DOM PIETRO VITTORELLI è il nuovo Abate di Montecassino
di Antonio Preiti
Lo scorso 28 dicembre nella Basilica dell’Abbazia di Montecassino ha avuto luogo la solenne liturgia durante la quale il cardinale Giovanni Battista Re, Prefetto della Congregazione dei Vescovi, ha benedetto il nuovo Abate e questi ha preso possesso della cattedra cassinese insediandosi come 191° successore di San Benedetto.
Il 17 novembre era già avvenuto il passaggio delle consegne dall’Abate uscente, Bernardo, all’abate Pietro con la chiusura del periodo di “sede vacante” apertosi il 20 settembre in seguito alla nomina di monsignor Bernardo D’Onorio alla cattedra arcivescovile di Gaeta. L’abate Bernardo lasciava così Montecassino dopo quasi 25 anni di abbaziato. Questi tre mesi hanno visto l’espletarsi di tutte le procedure di elezione del nuovo Abate da parte della Comunità Monastica e la conferma dell’elezione da parte del Sommo Pontefice in quanto l’Abate di Montecassino, oltre ad essere il Padre della Comunità Monastica, è anche Ordinario della Diocesi e quindi governa con piena giurisdizione canonica un territorio ben preciso. Il governo diocesano di Montecassino si inquadra in quella serie di congiunture storiche che nei secoli configurarono il monastero come abbazia nullius, fino alla recente denominazione di abbazia territoriale. Sin dal IX secolo, infatti, prendeva forma la Terra Sancti Benedicti con l’affermazione dell’istituto dell’esenzione in virtù del quale tutte le località che venivano in possesso del monastero restavano per ciò stesso esenti dalla giurisdizione ecclesiastica del vescovo di quel luogo per passare di competenza all’abate. Rimaneva solo la necessità del ricorso ad un vescovo per l’esercizio della cosiddetta potestas ordinis per il conferimento degli ordini sacri e la benedizione degli Olii il Giovedì Santo. Questa necessità rimane tuttora anche se dal 1928 gli abati hanno tutti goduto della particolare predilezione pontificia che, a conferma dell’autorevolezza spirituale che rappresentavano, si è manifestata con l’innalzamento alla dignità episcopale connessa ad una sede titolare, anche se non automaticamente all’inizio del loro mandato. Sono infatti stati ordinati vescovi gli abati Diamare, Rea, Matronola e D’Onorio. Nel passato più remoto soltanto per una breve parentesi tra il 1322 ed il 1349 l’Abbazia fu elevata a sede episcopale con la clausola che i vescovi fossero monaci ed eletti dal capitolo dei monaci. Il ripristino della condizione di abbazia nullius permase poi costantemente fino alle ridefinizioni dei confini territoriali sia con ulteriori incorporazioni, sia con smembramenti, che videro tra l’altro in Calabria, nel 1834, l’annessione del territorio di Cetraro alla diocesi di San Marco Argentano, sul quale l’Abbazia esercitava la giurisdizione ecclesiastica sin dal 1086, quando la principessa Sikelgaeta, seconda moglie di Roberto il Guiscardo e sorella di Gisulfo di Salerno, rimasta vedova, donò il feudo di Cetraro a Montecassino. Allo stato attuale l’Abbazia, al di fuori dal territorio strettamente contiguo ad essa che costituisce la diocesi, conserva la giurisdizione ecclesiastica dell’abbazia di San Vincenzo al Volturno in provincia di Isernia, dell’abbazia di San liberatore alla Maiella, e della chiesa di Santa Maria dell’Isola a Tropea. L’elezione di Pietro Vittorelli è avvenuta il 25 ottobre con la procedura prevista dalle Costituzioni Cassinesi, in un’assemblea capitolare dei monaci della comunità presieduta dall’Abate Presidente della Congregazione. Lo stesso Abate Presidente al termine degli scrutini ha trasmesso personalmente il nome dell’eletto alla Congregazione per i Vescovi in Vaticano. La Santa Sede ha imposto, come è consuetudine, ai monaci elettori il silenzio sul nome dell’eletto finché non fosse stato confermato dal Papa attraverso la Congregazione per i Vescovi. La conferma è stata resa pubblica il 17 novembre, contestualmente il nuovo Abate entrava nel pieno delle sue potestà e, simbolicamente, nell’aula capitolare don Pietro riceveva dall’abate Bernardo la croce pettorale simbolo della dignità abbaziale. Pietro Vittorelli, classe 1962, romano, di famiglia originaria di San Vittore del Lazio, subito dopo essersi laureato in medicina nel 1989, entra come postulante a Montecassino all’età di 27 anni. Emette la professione monastica nel 1991 e riceve l’ordinazione presbiterale nel ’94 dalle mani del cardinale Carlo Furno, allora Nunzio Apostolico in Italia. Lo stesso anno consegue il baccellierato in teologia presso il Pontificio Ateneo di Sant’ Anselmo in Urbe, dove è pure stato eletto membro del Senato Accademico, si abilita alla professione di medico e si iscrive all’Albo dei Medici della Provincia di Frosinone. In monastero, oltre alla carica di Canonico del Capitolo Cattedrale, ha ricoperto dal 1997 il ruolo di Maestro dei Novizi per tutta la Congregazione Benedettina Cassinese, su incarico del Capitolo Generale della Congregazione stessa. In Diocesi è stato Attuario del Tribunale Ecclesiastico Diocesano. In questi anni è stato anche organizzatore di numerose iniziative culturali di grande rilievo intese alla promozione ed alla valorizzazione del patrimonio artistico e culturale cassinese. Nel 2003, in qualità di medico iscritto all’Albo, è stato nominato dalla regione Lazio membro del comitato provinciale di bioetica dell’Azienda Sanitaria di Frosinone.
Durante la celebrazione liturgica per la Benedizione Abbaziale il neo abate, che più volte a fatica ha trattenuto la comprensibile commozione, assistito dall’Abate Presidente della Congregazione Cassinese e dal Priore Claustrale del monastero, si è presentato dinanzi al cardinale celebrante che pubblicamente lo ha interrogato, secondo un’antica istituzione dei santi padri, sulla disponibilità a guidare la famiglia monastica affidatagli. Quindi il rito di Benedizione aperto dal canto delle Litanie dei Santi durante il quale egli è rimasto completamente prostrato a terra in segno di abbandono alla volontà di Dio, poi la preghiera di Benedizione pronunziata dal cardinale, la consegna della Regola di San Benedetto e l’imposizione delle insegne abbaziali (bacolo pastorale, anello e mitra), la presa di possesso della Cattedra, l’abbraccio di pace con gli arcivescovi e i vescovi presenti e con i confratelli abati giunti anche dai molti monasteri europei; l’omaggio dei monaci, dei sacerdoti diocesani e dei rappresentanti delle diverse realtà ecclesiali diocesane. In fine dopo la comunione il nuovo abate, secondo la consuetudine propria delle ordinazioni episcopali e delle benedizioni degli abati che hanno una giurisdizione territoriale, ha percorso la chiesa benedicendo i presenti mentre l’assemblea cantava il Te Deum. Nell’omelia il cardinale Re, dopo aver sottolineto come la “partecipazione così qualificata e numerosa di Vescovi, di Abati di altri monasteri, di tante personalità è espressione della considerazione con la quale in Italia e nel mondo si guarda a questa abbazia”, si è rivolto all’eletto rammentandogli “…l’importanza e il ruolo che l’Abate è chiamato a svolgere, a guida e a vantaggio della comunità monastica che lo ha eletto ed insieme a beneficio dei fedeli del territorio dell’Abbazia territoriale di cui sarà Pastore, al cui duplice ministero è chiamato a dedicarsi con autentico spirito di servizio”. Ha poi citato il sommo Pontefice che nella bolla di conferma del nuovo Abate “esprime l’augurio che egli sia guida illuminata che segue gli esempi di San Benedetto e insegni ‘factis amplius quam verbis’, con i fatti, cioè con la testimonianza della vita, più ancora che con le parole”. Il Cardinale ha proseguito citando la Regola di San Benedetto ricordando che l’Abate dovrà “nulla anteporre all’amore di Cristo” e sottolineando come sia “questo amore il respiro stesso, l’atmosfera che circola nella ‘scuola del servizio divino’ delineata da San Benedetto, ed a questa scuola si impara la vera scienza di Dio che consiste nell’amore: amore a Dio e amore ai fratelli”. Ha concluso invitando il nuovo abate ad essere “maestro di preghiera che si prodiga perché, come ai tempi di San Benedetto, questa abbazia in tutto il suo territorio diocesano sia scuola di preghiera” ed a farsi“annunciatore fedele e coraggioso della Parola di Dio” diventando “seminatore di speranza e promotore di comunione indicando a tutti la strada che porta al cielo”.
Al rito era presente, a rappresentare il governo italiano, il ministro Fioroni. Nei settori riservati alle autorità vi erano anche il Presidente Giulio Andreotti, i senatori Schietroma e Tofani, gli onorevoli Gianni Letta, Formisano, Cesa e Picano, numerosi ambasciatori di stati esteri presso la Santa Sede, il Gran Priore di Roma dell’Ordine di Malta e il delegato del Gran Prore di Napoli e Sicilia, la delegazione della Casa Reale Borbone delle Due Sicilie, i presidenti della Regione Lazio e della Provincia di Frosinone, l’avvocato Franzo Grande Stivens a rappresentare il consiglio d’amministrazione della Fiat, l’ex presidente di Bankitalia Fazio, i sindaci dei comuni della diocesi.
Tropea è notoriamente legata all’Abbazia di Montecassino per via della giurisdizione sulla chiesa di Santa Maria dell’Isola che fin dal 1090 appartiene al monastero cassinese in seguito ad una donazione di Ruggero Borsa, figlio di Roberto il Guiscardo e Sikelgaeta. Una formella della famosa porta bronzea della basilica di Montecassino, risalente all’abate Desiderio, la cita espressamente.
Tropea. Mons. Tarcisio Cortese, Vescovo della diocesi di Mileto - Nicotera - Tropea, il Cardinale Mons. Claudio Hummes e Mons. Bernardo D'Onorio abate e vescovo della diocesi di Montecassino durante la Processione della Madonna di Romania del 2005.
L’abate uscente D’Onorio, più volte in questi ultimi anni è stato a Tropea ed è ancora vivo il ricordo della sua partecipazione ai riti per la solennità della Vergine di Romania, nel settembre del 2004, presieduti dal cardinale Claudio Hummes. Dom Pietro è stato a Tropea nei primi anni Novanta insieme all’abate Bernardo, e conserva ancora soprattutto il ricordo della visita alla Casa di Carità di Don Mottola.
Il nuovo Abate riceve l’abbraccio di pace di monsignor Luigi Renzo
Per la Benedizione Abbaziale di dom Pietro, insieme ad una trentina di arcivescovi, vescovi e abati, è stato ospite dell’Abbazia anche il nuovo vescovo di Mileto Nicotera Tropea, monsignor Luigi Renzo, che già lo scorso mese di luglio, scegliendo proprio Montecassino per gli esercizi spirituali che hanno preceduto la sua ordinazione episcopale, mostrò l’attaccamento alla spiritualità monastica benedettina ed ebbe modo di conoscere don Pietro, allora Maestro dei Novizi. La presenza di monsignor Renzo all’evento è stata anche la conferma del legame tra la diocesi calabrese e l’abate di Montecassino. Questi ha molto apprezzato il gesto del vescovo e si è proposto di rivisitare la città di Tropea e con l’occasione fare di persona un sopralluogo all’Isola, attualmente chiusa da due anni, per verificare lo stato dei lavori di consolidamento della sua struttura rocciosa e di restauro della chiesa, che sarebbero dovuti cominciare già da parecchio tempo a cura del Comune di Tropea, con un finanziamento stanziato dal Ministero delle Finanze appositamente per l’isola e la chiesa ormai sin dal 18 luglio 2003. L’Isola con la sua chiesa, per la posizione che occupa e per le caratteristiche che possiede, oltre ad avere un inestimabile valore ambientale e storico è anche uno dei grandi “biglietti da visita” del Monastero in tutt’Italia e nel mondo e per ciò stesso merita l’attenzione di un’adeguata valorizzazione che la collochi al posto che merita accanto alle più importanti emergenze storiche e ambientali che connotano molti importanti centri delle visitatissime coste italiane.
GALLERIA Il nuovo abate il giorno della proclamazione riceve la croce pettorale dalle mani dell’abate Bernardo. Dom Pietro nella sala capitolare tiene il discorso di ringraziamento dopo la proclamazione.
L’Abate Bernardo e l’abate Pietro il Giorno della Benedizione abbaziale prima della celebrazione. Un momento della processione d’ingresso.
Monsignor Luigi Renzo durante la processione verso l’altare. Il cardinale Re con l’abate Bernardo e l’abate Primate della Confederazione benedettina Notker Wolf.
Il cardinale Re tiene l’omelia. Una panoramica dei vescovi e degli abati concelebranti. In prima fila è riconoscibile monsignor Renzo.
Un primo piano del cardinale Re con l’abate Bernardo. Il cardinale Re. Sullo sfondo il dipinto di Pietro Annigoni con la Gloria di San Benedetto.
: L’abate Pietro prostrato a terra durante il canto delle Litanie dei Santi.
L’abate in ginocchio davanti al cardinale celebrante durante la preghiera di Benedizione. L’imposizione della mitra e la consegna del bacolo pastorale.
L’insediamento alla cattedra abbaziale. L’abbraccio di pace con l’abate Bernardo; in primo piano di spalle l’abate Notker Wolf.
L’abraccio di pace con monsignor Luigi Renzo. Al termine della celebrazione l’abate saluta il cardinale celebrante.
Il cardinale Re e l’abate Pietro venerano insieme l’altare prima di lasciare la basilica.
Il servizio fotografico è di Roberto Mastronardi ed è fornito dall'Ufficio Stampa dell'Abbazia di Montecassino.