LA CHIAZZAROLA TROPEANA
di Salvatore Libertino
L'elegante
costume originale di chiazzarola tropeana, appartenente alla
famiglia
di Micuccio Cortese, e ricomposto in una recente mostra.
Non è stato possibile, durante
la Mostra del 1911, di rendere visibile tutta la mole degli oggetti raccolti,
fatta affluire poi al Museo delle Arti e Tradizioni popolari di Roma -
Eur 'Pigorini', nel cui archivio è custodito anche il fitto
epistolario di lavoro intercorso tra lo stesso Loria e il Corso. Ancora
oggi purtroppo nel Museo non è possibile ammirare l'intera collezione.
Anche il bellissimo costume della <<Chiazzarola>> tropeana completo
di ciascun indumento non ha trovato collocazione nelle sale ed è
conservato in una 'cascia' sigillata.
Del citato epistolario nel 1973 Luigi
Satriani e Annabella Rossi hanno curato una interessante pubblicazione
'Calabria 1908-10 - La ricerca etnografica di Raffaele Corso', soffermandosi
sul valore scientifico delle lettere, dei taccuini di viaggio e delineando
il ritratto del ricercatore nicotrese.
Dalla ricchissima e preziosa documentazione,
tratta dai quaderni d'archivio del Corso, trascriviamo di seguito i nomi,
con il commento di Raffaele Corso, degli indumenti che compongono il costume
originale della Chiazzarola tropeana, che fino a pochi giorni fa è
stato ricomposto nel contesto di una mostra curata da Enzo Taccone di un'interessante
collezione di bamboline con i costumi tradizionali di tutto il mondo, di
cui lo stesso curatore è proprietario.
Lo Spatino, la
Vitta e i Pindagghi della Chiazzarola
Costume di <<Chiazzarola>> di Tropea
La chiazzarola è la popolana che
compare in piazza ed in Chiesa, pur distinguendosi dalla donna plebea per
certa ricchezza di ornamenti e per pompa, di sete colorate. L'abito si
compone dei seguenti indumenti.
Gunneja (gonnella),
cucita colle pieghe dicono a Tropea, non col riccio come la seta. La gonnella
è sempre di seta a fiori e a colori, per lo più sfarzosi.
Faddali, che si
lega alla cinta con nastro celeste quando ancora non è promessa.
Iippuni, per lo
più rosso, e qualche altra volta bianco, ma sempre a fiorami, allacciato
davanti al petto. Al di sotto del laccio si prolungano i due capi del fazzoletto.
o Muccaturi, che
dalle spalle si riversa sul davanti, al di sopra della camicia e al di
sotto del giubbone.
Vitta, è
un lungo nastro che s'intreccia coi capelli che appiattati tutti sull'occipite
e si ripartiscono in due treccie. Queste poi si avvolgono, a guisa di corona,
attorno lo spatino di oro con grossi pomi.
Questa foggia di pettinatura è
detta dai tropeani: 'a piluccheja. Le giovanette usano,
invece del nastro rosso, quello celeste, che sostituiscono col primo non
appena si fidanzano.
Portano orecchini (pindagghi)
di oro e perle, a due e tre cerchi, scendenti fin sulla spalla. Sul petto
portano una lunga collana di oro, che secondo la forma dicono rosario
o pompejana.
Il costo del presente è di lire
65,00 senza gli ori.
Spatinu (Spadino o Forcina),
costituisce il segno degli sponsali popolari di Brivadi. La sera degli
sponsali il fidanzato facendosi presso la sposa e sciogliendole il velo,
conficca nelle trecce lo spadino, levandone una capocchia, colla seguente
formula:
<<Jeu u 'mbitu>>. E la sposa di
rimando: <<E tu u sbiti!>>.
La formula è sacramentale ed allude
alla indissolubilità del nodo coniugale, e va tradotta a questo
modo: <<Io sposo, avvito lo spadino>>, cioè <<Non fia
che altre mani ti tocchin mai!>>.
E' da notare che, nel Tropeano, i massari
doviziosi regalano alle loro fidanzate spadini di oro, più che d'argento.
L'esemplare, di argento, costa L. 3,00.
Scarpini (Scarpine)
Le scarpe della
<<chiazzarola>> tropeana, di velluto cremisi con punti d'oro, confezionate
appositamente da un operaio di Tropea.
Le <<chiazzarole>> di vera eleganza,
sormontavano la scarpa di grandi nocchette di seta, allacciandola con vettuccia
di seta rossa.
Costano L. otto.
Ricchini cu' perni,
il vanto delle <<chiazzarole>> tropeane è l'oro. Mi si dice
che, in tempi non molto lontani, le <<chiazzarole>> ornavano il capo,
il petto, le orecchie, le dita con ori del valore di L. duemila.
Come si vede vi son due figure di orecchini:
la prima allungata; la seconda poi non è che la prima ridotta al
solo primo giro di perle.
L'oro è di 14 carati ed ha marca
di garanzia; è stato ceduto, per incarico dell'orefice Gelanzé
a L. due e cent. 20 il trappero.
Il tutto è trapperi e qualche
cosa.
Complessivamente L. 138,60.