. . . perchè Tropea è Tropea . . .

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A San Giuseppe è Festa... però al primo maggio!



La locandina del 2007 che ha riportato a nuova vita la Festa di San Giuseppe
con il particolare di una vecchia foto della processione (Archivio S. Angiò)


(S. Libertino) Nella tradizione popolare, San Giuseppe, sposo della Vergine Maria, è il santo protettore dei poveri e dei derelitti, poiché i più indifesi hanno diritto al più potente dei Santi. In questo giorno, si ricorda la sacra coppia di giovani sposi, in un paese straniero ed in attesa del loro Bambino, che si videro rifiutata alla richiesta di un riparo per il parto. Questo atto, che viola due sacri sentimenti: l'ospitalità e l'amore familiare, viene ricordato in molte regioni con l'allestimento di un banchetto speciale. Così in alcuni paesi della Sicilia, il 19 marzo di ogni anno, si usava invitare i poveri al banchetto di san Giuseppe. In questa occasione, un sacerdote benediva la tavola, ed i poveri erano serviti dal padrone di casa.
Oltre a proteggere i poveri e le ragazze, San Giuseppe, in virtù della sua professione, è anche il protettore dei falegnami, che da sempre sono i principali promotori della sua festa. La festa del 19 marzo è anche associata a due manifestazioni specifiche, che si ritrovano un po' in tutte le regioni d'Italia: i falò e le zeppole.
Poiché la celebrazione di san Giuseppe coincide con la fine dell'inverno, si è sovrapposta ai riti di purificazione agraria, effettuati nel passato pagano. In quest'occasione, infatti, si bruciano i residui del raccolto sui campi, ed enormi cataste di legna vengono accese ai margini delle piazze. Quando il fuoco sta per spegnersi, alcuni li scavalcano con grandi salti, e le vecchiette, mentre filano, intonano inni per San Giuseppe.
Questi riti sono accompagnati dalla preparazione delle zeppole, le famose frittelle, che pur variando nella ricetta da regione a regione, sono il piatto tipico di questa festa. A Roma la preparazione delle zeppole, affiancate dai bignè di san Giuseppe, ha un fervore particolare.
Nel passato, ad ogni angolo di strada era possibile trovare un banco di frittelle, e tutta la città era addobbata da decorazioni festive.
Quest'anno, come l'anno scorso, anche Tropea finalmente, dopo l'imperdonabile pausa durata lunghissimi anni, festeggerà il Santo il cui nome è stato imposto alla massima parte dei suoi abitanti, sia uomini sia donne. Non mancherà nè la processione nè la rappresentazione della mensa, richiamata in precedenza, che a Tropea è molto consolidata nella tradizione popolare, alla quale prenderanno parte tre poveri, un vecchio, una donna ed un bambino, simboleggianti la Sacra Famiglia. Essa si terrà - come ai vecchi tempi - a mezzogiorno sul ballatoio dell'entrata secondaria della chiesa di Santa Caterina, che si trova affiancata a quella dedicata a San Giuseppe.
Però i tropeani lo festeggeranno il primo maggio, poichè la festa liturgica, il 19 marzo, è caduta in piena quaresima. Durante i festeggiamenti per gli artigiani il piatto di rito è la pasta coi ceci, oltre le tradizionali zeppole e le frittelle di 'ninnata' (neonata di pesce).
Bravissimo il Comitato organizzatore presieduto ancora una volta da Sandro Cortese!
Allora tantissimi auguri a Giuseppa, Giuseppina, Pina, Pinuccia, Peppina, Peppinea, Pinicea, Peppa, Peppuzza, Peppinuzza, Nuccia, Nuzza, Nuzzicea, Cea, Giuseppe, Pino, Pinuccio, Peppe, Peppi, Peppino, Peppineo, Peppiceu, Piniceu, Peppuzzu, Peppinuzzu, Nuccio, Nuzzu, Nuzziceo, Ceo!!!...

(apr. 2008)

Guarda il discorso di Gianfranco Fini, nuovo Presidente della Camera dei Deputati





Guarda il discorso di Gianfranco Fini, nuovo Presidente della Camera dei Deputati

(apr. 2008)

San Giorgio d’oro 2008. Reggio premia i suoi cittadini
La sala consiliare di Reggio C. in occasione del premio San Giorgio d'oro 2008 (A. Aprile) Una sala gremita ha fatto da contorno alla consegna del “San Giorgio d’oro”, il Premio riservato a personalità di spicco che si sono contraddistinte per il loro lavoro in favore del territorio. Padrone di casa, il sindaco di Reggio, Giuseppe Scopelliti, che, assieme al presidente del Consiglio comunale Aurelio Chizzoniti e al consigliere Giuseppe Agliano, presidente del comitato per le celebrazioni, ha fatto da cerimoniere per la consegna dei riconoscimenti. Presente pure il prefetto Francesco Musolino, che ha avuto parole di elogio per l’evento che lega la città al suo patrono. C’è da dire, comunque, che il salone dei Lampadari del palazzo comunale, pur nella sua bellezza, è diventato un contenitore troppo piccolo per questo appuntamento.
Giunge a proposito, quindi, la promessa del sindaco per la prossima edizione di un “trasferimento” della cerimonia nel più capiente e confortevole Teatro Cilea. Lungo l’elenco dei premiati: Fabrizio Capua, amministratore delegato della Socib s.p.a. e presidente nazionale dell’Assobibe («per aver contribuito allo sviluppo industriale cittadino»); Sebastiano Ciccarello già Preside della facoltà Giurisprudenza dell’Università Mediterranea («per aver promosso e reso possibile la costituzione della facoltà favorendo la presenza di studiosi di fama internazionale»); Francesco D’Agostino, Segretario e Direttore generale del Comune di Reggio Calabria («per le capacità dimostrate nei suoi quaranta anni di carriera»); Antonio Fiano già Comandante del Comando Provinciale di Carabinieri di Reggio Calabria (per il servizio reso ai cittadini nella prevenzione del crimine); Mario Pangallo, Cappellano di Sua Santità Papa Benedetto XVI («per aver sempre appoggiato le cause reggine»); Provvidenza Sant’Ambrogio, figura storica del basket reggino («una bandiera per uno sport inteso anche come educazione e formazione per i giovani»); Pasquale Spinelli, oncologo presso l’Istituto Nazionale Tumori di Milano, già premiato nella città lombarda con l’Ambrogino d’oro («per la dedizione alla cura dei malati»); Lorenzo e Virgilio Suraci, fratelli editori del network radiofonico nazionale RTL. A questo proposito, Scopelliti ha annunciato che anche per l’estate in arrivo è prevista la presenza dell’emittente radiofonica che non solo trasmetterà sulle sue frequenze radio in diretta dall’Arena dello Stretto, ma affiancherà ai suoni anche le immagini, con una diretta video, «un modo per diffondere l’immagine di Reggio in tutta Italia e far conoscere la sua bellezza», ha detto orgoglioso il primo cittadino. Particolarmente significativa la presenza del sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, uno degli amministratori più apprezzati d’Italia, cui è stato dato il San Giorgio d’oro per «aver riservato ai calabresi un’attenzione particolare, valorizzando l’impegno dei migliori e promuovendo iniziative concrete nei confronti dei più bisognosi».
Torino, si sa, è una delle città “più calabresi” d’Italia e uno degli aspetti che caratterizzano il premio è anche quello di rinsaldare i legami pure con i reggini che sono andati in altre città a vivere e lavorare e con chi ha consentito loro di potersi esprimere al meglio. A testimonianza di questa peculiarità e del profondo legame che unisce Torino con Reggio e il Piemonte con la Calabria, Chiamparino è sceso a Reggio accompagnato dal suo segretario generale Adolfo Repice, calabrese doc, originario di Tropea. A questo proposito, Chiamparino ha raccontato un curioso aneddoto, su come è nato il rapporto di lavoro con Repice, unico, tra i tanti che avevano risposto ad un bando pubblico per la scelta di un segretario, a non essere “segnalato” e primo per i requisiti: «ho ricevuto tantissime raccomandazioni per altre persone - ha detto - Alla fine è stato assunto lui che era l’unico a non essere stato raccomandato». Un bellissimo esempio di buona amministrazione.

(apr. 2008)

Difettto di notifica, scarcerati tre estorsori
(Telereggio) Tre persone, una delle quali considerate un elemento di spicco della criminalita' organizzata lametina, arrestate il 20 aprile dello scorso anno per estorsione ai danni di un imprenditore, sono state scarcerate la settimana scorsa per decorrenza dei termini della carcerazione preventiva per un difetto di notifica. La richiesta di rinvio a giudizio, infatti, è stata notificata ad alcuni avvocati omonimi dei legali dei tre indagati motivo per il quale il Gip non ha potuto che chiedere una nuova richiesta. Ciò, come scrive oggi il Corriere della sera, ha provocato la scarcerazione dei tre. Nella vicenda è intervenuto poi il prefetto di Catanzaro, Salvatore Montanaro che ha disposto nei confronti dei tre, Pasquale Giampà, di 44 anni, Vincenzo Giampà (38) e Angelo Torcasio (25), l'obbligo di firma quotidiana a Napoli, Tropea e Cosenza, allo scopo di allontanarli da Lamezia.
Pasquale Giampà, in particolare, secondo gli investigatori é l'attuale reggente nonché cugino del capo storico del clan Francesco Giampà, detto "il professore", già in carcere con una condanna all'ergastolo per omicidio. Le indagini, condotte dalla polizia, avevano fatto luce su una pressante attività estorsiva nei confronti di un imprenditore vibonese residente a Lamezia Terme dove ha sede la sua ditta, in una zona della città ad alta densità di fabbriche e di attività commerciali.

(mag. 2008)

E' d'origine tropeana il pittore Rudi Cotroneo, giovane rivelazione viennese



Uno scorcio del Corallone, dipinto dall'artista Rudi Cotroneo in esposizione a Vienna


(S. Libertino) Non è la prima volta che Rudi Cotroneo espone le sue opere. Nonostante la giovanissima età, sono già quattro volte che si propone in pubblico negli ultimi due anni a Vienna, dove risiede dal 1997. Tre anni fa aveva organizzato una piccola mostra a Londra, che si era rivelata un vero successo. Il giovane artista, figlio dello storico e scrittore tropeano Antonio Cotroneo, è nato a Milano nel 1982. Ha trascorso l'infanzia a Tropea dove ha frequentato le prime scuole, successivamente per un anno ha studiato pittura a Londra al 'Chelsea College of Fine Art', arte che continua a coltivare con Il pittore Rudi Cotroneoprofitto a Vienna presso l'Università 'Angewandte Kunst'.
Le immagini della mostra di cui disponiamo, in corso di svolgimento a Vienna, sono intriganti interfacciandosi facilmente con una serie di sensazioni piacevoli, a volte struggenti, in cui si tocca con mano l'attaccamento affettivo di Rudi a Tropea. Non potevano per un 'burghitano' mancare quali oggetto del suo ricordo e poi dell'ispirazione artistica il 'Corallone', lo scoglio di Santa Maria dell'Isola con una fetta del Mare Piccolo azzurrissimo, e la Sacra Famiglia venerata dai fedeli sul sagrato della Chiesetta in occasione della Festa del 15 agosto. Tutti temi cari ai tropeani, in particolare a quelli che si trovano per varie ragioni lontani dalla propria Terra.
"Ho avuto una bellissima infanzia a Tropea - spiega Rudi - che mi ha formato molto, a Tropea ho tanti zii e la nonna da cui ho sempre trascorso tutte le mie vacanze estive, spesso ci sono venuto anche d´inverno. Tropea non è solo un ricordo ma ancora oggi costituisce parte importante della mia vita. Anch'io, come mio padre sono stato preso dalla nostalgia e il fatto di stare lontano da Tropea, cui sono rimasto molto affezionato, mi spinge ad interessarmi sempre di piu delle mie radici, perciò quest´anno mi sono deciso di fare una serie di quadri su Tropea, il paese da dove provengo e dove sono cresciuto. In mostra ho Uno scorcio della mostra viennese dell'artista Rudi Cotroneo esposto tre quadri, tutti su Tropea. Adesso sto continuando questo progetto e sto lavorando su nuovi quadri (180x135cm) sempre su Tropea per la prossima mostra, in programma verso fine giugno, a Vienna. Attualmente, espongo assieme a un gruppo di artisti che vengono dai paesi più disparati (un giapponese, una koreana, un'australiana). Il tema della mostra è la 'casa' cioè patria, provenienza!"
Rudi è molto amareggiato per non essere stato a Tropea in occasione della festa del 'Tre della Croce' di quest'anno. "Sarebbe stato molto interessante per me - dice - dipingere dal vivo qualcosa della festa più antica di Tropea, che si svolge nella Calata dei Forgiari dove sono vissuto a casa di nonna Rosina. Magari lo potrò fare il prossimo anno.".
Quando gli chiediamo qualcosa sulla tecnica impiegata, sui soggeti di ispirazione e se sarà prevista una sua personale a Tropea, Rudi risponde "Mi è sempre piaciuto disegnare fin da piccolo. Ho iniziato diverse cose che però ho sempre tralasciato per potermi dedicare completamente all´arte. Di solito dipingo quasi esclusivamente con colori ad olio, però mi interessano altre tecniche come ad esempio la litografia con cui ho iniziato quest'anno. I miei soggetti preferiti sono la natura e tutto ciò che mi circonda. Una mostra personale a Tropea mi piacerebbe molto farla; occorrerà organizzarla bene, pensando al trasporto delle tele e allo spazio adatto all'esposizione.".
L'ultima domanda a Rudi Cotroneo che salutiamo affettuosamente complimentandoci per il successo che sta ottenendo e augurandogli un avvenire artistico pieno di soddisfazione: Quale sarà il tuo futuro di artista? Dove vorrai arrivare? Risponde: "Quello che mi è importante è "l'oggi". "Il domani", quello che sarà in futuro, si vedrà.".

(mag. 2008)

L'abate di Montecassino visita Tropea



Dom Pietro Vittorelli, nuovo abate di Montecassino e l'abbraccio dell'abate con Mons. Luigi Renzo Vescovo
della Diocesi di Mileto - Nicotera - Tropea in occasione del suo recente insediamento a Montecassino


(S. Libertino) Lunedì prossimo 12 maggio il nuovo Abate di Montecassino sarà in visita a Tropea.
Dom Pietro Vittorelli, dal 17 novembre scorso 191° successore di San Benedetto alla cattedra cassinese, giungerà a Tropea in tarda mattinata per effettuare una ricognizione nella chiesa di Santa Maria del'Isola, di sua giurisdizione, e incontrare il sindaco della città per fare il punto sullo stato dell'appalto dei lavori di consolidamento dello scoglio dell'Isola e di restauro della chiesa che il comune avrebbe dovuto avviare già da tempo con il finanziamento stanziato dal ministro delle finanze Tremonti fin dal luglio 2003.
In serata, alle 19.00, presiederà in Cattedrale una solenne liturgia eucaristica nella quale concelebrerà anche il Vescovo della Diocesi Mons. Luigi Renzo il quale ha offerto a Dom Pietro la disponibilità del duomo della città per la celebrazione della Santa Messa, data l'impossibilità per il padre abate di poter celebrare la presa di possesso della chiesa dell'Isola a causa della chiusura cui è sottoposta da qualche anno in attesa dei lavori.
La visita dell'abate Vittorelli a Tropea, già da egli stesso annunciata nei primi mesi del suo mandato abbaziale, conclude il giro di ricognizione nelle chiese di sua giurisdizione ubicate fuori dal territorio diocesano. Oltre alla piccola chiesa tropeana il monastero cassinese possiede infatti da secoli anche L'Abazia di San Vincenzo al Volturno e quella di San Liberatore alla Maiella delle quali l'abate porta anche i titoli.
Nella concattedrale l'abate di Montecassino sosterà anche in preghiera alla tomba di monsignor Luigi Vaccari, amatissimo e indimenticato vescovo coadiutore di Tropea tra il 1872 e il 1889 per mano del quale il 9 settembre 1877 si svolse l'incoronazione della Vergine di Romania nella medesima concattedrale. Monsignor Vaccari era infatti un monaco benedettino cassinese poi eletto abate della basilica di San Paolo fuori le mura a Roma e quindi ordinato vescovo e inviato a Tropea come coadiutore di Mons. De Simone che per motivi di salute era in quel frangente impossibilitato a risiedere in diocesi.
La celebrazione eucaristica di giorno 12, non potendosi effettuare all'Isola in questo che per tradizione è il mese mariano, si inserisce così nel "mese di maggio" della concattedrale ed il padre abate si unirà ai tropeani in preghiera davanti alla venerata icona della Vergine di Romania. Alla messa sarà presente anche il sindaco della città Antonio Euticchio.
Nella mattinata del 13 maggio, prima di far rientro a Montecassino, l'abate Vittorelli sarà ricevuto dal Governatore della Regione Calabria Agazio Loiero.

ARGOMENTO CORRELATO

L'insediamento di Dom Pietro Vittorelli a Montecassino

(mag. 2008)

Mara Carfagna. Ecco le foto del neo ministro scattate a Tropea, tra cipolle rosse, mare e tanta gente, quando era una valletta televisiva



Due immagini di Mara Carfagna durante le riprese a Tropea della trasmissione televisiva 'Il sabato del villaggio'

(F. Vallone) Dopo le insistenti voci di questi giorni, dopo i vari si, i no, i ma, i forse, adesso è ufficiale Mara Carfagna passa dall'essere una semplice parlamentare all'essere un ministro della Repubblica Italiana. A lei infatti Silvio Berlusconi, nuovo presidente del Consiglio, ha deciso di affidare il ministero delle Pari Opportunità, che passa cosi dalle mani di Barbara Pollastrini a quelle della bella mora televisiva. Mara Carfagna - all'anagrafe Maria Rosaria Carfagna è nata a Salerno il 18 dicembre del 1975, dopo aver studiato recitazione e pianoforte, nel 1997 ha partecipato al concorso di Miss Italia piazzandosi al sesto posto. Dal 2000 al 2006 ha partecipato al programma televisivo "La domenica del villaggio" condotto da Davide Mengacci in qualità di valletta.
Nel 2001 si laurea in giurisprudenza presso l'Università degli studi di Salerno. Nel 2006 ha condotto il programma 'Piazza Grande' insieme a Giancarlo Magalli. Inoltre, ha fatto parte del cast di vari programmi televisivi. Nel 2007 ha partecipato con un cameo alla fortunata serie tv italiana Boris, impersonando il ruolo della cuoca Matilde, lavoro da lei realmente svolto in passato. Nel gennaio 2007 durante la serata di premiazione dei Telegatti, Berlusconi parlando di lei aveva dichiarato "Se non fossi già sposato la sposerei subito". Mara Carfagna ha dichiarato di credere nei valori della famiglia ed ha spiegato, all'intervistatore che gliene chiedeva le ragioni, un suo rifiuto a recitare in un film diretto da Tinto Brass.
In passato, foto che ritraggono la Carfagna parzialmente senza veli sono state però pubblicate sulla rivista 'Maxim', nonché su numerosi siti internet. Ha ricoperto in passato il ruolo di responsabile del movimento delle donne di Forza Italia. Nelle elezioni politiche del 2008 è stata candidata alla Camera dei Deputati al terzo posto della lista del Popolo delle Libertà nel collegio Campania 2, il che ha permesso alla Carfagna di essere eletta deputato per la seconda volta. Dall'8 maggio 2008 è Ministro per le Pari Opportunità, nel Governo Berlusconi.

(mag. 2008)

La Fontana Barone del XVII secolo, la più antica della Città, chiede a gran voce di essere restituita nella veste originaria!



La Fontana Barone del 1656 affrescata di recente da anonimo artista di due colori sgargianti

(S. Libertino) E' piacevole svegliarsi la mattina e cominciare bene la giornata avvolti da un nugolo di colori che ti rilassano l'animo: l'azzurro del cielo, l'asciugamani colorato come le maglie della squadra del cuore, il giallo della torta di mele che stiamo per addentare a colazione, l'oro di un raggio di sole che lambisce un bel mazzo di rosse rosse.... E' un piacere infinito se il contatto con questi colori si ripete e continua nei vari momenti della giornata al mercato della frutta e dei fiori o passando davanti ad un manifesto patinato di una bella fanciulla che porge garbatamente un consiglio per gli acquisti.
Fontana Barone. Lo stemma nobiliare della Famiglia E' un guaio serio invece se il colore richiama l'appartenenza alla squadra o al partito avversario o ad un blasone antipatico o appare decisamente stonato da colpire direttamente allo stomaco come quello che di recente avvolge un'antica fontana del XVII secolo, quella dei Barone, alimentando uno sdegno e una rabbia che cercano di non andare più via dalla mente per il resto della giornata di chi vi passa davanti. Non sappiamo chi sia l'autore dell'artistico (secondo lui) affresco che deturpa orribilmente - senza alcun motivo apparente - la più antica fontana tropeana. Sarebbe ora che il Comune intervenga cancellando definitivamente quei due colori pastello giallo e grigio che da nostre ricerche potrebbero risalire solo all'emblema del ducato di Piacenza e Guastalla. Sarebbe ora che l'assessore deputato ai beni culturali restituisca alla Città la Fontana nella veste originaria!
Delle fontane tropeane così si esprimeva Alessandro Pelliccia, l'Impaciiato dell'Accademia degli Affaticati, nella sua opera 'Statistica delle acque fluenti nel territorio circondariale di Tropea' del 1836 "L'istesso fonte di Sant'Agase fornisce l'acqua potabile ad altre sei fontane esistenti nel perimetro di detta città e de' suoi sobborghi, e sono, quella della piazza del Vescovado, l'altra della piazzetta di rimpetto il palazzo di D. Gaetano Barone, una terza fuori porta nuova, una quarta fuori porta vaticano, una quinta sulla strada dell'Annunciata a fronte il muro del giardino del signor D. Francesco Fazzari; ed una sesta finalmente all'estremità dello stradone fuori porta nuova, fatta costruire da S. E. il signor marchese D. Vito Nunziante, Tenente generale Ministro Segretario di Stato allorchè Commissario del Re coll'alterego reggeva le tre Calabrie.".
Fontana Barone. La veduta d'assieme dei componenti di travertino lavoratoIn illo tempore le fontane pubbliche rendevano alla popolazione un servizio essenziale di sostentamento e d'igiene. Allora le case non erano dotate di acqua corrente ed era un enorme beneficio per la comunità di un paese avere a disposizione nel proprio quartiere, magari nei pressi della propria abitazione, una fontana da cui poter attingere attraverso barili e bombole di vario genere l'acqua necessaria per l'attività quotidiana familiare.
Per la città di Tropea la sorgente di Sant'Agase (Sant'Agata) alimentava la massima parte delle fontane tra cui quella costruita dai Barone proprio di rimpetto al portone d'accesso al Palazzo di famiglia in via del Monte, a due passi di Piazza Duomo, nel cuore del reticolo delle 'vinee' (vicoli) del Centro Storico. Un vero monumento cittadino, con tanto di stemma nobiliare della Famiglia che l'ha voluta costruire nel 1656 ricorrendo all'arte dei migliori scalpellini delle Serre, che all'epoca la facevano da padroni per addomesticare il migliore travertino dei portali dei palazzi nobiliari.
Piano piano, col tempo, il benessere oltrepassò quei portali insediandosi nelle stanze dei palazzi portandovi finalmente l'acqua corrente potabile. Le fontane pubbliche accusarono il colpo ma si difesero strenuamente per lungo tempo alimentando le esigenze della povera gente che viveva nei bassi, non disdegnando di dissetare anche gli animali da soma che lavoravano giornalmente per le strade della città. Ma quando nei tempi recenti anche quei bassi furono dotati di acqua corrente, allora l'attività delle fontane sparse nei quartieri subirono l'indifferenza dei cittadini. Molte furono chiuse in momenti diversi, e per esse cessò definitivamente l'alimentazione dell'acquedotto cittadino.
Anche il suono dell'acqua fluente della Fontana Barone cessò, ma contrariamente alla brutta fine di qualche altra che sparì dalla circolazione, la sua armoniosa struttura fa oggi bella mostra fornendo, dopo secoli, alla cittadinanza un servizio di piacere artistico culturale e ai turisti, che si avventurano nei vicoli e nei piccoli slarghi del centro storico, una piacevole testimonianza di un tempo che fu.
Occorre ora unire tutti gli sforzi possibili di far sparire la bruttura che imbratta una fulgida traccia del passato con l'auspicio che essa possa continuare, così graziosa, elegante e bella a vedersi, ad infondere al nostro animo una piacevole sensazione rassicurante.

(mag. 2008)

Un'opera enciclopedica sul Poro e su Capo Vaticano di Luigi Cotroneo. 'Il Poro e la Costa degli Dei. L'ambiente, la natura, l'uomo'



L'autore Luigi Cotroneo e la locandina del libro

(S. Libertino) Realizzata con un lavoro di oltre venti anni con eccezionali immagini riprese da terra, dal cielo e dal mare.
656 pagine di grande formato
1400 tra fotografie e disegni, a colori e in bianco e nero,
150 cartine topografiche, euro 70,00.
La consultazione di questo volume, grazie alle 1400 foto presenti, consente al lettore di fare “a tavolino” una interessante “escursione guidata” alla scoperta di un territorio ricco di arte, cultura, tradizioni popolari e di tanto paesaggio spesso poco conosciuto.
Questo libro permette quindi di far visitare e conoscere il promontorio del Poro e la Costa degli Dei da Nicotera a Pizzo Calabro e l’area più interna del Capo, con Vibo Valentia, fino alla valle del Mesima. Vengono descritte e fotografate le caratteristiche e le peculiarità di questa ampia zona sia dal punto di vista fisico che ambientale; aspetti poco conosciuti delle realtà geo-paleontologiche o archeologiche di cui questo territorio è ricco, entrando anche all’interno dei borghi antichi dei paesi o visitando i ruderi di quelli scomparsi, dove il tempo sembra essersi fermato al momento del loro abbandono. E che dire poi dell’architettura rurale con le sue casette in breste sparse nelle campagne, ma inserite in maniera perfetta nel contesto del paesaggio agreste tipico del Poro. Ampio spazio è stato dedicato ai ventisei comuni compresi nell’area studiata, descrivendoli nelle loro linee essenziali. È stato riservato poi uno sguardo all’architettura del paesaggio rurale con l’agricoltura che modella e cesella il terreno, che con le sue tipiche colture ci regala tante specialità uniche come la cipolla “rossa” o la patata, dalle quali poi derivano le numerosissime specialità gastronomiche e culinarie presenti soprattutto nelle sagre popolari estive di cui l’area è ricchissima.
La costa, vista e fotografata dal mare e dal cielo, con Tropea e la “superba scogliera” di Capo Vaticano concludono il viaggio.

Luigi Cotroneo
'Il Poro e la Costa degli Dei
L'ambiente, la natura, l'uomo'
Laruffa Editore, Reggio Calabria, 2008
Euro 70,00
C/o La Libreria di Caterina De Maria Piazza Duomo, Tropea

(mag. 2008)

Da un paio di settimane una giaculatoria (di destra) martella i telefonini




(S. Libertino) Giuseppe B., bambino di destra, durante la campagna elettorale per le recenti elezioni governative e amministrative ha fatto la sua parte recitando ogni sera a mani giunte prima di addomentarsi una giaculatoria rivolta a Gesù Bambino.
Dopo le elezioni il testo della preghierina intanto è divenuto cult e attraverso SMS è ormai un 'passa parola' martellante su migliaia di telefonini. Eccolo:

O Gesù dagli occhi buoni
Fa tornare Berlusconi
E se puoi alzando il dito
Fai tornare anche Benito.

O Gesù dagli occhi tristi
Fai sparire i comunisti,
Se risolvi sto' problema
Fa sparire anche D'Alema.

Canteremo le tue lodi
Se schiattasse pure Prodi
E se sparisse Bertinotti...
Una festa con i botti.

Tu col cuore sempre aperto
Fa svanire Diliberto
E con gli angeli tuoi belli
Porta in cielo anche Rutelli.

O mio caro buon Gesù
Non farli nascere mai più.

(mag. 2008)

Comunicazione di servizio agli Amici di Tropea. 'Sulla spiaggia del San Leonardo gli ombrelloni sono aperti!'



La spiaggia del San Leonardo vista il 15 maggio dall'Affaccio 'Raf Vallone'

(S. Libertino) A Tropea l'estate incomincia quando si assaporano intensamente, l'una dopo l'altra, le tiepide giornate di sole, che si fanno ormai sempre più lunghe. Quando l'orologio biologico ti dice che puoi scendere a mare e bagnarti in un'acqua ancora fresca ma decisamente piacevole. Il segnale visibile e inequivocabile di tutto ciò sono i filari di ombrelloni aperti (ne seguiranno altri) che già si vedono al Lido San Leonardo dall'affaccio mozzafiato del Corso principale dedicato all'attore regista Raf Vallone, meta di ogni tropeano per toccare con mano cielo, mare, sole, sabbia, orizzonte, colori, profumo, benessere fisico e dell'anima.
Dopo le prove dei primi temerari che si erano visti dall'alto durante il mese di marzo annacquarsi e poi uscire a stendersi al sole, ora le spiagge, da Rocca alla Grazia, sono più popolate in particolare nei fine settimana, con una notevole componente di visitatori venuti da America, Germania, Svizzera, Austria, Francia, Inghilterra....
E' il momento magico di prove generali che richiama l'attenzione dei titolari dei Ristoranti e Alberghi di ogni tipo e ordine, come anche dei bar, veri salotti di casa, che da tempo hanno aperto i loro ombrelloni nelle piazze e negli slarghi del Centro Storico, o dei negozi con la speranza di una stagione che comincia, molto più proficua di quella dello scorso anno.
L'Amministrazione Comunale è pronta ad accogliere gli Amici di Tropea nel migliore dei modi per una tranquilla permanenza allietando gli ospiti con eventi culturali, serate musicali e percorsi d'arte in una Città, che si distingue per una grande e antica ricchezza pervasa di un mare smeraldo e di un'avvolgente benevola natura, e intrisa di cultura, storia e arte, che vengono da lontano.

(mag. 2008)

Un evento da ricordare. Il riconoscimento delle 'virtù eroiche' del Servo di Dio Don Francesco Mottola (Concattedrale, 28 marzo 2008)



L'immagine di don Francesco Mottola sul loggione dell'Antico Sedile

(+ Luigi Renzo Vescovo) E' con profonda soddisfazione che annuncio alla Comunità Diocesana il provvedimento con cui, lo scorso 17 dicembre 2007, Sua Santità Benedetto XVI ha autorizzato S. Em. il Card. José Saraiva Martins, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, a promulgare il Decreto di riconoscimento delle 'virtù eroiche del Servo di Dio FRANCESCO MOTTOLA'. Nato il 3 gennaio 1901 a Tropea e qui morto il 29 giugno 1969, don Mottola è il fondatore dell'Istituto degli Oblati del S. Cuore (laiche, laici, sacerdoti). Specificò il suo apostolato dedicandosi con particolare cura al servizio della carità a favore dei sofferenti e dei più emarginati: le numerose 'Case di Carità' esistenti in diocesi e fuori ne sono ancora oggi il frutto fecondo. Appena quarantenne, venne colpito da paresi che per ben 27 anni, fino alla morte, lo privò della parola. Il silenzio della lingua, però, non fu il silenzio della vita e del cuore perchè con gli scritti divenne 'predicatore senza parola', facendo del silenzio un itinerario ascetico di perfezione e santità. La sua vita si trasforma in un viaggio dell'anima verso Dio passando progressivamente e per gradi dal silenzio della bocca al silenzio del dono totale di sè fino alla identificazione nel dolore di Cristo. Oggi la Chiesa lo addita alla nostra Venerazione in vista, speriamo, della proclamazione della sua santità.
Con intima gioia, allora, invito tutti a voler manifestare la gratitudine al Signore e al Santo Padre per questo dono alla comunità diocesana, alla Calabria ed alla Chiesa tutta.
Per festeggiare insieme il significativo evento

IL PROSSIMO 28 MARZO, ALLE ORE 1700, NELLA CONCATTEDRALE DI TROPEA TERREMO UNA SOLENNE CONCELEBRAZIONE EUCARISTICA PRESIEDUTA DA SUA EMINENZA IL SIG. CARD. JOSE' SARAIVA MARTINS CON LA PARTECIPAZIONE DEI VESCOVI DELLA CALABRIA.


La particolarissima circostanza sarà preparata nelle Parrocchie dell'intera Diocesi con catechesi appropriate, atte a far conoscere più approfonditamente la vita e le opere del nostro Venerabile Servo di Dio DON FRANCESCO MOTTOLA.
La messa in Web dell'evento
Don Francesco Mottola
Promulgazione Decreto sulle virtù eroiche del Servo di Dio Francesco Mottola

(mag. 2008)

La campagna di Legambiente e Regione Calabria per la tutela e la valorizzazione delle coste calabresi




(Circolo Legambiente Ricadi) Dal 4 al 31 maggio Goletta Verde Calabria, realizzata da Legambiente in collaborazione con l'assessorato alle Politiche ambientali della Regione Calabria, animerà le coste calabresi con l'obiettivo di valorizzare le risorse naturali e culturali, sensibilizzare i cittadini contro l'illegalità dell'ambiente marino e costiero ed educare le nuove generazioni a un rapporto più equilibrato con l'ambiente, attraverso blitz, conferenze stampa, incontri con gli amministratori e le associazioni, attività didattiche e ludiche nelle scuole.
La Goletta "Catholica" sarà a Ricadi, Tropea e Pizzo dal 21 al 26 maggio.
Questo il programma delle iniziative organizzate dal Circolo Legambiente di Ricadi:

Mercoledì 21 maggio
Nel pomeriggio arrivo della Goletta nel porto di Tropea.
Da giovedì 22 a lunedì 26 maggio
La Goletta "Catholica" potrà essere visitata dai ragazzi delle scuole, i quali saranno coinvolti nella comprensione delle problematiche ambientali attraverso attività ludiche e didattiche accuratamente programmate dagli animatori di Legambiente.
Giovedì 22 maggio
Alle ore 17.00, a bordo della Goletta, Legambiente e Co.Re.Pla. (Consorzio Nazionale per il Recupero degli Imballaggi in Plastica) terranno una conferenza stampa congiunta.
Venerdì 23 maggio
Alle ore 18.00, a bordo della Goletta, incontro tra le associazioni venatorie, le associazioni agricole, gli ATC e Legambiente per discutere del rapporto tra caccia e ambiente.
Sabato 24 maggio
Alle ore 9.30, presso la spiaggia "Formicoli" di Santa Domenica di Ricadi, si terrà "Spiagge e Fondali Puliti". Oltre Legambiente Ricadi e Legambiente Vibo Valentia, parteciperanno il Centro di Salute Mentale di Tropea, che ha aderito con i gruppi di Terapia e di AutoMutuoAiuto: "Ancora", "Annarè", "Arcobaleno", "Medea", "Benessere" e l'associazione familiari "Nuova Civiltà"; l'AISM; le scuole medie di Ricadi, Santa Domenica e Francica; il circolo "Auser" di Santa Domenica; la sezione Lega Navale di Tropea. Spiagge e Fondali Puliti, la grande giornata di volontariato in cui migliaia di persone in Italia e in tutto il Mediterraneo si danno appuntamento per liberare le spiagge e i fondali dai rifiuti, sarà l'iniziativa di punta di Legambiente Calabria.
Domenica 25 maggio
Alle ore 10.00, a bordo della Goletta Catholica, incontro con gli amministratori della costa per discutere dell'area marina protetta della "Costa degli Dei".
Da mercoledì 21 a lunedì 26 maggio
In Piazza Roma a Santa Domenica sarà allestito, in collaborazione con Co.Re.Pla., "Il Castello del Riciclo" (unica tappa in Calabria), che rimarrà aperto tutti i giorni dalle ore 8.30 alle ore 18.00 per ricevere le scolaresche (scuole dell'infanzia, elementari e prime medie). Gli incontri avranno la durata di un'ora e saranno ricevuti massimo 25 alunni per turno. Domenica 25 maggio il Castello sarà aperto a tutti i visitatori.

Campagna Goletta Verde

(mag. 2008)

I finalisti della XX° edizione del Premio Letterario Giuseppe Berto




(S. Libertino) E' stata presentata giovedì 22 maggio alle ore 1130 presso l'Hotel Locarno a Roma la cinquina finalista del Premio Letterario Giuseppe Berto, dedicato alle opere prime di narrativa italiana, giunto alla XX edizione.
Francesco Ceccamea con 'Silenzi vietati' (Avagliano), Benedetta Cibrario con 'Rosso vermiglio' (Feltrinelli), Paolo Giordano con 'La solitudine dei numeri primi' (Mondadori), Vincenzo Latronico con 'Ginnastica e rivoluzione' (Bompiani) e Veronica Raimo con 'Il dolore secondo Matteo' (minimum fax) sono i cinque finalisti del Premio, promosso dalle Città di Mogliano Veneto (Tv), paese natale del grande autore, e di Ricadi (Vv), sua terra adottiva, dove il 7 giugno si svolgerà la kermesse di premiazione, secondo la consuetudine di alternanza di sede tra le due città.
E’ questo il risultato a cui è arrivata la Giuria, composta da critici letterari, scrittori e giornalisti, tutte figure di spicco del panorama culturale italiano, quali Giuseppe Lupo (presidente), Mario Baudino, Goffredo Buccini, Andrea Cortellessa, Paolo Fallai, Laura Lepri, Giorgio Pullini, Marcello Staglieno e Gaetano Tumiati, dopo aver esaminato 160 opere prime.
Da quando fu istituito nel 1988, il Berto ha l’obiettivo di incoraggiare gli esordienti, sostenendoli nel lancio della loro opera prima e affiancandoli, se possibile, nel momento più difficile: la progettazione del secondo romanzo.
Nel corso della sua storia, il concorso ha infatti avuto il merito di aver premiato scrittori che in seguito si sono affermati, diventando noti ai più come Luca Doninelli, Sandro Onofri, Francesco Piccolo, Elena Stancanelli e lo stesso Giuseppe Lupo, oggi presidente della Giuria dei Letterati, nonché Hamid Ziarati che, premiato nel 2006, è balzato alle attenzioni delle cronache mediatiche come caso editoriale innovativo per aver scritto, straniero (Ziarati è nato a Teheran nel 1966 e si è trasferito a Torino nel 1981), il suo primo romanzo – Salam maman (Einaudi, 2006) - direttamente in lingua italiana.
E proprio per rafforzare il suo ruolo legato alla valorizzazione di talenti sconosciuti, dopo cinque anni, il Berto è tornato italiano. Decade così, a partire da questa XX edizione, la sezione di narrativa straniera per investire tutto sull’italiana con un premio di ben euro 7500.00, tra i più alti in Italia, e l’introduzione di un riconoscimento economico di euro 2000.00 per i classificati dal 2° al 5° posto.
L’altro obiettivo del concorso letterario è ricordare la figura sempre attuale dello scrittore e dell’uomo Giuseppe Berto di cui, quest’anno, ricorre il 30° Anniversario dalla morte, avvenuta a Roma il 1° novembre 1978, anno in cui fu pubblicato da Mondadori il suo ultimo capolavoro 'La Gloria', rivelatosi allora un autentico successo di pubblico con 6 edizioni in pochi mesi.
Anticonformista, capace di andare sempre alla ricerca della libertà individuale e dei diritti civili, “Bepi” era un intellettuale libero da pregiudizi, da mode e da sottomissioni a consorterie, scuole, gruppi. Conseguì il pieno successo nel 1964 vincendo con 'Il male oscuro' il Viareggio e il Campiello. Un traguardo che si era conquistato da solo, con impaziente determinazione, nei due decenni precedenti. Basti citare 'Il cielo è rosso' del 1947; l’opera letteraria che, insieme a 'Cristo si è fermato a Eboli', meglio disegna l’Italia dell’epoca.
Anche il racconto dei luoghi appartenuti a Berto è un modo per rievocare il grande autore: Mogliano Veneto (Tv), suo paese d’origine; Roma, dove trascorse gran parte della propria vita professionale e artistica, e Capo Vaticano (Vv), la terra adottiva che tanto ha amato. Scrisse Berto della Calabria: «(…) un giorno qualsiasi, in un luogo qualsiasi, quando mi sembra di averlo già definitivamente ammazzato, ecco che quest’amore torna all’improvviso e nel modo più subdolo, cioè, approfittando del fatto che spesso si è stanchi della pioggia o del freddo che dura sei mesi l’anno, e infastiditi di vivere in mezzo a tanta gente e a tanto frastuono. Allora mi basta ricordare il colore del mare, l’aspetto di una terra, il vento di scirocco che proviene dall’Africa, i mandorli che fioriscono a gennaio, una ragazza che raccoglie olive, un contadino vestito di nero, una donna che cammina portandosi un’anfora sulla testa; e subito mi riprende il bisogno di correre giù, dove, si capisce, di nuovo rapidamente mi sazio (…)». Appuntamento quindi in Calabria, a Ricadi (Vv), il 7 giugno 2008, per la proclamazione del vincitore della XX edizione del Premio Letterario Giuseppe Berto opera prima.

Premio Letterario Giuseppe Berto

(mag. 2008)

Tra simboli sacri e cristiani un pescespada nell'opera dell'infiorata di Briatico per ricordare Willy




(F. Vallone) Dopo il grande striscione bianco con la scritta in rosso, "Ciao Willy, tutti gli amici della piazza", dopo la gigantografia esposta in una importante partita di calcio del campionato nazionale di serie A, Briatico continua a ricordare Willy Giuseppe Morello, il giovane pescatore ventiseienne rimasto vittima dell'incidente stradale verificatosi davanti alla scuola elementare di Briatico.
La comunità del paese ha voluto, nel giorno speciale del Corpus Domini, offrire un'opera composta con i petali dei fiori intessuta proprio sul luogo dell'incidente. L'originale grande opera infiorata rappresentava un grande cuore su campo color verde, un calice, simbolo cristiano e un gigantesco pescespada per ricordare il lavoro e la passione del compianto ragazzo briaticese.
Intanto per ricordare Willy ora c'è anche un luogo d'incontro virtuale in un blog all'indirizzo:

http://rossofajettu.blogspot.com/search/label/willy

(mag. 2008)

Ambiente marino – All'Arpacal giornata di studi con gli studenti universitari della Calabria a Vibo e Tropea



L'area portuale di Tropea

(Arpacal/26mag) Gli studenti a Vibo e Tropea hanno potuto conoscere dal vivo tutte le procedure ed i protocolli che l'Agenzia segue nelle attività del monitoraggio marino–costiero. Un momento di approfondimento tecnico-scientifico sul campo, per prendere conoscenza delle attività che l'Arpacal (Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente della Calabria) svolge nel delicato settore del monitoraggio marino costiero.
È stato questo l'obiettivo di una giornata di studi che i tecnici dell'Agenzia ambientale calabrese, guidati dal Direttore del Dipartimento provinciale di Vibo Valentia, dott. Mariano Romeo, hanno tenuto questa mattina, dapprima nella sede dipartimentale vibonese e successivamente nel porto di Tropea, con una delegazione di studenti dell'Università della Calabria.
Non è la prima volta che l'Arpacal ospita gli studenti dell'Unical. Già da diversi anni, infatti, è consolidata la collaborazione con il Dipartimento di Ecologia, ed in particolare con i corsi di «Fanerogame marine e monitoraggio costiero» a cura del prof. Sante Francesco Rende.
Gli studenti, presenti oggi a Vibo e Tropea, hanno potuto conoscere dal vivo tutte le procedure ed i protocolli che l'Arpacal segue nelle attività del monitoraggio marino–costiero, ma anche della balneazione e di alcuni progetti sviluppati a livello nazionale che interessano l'area mare. I tecnici dell'Arpacal hanno illustrato agli studenti anche l'uso delle strumentazioni in possesso, tra cui il Rov, ossia un robot di alta tecnologia dotato di videocamera in grado di scendere a svariate profondità e riprendere in tempo reale lo stato dei fondali marini.
Proprio in riferimento a questa tematica, agli studenti è stata illustrata la partecipazione di Arpacal al progetto nazionale, coordinato dall'Apat, di monitoraggio e sorveglianza delle alghe potenzialmente tossiche nelle coste calabresi.
'Il fenomeno delle fioriture algali – hanno illustrato i tecnici Arpacal agli studenti Unical - sta rivestendo un'importanza sempre più crescente sia per l'impatto sull'ecosistema marino e le sue conseguenze sul turismo e sulle attività produttive, sia per gli effetti sulla salute umana'.

Arpacal

(mag. 2008)

TROPEA ACCOGLIE L'ABATE DI MONTECASSINO
Il saluto del vescovo: "l'amore supera le distanze: Montecassino è qui, noi siamo a Montecassino". I Lavori dell'Isola.





(A. Preiti) E' il primo pomeriggio di lunedì 12 maggio quando il padre abate Pietro Vittorelli giunge nella città tirrenica. La giornata dal clima ormai decisamente primaverile consente di apprezzarne particolarmente la bellezza. La ricognizione nella chiesa di Santa Maria dell'Isola per la presa di possesso canonico e l'incontro con l'Amministrazione Comunale ed il Soprintendente ai Beni Architettonici ed al Paesaggio della Calabria ha luogo poco dopo. Sua eccellenza il Padre Abate, accolto dal rettore del Santuario don Saverio Di Bella, accede allo scoglio dell'Isola, ormai transennato e chiuso al pubblico da qualche anno, e giunto in chiesa, dopo aver sostato in preghiera, recita un atto di affidamento a san Benedetto, prende possesso canonico della chiesa e dall'altare imparte la benedizione verso i quattro punti cardinali. La particolare situazione di chiusura della chiesa per gli ormai da troppo tempo attesi lavori di restauro e consolidamento non ha consentito la celebrazione solenne di questa presa di possesso alla presenza anche dei fedeli e della città. Proprio per questo il padre abate ha voluto che questa fosse l'occasione anche per fare il punto sulla situazione dei lavori che pur finanziati dal ministro Tremonti nel luglio 2003 non sono ancora cominciati.

Continua

(mag. 2008)

La tournée di Bono arriverà in Sudamerica
Samuel Bono (Lamezia Web) Dalla sua stanza si è ritrovato ad affrontare un palco. Così ha iniziato la sua carriera Samuel Bono, cantante ventenne di Tropea. Cavalca la musica pop, ha il look da David Beckam, un futuro da Michele Zarrillo, e si esibirà il 22 giugno nella piazza di Nocera Terinese.
Da qui proseguirà nella tournèe per Italia, Spagna, Portogallo e in autunno in Sudamerica.
Per le prove del concerto ha scelto per qualche settimana un locale della città, il Sensum, dove ha presentato alcuni brani accompagnato da Pino Tafuto, pianista e arrangiatore di Gino Paoli, il catanzarese Saul Pane al basso, alle chitarre i lametini Angelo Pino e Francesco Curcio, e il batterista Antonio Montalto della Piana.
Bono è seguito nella sua carriera da autori di prestigio come Pino D'Angiò. Ha conquistato le copertine di "Cioè" nel 2005, "Bravo"e "Loka" nel 2007, "Super Pop", "Top Music", "Star", e Pliz Magazine quest'anno. I suoi testi sono decisamente sentimentali, come lui li definisce, ma con un ritmo R&B o avvolti in calde atmosfere. Confessa di non aver mai avuto miti e non ha punti di riferimento artistici a cui si è ispirato, ma è molto personale e originale. Ascolta dal jazz al pop al rock e dice che Maraya Carrey e Steve Wonder non gli dispiacciono.
Le sue canzoni parlano di tutto quello succede a un ragazzo della sua età, come in "Colma di no" che potrebbe sembrare un testo pessimista ma in realtà parla della sua afflizione per una ragazza che pronuncia sempre questa negazione e alla fine però, lui le fa capire che la vita va avanti e che dopo di lei ce ne sarà comunque un'altra. La canzone "Se non mi cercherai" è più personale «perché anch'io ho sofferto per amore».
«Nelle scelte di vita e professionali ho sempre deciso da solo», dice, «e i miei genitori m'hanno sempre appoggiato». Portare energia con la musica e le canzoni è il suo obbiettivo. Bono: «Lavoro con entusiasmo perché il pubblico respiri questa forza. Non conosco il mondo dei compromessi, perché l'unica cosa che devo sapere è che dopo due giorni di prove non posso riposare. Ma», conclude stremato, «devo continuare a esibirmi perchè mi piace questo stress».

(mag. 2008)

Provincia: decisa messa in sicurezza rupe
Lungomare interrotto (Asca/29mag) La Provincia di Vibo Valentia si fa carico del grave disagio, determinato dalla chiusura della strada che costeggia la rupe di Tropea - inibita al traffico veicolare da mesi a causa del pericolo di frane - e interviene con fondi propri per mettere in sicurezza la strada comunale. E' quanto ha deciso questa mattina la Giunta provinciale, presieduta da Francesco De Nisi, ratificando il relativo protocollo d'intesa, sottoscritto con il Comune di Tropea, e deliberando un intervento urgente e straordinario che sara' avviato immediatamente e realizzato entro due settimane.
''Sebbene questi lavori esulino dalle competenze specifiche della Provincia - ha spiegato il presidente De Nisi -, abbiamo deciso di intervenire non soltanto in considerazione dei disagi subiti dai residenti, ma anche per evitare un rilevante danno d'immagine per una delle principali localita' turistiche della Calabria, ora che l'estate e' alle porte''.

(mag. 2008)

Presentazione del libro ' Il Poro e la Costa degli Dei' di Luigi Cotroneo




(S. Libertino) Sabato 21 giugno prossimo alle ore 1700 presso il Museo Nazionale Archeologico 'Vito Capialbi' in Vibo Valentia sarà presentato il volume 'Il Poro e la Costa degli Dei' di Luigi Cotroneo, edito da Laruffa Editore.
Introduce e coordina: Prof. Antonio Ricottilli, Direttore di Rete Kalabria TV;
Intervengono:
Dr.ssa Maria Teresa Iannelli, Direttore Museo Archeologico 'Vito Capialbi' Vibo Valentia;
Dr. Francesco Sammarco, Sindaco di Vibo Valentia;
Dr. Enzo Romeo, Assessore alla Cultura Comune di Vibo Valentia;
Ing. Francesco De Nisi, Presidente Provincia di Vibo Valentia;
Prof. Vito Teti, Assessore alla Cultura Provincia di Vibo Valentia;
Dr. Roberto Laruffa, Editore;
Prof. Antonio Bagnato, Docente di Filosofia;
Prof. Giuseppe Carone, Presidente del Gruppo Paleontologico Tropeano;
Dr. Gilberto Floriani, Direttore del Sistema Bibliotecario Vibonese;
Dr. Gaetano Luciano, Presidente di Italia Nostra di Vibo Valentia;
Dr. Francesco Paolillo, Presidente WWF Calabria;
Prof. Girolamo Pungitore, Presidente del Consorzio per lo sviluppo e la promozione della costa tirrenica Tropea;
Conclude: l'Autore Luigi Cotroneo.

Presentazione del volume 'Il Poro e la Costa degli Dei' (.pdf)

(giu. 2008)

Premio Berto - XX Edizione. A Ricadi il 6-7 giugno presentazione della Cinquina e proclamazione del Vincitore. Il programma




(S. Libertino)

Venerdì 6 giugno
Ore 1000 Palazzetto dei Congressi - Ricadi
Proiezione del film 'Il canto dei nuovi emigranti' di Arturo Lavorato e Felice D'Agostino
Interverranno: Francesco Adornato, Rettore Cattedra di Letteratura Italiana Università di Macerata
Franco Tassone, Avvovato

Ore 1900 Hotel La Bussola
Presentazione della Cinquina con gli Autori

Sabato 7 giugno
Ore 1900 Piazza Municipio - Ricadi
Conduce Paolo Arbarello

Ore 1930 Intermezzo Musicale: Maestro Giovanni Viola

Ore 2000 - Premiazione dei finalisti e Proclamazione del vincitore del Premio

Premio Letterario Giuseppe Berto

(giu. 2008)

Convegno 'Rispetto dei Beni Culturali'




(S. Libertino)

Sabato 14 giugno ore 1830
Sala Conferenze del Museo Diocesano - Piazza Duomo Tropea


Saluta Maria Assunta Zuccalà Mazzeo, Presidente FIDAPA Tropea
Introduce e coordina Pasqualino Pandullo, Gioralista RAI
Relazionano sul tema 'Città e Identità' Giuseppe Lonetti, Professore Universitario
e sul tema 'Il Bello' don Ignazio Toraldo di Francia, Direttore della Biblioteca Diocesana
Seguiranno Interventi e dibattito

(giu. 2008)

Violenza sessuale: stupro in treno, passeggeri lo bloccano
(Ansa/4giu) Una ragazza di 20 anni e' stata violentata sull'Intercity Torino-Reggio Calabria. E' accaduto nei pressi della stazione ferroviaria di Pisciotta (Salerno), comune della costa cilentana. La ragazza, calabrese, violentata in uno dei vagoni del treno, ha avuto la forza di richiamare l'attenzione degli altri passeggeri, proprio mentre il violentatore, un quarantaseienne residente a Tropea, gia' noto alle forze dell'ordine per precedenti reati specifici, stava tentando di fuggire dal treno alla stazione di Pisciotta. Bloccato dai passeggeri, l'uomo e' stato quindi consegnato al capotreno. Arrestato dalla Polizia Ferroviaria presso lo scalo di Sapri, all'uomo sono stati anche sequestrati cd e videocassette contenenti materiale pornografico.
Delle indagini si occupa la Procura della Repubblica di Vallo della Lucania, diretta dal Procuratore Alfredo Greco. L'uomo, che dovra' rispondere del reato di violenza sessuale, sara' processato per direttissima.
(giu. 2008)

Paravati, giornalisti consegnano 'Affabulatore d'oro'



La mistica Natuzza Evolo e il giornalista scrittore Lorenzo Del Boca


(Asca) E' completamente artigianale la creazione in oro e argento, scelta dal Sindacato dei Giornalisti della Calabria per incarnare l'Affabulatore d'oro, il premio che verra' consegnato domani, 7 giugno, a Paravati (VV), nella sede della Fondazione Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime.
Frutto dell'estro creativo dei maestri orafi Tripodi di Reggio Calabria, che lo hanno ideato e realizzato in esclusiva per questa prima edizione del Premio, l'Affabulatore d'oro 2008 e' stato assegnato a Natuzza Evolo, la mistica calabrese conosciuta in tutto il mondo per le sue straordinarie doti di ''comunicatrice di Verita''', e a Lorenzo Del Boca, giornalista, scrittore e presidente dell'Ordine nazionale dei Giornalisti.
Tutto cio' nella cerimonia in programma per domani, alle 10.30, nella suggestiva cornice della Fondazione voluta da Natuzza nella sua Paravati. Un evento nell'evento, in realta', che vede la firma del Sindacato dei Giornalisti della Calabria, come ideatore e promotore del Premio, accanto a quella della sezione calabrese dell'Ucsi, che vanta 90 iscritti tra cui 6 vescovi, e nella stessa giornata di sabato si presentera' ufficialmente approvando il proprio statuto.
Illustri i nomi dei relatori invitati dall'Ucsi calabrese (ricostituita nel 2005 su iniziativa di Carlo Parisi e dell'arcivescovo di Cosenza, Salvatore Nunnari) e chiamati a riflettere sul ruolo della stampa cattolica, da cui molti si aspettano, oggi, un impegno ed una presenza ancor piu' capillari.
Dopo i saluti di Carlo Parisi e dei sacerdoti della Fondazione, don Pasquale Barone e padre Michele Cordiano, sul palco si snoderanno, infatti, gli interventi di mons. Luigi Renzo (vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea), mons. Salvatore Nunnari (arcivescovo di Cosenza-Bisignano e presidente dell'Assemblea, di cui Parisi e', invece, segretario) e di don Pippo Curatola (consigliere nazionale dell'Ucsi).

(giu. 2008)

Comune di Tropea: Piano Opere Pubbliche Programmate 2008/2010



Tropea. Il Corso


(S. Libertino) In data 29 aprile 2008 il portale della Regione Calabria ha reso noto il Piano delle Opere Pubbliche Programmate per il triennio 2008-2010 del Comune di Tropea.
Il programma costituisce momento di attuazione degli studi di fattibilità elaborati dal Comune oltre alla identificazione e quantificazione dei bisogni in conformità agli obiettivi assunti come prioritari dall’Amministrazione.
Esso contiene opere pubbliche con vari livelli di progettazione (fattibilità, preliminare, definitiva ed esecutiva oltre ai lavori strumentali al soddisfacimento dei bisogni dell’Amministrazione Comunale) da realizzare con l’impiego di finanziamenti comunitari, statali, regionali e comunali, oltre a quelle opere finanziabili con capitali privati perché suscettibili di gestione economica.

Piano Opere Pubbliche Programmate 2008/2010 del Comune di Tropea

(giu. 2008)

Mare, Guida Blu 2008: solo quattro vele per la Calabria. Tropea conferma tre vele ma si lascia superare da Pizzo e Zambrone
(S. Libertino) Sono dieci le località dove il mare è davvero più blu e potranno sventolare almeno per un anno le 5 vele: Isola del Giglio (Grosseto), Capalbio (Grosseto), Pollica (Salerno), le Cinque Terre (La Spezia), Nardò (Lecce), Castiglion della Pescaia (Grosseto), Domus de Maria (Cagliari), Salina (Messina), Baunei (Nuoro) e Posada (Nuoro). E' un’isola quindi a trionfare, “per l’ottima sostenibilità - sottolinea Legambiente - e la tutela dell’ecosistema terrestre e costiero e per aver prestato particolare attenzione al verde pubblico, alla raccolta differenziata e alla mobilità sostenibile”.
Nella Top Ten la Calabria è fanalino di coda. Occorre arrivare al 20° posto per trovare la prima località, Roccella Jonica, con 4 vele, seguita, sempre con 4 vele al 26° posto da Scilla (unica del Tirreno), al 27° posto da Marina di Gioiosa Jonica e al 38° da Bova Marina. Tutte in provincia di Reggio Calabria.
Si scende poi con tre vele al 60° posto con Badolato (Catanzaro), al 69° con Melito Porto Salvo (RC), al 71° con Cirò (KR), al 79° con Bagnara (RC), all'88° con Pizzo (VV), al 93° Gizzeria (CZ), al 110° con Monasterace (CZ), al 131° con Palmi (RC), al 132° con Montebello Jonico (RC), al 134° con Zambrone (VV), al 136° con Cropani (CZ), e finalmente al 142° con Tropea.
Con due vele al 159° c'è Isola Capo Rizzuto (KR), al 166° Cotro (CS), al 172° Rossano (CS), al 174° Soverato (CZ), al 181° Locri (RC), al 183° Marina di Schiavonea (CS), al 184° Crucoli (KR), al 190° Cirò Marina (KR), al 203° Amendolara (CS), al 215° Longobardi (CS).
E infine con una vela, al 239° Pietrapaola (CS), al 240° Parghelia (VV), al 243° Cittadella del Capo (CS), al 250° Cannitello - Villa San Giovanni (RC), al 253° Roseto Capo Spulico (CS), al 257° Belvedere Marittimo (CS), al 261° Ricadi (VV), al 266° Trebisacce (CS), al 270° Amantea (CS), al 279° Diamante (CS).

La pianificazione delle vele pubblicata dal Corriere della Sera

(giu. 2008)

Vicenzo Latronico si aggiudica il Premio Letterario Giuseppe Berto opera prima con 'Ginnastica e rivoluzione' per Bompiani.
Per la prima volta nella storia del concorso letterario un riconoscimento è andato anche agli altri quattro finalisti Francesco Ceccamea, Benedetta Cibrario, Paolo Giordano e Veronica Raimo

Vincenzo Latronico (Comunicato stampa) E’ il ventitreenne Vincenzo Latronico con il suo Ginnastica e rivoluzione, edito da Bompiani, a vincere la XX edizione del Premio Letterario Giuseppe Berto opera prima, pari a euro 7500,00. Questo è il verdetto a cui è giunta, dopo acceso dibattito, la Giuria dei Letterati composta da Giuseppe Lupo (presidente), Mario Baudino, Goffredo Buccini, Andrea Cortelessa, Paolo Fallai, Laura Lepri, Giorgio Pullini, Marcello Staglieno e Gaetano Tumiati. La vittoria è stata proclamata oggi nel corso della cerimonia ufficiale che si è svolta ieri in piazza del Municipio a Ricadi (Vibo Valentia). Alla premiazione erano presenti Domenico Laria, Sindaco del Comune di Ricadi; Giulia Russo, Assessore al Turismo e agli Affari Sociali del Comune di Ricadi; Raffaele Ricciardi, Vice Commissario Straordinario del Comune di Mogliano Veneto (Treviso) e i giurati.
Ginnastica e rivoluzione narra le disavventure di quattro ventenni che finiscono a Parigi in cerca di un nuovo sessantotto nei giorni immediatamente precedenti il G8 di Genova. I protagonisti sono tutti giovani di belle speranze che, armati di macchina fotografica, intendono immortalare il grande evento. Non tutto, però, va come previsto, incappando in una serie di disavventure, con la polizia, i giornali e le famiglie, che li conducono a un passo dall’appuntamento con la Grande Storia.
La copertina di 'Ginnastica e rivoluzione«Una letteratura decisamente “conoscitiva” la sua, seria nelle motivazioni ma, per fortuna, brillante nei modi - dichiara Laura Lepri, giurato -. Anche il tempo non è raccontato in modo lineare ma apre e chiude parentesi, si sofferma su alcune vite, dilata schegge di esistenza. Così come i personaggi, perduti e ritrovati fra la folla dei giovani europei. Insomma, Ginnastica e rivoluzione è un romanzo ambizioso, con convincenti soluzioni narrative e stilistiche. Un riuscito compromesso fra narrazione tradizionale e sperimentalismo. Anche per questa capacità di mediazione, segno di maturità, la Giuria del Premio Berto ha deciso di assegnargli la vittoria per l’edizione 2008».
A partire da questa edizione, un riconoscimento economico di euro 2000.00 è andato anche agli altri quattro finalisti: Francesco Ceccamea con Silenzi vietati (Avagliano), Benedetta Cibrario con Rosso vermiglio (Feltrinelli), Paolo Giordano con La solitudine dei numeri primi (Mondadori) e Veronica Raimo con Il dolore secondo Matteo (minimum fax).
«Una cinquina giovane, gli autori hanno un’età compresa tra i 23 e i 35 anni, “distillato di ottima annata” - come ha sottolineato il presidente della giuria Giuseppe Lupo - i cui romanzi, incentrati su storie con spunti autobiografici, che narrano il proprio tempo, si caratterizzano per un’ottima capacità di scrittura, superiore alle precedenti edizioni, fresca e di grande leggibilità».

Il Blog di Vincenzo Latronico

(giu. 2008)

A Briatico, dopo quasi vent'anni, il ritorno della solenne festa dell'Immacolata patrona del paese



Domenico Bonaccurso, Antonio Russo con il Cantante Riccardo Fogli durante la festa di Briatico


(F. Vallone) È di nuovo festa grande a Briatico dopo ben diciotto anni di assenza. Una festa in onore della cinquecentesca statua lignea della Vergine Immacolata, patrona del paese, a cui tutta la comunità di Briatico è legata in modo profondo. L'evento, una solenne festa di carattere centenaria, visto i precedenti e il silenzio di questi due decenni, è da ritenersi storico perché, "da oggi - è stato affermato dagli stessi organizzatori - esiste la volontà in paese di lavorare annualmente per far ritornare agli antichi splendori l'antichissima festa dell'Immacolata".
Re RiccardoQuest'anno, grazie alla costituzione di un dinamico comitato operativo pro festa, le cose sono state fatte alla grande. Una festa con la solenne processione, due storici complessi bandistici, quello di Zaccanopoli e quello di Rombiolo, il gruppo delle majorette di Vibo Marina, la grande tradizionale asta degli incanti in piazza con tanto di dolci Pan di Spagna confettati, piante, conigli, formaggio, vino e mille altre offerte.
Poi le continue sfilate, per le strade e nelle piazze, dei giganti processionali Re Riccardo e Anastasia di Felice Napoleone, di Portosalvo, e degli storici giganti Mata e Grifone, di Biagio Famà e Co., di San Leo di Briatico.
Mata e GrifoneEntusiasti e soddisfatti due dei componenti del comitato, Antonio Russo e Domenico Bonaccurso, che hanno presentato gli incanti alla piazza del paese. In serata, per concludere la festa, un grande concerto con il cantante Riccardo Fogli, il ballo purificatore e infuocato del camejuzzo di fuoco e il programma pirotecnico di fuochi artificiali della premiata ditta Colombo.
C'è da aggiungere che la festa si svolgeva anticamente già a Briatico Vecchia e che, agli inizi del Novecento, per organizzare la festa di Briatico dell'Immacolata veniva inviata oltreoceano una lettera stampata in centinaia di copie per "lanciare un'appello, una sottoscrizione e una richiesta di contributo" a tutti gli emigrati briaticesi partiti per lavoro in terre lontane. La nota indirizzata "agli egregi Briaticesi che dimorano nelle Americhe ed ai loro collegionarii" presenta il comitato e i procuratori ed in allegato inviano "fotografie della Immagine della Immacolata per dispensarle a quanti dei nostri compaesani dimorano costà"…. "Vi si avverte che nel giorno della festa nella processione sarà cantata una Litania, per intercedere dalla nostra Venerata Immagine tanti celesti doni per gli emigrati e su delle loro famiglie".

(giu. 2008)

In piazza per gli Europei di calcio
(S. Libertino) Il produttore di pneumatici Continental, sponsor ufficiale dei Campionati europei di calcio, porta nelle piazze di quindici città italiane una struttura dedicata ai tifosi del pallone che permetterà di seguire tutte le fasi del torneo continentale.
L'iniziativa prevede la realizzazione di un'ampia area con una tensostruttura per l'accoglienza degli ospiti e di una zona all'aperto per il pubblico dotata di maxischermo sui cui verranno proiettate le partite e altri programmi d'ìntrattenimento.
Sfidandosi ai calci di rigore si potranno vincere repliche del pallone ufficiale della Uefa. Le città interessate, a rotazione, sono Verona, Bologna, Catania, Torino, Latina, Tropea, Milano, Prato, Napoli, Jesolo, Livorno, Monopoli, San Benedetto del Tronto, Bergamo e Cattolica.

(giu. 2008)

Calabria: a Tropea il progetto comunitario 'City to City'
(Asca) Bruxelles per la Conferenza Finale relativa ai risultati; Tropea per la conclusione tecnica del lungo lavoro: il progetto City to City (Identita' plurali e contesti urbani: nuovi approcci alle politiche migratorie) si conclude domani, giovedi' 12 giugno e dopodomani venerdi' 13, sulle sponde del Tirreno Calabrese.
Reduci dal successo organizzativo e di consuntivo ottenuto presso la sede del Parlamento Europeo, i partners di City to City - Regione Calabria, Veneto Lavoro, Regione Siciliana, Federacion Valenciana de Municipios y Provincias, Centro de Apoyo a' la Inmigracion - Citta' di Valencia, TuTech Innovation GmbH (Amburgo), West Sweden, Cambridgeshire County Council, London Borough of Ealing, Livani District Council (Lettonia), Municipalita' di Turunc (Turchia) - si incontreranno presso il Comune della citta' vibonese per una due giorni che perfezionera' gli aspetti tecnico-finanziari del progetto. In questa sede saranno anche capitalizzati i risultati conseguiti attraverso una proficua cooperazione transfrontaliera che ha consolidato un patrimonio umano e di studi racchiuso nel protocollo d'intesa suggellato a Bruxelles.
A Tropea la Regione Calabria, che del progetto e' stata capofila, sara' rappresentata dal Responsabile Generale di 'City to City' ing. Pasquale Parisi, in quella che segnera' la prima uscita ufficiale dello spagnolo Jose' Antonio Redorat Fresquet nella sua nuova veste di presidente del Network transnazionale appositamente creato nella prospettiva della valorizzazione futura delle esperienza conseguite. Il neo organismo verra' ospitato, su indicazione del sottosegretario agli Affari della Presidenza della Giunta Regionale Vincenzo Falcone, nella sede amministrativa della Calabria a Bruxelles.

MigraNET

(giu. 2008)

Italia - Romania: a Zurigo c'era anche Tropea



Lo storico, scrittore e poeta tropeano Rocco Cotroneo, in esilio a Vienna,
con i figli a Zurigo prima della partita Italia - Romania del 13.06.2008



(A. Cotroneo) L´emozione e' stata grande... i miei figli tropeani mi hanno tirato nella zona dei fans... e' stato bellissimo ma non abbiamo vinto... Un caro saluto a tutti i Tropeani!
Totò Cotroneo

(giu. 2008)

La Calabria e la Rossa di Tropea nella quarta puntata di Linea Blu




(Comunicato stampa) Sabato 28 giugno, alle 14 su Rai Uno, il quarto appuntamento di Lineablu 2008. La costa occidentale della Calabria sarà protagonista della puntata, da Praia a Mare ad Amantea.

Linea Blu - H25 di Riccardo Fiorina

La torre saracena, la città antica, la spiaggia di Acquicella, gli scogli de l’Isca sono alcune delle tappe di Lineablu ad Amantea. I fichi ripieni, la rosamarina, le cipolle di Tropea e i pomodori di Belmonte sono alcune delle più antiche tradizioni gastronomiche che potremo gustare.
Lineablu ci porterà alla scoperta della suggestiva isola di Cirella, dominata da un’antica torre di vedetta e la cittadina di Diamante con il suo mare cristallino e i 200 murales che colorano e rallegrano il centro storico del paese. Da più di 10 anni si trova a Diamante, l'Accademia del Peperoncino che si propone di diffondere una vera e propria cultura della spezia, impareremo come apprezzarne e sfruttarne le qualità e li possibili utilizzi.
Il viaggio di Lineablu proseguirà verso Praia a Mare per seguire il tentativo di record di apnea dinamica trainato da uno scooter subacqueo di Michele Tomasi, il recordman Mondiale di Apnea. L’attuale record è detenuto dallo stesso Tomasi con la misura di 380 metri, realizzati in 3’ e 47” lo scorso anno nel Lago di Caldonazzo, in Trentino.
Con l’ausilio del Dipartimento di Ecologia dell’Università della Calabria, poi, Lineablu esaminerà lo stato di salute della costa calabrese, attraverso lo studio dello spostamento delle praterie sottomarine di Posidonia.
Donatella Bianchi affronterà il delicato tema della mancanza di porti in Calabria, verificando la situazione dell’inaccessibile porto di Campora San Giovanni, a causa dell’insabbiamento nel suo ingresso.
S. Francesco di Paola è il patrono di tutta la Calabria e della gente di mare, sarà Fabrizio Gatta a seguire i festeggiamenti in onore del Santo taumaturgo con la processione a mare, per portare da Cetraro fino a Paola il mantello su cui il Santo avrebbe miracolosamente attraversato lo Stretto di Messina. Il mantello viene scortato da barche e pescherecci e i devoti giungono da ogni parte d’Italia e dall’estero per partecipare alla ricorrenza.
Lo scorso anno è stata deposta nei fondali antistanti Paola una Statua di S. Francesco. La proposta è nata dai ragazzi non vedenti, che frequentano il corso per istruttori subacquei tenuto da Piero Greco; Donatella Bianchi li incontrerà insieme a Don Sergio Locane, il parroco subacqueo che ha benedetto la statua.
Un’inchiesta sulla conoscenza del fabbisogno alimentare della gente del luogo sarà condotta dal Prof. Giorgio Calabrese che questa settimana sarà in Liguria.
Il viaggio di Lineablu proseguirà sempre in Calabria, nell’esplorazione del fondale di Scalea, dove, ad una profondità di 60 metri, giace il relitto del Lillois, un piroscafo francese appartenente alla marina tedesca affondato da un sommergibile inglese nel marzo del 1943.
Infine Lineablu ci porterà nella città delle tartarughe: Brancaleone, sul versante jonico della costa calabra, uno dei siti di nidificazione più regolari e produttivi della specie Caretta Caretta. Qui infatti la spiaggia lunga 50 chilometri e interrotta da piccoli promontori rocciosi crea le condizioni ideali per la deposizione delle tartarughe marine.

Il Portale di Linea Blu

il Film di Linea Blu: Pizzo, Murat, Tartufo, Chiesa di Piedigotta

(giu. 2008)

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Na Posima 'I Ricordi

di Franco Aquilino

Farà tappa a Tropea il 20° Giro d'Italia a vela
(S. Libertino) Partirà da Sistiana, in provincia di Trieste, l'avventura delle imbarcazioni a vela al 20° Giro d'Italia.
Il Girovela avrà la durata di un mese e si terrà lungo un percorso complessivo di oltre 1000 miglia nautiche.
Interesserà 12 località costiere per un totale di 22 tappe valide per la classifica generale. Come in tutte le precedenti edizioni ogni sede di tappa ospiterà, il giorno seguente l'arrivo della flotta, una regata locale, a parte Sistiana che dopo il warm up del 20 giugno, sarà sede di due regate il 21 e 22 giugno. Le altre sedi sono: Marina di Ravenna (25 giugno), Cattolica (27 giugno), Giulianova (29 giugno), Bisceglie (2 luglio), Otranto (5 luglio), Crotone (6 luglio), Tropea (11 luglio), Cetraro (13 luglio), Acciaroli (15 luglio), Castellammare di Stabia 17 (luglio), Ostia (20 luglio).
Il via è dunque a Sistiana e, dopo il warm up di venerdì 20, la prima tappa del Giro di sabato 21 sarà una regata di circa 12 miglia su percorso a bastone.

(giu. 2008)

Hotel Philosophy apre a Tropea il Beach Resort Capovaticano




(S. Libertino) Hotel Philosophy inaugura la stagione estiva con una nuova stuttura, il Beach Resort Capovaticano di Tropea.
Il resort di lusso comprende 118 camere, distribuite nei due corpi della struttura. Il corpo centrale include i servizi principali, bar, ristorante, due sale polifunzionali e palestra. Il gruppo alberghiero, che fattura oltre 20 milioni di euro all'anno, prosegue negli investimenti, e nell'arco di un anno apriranno anche i nuovi City Hotels (strutture con un massimo di 70 camere) a Milano, Roma e Firenze.

Beach Resort Capovaticano

(giu. 2008)

Cinema a pranzo



Il regista, sceneggiatore e giornalista Ugo Gregoretti con Maria Faragò e l'attrice Anna Galiena

(F. Vallone) Agriturismo immerso nel verde tra gli aranci, come in una location, a due passi da Pizzo di Calabria, a due passi dall'Oasi Faunistica dell'Angitola, a due passi da tutto ed è qui, a pranzo, che le culture, il Cinema, gli attori, i registi, quelli grandi del cinema italiano che si possono davvero definire Maestri, si incontrano davanti alle prelibatezze di Calabria.
Dopo l'incontro più tecnico culturale della Tonnara, dopo della presentazione ufficiale della Carta del Cinema Calabrese ecco il momento dove tutti si parlano senza formalità e senza formalismi. L'attrice Anna Galiena è seduta al tavolo con Antonio Masciari, un attore calabrese trapiantato a Torino per tanti anni ed oggi ritornato in regione. Tutti sono accalcati al grande tavolo del buffet dove sono esposti in bellavista, solo per pochissimi minuti, rossi gamberi alla maionese, prosciutti, formaggi, e tanta frutta fresca calabrese. A fare gli onori di casa il presidente del Circolo del Cinema "Lanterna Magica" di Pizzo, Vera Bilotta, che ha dimostrato, come al solito, grande espressività, sensibilità culturale e umana, e di saper operare nell'organizzare l'evento. Tanta bella gente ai tavoli dell'agriturismo, cultori e operatori culturali, esperti del settore e operatori dell'informazione. L'ideazione dell'assessore alla cultura del Comune di Vibo, già presidente della Provincia, Enzo Romeo, denominata "Le Fabbriche della Cultura" è un evento dalla valenza internazionale, come è pure interessante la presentazione della prima Carta del Cinema Calabrese promossa dalla Cineteca Regionale della Calabria, con il suo presidente Eugenio Attanasio e il direttore Giovanni Scarfò.
In giro per i tavoli notiamo la presenza del regista Andrea Frezza, dello sceneggiatore Giorgio Arlorio, di Nino Russo e Citto Maselli, del direttore del Sistema Bibliotecario Vibonese, Gilberto Floriani, dell'antropologo Mauro Minervino, del cinematografaro Giuseppe Imineo, di Patrizia Ruoppolo del direttivo nazionale della Federazione Italiana Circoli del Cinema, e poi ancora dell'esperta in comunicazione Maria Faragò, moderatrice dell'evento, del noto grafico Giorgio Fasan, del cabarettista Totonno Chiappetta… Tutti assieme, organizzatori, collaboratori all'evento, ospiti per parlare di cinema e di culture che con il cinema si sono incontrate. Tante belle idee, tanti progetti, tanti auspici per il futuro del cinema in Calabria e non solo.
Al tavolo di Anna Galiena intanto prosegue la velata conversazione a due, tra artisti. Tutti gli altri muovono continuamente attorno al buffet e ai camerieri che servono il vino e il prosecco. Poi, alla raffinata Anna Galiena, affascinante, eterea, bianchissima e bellissima, sorge qualche leggerissimo dubbio, si alza e chiede se quello al tavolo è l'antipasto. Non è l'antipasto… Lei a questo punto chiede se vi è la possibilità di assaggiare la pasta con la 'nduja. Le rispondono di si.
Altro tavolo, altro set. Ugo Gregoretti, il mitico Ugo Gregoretti in mattinata aveva scherzosamente detto che, per strada, riconoscendolo, qualcuno lo aveva additato come Ugo Gregoraci, "adesso - aggiunge - non vorrei che qualcuno mi chiamasse signor Briatore".
A parte questo bellissimo esempio della simpatia del regista c'è da sottolineare un piccolo ricordo che lo stesso Gregoretti ha voluto raccontare: Ero a casa dello scrittore calabrese Corrado Alvaro, a Roma, la sua abitazione era proprio sopra piazza di Spagna. Alvaro mi fece affacciare da un terrazzo e mi mostrò la fontana detta della Barcaccia. Poi aggiunse: vedi Ugo, guarda la fontana dall'alto, cosa vedi?- L'immagine dall'alto ricordava sicuramente il sesso femminile ed era quella la risposta, oltre poi la sottolineatura dello stesso Corrado Alvaro che espresse considerazioni per una forma che andava, per una volta, nel senso opposto a tutti gli obelischi di fallica memoria costruiti in città.
Allo stesso Gregoretti porgiamo alcune domande riguardo ad un film in bianco e nero, andato nelle sale nel lontano 1963, girato tra l'altro tra Reggio Calabria e Briatico a due passi da Pizzo e da Vibo utilizzando solamente attori non professionisti, presi dalla strada, con la sola voce narrante dell'attore Nino Manfredi. Gregoretti conosceva bene Virgilio Sabel, regista morto a Roma e sepolto a Ricadi, grande amico tra l'altro dello scrittore Giuseppe Berto. Gregoretti con precisione ricorda alcuni titoli dei film documento di Sabel. La prova di una grande passione e di una professionalità senza confini. È un vero mito per chi s'intende di cinema ma anche per chi solo ha avuto occasione di ascoltarlo in televisione o alla radio.

Ugo Gregoretti

Anna Galiena

(giu. 2008)

Grande accoglienza a Zungri alla Madonna di Fatima


Il momento dell'arrivo a Zungri della Madonna di Fatima

(F. Vallone) C’era proprio tanta gente, l’altro ieri a Zungri, per l’arrivo della statua pellegrina della Madonna di Fatima. Centinaia e centinaia di fedeli, forse più di mille, che hanno inondato il paese per questa sempre straordinaria occasione d’intensa religiosità.
Era il 13 maggio del 1917, quando la Madonna affidò a tre pastorelli portoghesi un messaggio per ogni uomo, ogni donna e ogni bambino. Lucia, Giacinta e Francesco avevano portato al pascolo un piccolo gregge nella Cova da Iria, nei pressi della cittadina di Fatima, ed avevano appena recitato il Rosario quando una “Signora più splendente del sole”, dalle cui mani pendeva un rosario bianco, apparve loro chiedendo di pregare molto.
Quella “Signora” tornò a manifestarsi altre 5 volte, rivelando poi di essere “La Madonna del Rosario”. Oggi, dopo ben novantuno anni, sono quasi le diciannove nel campo sportivo di Zungri, quando arriva il simulacro della Vergine di Fatima scortato e accompagnato da preti e confraternita, dalla banda musicale e dai Carabinieri in alta uniforme, da senatori, politici, autorità e tanta gente comune. I palloncini bianchi, gialli e azzurri non si contano più, diventano tragitto verso la chiesa che si snoda con un tappeto infiorato di petali, di greche e disegni di fiori che porta fino alla chiesa della Madonna della Neve dove si celebrerà una solenne messa e per rendere omaggio alla Madonna.
L’arrivo a Zungri della statua pellegrina della Madonna di Fatima era previsto con un elicottero direttamente nel campo sportivo del paese, ma per morivi tecnici l’atterraggio del veivolo si è dovuto effettuare presso l’aeroporto militare dei Carabinieri di Vibo Valentia. Ieri il simulacro da Zungri è stato portato a Caria, poi all’ospedale di Tropea per la visita agli ammalati e infine presso i locali della Compagnia Carabinieri della stessa città. Un lungo corteo, una processione con centinaia di auto che dalle langhe del Poro si è snodata sino al mare della Costa degli Dei.
Soddisfatto per la buona riuscita dell’evento religioso il parroco di Zungri, don Felice La Rosa e tutta la comunità parrocchiale del paese che ha collaborato fattivamente all’accoglienza della Madonna di Fatima.
Lunedì prossimo altro viaggio locale del simulacro che in corteo verrà portato a San Calogero ed altri paesi del vibonese per poi ripartire martedì per un’altra tappa del simbolico religioso pellegrinaggio tra la gente.

(giu. 2008)

Il thriller del lametino Muraca in prima visione all'Umberto


Una scena del film e il regista Fernando Muraca durante le riprese a Tropea

(Lameziaweb.biz) "È tempo di cambiare". Questo il titolo del film thriller del regista d'origini lametine Fernando Muraca, presentato in anteprima nazionale al Teatro Umberto. Una pellicola girata tra Lamezia ed alcune località turistiche calabresi e siciliane.
A comporre il cast attori professionisti, alcuni dei quali visi noti in città: Alfredo Libassi (interprete in "Mary per sempre" e nella proiezione di "C'era una volta il Sud" del lametino Francesco De Fazio), Annalisa Insardà, Ilaria Serrato, Tommaso Perri, Salvatore Pettinato (con una comparsa nello sceneggiato trasmesso su canale cinque "Il capo dei capi"), Franco Vescio e Orlando Schiavone. "È tempo di cambiare" racconta la storia tormentata di una coppia, costretta a fuggire per salvarsi la vita: una sorta in chiave moderna di Giulietta e Romeo ambientata in un Sud martoriato dai poteri dell'antistato e dalla violenza.
I protagonisti sono una famiglia palermitana che scappa dalla Sicilia per nascondersi a Tropea poiché Gennaro, il capo famiglia, è obbligato dal boss suo protettore a uccidere un uomo. Ma Gennaro, che è tornato a delinquere per procurarsi i soldi necessari a curare la moglie affetta da una malattia rara, non ha mai ucciso e, con l'appoggio della sua sposa, Lucia, si dilegua in Calabria dove un amico gli da riparo. Mattia, figlio della coppia, s'innamora di Sara, una magnetica ragazza calabrese figlia di un criminale.
La ragazza si trasforma in una precoce icona di cambiamento, una sorgente di luce che muove le cose. Il prezzo di questa coraggiosa lotta di riscatto non tarda ad arrivare, fino a far scorrere prima l'umiliazione e poi il sangue sul viso degli innocenti. La scena finale del lungometraggio, che in modo inconsueto per un film di mafia non racconta la morte di un eroe positivo ma quella di un boss, rappresenta la sintesi ideale dei temi espressi da questa opera cinematografica.
Alla prima del film, gradito dalla vasta platea, hanno assistito Antonio Euticchio, sindaco di Tropea (luogo dove sono state eseguite la maggior parte delle scene), l'assessore alla cultura e spettacolo della cittadina tirrenica, Michele Accorinti, l'assessore alla viabilità Nino Valeri, il nuovo vicesindaco della città Giuseppe Vitale, il presidente del Lions club, Felice Raso Costabile, ed altre rappresentanze istituzionali e politiche del lametino.
In sala anche la troupe tecnica specializzata che ha curato i lavori: Massimo Lupi (fotografia), Enrico Sabena (musiche), Enzo Gagliardi (scenografia) ed Angela Captano (costumi). Presente pure il regista emergente lametino Enzo Cittadino, autori di diversi opere cinematografiche, felice di vedere sul grande schermo tre attori da lui "iniziati" nel corto "Vendetta d'onore", Tommaso Perri, Franco Vescio e Salvatore Pettinato.
«È un prodotto professionale», hanno detto i responsabili della casa produttrice locale Assonorè, «che siamo certi farà parlare a livello nazionale di sé e di coloro che hanno partecipato come attori o figure tecniche. Continueremo a realizzare altre pellicole valide e professionali, valorizzando il territorio, e dando opportunità ai giovani che credono nel cinema di realizzare i loro sogni».

Anteprima Film

(giu. 2008)
E' on line la 45^ Tornata di TropeaMagazine

Diamo uno sguardo al sommario del nuovo numero di Maggio '08.
Un saggio dell'etnologo Antonino Basile 'Il rito del sangue del giovedì santo in Nocera Terinese' con annesso un film documentale sui 'Vattienti'.
Parleremo di un pittore tropeano dimenticato che visse a cavallo dell'ottocento/novecento: Tommaso Ruffo, di cui siamo riusciti a farvi vedere un suo dipinto. Di lui si occupò Alfonso Frangipane
Raffaele Corso non ha bisogno di presentazioni. E' il caposcuola dell'antropologia italiana, di quella meridionale ed in particolare calabrese. Ci intratterrà di 'Come si segna la zita'.
Il Prof. Giorgio Otranto, vecchia conoscenza dei tropeani, invece, parlerà del 'Sacerdozio femminile nell'antichità cristiana'.
E' la volta dello storico Pasquale Russo che firma la presentazione del manoscritto dell'abate Sergio in occasione della pubblicazione dell'edizione anastatica.
A seguire, tre vecchi documenti che riguardano il tragediografo e poeta Francesco Ruffa: una monografia del 1957 di Giuseppe Tricarico 'Francesco Ruffa, censore borbonico' e due saggi critici sul suo teatro, di cui uno del 1822 a sua firma.
Infine, uno studio scientifico di Alessandro Pelliccia 'Statistica delle acque fluenti nel territorio circondariale di Tropea' del 1836.
State con noi e con la storia! Buona lettura!

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Enzo Taccone e Nicola Cricelli in azione alla Fiera della Nunziata a raccogliere
i fondi necessari per la festa. Ma non sempre si riesce nell'impresa. Il risultato:
non poche volte il Comitato ha rimesso moneta di tasca propria


I Tri da Cruci si farà ancora!

(S. Libertino) Ogni anno in primavera i tropeani si domandano 'Si farà la festa? Ballerà ancora il 'Camio' (il Cammello)? Sappiamo in quale considerazione è tenuta la festa più antica della nostra città dai tropeani, in particolare da quelli che sono all'estero, che sono i primi a chiedercelo. La domanda nasce spontanea dopo che per interi decenni il cammello non ha ballato tra l'indifferenza generale degli organi competenti locali deputati alla cultura della città. Più di una generazione di bambini è cresciuta senza conoscere la festa da loro più amata, se non attraverso i racconti dei genitori.
Da un paio di anni, verso la fine di marzo, entra in campo il 'deus ex machina' Nicola Cricelli, 'burghitano' purosangue, che non se la sente di stare con le mani in mano mentre la fattibilità della 'sua' festa corre seri rischi. Lui che ne ha organizzate a decine di 'tri da cruci' mantenendo in piedi una tradizione tropeana che viene da lontano, dal tempo dei Normanni, e che in seguito associò la propria identità alla vittoriosa Battaglia di Lepanto, cui parteciparono centinaia di tropeani.
Anche quest'anno Nicola, noto imprenditore, è ancora una volta alla guida di una Commissione, composta da Mario Lorenzo, Presidente della Pro Loco, Pasquale Tropeano, Enzo Taccone, Antonio Caracciolo e Pasquale Russo, appassionato organizzatore da sempre dei giochi popolari, uno dei momenti di riferimento importati della manifestazione.
E' stato reso noto il programma della Festa, ufficialmente organizzata dalla Pro Loco, che, con il patrocinio dell'Amministrazione Comunale, si avvale del contributo operativo della Commissione.
I giochi, la cui iscrizione è aperta, a cura di Pasquale Russo, in via Umberto I, si svolgeranno alle 1600 del 3 maggio e seguiranno la linea tradizionale che da sempre caratterizza questa sezione, attesissima, della manifestazione. Ci sarà la gara 'di pignatei' (delle pignatte), 'chi sacchi' (con i sacchi), 'cu l'ovu' (con l'uovo), 'da pasta abbruscenti' (della pasta piccante), 'da padea' (della padella). Seguirà poi, alle 2130 l'intermezzo musicale con un gruppo famoso che lascerà il posto al momento clou della serata: l'accensione 'da varca' (della barca), il ballo 'du Camiu (del Cammello), al suono della 'Caricatumbula' (Accompagnamento con grancassa e rullante) e per finire come sempre i fuochi artificiali, a cura della Ditta pluripremiata del Maestro Edipo Schiavone di Reggio Calabria.
Suggeriamo al governo locale di 'istituzionalizzare' la Festa che con la Fiera della Nunziata è l'unica rimasta a ricordare una tradizione cittadina, particolarissima ed unica al mondo, che, secondo noi, deve essere onorata e perpetuata. Lasciare invece la continuità del suo svolgimento alla discrezionalità dei singoli cittadini o dell'associazionismo è un errore di valutazione fondamentale da parte delle Istituzioni che mette, come si è visto negli ultimi anni, in grave pericolo tale continuità con il conseguente rischio dell'estinzione della manifestazione.
Ogni anno, all'avvicinarsi del 3 maggio, assistiamo alla solita scena del cane che si morde la coda ed è uno stridente paradosso quando poi è la stessa Amministrazione Comunale ad avvertire l'esigenza di annunciare, nella presentazione del libro "La Festa di 'I tri da cruci'" di Antonio Sposaro, Romanoartigrafiche, Tropea, 2000: ''....E poichè è segno di grande attaccamento alla propria terra scoprire e tenere sempre vive quelle memorie che compongono il mondo delle tradizioni di una gente, l'Amministrazione Comunale di Tropea ha deciso di impegnarsi a non far cadere nel tenebroso oblio tale festevole ricorrenza che, con il suo caratteristico contorno, riesce ad interessare e divertire. L'Assessore al Turismo Sig.ra Teresa Macrì, l'Assessore alla Cultura Prof. Bernardo Giroldini, Il Sindaco Prof. Gaetano Vallone.''.
Certamente, in una situazione perennemente precaria, non si può che avvertire disagio, sdegno e rabbia quando si viene a conoscenza che il Comune di Badolato organizza la rievocazione storica del ritorno del Barone Gaspare Toraldo dalla Battaglia di Lepanto, consapevoli che Gaspare Toraldo è nato a Tropea dove ha organizzato per quella battaglia il reclutamento dei soldati, raccogliendo ''nel breve spazio di quindici giorni due mila bellicosi fanti calabresi''. Oltre alla raccolta del personale, il nobile giovane tropeano ha coordinato le attività logistiche occupandosi del prezioso carico di vettovaglie che accompagnò la spedizione con l'impiego di tre galere appena uscite dall'Arsenale della Lumia.
Questa è la sacralità della storia di Tropea. Dove non c'entra nè il turismo nè la sagra. Rinunciando alla sua memoria e alle tradizioni civiche, correremo il rischio di cambiarla o di farla cambiare! Ecco perchè l'Amministrazione Comunale di Tropea si deve impegnare a non far cadere nel tenebroso oblio tale festevole ricorrenza. Alrimenti, sarebbe una gravissima iattura per la cittadinanza tutta ed insieme un'omissione di atti di ufficio perpretata ai suoi danni nel corso di secoli di storia e di partecipazione!

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Gaspare Toraldo, eroe di Lepanto


Il Cinque Maggio. Convegno

(S. Libertino) Giovedì 8 maggio alle ore 16,00 presso la villetta della Biblioteca Comunale "Pietro De Nava" di Reggio Calabria si terrà si terrà la sesta edizione di studi napoleonici avente come tema “5 maggio”.
L’analisi del prossimo incontro prende spunto da una sollecitazione culturale da parte del presidente del Circolo Culturale “L’Agorà” Gianni Aiello che ha dato modo al relatore dell’incontro, Riccardo Partitico, di effettuare alcune analisi sul luogo della fucilazione di Gioacchino Murat avvenuta, come la storiografia ufficiale ha tramandato, all’interno del castello di Pizzo Calabro il 13 ottobre 1815.
I dati emersi, realizzati su indicazioni da parte di Gianni Aiello e sviluppati da Riccardo Partitico verranno resi noti proprio nel corso della manifestazione, grazie anche all’ausilio di diverse immagini.
Tutti gli incontri organizzati dal sodalizio reggino poggiano le loro basi sull’analisi di variegati documenti archivistici che hanno dato modo di rivalutare il periodo storico in questione.
Questa volta invece verranno esaminati altri documenti e nello specifico si tratterà di indagini balistiche.
I risultati che emergeranno nel corso dell’incontro daranno degli sviluppi interessanti a ciò che accadde in quel pomeriggio, quando dopo un sommario processo venne eseguita la condanna a morte del Re di Napoli, Gioacchino Murat.
Durante l’incontro verranno esaminate anche le tipologie delle armi del periodo che furono strumento dell’esecuzione del cognato di Napoleone Bonaparte e ci sarà anche il supporto logistico di alcuni esperti del settore che daranno il loro autorevole giudizio sugli esiti delle ricerche analizzate da Riccardo Partitico.
Altri sono gli interrogativi legati alle ultime ore del Re che riguardano soprattutto la sorte delle sue spoglie che non furono mai rinvenute, ma queste domande saranno oggetto di ulteriori ricerche da parte del sodalizio reggino.
L’appuntamento di giovedì prossimo è inserito all’interno dei "Pomeriggi Culturali” è organizzato dal Circolo Culturale L’Agorà in collaborazione con il Comune di Reggio Calabria, la Biblioteca Comunale “Pietro De Nava” ed i laboratori di ricerca del sodalizio reggino, tali gruppo di ricerca Mnemos, centro studi “Gioacchino e Napoleone” e Centro Studi italo-ungherese “Árpàd” .

Circolo Culturale L'Agorà




Horace De Rilliet: Tropea (disegno a penna), 1852

Soggiorno di un ufficiale francese in Calabria.
Escursione a Nicotera. Tropea e Pizzo.
Descrizione di queste città e dei loro dintorni

(S. Libertino) Alcuni ufficiali francesi, come Duret De Tavel e Augustine De Rivarol, durante l'occupazione francese del Regno di Napoli (1806-1814) pernottarono in Calabria per lunghi periodi durante l'espletamento di missioni militari nel Meridione.
In particolare, l'ufficiale napoleonico Duret De Tavel, giunto in Calabria con il suo battaglione, di cui fu aiutante maggiore, girò in lungo e largo avendo cura di annotare tutto quello che osservava. Una mole notevole di appunti che il De Tavel, il quale fu anche componente di importanti commissioni militari, scrisse durante i suoi percorsi su incontri casuali di persone, paesi visitati, eventi di cui lo stesso autore si rese protagonista, su racconti della gente. Veri e propri resoconti che descrivono minuziosamente i luoghi, la storia e le tradizioni del popolo calabrese che il De Tavel annotò in trentasette lettere indirizzate al padre e che successivamente saranno raccolte in un volume e pubblicate. Vi proponiamo la dodicesima lettera che racconta della permanenza a Nicotera, dove l'ufficiale è ospitato presso una simpatica familiola, e dell'avvicinamento e dell'arrivo alla città di Tropea, dove è accolto con grande cordialità dal sindaco della città, che allora rispondeva al nome di Francesco Fazzari.

Continua...


Bandiere blu 2008.
Con 15 riconoscimenti
vincono Toscana e Marche.
La Calabria ne conquista solo tre nell'Jonio: Cirò Marina, Roccella e Marina di Gioiosa

(S. Libertino) I 104 Comuni italiani che hanno ottenuto la bandiera blu sono rappresentati da 215 spiagge, circa il 10% delle spiagge premiate a livello internazionale. E ancora una volta, a livello del Bacino del Mediterraneo, l'Italia si colloca in ottima posizione fra le prime dieci in graduatoria.
Il primato 2008 spetta ancora alla Toscana, quest'anno a pari merito con le Marche con 15 bandiere. La Liguria arriva a 14 mentre l'Abruzzo si porta a 13. Due in più per la Campania ora a quota 11 (dalle 9 del 2007). Una in meno, invece, per l'Emilia Romagna che scende a 8; quindi una bandiera in più sia per la Puglia che per il Veneto che salgono a 5, così come per la Sicilia, che arriva a 4, e per la Calabria che a quota 3 raggiunge il Lazio che viceversa ne perde una; il Friuli Venezia Giulia e il Molise riconfermano le 2 dell'anno scorso, raggiunte dalla Sardegna che ne conquista 1, per finire con Piemonte e Basilicata, con 1 sola Bandiera Blu.
Le 104 località che hanno ottenuto le Bandiere Blu 2008, il riconoscimento della Fee, la Fondazione per l'educazione ambientale:
- PIEMONTE (1): Cannero Riviera (Verbania)
- FRIULI VENEZIA GIULIA (2): Grado (Gorizia); Lignano Sabbiadoro (Udine)
- VENETO (5): Caorle, San Michele al Tagliamento-Bibione, Eraclea, Jesolo, Cavallino Treporti (Venezia)
- LIGURIA (14): Camporosso, Bordighera (Imperia); Finale Ligure, Noli, Spotorno, Bergeggi, Albisola Superiore, Albissola Marina, Celle Ligure, Varazze (Savona); Chiavari, Lavagna, Moneglia (Genova); Lerici (La Spezia)
- EMILIA ROMAGNA (8): Comacchio (Ferrara); Lidi Ravennati, Cervia (Ravenna); Cesenatico, San Mauro Pascoli (Forli'-Cesena); Rimini, Misano Adriatico, Cattolica (Rimini)
- TOSCANA (15): Forte dei Marmi, Camaiore, Viareggio (Lucca); Pisa-marina di Pisa-Tirrenia-Calambrone; Livorno-Antignano e Quercianella, Castiglioncello e Vada di Rosignano Marittimo, Cecina-Gorette e Marina di Cecina, marina di Bibbona, Castagneto Carducci, San Vincenzo, Riotorto-Piombino: parco naturale della Sterpaia (Livorno); Follonica, Castiglione della Pescaia, Marina e Principina di Grosseto, Monte Argentario (Grosseto)
- MARCHE (15): Gabicce Mare, Pesaro-Lido di Ponente e di Levante, Fano nord-Sassonia/Torrette-Marotta (Pesaro-Urbino); Senigallia, Sirolo, Numana Alta e Bassa (Ancona); Porto Recanati-Scossicci, Civitanova Marche, Potenza Picena (Macerata); Porto S.Elpidio; Fermo-Lido/Casablanca-Marina Palmense, Porto San Giorgio, Grottammare-lungomare nord e sud, Cupra Marittima, San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno)
- LAZIO (3): Sabaudia, Sperlonga, Gaeta (Latina)
- ABRUZZO (13): Martinsicuro, Alba Adriatica, Tortoreto, Giulianova-lungomare nord e lido Zara, Roseto degli Abruzzi, Pineto-Scerne/Villa Fumosa-Villa Ardente/Torre Cerrano. Silvi arenile sud-L.mare centrale-T.re Cerrano (Teramo); Francavilla al Mare, San Vito Chietino-calata Turchino-Molo sud; Rocca San Giovanni, Fossacesia, Vasto-marina e punta Penna, San Salvo-L.mare Colombo (Chieti)
- MOLISE (2): Termoli, Campomarino (Campobasso)
- CAMPANIA (11): Massa Lubrense (Napoli); Positano, Agropoli-Trentova-San Marco, Castellabate, Montecorice/Agnone- Agnone-Capitello, Acciaroli-Pioppi di Pollica, Ascea-Marina Velia-Petroso/Scogliera, Pisciotta-La Gabella-Pietracciaio Acquabianca, Centola-Palinuro-Baia della Molpa, Vibonati-Villammare, Sapri (Salerno)
- BASILICATA (1): Maratea (Potenza)
- PUGLIA (5): Rodi Garganico, Mattinata (Foggia); Polignano a Mare (Bari); Ostuni (Brindisi); Ginosa (Taranto)
- CALABRIA (3): Ciro' Marina (Crotone); Roccella Jonica, Marina di Gioiosa Jonica (Reggio Calabria)
- SICILIA (4): Pozzallo (Ragusa); Menfi (Agrigento); Fiumefreddo di Sicilia (Catania); Marsala (Trapani)
- SARDEGNA (2): Santa Teresa di Gallura-Rena Bianca, La Maddalena-Spalmatore (Olbia-Tempio).


Fondazione per l'educazione ambientale (Fee - Italia)





Il volume 'Gli elementi di filosofia di Pasquale Galluppi fra ragione teoretica
e metodologia storica' e un'immagine del Prof. Giuseppe Lo Cane


Presentazione de 'Gli elementi di filosofia di Pasquale Galluppi'

(S. Libertino) Sabato 17 maggio alle ore 1800 presso la Sala delle Conferenze del Museo Diocesano in Largo Duomo, Fabrizio Lomonaco, Rocco Pititto e Simona Venezia, dell'Università degli studi di Napoli 'Federico II', presenteranno "Gli Elementi di filosofia di Pasquale Galluppi fra ragione teoretica e metodologia storica" a cura di Simona Venezia, Rubbettino, Soveria Mannelli, 2007.
Nel corso della manifestazione sarà consegnato il sigillo in bronzo dell'Università 'Federico II' alla Città di Tropea, nella persona del Sindaco Antonio Euticchio, e al Centro Studi Galluppiani, nella persona del Presidente Luciano Meligrana, con una menzione particolare al professore Giuseppe Lo Cane.

ARGOMENTI CORRELATI

Indice degli argomenti trattati nel volume

Pasquale Galluppi

Giuseppe Lo Cane



Vecchie glorie anni cinquanta della docenza al liceo classico 'P. Galluppi' di Tropea

Uno scavo negli archivi scolastici del liceo ci fa rivivere quegli anni lontani

(S. Libertino) Quante volte abbiamo dovuto faticare mentalmentre per ricostruire il cognome di un vecchio compagno di liceo con cui abbiano convissuto a contatti di gomito parte della nostra vita. Oppure ricostruire eventi degli ormai lontani anni scolastici o la composizione di un'intera scolaresca. A lacune del genere il rimedio ora c'è. Ce lo da una vecchia ricerca effettuata qualche anno fa da Ettore Stella presso i registri scolastici del liceo classico 'P. Galluppi'. Una preziosa ricerca, o meglio un vero e proprio "scavo" praticato dall'amico Ettore negli archivi scolastici, ora ripreso e rimodellato da TM che ha rimesso in ordine quei dati sì da comporre cronologicamente le classi con l'intento di pubblicarlo, sperando di fare cosa gradita a tutti gli ex studenti, e non solo, del glorioso liceo tropeano.
Ne esce fuori un lungo elenco di persone che sfilano davanti ai nostri occhi, attraverso una moltitudine di generazioni, dal 1954, primo anno di funzionamento dell'istituto, fino al 1993, anno in cui la ricerca si ferma. L'elenco non comprende gli ex studenti che hanno sostenuto gli esami di maturità da 'esterni'.
La lista originaria comprendeva per molti nominativi l'attuale recapito, compreso quello telefonico, nonchè il nome del genitore e anche quello di chi nel prosieguo degli anni avrebbe sposato. Abbiamo fatto in modo di semplificare al massimo una così significativa mole di notizie personali anche per rispetto della privacy degli ex studenti.
In sostanza, come si diceva, il lettore avrà davanti la situazione - anno per anno - della composizione delle classi frequentate, almeno quella della terza liceo, con i nominativi degli studenti, la loro data di nascita, l'anno della maturità e, per quanto possibile, la città di residenza.
Per chi non si vuole accontentare solamente di un'affettuosa lettura 'amarcord' di quegli anni, ci sarebbe da cogliere interessanti spunti storico-sociologici riferiti al territorio di Tropea, da sempre bacino di utenza scolastica dei comuni non solo limitrofi.
L'iniziativa in esame si rivela molto utile nell'ottica degli aspetti appena accennati e della ricostruzione storica dell'istituto, avviata dall'attuale dirigente scolastica Bice Lento, nel mese di giugno 2005, nell'ambito della ricorrenza del cinquantennale.

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Immagini che evidenziano il brutto epilogo della gloriosa storia della ferrovia tropeana

Una Seduta straordinaria del Consiglio Comunale
(giorno otto febbraio milleottocentottantaquattro)

(S. Libertino) Questa volta non leggerete un articolo o una monografia di qualche evento sconosciuto nè tanto meno una biografia di chissà quale personaggio coperto dalla polvere del tempo. Ad essere pubblicato sarà semplicemente un verbale del Consiglio comunale della Città di Tropea. Datato 8 febbraio 1884. Ma perchè proponiamo all'attenzione di chi ci segue questo documento che tutto sommato è uno dei tanti atti prodotti giornalmente dal Municipio della Fedelissima?
Per noi quest'Atto è davvero speciale, e non solo per noi se è vero che una copia di esso si trova negli scaffali della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma e pertanto qualcuno avrà ritenuto, non certamente per futili motivi, depositarne estratto dal Registro comunale, per essere custodito accanto a migliaia di volumi le cui pagine sono la testimonianza imperitura della storia nostra.
Questa è una pagina sfavillante di glorioso patriottismo scritta dai Tropeani che come sempre nel loro percorso storico hanno saputo lottare e vincere in circostanze importanti, in situazioni disperate di estremo pericolo, facendo appello alle doti straordinarie di coraggio, saggezza, autorità e (perchè no?) di astuzia.
In quegli anni ci fu una grandissima disputa, che sembrava non finire mai, tra le città di Tropea e Monteleone se la ferrovia dovesse percorrere la via litoranea che avrebbe permesso alla Città di disporre di una propria stazione oppure l'altro tratto, quello di terra, che, deviando all'interno dal fiume Angitola, avrebbe permesso ai Monteleonesi di fruire nell'ambito cittadino della fermata dei treni. Era in gioco il profitto economico, la ricchezza, il prestigio.
I Tropeani seppero allora attuare un vero gioco di squadra che ancora una volta si dimostrò vincente. Base operativa fu il consiglio comunale che con a capo il sindaco Antonio Toraldo si dimostrò compatto come non lo era mai stato. Per sventare gli attacchi dell'avversa fazione si ricorse ai più valenti tecnici ed esperti in materia di tracciati ferroviari, come l'ingegnere Paolo Cornaglia che tanto si prodigò a favore della soluzione litoranea. Il resto lo fece l'indefessa opera di Carlo Toraldo il quale con i suoi frequentissimi viaggi a Roma riuscì ad intessere un'abile opera persuasiva presso le Autorità Centrali competenti e a svolgere un'attenta e prudente attività parlamentare in seno alla Camera dei deputati.
E alla fine come scrive Giuseppe Fazzari sul "Calendario d'oro" (anno 1898) 'il Toraldo conseguì l'intento richiesto dalla sua patria che vede per lui camminare vicino le sue mura la macchina di fuoco.'.

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Immagini del letto della Lumia che non vorremmo vedere:
discariche, vegetazione esageratamente incolta, costruzioni


Un vecchio saggio di Orazio Toraldo di Francia del 1947 evidenzia
la pericolosità delle acque del torrente Lumia

(S. Libertino) Si tratta della comunicazione del Ten. Gen. (Geografo) Orazio Toraldo di Francia al XIV Congresso Geografico Italiano svoltosi a Bologna dall'8 al 12 aprile del 1947. Qualche tempo prima il Toraldo aveva comandato, dal 27 dicembre 1937 al 1° marzo 1940, l'Istituto Geografico Militare di Firenze.
L'elaborato tende ad illustrare le cause dell'interrimento, avvenuto in tempi rapidi, del tratto di spiaggia tra lo scoglio di S. Leonardo, fino al 1870 circondato dal mare, e la rupe di Tropea, in prossimità dello sbocco del torrente Lumia, le cui periodiche piene sono da ritenere le maggiori concause che determinarono tale fenomeno.
E' abbastanza significativa la descrizione del comportamento del torrente Lumia che ai tempi dell'autore appariva come "un corso d'acqua di brevissimo percorso che non convoglia molte acque nè molto materiale: quasi sempre è asciutto e ad ogni modo le sue torbide possono essere facilmente disperse", ma che, a detta degli anziani del posto, aveva "nell'epoca intorno al 1870 trasportato gran copia di detriti" e ancora "nel 1861 una imponente piena provocò nello spazio di qualche giorno il colmamento del tratto dello specchio marino compreso fra la punta sud di S. Leonardo, e la rocca di Tropea". Vale la pena di ricordare che durante i lavori di costruzione del porto (1913), si rese necessario "deviare" il corso del Lumia, indirizzando il flusso verso la parete dello scoglio di S. Leonardo cui è stata prodotta una galleria artificiale per dar modo al torrente di sboccare nel tratto di mare detto "arretu 'o cannuni".
Se il torrente Lumia si era reso nel tempo minaccioso, il comportamento dell'altro, la "Grazia", non era da meno: "Risulta certo anche che il torrente Grazia, sempre intorno al 1870 abbia avuto una o più serie di disastrose piene, che hanno formato il delta attuale".
Se poi alle autorevoli considerazioni dell'autore, che a questo punto non avrebbero bisogno di commenti, volessimo aggiungere che le "imponenti" piene del Lumia si sono ripetute in tempi successivi, come quella disastrosa avvenuta negli anni cinquanta, allora dovremmo, oggi, trarre dalla comunicazione scientifica del Toraldo un vero e proprio monito sulla latente pericolosità dei corsi d'acqua, apparentemente tranquilli ma che hanno, in qualsiasi momento ed in tempi rapidissimi, il potere di sconvolgere addirittura la geografia di un luogo con il conseguente ed ormai arcinoto coinvolgimento degli insediamenti o manufatti abitativi che l'uomo si ostina a costruire in prossimità degli argini o addirittura sul loro stesso percorso.

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Il poeta Totò Scordo

Cinque inedite di Totò Scordo

(S. Libertino) Abbiamo avuto modo di leggere recentemente cinque liriche inedite di Totò Scordo, a distanza di ventisette anni dalla scomparsa avvenuta a Tropea il 15 aprile 1974. E ci è sembrato giusto pubblicarle qui per farle conoscere ai vecchi ed ai futuri amici della sua poesia.
Sono scritte in dialetto ma ciò non toglie che esse siano state composte con la stessa passione e con lo stesso amore dei versi in lingua che conosciamo fin dalla loro pubblicazione. Anzi ci pare che in questi versi ritrovati Totò sia più a suo agio con la Musa. Il tono lo sentiamo più confidenziale, aiutato, lui tropeano tutto d'un pezzo, dal linguaggio dialettale ad esprimere i più profondi sentimenti dell'anima con la fragranza e la genuinità che appartengono alla quotidianità familiare.
Cinque liriche quindi, scoperte in un quaderno di appunti manoscritti: "'Mbernu", "A 'na funtanea" e "Idillio" hanno per tema i travagli e le gioie dell'amore mentre "'A gatta e 'u suruci" e "'U progressu" rappresentano rispettivamente un delizioso quadretto di fedriana memoria e un accenno ironico al progresso del momento (siamo negli anni cinquanta/sessanta), dalle cui novità tecnologiche non verrebbero risparmiate neanche le donne.
Al riguardo, qualche ex alunno del liceo classico "P. Galluppi" di Tropea, si ricorderà che "'U progressu" era stata pubblicata nel giornalino scolastico che periodicamente veniva stampato a cura degli stessi studenti, tanto è vero che Alfonso Corrao, uno dei pochi superstiti dell'"Orchestra Primavera" che "impazzava" a Tropea verso gli ultimi anni cinquanta, ci asserisce che "'U progressu" era stata addirittura musicata dal fratello Onofrio e regolarmente proposta nelle feste danzanti, di piazza o durante le messe in scena delle irresistibili pieces della filodrammatica tropeana dei Fantauzzi, dei Repice, dei Tarantino, dei Lo Torto......

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Gaetano Ippolito

Gaetano Ippolito, u poeta

(S. Libertino) Vale la pena di spendere qualche parola per introdurre la pubblicazione di questo lavoro. Innanzitutto l'immagine, che state vedendo a fianco del titolo, l'ho acquisita dall'amico Franco Aquilino. Ero certo che la persona fotografata fosse Gaetano Ippolito, in quanto tale notizia veniva riportata sulla stampa originale della foto con gli estremi della data di nascita (1813) e di morte (1900), completi della scritta "da Tropea", che ne richiama il paese d'origine. Avevo avviato, senza successo, una ricerca per saperne di più. Ne valeva la pena soprattutto perchè attratto dalla curiosità e dal fascino di quel misterioso signore tropeano dall'aspetto trasognato, prestante, elegantissimo, che provvidenzialmente si è lasciato immortalare, forse all'età di cinquant'anni, non si sa in quale gabinetto fotografico. Qualcuno, come lo stesso Franco Aquilino, aveva avanzato l'ipotesi che l'Ippolito fosse un attore proprio per come era abbigliato e per come posava davanti all'obiettivo. Senonchè, a distanza di qualche mese, trovandomi a parlare con l'amico Antonio Pugliese, il curatore del libro "Diario di guerra 1916-1917" di Don Carmine Cortese, pubblicato nel 1998 dalla Rubbettino, sono venuto a conoscenza - per puro caso - che tra i manoscritti, da lui posseduti, di Don Carmine su personaggi, scrittori, poeti tropeani più o meno noti, figurava "un certo" Ippolito Gaetano, "u poeta". Antonio, su mia richiesta, mi ha gentilmente fotocopiato la parte interessata e poi il resto lo state vedendo.

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"Il Veliero dei Delfini": una tappa da Scilla a Tropea

(Peppe Caridi) Ognuno di noi ha la possibilità di essere vicino lo staff CTS nella tutela dei cetacei.
Partecipando all’iniziativa “Dai voce ai delfini”, realizzata in collaborazione con Repubblica.it, potrai essere selezionato per trascorrere una settimana a bordo del Veliero dei Delfini.
Il Veliero salperà da Genova il 24 giugno e percorrerà 1500 miglia in 50 giorni di navigazione lungo le principali rotte di migrazione dei cetacei nel Mediterraneo. Per avere dettagli sull’iniziativa e sapere come fare per partecipare al concorso vai sul sito www.ilvelierodeidelfini.it
Giunta alla sesta edizione, il “Veliero dei Delfini” è una campagna del Settore Conservazione della Natura del CTS, realizzata in collaborazione con il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e con il supporto di partner istituzionali e privati.
Animali che scompaiono e nuove specie che fanno il loro trionfale ingresso nel Mar Mediterraneo. Il nostro mare è a un punto di svolta: secondo l’IUCN, l’Unione Mondiale per la Conservazione della Natura, il 42% delle specie di squali e razze del Mediterraneo è a rischio di estinzione. Si tratta della più alta percentuale al mondo. Mentre inquinamento chimico, traffico nautico e interazione accidentale con alcuni tipi di pesca mettono a rischio la sopravvivenza dei cetacei. Il 20% del petrolio totale trasportato al mondo transita nei nostri mari assieme a un terzo delle merci a livello globale, a bordo di 220.000 grandi imbarcazioni. Nel frattempo specie tropicali come barracuda, pesci palla e nuove varietà di ricciola attraversano il Canale di Suez e lo stretto di Gibilterra per ambientarsi nelle acque sempre più calde nel mare nostrum. Sarà il Veliero dei Delfini il termometro e il testimone del cambiamento dell’estate 2008.
Il Veliero è ormai un appuntamento fisso voluto dal Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare. Partirà da Genova il 24 giugno 2008: a bordo, uno staff di cetologi e biologi marini percorrerà circa 1500 miglia sulle rotte dei cetacei per effettuare un check-up delle popolazioni e una verifica sul loro stato di salute.
Attraverso le sue numerose attività il Veliero dei Delfini si spinge idealmente fino al Congresso Mondale dell’IUCN che si terrà a Barcellona il prossimo ottobre e si fa portavoce, durante tutta l’estate, della tutela della biodiversità quale valore fondamentale per la difesa della natura.
"Il Veliero dei Delfini" rientra nel più ampio PROGETTO DELFINO COSTIERO, un programma nazionale per lo studio e la conservazione di questa specie che il CTS porta avanti dal 1995. Contribuisce inoltre, al conto alla rovescia Countdown 2010, lanciato dall’IUCN per la conservazione della biodiversità.

Il Veliero dei Delfini




Antonio Vizzone, poeta dell'essenziale

(S. Libertino) La letteratura del vernacolo ha il merito di avere espresso nel passato e di continuare ad esprimere una parte consistente della cultura della Calabria, producedo a tutt'oggi un patrimonio forse ai più sconosciuto, ma di enorme interesse e suggestione per tematica e forza poetica.
Gli ultimi decenni hanno fatto registrare una sorprendente affermazione della poesia vernacolare, legata forse al richiamo nostalgico di una identità culturale, annientata dal brusco passaggio dalla società contadina a quella dei consumi nella quale siamo esasperatamente immersi giorno per giorno fin sopra ai capelli.
In mezzo alla fitta schiera di cultori stravaganti e perditempo, ci sono però di quelli che appaiono felicemente baciati dalla Musa e che sanno cogliere nelle vicende della vita quotidiana gli aspetti da esaltare o criticare, da raccontare, da correggere o da indicare fissandoli in liriche cariche di emozioni, piene di filosofia e religiosità di alto insegnamento.
A quest' ultima schiera, cui fanno parte - e non sono i soli - Gaetano Massara, Francesco Tranfo, Vincenzo Ammirà, Giovanni Conia, Vincenzo Padula, Vittorio Butera, appartiene il tropeano Antonio Vizzone, poeta del semplice, del familiare, del paesano che mette in luce la sensibilità, l'attaccamento alla vita e di questa gli aspetti meno appariscenti. La sua tavolozza ricca di tonalità, ora accese ora sfumate, consente all'inedito estro di esprimere meglio il suo mondo per fare sfondo al sentimento e al cuore che sono i motivi dominanti di una robusta vena espressiva intenta a valorizzare le nostre tradizioni e ad onorare la nostra terra.
A metà di un viaggio sentimentale della memoria e di un malinconico diario dell'esule cui viene concesso una volta l'anno di respirare l'aria del proprio Paese, Vizzone passa in rassegna tra le strofe dei suoi versi i luoghi dell'infanzia descrivendo le storie, le tradizioni, i costumi, i mestieri della gente, vergando il tacuino di appunti preziosi su una Tropea ritrovata che ogni volta lo accoglie, con affetto materno, a braccia aperte riservandogli, in un tripudio di suoni e suggestivi colori, uno spettacolo incomparabile di mare e cielo, che rende finalmente appagato l'animo dell'uomo e del poeta.
Tredici liriche inedite attraverso le quali i sentimenti del Vizzone vengono messi a nudo e proposti da un posto privilegiato come quello senza confini della Rete ai conterranei che si trovano nella sua amata terra ma anche a quelli che vivono "in esilio" sparsi in tutto il mondo.

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Le collane di Antonella

(S. Libertino) Antonella De Simone è di origine campana ma ormai da tempo risiede in una delle più belle marine d'Italia, il Tono di Ricadi (VV), dove si stabilisce dopo aver sposato Lucio, affermato chef ricadese, titolare del ristorante "Mare blu" punto di ritrovo dei buongustai del Vibonese. Antonella aiuta Lucio nell'impianto e nella gestione del locale, poi, strada facendo, sente la voce tentatrice dell'Arte: quella "povera" calabrese e si lascia perdutamente andare. Dopo anni di studio e di ricerca in percorsi noti e meno noti che portano alle cose belle di una volta, alle "cose senza tempo", Antonella gira per paesi, città e piccoli villaggi, si informa dei lavori manuali, a cominciare da quelli più umili, prende contatti con gli artigiani, acquisisce prodotti, arnesi, telai (un esemplare attualmente è in esposizione presso la Pro Loco di Tropea), materie prime. Alla fine la voce si fa più insistente, appassionando non solo nella ricerca Antonella, che comincia a muovere mani e dita come vede fare agli artigiani delle "cose senza tempo", con i loro arnesi o inventandone di nuovi. In nome di quella Arte, avvia timidamente i primi passi in una attività creativa, che in breve tempo le dà ragione. L'Arte "povera" viene applicata in chiave moderna nel campo del disainer oggettistico, ornamentale e di abbigliamento. Da quelle mani nascono i primi prodotti esclusivi, originali, unici. Oggi Antonella, che opera a Capo Vaticano, è ormai un'artista affermata, conosciuta in buona parte della Regione. Nell'estate 2002 approda a Tropea, dove apre a via Roma la bottega "Antiche Tradizioni".

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Domenica 24 maggio l'annuale Infiorata di Potenzoni.
Quando il paese si veste di fiori

(F. Vallone) È proprio vero, se capitate di passare da Potenzoni proprio il giorno dell'infiorata vi sembrerà di vivere, per un attimo, in un vero e proprio mondo fiabesco! Milioni di petali di fiori si sciolgono, diventano tavolozze di tutti i colori che si animano attraverso le mani della gente e si reinventano in qualcosa di diverso, di effimero ed eterno al tempo stesso.
Per tutta la comunità, per la gente di Potenzoni di Briatico, l'annuale evento dell'Infiorata rappresenta, infatti, un'occasione, tra le più importanti dell'anno, attraverso la quale manifestare un sentimento profondo al Santissimo, ma anche un amore particolare e l'attaccamento alle proprie radici e tradizioni religiose, alla propria identità.
L'idea è molto antica ed è quella di decorare le strade, che poi in realtà sono i vicoli del paese, con i petali colorati dei fiori. Anticamente, infatti, in tutta la zona del vibonese, era abitudine e uso comune abbellire le strade utilizzate per il passaggio della processione religiosa del giovedì del Corpus Domini, ed anche la domenica successiva, con una vera e propria pioggia di petali che venivano lanciati dai balconi sulle strade al passaggio del Santissimo. Sulle ringhiere degli stessi balconi venivano "esposte", per quella speciale occasione, bellissime coperte damascate e le sete più belle. Successivamente, circa quindici anni fa, la comunità del paese ha iniziato a decorare le strade con disegni e forme semplici, cornici, fiori o stemmi, usando materiali naturali come foglie o grossi petali, per arrivare fino ai risultati di oggi.
Ed oggi, anno Domini 2008, a Potenzoni si può dire di aver raggiunto la quasi perfezione, la vicinanza qualitativa di Noto e Genzano è sotto gli occhi di tutti, anche se Padre Lorenzo Di Bruno, ispiratore e iniziatore dell'infiorata, pensa che c'è ancora tanto da lavorare per arrivare a quei livelli. I bellissimi tappeti di Potenzoni sono allestiti con materiali floreali molto raffinati e si tessono in morbidi e vellutati disegni, splendenti dei più vivi colori che solo la natura sa offrire. Sono per lo più greche sofisticate di intrecci e giochi cinetici, bellissime icone sacre, segni arcaici precristiani, simboli religiosi, crocefissi, madonne bellissime.
"In origine quest'usanza doveva essere un antichissimo rito della comunità legato al passaggio stagionale, alla primavera, che il filo ancestrale della tradizione aveva perpetuato in una festa religiosa tra le più suggestive. Ora quel rituale, mai sradicato dalla memoria collettiva, sopravvive nell'Infiorata del Corpus Domini, che conserva straordinariamente intatto tutto il fascino magico - religioso dell'antichità".
Ed è un'autentica festa di popolo, carica di socialità e di quei sentimenti sanguigni ed insieme delicati, che connotano la nostra gente del Sud. Sono speciali accadimenti senza tempo, cerimoniali che sono "memoria superstite" di quella "cultura rionale" che altrove tende a disgregarsi.
Come in una saga medioevale, i quattro rioni paesani di Potenzoni, creati per l'occasione, Glicine, Torre, Chiesa e Agave, si affrontano in tenzone combattuta fino all'ultimo petalo colorato. Da tre quattro giorni praticamente tutti gli abitanti di Potenzoni girano per le campagne vicine per raccogliere fiori, petali e foglie. Una raccolta colorata che ci ricorda tanto l'antica cultura di Proserpina, e di quando andava a raccogliere petali e fiori nelle campagne vicino al nostro mare. Così ceste stracolme di profumi, di colori, di fiori si accumulano, si riempiono sacchi di petali, si dividono per colore, si bagnano continuamente per mantenerne la freschezza, si costruiscono personali tavolozze colorate da usare per la propria strada di fiori. Gialla ginestra, rose rosse, gialle, bianche, rosa e di mille tonalità, margherite, garofani, papaveri, fiori di cardo viola, e tantissimi altri fiori selvatici, spontanei e coltivati. Poi entrano in gioco gli ideatori, i giovani disegnatori, i realizzatori, gli esecutori posatori, quelli che completano e quelli che bagnano i lavori. E le strade del piccolo paese con 250 anime si animano, festose, dei soggetti ideati da giorni.. E le pitture floreali prendono forma, dipinte dal sentimento collettivo.
Devozione e competizione, momento di spiritualità cristiana ma anche momento di esaltazione personale, sfida e fratellanza, umiltà ma anche orgoglio. In questo coacervo di "passioni", espressione tipica di vitalità popolare, sta forse tutto il segreto di quest'arte paesana così insolita e che lascia stupefatti per la bellezza, la delicatezza, l'armonia e la perfezione delle tematiche religiose rappresentate.
Da quattordici anni a questa parte, anno dopo anno, i disegni composti per le strade del paese sono sempre diversi e Potenzoni di Briatico, ancora una volta, si "veste" di fiori.

Il sito dell'Infiorata di Potenzoni




La Poesia di Franco Aquilino

(S. Libertino) Tra i vari metodi di studio volti a identificare i segni della cultura di un popolo in un determinato periodo di tempo e in una particolare situazione geografica,l'espressione dialettale trova un posto a volte determinante perchè autentica e spontanea nel raccontare la gente e le relative tradizioni.
E' possibile infatti, tramite la lettura della poesia dialettale, penetrare più a fondo nelle maglie dei sentimenti popolari fino a farne affiorare l'autentico valore umano e le ragioni dei comportamenti che sono di solito intimamente legati alla storia, alla tradizione della comunità ma anche alle condizioni politiche e economiche del territorio d'appartenenza.
Il dublice valore di documento umano e storico insito nella letteratura dialettale oggi spiega il sempre crescente interesse per questa antica espressione popolare in quanti hanno a cuore la valorizzazione della identità regionale.
L'innegabile freschezza e la spontaneità colte nella poesia di Franco Aquilino, tropeano puro sangue, ci offrono un ampio esempio del connubio umano e storico e ci fanno rimpiangere per il passato la trascuranza in cui sono state lasciate chissà quante interessanti testimonianze di una cultura e di una tradizione - che vanno sempre più scomparendo - in cui passa un solo filo di trasmissione costituito dall'articolata trama di sentimenti che hanno trovato voce nel poeta interprete.
Nelle scene che ci propone, nelle quali figura - come in un'opera cinematografica - regista, attore interprete o voce fuori campo, Aquilino anima il piccolo mondo antico tropeano, facendolo rivivere attraverso vene malinconiche ora impregnate di struggente nostalgia ora stemperate in sagace ironia, rivelando se stesso, la sua anima, i suoi sentimenti, i suoi amori, il suo carattere spiritoso, spigliato, osservatore, umoristico e critico, nonchè il suo estro poetico.

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Infiorata di Potenzoni 2008: il Parroco Lorenzo Di Bruno
prende parte ai lavori di preparazione


Infiorata originale VS Infiorate copiate

(F. Vallone) Anche in Calabria, come in tanti altri posti, quando qualcosa funziona bene, il rischio arriva da molto vicino. Ed il rischio si chiama proprio emulazione, copiatura, falsificazione. L'infiorata del Corpus Domini di Potenzoni di Briatico è arrivata oggi alla sua sedicesima edizione, con tanti anni belli, di lavoro, di fatica, di soddisfazioni, anche, come è normale, con annate meno interessanti, ma sempre con la stessa primigenia identità, con la freschezza propria delle cose originali.
Il fatto è questo: da alcuni anni molti paesi del nostro territorio vibonese tentano (fortunatamente tentano soltanto) di imitare, sulle proprie strade e nelle varie piazze, l'infiorata, presentandola, proponendola, imponendola o suggerendola come vera espressione di pietà popolare, come tradizione locale, come elemento di una tipicità sbandierata a tutti i costi. Per non fare nomi i paesi di Dasà, Briatico, San Leo, Maierato, ma anche Zungri e Pannaconi di Cessaniti e tanti altri, propongono, da qualche anno, infiorate a tutto spiano. Potenzoni non ha certo bisogno d'avvocati, ma è anche vero che i suddetti paesi, e le loro poco fantasiose comunità di fedeli e meno fedeli, invece di copiare farebbero bene a tutelare, a recuperare, a valorizzare le proprie vere tradizioni che, purtroppo, come tante cose, sono sempre di più a rischio d'estinzione culturale.
Potenzoni in Calabria, come Genzano nel Lazio e Noto in Sicilia, ha da anni la sua originalità nell'effettuare l'azione dell'infioratura delle strade. È importante, nelle azioni culturali, sociali, spettacolari, sottolineare l'originalità dell'evento, ma questo, purtroppo, spesso non sempre accade. Anche quest'anno l'infiorata di Potenzoni, grazie a Padre Lorenzo Di Bruno e all'intera comunità, ha registrato una grandissima presenza di pubblico con le strade inondate di gente, la chiesa come al solito stracolma, le auto degli ospiti che arrivavano ben oltre il limite del cimitero vicino a San Costantino. Il livello dei lavori dei quattro quartieri, secondo noi, non è riuscito a superare quello del 2007. Alcuni lavori, infatti, hanno risentito dell'assenza di alcuni colori della tavolozza naturale, tipiche di una fioritura stagionale più inoltrata.
Tuttavia Potenzoni è sempre Potenzoni. La presenza nella zona di eventi simili, che vorrebbero essere uguali, devia molte persone su infiorate non originali che poi, in realtà, risultano deludenti per i lavori proposti e l'organizzazione dell'evento. Con tutto il patrimonio culturale preesistente, con la tipicità e l'unicità di ogni luogo del vibonese si può benissimo essere originali e unici con altre cose e far vivere gli eventi che debbono essere eventi e non emulazioni di eventi.
Per fare un esempio qualche tempo fa il noto giornalista del Corriere della Sera, Gian Antonio Stella, riuscì ad affermare, accanto al presidente Loiero, al Rendano di Cosenza, che in Calabria era nato il primo Museo dell'Emigrazione a Camigliatello Silano quando il primo museo dell'emigrazione era nato ben quindici anni prima proprio a Vibo Valentia con esposizione fissa, apertura quotidiana al pubblico e ben tre manifestazioni espositive negli Stati Uniti d'America di cui una voluta proprio dalla Presidenza del Consiglio Regionale della Calabria. Per continuare basti pensare alle varie sagre dei cosiddetti prodotti tipici che visto il successo e grazie alla solita mentalità di copiatura sono diventate tante, troppe ed hanno fatto perdere quell'unicità che era importante detenere. Ma come per tutte le cose originali le cose vere resistono a questi attacchi ed anche se nella nostra provincia sono tante le sagre della cipolla rossa, una sola rimane quella originale, come una è quella della 'nduja e di tante altre tipicità nostrane.
Per concludere: Cercate l'infiorata calabrese? Prendere la strada provinciale Briatico - Zungri, poi fermarsi a Potenzoni. Siete arrivati, la festa è lì.

Il sito dell'Infiorata di Potenzoni





Il soprannome a Tropea

(S. Libertino) Nei tempi che furono, era d'uso individuare, nei piccoli centri - tra le famiglie di rango meno elevato - le persone del luogo per mezzo del soprannome anche se queste portavano il regolare nome e cognome.
Una sorta di "codice" identificativo comodo ed efficasissimo per distinguere due o più persone della stessa famiglia o di famiglie diverse, tra loro apparentate, ma con identico nome e cognome.
Si sa infatti che un tempo le famiglie erano formate da numerosi componenti - era facile contare 15 figli in una stessa casa - e che quindi l'ereditarietà dei nomi applicata ai primogeniti incrementava in modo impressionante le conseguenti omonimie.
Non poche volte era indispensabile ricorrere a questa "trovata" anche davanti ai Notai o ai Tribunali.
L'uso del soprannome è antichissimo. I Romani ne facevano già largo uso. In genere, un cittadino romano, nato libero, veniva identificato attraverso tre nomi.
Il primo era il praenomen, corrispondente al nostro mone di battesimo che di solito era lo stesso del genitore. Il secondo era il nomen, della stirpe (gens) cui la famiglia apparteneva.
Il terzo era detto cognomen, del ramo particolare della gens che costituiva la famiglia per una caratteristica fisica o morale o ricordo di un'impresa, soprannome - appunto - divenuto poi nome per tutti i discendenti.
A tale tradizione, fortemente alimentata dalla fantasia popolare, non si è sottratta neanche la Gens Tropeana.
Si cominciò ad usare quale elemento di distinzione il nome della madre o del padre, come nell'antica Grecia: "Peppi i Mica", "Turi i 'Nsina", "Ciccu i Peppi", "Cola i Betta", "Micheli i Nandu", ecc..

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I film finalisti per la II edizione del Tropea Film Festival

(Comunicato stampa) Le iscrizioni dei film per partecipare alla seconda edizione del Tropea Film Festival sono state 239. Questi i 35 film finalisti selezionati che saranno proiettati al Teatro del Porto di Tropea dal 23 al 30 agosto 2008:

LUNGOMETRAGGI

Il rabdomante – regia Fabrizio Cattani; Liberarsi (figli di una rivoluzione minore) - regia Salvatore Romano; Fate e transistor – regia Giovanni Sole; …e dopo cadde la neve - regia Donatella Baglivo; L’uomo giusto – regia Tony Trupia; E’ tempo di cambiare – regia Fernando Muraca.

CORTI

La giornata di Eva – regia Clara Salgano; Mantra d’attesa – regia E. Policanti, V. Brini; Torno subito – regia Alessandro Grande; Porque hay cosas que nunca se olvidan – regia Lucas Figueroa; Come muoiono le foglie – regia Daniele Suraci; Ogni giorno – regia Francesco Felli; Lost in Montanaro – regia Andrea Canepari; L’oro rosso – regia Cesare Fragnelli; Valzer in quattro tempi – regia Sabrina Bonaiti; Pattaya è il paradiso – regia Paky Perna; Il caso Ordero – regia Marzio Mirabella; Vietato Fermarsi – regia Pierluigi Ferrandini; Nyah – regia Marialuisa Garito; Non aspettarmi più – regia Daniele Lince; Da cuore a cuore – regia Ilaria Godani; Rewind – regia Daniele Santonicola; Volo di un pettirosso - Luca Fortino; Aurora boreale in bianco e nero – regia Cristian Di Croce; Come le formiche – regia Alessio De Leonardis; Sunrise – regia Alessandro Tresa; November 20th 1989 – regia Luca Pascuccio; Collaudo – regia Andrea Giuseppe Muratore; Tutto brilla – regia Massimo Cappelli; Gli occhi di Djamel – regia David Casals.

DOCUMENTARI

La nostra terra. praticamente – regia Michele D’Ignazio; Sotto il cielo di Ahmedabad – regia Francesca Lignola, Stefano Rebecchi; Four Corners – regia Werther Germondari, Maria Laura Germondari; Fuggire d’Amore – regia Gaetano di Lorenzo; La strada di Oana – regia Kristian Gianfreda.

Come già successo nella scorsa edizione, oltre la metà dei film vagliati dalle commissioni avrebbe meritato di essere selezionata, questo a riprova che il cinema italiano per quanto concerne capacità tecniche ed artistiche non è secondo a nessun altro paese. Su questo ed altri temi si parlerà nella conferenza stampa di presentazione fissata per il 28 giugno prossimo alle ore 16,30 a Tropea, presso la Biblioteca Comunale.

Tropea Film Festival



A. Mori: I Calabresi ritornano da Lepanto
(mosaico nel palazzo della Provincia di Reggio C.)


Cronologia Tropeana degli avvenimenti
Il Cinquecento



(S. Libertino)

 1500
Il 29 aprile il pontefice Alessandro VI stabilisce che Amantea rimane <<sub dominio et potestate>> di Tropea.
1503
Affermazione nella battaglia di Seminara della Spagna che sottomette Calabria e Regno di Napoli, dominio che si protrarrà per oltre due secoli.
1506
Sindaco Giuseppe Fazzari. Il 26 febbraio Tropea chiede a re Ferdinando l'espulsione degli ebrei che dimorano nella Città. Il 28 febbraio Ferdinando il Cattolico conferma e rinnova con decreto da Salamanca i privilegi, tra cui l'esonero dei pagamenti ordinari e straordinari e lo stato giuridico di perpetuo demanio. Lo stesso re tiene alcune sue galee sotto la condotta del generale Ludovico Vulcano nell'arsenale.
1507
Muore a Napoli, dove viene seppellito nella chiesa della Santa Nunziata, Francesco Nomicisio, già rettore di quella chiesa e Vescovo di Lesina in Puglia.
1508
Sindaci Raimondo Pignatelli e Scipione Criscione.
1509
Sindaco Orazio Coppola. Nasce a Napoli da Antonio e Lucrezia Brancia Bernardino Rota, Cavaliere dell'Ordine di S. Giacomo della Spada, Segretario della Città di Napoli, Custode del Castello di Tropea, poeta petrarchista di versi in volgare e in latino.
1510
Da Antonello e Raimonda Migliarese nasce Marco Lauro, fratello maggiore del cardinale Vincenzo Lauro (1523-1592).
1511
Nasce da Giovannello figlio di Teofilo e Margherita Abate il futuro vescovo di Oppido (1561) Teofilo Galluppi.
1516
VICEREGNO DI DON ETTORE PIGNATELLI, DUCA DI MONTELEONE
1516


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L'ultimo fato di Gioacchino

(S. Libertino) Si parla ancora di lui, di Gioacchino Murat, nel bene e nel male, non importa, ma si parla. C'è chi lo adora, c'è chi lo denigra, c'è chi lo ignora. In Italia esistono Associazioni, Gruppi, Fondazioni, Club di Giuochi di Ruolo, collezionisti di memorabilia che rendono ancora viva la figura e le gesta dell'ex Re di Napoli, che perseguì caparbiamente tra un mondo di sordi l'idea dell'unità d'Italia, portando una ventata di modernità nel Meridione che si lasciò per sempre alle spalle il Medio Evo, la feudalità, i privilegi e quindi i soprusi. In ogni dove vengono svolti convegni, simposi, ricostruzioni storiche come quella più famosa di Tolentino, veri e propri processi con giurie composte da autentici magistrati. In cantiere molte le idee, molti i proponimenti ed i progetti dai quali si prevedono nei prossimi anni eventi straordinari dedicati a questo personaggio complesso e contradditorio che invase con la sua giovanile irruenza ma anche con una dolce vena romantica la storia d'Italia. La figura di Gioacchino, umile stalliere che siede sul trono di Napoli, che trascina sui campi di battaglia interi eserciti invincibili, non ha mai finito di incantare l'Italia, il Meridione, la gente calabrese.
Il 13 ottobre prossimo, a ricordare l'Anniversario della morte di Gioacchino Murat avvenuta nel Castello di Pizzo il 13 ottobre del 1815, è il Circolo Culturale L’AGORA di Reggio Calabria, presieduto da Gianni Aiello, che darà vita alla Settima Edizione del Convegno "Gioacchino Murat - Un re tra storia e leggenda". Nei precedenti incontri importanti cultori di storia patria, funzionari pubblici, operatori culturali, docenti universitari e autorità hanno ripercorso quel periodo che precedette la condanna a morte dell'ex Monarca, che Carlo Botta definì "colui che sarà benedetto e maledetto fin che vi saranno le Calabrie". Quel periodo in cui la Calabria intravide riforme, cultura, crescita sociale, strade, ponti, benessere. Alla quarta edizione del Convegno non sono voluti mancare Joachim Murat e la consorte Elise, i discendenti di oggi della casta murattiana. Ma durante gli appuntamenti annuali si parla anche di leggenda e maledizione che legano indissolubilmente la figura di Murat alla Calabria alla città di Pizzo.
Molte infatti le congetture a proposito del seppellimento della salma e del rinvenimento dei gioielli personali posseduti al momento della cattura nonchè del tesoro di guerra che rimase sulla nave nel mare di Pizzo e sulla quale Gioacchino non fece mai ritorno. Forse il corpo si trova sepolto in una fossa comune nella navata centrale della chiesa di S. Giorgio che qualche anno prima della sua morte lo stesso Murat fece edificare a Pizzo. Però c'è chi afferma che esso si trovi sepolto in una fossa comune nel locale cimitero. Altri giurano invece che il corpo sia stato gettato in mare e la testa recisa sia stata fatta recapitare a Ferdinando di Borbone che volle ricompensare, oltre alla Città "fidelissima" di Pizzo, gli abili artefici della soppressione di un personaggio che si rendeva sempre più importante e seriamente incomodo. La gente di Pizzo racconta che di notte si sentono rumori di catene nella navata della chiesa come se lo spirito di Murat chiedesse vendetta. Chiesa che è stata vista illuminarsi all’improvviso mentre una voce "dell'oltre tomba" rimbombava all'interno della navata emettendo parole incomprensibili. Ed ancora in quella chiesa una donna affermò di aver visto il fantasma di Murat coperto di ermellino aggirarsi nell'aria. Infine gli abitanti del posto asseriscono che per un lungo periodo di anni, alla stessa ora e allo stesso giorno quando la flotta del Re era stata sorpresa dalla tempesta, uno strano fenomeno atmosferico si verificava puntualmente con lampi e tuoni: era "a tempesta i Giacchinu".
E di recente lo svolgimento a Pizzo del processo per scagionare la gente del luogo dei fatti che videro Murat soccombere davanti al plotone di esecuzione sugli spalti del Castello. Il 9 luglio scorso una "Corte di Assise" composta da autentici giudici e magistrati, dopo la celebrazione del processo che vedeva nei banchi d'accusa l'intera cittadinanza per averlo catturato ed ucciso, ha emesso il verdetto di assoluzione. I Pizzitani ora si augurano che tale sentenza metterà fine alla maledizione che per due secoli ha perseguitato Pizzo e la sua gente.
Neppure TropeaMagazine vuole sottrarsi dal commemorare la figura di Re Gioacchino e lo fa in maniera del tutto congeniale al taglio editoriale della Rivista passando la parola ad uno storico tropeano di grande spessore apprezzato in tutto il Regno di Napoli: Antonio Pandullo, che ci racconta in un saggio del 1858 gli ultimi giorni della vita di Murat: L'ultimo fato di Gioacchino Murat.

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Antonio Barone promoter turistico della Città di Tropea

(S. Libertino) La sua opera più famosa è sicuramente la 'Vita di Santa Domenica' del 1690, di cui due anni dopo se ne stampò una nuova edizione. Ed è di tale opera che abbiamo voluto trascrivere di seguito la prefazione perchè merita di essere conosciuta non solo per ammirare la vastissima cultura ed il marcato spirito patriottico di Padre Antonio ma perchè lo stralcio in argomento si identifica con il più antico documento, mai pubblicato da un tropeano, che passa in rassegna i più svariati segmenti che compongono la storia di Tropea, dalle origini della Città ai cenni, talvolta molto approfonditi (vale per il Cardinale Lauro), sugli stessi tropeani che si distinsero nei vari campi dell'arte, della filosofia, della scienza, della letteratura, della medicina, ecc.
Dopo aver esaminato le varie versioni delle origini della Città, il Barone avvia un excursus indicando al lettore i più illustri figli di Tropea. Vengono fuori i nomi dei Vianeo, dei Buongiovanni, dei Dardano, ma anche del giurista Ottavio Glorizio, del filosofo Agostino Nifo, del condottiero Gaspare Toraldo, del cardinale Vincenzo Lauro...
Ma il crescendo del patriottismo di Padre Antonio tocca il livello più alto nelle ultime cinque pagine della prefazione, quando l'Autore descrive il sito di Tropea con impareggiabile trasporto poetico ed altrettanto orgoglio tropeano. E qui che Padre Antonio Barone si scopre un bravo poeta e un convincente "promoter" turistico della sua terra.
Tropea appare come una donna che si immerge nelle limpide acque del mare, impreziosite dai coralli, e vi si specchia mentre Capo Zambrone e Capo Vaticano protendono le loro braccia fino a sfiorarle i fianchi proteggendola.
E che dire delle delizie di Tropea che allietano le tavole dei buongustai: olio, vino, agrumi, frutta. E dell'amenità dei suoi giardini. E della fraganza dei limoni. E del dolcissimo cielo. E dell'aere ai corpi dei viventi tanto salubre. E guardando dalle case adagiate sulla rupe che sprofonda nel cristallino mare, dello spettacolo offerto dai pesci che si contendono l'esca, e trescano, e vi s'azzuffano e poi, una volta pescati dalle finestre delle stesse abitazioni, continuano a dare spettacolo di sè sulla tavola dei tropeani.
Ed ancora quì, a Tropea, non osa darsi veder l'Inverno, che travestito: cioè, tutto in habiti da Primavera. La State ha seco sempre il fresco corteggio di venticelli gentili, che a rinfrescare i troppi suoi calori, continuo soffian di mare. Saporitissimi v'ha i suoi frutti l'Autunno, nei parti suoi fecondissimo, e singolarmente nell'uve.

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In Calabria. In giro su le rovine del terremoto

(S. Libertino) L'8 settembre 1905 una immane tragedia colpiva la Calabria. In pochi secondi interi paesi sono stati distrutti da una tremenda scossa sismica, gettando nella più cupa desolazione l'intera popolazione. E tanto più tremendo fu l'esito di quell'intensa scossa se si tiene conto che essa avvenne nel cuore della notte, alle due e quarantacinque, sorprendendo senza possibilità di scampo nel sonno la massima parte della gente!
Nei confronti del popolo calabrese così martoriato scattò spontanea in tutto il mondo una enorme manifestazione di solidarietà che, attraverso la costituzione di Comitati, contribuì in modo determinante alla ricostruzione dei paesi colpiti dalla grave sciagura.
Le maggiori testate nazionali ed estere, le industrie, i ministeri, gli enti, semplici cittadini aprirono sottoscrizioni dovunque. Il Papa dispose a sostegno dei danneggiati la ripartizione di un'ingente somma. I governi di tutto il mondo inviarono aiuti di ogni genere. I grandi dello spettacolo non si sottrassero alla grande gara di solidarietà: Caruso e la Duse che si trovavano a Parigi promossero una serata pro Calabria. La stessa Regina volle donare 50.000 lire. Sui luoghi di un macabro scenario, nei giorni successivi al sisma, si aggirarono scienziati, scrittori, giornalisti, tecnici, politici. Lo stesso Re volle visitare i paesi più colpiti.
Tra questi vi fu anche Rocco Cotroneo, al seguito del Cardinale Gennaro Portanova, Arcivescovo di Reggio Calabria, al quale Papa Pio X aveva chiesto una relazione sulle conseguenze e sui danni prodotti dal terremoto.
Cotroneo visitò in prevalenza i paesi della provincia di Catanzaro e della parte settentrionale di quella reggina.
Il diario giornaliero di ciò che lui, testimone oculare, andava annotando, costituisce ancora oggi un importante documento storico di rilievo socioculturale su quella gravissima catastrofe.
Trascriviamo la parte del diario, dei giorni 18,19 e 20 settembre, poco più di una settimana dopo l'evento sismico, riguardante la visita del Cardinale Portanova alle città di Tropea, Parghelia, Fitili, Gasponi, Drapia e Caria. L'8 settembre 1905 una immane tragedia colpiva la Calabria.

T E R R E M O T I !!



Il Prof. Antonio De Luca

Un nuovo Blog tutto da scoprire che parte
dal 'glorioso tonfo' della Battaglia di Lepanto

(S. Libertino) A sorpresa il Prof. Antonio De Luca esordisce sulla Rete in un Blog tutto suo, con un saggio inedito che conferma ancora una volta la forte indole di polemista, oltre quella di storico, politico e filosofo che lo ha sempre contraddistinto e accompagnato nei suoi scritti e durante le sue affollate e movimentate conferenze. In questa nuova veste, il Professore De Luca ha sorpreso gli amici e tutti quelli che lo conoscono perchè è un uomo che difficilmente si lascia attrarre dalle tecnologie moderne non possedendo - per libera scelta - nemmeno un cellulare, che non saprebbe in alcun modo far funzionare. E poi a cosa servirebbe il cellulare se chi lo conosce sa dove poterlo incontrare, al Café de Paris, a casa o sull'orto dove tra una ricerca, un pensiero ed uno scritto, vede crescere la sua cipolla rossa di Tropea che amorevolmente alleva come una sua creatua 'la più bella, buona e dolce di tutto il territorio'.
Come ogni Blog che si rispetti il sito ha un titolo 'Tropea Marzo 1928 - Territorio e Società' con un avviso perentorio ai naviganti che si imbattono nel suo approdo sicuro e confortevole durante le loro scorribande accolti dal benevolo saluto di benvenuto di un rassicurante comandante:
'Benvenuti. Questo blog presto si riempirà di interventi che verteranno sullo scontro di religione prima e dopo la battaglia di Lepanto e dello scontro all'interno dell'islamismo e del cristianesimo che invocano lo stesso Dio Allah. Si parlerà del criminale trattamento economico che la classe politica tutta riserva a se stessa e a tutti i suoi clienti gradi e piccoli a spese degli italiani che hanno una pensione di 500 euro.'.
Poi una massima lapidaria e significativa 'Va il pensiero libero sugli appunti sparsi da sempre nella MEMORIA dove soltanto essi possono stare in libertà' introduce i lavori.
Non ci vogliamo soffermare su quanto il Professore De Luca ha scritto e pubblicato. Al riguardo, invitiamo il navigante/lettore di scoprire piacevolmente - magari a piccoli dosi - il suo pensiero storico filosofico, lasciandosi prendere per mano in un itinerario che parte da lontano, dalla Battaglia di Lepanto.
Il Professore De Luca, figura ieratica e conosciutissima del mondo culturale tropeano, è autore del lavoro teatrale 'Tropea, correva l'anno 1612...' sulla vicenda legata alla vendita della Città al Principe di Scilla don Vincenzo Ruffo e di numerosi saggi storici come 'Itinerari delle Torri Costiere tra il Mesima e l'Angitola', 'Santa Domenica di Tropea', e 'La Possanza di Tropea - Il Principe e l'Architetto', pubblicato da TropeaMagazine.
Buon vento e buona navigazione a tutti!

Il nuovo Blog del Prof. Antonio De Luca

La Possanza di Tropea - Il Principe e l'Architetto del Prof. Antonio De Luca



Tropea 9 settembre 1921. Insediamento nella sede vescovile cittadina di Mons. Felice Cribellati

Un portale dedicato ai 'Figli della Divina Provvidenza' ci ricorda tre amatissime figure legate alla Città di Tropea: Felice Cribellati, Giulio Spada e Mario Lo Torto

(S. Libertino) Voglio segnalare un portale dedicato ai 'Figli della Divina Provvidenza' dove si possono leggere le monografie di due orionini: il Vescovo Felice Cribellati e il tropeano don Mario Lo Torto.
Felice Cribellati era nato a Staghiglione (Pavia) il 25 maggio 1885. Ordinato il 21 settembre 1907, fu eletto Vescovo il 9 giugno 1921 e consacrato dal Cardinale B. Pompili il 29 giugno 1921, ha preso possesso delle Diocesi di Nicotera il 7 settembre e di Tropea il 9 settembre 1921. Il 1° febbraio 1952 morì a Tropea e fu sepolto in Cattedrale. Dalla morte di Cribellati all'ingresso del successore Agostino Saba fu Amministratore Apostolico il Vescovo di Mileto ENRICO NICODEMO, dal 1952 al 1953.
Don Mario Lo Torto insieme ai novizi a BonouaDon Mario Lo Torto era nato a Tropea il 23 maggio 1935. Apparteneva alla Delegazione 'Notre Dame d'Afrique' (Bonoua). Si spense il 22 settembre 1996 a Reggio Calabria. Riposa nel cimitero di Tropea.

Era un ragazzo borghitano che alla fine degli anni quaranta giocava scalzo davanti al Corallone, dove abitava la sua famiglia. In quella strada ogni giorno vedeva passare due persone che accompagnava con lo sguardo fino a quando sparivano nella salita di via Regina Margherita per andare verso il seminario. Erano due Orionini: il Vescovo Felice Cribellati e Don Giulio Spada, suo segretario. In quel periodo Mario aveva deciso di farsi prete e per questo frequentava da chierichetto il vicino Convento. Ma i francescani Don Giulio Spada non lo accettarono perchè era malfermo in salute. Aveva provato a fare domanda ai Camboniani ma la risposta era stata negativa per mancanza di posto. Aveva escluso il seminario perchè sentiva di aver bisogno di altra aria. E finalmente si volle confidare con Don Giulio che proprio allora era tornato dalla missione di Albania ed assegnato alla diocesi tropeana. E fu lo stesso Don Giulio che lo adottò nella parrocchia del Rosario e nell'oratorio sotto l'episcopio. E fu così che Mario di lì a poco, grazie a Don Giulio, si arruolò nella compagine di Don Orione. Partì a Roma, entrò in collegio, studiò, fu ordinato sacerdote, andò in Africa, nella Costa d'Avorio, a costruire la speranza.

Stranamente, nel portale dei Figli della Divina Provvidenza, non figura il nome di don Giulio Spada, anche lui Orionino e anche lui legatissimo alla Città di Tropea. Ho scritto al responsabile del sito per colmare la lacuna.
Non sarebbe malvagia l'idea di dedicare una strada cittadina a Felice Cribellati, a Giulio Spada e a Mario Lo Torto. A Giulio Spada è intitolato il Gruppo scautistico 'Tropea I' dell' A.G.E.S.C.I.

Felice Cribellati Mario Lo Torto Giulio Spada Ricordo di don Mario




E' in sito 'Cronache Aramonesi' di Giugno '08

E' sul sito aramoni.it il nuovo numero di 'Cronache Aramomesi', periodico di informazione, politica a cura del Centro Studi Umanistici e Scientifici Aramoni, di G. Raffaele Lopreiato. La testata, che si stampa anche su carta dal 2005, si occupa preminentemente della comunità zambronese.

Cronache Aramonesi Gen. '08


The Beatles Songs in Tropean Slang
Ovvero
Le Canzoni dei Beatles in Dialetto Tropeano

(S. Libertino) L'antologia era stata pubblicata in uno dei primissimi siti sui Beatles in circolazione non solo in Italia, inaugurato a Tropea, con la presenza del sindaco Gaetano Vallone, ad agosto del 1997 - con tanto di locandina - con una festicciola a Largo Migliarese, di cui lo sponsor più generoso era stata la pasticceria di Paolo che aveva messo a disposizione una grandiosa torta con l'effigie di John, Paul, George e Ringo. Il sito si appoggiava al portale tropeano 'tropea.it', all'epoca forse il primo in Calabria.
Il sito, prodotto da TropeaMagazine, da qualche anno non è più alimentato ma ancora tiene duro nella classifica d'eccellenza dei siti dedicati ai quattro ragazzi di Liverpool ed al Meseybeat, il movimento musicale che fece nascere in Europa una robusta risposta all'impero americano affermatosi negli anni Cinquanta nel campo del Rock.
Moltissimi navigatori di ogni parte del mondo, semplici curiosi, accaniti collezionisti e sostenitori dei Beatles, chiedono ancora il CD delle canzoni dei Beatles in dialetto tropeano. CD mai esistito.



I brani dell'antologia:

Pi' Piaciri (Please Please Me)
Ja Ti Voli (She Love You)
Dassa Iri (Let It Be)
'U Paecu Subba 'A Muntagna (The Fool On The Hill)
Aiutu! (Help!)
Noricea (Eleanor Rigby)
Gnura Madonna (Lady Madonna)
Terri di Fraguli Pi' Sempi (Strawberry Fields Forever)
'Ncè Na Vanda (There's A Place)
Aieri (Yesterday)
Lignu Nurvigisi (Norvegian Wood)
E Jeu 'Nci Vogghju Beni (And I Love Her)
Nun Mi Poti Accattari L'Amuri (Can't Buy Me Love)
Figghjolea (Little Child)
Magicu Viaggiu Du Misteru (Magical Mistery Tour)
Mannaia! (Misery)
Staju Perdendu (I'm A Loser)
Picchì Nun 'Ndi Pigghjamu 'Nmenzu A Strata? (Why Don't We Do It In The Road?)

The Beatles Songs in Tropean Slang

The Beatles by Salvatore Libertino



Chiesa del Convento. La Madonna della Sanità, che Giovanni Angelo d'Amato
dipinse nel tardo cinquecento, e lo squarcio che attraversa la parte bassa della tela


Attentato al bene artistico più rappresentativo di Tropea

(S. Libertino) Sono stati scoperti dal sottoscritto il 25 luglio 2005, alle ore 0930 antimeridiane, gli effetti di un vile attentato ai danni della tela più rappresentativa dei beni artistici di Tropea: la Madonna della Sanità, che Giovanni Angelo d'Amato dipinse nel tardo cinquecento, conservata nella Chiesa omonima del Convento dei FF. MM., già dei Cappuccini.
Lo squarcio, provocato volutamente dall'attentatore, che si è servito di un corpo appuntito, attraversa la parte bassa della tela compresa tra le lettere che compongono la firma dell'autore (IO ANGLO DE AMATO PI. (NXIT)) e lo stemma nobiliare dei Tranfo, famiglia tropeana committente dell'opera. La linea tracciata ha inizio con un grosso foro prodotto dalla forza impressa dalla punta dell'oggetto usato, e percorre un tratto di almeno 40 cm. fino ad arrivare nella parte dove è dipinto lo stemma.

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Domenica del Corriere 1 ottobre 1905.
A. Beltrame: A Parghelia una bambina viene tratta in salvo
dalle macerie dopo 96 ore di seppellimento.


Il miracoloso salvataggio di Maria Antonietta Colace

(S. Libertino) Il salvataggio di una bambina di sei anni, Maria Antonietta Colace, in una Parghelia devastata dal tremendo terremoto dell'8 settembre 1905, fece molto scalpore non solo in Italia. Se ne occuparono tutti i giornali e persino la Domenica del Corriere volle dedicare il paginone a colori vergato dal magico pennello di A. Beltrame. Una storia che commosse il mondo e che diede una flebile speranza di vita alla gente distrutta dal dolore per i gravissimi lutti subiti.
Ed ecco il cronista del popolarissimo giornale che da la notizia, aiutato ovviamente dall'immagine di Beltrame, mirando al cuore dei lettori. E riesce perfettamente nell'intento anche quando i giornali televisivi ai quei tempi erano davvero lontani anni luce.

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Vaticano. Cappella Sistina. Michelangelo: Giudizio Universale. Particolare: La barca di Caronte

La traduzione latina di Giuseppe Toraldo del Canto terzo dell'Inferno

(S. Libertino) Sicuri di fare cosa gradita agli estimatori della lingua latina e delle cose belle tropeane, riportiamo della traduzione dantesca di Giuseppe Toraldo una significativa quanto appassionata prova d'autore: il III canto dell'Inferno. Siamo in condizione di farlo perchè abbiamo reperito i preziosi componimenti del latinista tropeano apparsi su "Alma Roma".
Sarebbe forse improprio parlare di traduzione e non di interpretazione. Il Toraldo infatti non si limita a traslare in lingua latina supinamente il verso dantesco ma una volta impossessatosi di questo con grande autorevolezza e dopo aver colto e assimilato quel linguaggio già essenzialmente contenuto in eleganti terzine, dimostra la capacità di condensarlo, quando gli è possibile, in armoniosi e ritmici distici elegiaci (due versi). Ecco la forza del tropeano che riesce a convogliare il linguaggio del sommo poeta toscano in brevi parafrasi dando libero sfogo al magico estro e all'irrefrenabile impeto compositivo attraverso una singolare ma efficace creatività poetica.
Abbiamo voluto affiancare il testo latino di Padre Giuseppe a quello originale di Dante per far assaporare al lettore le interessanti quanto affascinanti acrobazie del latinista quando lo si vede avvicinare il più possibile, in senso di rispetto, alla struttura dantesca, fondendo talvolta il verbo latino con quello originario italiano, o quando allontanandosene, per nulla intimidito, lo si avverte assorto e intento a seguire la propria ispirazione poetica riposta nell'anima nei sentimenti più profondi di artista.
Ci sembra, infine, che il Toraldo si trovi maggiormente a suo agio nel mondo dantesco, sia nella lingua sia nella metrica, quest'ultima più disponibile ad essere modellata in distico elegiaco, contrariamente alle scelte praticate da altri autori che si sono cimentati con la traduzione della Commedia i quali hanno preferito l'armoniosa cadenza del solenne esametro.

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Tropea. Via Roma. Chiesetta di S. Lucia e del Monte di Pietà

La custodia dei beni culturali

(S. Libertino) Non occorre aggiungere altro a quello che esprimono queste immagini. Si commentano da sole. Poco importa o nulla che dietro quel muro dell'antica chiesetta del Palazzo del Monte di Pietà di via Roma ci siano gli affreschi quattrocenteschi che Pasquale Toraldo commenta con passione e orgoglio tropeano. Poco importa o nulla che quel muro, ormai inondato di umidità, porta, all'interno della chiesetta, su una sottile patina di calce gli antichissimi affreschi ormai consunti - quasi illeggibili - ma citati da tutte le guide locali quale vanto dell'arte tropeana.
E tutto questo per un tubo verticale di gronda spezzato e mancante del segmento terminale che condurrebbe il percorso dell'acqua fino alla pavimentazione stradale. Colpa di un getto d'acqua piovana che batte continuamente contro la parete provocandovi una profonda lacerazione e un grande alone di pudrida muffa, e che costituisce minaccia costante per i beni artistici della chiesetta, al cui piano nobile recentemente si è insediato - ironia della sorte - il Museo diocesano. Per un pezzo di gronda che manca da un anno e mezzo. Solo per un pezzo di gronda che non c'è.

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Tre tartarughe marine tornano in libertà

(S. Libertino) Ancora una volta la collaborazione e il perfetto coordinamento tra vari enti (Capitaneria di Porto, Guardia di finanza, WWF Calabria e Riserva Marina di Capo Rizzuto) ha dato i suoi frutti, consentendo a tre individui di Tartaruga marina "Caretta caretta" di riacquistare la libertà.
Le operazioni di rilascio in mare hanno coinvolto unità navali sia della Capitaneria di Porto che della Guardia di Finanza di Vibo Marina, sotto la supervisione degli esperti del Progetto Tartarughe del WWF, che da oltre venti anni operano sul territorio in operazioni di tutela di una specie minacciata e protetta dalle norme nazionali ed europee.
I primi due esemplari, due giovani di circa 40 cm di carapace, sono stati rimessi in libertà nelle acque antistanti Vibo Marina in occasione dell'operazione "Fondali puliti" organizzata nei giorni scorsi dalla locale Guardia Costiera e che ha visto la partecipazione di sub provenienti da diverse località della Calabria e anche da Messina. La prima delle due "Carette" era stata recuperata dal WWF a Nicotera Marina nei mesi scorsi grazie alla segnalazione di un cittadino del luogo e subito inviata al Centro Recupero della Riserva di Capo Rizzuto per la rimozione di un amo da palamito.
Identica destinazione era toccata all'altro esemplare, recuperato da un pescatore a Gioia Tauro e consegnato al WWF dalla Guardia di Finanza della città pianigiana a causa di un generale stato di deperimento che le impediva di immergersi.

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Angela NapoliAngela Napoli:
lotta alla 'ndrangheta in Calabria

(IMGPress - 24/06/2008) - Ai ministri dell’Interno e della Giustizia per sapere –premesso che: per troppi anni è stata sottaciuta la potenzialità della ‘ndrangheta nella provincia di Vibo Valentia , il ché ha consentito agli uomini delle cosche mafiose di ingigantire il rispettivo impero economico, di divenire dominatori del territorio e di inserirsi nelle varie istituzioni e negli appalti pubblici; da quando, nel 2003, la delega della DDA di Catanzaro per il territorio Vibonese è stata affidata al Magistrato Marisa Manzini , la stessa non solo ha proseguito il lavoro della dottoressa Nobile, ma ha avviato importanti indagini e processi giudiziari che hanno assestato duri colpi alla criminalità organizzata di quella provincia; in particolare, grazie al processo “Dinasty”, scaturito proprio dal coraggioso lavoro della dottoressa Manzini, già con sentenza della Cassazione, e per la prima volta, è stata sancita l’esistenza di un’associazione mafiosa nei confronti del clan Mancuso di Limbadi, conosciuto in tutto il territorio nazionale e internazionale per la sua potenzialità economica e militare; e ancora, l’operazione “Rima” che, con sentenza del 2006, ha riconosciuto l’esistenza della cosca mafiosa Fiarè di San Gregorio d’Ippona; l’operazione “Odissea” che, con sentenza del 2008, ha riconosciuto l’esistenza della cosca mafiosa La Rosa di Tropea; l’operazione “Domino” che, con sentenza del 2008 ha riconosciuto l’esistenza della cosca mafiosa Mamone di Fabrizia; E’ in corso il processo relativo all’operazione “New Sunrise “, nell’ambito del quale sono tutt’ora detenuti numerosi imputati presunti di appartenenza alla cosca Lo Bianco di Vibo Valentia; E’ tuttora in fase di indagini il procedimento relativo all’operazione “ Uova del Drago” per la quale sono state emesse ordinanze di custodia cautelare a carico di presunti appartenenti all’organizzazione mafiosa “Bonavota” di Sant’Onofrio; il tutto a dimostrazione della pesante presenza della ‘ndrangheta nel vibonese e della sua pervasività in quel territorio; quanto sopra esposto è, solo in parte, frutto del lavoro del Magistrato Manzini ed evidenzia i pericoli che incombono sulla stessa, peraltro già messi in atto con minacce anonime telefoniche, con movimenti sospetti di autovetture nei pressi dell’abitazione, con proiettili lasciati al cancello dell’abitazione e altro; nel giugno 2007, per quanto sopra, alla dottoressa Manzini è stato potenziato il grado di protezione, proprio in considerazione del pericolo incombente sulla sua persona; nel maggio 2008 i Carabinieri di Vibo Valentia hanno segnalato di aver avuto notizie circa l’intenzione di programmare un attentato nei confronti della dottoressa Manzini, notiziata, altresì, di conversazioni astiose nei suoi confronti intervenute tra appartenenti alle principali cosche ‘ndranghetiste del vibonese; il 3 giugno 2008 gli uomini della scorta della dottoressa Manzini avevano ricevuto disposizioni, da parte del loro ufficio, di elevare il grado di attenzione per i pericoli incombenti; il 17 giugno 2008 il Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica di Catanzaro, su proposta del Procuratore Generale, ha, invece, ridotto il livello di protezione assegnato alla dottoressa Manzini; l’interrogante trova davvero preoccupante tale decisione, non solo per i pericoli già a conoscenza del Magistrato in questione, ma anche perché solo pochi giorni fa, così come denunziato in altri atti ispettivi, presentati il 21 maggio 2008 n. 4-00151 e il 5 giugno 2008 n. 4-00278 il territorio vibonese ha assistito a scarcerazioni facili, per via del patteggiamento nei processi di Appello, di grossi boss della ‘ndrangheta vibonese; la riduzione del livello di protezione alla dottoressa Manzini, ha già creato vivo allarme nei vari testimoni di giustizia, che stanno testimoniando contro gli uomini delle cosche vibonesi implicati nei vari processi dove il Magistrato svolge le funzioni di PM: quali urgenti iniziative intendano assumere al fine di garantire la dovuta protezione al Magistrato Marisa Manzini e per evitare che venga sminuita l’attuale necessaria attività di contrasto alla criminalità organizzata vibonese.

Il Blog di Angela Napoli per il Risveglio ideale...




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