore: Orlando Pulin
Sabato 17 Marzo 2007
"Povero Silvio - Viale del Trionfo" di A. Cornacchione e M. Posani con Antonio Cornacchione.
Regia di Antonio Cornacchione.
Domenica 25 Marzo 2007
"Otto donne e un mistero" di Robert Thomas con Eva Robin's, Corinne Clery, Caterina Costantini, Nadia Rinaldi, Sandra Milo.
Regia di Claudio Insegno.
Domenica 22 Aprile 2007
"La Ragione degli Altri" di Luigi Pirandello con Paola Gassman, Giampiero Fortebraccio.
Regia di G. Anfuso.
Sabato 12 Maggio 2007
"Pluto (il Dio del Denaro)" di Aristofane con Domenico Pantano, Diego Ghiglia, Antonio Ferrante, Monica
Fiorentini.
Regia di D. Pantano.
INFOLINE
0963/67.295 - 0963/41.300
E' in sito 'Cronache Aramonesi' di Gennaio '07
E' sul sito aramoni.it il nuovo numero di 'Cronache Aramomesi', periodico di informazione, politica a cura
del Centro Studi Umanistici e Scientifici Aramoni, di G. Raffaele Lopreiato. La testata, che si stampa anche su carta dal 2005, si occupa della comunità zambronese.
L'ultimo numero pubblica un'intervista alla parlamentare Angela Napoli, un appassionato ricordo di 'Un galantuomo d'altri tempi': Francesco Conca di Daffinà, frazione di Zambrone, che scampò miracolosamente
alla battaglia navale di Capo Matapan (28-29 marzo 1941), anche se fatto prigioniero dagli inglesi.
In quella battaglia trovarono la morte i Marinai di Ricadi Iannello Michele (Incrociatore Zara) e Pontoriero Agostino (Incrociatore Fiume), il Marinaio Fuochista Carlo La Torre (Incrociatore Fiume) di Tropea,
mentre il Marinaio cannoniere Andrea Blasi (Incrociatore Pola) di Zaccanopoli fu salvato dagli inglesi ma morirà in prigionia nel 1945.
Tra le pagine del giornale una curiosa tradizione che si osserva nella frazione di San Giovanni, dove il 29 ottobre si porta in processione il miracoloso Quadro della Madonna Di Romania, protettrice della città
di Tropea e della Diocesi di Mileto - Nicotera - Tropea, e una vibrante monografia di Noemi Pini, che vive e lavora a Buenos Aires, su suo nonno Carlo Casuscelli, nato a Zambrone nel 1874.
Tante altre cose si possono leggere sul giornale che si può tranquillamente stampare dal proprio computer.
Cronache Aramonesi di Gennaio 07
Una vecchia foto degli anni
Sessanta di Tropea Sparita: la Processione di S.Giuseppe
Da Carnevale a Pasqua:
un percorso di tradizioni e di valori Dopo aver da poco abbandonato le atmosfere natalizie e i bagordi di fine anno, ci troviamo da qualche
settimana nel 2007 e ci stiamo addentrando in pieno inverno verso le follie carnevalesche, la festività di
San Giuseppe, la Fiera dell'Annunziata, la Madonna di Romania, la Settimana Santa, la Santa Pasqua. Un percorso di tradizioni popolari tropeane che fu oggetto di ricerca da parte di Giuseppe Chiapparo
(1894 - 1963), che nel 1957 ha pubblicato un prezioso saggio "Da Carnevale a Pasqua in Tropea" nella Rivista 'Folclore della Calabria' .
In questo percorso l'etnologo tropeano ci prende per mano e ci accompagna in un mondo bello, genuino, pieno di valori, raccontandoci e facendoci conoscere le usanze di un paese in parte sparito, quasi a voler suggerire
che se avessimo conservato intatte quelle radici e investito su quella cultura popolare avremmo potuto oggi raccogliere migliori profitti etici, educativi per le nuove generazioni e sicuramente turistici per una maggiore risorsa
commerciale e lavorativa nel cuore invernale. Un saggio che vale la pena di rileggere
'Da Carnevale a Pasqua' di Giuseppe Chiapparo
La regista Donatella Baglivo
'...E dopo cadde la neve' Una 'True Story Made in Italy' di Donatella Baglivo
(F. Vallone) All’interno di un pezzo di critica cinematografica, di una recensione di un film, bisognerebbe evitare di utilizzare la parola “bellissimo”. Il problema, se così si può definire, è che il film “…e
dopo cadde la neve”, della regista romana Donatella Baglivo, è davvero bellissimo. Sono 90 minuti fitti di simbologie forti, mai casuali, che rimandano continuamente a messaggi mediati da
colore, suono, immagine, percezioni semantiche, fotografia.
La sala del cinema Moderno di Pizzo è piena nonostante il tempo inclemente che insegue la serata. La Prima calabrese di questo film con un canovaccio intriso di carica emozionale classica del
periodo in cui è ambientato. Sono appena passati gli anni settanta, si varca il ventennio che accoglierà il 2000, momento soglia carico di speranze, voglia di progetto e cambiamento. Siamo a
Sud, nell’Irpinia dove tutto è danza, suono, ballo, musica e gioco, tradizioni profonde e percorsi ritualizzati da secoli ma anche apparizioni e miracoli inattesi come si racconta nel film per la
Madonna del Castello di Oliveto Citra o per la presenza di SS. Giovanni Paolo II che guarisce con la sua presenza un giovane infermo.
Continua...
La Bandiera a mezz'asta della Polizia accanto all'immagine dell'Ispettore Capo Filippo Raciti caduto in servizio durante una partita di calcio
Un giorno triste (poliziadistato.it) Il 2 febbraio è stato un gran brutto giorno. Uno di noi non ce l'ha fatta a tornare a casa dal servizio.
Morire è sempre ingiusto ma in quel modo è anche assurdo. E' vero, noi abbiamo l'obbligo giuridico di esporci al pericolo. Però era solo una partita. Ora il calcio si ferma ma la Polizia no. Non può e non deve, c'è del lavoro da fare. Lasciateci però salutare Filippo e poi torneremo come sempre su strada.
Sito Ufficiale della Polizia di Stato
Poesia
Roma. Ponte Milvio. Lo spettacolare palo d'illuminazione stracarico di ogni tipo di lucchetti che gli innamorati chiudono, gettando la chiave nel fiume e giurandosi
amore per sempre
Ponte Milvio è la nuova location romana per gli innamorati (S. Libertino) Dal 30 gennaio è in rotazione sui principali canali musicali televisivi e sulla Rete il videoclip
del nuovo singolo di Tiziano Ferro 'Ti scatterò una foto', tratto dall'ultimo album 'Nessuno è solo' (Capitol/Emi). Nel videoclip due ospiti d'eccezione, gli attori Riccardo Scamarcio e Laura Chiatti.
Il video, che il 3 febbraio alle ore 2305 ha avuto uno speciale passaggio in prima assoluta su Italia 1, e che ormai sta impazzando dovunque, anche in Rete, contiene il brano che farà parte della colonna sonora del film 'Ho voglia di te', in uscita a marzo, tratto dal secondo romanzo di Federico Moccia e sequel del primo, grande successo di 'Tre metri sopra il cielo'. Ed è proprio
il regista di 'Ho voglia di te', lo spagnolo Luis Prieto, che ha diretto il nuovo video di Tiziano Ferro.
Girato a Roma su Ponte Milvio, il video 'Ti scatterò una foto' racconta la storia degli interpreti del film, Step/Riccardo Scamarcio che si innamora perdutamente di Gin/Laura Chiatti. I due amanti sulle note della canzone di Ferro chiosano il videoclip con un bacio appassionato, chiudendo il lucchetto, gettando la chiave nel fiume, complice dell'evento, e giurandosi amore ad alta voce 'Per sempre...'.
Continua...
La presentazione iniziale del nuovo website della Pro Loco di Tropea che ha scelto le tre icone più rappresentative: l'Isola, l'Antico Sedile (sede dell'Associazione) e il suo stemma araldico
Il nuovo website della Pro Loco (S. Libertino) La Pro Loco tropeana scende in campo nella Rete e lo fa nel migliore dei modi, mettendo a punto un sito web che sebbene ancora in allestimento sta dando i primi riscontri positivi in termini di accesso.
La grafica e il design, e quindi l'attività di ricerca, ideazione e progettazione, sono affidati al dr. Francesco Barritta, consapevole dell'impegno di dover costruire in Rete il biglietto da visita di uno dei più famosi centri turistici italiani.
Da qualche mese il sito sta venendo fuori giorno per giorno. Si riempiono gli spazi dedicati ai trascorsi luminosi, ai personaggi, alle tradizioni, agli eventi di una Città ricca di storia, di cultura, di arte, di sapori. Non mancano i servizi forniti dall'Associazione turistica per eccellenza a favore degli amici di Tropea o di quelli che lo vogliono diventare.
Sovraintende ai lavori il solerte Direttore della Pro Loco, prof. Mario Lorenzo, responsabile del sito (OLP) che partecipa attivamente alla stesura del testo delle pagine che divengono sempre più folte e alla veste editoriale, ricca di immagini, anche d'epoca, che riesce a dare all'architettura del sito un'impronta assai interessante e accattivante.
In attesa del sito definitivo, ricordo che la Pro Loco di Tropea è raggiungibile attraverso i seguenti contatti:
Piazza Ercole
89861 Tropea (VV)
Tel. 096361475
Email: turist62@prolocotropea.191.it
Skype Pro Loco Tropea
Sitoweb: www.prolocotropea.eu
Premio Letterario 'Galeazzo di Tarsia' Il Premio Letterario “Galeazzo di Tarsia” è stato bandito dall’Associazione Turistica “Pro Loco” di Belmonte Calabro, presieduta
dal Dott. Franco Conforti, con il patrocinio dell’Amministrazione Comunale, dell’Amministrazione Provinciale di Cosenza e dell’Unione Nazionale Pro Loco d’Italia.
Il premio giunto alla XIV edizione nasce, in armonia con i fini istituzionali dell’Associazione, che sono anche di promozione culturale, allo scopo di contribuire alla valorizzazione della figura e delle opere di Galeazzo di Tarsia, poeta del cinquecento e feudatario di Belmonte Calabro.
Sono ammessi all’esame della Giuria Saggi inediti sul tema: San Francesco da Paola (1507-2007): la tradizione religiosa e l’influsso carismatico della sua personalità sulla società, le istituzioni e la vita culturale.
Gli elaborati dovranno essere presentati entro lunedì 15 maggio 2007.
Gli interessati possono richiedere informazioni al Segretario coordinatore Dott. Gabriele Turchi presso la segreteria del premio che ha sede in viale Benedetto Croce n.1 a Belmonte Calabro (CS) – telefono: 0982.47048
La cerimonia di premiazione è prevista per sabato 28 luglio 2007 nel centro storico di Belmonte Calabro.
INFO
Premio Letterario 'Galeazzo di Tarsia'
Il Cammello continuerà a ballare ! Si è costituito il comitato “Festa i Tri da Cruci”, composto da Nicola Cricelli, Pasquale Russo e Pasquale Tropeano, che, in
collaborazione con l’Associazione Turistica Pro Loco Tropea, rappresentata dal presidente Mario Lorenzo, intende organizzare anche quest’anno la tradizionale festa del Borgo.
Una prima riunione ha avuto luogo nei locali della Pro Loco, dove si è convenuto di invitare i cittadini, le associazioni presenti sul territorio, nonché l’amministrazione comunale e quella provinciale a partecipare alle attività preparatorie della festa, al fine di poterla potenziare.
“È importante che questa festa – ha sottolineato il presidente della Pro Loco – dal rilevante profilo storico-culturale, venga presto istituzionalizzata”.
Quest’anno gli organizzatori intendono portare all'interno dell'evento più rappresentativo della tradizione popolare cittadina delle novità di assoluto rilievo che ne estenderanno la durata fino ai tre giorni. A tal proposito si è stabilito che in un prossimo incontro verranno invitati a partecipare alle riunioni anche i dirigenti scolastici dell’Istituto di Istruzione Secondaria Superiore e dell’Istituto Comprensivo di Tropea, Beatrice Lento e Francesco Laganà, per esaminare la possibilità
di allestire, con la partecipazione degli studenti, una rappresentazione che rievochi la storica cacciata dei turchi da parte dei borghigiani.
ARGOMENTI CORRELATI
"La Festa della Croce in Tropea" di Giuseppe Chiapparo
"Linee storiche - religiose della festa di 'I Tri da Cruci'" di Antonio Sposaro
"E nel Borgo in Festa il Cammello continuò a ballare" di Salvatore Libertino
Ecco come si insegna a scuola la matematica..! (Agr) Atti sessuali con minore. Questa l'ipotesi di reato per la professoressa salentina di matematica, protagonista di un video hard realizzato con un
videocellulare e diffuso sul web. Ora la donna e' stata iscritta nel registro degli indagati.
La Procura ha dato incarico ai carabinieri del nucleo operativo di identificare gli studenti protagonisti dell'episodio, che dovranno essere tutti interrogati. Del caso e' stata informata anche la procura per i minorenni.
Ecco il video
Sentiamo la Professoressa
"Tropea - Onde Mediterranee" parte la 4^ Edizione E' stato bandito il Concorso di Poesia 'Tropea Onde Mediterranee', giunto alla 4^ Edizione.
Il concorso si articola in quattro sezioni:
'Poesia giovani', inedita, in lingua italiana, per giovani autori fino a 18 anni di età;
'Poesia adulti', inedita, in lingua italiana, per tutti gli autori che abbiano già compiuto diciotto anni d’età;
'Poesia in vernacolo', inedita, in dialetto calabrese ed in tutti i dialetti d'Italia con traduzione a fronte, per autori senza limiti di età;
'Poesia edita in lingua italiana', per autori senza limiti di età.
Le opere, corredate da quanto prescritto dal regolamento, devono essere inviate per posta al seguente indirizzo: Redazione de “La Piazza” c/o
Avv. Saverio Ciccarelli Via V. Veneto, 79 - 89861 Tropea (VV) entro il 15 marzo 2007.
La premiazione avverrà domenica 22 aprile 2007 in Tropea (VV). Nel corso della manifestazione verrà conferito un riconoscimento speciale ad un personaggio
che con la sua opera si sia particolarmente distinto in attività che abbiano dato lustro alla nostra comunità.
INFO
Regolamento on line
Il banner di testa del sito dedicato al Certamen
XXVII Certamen Ciceronianum Arpinas Arpino 11-12-13 Maggio 2007 Il Certamen Ciceronianum Arpinas , organizzato dal Centro Studi Umanistici "Marco Tullio Cicerone" di Arpino, è una gara di traduzione e commento dal latino di un brano di Marco Tullio Cicerone. Aperto agli studenti iscritti all'ultimo anno di liceo classico di tutto il mondo, il Certamen Ciceronianum Arpinas
si svolge ogni anno in Italia ad Arpino (in provincia di Frosinone) nel mese di maggio. La manifestazione nasce nel 1980 ad opera del preside del Tulliano Prof. Ugo Quadrini che riuscì a dare in breve tempo al Certamen, grazie al suo assiduo impegno, una dimensione internazionale.
L'iniziativa è nata con l'intento di riaffermare la validità della cultura classica latina e dello studio della sua lingua, attraverso l'esame approfondito delle opere di uno dei suoi massimi esponenti: Marco Tullio Cicerone. Da esse i giovani possono trarre, ancora oggi, una grande ricchezza umana e civile ed una non comune formazione culturale. Cicerone ha infatti il merito di aver trattato con grande rigore speculativo e con stile insuperato i problemi propri dell'uomo, problemi di ieri, di oggi,
di sempre - giustizia, patria, religione, amicizia, coerenza morale - e di aver perseguito, nella sua azione di uomo politico, quella concordia ordinum nella quale risiede la salus popoli. Il Certamen, così, vuole costituire un'importante occasione per confrontare idee e proposte che possano contribuire al più generale dibattito attorno alla costruzione di un'Europa unita, poiché costruire l'Europa significa anche impegnarsi a livello culturale, etico e socio-politico. In questo sforzo collettivo,
la grande lezione che il latino offre ai giovani, come lingua e come letteratura, è quella di far loro riscoprire la comune radice culturale europea, elemento indispensabile per una pacifica convivenza tra i popoli.
Le domande degli studenti interessati, vistate dal Capo d'Istituto del LIceo d'appartenenza, dovranno essere inviate per raccomandata, a cura della scuola, entro il 15 marzo 2007 al Presidente del CENTRO STUDI UMANISTICI M. TULLIO CICERONE - Corso Tulliano- 03033 ARPINO (Frosinone).
INFO
Quando e dove si svolge: 11-12-13 Maggio 2007 ad Arpino (Fr)
Scadenza delle domande: entro il 15 marzo 2007;
L'organizzazione: Centro Studi Umanistici "Marco Tullio Cicerone" di Arpino
Informazioni utili: Tel: 0776.852121 Centro Studi Umanistici
Fax: 0776.848535 Pro Loco di Arpino
E-mail: organizzazione@certamenciceronianum.it
Sito web: www.certamenciceronianum.it
Bando della Manifestazione
Comunicati stampa della XXVI edizione
Salomone e i forgiari di Tropea
Se chiedete ad un tropeano di indicarvi via Umberto I, ci dovrà pensare parecchio prima di rispondere. Ma se chiedete dove sta la via dei Forgiari ve la indicherà senza alcuna esitazione.
Sicuramente sarebbe stato meglio intitolarla ai Mastri Forgiari quella strada, protagonista della Festa della Croce, ai fabbri ferrai che hanno per secoli lavorato nei bassi dei palazzetti ai bordi della lunga via del Borgo sorto nelle immediate
vicinanze delle antiche mura urbiche della cittadina, accanto agli antichi arnesi, alla loro forgia alimentata dal mantice del garzone di turno.
Di solito i forgiari abitavano al piano superiore del laboratorio dove il lavoro si tramandava da padre in figlio attraverso varie generazioni. Lavoro che era molto ricercato sia nella Città sia nelle campagne.
Molte le commesse provenienti dai palazzi nobiliari. I ricami in ferro dei cancelli, delle ringhiere dei balconi e degli affacci testimoniano l'arte e la maestria dei mastri capaci anche di produrre ogni tipo di arnese
da lavoro prodotto anche sul posto lontano dalla bottega: vomeri, attrezzi agricoli, chiavi, mandali, chiodi, 'attacci', arnesi artigianali per falegnami, bottai, calzolai... e persino armi sofisticate.
Erano anche 'carrai', specializzati cioè nella costruzione e nella riparazione dei carri e dei calessi, importanti mezzi di locomozione, nelle parti dove i componenti erano di metallo, come le ruote.
Ma erano anche 'maniscalchi' che curavano con colpi precisi la ferratura dei cavalli, dei muli e degli asini, parcheggiati dai proprietari presso le forgie, la domenica, giorno di mercato, per il ricambio dei ferri e
la scolpitura e l'affilatura degli zoccoli.
Intere famiglie, come i De Vita, i Vinci, i Bagnato hanno per secoli perpetuato senza soluzione di continuità questo mestiere che oggi non esiste più. Ormai le botteghe delle forgie hanno lasciato il posto ai
negozi di ceramiche, di coralli, di abbigliamento. Non più quei rumori, ormai consueti per i passanti, provocati dalla mazzetta del sapiente fabbro che batteva ripetutamente il metallo incandescente sull'incudine
per forgiarlo.
Ormai non esiste più traccia di quegli arnesi, di quelle forgie, di quella fatica.. Si sarebbero potute raccogliere per farne un museo, per non disperdere la memoria delle tradizioni.
Si perde nel tempo l'inizio di tale attività artigianale e l'accorpamento di decine e decine di forgie lungo la via del Borgo. Sarebbe il caso di ricordarsi di Giordano Ruffo, nato a Tropea
ai primi del 1200, Maestro dei Cavalieri alla corte di Federico II e autore di vari trattati sulla maniscalcheria e medicina veterinaria.
Qualcuno dice però che bisogna addirittura risalire ancora indietro ai tempi di Salomone re d'Israele (970 a.C. - 930 a.C), protagonista di una novelletta tropeana che circolava al Borgo fino agli anni
Cinquanta, sulla saldatura dei metalli. Il re infatti era l'unico a conoscerne il segreto che fu carpito con l'astuzia dai forgiari tropeani. Il racconto, acquisito dall'etnologo tropeano Giuseppe Chiapparo dalla viva voce
di Antonio Bagnato, forgiaro di Tropea, detto "Schillaro", fu 'passato' al collega Antonino Basile di Palmi, che scrisse un saggio nella Rivista di tradizioni popolari 'Folklore della Calabria' diretta proprio dallo
stesso Basile, riportando i versi in dialetto tropeano composti per l'occasione dal Chiapparo che descrive l'episodio in modo magistrale.
Non ci resta che proporvi quindi questa deliziosa novelletta.
Salomone e i forgiari di Tropea
Viaggio virtuale nella Forgia di Biagio Vinci ultimo Mastro Forgiaro di Tropea
Un suggestivo Interno del Museo
Il Museo dell'Emigrazione di Francavilla Angitola
Emigrazione: bagagli testimoni del muoversi, bagagli pesanti, sacchi e bauli, valigie e casse piene di povere cose che girano per il mondo. Ma gli emigranti sono anche quei passi pesanti dei nostri vecchi contadini in terre lontane. Passi di calabresi che cercano lavoro nei campi di canna da zucchero e nei cantieri dei grattacieli americani.
La gente, ammassata sui ponti delle navi, prega per un futuro migliore. Le navi sono più gente che nave, e, sull'oceano maestoso, il mare che non finiva mai, cercavano la 'Merica; terra lontana, sogno e realtà, vita e morte, mondo nuovo per vincere la miseria.
Gli oggetti appartenuti agli emigranti, i loro sogni e i loro documenti, sono ora Museo dell'Emigrazione di Francavilla Angitola; storia di emigranti ma, prima di tutto, storia nostra. Sono oggetti che testimoniano per attualizzare, capire e comprendere profondamente questo importante e vastissimo fenomeno sociale.
Il Museo dell'Emigrazione fa rivivere simboli, segni e colori per sapere cosa, come e quando, per tentare di capire non solo come erano, ma come eravamo e perché oggi siamo così, con il nostro bagaglio di memoria.
Il Museo, attraverso un itinerario visivo e cronologico, illustra storie che vanno dal 1860 ad oggi; una successione narrativa si snoda nel tempo e traccia l'immagine prima della partenza, il paese natio fatto di povere case, un paese dove il peso delle grosse chiavi in ferro battuto indicava il potere sociale della gente; seguono poi le feste, il Santo Protettore, la vita della comunità.
Foto, documenti e immagini che, evidenziando l'enorme dislivello economico e di vita, documentano l'emigrazione come unico momento di capovolgimento, di rivolta, di rassegnazione collettiva, ma anche di profonda speranza. Altri settori del Museo sono riservati alla scuola del tempo. Le boccette d'inchiostro, il calamaio, i pennini, la pagella scolastica... reliquie del sapere di una volta riservato a pochi;
e poi i documenti per emigrare rilasciati da subagenti delle grandi e piccole compagnie di navigazione italiane e straniere, persone senza scrupoli che costringevano a vendere quel poco che si possedeva. Seguono biglietti di terza classe, documenti d'imbarco, visti, certificazioni mediche, passaporti.
Il corredo sacro è costituito da immaginette, centinaia di testimonianze della pietà popolare utilizzate per rinnovare ovunque l'atto di fede, ma anche per invocare protezione e superare i momenti difficili di pericolo e di sconforto.
Poi finalmente la 'Merica, le auto e i vestiti noleggiati per il "ritratto", per le foto, per dimostrare non solo agli altri, ma anche a se stessi, che il sogno americano si era avverato. Chi tornava dalla 'Merica si distingueva subito per il suo colorito, l'anello col brillante al dito ben in vista e il portafoglio di pelle di coccodrillo con le iniziali in oro.
Chi tornava con le scarpe lucide e scricchiolanti parlava di "Nova Yorka, . Muntivideo e Bonosairi". Le fidanzate e le mogli con i figli in attesa di raggiungere il proprio uomo, fedeli alla morale domestica, uscivano di casa solo per necessità: una sorta di semi-clausura.
Il Museo dell'Emigrazione di Francavilla Angitola
Gaetano Cipollini (Tropea, 1851 – Milano, 1935)
La Rivincita dei fratelli Cipollini ...di non essere più ignorati
(S. Libertino) In occasione del Centocinquantesimo Anniversario della nascita di Gaetano Cipollini, Tropea (Associazione Tropea Musica) aveva organizzato il 18 Febbraio 2001 un Concerto Tributo in onore al compositore tropeano proponendo in prima moderna varie arie di opera che sono state inserite, a memoria dei posteri, in pagine speciali su TM che avevamo chiamate 'Work in progress'.
Ed è per questo che oggi a quei brani ne possiamo aggiungere un altro. Si tratta della romanza 'Duca, quel casto fiore' che precede la calata del sipario del 'Gennarello', registrata il 19 marzo 2003 nella chiesa dei Gesuiti, in occasione di un concerto organizzato ancora da "Tropea Musica". Anche qui l'esecuzione era affidata alla voce del tenore Francesco Anile e al piano di Francesco Silvestri, che, con la soprano
Caterina Francese, ormai sono gli interpreti ufficiali delle opere di Cipollini.
Molti sono stati in questi ultimi anni i contatti avuti da TM su Cipollini, perlopiù richieste di ulteriori informazioni su di lui e sulle opere. Qualche studente ha comunicato l'intento di preparare la tesi sul compositore tropeano. Abbiamo anche letto, sia in carta stampata sia in Rete, parecchie recensioni sulla monografia , la prima, a livello divulgativo, sull'autore
tropeano e sulle sue opere ad essere stata pubblicata nel 1999.
Informiamo poi che in tempi recenti la Signora Titty Rando ha elaborato due articoli su Gaetano Cipollini - senza peraltro apportare alcun contributo - uno pubblicato su "Il Quotidiano della Calabria" del 10 luglio 2005, pag. 22 e l'altro sulla rivista "Calabria Letteraria", annata 2006, citando un paio di volte l'autore di quella monografia,
ma facendo finta di ignorare la 'fonte' e cioè l'indirizzo di 'TropeaMagazine", dopo avervi pascolato in lungo e largo e copiato - senza citare i rispettivi credits - immagini, apparse quindi in giornali/riviste che si leggono a pagamento, e senza contattare e avvisare l'autore dell'originario lavoro.
Due note positive arrivano da Roma e dal lontano Giappone. La Dr.ssa Sonia Teramo, originaria di Cittanova (RC), dell'Istituto Nazionale per lo Sviluppo Musicale del Meridione (ISMEZ ONLUS) ha scritto un saggio inserito nell'ultimo libro licenziato dall'Istituto lo scorso anno Scapigliatura e Fin de Siècle. Libretti d’opera italiani 1860-1915. Scritti in onore di Mario Morini, a cura di J. Streicher, dedicandolo a Gaetano e
Antonio Cipollini Il Gennarello dei fratelli Cipollini: un'opera di ambientazione calabrese che abbiamo il piacere di pubblicare in estratto su TM. Chi volesse acquisire il libro lo potrà richiedere all'ISMEZ attraverso il sito web dell'Istituto www.ismez.org/.
Kana Otsubo, giovane stella del pianoforte, ha voluto invece dedicare nel corso di un concerto un tributo a Gaetano e Antonio Cipollini eseguendo le arie già note ed ascoltate durante il concerto tropeano del 18 febbraio 2001 e altre nuove, quali le gavotte "Gli Incipriati", "Calendimaggio" e il Prologo de "Il Piccolo Haydn". Kana ha voluto inoltre aggiungere l'esecuzione della bellissima Romanza "Alla Luna" (voce e piano), composta da Pietro Mascagni su
testo di Antonio Cipollini, della quale ci siamo occupati in altra circostanza .
I brani del concerto di Kana Otsubo possono essere ascoltati in MP3 in una pagina dedicata alla brava pianista del Sol Levante.
Infine, abbiamo rielaborato i filmati dei brani eseguiti nel 2001 e 2003 adeguandoli alle nuove tecnologie in tema di streaming.
L'immagine in tempo reale vista dalla prima WEB CAM tropeana
E' in funzione la prima WEB CAM tropeana
(S. Libertino) Il meteorologo Giovanni Simonelli lo aveva preannunciato, in occasione della presentazione della stazione meteo impiantata nella Rete l'anno scorso, che avrebbe fatto in modo di realizzare nel sito una Webcam monitoratrice in tempo reale delle condizione meteo della Città. Ciò a vantaggio non solo di chi abbia programmato una visita o una vacanza a Tropea, ma anche degli stessi tropeani che vivono altrove 'in esilio'
e che abbiano voglia di tenersi in cantatto con la madre patria affacciandosi ad una finestra virtuale e poter smirciare lo specchio di mare all'orizzonte e magari sperare di vedere lo spettacolare tramonto sulle Isole Eolie.
In questo caso, la finestra non è tanto virtuale, ma è quella vera di casa Simonelli dove è installata la telecamera. Purtroppo, Giovanni quando apre la tapparella della sua finestra, vede sì un tratto di mare, all'orizzonte, ma la visuale esclude lo spettacolo che tutti vorremmo vedere: lo scoglio dell'Isola, un tratto di spiaggia, il porto o l'attività lungo il corso principale cittadino. Bisogna quindi accontentarsi.
Anche perchè l'obiettivo tecnico scientifico che si era prefissato Giovanni è stato raggiunto e cioè quello di conoscere in tempo reale le condizioni meteo del territorio di Tropea.
Vediamo intanto cosa vede, oltre la fascia di orizzonte, la Webcam. Innanzitutto Simonelli abita nella zona 'Case di Campagna' e quindi nelle immediate vicinanze, a sinistra, della discesa del Convento, la cala che porta ad una delle più belle spiagge tropeane, chiamata 'del Convento', appunto. Il palazzone che si vede davanti in primo piano è proprio la chiesa del Convento che all'estrema destra ha una specie di torretta campanaria che svetta sopra il livello della copertura.
E' quindi un monumento importante la chiesa del Convento dei Frati Minori di Calabria, dedicata alla Madonna della Sanità. La chiesa ed il Convento occupano più o meno l'area dove sorgeva un tempo l'antichissimo Ospedale fuori le mura della Città. La discesa del Convento che finisce sullo slargo dove si trova la porta d'accesso alla chiesa è ancora chiamata - nella toponomastica ufficiale - 'discesa dell'ospedale'.
La sua costruzione risale al 1595/98 su area ceduta da Giuseppe Calzerano (per 300 scudi) e con pietra fornita da Romacelli Caterina. Il tetto, progettato ed eseguito da Jacovello Carbonara, su ordinazione ed a spese di Alessandro Tranfo, barone di S. Agata, venne distrutto dal terremoto nel 1700; successivamente venne ricostruito da maestranze locali. Nel 1717, la chiesa, originariamente ad unica navata, venne ampliata da P. Anselmo da Stilo, che sfondando la parte sud-ovest,
creava una seconda navata, suddivisa in tre cappelle dedicate rispettivamente a S. Francesco d'Assisi, all'Immacolata ed a S. Antonio.
La chiesa ospita una pregiata tela di notevole valore artistico: il quadro della Madonna della Sanità. Esso raffigura la Vergine Santa con il Bambino Gesù che dall'alto guarda una turba di uomini attorno ad un malato che attende la guarigione; in basso, in primo piano, pregano devotamente due santi frati. Il dipinto è firmato da GIOVANNI ANGELO D'AMATO, noto ed apprezzato pittore del XVI° secolo.
Giovanni ci ha detto che l'attuale situazione è il primo momento dell'istallazione e che è già in esame il progetto di collocare - con opportuni accorgimenti - la Webcam nel punto più alto del palazzo in modo che ciò possa garantire la visione di un campo più ampio che comprenda anche il sottostante tratto di spiaggia.
La prima Webcam a Tropea
La Stazione Meteo di Giovanni Simonelli
Le immagini di Maria Sofia di Baviera a confronto. Nel dipinto di Agostino Petracca (a sinistra) e nella foto del 1859 (a destra) che la ritrae accanto a Francesco II.
È Maria Sofia di Baviera, sorella della Principessa Sissi, la giovane ritratta da Agostino Petracca nel dipinto presentato al Convegno di Ricadi (F. Vallone) La notizia era stata appena sussurrata alcuni giorni fa, Don Pasquale Russo da Ricadi, documenti inediti importanti acquisiti, poi da Roma il direttore di
Tropeanews, Salvatore Libertino ed adesso è proprio confermato, finalmente si sa chi ritrae il quadro ritratto presentato a corredo di studi sul pittore di Ricadi Agostino Petracca. Ritrae Maria Sofia di Wittelsbach, l'ultima regina di Napoli, sorella dell'imperatrice d'Austria Elisabetta, la famosa "Sissi" della cinematografia.
Il ritratto fu eseguito tra il 1859 ed il '60 a Napoli dal pittore ricadese Agostino Petracca (Ricadi 1829 - Roma 1886) prima dei tumultuosi giorni che videro la fine della monarchia borbonica e l'esilio dei sovrani a Roma nella residenza di Pallazo Farnese (attuale ambasciata di Francia). L'importante rivelazione è stata fatta durante il convegno dal titolo "Vita culturale a Ricadi tra il 1800 e il 1900. La famiglia Petracca" svoltosi a Ricadi la scorsa domenica pomeriggio alla presenza
degli eredi della famiglia Petracca e di numerose autorità.
Fra i molti inediti ha avuto particolare rilievo proprio il ritratto dell'ultima regina di Napoli Maria Sofia di Wittelsbach eseguito dal Petracca tra il 1859 ed il '60.
Antonio Preiti ne ha sottolineato l'assoluta importanza storica e artistica dovuta anche alla rarità dei ritratti della sovrana proprio a causa del regno troppo breve, durato appena qualche mese dal maggio 1859 al settembre 1861 e che coincise con i tumultuosi eventi dell'unificazione italiana, nel quale non si poterono realizzare molti ritratti e pochissimi sono quelli ufficiali. La particolarità di quello inedito del Petracca presentato nel convegno è dovuta anche all'insolito primo
piano ravvicinato con cui la sovrana è ritratta ed alla qualità dell'esecuzione. La sovrana è ripresa in primissimo piano, con lo sguardo verso lo spettatore, priva di gioielli e con un modesto abito nero indossato in quei mesi per il lutto di corte dopo la morte di re Ferdinando II avvenuta il 22 maggio 1859. Il ritratto fu eseguito da Agoistino Petracca appunto in quei pochi mesi che separano la morte del vecchio sovrano dalla fuga dei nuovi sovrani a Gaeta il 6 settembre 1860, dove
organizzarono l'ultima resistenza ai garibaldini culminata con la definitiva capitolazione dei borbonici avvenuta il 13 febbraio 1861. Durante gli ultimi tentativi di resistenza all'avanzata dei garibaldini fu proprio la nuova regina, moglie di Francesco II che nel frattempo aveva succeduto al padre Ferdinando sul trono napoletano, a distinguersi per il suo coraggio. Maria Sofia era nata in Baviera a Possenhofen nel 1841 e ad appena 17 anni sposò il giovane erede al trono napoletano Francesco
di Borbone Duca di Calabria. A 18 anni divenne regina a fianco del marito allora 23enne che assunse il nome di Francesco II. Soli otto mesi di regno prima della capitolazione di Gaeta di fronte all'avanzare delle truppe garibaldine. I sovrani si rifugiarono poi a Roma, sotto al protezione di Pio IX, a palazzo Farnese già di loro proprietà. Rimasero a Roma fino al settembre 1870 quando anche Roma fu conquistata con la breccia di Porta Pia e annessa al regno Sabaudo. Maria Sofia morì a Monaco
nella sua Baviera il18 gennaio 1825.
Continua...
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