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Intitolata la Biblioteca Comunale a Albino Lorenzo. Ma non basta! (S. Libertino)
Albino Lorenzo muore il 27 dicembre 2005, alle 1430.
Da quell'ora i tropeani e chi aveva conosciuto fuori del territorio il Maestro di Tropea e la sua attività artistica hanno fermamente desiderato che gli si rendesse, e non solo nel giorno della scomparsa, un tributo duraturo da parte delle istituzioni locali, ma anche regionali e soprattutto che la sua cara Tropea gli serbasse un ricordo perenne prendendolo per mano per condurlo in giro
per il mondo negli stessi percorsi dove nel corso della vita aveva portato e tenuto alto il nome della sua amata Città.
A distanza di due anni, il Comune di Tropea è finalmente corso ai ripari intitolando al nome prestigioso del Maestro la Biblioteca Comunale con una cerimonia toccante, presenti gran parte dei cittadini, il Sindaco Antonio Euticchio, il Presidente del Rotary Club Luigi Condina e la Signora Luigia con i figli e i nipoti dell'Ambasciatore della cultura Calabrese nel mondo.
Ma secondo noi non basta. Quando si fa il nome di Albino Lorenzo viene pronunciata a tutto tondo la parola Cultura con la C maiuscola. Ed allora occorre che gli onori siano alti e in grado di porre la massima attenzione sulla produzione di Lorenzo, che è ciò che rimane della sua arte. E allora occorre far conoscere la ricchezza della sua opera attraverso l'allestimento di una mostra ragionata da cui si possano
ricavare con rigore scientifico gli aspetti fondamentali del suo lavoro nei vari percorsi nevralgici che portarono la sua arte ad essere apprezzata nel mondo. Quella stessa mostra proposta e voluta dal critico e storico dell'arte Maurizio Calvesi e mai realizzata nel paese natale dell'artista. Ci si augura che la sensibilità delle istituzioni compia ogni sforzo affinchè venga al più presto realizzato l'ambito progetto.
Ogniqualvolta che ad Albino veniva proposto di trasferirsi al Nord per incrementare il successo che si era conquistato sul campo a casa sua, rispondeva deciso che se lo avesse fatto sarebbe morto di nostalgia. Diceva 'Ho imparato che il successo prima o poi passa, e quel poco che ti resta sul serio è il tuo mondo, se hai la fortuna di avere il tuo mondo!'.
E quel mondo era la sua Tropea, con la sua famiglia, la sua gente, i suoi pennelli, i suoi colori, la sua luce, i suoi stati d'animo, i suoi amori, le sue emozioni, le sue sofferenze, i suoi ritratti, le sue figure, i suoi affreschi, il suo mare, la sua arte. I suoi dipinti, le sue opere sono pagine vere del diario della sua vita che ci lascia come testimonianza di quel mondo che ha sempre amato.
Albino Lorenzo nasce a Tropea il 19 gennaio 1922. Apprende le prime nozioni di disegno dal padre Saverio, il quale, sostanzialmente, può considerarsi l'unico suo maestro. Frequenta l'Istituto magistrale di Palmi fino all'età di 18 anni. Interrotti gli studi si impiega presso l'Ufficio delle Imposte Dirette di Tropea. Dal 1957 al 1960 insegna disegno presso il Seminario Vescovile della sua città. Dal
1992 è professore di pittura presso l'Accademia "Fidia" di Vibo Valentia, sez. staccata di Agrigento. Nel 1944 sposa Luigia Capua, tropeana, che gli da 18 figli.
Alla pittura, intesa come ricerca continua e sistematica, Albino inizia a dedicarsi dopo i 35 anni. Le sue opere sono presenti nelle principali gallerie e collezioni private del mondo. Sei momenti significativi della vita artistica, ricordiamo l'incontro con l'incisore critico d'arte Luigi Servolini, il confronto costante con Michele Casella, la frequentazione puntuale col pittore Eugeniusz Eibisch,
interrotto soltanto dalla morte di quest'ultimo, i continui dibattiti con un altro grande pittore calabrese, Enotrio Pugliese.
Tra i numerosi critici che si sono interessati ad Albino, oltre Maurizio Calvesi, figurano Eduard Baumer, Marziano Bernardi, Dino Buzzati, Renato Civiello, Carlo Mazzarella, Franco Miele, Maurizio Marini, Mario Perazzi, Guglielmo Petroni, Mario Portalupi, Luigi Servolini, Claudio Strinati.
Albino Lorenzo
(gen. 2008)
A Piedimonte Matese il Capitano CC Vitiello compie un anno di comando
Il Capitano CC Salvatore Vitiello
(CasertaSette/29dic) Il Capitano Salvatore Vitiello ha compiuto il suo primo anno di comando presso la Compagnia di Piedimonte Matese, guadagnandosi in poco tempo la fama di Ufficiale dei Carabinieri fortemente determinato, ma anche dalle rarissime doti di autentico gentiluomo. E i risultati non potevano che essere assolutamente straordinari.
Già prima di quello attuale, si era distinto in altri importanti incarichi di comando presso il Nucleo Radiomobile di Roma, poi presso lo Stato Maggiore della Difesa ed in Calabria presso la Compagnia di Tropea (VV).
Nel corso della sua carriera gli sono state conferite importanti onorificenze e benemerenze per la sua opera nell’Arma a favore delle comunità dove lo stesso ha prestato servizio. Tra le più importanti si annoverano la Croce di Cavaliere dell’Ordine “Al Merito della Repubblica Italiana”, conferitagli dal Presidente della Repubblica; la medaglia di “Benemerenza” per l’opera prestata nello svolgimento
delle attività connesse alle operazioni di soccorso delle popolazioni colpite da pubbliche calamità, conferitagli dal Ministro dell’Interno; la medaglia di Bronzo al merito di Lungo Comando e la Croce d’Argento conferitegli dal Ministero della Difesa; la Croce di Cavaliere e la Croce con spade dell’Ordine al Merito Melitense, conferitegli dal Sovrano Militare dell’Ordine di Malta; la Croce di Cavaliere
del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, conferitagli da Sua Altezza Reale il Principe Ferdinando di Borbone; la medaglia di “Benemerenza” per il soccorso alle popolazioni in occasione dell’emergenza idrogeologica che colpì la provincia di Vibo Valentia nell’estate del 2006, conferitagli dalla Croce Rossa Italiana.
Al Capitano Vitiello e a tutti i Reparti che sono alle sue dipendenze i nostri auguri di buon anno e “Ad maiora semper”.
(gen. 2008)
E' scomparso Mastru Miciu Famà, capo gigantaro
Mastru Miciu Famà
(F. Vallone) È recentemente scomparso, all'ospedale di Tropea, il mitico Domenico Famà. Lo chiamavano “Mastru Miciu” (Miciu in Sicilia è diminuitivo di Domenico), ed era veramente una persona straordinaria che sembrava uscire dal mondo delle favole, uno di quei personaggi fortemente caratterizzati della cultura popolare.
Mastro Miciu con i suoi grossi baffi a manubrio assomigliava in maniera impressionante al mangiafuoco del Pinocchio di Collodi ed era, da decine d’anni, conosciuto in tutta la zona come capo gigantaro, proprietario dei giganti di San Leo di Briatico.
Mastru Miciu era nato il 4 agosto del 1925 a Scaletta Zanglea, in provincia di Messina. Di professione mastro stagnino Famà arrivò in Calabria tra gli sfollati della Seconda Guerra Mondiale. Mastro Miciu divenne rinomato gigantaro già nel 1947 quando per la somma di 30.000 lire di allora acquistò gigante e gigantessa da un certo Andrea Mandaradoni di Potenzoni di Briatico. La struttura di legno di questi antichi giganti era fatiscente, tarlata e rotta in più punti.
Mastro Miciu fece ricostruire l’armatura in legno seguendo fedelmente la struttura originale. Le teste dei due fantocci erano invece in buone condizioni, ricordava Famà, solo qualche ritocco di colore qua e là per ravvivare i colori resi ormai opachi dal tempo.
Mastro Miciu è stato fiero, fino all’ultimo, d’essere proprietario dei due fantocci e capo gigantaro, andava in giro per i paesi calabresi con i suoi giganti, apriva il corteo e precedeva i due alti simulacri. A casa sua accoglieva studiosi e curiosi, registi e antropologi, mostrava a tutti, con orgoglio, trofei, targhe e medaglie ossidate dal tempo mentre raccontava la “sua vera storia” dei giganti. Parlava dei suoi due tamburi rullanti, della grancassa e dei piattini,
dei suoi operai ballerini e dei suoi suonatori.
La tradizione del ballo dei giganti arriva in Calabria probabilmente con l’arrivo degli aragonesi, una danza spettacolare dove i due giganteschi protagonisti volteggiano al suono ripetitivo dei tamburi. Un’antica cultura comune che lega, ancora oggi, la Calabria, in particolare la zona meridionale, e la Sicilia orientale. Ora l’immagine di Mastro Miciu rimarrà per sempre in tanti filmati, libri, riviste, documentari e film. Ricordiamo tra l’altro l’ultima recente intervista
effettuata dalla regista Ella Pugliese durante la lavorazione del film “Di genti e giganti” e una meno recente intervista nel video degli anni Settanta dello storico ricercatore Salvatore Libertino.
(gen. 2008)
Vibo Valentia. Mancano i posti letto. Polemica sulla morte di un anziano
(AGI/4gen) Un uomo di 88 anni, Orazio Maccarone, e' morto il 26 dicembre scorso (ma la notizia si e' appresa oggi dalle colonne del quotidiano "Gazzetta del Sud" che riporta il racconto dei
familiari) dopo essere stato per quattro ore al pronto soccorso dell'ospedale di Vibo Valentia in attesa di un posto letto. I medici dell'ospedale vibonese, pero', negano che quello del pensionato, deceduto
durante il suo trasferimento nel vicino ospedale di Tropea, sia l'ennesimo caso di malasanita', dopo le vicende di Federica Monteleone ed Eva Ruscio, le due ragazze scomparse nel nosocomio della citta'. Al
momento non risulta aperta nessuna inchiesta , non essendo intervenuta, fra l'altro - si fa rilevare - alcuna denuncia da parte dei suoi familiari che hanno dichiarato di aver voluto soltanto rendere pubblico il
caso per attirare l'attenzione sulla condizione della sanita' calabrese. "Il paziente e' arrivato al pronto soccorso alle 15,30 del 26 scorso affetto da una broncopolmonite - dicono i sanitari in una relazione alla
direzione dell'Azienda sanitaria - L'abbiamo trattato e curato tanto che e' migliorato e nello stesso tempo, poiche' nell'ospedale di Vibo Valentia non vi erano dei posti disponili, abbiamo telefonato nei
nosocomi vicini, senza esito positivo. Alla fine, avendo risposto positivamente l'ospedale di Tropea, con l'autoambulanza munita di medici e infermieri, l'abbiamo trasferito all'ospedale di Tropea. Ma a meta'
strada, erano circa le ore 18, nei pressi di Caria - proseguono i sanitari - la figlia ha voluto che venisse accompagnato nella sua abitazione di San Calogero dove poco dopo e' morto". Sulla vicenda non
mancano pero' le polemiche. "L'episodio di Vibo Valentia e' gravissimo, un caso di malasanita' da terzo mondo". Cosi' il Codacons commenta la vicenda. "E' incomprensibile come nel 2008 possano ancora
accadere fatti assurdi di questo tipo, a dimostrazione dello stato pietoso della sanita' pubblica nel sud Italia - prosegue l'associazione - Abbiamo deciso di presentare un esposto contro ignoti alla magistratura,
ipotizzando il grave reato di concorso in omicidio colposo, affinche' vengano accertati fatti e puniti eventuali responsabili dell'accaduto".
(gen. 2008)
Coste del vibonese devastate. Denunce e sequestri. Controlli sull’abusivismo edilizio lungo il litorale di Tropea.
I carabinieri deferiscono quindici persone e mettono i sigilli a numerose strutture. A Ricadi scoperta in un’area di tremila metri quadrati una costruzione in cemento e una discarica
(IlDomani/5gen) Il maltempo e la stagione piuttosto fredda non scoraggiano chi, su questo stupendo scorcio di Mediterraneo, incuranti del grave danno per il paesaggio ma soprattutto dei pericoli che si possono
correre dissestando il territorio, continuano a realizzare opere abusive con grave danno per l’ambiente. La situazione, monitorata costantemente dai militari dell’Arma, ha consentito negli ultimi giorni a seguito
di un servizio posto in essere e coordinato dalla Compagnia carabinieri, di portare alla luce realizzazioni abusive che andavano dalla costruzione di muretti e recinzioni fino a casi più gravi di costruzione di
interi immobili senza alcuna autorizzazione. Il caso più grave dove a Ricadi in località Riaci, lungo uno dei più belli scorci di costa, i militari della Stazione di Spilinga scoprivano un area di 3.000 metri quadrati
sul quale era stato realizzato una costruzione in cemento e l’area circostante era stata adibita a discarica di materiale inerte, così i militari hanno sequestrato l’immobile e tutta l’area interessata e hanno
denunciato in stato di libertà due persone di Tropea. Altro caso di abusivismo che influisce ha deturpato il territorio è stato accertato a Grotticelle, dove un sessantottenne di ricadi aveva realizzato un muro in
cemento riducendo notevolmente l’alveo di un torrente e invadendo anche un’area demaniale con i rischi che ben si possono immaginare. Sempre i militari di Spilinga hanno denunciato due persone di
Ciaramiti poiché in assenza di concessione edilizia avevano realizzato una strada in cemento, una piscina e un gazebo e una struttura in cemento armato in totale assenza di autorizzazioni. Nell’entroterra,
precisamente a Spilinga un sessantenne del posto è stato denunciato per aver realizzato tre immobili da adibire ad abitazioni in assenza di concessioni edilizie e nello stesso comune un settantenne veniva
deferito per aver realizzato una struttura in legno e cemento abusivamente. Altre tre persone tra Spilinga e Ricadi sono state deferite all’Autorità giudiziaria perché hanno realizzato recinzioni e una strada
completamente abusive. A Nicotera i militari del posto hanno sequestrato e denunciato il proprietario, un quarantaquattrenne del luogo, di un manufatto in legno e lamiera poi sottoposti a sequestro. A San
Calogero due persone sono state denunciate due persone poiché in difformità a quanto dichiarato sulle autorizzazioni, avevano ristrutturato un immobile aumentandone la volumetria. Una trentatreenne di
Zungri è stata invece deferita per aver realizzato una struttura in cemento armato senza alcuna autorizzazione. I carabinieri di Joppolo hanno deferito due persone perché resisi responsabili di falsità in atto
pubblico e scrittura privata, i due avevano falsificato delle dichiarazioni inerenti l’accatastamento di immobili in quanto facevano figurare sulle mappe l’esistenza di immobili non esistenti. Purtroppo l’elenco di
questi ecomostri è sempre troppo lungo, a denotare un rispetto dell’ambiente che troppo spesso pensiamo sia un problema che non ci riguardi direttamente. I carabinieri continuano perciò imperterriti l’opera
di contrasto ad un problema che in zone naturalisticamente importanti come quella della costa degli dei può minare seriamente il territorio e la sicurezza dei cittadini.
(gen. 2008)
Briatico consegna le chiavi alla Befana
(F. Vallone) In rappresentanza del Sindaco di Briatico, Andrea Niglia, l'assessore alla Cultura, Agostino Vallone e Laura, sindaco baby dello stesso comune, hanno consegnato le chiavi della città alla Befana nel corso di una allegra cerimonia pubblica davanti alla sede municipale.
(F. Vallone) La nera Befana, quella che di solito vien di notte con le scarpe tutte rotte, è già passata e, come tutti sanno, tutte le feste si è portata via. Anche quest’anno, fatto straordinario e unico in Italia e all’estero, la Befana a Briatico è arrivata dall’azzurro mare a bordo di una barca, uno di quei caratteristici gozzi vanto dell’antica marineria del luogo.
L’idea, nata e realizzata per la prima volta tre anni fa, è frutto del dinamico assessore alla cultura del comune, dottor Agostino Vallone. Quest’anno, per il terzo anno consecutivo, la Befana, dopo aver distribuito giocattoli, doni, caramelle e altri dolciumi, ha ricevuto, nel corso di una popolare e caratteristica cerimonia, le chiavi della città proprio davanti
alla sede del municipio. A suggellare l’evento la presenza di Laura, neosindaco baby del paese, e, fasciato di tricolore, in rappresentanza dell’assente sindaco Andrea Niglia, lo stesso assessore Agostino Vallone.
Adesso, passata la festa, a quasi una settimana di distanza, ci viene spontanea una considerazione: visto che la Befana dal sei di gennaio 2008 possiede le chiavi della città, considerando che, chiavi in mano, potrà entrare ed uscire da Briatico in qualsiasi momento del giorno e della notte e visto che la Befana ha anche sempre con se una bella scopa, vuoi vedere
che da oggi in poi le strade del paese di Briatico saranno più pulite, non ci saranno più rifiuti lungo il bellissimo lungomare a strapiombo sul golfo della Costa degli Dei, le spiagge saranno belle linde, ripulite da buste di plastica, bottiglie e copertoni, le carcasse di lavatrici, frigoriferi e similari verranno prontamente rimosse dai margini delle strade di
accesso al paese e dalle belle timpe fiorite di ginestra e origano? Da oggi tutto questo diverrà davvero un bel biglietto da visita per Briatico e dintorni. Befana volendo!
(gen. 2008)
Intervista ad Agostino Vallone, Assessore alla Cultura del Comune di Briatico
Il calendario realizzato dal Comune di Briatico
((F. Vallone) Un calendario tutto a colori anche per il comune di Briatico, idea dell'assessore alla cultura, impostazione grafica di Cristiano Santacroce, fotografie dello stesso Santacroce e di Agostino Vallone, testi e ricerca bibliografica del sottoscritto.
Abbiamo posto all'assessore alcune domande:
Assessore Vallone, anche il Comune di Briatico ha il suo calendario, non le sembra un'idea inflazionata da tanti prodotti similari e poco originale?
Certo la realizzazione di un calendario di Briatico potrebbe sembrare un'iniziativa poco originale. ma l'idea, anche se molto inflazionata, è stata suggerita dall'intento di divulgare a tutto il mondo la storia e le bellezze naturali di questo balcone della Costa degli Dei, di testimoniare la straordinaria bellezza paesaggistica a tutti i cittadini di Briatico e a quanti per vari motivi non risiedono più nella nostra città e di invitare il vacanziere a trascorrere le sue ferie in questo splendido territorio a predominante vocazione turistica.
Lei è innamorato del suo paese, un luogo con una costa satura di mito e di incontaminata natura…
Si è vero, nel percorrere in barca questo tratto di costa, ho sempre immaginato che l'astuto Ulisse, la 'volpe della guerra di Troia', dopo essere fuggito dall'antro di Polifemo, giunse sulla nostra costa spinto da Eolo ed inseguito dall'ira di Poseidone. Qui fu ammaliato e catturato dalla lussureggiante vegetazione e dall'abbondanza di frutti delle colline che gradatamente si propagavano, come una emanazione della maga Circe, dal monte Lapa verso Sant'Irene. Nello specchio d'acqua che circonda la famosa peschiera, bellissime fanciulle, le sirene appunto,
emersero come Venere dalla spuma ed invitarono tutta la ciurma con canto soave e seducente a rimanere e godere di quel paradiso.
Questa è la storia che si incontra con la leggenda
Questa è leggenda, ma la storia è diversa. Forse. Ed è la storia che ancora mi fa volare verso la marina e la Rocchetta e via verso la collina a sorvolare i ruderi della Vecchia Briatico. Sembra di sentire ancora il fragoroso boato del terribile terremoto che nel 1783 squassò le viscere della terra seminando morte e distruzione, facendo piombare nell'oblio la città con le sue numerose chiese e conventi, il castello con la torre diamantata; la vita economica caratterizzata dal commercio della seta, della canna da zucchero e dalla lavorazione del votumo.
Abbiamo incontrato anche della poesia in questo calendario
Si abbiamo voluto inserire un componimento poetico di Giusy Staropoli che racconta nei suoi versi: 'Ogni pietra pare raccontarsi,/ ma poi si cheta e non procede,/ per ragion che il tempo l'ha debilitata,/ e a stento regge l'altra a sé affiancata'.
Lei è nativo di San Costantino, un luogo vicinissimo al sito abbandonato della Briatico antica
Io ho trascorso la mia fanciullezza tra quelle pietre e le amavo, ma non capivo quello che mi sussurravano. Non le ascoltavo perché distratto a giocare con il gregge affidatomi da mio padre e con Stellina, la mia cagnetta, oppure ancora dal canto dei merli che cercavo di imitare.
Lei è un medico, ha dovuto studiare fuori, lontano da questi luoghi bellissimi...
Si, ma quando sono rientrato in Calabria, alla fine del mio cursus studiorum, sentivo di amare ancora questa terra, ma era un amore semplice, ingenuo, legato ai ricordi di un fanciullo. Poi mi sono imbattuto in alcune opere di Raffaele Lombardi Satriani, Antonino Anile, Domenico La Torre, Alfonso Prostamo, Beppe Tropea, Giuseppe Garrì, Luigi M. Lombardi Satriani, in personaggi, a volte dimenticati, come Cholla da Briatico, Nicolò Antonio Gravazio, Ferdinando Conca, Vincenzo Godano, Flaminio Godano, Francesco Noltuccio da Briatico, Padre Pietro Antonio Nicolino Alcalà,
Domenico Angherà, Padre Gioacchino Tambati, Francesco Angherà, e tanti altri appartenuti a quelle famiglie che hanno segnato la storia del nostro territorio.
Questi personaggi e le loro opere hanno influenzato la sua cultura, la sua passione per la storia locale
Dopo il loro incontro il mio amore si è trasformato in amore passionale, sviscerato quasi morboso ed ho capito che ci è stata assegnata la missione di gettare il seme della conoscenza delle proprie radici e della propria storia, di fare da trait-d'union, da catalizzatori tra coloro che sono i detentori della cultura e della storia della nostra terra ed il popolo, per ritornare a quelle radici che ci rendano orgogliosi di essere cittadini del Comune di Briatico. 'Chi non serba memoria delle proprie origini, delle proprie tradizioni, dei propri costumi, non sa da dove
viene e non sa dove andrà'.
Un calendario per segnare il presente, per pensare al futuro ma anche per conoscere un poco di passato…
Si, conoscere il passato significa costruire un futuro migliore onde evitare la morte della passione e dell'umano secondo l'avvertimento demartiniano posto ad epigrafe del volume 'Un villaggio nella memoria' di Luigi M. Lombardi Satriani e Mariano Meligrana. Spero, quindi, che questo calendario possa essere il primo, se pur piccolo, passo verso questo ambizioso ma non impossibile traguardo e risvegliare in ognuno di noi la passione vera per la nostra terra.
(gen. 2008)
Calabria, abbattuto un esemplare di Falco Pellegrino
Un esemplare di Falco Pellegrino
(Ansa-14gen08) Abbattuto in Calabria un esemplare di falco pellegrino. A darne notizia e' il responsabile del Wwf della Calabria, Pino Paolillo, avvertito dalla Polizia provinciale di Vibo Valentia. ''L'episodio, accaduto a Tropea - afferma Paolillo - segue di pochi giorni il ferimento di quattro poiane, sempre in provincia di Vibo Valentia, ad opera di bracconieri''. Secondo il responsabile del WWF Calabria, ''l'abbattimento di un falco pellegrino rappresenta un misfatto, un vero crimine contro la natura, un atto di cui vergognarsi se si pensa alla bellezza e alla maestosita'
di un animale che ha suscitato da sempre ammirazione e stupore''.
www.wwf.it
www.lipu.it
(gen. 2008)
Maga Clara, clienti eccellenti. Eriksson e Moratti dalla veggente
E' originaria di Tropea la Baronessa Clara Romano, Veggente, Taumaturga
(TGCOM) Il patron dell'Inter Massimo Moratti, l'ex allenatore della Lazio e della nazionale inglese Sven Goran Eriksson, politici, giornalisti, calciatori e pure qualche sacerdote. Ci sarebbero anche personaggi come questi fra i clienti della "maga Clara", al secolo Clara Romano da Potenza Picena, finita agli arresti domiciliari per una presunta truffa aggravata e maxi evasione scoperte dalla Guardia di finanza di Ancona.
Meno nota invece la fiducia riposta da Eriksson nelle arti magiche della Romano, che in ricordo dell'ex mister della Lazio conserva un assegno. Sembra che anche dalla panchina inglese Eriksson l'abbia chiamata spesso per un consulto sulle gare più impegnative. E del resto, la "maga Clara" è stata ospite di trasmissioni della Rai ('Uno mattina') e dell'allora Telemontecarlo, ha curato l'oroscopo quotidiano di 'Radioaut', è cliccatissima su internet e fino a 48 ore fa il suo studio privato era sempre affollato, specie la domenica.
Sulla sua generosità giurano in tanti, compreso un sacerdote di Macerata, don Giuliano Cingolani, che si è fatto intervistare dai quotidiani locali per testimoniare che la maga versa parte degli introiti - dai cinquemila euro per i casi più gravi, malattie comprese, a qualche centinaia di euro per le pene d'amore - alla Caritas e alle famiglie povere. Martedì prossimo Clara Romano dovrà convincere il gip delle sue buone ragioni, in attesa che l'inchiesta passi per competenza territoriale alla procura di Macerata. Il difensore, l'avv. Gianfranco Formica, affila le armi e si prepara
a chiedere la revoca della misura restrittiva. Anche perché, insiste, "nessun cliente la accusa".
Servizio Studio Aperto (23gen.1830)
Il sito di Maga Clara
Striscia la Notizia
(gen. 2008)
E' l'ora dei Buskers. Chi sono?
Orchestrina Rumena a Piazza Navona
(S. Libertino) I Buskers sono artisti di strada, quelli che animano in qualche modo una piazza, una via, l'uscita della metropolitana di una città in cambio di qualche spicciolo da far scivolare in un cappello, una custodia di chitarra, un semplice barattolo o bicchiere di carta. Sono attrezzati con pesanti catene, fruste infuocate, in equilibrio su monocicli, sui classici trampoli o su fili lontani tesi tra due assicelle. Ci sono quelli che si esibiscono declamando versi o cimentandosi in vere opere teatrali, altri producono musica, suonando da soli un unico strumento o in
contemporanea con mani e piedi decine di strumenti oppure strumenti diversi in gruppi organizzati a seconda della musica da suonare se classica o leggera, jazz o rock.
Molte sono le città dove ogni anno si svolgono veri e propri festivals dedicati alle loro particolari esibizioni. Ferrara, Ragusa, Genova, Colmurano, Salento, Pelago, Stigliano, S. Maria di Leuca, Sarnico, Cremona, Pescara, Rovigo, Castelfranco Emilia, Ravenna, Comacchio, Ostuni, Cervia, Castel Raniero, Santa Sofia di Strada, Matera, e molti altri ancora.
Ma Roma, come anche Firenze e Venezia, è il centro turistico maggiormente frequentato dagli artisti di strada provenienti da tutto il mondo nelle piazze più affollate, che con l'occasione diventano veri e propri palcoscenici naturali e improvvisati per i loro spettacoli. Piazza Navona, Campo dei Fiori, Santa Maria di Trastevere sono le più bazzicate. Qualche settimana fa abbiamo visto e ascoltato a Piazza Navona un'anonima orchestrina rumena che deliziava i passanti propinando musica colta: Piazzolla, Jobin. Ve la vogliamo proporre
Buon divertimento!
Continua
(gen. 2008)
Sta per arrivare un film tutto italiano: “E’ tempo di cambiare”. E’ cominciato il montaggio del nuovo film-coraggio su mafia e ‘ndrangheta (A. Mascolo)
Conclusesi le riprese, è finalmente cominciato il montaggio delle scene del film “E’ tempo di cambiare”, il nuovo film tutto italiano di denuncia dei soprusi di mafia e ‘ndrangheta.
Il film, scritto e sceneggiato da Roma Sauro e diretto da Fernando Muraca, è ambientato tra Palermo e Tropea e narra delle vicissitudini di una famiglia costretta da alcune vicende con la mafia a scappare da Palermo: il padre ex mafioso decide per amore di uscire “dal giro” ma rimane ancorato al vecchio circuito delinquenziale per via di un debito d’onore nei confronti di un boss, e trova l’unica possibilità di fuga per sé e per la famiglia a Tropea, in Calabria, ospite da un vecchio amico d’infanzia. Ma anche nella sua nuova vita scoprirà che il passato non scompare mai, e si troverà a dover combattere con un boss locale.
Il messaggio che il film vuole trasmettere è decisamente chiaro: i giovani non devono farsi attrarre dall’illusione dei guadagni facili ricavati da furti, rapine e spaccio, perché è un vicolo cieco dal quale è quasi impossibile riuscire a cavarsene fuori.
Prodotto da ASSONORE’ CALABRIA FILM e LUX VIDEO di ROMA, questo progetto vede ben trentanove personaggi sulla scena, gente comune come muratori, pizzaioli, panettieri, disoccupati, studenti, i quali vanno a comporre lo sfondo sul quale si stende la storia e sulla quale i protagonisti si muovono.
L’uscita del film nelle sale è prevista per il mese di Aprile 2008.
Anteprima Film
(gen. 2008)
VIBO: "L'OSPEDALE DELLA VERGOGNA" FRA TANGENTI E MALASANITA'. I nas denunciano 30 tra medici e dirigenti.
(AGINewsOn29gen) Con la denuncia di 30 fra medici e dirigenti da parte dei Carabinieri del Nas, dopo l'ennesimo sopralluogo, la tormentata stagione della sanita' vibonese fa scrivere un altro capitolo negativo. Fra inchieste su presunte tangenti e morti sospette, lo "Jazzolino" e' passato alle cronache come "l'ospedale della vergogna" di cui gli stessi operatori hanno recentemente sollecitato la chiusura, in attesa del nuovo manufatto. Un'opera gia' in costruzione il 21 settembre 2005 quando scatto' l'operazione denominata "Ricatto". L'inchiesta dei Carabinieri, coordinata dal sostituto procuratore Giuseppe Lombardo, ha visto indagate 29 persone, tra cui ex direttori generali dell'Asl, politici, massoni, esponenti dell'Opus Dei e qualche alto grado dell'esercito, nonche' tecnici ed imprenditori.
A loro carico accuse che vanno dall'associazione per delinquere, alla truffa, al falso, alla concussione e all'illecito finanziamento dei partiti. Due anni d'indagini, un dossier di circa 4.000 pagine, 350.000 intercettazioni, una piattaforma accusatoria insomma che ha fatto scattare per 15 indagati la richiesta di altrettante ordinanze di custodia cautelare in carcere che il gip ha invece rigettato. A dare l'avvio alle indagini la gara d'appalto relativa alla costruzione del nuovo ospedale nel gennaio del 2003, vinta dal TIE, un consorzio d'imprese esistente soltanto sulla carta, una scatola vuota che fungeva come raccoglitore di tangenti da spartire appunto a partiti politici, in questo caso l' Udc nazionale e locale. Quasi tutti gli indagati sono stati rinviati a giudizio dal gup. Per alcuni di loro che avevano scelto il rito abbreviato il 12 gennaio scorso sono state emesse condanne a pene che vanno dai due ai cinque anni, mentre gli altri stanno per essere giudicati col rito ordinario dinnanzi al tribunale di Vibo.
Nel corso dell'operazione "Ricatto" e' stata sequestrata anche l'area su cui avrebbe dovuto sorgere il nuovo ospedale e su cui alla vigilia delle elezioni amministrative, era stata messa anche la prima pietra da una impresa di Lamezia in odore di mafia che aveva avuto, secondo l'accusa, il subappalto dietro pagamento di una tangente. Fu cosi' che i vibonesi si videro sfumare il sogno d'avere un nuovo ospedale degno di questo nome. Tutto questo mentre il vecchio ospedale evidenzia carenze sempre piu' evidenti. Il 20 gennaio del 2006 scoppia il primo vero caso di malasanita'. Federica Monteleone, una ragazza di 16 anni, operata per una banale appendicite, va in coma in seguito ad un black out e muore una settimana dopo all'ospedale di Cosenza. Scattano subito le indagini dei carabinieri ed arrivano i Nas percontrolli a tappeto.
Il 4 dicembre 2007, un'altra sedicenne, Eva Russo, muore sempre in sala operatoria per un intervento di tracheotomia: era stata ricoverata tre giorno prima per un ascesso tonsillare. A cavallo tra la fine del 2007 e l'inizio del 2008, in clima gia' pesante, la morte di Orazio Maccarone, un uomo di 88 anni. Si parla di un altro presunto caso di malasanita'. L'ottuogenario, trasportato al pronto soccorso di Vibo Valentia per una broncopolmonite, sarebbe rimasto quattro ore in attesa che venisse trovato un posto in un altro nosocomio. Le condizioni dell'uomo, durante il trasferimento nel vicino ospedale di Tropea si sono aggravate: riportato a casa su indicazione della figlia, qualche ora dopo l'anziano e' morto nella sua abitazione. Un caso di malasanita' tutto d'accertare, che pero' ha gettato benzina sul fuoco, aggravando ancor di piu' la brutta nomea dell'ospedale di Vibo, oggetto ieri della visita dell'ex prefetto Achille Serra e stamattina di una raffica di denunce da parte del Nas.
(gen. 2008)
Successo in Argentina di Marite Perrella, conduttrice radiofonica oriunda di Briatico. “Pronto Calabria" sarà un ponte telematico tra la nostra Regione e tutti i calabresi d’Argentina
La conduttrice radiofonica Marite Perrella ed il logo di Radio Ciudad
(F. Vallone) È oriunda di Briatico la dinamica conduttrice radiofonica argentina Marite Perrella che a Mar del Plata cura da qualche giorno la trasmissione, già di grandissimo successo, “Pronto Calabria". Un nuovo programma radiofonico in onda sull’emittente "Fm Ciudad 99" dedicato a tutti i calabresi in particolare e in generale agli italiani residenti nell’area. Il programma, in onda ogni sabato dalle 15 alle 16 (ora argentina), è condotto dalla stessa Perrella e può essere ascoltato anche on line in tutto il mondo sul sito www.991fmciudad.com.ar. Ospiti della prima puntata il Presidente della FACA (Federazione delle Associazioni Calabrese dell’Argentina) Franco Fiumara in collegamento telefonico da Buenos Aires, la vicepresidente della Federazione, Marcela Murgia, il Segretario Julio Croci, e il Presidente del Circolo Calabrese di Mar del Plata, Pedro Fiatto.
Nella seconda puntata, invece, la Perrella ha proposto una squisita rassegna sulla Calabria, tracciando un percorso tra informazione e musica tradizionale di ognuna delle cinque provincie calabresi. In diretta con gli ascoltatori sono stati, in questa occasione, alcuni membri dell’Associazione Calabrese di Necochea-Quequen che hanno partecipato nella Fiera estiva delle Collettività a Necochea, illustrando a tutti i presenti la gastronomia tipica e le danze folkloriche della nostra regione. Sabato scorso ospite in studio della Perrella è stato il giovane cantante di pop rap italiano, Serafino che, nato a Fuscaldo, da tempo partecipa a diverse trasmissioni musicali e fa concerti in tutta l’Argentina. In questi giorni, Serafino è proprio a Mar del Plata per presentare il suo ultimo disco "Very etnico" e la sua nuova canzone latina "Guapa". Molti i fan che hanno chiamato in diretta e tanti quelli che sono andati sotto gli studi radiofonici per incontrare questo degno ambasciatore della Calabria che, senza dubbio, è una grande attrazione
per le nuove generazioni. Durante l’intervista, Serafino ha parlato della sua vita, della sua infanzia a Fuscaldo, del suo lavoro (ascoltabile anche on line all’indirizzo www.serafino.it) e del suo rapporto con i calabresi nel mondo.
"Pronto Calabria" sarà un ponte telematico tra la nostra cara Regione e tutti i calabresi di Mar del Plata e d’Argentina", commenta Marite Perrella. "Attraverso un viaggio immaginario di un’ora, facciamo percorrere a tutti gli ascoltatori le bellezze calabresi, musica, storia, tradizioni, cucina, interviste, informazioni sul nostro caro patrono, San Francesco di Paola, di cui ricorre quest’anno il V centenario. Invitiamo tutti i calabresi e non del mondo ad ascoltarci su internet e a scriverci a prontocalabria@hotmail.com".
(feb. 2008)
Ospedale Vibo, arrivano otto medici al Pronto Soccorso
(Strill.it/7feb08) Il dott. Domenico Stalteri, neo Direttore Generale dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Vibo Valentia, dopo un’attenta e complessiva ricognizione del suo “stato di salute”, ha disposto i primi provvedimenti che hanno permesso di entrare nel vivo dell’operazione rilancio della sanità vibonese dopo i recenti fatti che hanno turbato l’opinione pubblica.
Il Direttore dell’Asp in quest’ottica ha pensato soprattutto a propiziare le condizioni per un importante e altrettanto doveroso recupero del rapporto medico – paziente, inficiato negli ultimi tempi dalla eccessiva campagna mediatica abbattutasi sulle gravi vicende che hanno interessato l’attività del presidio ospedaliero vibonese.
In direzione di questi essenziali ed irrinunciabili obiettivi, Domenico Stalteri ha intrapreso una mirata opera di ricognizione totale del personale allo scopo di permettere la successiva ricollocazione e razionalizzazione delle risorse umane, eliminando sacche di inefficienza e disfunzioni organizzative.
Diramate anche le disposizioni che regolamentano la presenza del personale, l’allontanamento temporaneo dal posto di lavoro ed i relativi controlli, mentre è stato richiesto anche ai direttori di struttura complessa di attestare la presenza in servizio mediante doppia timbratura del cartellino marcatempo, in entrata ed in uscita.
Sul piano delle possibili risposte immediate Domenico Stalteri, in perfetta sintonia con le indicazioni dell’Assessore Regionale alla Sanità, Vincenzo Spaziante, ha disposto l’assunzione di otto medici per il pronto soccorso dell’ospedale di Vibo Valentia;
Nel quadro delle iniziative volte ad accorciare i tempi verso il ripristino di alcune attività fermate per motivi a tutti noti, sono state adottate le misure necessarie per rimuovere gli ultimi ostacoli alla riapertura dei ricoveri nell’U.O. di Nefrologia e Dialisi e Pediatria che dovrebbe avvenire in brevissimo tempo.
Il Dg dell’Asp ha fatto anche sapere che è stato disposto l’acquisto di quattro gruppi di continuità per garantire le dovute condizioni di sicurezza presso l’UTIC, la Riaminazione, l’U.O. di Nefrologia e Dialisi e la sala oparatoria del presidio di Tropea.
(feb. 2008)
La farsa di Carnevale a San Costantino di Briatico
Una tradizione recuperata. La rappresentazione del funerale di Carnevale a San Costantino di Briatico.
(F. Vallone) Per il secondo anno consecutivo, San Costantino di Briatico ha recuperato un'antica rappresentazione del carnevale, con un programma misto di percorsi, tracce e improvvisazioni costruiti tra farse carnascialesche e teatralità di strada. Una vera antica tradizione popolare che si svolgeva in paese, a memoria d'uomo, già agli inizi del '900, fino al 1949, ma che ha certamente radici antichissime. Nelle sue molteplici simbologie si colgono aspetti arcaici precristiani, medievali e cinquecentesche. Un teatro della pazzia che ci ricorda tanto le storie che accadevano nel classico arcaico carnevale dei pazzi della Parigi di "Notre Dame de Paris" di Victor Hugò. Un percorso ritualizzato, dimenticato, un itinerario d'oggi che mette in scena il "discorso di Carnevale", un poemetto dalle radici popolari scritto da Grazioso Garrì ed ambientato proprio nella San Costantino degli anni Trenta.
L'invito, curato dall'amministrazione comunale di Briatico, dal suo assessore alla cultura, Agostino Vallone, ha suggerito di intervenire all'evento con costumi improvvisati secondo l'originale tradizione calabrese. I personaggi previsti dal copione della farsa sono, oltre a Carnevale, il medico, il prete, Corajisima, Quaresima la sorella triste di Carnevale, la figlia di Carnevale, i Ciangiulini (le prefiche vestite di nero), i confratelli, becchini e tamburi rullanti. Gli interpreti di questo singolare recupero tradizionale sono stati attori improvvisati nelle persone di Lorenzo Di Bruno, Agostino Vallone, Salvatore i Micuccia du Pani, Micucciu u mellusu, Marianunzia Garrì, Francesco Sicari, Antonio Di Bruno, Enrico Damiano Vallone, i ragazzi del paese e interprete attore principale il fantoccio simulacro di Re Vicen zuni. Perché Carnevale, nella tradizione popolare, si chiamava proprio Vincenzo.
Ed ecco cosa si scriveva nel 1598 nell'Avviso a certi curati contra uno abuso del principio della Quaresima. "...intendiamo che tuttavia per coteste parti, non ostante altri nostri avisi, nel principio della Quaresima et anche nelle Domeniche di essa, si commettono varii inconvenienti ancora in luoghi sacri sotto nome di Carnovalaccio, con abbrucciare certe immagini, publicare matrimonii finti e commettere altri disordini e dissoluzioni e far mangiamenti publici et empire ogni luogo di gridi e fatti licenciosi: cosa che risulta in onta et ingiuria del santo tempo quadragesimale e de' luoghi sacri et in poco rispetto del sacramento del matrimonio et anche in disgusto di molti (...)" e qualche anno dopo nel 1606 si parla di "allegrezze vane, piaceri disordinati, mere pazzie, miscugli d'uomini e donne disposti a' piaceri sensuali, ornamenti eccessivi, riscaldamento di cibi, incitamento di suoni, conversazione oziosa, libertà di mascara, movimenti lascivi, saltazioni e danze licenziose, balli, conviti, giuochi, trattenimenti oziosi e vani.." .
Un cambiamento provvisorio vissuto anche oggi a San Costantino di Briatico che si evidenzia, tra tanti carnevali massificati e appiattiti da carri allegorici e mascherine varie, come capitale del'arcaico carnevale tradizionale calabrese. É un periodo rituale e speciale durante il quale si forma nel paese una nuova metastorica comunità a carattere provvisorio. In questa comunità tutti gli elementi teatrali e simbolici non fanno altro che evidenziare la condizione sociale del gruppo, gli aspetti rituali legati al mondo arcaico e agropastorale di propiziazione, di difesa del territorio e del raccolto, degli animali e anche di una sorta di difesa ed eliminazione del male attraverso forme apotropaiche di gestualità rituale.
A San Costantino il mesto corteo di bianchi confratelli incappucciati, che a tratti è diventato festoso, ha segnato al buio, con la sua ambigua e irreale presenza, tutto il territorio paesano attraverso un itinerario, tra le vie, nelle piazze, nei vicoli dove la farsa, l'elogio, il lamento funebre ha esorcizzato e protetto mente un uomo incappucciato di nero bandiva un infuocato incensiere fumante di vapori di peperoncini piccanti incendiati.
L´evento carnascialesco di San Costantino di Briatico registra l´intervento dell´antropologo Luigi M. Lombardi Satriani
(F. Vallone) I rituali carnascialeschi di San Costantino di Briatico diventano evento di rilevanza regionale grazie anche alla costituzione, nel secondo anno dalla ripresa dell´evento, di un vero e proprio "Comitato per il Carnevale di San Costantino di Briatico". Un'antica rappresentazione, tradizione popolare che si svolgeva in paese, a memoria d'uomo, già agli inizi del '900, fino al 1949, ma che ha certamente radici più antiche. E mentre l´assessore alla cultura del Comune, Agostino Vallone, pensa già alle manifestazioni per il 2009, si registra l´autorevole intervento dell´antropologo dell´Università La Sapienza, Luigi Maria Lombardi Satriani che così scrive in una nota inviata allo stesso Comitato: " Sono vivamente rammaricato di non essere presente alla manifestazione che riprende l´usanza della processione di Carnevale e del discorso funebre pronunciato sulla sua salma. Il mio rammarico è tanto più vivo perché ricordo con nostalgia gli anni in cui tutto ciò si svolgeva per le vie del nostro paese concludendosi con l´orazione pronunciata
nella piazza antistante casa mia (ora piazza Raffaele Lombardi Satriani) da Grazioso Garrì, efficace autore della orazione stessa, opportunamente pubblicata recentemente dal figlio Peppino che vi ha premesso un´ottima introduzione, valida anche sul piano strettamente scientifico. La manifestazione del nostro paese si inserisce in un ampio quadro rituale molto presente in tutta Europa, nel quale - nella veste scherzosa del divertimento - il processo e la condanna di Carnevale, il corteo funebre dello stesso Carnevale e numerosissimi altri tratti si articolano concretamente testimoniando una vicenda plurisecolare e svolgendo profonde funzioni culturali. Non a caso questi riti sono stati oggetto di una vasta letteratura scientifica che, ovviamente, non è il caso di richiamare. Questi riti, e quindi anche il rituale della nostra San Costantino, rafforzano il senso di appartenenza alla comunità, si pongono pertanto come efficace forma di integrazione. Di tale senso di appartenenza, di tale integrazione abbiamo particolare bisogno in un epoca quale
la nostra, esposta - in maniera più o meno intensa - a tutti i rischi della frammentazione e della disgregazione. Percorrere assieme le vie del nostro paese anche in occasione del corteo di Carnevale sostanzia il desiderio di essere comunità, rafforza il vincolo che ci ricostruisce come comunità e quindi diverte ma anche ci sostiene come gruppo coeso. Per questo ordine di motivi ritengo che la vostra iniziativa di riprendere questo nostro rito carnevalesco sia particolarmente apprezzabile; mi auguro perciò che vi sia grande partecipazione e divertimento e che la manifestazione possa continuare a crescere negli anni a venire .".
Quello di San Costantino è un recupero interessante per tutto il vibonese, un percorso ritualizzato, dimenticato, un itinerario d'oggi che mette in scena il poemetto dalle radici popolari scritto da Garrì ed ambientato proprio nel paese degli anni Trenta. Il Comitato appena costituito è composto, tra gli altri, da Lorenzo Di Bruno, Agostino Vallone, Salvatore i Micuccia du Pani, Domenico Melluso, Marianunzia Garrì, Francesco Sicari, Antonio Di Bruno, Enrico Damiano Vallone e Pino Bagnato.
(feb. 2008)
Dom Pietro Vittorelli è il nuovo Abate di Montecassino
Dom Pietro Vittorelli
(Antonio Preiti) Lo scorso 28 dicembre nella Basilica dell’Abbazia di Montecassino ha avuto luogo la solenne liturgia durante la quale il cardinale Giovanni Battista Re, Prefetto
della Congregazione dei Vescovi, ha benedetto il nuovo Abate e questi ha preso possesso della cattedra cassinese insediandosi come 191° successore di San
Benedetto.
Il 17 novembre era già avvenuto il passaggio delle consegne dall’Abate uscente, Bernardo, all’abate Pietro con la chiusura del periodo di “sede vacante” apertosi il 20 settembre in seguito alla nomina di monsignor Bernardo D’Onorio alla cattedra arcivescovile di Gaeta. L’abate Bernardo lasciava così Montecassino dopo quasi 25 anni di abbaziato.
Questi tre mesi hanno visto l’espletarsi di tutte le procedure di elezione del nuovo Abate da parte della Comunità Monastica e la conferma dell’elezione da parte del Sommo Pontefice in quanto l’Abate di Montecassino, oltre ad essere il Padre della Comunità Monastica, è anche Ordinario della Diocesi e quindi governa con piena giurisdizione canonica un territorio ben preciso.
Continua
ARGOMENTO CORRELATO
Santa Maria di Tropea, possedimento millenario di Montecassino
(feb. 2008)
Un tocco di artisticità per una grande struttura: il frontone del nuovo Palasport provinciale di Vibo Valentia
Il frontone del nuovo Palasport di Vibo Valentia
(F. Vallone) Il frontone, situato sul prospetto principale del Palasport provinciale di Vibo Valentia, vuole essere l´esaltazione dell´essenza della struttura che presto ospiterà la squadra sportiva di pallavolo vibonese e non solo. L´idea nasce dalla volontà di esprimere, attraverso le raffigurazioni utilizzate, un chiaro richiamo alla storia dello sport nella sua generalità, rendendo omaggio soprattutto agli sport Olimpici praticati nell´antica Grecia, che ha gettato il seme sulla nostra terra dando vita all´antica Hipponion, l´antica Vibo Valentia. Sport come Olimpiadi, che secondo un´antica leggenda sarebbero state istituite da Eracle e da lui consacrate al padre Zeus dal cui epiteto di Olimpio avrebbero tratto il nome. Il frontone, ispirato ai grandi templi dell´età classica, è impostato, seppur in termini moderni, all'´imponenza nella quale si vuole identificare, essendo l´epicentro dell´intera facciata, intende dare il benvenuto a tutti coloro che verranno ospitati all'´interno del Palasport quasi con un racconto intuitivo al quale non si può sfuggire,
in maniera da essere reso fruibile dalla collettività. Esso, come spiega l´architetto conservatore Katia Grillo, "è composto dal fronte triangolare nel quale sono state inserite le grandi raffigurazioni tratte da vasi attici a figure nere e a figure rosse e dalla trabeazione a corrispondente alla grande trave poggiante su colonne; senza trascurare le origini della nostra terra Hipponiate, cui fanno più puntualmente riferimento il mascherone del lobo centrale e le teste leonine della trabeazione". Infatti il primo corrisponde alla figura del Gorgone, i cui resti sono conservati presso il Museo Archeologico Statale di Vibo, rinvenuti presso il convento dei Cappuccini e considerata come elemento decorativo del tetto di un edificio sacro di età greca, mentre le teste leonine che corrono trai i triglifi della trabeazione intervallandosi ad altre immagini (costituenti le antiche mètope) che richiamano agli sport moderni (la pallavolo, la pallacanestro, il calcetto, i pesi, i guantoni del pugilato, la coppa italiana di pallavolo) dovevano far parte secondo alcune ipotesi,
della cornice della gronda di un tetto di una piccola costruzione, forse di carattere sacro, databile intorno alla metà del V sec. a.C.
Modernità e richiamo all´antico dunque, attraverso un uso sapiente dei tracciati lineari, dei materiali adoperati, dei colori. Il progetto, dello stesso architetto conservatore Katia Grillo, è la sintesi di una elaborazione globale, dove i colori richiamano gli stessi adoperati sulle facciate dell´intera struttura e le immagini rimandano alla forza del corpo e alla forza dello spirito, nell´obiettivo di rendere le Olimpiadi perfetta espressione della cultura greca. I lavori di realizzazione, diretti dall´architetto Carolina Bellantoni, sono stati eseguiti dall´impresa edile di Giuseppe Suppa e Bruno Grillo mentre il mosaico in tessere di marmo naturale (rosso verona, giallo reale, grigio bardiglio, bianco statuario, botticino, botticino noce, verde alpi e nero) è stato realizzato dalla ditta "Decor Union 2000" in località Tressano di Castellarano (RE). Ed ecco nei particolari i pannelli del frontone descritti da Katia Grillo: "Atleti con giavellotto - raffigurazione centrale racchiusa nel semicerchio, tratta da un piatto; in esso sono rappresentati tre atleti con
gli strumenti dello sport in esame, ovvero dei giavellotti ma anche un piccone che serviva per lavorare la sabbia o la terra adoperata in palestra durante gli allenamenti; Sollevamento pesi - raffigurazione nel cerchio a sinistra, tratta da un antico vaso greco; è raffigurato un giovane uomo di Siracusa che compete nel sollevamento dei pesi (due grossi massi). Lancio del disco - raffigurazione nel cerchio a sinistra, in cui vi è un giovane uomo nell´atto di lanciare il disco, con le gambe leggermente flesse e il busto piegato e ruotato in avanti. Dietro sono rappresentati due giavellotti mentre in alto a sinistra sono rappresentati uno strigile, ovvero uno strumento che serviva per pulirsi il corpo dopo gli esercizi, due capestri, che venivano impugnati nelle mani durante la prova del salto per dare lo slancio al corpo ed un peso, ovvero una palla attaccata ad un cordoncino che veniva impugnato e fatto roteare prima di essere lanciato. Una Olimpiade del V sec. a.C - raffigurazione centrale rettangolare, tratta da un vaso greco; sono rappresentate quattro figure poste
di profilo: un allenatore vestito col chitone o himation che tiene in una mano un bastone biforcuto che serviva ad indicare la sua posizione di giudice sportivo ma che veniva adoperato anche per indicare agli atleti eventuali posizioni scorrette e segnalare loro le correzioni necessarie, mentre nell´altra mano tiene ramoscelli di ulivo, simbolo di vittoria. Il secondo è un atleta che sta per effettuare il salto, con la schiena leggermente ricurva e con in mano due capestri per effettuare la spinta seguito da due corridori. In basso uno scudo, rappresentazione della lotta, che nell´antichità era anche praticata come sport. Nike che vola verso un altare - raffigurazione posta in basso a destra, tratta da un antico vaso greco; la Nike è la dea della vittoria, che tiene in una mano un´ampolla e nell´altra un oinochoe, mentre vola verso un piccolo altare sul quale il fuoco arde intensamente, dove sta per compiere una libagione."Milo di Kroton" - raffigurazione posta in basso a sinistra, tratta da un antico vaso greco. Milo è uno dei più leggendari atleti del mondo antico,
e ancor di più della nostra terra, che vinse la corona non meno di sei volte, competendo fino all´età di circa quarant´anni. L´atleta è rappresentato come un giovane vigoroso, mentre tiene nelle mani dei ramoscelli di ulivo e rivolge lo sguardo verso l´allenatore che lo sta nominando vincitore". Gli schemi più piccoli contengono altre immagini che richiamano agli sport antichi ed inoltre due fiaccole laterali, la cui fiamma simboleggia la sacralità attribuita alle antiche Olimpiadi e allo stesso tempo la continuità tra le Olimpiadi del mondo antico e quelle dell´età moderna. La trabeazione è completata con il simbolo moderno delle Olimpiadi e dello sport in generale, ovvero i cinque anelli inanellati che rappresentano i cinque continenti.
(feb. 2008)
A Milano dal 21 al 24 febbraio tiene banco la Borsa Internazionale del Turismo. Tropea partecipa all'interno di un consorzio formato dai Comuni della Costa degli Dei
(S. Libertino) La maggiore manifestazione fieristica al mondo per la promozione del prodotto turistico italiano, si tiene nel complesso fieristico di Fieramilanocity. Essa raccoglie le migliori offerte del mercato turistico mondiale, dedicate agli operatori di settore, anche se tradizionalmente questa borsa internazionale del turismo riserva qualche giorno al pubblico, che curiosa interessato tra i moltissimi, colorati stand di enti locali, apt, tour operator.
Proprio questa duplice apertura rende l'evento una formula di successo che accoglie il pubblico, presente sempre in modo massiccio e motivato, e nello stesso tempo riserva momenti tranquilli e preferenziali agli addetti ai lavori, in cui essi possano aggiornarsi, concludere affari ed in genere incontrarsi in santa pace, specie data l'usuale mole di visitatori della Fiera.
Le sezioni in cui Bit si articola sono World, Italy, Tourism Collection, Buy Italy, B2B. Un panorama completo ed esauriente del settore turistico, sempre in crescita, nonostante le difficoltà oggettive relative ad alcune mete mondiali. Esso si pone come uno segmento del mercato che ha saputo reinventarsi costantemente in forma efficace e proficua, facendosi portatore di una delle aspirazioni millenarie dell'uomo: viaggiare e conoscere.
In concomitanza con la Bit, si tiene Duty Free, un Salone dedicato allo shopping del turista, con una sezione in cui si possono reperire camper, roulotte, attrezzature da campeggio e per l'outdoor in movimento. Non mancano i congressi (il cui programma sarà disponibile in futuro sul sito ufficiale), le tavole rotonde, i momenti di formazione per gli operatori di settore.
Preferenziale e molto apprezzato l'incontro tra le istituzioni, le aziende pubbliche di promozione del territorio ed i tour operator privati, per l'elaborazione di sinergie commerciali ed organizzative efficaci e mirate.
Tropea partecipa all'evento all'interno di un consorzio che vede uniti anche i comuni di Ricadi/Capo Vaticano, Drapia, Spilinga, Parghelia, Zambrone e Briatico. Sostanzialmente, sono i comuni della Costa degli Dei. Si parla di obiettivi da raggiungere ma sul sito ufficiale della manifestazione, alla vigilia dell'inaugurazione, non sono visibili nemmeno le informazioni dell'espositore.
Ci auguriamo che i responsabili abbiano per gli operatori e i visitatori risposte certe per quel che riguarda l'accoglienza (alberghi, ristoranti), gli eventi e i percorsi d'arte al di fuori dei soliti tre mesi estivi (luglio, agosto e settembre).
Orari: Operatori giovedì, venerdì, sabato e domenica ore 10:00 – 18:30.
Pubblico sabato e domenica ore 10:00 – 18:30.
Borsa Internazionale del Turismo 2008
(feb. 2008)
"Volti e Risvolti" Mostra di pittura di Armando Fantasia all'Archivio di Stato di Vibo Valentia
Il pittore Armando Fantasia
(F. Vallone) Ancora una bella mostra di pittura a Vibo Valentia presso i saloni dell'Archivio di Stato. È la volta di "Volti e Risvolti" una mostra di ben trentacinque tele del pittore Armando Fantasia. L'artista è nato in Basilicata, a Maratea, nel 1969 ed è residente da sempre a Vibo Valentia. Armando è figlio d'arte, suo padre il pittore Pietro Fantasia, come si ricorderà, è reduce da una recente quanto interessante esperienza artistica, la provocatoria mostra d'arte sulle tematiche dell'eros e della metafora sessuale intitolata "Sinuosità" che tanto clamore ha suscitato in città.
Armando Fantasia presenta oggi al pubblico vibonese le sue opere più belle, nature morte ma con fiori vivi, nudi di donna appena velate da calze autoreggenti, paffutelli bambini - putti ripresi nella quotidianità più attuale, davanti ad un televisore incantatore o in braccio ad una madre. Figure, visi, sguardi e occhi che penetrano le tele e rimandano a concettualismi più profondi. Vi è, tra le tante tele esposte, anche un bel ritratto dell'attrice Claudia Koll ripresa in atteggiamenti provocanti e sensuali… il figlio Armando non smentisce il padre Pietro.
Armando Fantasia è un figurativo moderno che si discosta continuamente dalla linea del figurativo classico, per lambire ora l'iperrealismo, altre volte per solcare antichi stili e luci che ci fanno subito pensare alle tele del Caravaggio o del Mattia Preti. C'è una luce particolare e inedita nei suoi quadri che sprofonda i piani del dipinto e crea dinamismi illusori, prospettive sempre profonde. È il gioco sapiente dei chiaroscuri che Armando conosce bene, è il gioco delle profondità create con maestria di chi conosce le varie tecniche pittoriche. Tra le trentacinque tele esposte, tra quelle più belle della mostra di Vibo, due rappresentano l'eden, il paradiso terrestre, un ambiente verde di alberi e donne vestite e fasciate con abiti dal sapore degli anni settanta dai disegni floreali, mele cadute, mele da raccogliere, simbolismi antichi, genesi che ci riporta ancora una volta alle tematiche della sensualità più arcaica e intima. Armando Fantasia, a differenza del padre Pietro che è autodidatta, si è diplomato all'Istituto d'Arte di Vibo Valentia e successivamente all'Accademia di Belle Arti di Catanzaro.
Il pittore Armando Fantasia, come scrive sull'invito della mostra lo scrittore e poeta Rocco Cambareri, "crea dal nulla, rompe il mistero, l'invisibile rende visibile…"
La mostra in allestimento all'Archivio di Stato verrà inaugurata domani sera, venerdì 22 febbraio, alle ore 18.00 al numero 46 di via J. Palach ed è curata con l'alto patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, dell'Amministrazione Provinciale di Vibo e del Comune di Vibo Valentia. La mostra resterà aperta per quindici giorni e si concluderà il prossimo 7 marzo.
Armando Fantasia
(feb. 2008)
Cinema: 'E' tempo di cambiare'
(A. Mascolo) “E’ tempo di cambiare” si preannuncia come un intenso film sulla triste realtà che purtroppo avvelena la vita di tantissime persone: la criminalità organizzata.
Un film narrato da un coro di voci che in questa realtà sono costrette a vivere tra mille compromessi, l’omertà e la paura: è la storia drammatica dell’amore di un famiglia destinata a non riuscire a trovare requie dalla morsa malavitosa, nonostante il tentativo disperato di distaccarsene e di poter finalmente decidere della propria vita in autonomia.
Il film, tratto da un soggetto di Roma Sauro, per la regia di Fernando Muraca, sarà presente nelle sale italiane ad Aprile: una nota positiva e ferma nel dire “no” alla mafia e che richiede ai giovani la loro responsabilità nel non cadere nella tentazione di guadagni facili a discapito degli innocenti.
Questo film riporta un’immagine netta su due specifici fenomeni della malavita organizzata nostrana, la mafia siciliana e la ‘ndrangheta calabrese: la storia segue infatti lo spostamento della famiglia del protagonista da Palermo a Tropea, dove troverà ospitalità da un amico d’infanzia, ma dove purtroppo i fantasmi del passato riaffioreranno sottoforma dell’arrogante boss locale.
Il messaggio è decisamente chiaro: basta a questo cancro malavitoso che distrugge tutte le vite di chi incontra e prosciuga di ogni speranza la gioventù tanto facilmente influenzabile.
In merito si può citare una delle battute del film, pronunciata dall’inconsapevole protagonista della storia: “Di bello voi mafiosi e ‘ndranghetisti avete solo una cosa: morite giovani”.
Anteprima Film
(feb. 2008)
Incontro sugli ecomostri tra l'assessore Tripodi e il sindaco Euticchio
(ANSA/25feb) Lo stato di avanzamento dei progetti finanziati nell'ambito dell'Apq "Valorizzazione del paesaggio e interventi sugli ecomostri" sarà al centro di una verifica, venerdì 29 febbraio, a Palazzo Alemanni di Catanzaro, tra l'assessore all'Urbanistica e governo del territorio, Michelangelo Tripodi, e i sindaci di Bova Marina, Cessaniti, Pizzo, Rossano, Scilla, Stalettì, Stignano, Stilo e Tropea interessati agli interventi di abbattimento degli ecomostri. "In particolare - è scritto in una nota dell'Ufficio stampa della Giunta regionale - la riunione, promossa di concerto con il presidente della Regione Loiero, servirà a esaminare lo stato dell'arte della progettazione e delle procedure attivate per la realizzazione degli interventi".
(feb. 2008)
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E' on line la 43^ Tornata di TropeaMagazine, interamente dedicata a Antonio Jerocades E' on line la 43^ Tornata di TropeaMagazine interamente
dedicata ad Antonio Jerocades e alla sua attività nelle diverse sfaccettature. Dal letterato al massone, dal trasgressivo perseguitato dalla stessa Chiesa cui apparteneva all'attivista e delatore durante la Repubblica Partenopea.
Tra le personalità di spicco dell'illuminismo calabrese l'abate pargheliese Antonio Jerocades (1738 - 1803) si distinse per l'esuberanza delle idee politiche e l'attività letteraria la cui prorompenza si manifestò anche fuori dell'Italia. Uomo di grandissima cultura, profondo conoscitore del latino, del greco, insegnante di ebraico, di filosofia, di archeologia, di
commercio, custode di un grande patrimonio di risorse ispirate dai principi della massoneria. Illuminista, giacobino e massone, subì persecuzione e carcerazione lungo il tragitto travagliatissimo della sua vita. Nel 1793 fu ristretto a Caserta, in Pignataro Maggiore tra i Padri Alcantarini, e nel 1795, come partecipe alla congiura giacobina di Lauberg e del Giordano,
fu incarcerato nel Convento di San Pietro a Cesarano, ed è di nuovo in carcere nel 1799 presso le Cave di Castel dell'Ovo. Nello stesso anno parte esule per la Francia. Quando vi ritorna nel 1801, lo attende un'altra relegazione. Finì la sua vita nel 1803 a Tropea rinchiuso presso la Casa dei Redentoristi, guardato a vista dagli stessi padri liguorini.
Sulla data della dipartita di Jerocades finalmente è stata fatta chiara luce dallo storico don Pasquale Russo (leggere a proposito il suo saggio on line 'L'ultima prigionia di Antonio Jerocades') il quale ha scoperto l'atto di morte nel registro della Parrocchia di S. Andrea Apostolo in Parghelia che attesta l'avvenuta scomparsa il 19 novembre 1803 e non il 18 nov. 1805
come scrive il Martuscelli e dopo di lui tutti gli studiosi di Jerocades.
Buona lettura!
www.tropeamagazine.it
Francesco Cozza. San Francesco d'Assisi - Galleria Nazionale Cosenza
A Palazzo Venezia una mostra dedicata a Francesco Cozza. Un calabrese a Roma
tra classicismo e barocco
(A. Colombi) Il 23 novembre scorso è stata inaugurata a Roma, presso la Sala Regia e la Sala delle Battaglie di Palazzo Venezia, la mostra dedicata a Francesco Cozza, pittore calabrese del Seicento allievo del Domenichino. Si protrarrà fino al 13 gennaio 2008.
L’esposizione, promossa dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali sotto l’Alto patronato del Presidente della Repubblica e curata da Claudio Strinati, Soprintendente del Polo Museale Romano, intende mettere in luce l’opera del pittore calabrese attraverso ventidue opere certe (vale a dire firmate, documentate, citate dalle fonti antiche e incontestabilmente attribuite), in modo da porre in evidenza con facilità il suo stile
e l’apporto reale dato al variegato mondo artistico romano seicentesco.
Tra le opere presenti, provenienti da tutta Italia, emergono senz’altro le bellissime tele raffiguranti la Madonna del Riscatto, custodita nel refettorio del Collegio Nepomuceno di Roma, e la Madonna col bambino tra i Santi Gioacchino e Anna della chiesa di S.Egidio a Montalcino. Si tratta di due dipinti in cui si avverte chiaramente la transizione dalle posizioni classicistiche iniziali (domenichiane) verso un linguaggio più aperto
agli sviluppi bolognesi e del barocco romano.
Altra opera da segnalare il Ritrovamento di Mosè, dei Pii Stabilimenti di S.Maria in Aquiro, cui fa da sfondo un paesaggio sensibile alla poetica di Dughet e di Salvator Rosa.
Per chi non s’accontenta della mostra (ventidue opere, in effetti, non sono molte) e vuole approfondire la conoscenza di Cozza c’è un ampio catalogo. Edito da “Rubbettino” e finanziato dall’assessorato alla cultura della Regione Calabria la pubblicazione raccoglie l’intera produzione artistica del pittore.
La mostra sarà completata da un convegno che si terrà a fine gennaio a Valmontone, in quel Palazzo Pamphili sede degli stupendi affreschi realizzati da Cozza tra il 1658 e il 1659.
Orario della mostra: tutti i giorni, escluso il lunedì, dalle 10.00 alle 19.00.
www.fancesco-cozza.it
PREMIO INTERNAZIONALE DI POESIA' Tropea: Onde mediterranee' 5^ edizione - 2008 Premio Internazionale di Poesia
SEZIONI
Onda prima - Poesia giovane
Onda seconda - Poesia adulti
Onda terza - Poesia in vernacolo
Onda quarta - Poesia edita
Onda quinta - Poesia d'Europa e mediterranea
Onda sesta - Poesia del primo lustro
SCADENZA
28 febbraio 2008
PREMIAZIONE
Domenica 27 aprile 2008
Chiesa di Michelizia - Tropea
Ore 1700
Per ulteriori informazioni
www.meligranaeditore.com
Regolamento
Mons. Luigi Renzo, Vescovo della Diocesi di Mileto - Nicotera - Tropea
Mons. Luigi Renzo e il concerto di fine anno nella Cattedrale di Mileto
(S. Libertino) Lo aveva appena disposto il 22 novembre scorso, per la festa di Santa Cecilia, Mons Luigi Renzo, vescovo della diocesi di Mileto, Nicotera, Tropea, il bando nelle chiese dell'uso del pianoforte,
dell'esecuzione della musica sinfonica, corale, lirica, bandistica perchè tali manifestazioni sono del tutto contrarie alla santità del luogo sacro, chiarendo che le chiese non possono considerarsi sempici 'luoghi
pubblici' ma luoghi sacri in modo permanente, destinati per loro destinazione e benedizione al culto divino. Perciò in una chiesa 'non è possibile programmare l'esecuzione di musica che non è di ispirazione
religiosa e che è stata composta per essere eseguita in contesti profani precisi sia che si tratti di musica classica o sia contemporanea, o anche di alto livello popolare'.
Tali divieti erano stati racchiusi in cinque punti dispositivi dove venivano indicate le modalità applicative:
"(1) E' esclusa nelle chiese l´esecuzione di musiche "profane", sia vocali che strumentali, anche classiche e sinfoniche.
(2) Potranno essere ammesse esecuzioni di musiche sacre o comunque religiose in forma di concerto solo per modum actus, con il permesso dell´Ordinario diocesano. Non sono consentiti invece concerti di
musica di altro genere e con strumenti non abilitati per la liturgia (pianoforti, concerti bandistici, canti folkloristici e simili).
(3) la richiesta per ottenere il permesso va rivolta, per iscritto e per tempo, dal parroco (non da associazioni, ecc.) all´Ordinario e deve recare il programma dettagliato dei brani da eseguire con il nome degli
autori. L´Ordinario concederà il permesso dopo aver sentito il parere della Commissione diocesana per la musica liturgica.
(4) L´ingresso deve essere libero e gratuito.
(5) Gli esecutori e i fruitori dovranno avere un comportamento conveniente al carattere sacro del luogo controllando espressioni troppo fragorose del plauso ed altri commenti".
L'editto aveva destato enorme clamore e dissensi anche da parte di organi ecclesiastici operanti in seno alla Diocesi perchè avrebbe favorito l'impoverimento della cultura musicale che nelle quasi totalità delle
comunità veniva da tempo immemorabile programmata, esplicata e alimentata all'interno delle chiese per la totale mancanza di strutture cittadine destinate alla musica o di qualsiasi struttura che potesse avere
un semplice ruolo di aggregazione a favore della cittadinanza.
Ma apprendiamo con somma sorpresa dalla autorevole fonte del blog dell'associazione Domus Idee che racconta in Rete quello che succede a Mileto, sede del Capo della Diocesi, che all'interno della Cattedrale il 29
dicembre ultimo scorso si è svolto un importante concerto del duo composto da Pietro Tagliaferri al sax soprano e Margherita Sciddurlo all’organo.
L'evento, presentato da Dolores Mazzeo, prevedeva una serie di esecuzioni tratte da opere che coprono un arco di tempo che va dal XVI secolo ai giorni nostri coinvolgendo autori di varia estrazione
culturale, non certamente a carattere religioso, con musiche di Frescobaldi, Dufay, Couperin, Clérambault, Daquin, Bach, Brahms, Peeters, Langlais, Amato, Tagliaferri e Berzolla e infine Astor
Piazzolla.
A questo punto Mons. Luigi Renzo ci dobrebbe qualche piccola spiegazione.
L'arrivo di Mons. Luigi Renzo a Tropea (9set2007)
Messaggio di Natale di Mons. Luigi Renzo
1° Concorso Letterario Nazionale Calabria in Giallo - Delitti & Misteri in Magna Grecia
(S. Libertino) Patrocinato dall'Istituto Penale Minorenni (CZ),
dal Comune di Catanzaro, dalla Provincia di Catanzaro e dalla Regione Calabria, parte il 1° Premio Letterario promosso in Calabria dalla Casa Editrice EDIM, studiato per lanciare i luoghi della memoria, promuovere
il territorio, riscoprirlo e valorizzarlo attraverso una forma originale, al pari di altre simili iniziative di successo nate in Italia, utilizzando la scrittura e la narrativa come suo veicolo e strumento.
E' un progetto che si propone di “usare” i luoghi che rappresentano la Calabria e la Magna Grecia per raccontare dei GIALLI. L’opportunità viene offerta da autori che producono una letteratura gialla ambientata in Calabria, con il prezioso
contributo dell’editore EDIM, entusiasta della pubblicazione di raccolte di GIALLI DI CALABRIA, che ha immediatamente aderito al progetto, ed i cui libri sarà possibile trovare nelle migliori librerie della regione e su internet.
Tra gli organizzatori del Concorso “CALABRIA in GIALLO” la Presidente dell'Associazione 'Castello d'Altavilla' Dr.ssa Tiziana Ranieli, l'Ing. Diego Amodei ('Castello d'Altavilla'), la Dr.ssa Luciana Loprete (Calabria Mistery.it),
l'Avv. Emilio Severini ('Castello d'Altavilla'), la Prof.ssa Filomena D'Urso (EDIM Ed. Mediterraneo), il Dr. Giuseppe Veraldi (RUVAS).
La scadenza della data di presentazione delle opere è stata fissata al 28 febbraio 2008. Il bando e la scheda di partecipazione e ogni altra informazione si trovano on line nelle pagine dedicate al Concorso nel portale dell'Associazione Storico-Culturale 'Castello d'Altavilla'.
'Castello d'Altavilla'
Bando, scheda di partecipazione, patrocini
Il Racconto del Re dei Giganti Mastru Miciu Famà
(S. Libertino) Un personaggio un pò naif senza presente, uscito da una cornice incantata di una fiaba laminata senza tempo, che realizza i
desideri di chi sogna di ritornare bambino.
E' stato questo e di più Mastru Miciu Famà, artista di strada, che a capo di un drappello di uomini e un paio di fantocci per oltre sessant'anni aveva guidato per le vie della Calabria i suoi due Giganti processionali Mata e Grifone, condotti nei passi di danza e d'amore dai suoi figli e
accompagnati dalla musica di suonatori di grancassa, rullanti e piattini. In testa un beretto a bustina militare con la scritta 'Il re dei Giganti', il fisico massiccio del felliniano Zampanò dentro i vestiti variopinti con il fazzoletto istoriato intorno al collo, il fischietto nelle labbra
e quel paio di baffi a manubrio prestati dal Mangiafuoco di Collodi.
Come ci insegna l'etnologo Franco Vallone, suo biografo ufficiale, quando lungo i mille percorsi, tra un riposo e l'altro della sua allegra comitiva e nel silenzio inquietante della musica e dei tamburi, raccontava la sua storia di Capo Gigantaro e quella delle sue creature Mata e Grifone, tradiva la dolce
cadenza dialettale della provincia di Messina, dove era nato, a Scaletta Zanclea, il 4 agosto 1925.
Di professione stagnino Mastru Miciu era sbarcato in Calabria durante l'ultima guerra con il popolo degli sfollati e si era accasato nel vibonese a San Leo di Briatico. E fu quì nel 1947 che comprò da una ditta di gigantari i due fantocci malmessi di cartapesta che gli ricordavano quei colossali
Giganti sui cavalli che da bambino andava ad ammirare ogni anno a Messina, a Viale San Martino, il giorno dell'Annunziata, il 15 agosto, durante le loro passeggiate rituali per ricordare al mondo che erano stati loro i fondatori della Città.
Continua...
Tropea e il 'Giorno della Memoria'
(S. Libertino) Quest'anno in Italia il 'Giorno della Memoria' verrà celebrato per l'ottava volta. Anche la Città di Tropea si appresta a prendere parte
ad un evento di portata istituzionale e rendere il sacro tributo ai propri figli internati nei lager nazisti. Sono tre infatti i tropeani che hanno vissuto la deportazione in Germania e che hanno patito ogni sorta di vessazione fino a sacrificare - da parte di uno di loro - la propria vita.
Stiamo parlando di Filippo Accorinti d'Aquino, Vice Commissario di Polizia a Udine, morto a Mathausen il 20 aprile 1945, Vittorio Restelli, allievo sottufficiale dell'Esercito, e Micuccio Cortese, Sergente Maggiore dell'Esercito, gli ultimi due internati nel 1943 nello Stalag VI A di Hemer e liberati
dagli americani nel 1945.
Secondo la ricostruzione dello storico udinese Elio Romano , tra il 22 luglio ed il 2 agosto del 1944 furono arrestati e poi ristretti nella Casa Circondariale di Via Spalato in Udine il questore Luigi Cosenza, il vice questore Ernesto Galliano, il commissario capo Luigi Ruggiero capo di Gabinetto, i commissari Filippo Accorinti, Nino D’Angelo, Giuseppe
Sgroi, Mario Savino, Camillo Galli, i graduati Sparsero Toschi e Bruno Bodini, le guardie di P.S. Anselmo Pisani e Mario Comini, l’impiegato civile Giuseppe Cascio, genericamente sospettati di scarsa collaborazione, se non addirittura di attività contrarie alle direttive politiche del governo fascista e delle forze di occupazione tedesche.
Continua...
Per Don Mottola, maestro di speranza
(P. Russo) Penso a te, maestro di sapienza, in questo tempo d'inizio millennio (un inizio che si è già inoltrato nel faticoso cammino della storia). Penso a te che anelavi tra il sogno innovatore dell'abate Gioacchino ed i passi cadenzati di Francesco di Paola. Penso a te che camminavi gagliardo nella tua
infermità correndo con la fronte alta verso l'escaton atteso. Penso a te che ci hai insegnato a non dare al domani nessun altro nome che l'Eterno. Ci hai insegnato a lodare Dio col mormorio del mare e con il fragore del vento. Ci hai insegnato a cercare nella precarietà di ogni giorno la strada verso un mondo rinnovato. Hai acceso un rogo in questa terra di Calabria, dove ancora noi fatichiamo a tenere vivi i fuochi fatui della notte.
Ci sospinge la paura di un incerto futuro, ci frena la nostra pusillanimità. La verità e la giustizia restano parole retoriche. E intanto ogni giorno il potere di morte insanguina questa terra che tu hai sognato libera e orgogliosa della sua selvaggia bellezza. La fatica spezza le reni ai padri desolati, il lavoro resta ancora una chimera per i giovani che abbandonano la casa, le donne hanno solo aggiunto molti altri dolori a quello antico
delle partorienti. La chiesa che fu la tua casa terrena fa piangere ai suoi Vescovi l'incapacità di frenare il degrado inarrestabile di un popolo sconcertato, smarrito, umiliato. Anche l'antica bellezza dei nostri luoghi è compromessa e la violenza non risparmia nè il mare nè la montagna.
Penso a te, alla forza della tua speranza, a te che sei partito dagli ultimi per aiutare la terra a rinnovarsi. Penso a te impenitente e ottimista tra le miserie degli uomini.
Penso a te pellegrino dell'assoluto, e al forte grido che dalla tua bocca resa muta infrange lo schermo delle nostre distrazioni per ricondurci all'essenziale.
Forse un giorno anche a noi potrà capitare di vedere dall'alto che non è stato inutile sognare, non è stato inutile lottare, non è stato inutile sperare.
Ora però nessuno potrà dire che tu non sei passato per questi luoghi e tra questa gente e nessuno potrà negare di averti visto tra il beato Gioacchino e Francesco di Paola veleggiare tra la profezia e la speranza.
Don Francesco Mottola
Promulg. Decreto sulle virtù eroiche del Servo di Dio Francesco Mottola
E' in sito 'Cronache Aramonesi' di Gennaio '08
E' sul sito aramoni.it il nuovo numero di 'Cronache Aramomesi', periodico di informazione, politica a cura del Centro Studi Umanistici e Scientifici Aramoni, di G. Raffaele Lopreiato. La testata, che si stampa anche su carta dal 2005, si occupa preminentemente della comunità zambronese.
Cronache Aramonesi Gen. '08
La teologa romana Carla Rossi Espagnet sabato 26 gennaio al Museo Diocesano di Tropea Comincia nel segno della famiglia, l’anno 2008 per l’Associazione culturale "Accademia degli affaticati – Tropea". Per sabato 26 gennaio infatti,
è in programma la presentazione del libro di Carla Rossi Espagnet "Famiglia & Libertà – La vita familiare cristiana & il Magistero della Chiesa", Ares Edizioni. All’incontro, moderato da Pasqualino Pandullo e fissato per le ore 10,30 presso la Sala del Museo Diocesano di Tropea, sarà presente l’autrice.
Carla Rossi Espagnet, teologa, romana, dirige il corso "Amore Famiglia Educazione" presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose all’Apollinare della Pontificia Università della Santa Croce.
Il libro "Famiglia & Libertà", da pochi mesi in libreria, affronta con passione e meditata riflessione, anche sulla base delle fonti, il valore cristiano della famiglia. Con questo lavoro, Carla Rossi Espagnet passa in rassegna i principali interrogativi che attraversano la vita degli sposi nell’attuale società secolarizzata: la libertà delle decisioni, la fedeltà al progetto comune, l’educazione della Chiesa dei figli. L’autrice delinea con finezza interpretativa
gli insegnamenti del Magistero , non solo in ordine alla comunità familiare, ma anche al bene della società. E quella del Magistero, appare oggi l’unica voce che trasmette una concezione etica non allineata e superiore al "fai-da-te" imperante.
Premio Letterario Nazionale 'Città di Tropea'
La voce 'Tropea' di un dizionario del 1856 ricostruisce la struttura ecclesiastica del tempo della Città
Innumerevoli istituzioni pubbliche e private hanno invaso la Rete di testi antichi digitalizzati rendendoli a disposizione, per quanto possibile gratuitamente, dell'utenza. E' una lodevole iniziativa che abbiamo voluto in altra sede più volte sottolineare.
Ai numerosi cataloghi digitali si è aggiunto da poco quello promosso dal noto Motore di Ricerca 'Google', nella cui bar è facile individuare il menu dedicato ai libri digitalizzati e alla loro facile ricerca attraverso una parola o una frase contenuta nelle loro pagine.
Anche Tropea non si è sottratta a questo tipo di operazione che riesce ad avvicinare 'porta a porta' la cultura (con la C maiuscola) sia agli operatori del settore che agli studiosi o a semplici curiosi. Abbiamo individuato la voce
'Tropea' in un Dizionario di 103 volumi 'Dizionario di erudizione storico - ecclesiastica' di Gaetano Moroni Romano , 1856, Emili, Venezia. E' l'interessante descrizione di come era articolata la struttura ecclesiastica della Città di Tropea in quel tempo,
comprensiva di una veloce quanto utile cronotassi dei vescovi che l'hanno governata.
Il Volume completo, l'ottantunesimo, dove è inserita la 'voce' lo si può trovare in questa pagina.
Mentre l'estrapolazione della 'voce', trascritta a parte, la si può trovare in quest'altra pagina.
Lettera aperta al Sindaco di Tropea del Consigliere Comunale di 'Tropea Libera' Alfonso Del Vecchio Signor Sindaco,
non frequento i locali del Municipio, salvo qualche rara eccezione, per questo spesso non conosco nell’immediatezza le varie e strampalate misure, peggiori del male, alle quali si è dedicata con una certa solerzia l’amministrazione comunale, per arginare il degrado di Tropea.
Non è la fantasia che manca ad alcuni amministratori se guardiamo con attenzione a quel concentrato di anarchia ed individualismo che riempie di ilarità, di irresistibili parodie e di impietosi sberleffi la nostra vita quotidiana.
Si afferma che la sicurezza dei cittadini e la loro cura non è né di destra né di sinistra. E’ vero! Chi meglio della sua amministrazione che si è caratterizzata di destra e di sinistra contemporaneamente potrebbe garantirle? Le scempiaggini a cui assistiamo quotidianamente non si prestano, infatti, a coloriture.
Ciò che non fa ridere è che nessuno dei cittadini sembra avere a cuore la Città, considerata, a parole, antica e ricca di pregi, vittima di un decadimento ambientale, sociale e culturale.
Mai, come in questi ultimi anni, vivere a Tropea è diventato per molti di noi sinonimo di angoscia, paure, fobie e frustrazioni. I motivi di tale disagio sono i più svariati, non ultimo lo stress di vedere alcuni dei posti più belli, l’Isola, chiusa, da più di due anni, in una prigione dalle robuste inferriate.
Tra molti cittadini e la Città si è instaurato, da tempo un rapporto ambivalente. Amiamo la nostra Città per quello che è, per quello che ci offre, ma nel nostro intimo, la vorremmo profondamente diversa. E’ un nostro desiderio e un legittimo diritto, a cui un’amministrazione dovrebbe offrire per lo meno un accenno di solidarietà.
Continua
UN CINEMA PER I DIRITTI. A 60 anni dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani
Dieci film per pensare il senso ancora ignorato della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani a 60 anni dalla sua proclamazione.Il nuovo appuntamento con 'Un cinema per i diritti' si terra' dal 12 Febbraio ogni martedi' al Teatro Athena di Reggio Calabria presso la Chiesa Evangelica. E' una rassegna nata tre anni fa dalla collaborazione del circolo 'Cesare Zavattini' con l'Arci di Reggio Calabria e, quest'anno, in sinergia con l'Associazione Culturale 'Il torrione della battigliola'.
UN CINEMA PER I DIRITTI
A 60 anni dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani
12 febbraio - 15 aprile 2008 ore 21:00
TEATRO ATHENA
Via XXIV Maggio n.6 – Reggio Calabria
(discesa Chiesa Evangelica - Corso G. Garibaldi)
martedì 12 febbraio 2008 – ore 21
NOI DOBBIAMO DECIDERCI
di Felice D’Agostino e Arturo Lavorato
Italia, 2007 – durata 55’
Uno sguardo cosciente su un disastro annunciato: l’alluvione di Vibo Valentia.
Presentato al Festival di Torino 2007.
Saranno presenti gli autori
martedì 19 febbraio 2008 – ore 21
PORTE APERTE
di Gianni Amelio
Italia, 1990 – durata 108’
Un lucido racconto sul potere, sulla giustizia e sulla pena di morte.
Candidato all’Oscar e vincitore del David di Donatello, della Grolla d'Oro e dell'Oscar Europeo.
martedì 26 febbraio 2008 – ore 21
SOTTO GLI OCCHI DI TUTTI
di Nello Correale
Italia, 2003 – durata 85’
Humor nero per parlare di compromessi quotidiani ed espedienti al limite e oltre la legalità.
martedì 4 marzo 2008 – ore 21
OSAMA
di Siddiq Barman
Afghanistan, 2003 – durata 82’
Coraggiosa denuncia dei soprusi del regime talebano nei confronti di donne e bambini: una ragazza per sopravvivere si fa passare per maschio.
Primo film realizzato interamente in Afghanistan.
Caméra d’Or a Cannes come migliore opera prima e Golden Globe come miglior film straniero.
martedì 11 marzo 2008 – ore 21
THE ROAD TO GUANTANAMO
di Michael Winterbottom
Gran Bretagna, 2006 – durata 95’
Diritti umani calpestati: la vera "via crucis" di quattro amici inglesi di origine pakistana.
Orso d'argento al Festival di Berlino 2006.
In collaborazione con Amnesty International
martedì 18 marzo 2008 – ore 21
RIFF RAFF
di Ken Loach
Gran Bretagna, 1991 – durata 94’
Commedia graffiante e amara sul diritto al lavoro e alla sicurezza tra ironia e sentimento di rivolta.
martedì 25 marzo 2008 – ore 21
LE VIE DEI FARMACI
di Michele Mellara e Alessandro Rossi
Italia, 2007 – durata 53’
Perché nel mondo quasi 15 milioni di persone muoiono ogni anno di malattie facilmente curabili?
Miglior Documentario Italiano al Torino CinemAmbiente 2007.
Sarà presente il produttore Roberto Lippi
martedì 1 aprile 2008 – ore 21
MOOLAADÉ
di Ousmane Sembene
Senegal/Francia, 2003 - 117’
L’eroismo quotidiano di una donna che decide di ribellarsi alle mutilazioni genitali.
Vincitore di "Un Certain Regard" a Cannes 2004.
martedì 8 aprile 2008 – ore 21
LISTA D’ATTESA
di Juan Carlos Tabío
Cuba, 2000 – durata 102’
Una stazione, autobus strapieni e una lunga lista d'attesa. Ma l'attesa si trasforma in occasione di ritrovata solidarietà.
martedì 15 aprile 2008 – ore 19
WHEN THE LEVEES BROKE
A REQUIEM IN FOUR ACTS
di Spike Lee
USA, 2006 – durata 255’
Un anno dopo il passaggio disastroso dell’uragano Katrina su New Orleans, un documentario in quattro atti, racconta il passato, il presente e il futuro di una
città privata della sua storia.
Abbonamento € 5,00
INFO 0965/330518
Mentre il sito web 'Soria di Sordi'
adotta il pittore tropeano Giuseppe Naso, quale icona a riscatto della propria malformazione di sordomuto, un manoscritto anonimo ne esalta la figura di uomo e di artista
(S. Libertino) 'Storia dei Sordi' è un sito web realizzato
con la collaborazione dell'Ente Nazionale per la protezione e l'assistenza dei Sordi (ENS), Associazione Onlus che conta 35.000 soci, il cui compito preminente è quello di tutelare,
rappresentare e difendere gli interessi morali, civili ed economici dei minorati dell'udito e della parola in osservanza dell'art. 2 della legge 21 agosto 1950, n. 698 e del D.P.R. 31.3.1979.
Fra le numerose pagine piene di storie e vicende di sordomuti, è stata grande e piacevole la sorpresa di trovare quella del tropeano Giuseppe Naso, che morì giovanissimo,
a soli 25 anni, dopo una carriera così folgorante di pittore ottocentesco neoclassico di grande maturità artistica da lasciare una traccia indelebile attraverso le numerose
opere, collocate nella Cattedrale e nel Museo Statale di Mileto e nelle collezioni private del Napoletano, del Vibonese, del Catanzarese....
La sorpresa è maggiore se costatiamo che l'articolo di Ines Cutellè Abenavoli utilizzato dal sito web di 'Storia di Sordi' è tratto da TropeaMagazine.it.
In questo modo, l'ENS ha voluto rimarcare, adottando la prestigiosa figura del pittore tropeano, la sua forza di volontà e d'animo, la sua determinazione e la sua grande capacità artistica, che hanno sconfitto
la grave malformazione che lo ha afflitto per tutto il percorso della breve esistenza.
Con l'occasione, sull'artista tropeano vogliamo rendere noto un breve manoscritto anonimo che ne esalta la figura di uomo e di artista, e che delinea aspetti biografici inediti e notizie di prima mano sulla
produzione artistica.
Continua
Giuseppe Naso, nel sito 'Storie di Sordi'
Giuseppe Naso, pittore tropeano neoclassico
PREMIO CITTA’ DI TROPEA
“Una regione per leggere”
Bandito dall’Associazione culturale
“Accademia degli affaticati - Tropea”
Regolamento Edizione 2008
Premiazione il 4-5-6 luglio 2008 in Tropea
L’ ”Associazione Accademia degli Affaticati- Tropea” bandisce il Concorso “Premio Letterario Città di Tropea - Una regione per leggere” II edizione, da assegnare ad un’opera di narrativa italiana o straniera, eventualmente trasponibile in film per il cinema o la televisione.
1 - Possono concorrere al Premio le opere di narrativa pubblicate in volume nel periodo compreso fra l’1 gennaio 2006 ed il 31 dicembre 2007 e regolarmente in commercio, i cui autori risultino viventi alla data della riunione della selezione.
2 - Il Comitato organizzatore composto da sei soci dell’associazione eventualmente coadiuvati da collaboratori esterni indicati dagli enti coorganizzatori e approvati dall’assemblea, entro il 30 novembre 2007, nomina:
a) un Comitato tecnico-scientifico (giuria di esperti) che sarà presieduto da un giornalista di fama nazionale e formato da dodici elementi individuati nelle seguenti figure del mondo accademico, letterario e politico: i tre Rettori delle Università calabresi, uno scrittore, un esperto di editoria, un’autorità pubblica nel campo delle comunicazioni, un esperto di comunicazione, un addetto ai sistemi bibliotecari e tre esponenti dell’Associazione promotrice (presidente, vice presidente e segretario).
Il Comitato tecnico-scientifico ed il Presidente hanno un mandato annuale rinnovabile. L’accettazione a far parte del Comitato comporta l’implicita accettazione del presente Regolamento; comporta inoltre la partecipazione agli eventi organizzati dal Premio in occasione delle celebrazioni conclusive, nonché la disponibilità ad intervenire ad altre iniziative collaterali organizzate nel corso dell’anno dall’Associazione Accademia degli affaticati- Tropea o da altre organizzazioni con l’appoggio
dell’Associazione Accademia degli affaticati- Tropea;
b) una Giuria popolare, composta da un giurato per ogni Comune designato dai Sindaci di 409 Comuni della Calabria, 25 persone di estrazione diversa a cui si aggiungeranno di diritto, gli altri 16 soci fondatori dell’Accademia degli affaticati. Per un totale di 450 componenti.
Continua
Premio Letterario Città di Tropea “Una regione per leggere”
Storia di una vecchia foto
(S. Libertino) Questa è la storia di una vecchia fotografia. Di un documento prezioso. Di un cimelio. Di un tassello dei tanti che fanno la storia di una comunità, di una città, di un territorio. E' venuta fuori per caso come per caso si conclude nei migliori dei modi la maggior parte delle ricerche di storia patria. Voglio raccontarvela perchè ne vale la pena.
Ogni volta che mi trovo a casa di Micuccio Cortese, mi sento dentro l'anima della memoria storica di Tropea. Si parla, si racconta, ci si interroga, si commenta, si vedono filmati ma anche foto d'archivio che vengono fuori da una vecchia scatola di latta che un tempo custodiva biscotti di buona marca. Si ricostruiscono storie, intrecci, si cerca di riconoscere volti, angoli di un paese ormai cambiato, legati ad eventi passati, remoti, dimenticati. Si ripassano di nuovo ad una ad una quelle foto, come la
volta precedente alla ricerca di cose nuove, stimoli, interessi. Si prendono con mano, si toccano con le dita, si guardano, si riguardano con attenzione, si confrontano tra di loro nel tentativo di scoprire un nome, una piazza, una scritta. E si toccano con mano le emozioni che accompagnano i gesti, la manualità, il piacere di scorrere quei documenti. Ogni volta una ritualità che alla fine si completa riponendo con grande cura le stampe nella custodia metallica che verrà chiusa da Micuccio gelosamente nel
cassetto di un armadio. Quelle foto le abbiamo passate a setaccio decine e decine di volte con gli stessi accorgimenti, la medesima gestualità divenuta ormai abitudine. Finchè una volta accade qualcosa di nuovo.
Continua
A Reggio un convegno su 'Tetramorium: il mondo delle formiche'
(S. Libertino) Giovedì 21 febbraio presso la villetta della Biblioteca Comunale "Pietro De Nava" di Reggio Calabria, alle ore 16,00, si terrà il terzo appuntamento dei "Pomeriggi Culturali" che avrà come tema "tetramorium: il mondo delle formiche".
Brune più o meno scure, con "spalle" larghe e forti terminanti con due spine, testa quadra, mandibole robuste, antenne lunghe e più chiare, la loro appartenenza alle Myrmicinae è dimostrata dai due nodini che si trovano tra il torace e l'addome (le altre sottofamiglie ne hanno solo uno), incedere lento ed elegante. Sono loro le Tetramorium caespitum: sono senza dubbio le formiche più diffuse e conosciute nelle città italiane, regine dei nostri marciapiedi e spesso ospiti indesiderate dei nostri appartamenti.
Ma la medesima manifestazione culturale sarà SOPRATUTTO un ricordo affettuoso del professore Ezio Sgrò, docente del Liceo Classico "Tommaso Campanella" di Reggio Calabria e nel contempo un auspicio rivolto alla "Cultura scientifica" della nostra città, affinchè non venga disperso il patrimonio culturale, umanistico e scientifico che il professore Ezio Sgrò ci ha lasciato.
Questo ed altro si parlerà nel corso della manifestazione organizzata dal Circolo Culturale L’Agorà in collaborazione con il Comune di Reggio Calabria, la Biblioteca Comunale “Pietro De Nava” ed i laboratori di ricerca del sodalizio reggino, tali gruppo di ricerca Mnemos, centro studi “Gioacchino e Napoleone” e Centro Studi italo-ungherese “Árpàd” .
Circolo Culturale L'Agorà
Ricordo di Ezio Sgrò
La Processione di San Giuseppe in una vecchia foto degli anni Sessanta di una Tropea Sparita, recuperata solo lo scorso anno (Archivio S. Angiò)
Da Carnevale a Pasqua: un
percorso di tradizioni e di valori (S. Libertino) Dopo aver da poco abbandonato le atmosfere natalizie, i bagordi di fine anno e le follie carnascialesche, ci troviamo ormai in pieno 2008 verso la Fiera dell'Annunziata, le Festività di San Giuseppe, della Madonna di Romania, della Settimana Santa, della Santa Pasqua. Un percorso di tradizioni popolari tropeane che fu oggetto di ricerca da parte di Giuseppe Chiapparo (1894 - 1963), che nel
1957 ha pubblicato sul tema un prezioso saggio "Da Carnevale a Pasqua in Tropea" nella Rivista 'Folklore della Calabria' .
In questo percorso l'etnologo tropeano, noto per essersi fermato più volte nelle biblioteche di Napoli oltre l'orario di chiusura fino al mattino successivo per terminare compiutamente le ricerche avviate, ci prende per mano e ci accompagna in un mondo bello, genuino, pieno di valori, raccontandoci e facendoci conoscere le usanze di un paese in parte sparito, quasi a voler suggerire che se avessimo conservato intatte quelle radici e investito su quella cultura popolare avremmo potuto oggi raccogliere migliori profitti etici,
educativi per le nuove generazioni e sicuramente turistici per una maggiore risorsa commerciale e lavorativa nel cuore invernale. Un saggio che vale la pena di rileggere ed additare ai giovani d'oggi e - perchè no? - ai responsabili delle istituzioni locali alla cultura.
'Da Carnevale a Pasqua' di Giuseppe Chiapparo
Stanotte all'1.42 l'eclissi di luna in diretta
(S. Libertino) Ad appena un anno dall’ultima, stanotte si verificherà l’evento astronomico più favorevole del 2008: l’eclisse totale della Luna. Il "tramonto", che partirà all’1:42, avrà un’estenzione di circa cinque ore, ma la famosa Luna rossa, ovvero l’apice dell’evento, sarà visibile solo a partire dalle 4. Un evento davvero da non perdere, anche perchè non accadrà più fino al 2015.
La protagonista del grande evento di stanotte sarà la Luna piena che, lentamentente, verrà "inghiottita" dall’ombra terrestre fino a risultare totalmente rossa (in foto le sei fasi dell’eclisse). L’eclissi lunare è un fenomeno che si verifica quando l’ombra della Terra oscura la Luna. Tutto ciò accade quando nell’universo si incrociano le traiettorie di Sole, Terra e Luna che si ritrovano tutti e tre allineati in quest’ordine. Le eclissi lunari si differenziano fra loro in base al cono d’ombra che la terra esercità sulla
Luna, dipendente della precisa posizione del nostro pianeta rispetto all’inclinazione dei raggio solari. Quella alla quale potremo assistere stasera, è una esclisse totale in cui l’ombra della Terra occulta completamente la Luna poichè il suo cono d’ombra è maggiore rispetto a quello della luce riflesso sul nostro satellite.
In attesa del collegamento con l'osservatorio di Pedara(CT) per l'eclisse totale di Luna.
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