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Formazione socio-politica: due giorni di dibattiti a Tropea
(giornaledicalabria.it) “È decisamente riuscita la due giorni a Tropea della scuola di formazione socio politica 'Per un nuovo rinascimento della Calabria' ”. Lo si legge in una nota diffusa dall’eurodeputato del gruppo Alde Beniamino Donnici, promotore dell’iniziativa.
“Nel suggestivo convento dei frati francescani - è scritto nella nota - 45 studenti provenienti da ogni parte della Calabria, amministratori pubblici dei più importanti enti della regione, politici, noti avvocati e intellettuali si sono confrontati dapprima per un’analisi del voto politico di aprile e poi per affrontare il tema “caldo” della due giorni, cioè il “Federalismo fiscale, da incubo ad opportunità per la nostra regione”, tavola rotonda che ha animato senza dubbio il dibattito”.
Ospite d’onore la delegata del gruppo dei liberaldemocratici Alde in Parlamento europeo, Ursa Pondelek, che ha relazionato sulle esperienze decisamente positive e “solidali” che diversi Paesi dell’Unione hanno conosciuto proprio grazie al federalismo fiscale. Decisamente più analitico e preoccupato l’intervento del docente Unical Comite, secondo il quale e grazie ad uno studio appropriato, il federalismo fiscale gioverebbe per quasi mille euro pro capite agli abitanti del Nord. 300 euro circa la spesa pro capite in più per i cittadini settentrionali a fronte di un risparmio fiscale di circa 700 euro. Per l’antropologo Minervino il federalismo
fiscale non mina assolutamente la tenuta del sistema Paese, troppo forte e radicata la nazionalità del Sud che anzi potrebbe trovare giovamento in prospettiva dalla presa di coscienza di una maggiore responsabilità. Forte e anche polemico poi l’intervento di De Masi, l’imprenditore della Piana di Gioia resosi noto al grande pubblico per le sue ostinate battaglie contro lo strapotere dei grandi gruppi bancari del Nord. Per De Masi, che ha trascinato in tribunale alcuni istituti di credito, il federalismo fiscale è a conti fatti e soprattutto per le ragioni che lo introducono una “iattura” in questo momento. Esageratamente povero il tessuto calabrese
per reggere subito la sfida ma inevitabilmente, secondo l’imprenditore, se un’adeguata classe dirigente politica riuscirà finalmente ad imporsi, l’imprenditoria sana e onesta della regione potrebbe prendere il sopravvento e trascinare la risalita.
Le conclusioni del dibattito sono state affidate al fondatore della scuola di formazione, l’eurodeputato Beniamino Donnici, che nel suo intervento ha ribadito quanto fosse inadeguata l’attuale “regnanza” politica della Calabria, capace di isolare da tutti i contesti economici la produttività della regione salvo poi presentarsi col cappello in mano nelle stanze romane.
Il Blog di Donnici
(lug. 2008)
Visioni, un corto del reggino Filippo Mammì, senza fine e senza inizio che diventa
interminabile
I protagonisti del film 'Visioni' Fabrizio Calzolaio e Eleonora Baliani (foto di scena) e il regista Filippo Mammì ripreso al Cafè de Paris di
Tropea
(F. Vallone) 'Visioni' è un cortometraggio molto particolare del giovane regista reggino Filippo Mammì. Nato nella città dello stretto nel 1981, Mammì vive ed opera tra Reggio Calabria, Tropea e la Capitale
dove è regista e sceneggiatore. Sul campo ha avuto svariate esperienze, da figurante in trasmissioni televisive Rai e Mediaset, a segretario d'edizione e aiuto regista, da comparsa in "Gente di Mare" ad
assistente alla regia in altri lavori cinematografici. Un esperto quindi e un grande appassionato di cinema, e si vede dal linguaggio, dalla ritmica e dalla punteggiatura che usa, che con il corto "Visioni" entra a
pieno titolo nel professionale
presentandosi con una storia, un personaggio e un profondo viaggio introspettivo. Un itinerario tortuoso nelle proprie paure, in quelle più intime, violate dalla gelosia, dal terrore della fine, dell'abbandono. È un
viaggio, dicevamo, che inizia con la stessa scena che avrà la parola fine. Quattro spari, quattro colpi di pistola in rapida successione che aprono e chiudono il film. Sono gli stessi identici spari ed è lo stesso
nero assoluto che apre e chiude il racconto. Si apre con il racconto di un racconto-confidenza il cortometraggio di Filippo Mammì, una sorta di sfogo con un amico che poi diventa 'l'altro' inaspettatamente,
improvvisamente,
irrimediabilmente. Una storia, come tante, di un amore a due che finisce e diventa a senso unico senza motivi apparenti ed evidenti, così come accade nella vita reale. Nessuna spiegazione razionale
all'abbandono, solo scuse, richieste di tempo e periodo di riflessione. Nel personaggio entra un io che si materializza. Un fantasma che prende corpo ed un viso, un ragazzo che parla facendosi vedere,
provoca, poi sparisce e riappare. Il finale a sorpresa chiarisce e scurisce improvvisamente la traccia con un fondo di nero e i quattro colpi di pistola, incontrandosi con l'inizio del film e della storia che in
questo modo, come in un circolo vizioso,
può ricominciare eternamente, infinite altre volte ancora. O forse fino a quando la ragione non scopre che sono solo e semplici 'visioni'.
Un bravo meritato al giovane regista Filippo Mammì per la sua opera prima e per tutti gli attori dell'opera. Indovinate le musiche fatte eseguire appositamente per il film da Anna Mammì e le scelte su
Beethoven e Chopin. Il corto è interpretato da Fabrizio Calzolaio, Eleonora Baliani, Andrea Pasquettini, Deborah Romagnolo, Riccardo Tamburini e Paolo Frega, direttore della fotografia lo stesso Paolo
Frega con l'assistenza di Angela Di Sante, montaggio di Francesco Fausto, il soggetto è di Danilo Saddi e la sceneggiatura di Filippo Mammì e Alessio Innocenzi. Organizzazione generale del film di Stefano
Zito.
'Visioni', il film sul web
La recensione del film su 'Calabria Ora' e amicidellacalabria.blogspot.com
filippo.mammi@inwind.it
(lug. 2008)
Presentazione del libro 'Gli elementi di filosofia di Pasquale Galluppi fra ragione teoretica e metodologia storica'. La messa
in web della manifestazione
(S. Libertino) Nel 2007 è stato pubblicato da Rubbettino, Soveria Mannelli, il volume che raccoglie i contributi presentati e discussi durante i lavori del V Convegno di Studi Galluppiani,
organizzato dall'Università degli Studi di Napoli "Federico II" e dal Centro Studi Galluppiani di Tropea, svoltosi a Tropea e a Drapia tra il 23 e il 25 ottobre 2003 e intitolato "Gli 'Elementi
di Filosofia' di Pasquale Galluppi. Fra ricerca teoretica e metodologia storica". L'importante pubblicazione è curata da Simona Venezia del Dipartimento di Filofosia dell'Università di
Napoli 'Federico II'.
Il volume era già stato presentato a Napoli da Giuseppe Cantillo, Fabrizio Lomonaco e Simona Venezia giovedì 13 dicembre, alle ore 1000 nella sede dell'Accademia di Scienze Morali e
Politiche della società nazionale di Scienze, Lettere ed Arti in Napoli (via Mezzocannone, 8).
Il convegno del 2003 non ha rappresentato soltanto un’occasione di incontro per gli studiosi galluppiani, utile a fare il punto delle ricerche sul lavoro del pensatore tropeano, ma è stato
animato dalla volontà di non limitarsi a un mero intento documentaristico o repertoriale sulla sola figura di Galluppi, magari con il fine di aggiornare e diffondere lo stato degli studi che
alcuni ricercatori italiani stanno portando avanti in questi ultimi anni.
Obiettivo del convegno è stato piuttosto quello di sviluppare le ricerche seguendo una prospettiva teoretica, mettendo in discussione problematicamente le posizioni del filosofo e facendo
fruttuosamente interagire la sintesi critica e sistematica che della storia della filosofia moderna è presente nella sua opera con le sue proposte più nuove. Al lettore risulterà chiara fin dalle
prime pagine la duplice funzione di questo volume: introdurre all’opera galluppiana quanti non la conoscessero, con dovizia di riferimenti ipertestuali, di contestualizzazioni bibliografiche e
di accenni all’ambito storico-sociale del tempo, e contemporaneamente accompagnare nell’approfondimento quanti intendessero scandagliare i molteplici specifici aspetti che tale opera in
sé racchiude.
Continua
ARGOMENTI CORRELATI
Intervista al Prof. Rocco Pititto
Pasquale Galluppi
Peppino Lo Cane
(lug. 2008)
Tropea nel Registro della 'Memoria del Mondo' dell'UNESCO
Willem Schellinks. Tropea. 1664. Biblioteca Nazionale Austriaca di Vienna
(S. Libertino) La più antica immagine di Tropea è di un artista olandese, Willem Schellinks, che il 10 dicembre 1664, durante il viaggio di ritorno da Messina a Napoli, fece tappa nel porto di Tropea.
Schellinks, accompagnato da due colleghi inglesi, stava assolvendo a due compiti. Il primo nella veste di tutore ed accompagnatore del tredicenne Jacques Thierry, figlio di un armatore di Amsterdam, sponsor del lunghissimo Grand Tour iniziato quatttro anni prima attraverso Inghilterra, Francia, Germania e Svizzera. L'altro era quello di eseguire la documentazione illustrativa dei luoghi visitati da inserire in un monumentale Atlante per conto di Laurens Van der Hem, avvocato e collezionista di mappe, disegni, carte geografiche, ritrattistica di ogni angolo del mondo finora conosciuto.
Anche se la fermata a Tropea non era in programma, lo Schellinks è rimasto colpito e incantato dalla bellezza immediata del borgo sospeso sulla rupe tra cielo e mare. E non può essere stato che tale fascino ad averlo sollecitato a prendere penna e matita e dedicare qualche ora di lavoro a quello scorcio, visto da Parghelia, che più tardi sorprenderà la sensibilità creativa di una moltitudine di artisti: Henry Swinburne (1780), Alessandro D'Anna (1783), Ignazio Stile (1784), Antonio Berotti (1795), Horace De Rilliet (1852), Teodoro Brenson (1929).
Le animazioni dentro la veduta di Schellinks, tipiche in quell'epoca della paesaggistica all'italiana, danno al disegno un ampio respiro della realtà vissuta dall'artista che ha inteso immortalare la feluca ed i compagni di viaggio intenti sulla spiaggia a preparare da mangiare.
La veduta di Tropea sarà poi scelta da Van der Hem a far parte dei 46 volumi dell'Atlante, unicum oggi custodito nella Biblioteca Nazionale di Vienna. L'area di lavoro del disegno a penna e inchiostro bruno su carta, acquerellato in grigio e marrone, si estende in tre fogli congiunti di carta che unita misura complessivamente 460 X 1045 mm.
Dal 2004 l'Atlante Blaeu-Van der Hem, per gli altissimi meriti culturali, è inserito nel Registro della 'Memoria del Mondo' dell'UNESCO .
La storia affascinante dell'Atlante Blaeu-Van der Hem e dell'artista olandese Willem Schellinks, principale illustratore delle relative Tavole, la potrete vivere su TropeaMagazine.
Willem Schellinks
(lug. 2008)
'XI Rassegna Cinematografica - Estate 2008' di Plurale Femminile
(Plurale Femminile) Dal 1997 Plurale Femminile - Partecipazione & Cambiamento (iscritta alla F.I.C.C. - Federazione Italiana Circoli del Cinema), propone (nell'ambito delle sue attività, come previsto dall'Art. 3 - Punto A dello Statuto) il rilancio della cultura cinematografica a Tropea attraverso la Rassegna Cinematografica Estiva "Teli tra i Cieli" che giunge nel 2008 al suo undicesimo anno.
Anche quest'anno, come già negli ultimi anni, assieme a noi durante la rassegna ci piace siano presenti altre associazioni, queste sono: Azione Donna e Jordanian Women Union che riusciamo ad aiutare con il vostro contributo e Differenza Donna presente alla nostra rassegna con una serie di manifesti sulle sue attività.
Le proiezioni, si terranno nella magica cornice del Teatro del Porto di Tropea , si svolgeranno tutti i mercoledì sera nei mesi di luglio, agosto e settembre e, come per gli anni scorsi, siamo certe di avere un pubblico partecipe e attento.
Continuando la nostra collaborazione con Un Ponte per... e dopo l'incontro avuto a Tropea nell'ottobre 2007 con NADIA SHAMROUK responsabile della JWU , anche quest'anno attraverso il Vostro aiuto, ci piacerebbe poter aiutare quest'associazione che dal 1945 si occupa della condizione femminile nel mondo islamico e con il progetto che abbiamo sostenuto cercherà di estendere le attività della Jordanian Women Union in alcune zone rurali del nord della Giordania, particolarmente povere economicamente e socialmente chiuse.
Già dallo scorso anno avete potuto notare la presenza di Differenza Donna durante la nostra rassegna, cosa che troverete anche quest'anno, con una serie di locandine delle varie manifestazioni e lavori di quest'associazione.
L'Associazione Differenza Donna da oltre 20 anni si occupa di violenza sulle donne ed attualmente gestisce i Centri Antiviolenza presenti sul territorio romano, offrendo a donne di qualsiasi nazionalità, 24 ore su 24, 365 giorni l'anno accoglienza telefonica, colloqui, ospitalità, consulenza legale e psicologica.
Recapiti:
Associazione Differenza Donna 06 6780537
Centro Antiviolenza del Comune di Roma 06 23269049 .
Programmazione Films di
Plurale Femminile - Partecipazione & Cambiamento
F.I.C.C. (Federazione Italiana Circoli del Cinema)
Lezioni di volo di Francesca Archibugi 02 Luglio
La ragazza del lago di Andrea Molaiolo 09 Luglio
Lezioni di cioccolato di Claudio Cupellini 16 Luglio
Caramel di Nadine Labaki 23 Luglio
Onde di Francesco Fei 30 Luglio
Cous Cous di Abdellaif Kechiche 06 Agosto
Il Cacciatore di aquiloni di Marc Forster 13 Agosto
L'amore ai tempi del colera di Mike Newell 20 Agosto
Viaggio in India di Mohsen Makhamalbaf 03 Settembre
B U O N A V I S I O N E !
(lug. 2008)
E' iniziata l'estate rovente tropeana tra telecamere, varchi e multe con foto ricordo a domicilio
Telecamera al varco di Corso Vittorio Emanuele
Prot. N. 16268 del 09.07.08
IL SINDACO
AVVISA
LA CITTADINANZA
CHE in seguito all'ordinanza n. 9 dell'11.12.2007 di divieto di circolazione nel perimetro urbano e nelle zone a traffico limitato, dove vige il divieto di circolazione per tutte le categorie di veicoli, che verrà gestito e controllato per mezzo di controllo sorvegliato da n. 3 (tre) telecamere di ripresa totalmente digitali per l'esecuzione di rilevazione agli accessi di veicoli al centro storico delle sottoelencate vie (come previsto nell'ordinanza citata):
- Via Carlo Toraldo
- Corso Vittorio Emanuele III
- Via Indipendenza
RICHIAMATA l'autorizzazione del Ministero dei Trasporti all'installazione ed all'esecuzione dei tre impianti per la rilevazione dell'accesso dei veicoli alle zone a traffico limitato in corrispondenza dei varchi in entrata di Via Carlo Toraldo - Corso Vittorio Emanuele e Via Indipendenza;
a partire dal presente avviso e cioè dal giorno 09.07.2008 inizierà il preesercizio di durata di 30 giorni dell'utilizzo degli impianti automatici per la rivelazione degli accessi e l'accertamento delle violazioni. In tale fase i varchi di accesso alla ZTL saranno presidiati dalla polizia municipale. In questo periodo di preesercizio le eventuali violazioni della disciplina d'accesso alla ZTL saranno accertate e contestate esclusivamente e direttamente dalla polizia municipale presente ai varchi.
Al termine della fase di preesercizio il Comune di Tropea procederà direttamente alla fase di esercizio ordinario con il dispositivo automatico.
Il presente avviso deve essere affisso ai varchi di cui sopra e negli esercizi commerciali.
Comunicarlo alla Polizia Municipale che si deve attenere a quanto indicato.
Il Sindaco
Dr. Antonio Euticchio
(lug. 2008)
Tartufo di Pizzo e Cipolla di Tropea alla Fiera di Vercelli
I due gioielli del palato mondiale: il tartufo di Pizzo e la Cipolla Rossa di Tropea
(ASCA/11/07) Il Tartufo di Pizzo e la Cipolla rossa di Tropea sbarcano nella pianura padana, alle pendici delle Alpi piemontesi. Dall'11 al 13 luglio, infatti, i due prodotti Igp vibonesi saranno tra i protagonisti di uno dei maggiori eventi fieristici, dedicati al turismo e all'enogastronomia, la mostra-mercato Alpa'a, che si svolge annualmente in provincia di Vercelli, in Valsesia.
Promosso e finanziato dalla Regione Piemonte, l'appuntamento richiama ogni anno centinaia di migliaia di visitatori, che possono cosi' apprezzare ed acquistare i prodotti esposti, punta di diamante delle eccellenze agroalimentari italiane.
Nell'ambito dell'edizione 2008, l'Amministrazione provinciale di Vercelli, che cura insieme all'Ascom l'organizzazione dell'evento, ha ideato il progetto ''Province allo Specchio'', che punta alla creazione di partnership turistico-commerciali con altre amministrazioni italiane, che facciano leva sia sulla risorsa turistica vera e propria che sulla valorizzazione dei prodotti tipici. Tre sono le Province invitate quest'anno: Padova, Messina e, appunto, Vibo Valentia.
A tirare le fila della partecipazione alla fiera e' l'assessore provinciale al Turismo, Gianluca Callipo, che, d'intesa con l'assessore alle Politiche agricole, Damiano Silipo, e in collaborazione con la Camera di Commercio di Vibo Valentia, ha messo a punto i dettagli della partenza della delegazione vibonese. Di questa fanno parte, oltre a Callipo, il presidente del Consorzio gelatieri artigiani di Pizzo, Aldo De Marco, il presidente del Consorzio di tutela della Cipolla rossa di Tropea, Simone Saturnino,
il presidente del Co.G.A.L. Monte Poro, Paolo Pileggi, e il sindaco di Pizzo Calabro, Fernando Nicotra.
Negli spazi espositivi di Alpa'a saranno allestiti tre stand vibonesi, uno dedicato al tartufo di Pizzo, uno alla cipolla di Tropea e un altro di carattere istituzionale, presso il quale sara' possibile acquisire materiale informativo sulle localita' turistiche e sulle tipicita' enogastronomiche nel loro complesso.
(lug. 2008)
Annamaria Piccioni, pittrice folignate, commemorata dalla città di Tropea. Intitolato a lei il concorso "Finestre, balconi e vicoli in fiore"
Mimmo La Torre,
durante la manifestazione del 3 luglio 2008, ricorda la moglie Anna Maria Piccioni (nel riquadro). Di seguito, 'Desolazione', un acquerello della pittrice umbra (collezione privata).
(S. Libertino) La città di Tropea, nell'ambito delle manifestazioni che animano il calendario estivo, ha deciso di commemorare la pittrice folignate Anna Maria Piccioni, recentemente scomparsa.
Lo ha fatto grazie al concorso "Finestre, balconi e vicoli in fiore", giunto alla seconda edizione, da quest'anno intitolato all'artista umbra.
La rassegna mette a concorso tutti i balconi fioriti iscritti alla manifestazione, giudicati e premiati da una giuria presieduta quest'anno dall'architetto Paola Nunzi Rossomando.
La volontà di legare la rassegna floreale alla memoria della Piccioni, la cui carriera scolastica ed artistica si svolse in larga parte proprio a Tropea, si deve all'iniziativa della dirigente scolastica Beatrice Lento. Difatti la kermesse "Finestre, balconi e vicoli fioriti Anna Maria Piccioni - Città di Tropea" nacque in nuce anni fa, ispirata da lunghe e amichevoli conversazioni con la pittrice, nel merito di analoghe rassegne presenti in Umbria (ad iniziare da Spello) ed in Toscana. Così, dopo il successo della prima edizione,
l'amministrazione comunale, l'Inner Wheel, la Fidapa, la Pro Loco hanno raccolto e rilanciato la proposta di istituzionalizzare l'iniziativa, trasformandola in uno degli eventi clou dell'estate tropeana, in ricordo dell'artista scomparsa.
Il concorso si è concluso con una cerimonia di premiazione e commemorazione, tenutasi il 3 luglio scorso nella sala conferenze del monumentale ex convento dei Minimi di S. Francesco, ora Liceo Scientifico "Fratelli Vianeo". All'incontro erano presenti, oltre alla dott.ssa Lento e ad una nutrita rappresentanza di partecipanti e cittadini, anche il Sindaco di Tropea Antonio Euticchio accompagnato da esponenti della giunta comunale, i familiari della Piccioni, i vertici della Pro Loco.
Dopo il saluto ed il personale ricordo espresso dal sindaco Euticchio, la Lento ha ricordato l'impegno speso dalla Piccioni nel promuovere iniziative culturali e di sensibilizzazione. A chiudere gli interventi, il saluto ed il ringraziamento dei familiari dell'artista. E' toccato al coniuge, Domenico La Torre, ricordare la passione della moglie per quella che considerava la sua terra di adozione. A nome dei tanti amici e familiari che hanno preso parte alla cerimonia, ha inteso soprattutto ringraziare la Lento, prima ispiratrice
dell'iniziativa. A lei in particolar modo, ed alla sensibilità espressa dall'amministrazione tropeana, va il ringraziamento di tutta la famiglia.
Per la cronaca, i vincitori del concorso di quest'anno sono nell'ordine:
1° premio: Giuseppe SCHIARITI
2° premio: Gaetana MUSCIA
3° premio: Mimma MESIANO
4° premio: Loredana LA TORRE
5° premio: Avv. Edoardo BARONE, scomparso il 4 luglio scorso.
(lug. 2008)
A Briatico l'antica processione della Madonna del Carmine
Briatico. La Madonna del Carmine in Processione e lo straordinario scenario della Rocchetta.
(F. Vallone) Briatico, paese di mare, e l'eterna devozione a Maria Santissima del Monte Carmelo. Un binomio dalle radici profonde e dall'identità più antica. Infatti, da sempre, il 15 e 16 di luglio di ogni anno il mare antistante Briatico diviene cuore e scenario naturale della processione sull'acqua della Madonna del Carmine. I festeggiamenti di Maria SS.ma del Monte Carmelo sono da sempre una "priorità" della parte del paese abitata dai pescatori e, non a caso, la bella chiesa della Madonna, intitolata "del Carmine" si trova proprio al centro del
loro quartiere, tra Via Carmine e l'antico rione Baraccone costruito subito dopo il febbraio del 1783. La statua della Madonna, allestita con fiori e ghirlande colorate, è portata in processione per tutte le strade, i vicoli e le piazze del paese.
Quest'anno il mare non ha permesso la processione con le barche. Le condizioni del mare erano davvero proibitive e il lungo itinerario è stato simbolicamente solcato sulla costa. Un itinerario inventato e reinventato da generazioni e generazioni di pescatori che in questo modo ringraziano, ripercorrono difficoltà superate, testimoniano la loro religiosità e la loro fede. Il percorso che si delinea sul mare prevedeva il passaggio del festoso corteo, con a capo la grande barca infiorata con la Madonna e un seguito infinito di barche e motoscafi, paranze
e gozzi e gommoni. Il mare di Briatico è segnato da eventi forti che hanno caratterizzato per sempre l'acqua. In questo giorno particolare di mezzaestate, i pescatori di Briatico con la loro Madonna, i padri scalabriniani e tutti i briaticoti e briaticesi che vogliono accompagnare fisicamente o con lo sguardo la Madonna del Carmine, puntano simbolicamente la prua delle loro barche verso Safò e lasciano cadere un fascio di fiori sul luogo dove alcuni anni fa si annegò un loro amico pescatore, poi su un posto dove tanti metri sotto l'acqua, nel blu più
buio, si trova il relitto di un vapore dell'ultima guerra mondiale bombardato con tutto il suo carico di umanità. Infine il lungo corteo di barche si reca annualmente a Sant'Irene ed anche qui si passa su di un luogo segnato da alcuni annegamenti di sub, rimasti incastrati sotto delle rocce durante la caccia alle cernie.
Ma la processione a mare della madonna del Carmine oltre a commemorare questi luoghi tristemente noti vuole essere, ogni anno, prima di tutto festa, ringraziamento e speranza da parte dei pescatori che vivono di mare, per il mare e sul mare. Tante le belle manifestazioni collaterali, il concerto della banda musicale di Limbadi, la coppia di giganti professionali, il concerto di Daniela Greco e la sua band, l'interessante mostra di pittura su vetro di Simona Riga, gli incanti dal palco curati da Antonio Russo e i colorati fuochi d'artificio finali per
riportare il tutto alla normalità del quotidiano vivere.
(lug. 2008)
Salvata tartaruga Caretta caretta di 50 Kg. al largo di Capo Vaticano
(ANSA/21lug) Una grossa tartaruga marina della specie Caretta caretta è stata salvata al largo di Capo Vaticano grazie alla segnalazione di alcuni diportisti. L'esemplare del peso di 50 chilogrammi, che aveva difficoltà a immergersi in acqua, è stata avvistata da un gruppo di diportisti di Tropea, che hanno subito contattato il responsabile regionale del Progetto tartarughe del Wwf, Pino Paolillo.
La tartaruga, lunga 70 centimetri di carapace, è stata issata e portata a bordo della barca del Wwf. Dopo un breve periodo di osservazione nelle vasche allestite presso la Capitaneria di porto di Vibo Valentia, è stata affidata alla Riserva marina di Isola di Capo Rizzuto, dove sarà sottoposta alle cure del caso prima di essere rimessa in libertà nel punto dove è stata recuperata.
''Nonostante i casi positivi - è detto in una nota del Wwf - non accenna a diminuire la strage di tartarughe nei mari calabresi: dall'inizio di luglio, grazie alla collaborazione della guardia costiera e della guardia di finanza, sono pervenute al Wwf 14 segnalazioni riguardanti altrettanti esemplari di tartaruga marina Caretta caretta, di cui otto ormai morte. Il numero dei cetacei morti, però, si pensa sia molto superiore perchè in molti casi le tartarughe vengono abbandonate alla deriva o restano spiaggiate, senza che nessuno segnali nulla''.
''Quasi sempre - aggiunge il Wwf - la causa del decesso e del rinvenimento di animali in difficoltà è da attribuirsi al contatto con sistemi di pesca, in particolare con quello noto come 'palamito' o palangaro, i cui ami innescati, utilizzati per catturare varie specie di pesci, rappresentano un richiamo irresistibile per le tartarughe, che vi rimangono agganciate''. .
(lug. 2008)
Fondi Comunitari: opportunità per la Calabria con particolare riferimento ai comuni del Vibonese. Convegno a Briatico
(F. Vallone) Organizzato dall'Associazione Politica Culturale "Nuove Dimensioni", sezione di Vibo Valentia, della quale è responsabile provinciale Mariateresa Centro, si sono conclusi i lavori del convegno dibattito sul tema dei fondi comunitari, opportunità per la Calabria con particolare riferimento ai comuni del vibonese.
Tanti i presenti che hanno partecipato ai lavori presso la sala conferenze dell'Anap Calabria di Briatico: il presidente della provincia di Vibo Valentia, Francesco De Nisi; il vicepresidente del consiglio regionale della Calabria, Antonio Borrello; la presidente della FIDAPA vibonese, Giovanna Fuduli; il presidente di Vibo Sviluppo, Restuccia; Fabio Foti, presidente provinciale dell'Ordine degli Architetti; Michele Odorizzi presidente delle Cooperative del Trentino oltre a numerosi sindaci del comprensorio e dirigenti di enti locali del vibonese. Relatrice
dell'interessante conferenza, Delly Fabiano, docente dell'Unical, presidente nazionale dell'Associazione "Nuove Dimensioni" ed esperta delle Politiche Comunitarie e della legislazione relativa per poter attingere ai grandi filoni di finanziamento da parte di enti pubblici e soggetti privati appartenenti agli Stati membri.
La Fabiano, già consulente del Ministro per le Politiche Comunitarie, ha poi illustrato ai numerosi presenti l'enorme potenzialità di sviluppo per la comunità vibonese che i fondi comunitari e regionali mettono oggi a disposizione dei sindaci per riportare all'antico splendore le città oramai in degrado perché lasciate per molti anni senza interventi di recupero e modernizzazione. Questi recuperi forniranno certamente alle nostre città, oltre alla riscoperta delle proprie origini, nuove importanti occasioni di occupazione. Così come sarà possibile incentivare
una politica volta a fornire un forte sviluppo delle attività del mondo femminile e di quello giovanile.
"Certamente - ha sottolineato la Fabiano - risultati concreti si possono ottenere se si segue un'ipotesi di lavoro che deve partire dall'analisi del territorio e delle sue necessità e attraverso un'azione ben programmata che possa farci realizzare il fine cui si mira per risolvere i molti problemi dei nostri comuni".
Ad arricchire il successivo dibattito il sindaco di Briatico, Andrea Niglia e il vice presidente del consiglio regionale, Antonio Borrello. A fine lavori la neo presidente dell'associazione vibonese "Nuove Dimensioni", Mariateresa Centro, ha concluso ringraziando i presenti intervenuti per il contributo dato alla riuscita dello stesso convegno ed ha poi preannunciato un'assemblea di tutti gli iscritti alla sede vibonese per "definire ruoli da sostenere in ambito provinciale nell'esclusivo interesse delle popolazioni vibonesi per poter portare a conclusione tutti
quei progetti che saranno approvati da Regione e Comunità Europea".
(lug. 2008)
Salvata tartaruga Caretta caretta di 50 Kg. al largo di Capo Vaticano
(ANSA/21lug) Una grossa tartaruga marina della specie Caretta caretta è stata salvata al largo di Capo Vaticano grazie alla segnalazione di alcuni diportisti. L'esemplare del peso di 50 chilogrammi, che aveva difficoltà a immergersi in acqua, è stata avvistata da un gruppo di diportisti di Tropea, che hanno subito contattato il responsabile regionale del Progetto tartarughe del Wwf, Pino Paolillo.
La tartaruga, lunga 70 centimetri di carapace, è stata issata e portata a bordo della barca del Wwf. Dopo un breve periodo di osservazione nelle vasche allestite presso la Capitaneria di porto di Vibo Valentia, è stata affidata alla Riserva marina di Isola di Capo Rizzuto, dove sarà sottoposta alle cure del caso prima di essere rimessa in libertà nel punto dove è stata recuperata.
''Nonostante i casi positivi - è detto in una nota del Wwf - non accenna a diminuire la strage di tartarughe nei mari calabresi: dall'inizio di luglio, grazie alla collaborazione della guardia costiera e della guardia di finanza, sono pervenute al Wwf 14 segnalazioni riguardanti altrettanti esemplari di tartaruga marina Caretta caretta, di cui otto ormai morte. Il numero dei cetacei morti, però, si pensa sia molto superiore perchè in molti casi le tartarughe vengono abbandonate alla deriva o restano spiaggiate, senza che nessuno segnali nulla''.
''Quasi sempre - aggiunge il Wwf - la causa del decesso e del rinvenimento di animali in difficoltà è da attribuirsi al contatto con sistemi di pesca, in particolare con quello noto come 'palamito' o palangaro, i cui ami innescati, utilizzati per catturare varie specie di pesci, rappresentano un richiamo irresistibile per le tartarughe, che vi rimangono agganciate''. .
(lug. 2008)
Un grande 'cinematografaro', Giuseppe Imineo, all'Anfiteatro del porto
Una suggestiva immagine di Giuseppe Imineo mentre proietta all'Anfiteatro del Porto e Salvatore Libertino, autore di 'Cronaca di un'apparizione' in programma mercoledì 6 agosto con accanto il mitico proiettore 'G. Gentili'
(S. Libertino) Non tutti sanno che l'addetto alle proiezioni dei films della 'XI Rassegna Cinematografica - Estate 2008' di Plurale Femminile all'anfiteatro del Porto è il signor Giuseppe Imineo, famoso 'cinematografaro' del territorio vibonese con cinquantacinque anni ad oggi di rapporto diretto con le immagini in movimento. La prossima volta fateci caso, come si muove 'impacciato' attorno alle nuove tecnologie di proiezione - dvd, registratori, hard disk - lui che anni fa, ai tempi della celluloide, in una manciata di minuti secondi, riusciva a risolvere
i problemi di interruzione della pellicola con gli intrugli di un velocissimo collante o del cambio, da pit stop, dei carboni consumati che mandavano in sofferenza la buona visione del film.
Appassionato di pellicola, di proiettori e attrezzi d'ogni genere e di ogni arnese che hanno fatto la cinematografia ricca o povera, è la memoria storica degli ultimi sessantacinque anni dell'evoluzione tecnica cinematografica, e non solo. Proietta di tutto durante i mesi estivi nelle piazze di mezza Calabria, sia quello che gli si chiede sia quello che lui stesso propone. Delle volte a sorpresa durante le serate e di sua iniziativa suggerisce agli spettatori con successo - immediatamente prima della proiezione del film in programma, come si faceva una volta nelle sale cinematografiche - inediti di antropologia culturale e industriale del territorio che si ritrova nel suo archivio personale.
Qualche anno fa si vedeva andare in giro su un furgone che incorporava il proiettore, la macchina magica da dove usciva fuori il fascio di luce che faceva arrivare sul lenzuolo bianco le immagini in movimento che tenevano per un'ora e mezzo di seguito gli spettatori ancorati alle sedie, portate da casa, e che per molte notti alimentavano i sogni di tutti di cose belle e cattive.
Ora non c'è più bisogno di quel furgone o di quegli enormi proiettori che occupavano il suolo pubblico a pagamento, ora ci sono quelli compatti elettronici attaccati ai pin del dvd player telecomandato a distanza. Ma lui non si è ancora abituato a queste innovazioni e sta sempre attaccato alle nuove macchine pronto ad intervenire per rimediare un eventuale e improbabile inconveniente.
La lunghissima attività di Imineo, che comunque gli ha fatto acquisire una superlativa cultura dell'immagine in movimento, è una forte premessa per la realizzazione del suo sogno che è quello di aprire un museo del cinema. Tanti auguri e tanto di cappello al Signor Giuseppe Imineo!
Il prossimo film di mercoledì sera, 6 agosto, sarà 'Cous Cous 'di Abdellatif Kechiche, preceduto da due corti 'Profili sul Tirreno' di Manfredo Giffone, un documentario su Tropea nelle immediate vicinanze del periodo post bellico e 'Cronaca di un'apparizione' di Salvatore Libertino che prende in esame, attraverso il racconto del protagonista, la vicenda mistica di un muratore tropeano, Giuseppe Ostone che vide più volte apparire Gesù.
(lug. 2008)
'Presenze Solitarie', la personale di Simone Virdia
Simone Virdia al Cafè de Paris ed una delle sue opere in mostra
(S. Libertino) Simone Virdia ha frequentato l'Accademia di Belle Arti e l'Istituto di Arte, Artigianato e Restauro di Roma.
Dal 1993 lavora come restauratore di dipinti e affreschi presso i Musei Vaticani, dove ha avuto l'oportunità di osservare da vicino le opere dei grandi maestri del passato, lavorando in importanti cantieri tra
cui la Sala dei Misteri del Pinturicchio e le decorazioni quattrocentesche della Cappella Sistina.
Ha partecipato a numerose mostre esponendo le sue opere a Malta, Roma, Assisi, Sassoferrato ed altre città italiane.
LA SUA PITTURA
(Anny Baldissera) Fondendo i dettami dell'inconscio con la pura qualità della forma, Simone Virdia crea atmosfere surreali, evanescenti e al tempo stesso corpose e massicce che gravano come testimonianze pensose di una
realtà solitaria.
Ogni elemento costitutivo della sua pittura è definito e circoscritto nella singola individualità;
sono presenze solitarie sia che si tratti della figura umana che di un pino o di un torrione: tutte si stagliano sulle campiture di fondo, come monadi chiuse, dolmen silenziosi e forti nell'esprimere l'essere
in sè che li determina e ne fa archetipi di una concettualità di fondo che, lontana dall'essere semplice trasposizione del vero, diventa essa stessa espressione di un'altra verità sulle cose.
La scelta cromatica, pur utilizzando colori caldi, non genera atmosfere altrettanto calde, rassicuranti ed avvolgenti, piuttosto un senso liberatorio di una realtà limitata e deludente per lasciare spazio a silenzi più
loquaci, carichi di significati e valenze spirituali.
'Presenze Solitarie' di Simone Virdia
Museo Diocesano Tropea
29 Luglio - 9 Agosto 2008
Ore 1900 - 2400
Email: virdiasimone@yahoo.it
Mobile: 3493689842
Il successo di Alessia Staropoli, stilista di moda calabrese, selezionata da Anna Fendi. Il prossimo sette agosto le sue creazioni in provincia di Vibo Valentia sulla piccante passerella di Spilinga
Alessia Staropoli durante la performance di Ponza con Anna Fendi e Bruno Vespa
(F. Vallone) Si chiama Alessia Staropoli la giovane stilista calabrese che il sette agosto presenterà le sue creazioni di moda a Spilinga, in provincia di Vibo Valentia, sulla passerella più piccante d'Italia, nell'ambito delle manifestazioni artistico culturali di "'Ndujamo 2008".
Alessia, 21 anni, nata a Vibo Valentia, ha frequentato il locale istituto statale d'arte "Domenico Colao". Oggi Alessia vive, lavora e studia tra la Calabria e Roma dove frequenta l'ultimo anno presso la prestigiosa Accademia di moda Altieri. L'ultimo suo successo lo ha registrato a Ponza dove, indetto dall'associazione "Almadela" di Latina, ha vinto l'importante concorso
del settore moda, denominato "Sulla rotta di Ulisse", che annualmente si rivolge a giovani stilisti.
Il concorso prevedeva la realizzazione di collezioni moda mare ispirate a due importanti località marittime: l'isola di Ponza e San Felice Circeo. Sono stati ben dodici i capi che Alessia Staropoli ha presentato nello scorso mese di luglio nello straordinario scenario naturale del mare di Ponza. La giovanissima stilista si è distinta nelle varie fasi del concorso che l'hanno
vista continuamente primeggiare nel corso delle tre selezioni previste. La prima selezione richiedeva dei bozzetti finalizzati alla valutazione della creatività dei partecipanti.
Tra più di duecento stilisti ne sono stati scelti soltanto cinque per l'Isola di Ponza e cinque per San Felice Circeo. Alessia Staropoli, dopo aver superato la difficile prova dei bozzetti definitivi, selezionati per l'occasione dalla stilista Anna Fendi, ha vinto ed è stata scelta per far sfilare i suoi abiti nel corso della sfilata dell'Isola di Ponza. I bozzetti sono stati
presi in esame da una giuria composta dalla stessa Anna Fendi, da Luigi Galasso, direttore dell'agenzia "Ellegi", da Adele Di Benedetto, coordinatrice dell'associazione "Almadela" e dagli assessori comunali al turismo e al commercio dell'isola. Gli abiti e i costumi da bagno di Alessia Staropoli, indossati per l'occasione da bellissime modelle professioniste, sono stati oggetto
di un servizio fotografico professionale di Stefano Ansini con location il mare di Ponza. Le immagini ottenute nel servizio oggi sono pubblicate nel calendario 2009 del comune di Ponza e visibili anche sulla rete internet.
Un vero e proprio battesimo artistico ed un primo traguardo importante per la stilista di Briatico che la vede già proiettata nel mondo dello stile made in Italy e delle sfilate a moda, una ragazza che con la sua grande passione per la moda e il suo stile inconfondibile non mancherà di sorprenderci ancora con le sue creazioni sempre originali. Tra i molteplici materiali e tessuti
a disposizione, Alessia predilige la juta, il lino, ma anche la rete e le corde utilizzate dai pescatori, tessuti naturali e luccichii di pietre e svarosky . Uno stile raffinato, solare, mediterraneo che ben si accoppia a tessuti estivi dai colori caldi o neutri. Appuntamento con la moda e lo stile di Alessia Staropoli a Silinga il 7, poi subito dopo, il 20 agosto, a Catanzaro e
il 24 a Cetraro, in provincia di Cosenza.
(ago. 2008)
Terza Liceo
Accoglienza turistica. In un sondaggio di Trademark Italia la Pro Loco di Tropea si classifica prima in Calabria e quarta in campo nazionale. Grande soddisfazione del Presidente Mario Lorenzo
Il Presidente della Pro Loco di Tropea Mario Lorenzo
(S. Libertino) Un'agenzia Ansa, ripresa dalla stampa nazionale, ha reso noto gli esiti di un sondaggio di Trademark Italia, la maggiore società italiana di marketing turistico, svolto di recente e secondo i quali gli uffici pubblici del turismo risultano un ostacolo alla prenotazione, non sono garanti della qualità, a volte non rispondono alle mail, il personale al telefono "é scostante e spesso inconcludente".
L'indagine, riferita al mese di luglio, è stata condotta con il sistema di 'Mistery Guest': una persona si è presentata come cliente al telefono, inviando poi una mail di richiesta di informazioni per misurare il tipo di risposta. Sono stati scelti i primi alberghi elencati nella guida Michelin e per ciascuno sono state fatte più telefonate, chiedendo la disponibilità per una camera standard per un periodo di luglio.
Analogamente si è analizzato il sito internet di riferimento e inviato una mail con una domanda identica di informazione e prenotazione di una camera. Medesima domanda per gli uffici pubblici: informazioni e suggerimenti per prenotare un albergo dove trascorrere qualche giorno di vacanza nelle ultime due settimane di luglio. Per ogni aspetto è stata data una valutazione (0 non esiste, 1 e 2 insoddisfacente, 3 soddisfacente, 4 molto soddisfacente, 5 ottimo) dell' atteggiamento di uffici e alberghi. Il risultato finale per ogni località è la media complessiva tra le risposte ottenute dall' ufficio pubblico e quelle ricevute dagli alberghi.
Questa la classifica (valutazione complessiva tra accoglienza pubblica e privata): Riccione 3,5; Cervia-Milano Marittima, Taormina e Lignano Sabbiadoro 3,1; Capri 2,9; Tropea 2,7; Lido di Jesolo 2,6; Positano e Ostuni 2,5; Santa Margherita Ligure 2,4; Forte dei Marmi 2,1; Porto Rotondo 1,6. "E' un quadro molto critico, quasi incredibile - commenta Aureliano Bonini, presidente di Trademark Italia - Stiamo parlando delle delle più famose destinazioni italiane e dei migliori alberghi, ma l'impressione ottenuta è quella di un' industria alla deriva. Gli uffici pubblici, con alcune lodevoli eccezioni, si occupano dei turisti come fossero noiosi importuni a uno sportello Asl. Non c'é interesse per chi chiede prezzi e informazioni; c'é una diffusa
alterigia che rasenta l'arroganza in tutto il sistema di accoglienza".
Nel contesto la Pro Loco di Tropea si è quindi classificata al quarto posto, risultando prima in assoluto in Calabria e terza in meridione alle spalle di Taormina e Capri.
Viva soddisfazione è stata espressa da Mario Lorenzo, Presidente della Pro Loco tropeana: 'Il risultato dell'indagine di Trademark Italia non è una sorpresa. Registriamo giornalmente attestati di stima riguardo l'alta qualità del servizio. Le nostre brave operatrici (tre in tutto, distaccate dal Servizio Civile Nazionale) sono in contatto con il pubblico 365 giorni all'anno. La durata di apertura giornaliera degli uffici viene incrementata nel periodo di punta della stagione estiva quando il Territorio di Tropea registra la maggiore affluenza di visitatori italiani e internazionali. Occorre poi tenere in considerazione che l'intera organizzazione dell'Associazione poggia esclusivamente sulle nostre spalle. Infatti, a differenza dei centri balneari
che ci hanno preceduto nella speciale classifica, la Pro Loco di Tropea, nonostante le nostre ripetute richieste, non si avvale di alcun sostegno finanziario da parte degli Enti pubblici locali.'.
L'Agenzia Ansa (2008-07-29 16:03) completa
(ago. 2008)
Un video per raccontare la San Leo degli anni '80
San Leone Magno misericordioso in processione benedice una fedele che lega allo stendardo delle offerte una moneta da cento mila lire (da un fotogramma del film)
(F. Vallone) In attesa della 'festa grande' del prossimo 10 agosto il comitato festa di San Leone Magno di San Leo di Briatico ha voluto organizzare una serie di eventi artistici, culturali e gastronomici che vedranno dal 7 al 10 agosto impegnata tutta la comunità del paese con sagre, sfilate di giganti, fuochi d'artificio e spettacoli musicali.
Prima tra tutte l'iniziativa di una proiezione come quelle di una volta, nella piazza principale del paese, con la gente che si porta la sedia da casa o la prende in prestito dalla vicina chiesa.
San Leo in questi giorni di festa, rivivrà ancora una volta il fascino della luce magica del cinema all'aperto. Un'occasione speciale che vedrà la proiezione di un video, girato in video betamax dal ricercatore tropeano residente a Roma Salvatore Libertino, direttore dei siti Tropeanews e Tropeamagazine.it.
Il filmato che verrà proiettato in piazza San Leone venerdì 8 agosto, alle 2130 dopo la celebrazione della santa messa, è stato realizzato nella San Leo di quel lontano 17 Agosto 1986, ed è un nostalgico viaggio tra i sontuosi allestimenti purpurei della chiesa, la processione del santo, i suoni della banda di Papaglionti, i balli dei due giganti di Mastro Miciu Famà e gli incanti effettuati dal palco con tanto di pan di Spagna, formaggio, vino, piante e papere. Uno sguardo allo specchio, un vero e proprio prezioso documento antropologico utile, oggi, alla conservazione della memoria storica del paese e della gente.
(ago. 2008)
Santa Domenica di Ricadi (VV) e Tremestieri (Me): gemellaggio tra due confraternite
La sigla del patto di gemellaggio tra le due confraternite "Maria SS delle Grazie e delle Anime Sante del Purgatorio" di Santa Domenica di Ricadi e "Santa Domenica Vergine e Martire" di Tremestieri (ME).
(F. Saragò) Nei giorni scorsi a Santa Domenica di Ricadi è stato siglato il patto di gemellaggio tra la locale confraternita "Maria SS delle Grazie e delle Anime Sante del Purgatorio" e la confraternita "Santa Domenica Vergine e Martire" di Tremestieri (ME). Il collante che ha determinato il gemellaggio tra le due confraternite è stato la venerazione di Santa Domenica, quale patrona dei due paesi, ma anche la convinzione che i rapporti di gemellaggio siano un elemento fondamentale per una migliore conoscenza tra le diverse comunità e una occasione per rafforzare gli scambi culturali, l'amicizia tra i popoli, la pace e la fede cristiana. Una giornata vissuta con spiritualità e con gioia dalle due comunità rappresentate dai parroci di Santa Domenica Don Carmelo Furchì e di Tremestieri
Padre Pino Lonia e dai Priori Giulio Shiariti e Antonio Mundo. Presenti alla manifestazione, oltre ad una folta delegazione provenente da Tremestieri, il Sindaco e una rappresentanza di amministratori del comune di Ricadi, l'assessore ai servizi sociali del comune di Tremestieri e l'assessore ai servizi sociali della Amministrazione Provinciale di Vibo Valentia, Maria Salvia. La solenne cerimonia si è svolta nella chiesa parrocchiale di Santa Domenica e alla stessa ha preso parte il coordinatore diocesano per le confraternite, Antonio Tripodi, il quale ha sancito il patto di gemellaggio. Lo stesso Tripodi nel suo intervento ha voluto sottolineare che il patto di gemellaggio sottoscritto tra le due confraternite è finalizzato al progresso, allo sviluppo e al benessere tra comunità cristiane.
Nel suo intervento il Priore Giulio Schiariti ha voluto sottolineare l'importanza dell'evento: "questo è un giorno di festa, una giornata da non dimenticare, soprattutto per le nostre confraternite, perché viene intrapreso un nuovo cammino assieme agli amici e confratelli di Tremestieri, i quali sono qui con noi per condividere la gioia di questa festa. Le due comunità - ha poi concluso Schiariti - si riconoscono gemelle perché figlie di Santa Domenica Vergine e Martire, stessa protettrice dei due paesi". Molto apprezzato è stato poi il saluto del parroco di Santa Domenica il quale si è soffermato sul significato autentico delle congregazioni, sulla loro opera e sulla loro religiosità legata alla vita di Gesù. Lo stesso ha fatto cenno all'incontro delle confraternite con il Papa, avvenuto
lo scorso novembre a Roma e all'attività di servizio svolta negli anni dalla confraternita di Santa Domenica.
Dopo la cerimonia religiosa le due confraternite, alla presenza delle autorità, si sono riunite per un momento conviviale organizzato dai componenti del consiglio direttivo della locale congrega e da tanti cittadini che, con spirito di abnegazione, hanno collaborato con il Priore Giulio Schiariti e con il Parroco Don Carmelo Furchì alla ottima riuscita della manifestazione.
L'iniziativa, nei mesi scorsi, era stata preceduta dallo scambio di visite delle delegazioni di entrambi le comunità le quali, tra l'altro, hanno partecipato ufficialmente con i propri gonfaloni alle solenni processioni svoltesi il 13 luglio a Tremestieri e il 6 luglio a Santa Domenica.
La confraternita Maria SS delle Grazie, secondo la documentazione in possesso della parrocchia, è stata fondata agli inizi del 1700 e ha tra i propri principi statutari la partecipazione alla vita attiva della chiesa, l'assistenza ai congregati bisognosi secondo i principi cristiani e di mutuo soccorso e l'assistenza degli stessi e delle loro famiglie al momento del decesso. Quest'ultima funzione, di fatto, tramutandosi in una sorta di attività cooperativa, azzera i costi del funerale dei confratelli. Oggi, come nel passato, quasi tutti i cittadini di questa frazione risultano aderenti alla confraternita che tradizionalmente si riunisce in assemblea plenaria il 2 di febbraio di ogni anno. La stessa Congrega continua ad essere dotata di un consiglio direttivo denominato "Cattedra" che la guida
secondo i canoni del vecchio statuto.
(ago. 2008)
Sessantacinque anni fa l'evento prodigioso delle bombe inesplose
Le bombe inesplose davanti al vescovo Mons. Felice Cribellati e alla squadra di artificieri che hanno provveduto al loro disinnesco
(S. Libertino) Tropea. Via Montevideo. Alla fine del mese di luglio 1943. L'autore dello scatto è Melo Cortese che ha voluto riunire in una foto ricordo la testimonianza di un miracolo.
Il gruppo d'assieme è composto dal Vescovo Mons. Felice Cribellati, dagli artificieri dell'Esercito e dalle bombe, appena disinnescate, sganciate dagli americani e rimaste miracolosamente inesplose.
Un mese infausto, quello di luglio, che ha visto la distruzione di interi territori provocata da una pioggia continua di bombardamenti da parte delle forze alleate.
Qualche giorno prima, il 19 luglio, Roma fu violata per la prima volta nel quartiere di San Lorenzo dove accorse il Papa accompagnato da Mons. Emanuele Toraldo.
Nel Meridione, come a Montecassino, Paola, ed in Sicilia, teatro dello sbarco degli alleati, furono bombardati direttrici viarie e manufatti per ostacolare l'organizzazione logistica dei tedeschi.
Il 24 Luglio 1943, verso le ore 4 pomeridiane, una formazione di cacciabombardieri americani volò a bassa quota su Tropea.
I cittadini intuirono subito il pericolo, cercando riparo fuori dalle case. Ad un tratto si vide un apparecchio staccarsi dalla formazione ed abbassarsi a volo radente sulla città e poi si udì un rumore, un sibilo, prodotto dallo sganciamento di un grappolo di bombe. Precisamente sei, indirizzate volutamente sul centro storico della Città, per offendere la sua bellezza e per seminare morte tra gli abitanti.
Le bombe, libere nell'aria, ebbero una traiettoria d'inerzia orizzontale quanto bastò perchè lo zenit della caduta si spostasse fuori dal centro abitativo.
Infatti esse caddero nelle immediate vicinanze delle mura, ma fuori di esse, in un orticello presso il borgo dove trovarono alla fine della discesa un manto soffice di terra friabile appena arata e vi affondarono senza esplodere. Tutte e sei. Si disse che una mano invisibile, quella della Madonna di Romania, abbia distolto la traiettoria naturale accompagnando i micidiali ordigni nel punto meno pericoloso.
Le bombe furono magistralmente disinnescate da specialisti dell'Esercito che raggiunsero Tropea subito dopo, su richiesta del Vescovo Mons. Felice Cribellati.
Due di quelle bombe si trovano, a ricordo perenne della mano protettrice della Madonna di Romania, all'interno del Duomo dedicato alla patrona della Città di Tropea.
La Madonna della Romania e la Città di Tropea durante la seconda guerra mondiale
(ago. 2008)
La Chiazzarola Tropeana
L'originale costume ottocentesco di Chiazzarola Tropeana indossato da Maria Accorinti nel 1937 e da un manichino in una recente mostra curata da Enzo Taccone di un'interessante collezione di bamboline con i costumi tradizionali di tutto il
mondo.
(S. Libertino) A primi del Novecento l'etnologo Lamberto Loria, direttore del Museo di Etnografia Italiana, era stato designato dal presidente del
comitato per le celebrazioni del cinquantenario dell'Unità d'Italia responsabile di una mostra di etnografia regionale da inserire nel 1911 nel programma dei festeggiamenti.
Il Loria si diede da fare per raccogliere testimonianze delle tradizioni popolari, attraverso corrispondenti residenti nei vari territori della Penisola. Dall'iniziativa nascerà la più grande e completa collezione storica regionale nel campo antropologico italiano. Affluirono al centro di coordinamento gli oggetti più disparati appartenenti alla tradizione popolare italiana: monili d'oro, suppellettili, gioielli, amuleti, componenti del corredo, arnesi di lavoro, attrezzi agricoli e poi i vari vestiti tradizionali delle contrade italiane, i cui componenti e le relative fogge, contribuirono per la prima volta alla ricostruzione della storia
dei costumi delle popolane, dei marinai, dei montanari, dei massari, dei vastasi, dei contadini, delle massaie. La raccolta, una volta inventariata e analizzata dagli studiosi, diede una notevole spinta alla ricerca etnografica delle tradizioni, delle credenze popolari e nei rituali nei vari campi dei comportamenti di intere generazioni , uno dei quali, sicuramente il piiù interessante e suggestivo, è quello del corteggiamento, del fidanzamento o della festa nuziale.
Continua....
(ago 2008)
COME ERAVAMO. La Tropea Calcio nel 1932
La Tropea Calcio nel 1932
(S. Libertino) Il prezioso reperto fotografico (Archivio privato) documenta come a Tropea la tradizione calcistica viene da molto lontano. L'antico cimelio attesta che la Città avesse già in quell'anno una rispettabile squadra di calcio ben organizzata.
Si conoscono anche i relativi validissimi componenti, alcuni dei quali, viventi, sono in condizione di raccontare quei tempi. E' senz'altro questo, prima di ogni cosa, il valore aggiunto del documento, volendo significare che siamo in tempo ancora di apprendere dalla viva voce dei fratelli Micuccio e Paolino Cortese, residenti rispettivamente a Tropea e a Carpi, di Cicceo Giroldini che vive a Tropea e di Vincenzo Rubino che risiede a Capua, quello che succedeva in quel tempo.
Siamo molto fortunati!
Da sinistra:
DE VITA ANTONINO
BRAMBATI MIMMO
SPOSARO FRANCESCO - Arbitro
CORTESE PAOLINO
CORTESE GIUSEPPE
LICANDRO ANTONIO
GIROLDINI FRANCESCO
CORTESE DOMENICO
GATTO DOMENICO
FIUMARA UMBERTO
RUBINO VINCENZO
POLITO FRANCESCO - Portiere
I fratelli Micuccio e Paolino Cortese, oggi, con l'articolo di F. Vallone su 'Calabria Ora'
Sulla foto di Tropea Calcio '32 'Calabria Ora' del 15 agosto pubblica a pag. 26 un articolo di Franco Vallone, che lancia un appello per svelare il mistero delle lettere, O. B., impresse sulla maglietta nera dei calciatori.
Abbiamo chiesto a Micuccio, che al tempo della foto aveva 18 anni, cosa volesse dire quella sigla. La risposta: 'O.B. stava per Opera Balilla. Ogni pratica di qualsiasi atttività, compresa quella sportiva, in quel tempo era necessariamente riconducibile al periodo fascista che si viveva giornalmente'. Mentre Paolino, che nel 1932 aveva 13 anni, ha precisato che la foto ritrae la squadra prima della partita amichevole con l'Oppido Mamertina che ha perso per 11 a 1. 'L'arbitro che si vede nella foto con il papillon, Francesco Sposaro - continua Paolino - era il direttore tecnico e l'organizzatore della squadra del Tropea Calcio. Il campo era stato appena costruito
(prima si giocava lungo i bordi della strada, nel Rione Marina del Vescovado) con i proventi delle tasse comunali sulla macellazione delle carni'.
(ago 2008)
Simona Riga da Vibo ai teatri e passerelle di Roma e agli stage di New York. Tra qualche giorno una sua sfilata a Briatico
La costumista Simona Riga
(F. Vallone) È Simona Riga, 34 anni compiuti il 25 gennaio, la costumista calabrese nata a Vibo Valentia e che oggi vive a Roma. Ha acquisito in questi anni tantissima esperienza sia nel campo
della moda che in quello teatrale, le sue sfilate infatti si alternano continuamente alla creazione di costumi di scena per il cinema e il teatro, sua grande passione. Una ragazza eclettica e piena di voglia di esperienze in ambiti sempre più difficili. La filosofia di Simona è quella di mettersi continuamente in gioco, una sorta di prova e sfida con se stessa e con gli altri. Il suo mestiere le impone di essere molto critica e pignola e, a volte, pretende da se molto più di quello che gli altri pretendono da lei.
La scelta di affrontare questo lavoro non nasce per caso, da piccola a Simona piaceva disegnare, così, successivamente ha deciso di intraprendere studi artistici. Ha iniziato a studiare storia dell'arte: la vita, le opere, le ispirazioni degli artisti erano gli argomenti di studio, ma lei voleva sapere sempre di più, conoscere in profondità l'arte.
Così inizia la sua esperienza tutta originale, la sua ricerca inedita. Ogni artista doveva condividere con lei aneddoti, amori e competizioni. Riga prima dell'opera doveva conoscere la mente dell'artista e la scelta fatta per ogni opera prodotta, doveva capire le abitudini, gli usi ed il pensiero generale del mondo che lo circondava.
Come Simona sottolinea "è il caso di dire che vivo con un piede nel passato e ogni volta, attraverso il mio lavoro riesco a rivivere quei giorni lontani. Sono costumista di professione e devo studiare ogni dettaglio per realizzare ogni costume, alla fine è come se mi trovassi li, a spasso per quelle strade incrociando gente di chissà quale secolo" poi aggiunge "vivo molto con la testa per aria, sono fantasiosa, mi piace pensare che elfi e folletti vivano davvero tra boschi e luoghi incantati, ben nascosti dagli sguardi degli scettici".
Simona Riga vive nelle sue produzioni come in una sorta di sindrome di Stendhal, ama il mistero, la magia, gli incantesimi e l'occulto, il periodo che più la attrae è, senza dubbio, il medioevo. Una vera e propria fonte di ispirazione che la fa incontrare con arcaici cavalieri crociati, dame dai morbidi panneggi, ma anche con pozioni magiche, fumi di alchimie segrete, streghe, maghi e quant'altro. Non a caso il suo piccolo gatto, rigorosamente nero, si chiama proprio Morgan. Tutto ciò che legge e che riesce a scoprire prende vita nei suoi abiti, nei suoi costumi, ma anche nelle sue opere pittoriche.
Abbiamo chiesto a Simona Riga cosa pensa veramente del suo lavoro, con la pacatezza e la raffinatezza che la contraddistingue, quando non è presa dal momento creativo, ci risponde: "Penso che il mio, sia il lavoro più bello del mondo anche se questo settore è molto difficile, ci vuole determinazione e tenacia. La vita è veramente dura e alla fine mi piace pensare che maghi e folletti esistano davvero, anche solo per sognare un poco. Tra le sue collaborazioni quella con la famosa Sartoria "Lo Specchio del tempo" di Pescara. È stata realizzatrice dei costumi del musical 'San Francesco'; seconda costumista per il film "Viva Franconi" di Luca Verdone con Massimo Ranieri e Orso Maria Guerrini. Dal 2000 collabora
con l'Associazione teatrale "Naufraghi Volontari" di Roma, sono suoi gli abiti per la commedia teatrale di Alessandra Casella al teatro Manzoni di Roma. Oltre a curarne la costumeria Simona ha collaborato alla recitazione e alla coreografia di numerose commedie musicali non dimenticando la sua esperienza di stage presso la mitica sartoria Fashion Factory - stabilimento La Perla - di Brooklyn-New York. È in preparazione, in questi giorni, una sua sfilata sulla passerella di Briatico che si preannuncia ricca di sorprese.
(ago 2008)
Un libro per celebrare la storia della Nduja
(AGI) "Nduja: Antropologia, Storia, Tecnologia, di un salume calabrese". E' questo il titolo di un volume fresco di stampa, frutto del lavoro di Antonio Pugliese, ordinario di clinica veterinaria all'universita' di Messina, edito da Armando Siciliano. Un volume arricchito da oltre 205 fotografie e una copertina di colore rossastro, in perfetta sintonia con l'argomento.
Il libro, un vero e proprio trattato sul tipico salume calabrese, e' stato presentato a Spilinga, il comune del vibonese, patria della "Nduja", in coincidenza con la famosa sagra che ogni anno si tiene di questi tempi con la partecipazione di migliaia di persone, soprattutto turisti che affollano la costa di Capo Vaticano.
"La vittoria di un salume creato da una classe che poteva essere ritenuta di vinti, ma tali non erano, meritava una celebrazione, come quella che si trova in questo lavoro di Antonio Pugliese che con felice mano ha raccolto testimonianze e fatti scientifici, ma soprattutto antropologici", ha scritto nella prefazione Giovanni Ballarini, professore emerito all'Universita' di Parma, presidente dell'Accademia italiana della cucina. Una pubblicazione necessaria per far meglio conoscere, anche fuori dai confini calabresi e dell'Italia meridionale, un salume che ha tutte le caratteristiche per divenire importante e felice marcatore di una cucina mediterranea che non puo' soltanto ridursi ai pur importanti e noti
ingredienti quali l'olio, il frumento ed il vino, con i quali la "nduja s'integra in modo superlativo". Il lavoro costruito con amore e competenza da Antonio Pugliese, che si e' laureato con una tesi sulla "Nduja", si divide in tre parti: la prima tratta la storia degli insaccati, la seconda parla della "Nduja", con particolare riferimento a quella di Spilinga, con la spiegazione dell'etimologia del termine che deriverebbe dal francese "andouille", le sue caratteristiche culinarie ed organolettiche, la terza su sua maesta' il peperoncino. Un felice incontro tra vecchio e nuovo mondo, quello europeo del maiale e quello americano del peperoncino. A tenere a battesimo il libro, il sindaco Francesco Barbalace
affiancato dall'assessore alla cultura Massimo Fiamingo e studiosi del calibro di Silvio Borrello, segretario generale del ministero della Sanita', l'antropologo Luigi Lombardi Satriani, il veterinario Filippo Laria, lo storico Saverio Di Bella a cui e' toccato il compito della presentazione vera e propria.
(ago 2008)
Gabriella Cilmi, nuova star australiana "Mia mamma è di Gioia Tauro, i miei nonni sono siciliani. Noi andiamo in vacanza a Tropea due settimane all'anno"
La neo star Gabriella Cilmi
(menstyle.it) Gabriella Cilmi, calabro-australiana, giovanissima, deve ancora compiere 17 anni, già viene paragonata di continuo a Amy Winehouse, non per lo stile
di vita, ma per la voce originale e magnetica. Il singolo 'Sweet about me', tratto del suo album di debutto, 'Lessons to be learnt', è uno dei tormentoni del periodo.
"Ho cominciato a registrare il mio disco 3 anni fa e non sapevo nemmeno che Amy Winehouse esistesse... E comunque è seccante essere sempre paragonata a qualcun altro". Alla Winehouse, tuttavia, vengono paragonate solo le più brave: vedere alla voce Duffy. E probabilmente era dai tempi di Joss Stone che un talento così giovane non arrivava alla ribalta mondiale. Come è successo? "A 13 anni mio zio mi incoraggiò a esibirmi sul palco della festa italiana di ferragosto della mia città, in una cover di 'Jumping Jack Flash'..." Come succede nei film, lì c'era giusto un discografico che ne rimase colpito. Il resto è storia recente.
Per lavorare al suo album d'esordio si è traferita in Inghilterra dalla nativa Melbourne, perché "Melbourne è il miglior posto per fare musica in Australia, ma Londra è un'altra cosa!" "Per ora mi trovo bene a Londra, mi piace... È così vicina a tutto. L'unica cosa negativa è che lì il sole non splende mai del tutto".
"Mia mamma è di Gioia Tauro, i miei nonni sono siciliani. Noi andiamo in vacanza a Tropea due settimane all'anno". Certo non è la vita tipica di una teen ager, la sua. Per lo studio, per esempio, come fa? "studio per corrispondenza!" È la risposta; come se fosse la cosa più normale del mondo. C'è un boyfriend? "No. Ma in Italia mi sarò innamorata almeno venti volte. Non è buffo?" e ride del suo sorriso aperto. Nel tempo libero che fa? "Spesso vado al cinema. Il mio film preferito? Lost in translation". "Certo mi manca la mia famiglia, soprattutto mio fratello e mia nonna. Ma ci sono i mie amici e poi la mia famiglia è così grande che c'è sempre qualcuno con me. Mi vengono a trovare continuamente". E
naturalmente la mamma, Paula, è sempre al suo fianco.
Gabriella Cilmi si è formata musicalmente ascoltando prevalentemente "old stuffs", i vecchi dischi dei suoi genitori e sviluppando una predilezione per Janis Joplin. Ma delle sue celebri colleghe e conterranee come Kylie Minogue e Natalie Imbruglia, che ne pensa? "Sì, certo, loro sono molto famose. Kylie veste benissimo ed è nel business da 20 anni. Mi piacerebbe una carriera così lunga". "Il mio sogno per il futuro è di continuare a scrivere canzoni e suonare in posti importanti; continuare a viaggiare. E scrivere anche altro: da bambina pensavo che sarei stata un'autrice per il teatro o una scrittrice di racconti".
Con l'ingenuità che una 16enne non può non conservare almeno in parte, confessa: "Sono stata vestita da Dolce & Gabbana... Non mi era mai successo di ricevere roba gratis di questo livello. Ma non è tutto così glamorous come sembra..." E la montagna di bigiotteria che ha indosso? "Per i gioielli ho una vera e propria ossessione. Soprattutto per quelli della mia amica designer Fiorina. Solo che all'aeroporto è un incubo ogni volta". Impagabile!
Per Lessons to be learnt Gabriella Cilmi è stata coadiuvata da Brian Higgins, produttore, fra gli altri, delle Sugarbabes. Ha registrato nel suo studio nel Kent, in quella che è stata la casa della vera Alice nel paese delle meraviglie... "Ho scritto sulle cose dalla mia vita in quel periodo. Il disco è come un fotoalbum degli ultimi 3 anni. All'inizio non sapevo cosa scrivere. Poi mi sono resa conto che mi chiedevo continuamente 'perché devo fare questa cosa?', 'cosa significa quest'altra?' E ci ho fatto delle canzoni". E se non facesse musica, in che lavoro si vedrebbe bene? "Sarei una guida turistica. Sì, perché in Gran Bretagna, e in generale in Europa, c'è così tanta storia, musei enormi. In Australia no".
Il Web Site di Gabriella Cilmi
Gabriella Cilmi su Myspace.com
(ago 2008)
Tropea, finti disoccupati per non pagare il ticket. Denunciate 106 persone, tra cui imprenditori e pubblici dipendenti
L'orologio della Città di Tropea è fermo a trenta anni fa
(Apcom) Centosei persone, tra cui anche imprenditori e pubblici dipendenti, sono state denunciate dalla Guardia di finanza, a Tropea, in provincia ci Vibo Valentia, per truffa ai danni dello Stato e falso ideologico per aver presentato false autocertificazioni ai fini dell'esenzione dal ticket sanitario.
Incrociando i dati forniti da vari enti pubblici con i dati fiscali dell'anagrafe tributaria, i finanzieri hanno scoperto che gli indagati, essendo sprovvisti dei requisiti previsti dalla legge per fruire delle esenzioni,
avevano presentato false autocertificazioni dichiarandosi disoccupati oppure avevano omesso di dichiarare i redditi percepiti.
Invece, tra i soggetti sottoposti a controllo sono emerse persone che svolgevano regolare attività lavorativa con redditi familiari in alcuni casi superiori a 50mila euro.
(ago 2008)
Cipolle d'Egitto all'attacco della Tropea. I supermercati non comprano più la rossa calabrese: vogliono soltanto le low cost
(Gigi Padovani per lastampa.it) Sedute per terra nel grande capannone, la schiena appoggiata alle cassette, le donne intrecciano i bulbi divisi per calibro: ai turisti piacciono di diametro 30-40, piuttosto piccoli. Quando la treccia arriva a venti pezzi, finisce in una cassa con la scritta «Cipolla Rossa di Tropea Calabria» e il bollino
giallo e blu dell’Igp, che sta per Indicazione Geografica Protetta. Nell’estate che ha messo l’Italia a «pane e cipolle», siamo nel regno di quelle più note e care.
Francesco Schiariti, con i suoi quattro figli, ne coltiva cento ettari lungo la costa tropeana. Lui ci tiene, a questo prodotto povero ma famoso: dagli Anni Cinquanta si batte per valorizzarlo, per farlo diventare un richiamo per Tropea, insieme con il mare cristallino e con l’imponente rupe di arenaria del vecchio borgo. Tra poche ore quelle
cipolle Igp saranno in vendita sui banchetti lungo la strada che dal casello di Pizzo, della sconquassata Salerno-Reggio Calabria, porta a Capo Vaticano. Costo, un euro e mezzo per circa un chilogrammo, contro i 3,5 di un grande magazzino del Nord Italia: ogni vacanziero dotato di auto se ne porta via qualcuna rientrando dalle ferie. Si conserva
per due mesi, è dolcissima e saporita, ricca di vitamina C e selenio.
Ma anche la Rossa con l’Igp, come tanti altri prodotti tipici italiani, rischia per le imitazioni del mondo globale. Francesco Schiariti è preoccupato: «Da due anni non vendo più all’estero. Neanche la grande distribuzione italiana le prende, dicono che costa troppo... Preferiscono le rosse egiziane, assai meno dolci, sanno soltanto d’acqua.
Le pagano 20 centesimi al chilo, contro l’euro al quale dobbiamo venderla noi per recuperare i costi delle fasi di lavorazione: la semina, che si fa nei primi dieci giorni di agosto, l'estirpazione e il re-impianto in dicembre, quindi la raccolta nei campi, dove si lascia riposare 10-20 giorni, infine la sgambatura e l’intrecciatura in magazzino.
Tutto a mano: nessuna macchina può toccare la nostra Tropea».
E’ un’altra storia di quest’Italia dell’eccellenza. Vantiamo 140 prodotti Igp o Dop riconosciuti da Bruxelles, noti in tutto il mondo, imitati, invidiati, che però - quando si va a scavare nei tanti luoghi che vivono «in nome del gusto» - si rivelano essere occasioni sprecate. Da qualche tempo è arrivato anche un piccolo indotto, con alcune aziende
che trasformano la specialità locale e le mettono in barattolo: mousse, confetture, pacchetti essiccati, «bombe Vaticane» e «Viagra Calabrese» compresi. Dicono i fratelli Domenico e Francesco Furchì, dell’azienda «Delizie Vaticane», che secondo il «Golosario» di Paolo Massobrio qui sono i pionieri: «Ho dovuto rinunciare a definire “marmellata” il
mio prodotto: si può solo per l’arancia. O vearrivavano i carabinieri dei Nas...».
Se la globalizzazione e i prezzi impazziti dell’agro-alimentare mettono a rischio la qualità, con le cipolle dei faraoni alle porte, i turisti sono sempre una risorsa, anche se rara. Se ne è accorto persino Flavio Briatore, capitato da queste parti in un tour calabrese con la sposina Elisabetta Gregoraci, che è di Soverato. Il team-manager della
Formula Uno si è innamorato del fascino antico, sia pure délabrée, del centro storico di Tropea. Qualche settimana fa, prima delle imprese in Sardegna, ha intimato al sindaco: «Mettete quelle trecce rosse dappertutto, anche in gioielleria». Briatore è pronto a comprare un palazzo fatiscente davanti al Comune per trasformarlo in albergo di lusso.
«Useremo noi quell’edificio storico - ribatte il sindaco Antonio Euticchio - per farlo diventare una sede culturale: speriamo che il demanio statale ce lo trasferisca». Mentre il centro avrebbe bisogno di seri restauri, e la sera i turisti dai villaggi della costa sciabattano, attirati dalla sequela di anonime pizzerie-yogurterie-paninoteche stile
riviera romagnola - pochi presentano piatti con la cipolla -, qualcuno sogna di poter far entrare la città nel Patrimonio dell’Umanità tutelato dall’Unesco.
Eppure la scala per arrivare sulla spiaggia - semivuota fino alla fine di luglio, nonostante il bollino blu di Legambiente - non è agibile, mentre l’accesso al simbolo di Tropea, la bellissima chiesa di origini bizantine di Santa Maria dell’Isola, davanti alla rupe, è chiusa per restauri da tre anni e rischia qualche crollo. Persino l’acqua per il
giardino è razionata con il contagocce. Ci sono i soldi per il recupero, si è fatto l’appalto, ma da un anno si aspetta un timbro. E’ il certificato anti-mafia dalla prefettura di Roma: la gara è stata vinta da un consorzio di imprese non meglio precisato. Prudenza eccessiva dei burocrati o sospetti fondati? Si aspetta. Anche il padre Pietro Vittarelli,
dell’abbazia di Montecassino (da secoli proprietaria dell’immobile, oggi vuoto) prega per Sancta Maria de Tropea e si affida a una più secolare «raccomandazione romana».
Negli ultimi tempi si tenta persino il «marketing territoriale»: il giornalista Piero Muscari a Ricadi, pochi chilometri da qui, si è inventato il festival «In nome della rossa», che si terrà domani. A fine luglio si è svolta a Tropea una sagra stra-paesana con un «galà», ma senza Briatore. Quanto a Bill Gates, anche lui innamorato di questa costa, l’anno
scorso il suo grande yacht non è riuscito ad attraccare nel porticciolo turistico ed è finito a Vibo Marina. Dove, almeno, ha trovato un raffinato ristorante che gli ha preparato un piatto a base di cipolla di Tropea.
(ago 2008)
La violenza in vacanza non ci va
(Ada Maria Incollà) Ad agosto, in provincia di Vibo Valentia, inizierà la Campagna di sensibilizzazione contro la violenza domestica. Nei comuni di Tropea, Ricadi e Parghelia sarà diffuso il manifesto: “La violenza in vacanza non ci va …” che fa chiaro riferimento al fatto che la violenza non si ferma per le vacanze e neppure i Centri Antiviolenza italiani che da vent’anni si occupano di donne vittime di ogni sorta di sopruso.
La Mostra, predisposta dall’avvocata Luigia Barone, farà conoscere ed illustrerà le attività dei Centri Antiviolenza italiani. Il Centro Roberta Lanzino di Cosenza (tel. 0984.36311), in gemellaggio con Differenza Donna (Associazione che gestisce i Centri antiviolenza di Roma), è l’unico in Calabria.
L’appuntamento del 20 agosto è con la Rassegna cinematografica “Teli nei cieli” organizzata dall’Associazione Plurale Femminile.
Il 21 agosto ci sarà un concerto organizzato da Tropea Musica e dal 23 al 30 agosto Tropea Film Festival.
Dall’ 11 al 14 settembre, la mostra, sarà a Roma alle Officine Marconi, ospitata all’interno del Festival “Bella ciao, - Il balsamo della memoria” diretto da Ascanio Celestini e promosso dal X Municipio.
La mostra si sposterà, mensilmente, da un quartiere all’altro della capitale. Chiunque voglia ospitarla (es.: esercizi commerciali) può rivolgersi al Centro Antiviolenza Comunale: tel. 0623269049 – FAX 0623269053 e mail: c.com@differenzadonna.it.
Abbiamo raggiunto al Centro Antiviolenza del Comune di Roma la responsabile , avvocata Luigia Barone, che ci ha parlato con molto entusiasmo di questa Campagna.
“ La Campagna contro la violenza alle donne in che consiste?”
“La Campagna consiste in un manifesto “La violenza in vacanza non ci va …” perché, innanzitutto è importante porre l’accento sulla violenza ma, soprattutto, sul fenomeno della violenza domestica perché, in realtà, le notizie ci parlano di violenza da parte di sconosciuti, di stranieri, invece noi dobbiamo riportare l’attenzione su quella che è la cosa più importante, più grave anche in termini numerici (più del 70%) e, quindi, per forza
di cose parlare di violenza domestica perché è la maggioranza dei casi. Fare questo in un momento in cui la famiglia va in vacanza quindi ci si distrae; fare questo in un posto di vacanza quindi tenere l’attenzione alta su una cosa del genere proposta dagli Assessorati al turismo, in un posto che parla di vacanza. Il manifesto continua “… e neanche noi” (con l’immagine della casetta del Centro….) per dire che la violenza non c’è a momenti
si e a momenti no. Non si ferma. In realtà, il manifesto, che viene distribuito nei villaggi, esercizi commerciali, è uno strumento di aiuto perché all’interno, innanzitutto, si da l’ informazione che esiste un Centro Antiviolenza perché molte donne ancora non lo sanno; si danno i recapiti sia di Roma che di Cosenza, andiamo sempre in gemellaggio, perché servono sia il telefono di Roma che quello di Cosenza.
“Perché servono entrambi i numeri telefonici?”
“Innanzitutto perché una donna calabrese si sentirà più protetta in anonimato se chiama Roma e poi anche perché è importante dare un respiro più ampio alla cosa non provinciale piuttosto che regionale. Fondamentalmente è questo.” -“E noi diamo subito i recapiti: Centri Antiviolenza gestiti dall’ Associazione Differenza Donna:
Centro Antiviolenza Comunale Via di Torrespaccata, 157 - Roma
Tel. 0623269049 – FAX 0623269053 e mail: c.com@differenzadonna.it
Centro Antiviolenza Provinciale Via di Villa Phanphili, 100- 00152 Roma Tel. 065810926 – Fax 065811473 c.prov@differenzadonna.it
Centro Roberta Lanzini di Cosenza tel. 0984.36311.”
“Come siete arrivati a questa Campagna?”
“A maggio del 2007 ho curato la redazione di un opuscolo contro la violenza sulle donne in generale accentrato sulla violenza domestica. Questo opuscolo è stato pubblicato dalla Consigliera di Parità della provincia di Vibo Valentia
Teresa Blandino ed è stato poi presentato all’interno di un Convegno a Vibo Valentia all’ Auditorium Valentianum (5 maggio 2007) dove hanno partecipato il Vicequestore aggiunto della Questura di Vibo Valentia, dottoressa Lucia
Muscari, ed il Centro Antiviolenza Roberta Lanzini. In quella sede è stata proposta per la prima volta la Mostra sul Centro Antiviolenza che nasce in questo modo: ho raccolto materiale all’Università, in tutti i Centri Antiviolenza (dal manifesto al volantino).
La Mostra vuole segnalare la presenza dei Centri Antiviolenza, raccontare che cosa sono, che cosa offrono questi Centri. Più che bella, in realtà, la Mostra è utile perché chi va a visitare una Mostra in maniera più o meno accidentale si ritrova, in Calabria, ad
incappare in numeri di telefono, indirizzi anche di posta elettronica dei Centri di tutta Italia, all’interno della stessa. L’anno scorso tra luglio e settembre l’Associazione Plurale Femminile, che ha già ospitato questi pannelli (estate 2007) e quest’anno
ospita questa Mostra dando ai partecipanti a questa Rassegna cinematografica di genere (che cura da 15 anni) anche materiale informativo sui Centri Antiviolenza ha fatto, quindi, anche un po’ da tramite. Tropea Musica ha fatto altrettanto. L’estate si è chiusa con una manifestazione a settembre organizzata a Tropea che ha visto la partecipazione dell’attrice Pamela Villoresi, della cantautrice Grazia Di Michele. Questa iniziativa è stata organizzata
in collaborazione (io mi presento a Tropea a parte come tropeana come socia di Differenza Donna) con Differenza Donna ed il centro Roberta Lanzino e, sempre, la Consigliera regionale Pari Opportunità e la Consigliera provinciale. Oltre a fare spettacolo sono stati raccolti dei fondi che sono stati devoluti al Centro di Cosenza e quindi si è chiusa così la prima Campagna estiva di sensibilizzazione all’interno della provincia di Vibo Valentia.
Abbiamo continuato, però, ad essere presenti sul territorio con una manifestazione che ha visto coinvolta di nuovo l’attrice Pamela Villoresi per il 25 novembre, sempre al Valentianum a Vibo, per la giornata internazionale contro la violenza alle donne. Il 13 dicembre, invece, è stato organizzato all’interno di un progetto sulla legalità, con tutti gli Istituti superiori, a Tropea, un seminario sulla violenza domestica che ha coinvolto circa 140 ragazzi.
La cosa è stata ripetuta verso maggio (2 giornate tra il 2007 e il 2008) dopo di che è nata questa seconda Campagna estiva. Nel periodo di buco ci sono, comunque, alcuni giornali provinciali come “La Piazza”, “Tropea e dintorni” “Il Quotidiano” che hanno pubblicato in questi mesi degli articoli sul tema della violenza. In qualche modo abbiamo fatto si di essere presenti in maniera molto costante, dopo di che l’idea di questa campagna di sensibilizzazione.
Intanto la Mostra piano, piano cresce quindi ogni anno si aggiunge qualche pannello e viene riproposta nelle manifestazioni Tropea Musica, Tropea Film Festival Plurale Femminile dal 23 al 30 agosto nell’Anfiteatro del porto di Tropea. Tutt’e tre queste occasioni fanno in modo di dare la possibilità alle persone di vedere questa Mostra, affrontare il problema perché in tutt’e tre le manifestazioni ci sarà una mia presentazione ufficiale dell’attività dei Centri Antiviolenza e poi è anche uno strumento di aiuto perché viene divulgato del materiale e viene diffusa poi la Campagna che è stata promossa dagli Assessorati al Turismo dei Comuni di Tropea, Ricadi, Parghelia (altri comuni si stanno aggiungendo). Il mio progetto è quello di creare (nella provincia di Vibo V.) un’Associazione con un gruppo di donne motivate ma soprattutto competenti che abbiano voglia di imbarcarsi in questa avventura. Un’Associazione che potrebbe avere come madrina Differenza Donna. In qualche modo questo mio sogno si deve realizzare, magari iniziando con uno sportello d’ascolto.
Porterò avanti una ricerca di carattere giuridico-sociologico. Sto entrando in possesso di dati delle denunce effettuate presso Carabinieri e Polizia della provincia di Vibo.”
“I fatti di violenza domestica sono denunciati in minima parte così come in tutta Italia?”
“Assolutamente si. Sono la punta dell’iceberg. Ecco perché il carattere della ricerca. Deve emergere che si tratta della punta dell’iceberg.”
(ago 2008)
Bigazzi consiglia: Salsa di pomodoro campagnola
(IGN)
Ingredienti
Una cipolla rossa di Tropea; 2 spicchi d’aglio, ricordando che l’aglio cinese o argentino non sono della qualità dei nostri e non hanno nemmeno la più lontana parentela con l’aglio rosso di Sulmona; 3 carote fresche; 3 costole di sedano da odore, quello piccolino con le foglie verde scuro; 5 o 6 foglie di basilico; un chilo di pomodori casalino, ovviamente ben maturi; 6-8 cucchiai da minestra d’olio extra-vergine d’oliva, sale e, se gradito, pepe.
Esecuzione
Lavare le verdure, pelare le carote, sfogliare la cipolla e gli spicchi d’aglio e fare un bel battuto. In un tegame a bordi alti e fondo spesso porre l’olio extra-vergine d’oliva, il battuto, le foglie di basilico e mandare a fuoco allegro per 3 minuti, poi aggiungere i pomodori: a pezzi se desiderate mantenere la buccia, passati o pelati. Far cuocere per non più di mezz’ora a fuoco lento, con il tegame parzialmente scoperto.
(ago 2008)
I LIBRI PIU' RICHIESTI IN CITTA'
'La Libreria' di Caterina Demaria in via Roma
(a cura di S. Libertino)
L'ELEGANZA DEL RICCIO di Muriel Barbery - Edizioni e/o
LA SOLITUDINE DEI NUMERI PRIMI di Paolo Giordano - Mondadori
MILLE SPLENDIDI SOLI di Khaled Hosseini - Piemme
IL CACCIATORE DI AQUILONI di Khaled Hosseini - Piemme
STORIA CRIMINALE di Enzo Ciconte - Rubbettino
IL GRANDE INGANNO di Nicola Gratteri e Antonio Nicaso - Pellegrini
(ago 2008)
Voglio un corpo vetrina. Il trionfo della chirurgia estetica per celebrare il "culto dell'ascesa".
(Marco Belpoliti x lastampa.it) Lifting, liposuzioni, rinoplastiche, mastoplastiche: ogni anno in Italia si spendono migliaia e migliaia di euro per trattamenti di chirurgia estetica. Segno evidente che il bisturi della
bellezza è entrato nei nostri discorsi quotidiani, nelle esperienze di tanti, e soprattutto nell’immaginario. Questo non riguarda solo le donne, ma anche gli uomini, in una società che si femminilizza, tanto che
persino il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, è ricorso al trapianto dei capelli, così come ha cancellato dal viso, dalle palpebre e dal collo le tracce evidenti del tempo, imitando le star del cinema e
della televisione.
Rosella Ghigi, giovane storica dell’Università di Bologna, in un libro dedicato all’argomento, Per piacere. Storia culturale della chirurgia estetica (il Mulino, pp. 217, € 15), spiega che non si tratta più di un
artificio fisico, quanto piuttosto di una pratica che riguarda l’inclusione sociale: il culto dell’ascesa attraverso la manipolazione del corpo, del «corpo-vetrina» l’ha definito Vanni Codeluppi. Ma come si è
arrivati a questo? Il libro della Ghigi prende le mosse da Leonardo Fioravanti, un medico bolognese del Cinquecento, che carpisce ai fratelli Vianeo di Tropea il segreto per ricostruire il naso usando la pelle
del braccio, esordio di una branca della chirurgia che avrà lunga vita. Tuttavia è solo con il passaggio dalla chirurgia plastica, che celebra i suoi trionfi negli anni seguenti la carneficina della Prima guerra
mondiale, alla chirurgia estetica che la manipolazione del corpo subisce un radicale cambiamento: dalla necessità all’estetica. La trasformazione avviene non a caso negli Stati Uniti, per quanto le tecniche di
manipolazione siano state inventate in Europa.
Nel 1924 il New York Daily Mirror sponsorizza un concorso per ragazze bruttine promettendo di premiare la vincitrice con un intervento plastico correttivo. Perché la chirurgia estetica si affermi, vincendo le
resistenze etiche del senso comune, bisogna che il corpo sia considerato «una proprietà individuale». Meglio: una «risorsa» sulla quale investire e poi «da spendere nel mercato matrimoniale, nel lavoro, e più
in generale nelle interazioni sociali». Si tratta del «passaggio dalla bellezza alla felicità» che diventa lo scopo ideale di ogni intervento chirurgico. La bellezza femminile cessa di essere considerata un dono della
natura per trasformarsi in un investimento: il diritto-dovere di piacere agli altri. Tra gli anni Venti e gli anni Tenta, la chirurgia estetica diventa uno degli strumenti più efficaci per raggiungere il successo sociale
ed economico, oltre che il benessere psichico. Di conseguenza si sposta il confine tra capriccio e necessità.
Il caso della liposuzione è a questo riguardo rappresentativo. Negli anni Venti i medici americani capiscono che occuparsi degli eccessi della classe media - l’obesità - è più remunerativo che cercare di
cambiare le diete sbagliate della classe operaia. La parola «cellulite» compare nel 1873 e all’inizio riguarda un generico stato infiammatorio del tessuto cellulare; ma già nel 1920-30 indica il naturale deposito
adiposo nelle cosce e nei glutei, che la chirurgia estetica promette di rimuovere. Seguono quarant’anni di tentativi di individuare la procedura migliore; è infatti solo negli anni Settanta che viene è messa a punto
da un francese una tecnica efficace di liposuzione, immediatamente adottata dai chirurghi plastici americani che ne fanno una delle loro principali fonti di introito: nel 2005 in Usa sono stati eseguite, almeno
ufficialmente, 450 mila liposuzioni. La moda è uno dei grandi veicoli con cui è stato modellato il corpo femminile. Con la mastoplastica il seno diventa terreno d’azione della chirurgia: si procede alla sua
diminuzione oppure all’accrescimento, a seconda dei casi o delle mode del periodo.
Oggi in Italia si effettuano circa 25 mila interventi d’inserimento di protesi mammarie l'anno, che non riguardano solo i ceti sociali agiati, le dive, le attrici, i personaggi della mondanità, bensì persone d'ogni
classe sociale e di differenti professioni, con una prevalenza delle giovani e giovanissime che spesso ricorrono alle cure dei chirurghi anche contro il parere di famigliari o fidanzati, e per far questo usano gli
introiti di lavori occasionali o part-time, come documenta la Ghigi. Sono perciò aumentate in modo esponenziale le iniezioni di botulino, collagene o grasso, i trattamenti al laser o dermoabrasivi anche al di
fuori della chirurgia. Tutto questo è aiutato e favorito dalla commercializzazione della medicina, dal ruolo dei mass media - televisione in primis -, e soprattutto dal cambiamento dell’idea di corpo. La chirurgia
estetica, dice l’autrice, è consumo del corpo e al tempo stesso consumo per il corpo. Il corpo è diventato un «progetto», e la gestione della propria immagine appare come il canale decisivo per comunicare
informazioni agli altri circa il proprio status sociale. È il «corpo-vestito», di cui Mario Perniola ha scritto anni fa in un libro preveggente: Il sex appeal dell’inorganico (Einaudi).
Rosella Ghigi scrive che la popolazione femminile delle società occidentali tende a conformarsi alla volontà di un totale controllo dei codici della propria visibilità «anticipando ed eliminando tutte le possibili
critiche che possono esserci rivolte dagli altri». Il clima in cui avviene questo cambiamento, di cui la chirurgia estetica appare uno dei sintomi più evidenti, è quello della crescita dell’incertezza, su cui ha attirato
l'attenzione Zygmunt Bauman, incertezza che non riguarda solo la sicurezza personale, ma appunto l’immagine del nostro corpo offerta allo sguardo degli altri. Aumentano le pratiche quotidiane di
manutenzione corporea attraverso fitness, istituti di bellezza, prodotti, diete alimentari, e abbondanti interventi d’estetica chirurgica.
Il deterioramento dell’aspetto fisico in un mondo che «dissolve il futuro nel presente», scrive Bauman in Il teatro dell'immortalità (il Mulino), è il problema costante di gran parte della popolazione, senza
differenza di ceto o classe sociale, per quanto la cultura somatica e le tecniche del corpo, ci avvertono i sociologi, siano fortemente segnate dalle disuguaglianze economiche. La «concezione espressiva» del
corpo - ovvero l’espressione della propria libera soggettività - tende a risolversi nella «concezione strumentale» - il corpo quale strumento d'ascesa sociale - come mostrano tutte le pubblicità di creme o
trattamenti di bellezza che costituiscono oggi almeno un quarto delle inserzioni nei giornali patinati. La pubblicità, scrive Ghigi, che si sofferma sulla condizione della donna contemporanea, non parla più di
bellezza femminile come seduzione, mistero o sortilegio, bensì di «capitale bellezza», «risorse energetiche», «credito solare», «sistema total-look»: il corpo è diventato un’azienda da gestire. Oppure una
macchina da mantenere in buono stato.
Ha detto una volta Silvio Berlusconi parlando della cura del proprio corpo: «Ho fatto il tagliando». Se si confronta la sua immagine con quella, ad esempio, di un altro potente del passato recente, Gianni
Agnelli, non si può non concludere che oggi la chirurgia estetica «onora una sorta di giovinezza eterna senza passato». E questo sia al vertice sia alla base della società.
Autore: Rosella Ghigi
Titolo: Per piacere. Storia culturale della chirurgia estetica
Edizioni: Il Mulino
Pagine: 217
Prezzo: 15 euro
(ago 2008)
COME ERAVAMO. Fra gli undici di Don Carmine Cortese figura il pittore Lorenzo Albino
Tropea 1932. La squadra parrocchiale di calcio di Don Carmine Cortese. Lorenzo Albino è il ragazzino sdraiato con in mano il pallone
(S. Libertino) Qualche giorno fa ci eravamo occupati della 'Tropea Calcio' protagonista nel 1932 del campionato di 1^ Divisione e dei relativi titolari, di cui quattro sono tuttora in vita. Del caso si era occupato il quotidiano 'Calabria Ora', estendendo la notizia ai propri lettori, molti di più degli affezionati amici di TropeaNews.
Quando poi la fonte della notizia è una vecchia foto di settantotto anni fa, ci si guarda intorno, nelle scatole di latta o nei cassetti, per cercare qualcosa di simile a quello pubblicato. E' un richiamo che delle volte riesce a far recuperare la memoria del passato dentro le mura della propria casa. E questa volta siamo riusciti ad ottenere
l'effetto sperato ricevendo immagini sulla vita tropeana del passato come quella stupenda che state vedendo in testa a questo articoletto. Il documento immortala un'altra squadra di calcio, sempre dell'anno di grazia 1932.
Si tratta della squadra di Don Carmine Cortese (1887 - 1952), parroco della Parrocchia di Santa Caterina al Corso. Don Carmine, al ritorno dell'intensa esperienza bellica che lo vide in prima linea operare da cappellano militare nel 19° Reggimento Fanteria negli scenari del Carso, di cui possiamo leggere le pagine intrise di spiritualità
del suo 'Diario di guerra' di recente pubblicazione, approdò alla parrocchia nel 1924. L'obiettivo che seppe subito cogliere nel periodo post bellico fu di togliere i ragazzi dalla strada e guidarli nella formazione durante la prima fase della loro vita. Si inventò, in pendant al suo Circolo operaio "Fede e Lavoro" in ambito Azione Cattolica,
quello parrocchiale dei 'Luigini', animato da mille eventi e frequentato dai ragazzi che orbitavano in genere nei rioni San Giuseppe/Vescovado.
Far parte della squadra di calcio divenne qualcosa di importante per i ragazzi che volevano emulare gli idoli della 1^ Divisione. Don Carmine si impegnò a insegnare loro tra un rosario e l'altro i primi rudimenti, le regole, la lealtà sportiva. Il campo degli allenamenti e delle partite era lo slargo davanti l'entrata della Chiesa dell'Annunziata,
adiacente al Cimitero. Il soffice manto erboso si prestava benissimo al gioco del pallone e limitava i danni delle frequenti cadute. Così la squadra partiva dalla parrocchia e andava fuori dell'abitato della Città con meta nelle lande, che all'epoca sembravano lontanissime, dell'Annunziata dove si giocava sotto l'attenta sorveglianza del parroco.
Lo scatto della foto è da assegnare a Gaetano Cortese, papà di Melo. All'epoca i fotografi con una discreta attrezzatura erano, oltre a Gaetano Cortese, Saverio Lo Torto e Saverio Lorenzo.
Gli undici componenti della squadra, colti nello scatto e raccolti intorno alla figura di Don Carmine, sono:
da sinistra in prima fila: Carmine Cortese, Pasqualino Lorenzo, Paolino Cortese, Giuseppe Pandullo, Saverio Angiò e Carmine Gentile (Cocimeo);
in seconda fila: Carlo De Vita, Giuseppe Epifanio (Suriaca), Domenico Cortese, Nino Bagnato e Albino Lorenzo (sdraiato con il pallone).
Fa un certo effetto, di commozione, vedere Albino Lorenzo, che da adulto diverrà l'artista più rappresentativo della Calabria e papà di 18 figli, una volta tanto, lui, bambino, che tira calci al pallone nella squadra parrocchiale.
(ago 2008)
Dopo la notte di San Lorenzo, è in arrivo il sole sullo Stromboli
Un esaltante fenomeno della natura, attesissimo ogni anno da una moltitudine di persone, è il momento magico quando la sfera infuocata del sole finisce il suo percorso giornaliero nella bocca dello Stromboli, disegnando all'orizzonte uno scenario a colori di incomparabile bellezza.
Per essere presenti sul territorio tropeano e godere del tramonto più emozionante dell'anno non pochi vacanzieri fanno coincidere la loro permanenza con lo straordinario evento che gli antichi naturisti del luogo hanno definito taumaturgico perchè pare infonda da sempre nei cuori e negli animi
di chi lo ammira un'inaspettata e durevole serenità spirituale.
Noi vi possiamo assicurare quella incomparabile bellezza di un purissimo effetto speciale della natura che, al termine di una stagione poco felice, riesce finalmente a dare uno squarcio di luce su una Tropea alquanto spenta e priva di idee.
Vediamo di esaminare quali sono le coordinate e i parametri riferiti a questo evento. Innanzitutto quando avviene. Il giorno varia a secondo del punto di osservazione prescelto. Prendiamo come esempio l'affaccio del cannone di Tropea. In tale circostanza il giorno sarà il 28 agosto (27 se l'anno è bisestile). Qualora il punto di osservazione ricada sul litorale di Parghelia, allora occorrerà guardare il tramonto del 29 agosto. Mentre se dovessimo spostare tale punto, a sud di Tropea, a Capo Vaticano, allora il giorno interessato sarà il 27 agosto. E così via....
Da tenere presente che i parametri sopramenzionati valgono se riferiti al livello del mare. Nel caso che il punto di osservazione venga localizzato in collina, occorre anticipare di un giorno il periodo previsto nel rispettivo punto corrispondente sul livello del mare.
Prepariamo quindi gli strumenti ottici in nostro possesso, binocoli, videocamere o fotocamere e per la perfetta visibilità, indispensabile per cogliere il rasserenante alito spirituale, non ci resta da sperare che quest'anno l'aria all'orizzonte, dove si staglia lo Stromboli, sia abbastanza tersa e le condizioni meteo buone.
Nella foto, un campo lungo dello spettacolare fenomeno, visto dall'affaccio del cannone nel 2005, in una condizione meteo non particolarmente perfetta.
A Tropea questi spettacoli, a differenza di Venezia, Firenze, Lipari, Capri..... sono gratis!
(ago. 2008)
Tropea dedica a Raf Vallone l'affaccio mozzafiato del Corso ed una strada
Cafè de Paris. L'attore Saverio Vallone, il consigliere Saverio Simonelli e il Presidente della Pro Loco Mario Lorenzo
(S. Libertino) Si sa che il Cafè de Paris è il posto più esclusivo per concludere un affare - e non solo 'di cuore' -.
Alle 1930 del 26 agosto, davanti ad un tavolino malfermo che faceva traballare aperitivi e olive ascolane (colpa del selciato in discesa) è stata concordata tra Amministrazione comunale, rapresentata dal consigliere Saverio Simonelli, e la famiglia di Raf Vallone, rapresentata dal figlio Saverio, con la presenza del Presidente della Pro Loco Mario Lorenzo, l'iniziativa di dedicare (ed era ora!) l'affaccio mozzafiato del corso alla figura di Raf Vallone, nato a Tropea il 16 febbraio
del 1916 e scomparso a Roma il 31 ottobre 2002 all'età di 86 anni, con l'applicazione in una delle locations tropeane più rappresentative, di una targa ricordo che riprende la frase dell'attore del neorealismo sul 'suo' mare: 'A Tropea c'è un mare - era solito dire Raf Vallone - tutto particolare, profondissimo, che arriva fino a riva. E' questo dà una sonorità all'onda che è unica. Una sonorità rimasta da sempre impressa nella mia memoria.'.
La posa della targa avrà luogo in una delle prossime settimane, ma non sarà l'unica iniziativa con la quale Tropea ricorderà uno dei suoi figli più cari che fece grande la cinematografia e il teatro nel mondo. E' in preparazione infatti per il prossimo anniversario della scomparsa la dedica all'attore del neorealismo di una strada (o largo) del centro storico.
La scoperta della targa, che avrà luogo alla presenza delle autorità cittadine, provinciali, e regionali, sarà affiancata dalla proiezione in piazza de 'Il cammino della speranza' di Pietro Germi, il primo film che ha avuto protagonisti Raf Vallone e Elena Varzi che poi è stata la compagna della sua vita.
Durante l'incontro si è parlato anche della realizzazione di una scuola di teatro, antico progetto di cui si era già dimostrato entusiasta lo stesso Raf Vallone nel ruolo di direttore.
Con tali proponimenti la figura di Raf Vallone assume nel territorio una più ampia solidità e acquisisce un alto significato culturale di riferimento nel momento in cui nella seconda edizione del Filmfestival, in corso di svolgimento, è decaduta, rispetto allo scorso anno, l'intitolazione a Raf Vallone del Premio emanato dalla stessa manifestazione.
Raf Vallone
(ago 2008)
Il programma della quarta edizione della rievocazione storica dello sbarco, della cattura e della fucilazione di G. Murat
Venerdì 10 Ottobre 2008. Il giorno della preghiera.
Ore 1600: Arrivo di S.A.R. Il Principe Murat con una delegazione del Souvenir Napoléonien della Francia e delle Delegazioni per il Nord e per il Centro-Sud Italia.
Ore 1900: Chiesa di San Giorgio martire. S.S. Messa Solenne in suffragio dell'anima del Re Gioacchino Murat celebrata nella Chiesa Matrice di San Giorgio dall'Arciprete Don Antonio Gaccetta. La S.S. Messa Solenne sarà celebrata in lingua latina. I canti, animati dai soprani Claudia Andolfi ed Etta Pisano, saranno accompagnati dal Maestro Ventura Diego.
Ore 2130: Hotel Marinella. Cena del Re con menù tipico calabrese dell'epoca murattiana.
Sabato 11 Ottobre 2008. Il giorno dei preparativi.
Ore 1000. Sala Congressi dell'Istituto Nautico di Pizzo. Convegno: "1860 L'Italia è unita. 2008 Gli Italiani sono uniti? Luci ed ombre di un RISORGIMENTO senza fine: I contributi di MURAT e dei Calabresi".
Ore 1600. Villaggio Nepeto Loc. Marinella. Inizia la realizzazione di un campo militare napoleonico presso il Villaggio Napeto Club in Pizzo alla Località Marinella. Le visite al campo, libere e gratuite per tutti, saranno coordinate dai soci dall'Associazione Murat.
Ore 1730. Centro Storico e Castello Murat. Grande Parata dei Gruppi Storici partecipanti con itinerario: Piazza San Francesco, Via San Francesco, Corso Garibaldi, Piazza della Repubblica, Castello Murat dove le Autorità cittadine saluteranno i Gruppi Storici partecipanti.
Ore 1900. Centro Storico. Libera uscita delle forze militari e degli ospiti presenti per le vie della Città.
Ore 2200. Castello Murat. "Gran Galà Reale: Canti, balli e danze dell'800 con il Reale Gruppo Storico Gioacchino Murat di Pizzo".
Domenica 12 Ottobre 2008. Il giorno dello sbarco.
Ore 0900. Piazza della Repubblica. Mercatino Storico del Primo Ottocento, con venditori ed artigiani in abiti dell'epoca napoleonica che espongono al pubblico i tipici prodotti agricoli calabresi ed i manufatti delle proprie imprese artigiane.
Ore 0930. Piazza della Repubblica. Estemporanea di pittura realizzata da valenti pittori calabresi con tema gli avvenimenti rievocati nel corso della mattinata.
Ore 1000. Marina di Pizzo. Un veliero a tre alberi proveniente dal mare aperto, getta le ancore nella rada della Marina di Pizzo per sbarcarvi il Re Gioacchino Murat e le sue truppe. Il Re a riva incontra il doganiere Barba della Dogana di Pizzo al quale chiede di condurlo presso il Comandante della guarnigione del Castello. Barba, Murat ed il suo seguito percorrendo la vecchia scalinata della Chiesa di San Ferdinando Re salgono verso il Centro del Paese.
Ore 1100. Piazza della Repubblica. Il re giunge in Piazza della Repubblica. Riconosce Tavella. Pellegrino avverte Nunziante. Murat incontra i Legionari ed i Cannonieri di stanza nella Fortezza del Pizzo che erano schierati per le consuete esercitazioni militari della Domenica mattina invitandoli a seguirlo. Il popolo impaurito si rinchiude nelle case. Murat prosegue per Via delle Grazie fino al Parcheggio della Parrera.
Ore 1130. Parcheggio Papa. Murat dopo una breve sosta viene fermato dagli uomini del Pellegrino e dalle truppe Borboniche con i quali ingaggia un breve scontro a fuoco. Murat decide di ritornare alla nave e ridiscende in Piazza della Repubblica.
Ore 1200. Piazza della Repubblica. Le truppe borboniche di stanza nel Castello, che sono rimaste fedeli al Re Borbone, al comando del Mattei bloccano la fuga del Re. Nel frattempo sopraggiunge il capitano Trentacapilli che procede ufficialmente all'arresto di Murat. Murat ormai prigioniero dei Borboni viene condotto nelle carceri del Castello.
Ore 1230. Castello Murat. Lettura della Sentenza di Morte. Lettera a Carolina e ricordo della famiglia lontana. Confessione con il Canonico Masdea. Doppia fucilazione del Re di Napoli.
Lunedì 13 Ottobre 2008. Il giorno del ricordo.
Ore 1700. Castello Murat. Manifestazione Ufficiale, con l'intervento delle Autorità cittadine, in ricordo dei tragici avvenimenti del 1815. Premiazione dei vincitori della Estemporanea di pittura.
Il Presidente dell'Associazione
Dottore Giuseppe Pagnotta
www.murat.it
(set 2008)
La Campagna di Celestina' opera prima di Maria Rosaria Vallone
(F. Vallone) “La Campagna di Celestina”, opera prima di Maria Rosaria Vallone, è un libro particolare per la tematica trattata e, prima di tutto, per la tipologia di scrittura. Il ricordo, la memoria di quei fantastici, mitici anni Sessanta vissuti in provincia, a Parghelia, in uno dei tanti paesi di mare della Calabria, diventano una chiave per aprire tutti i cassetti delle nostre mille memorie personali.
L’autrice del volume affronta i suoi ricordi in modo fortemente estemporaneo, li apre, li squarcia profondamente mostrando gli aspetti interni più vari e inediti. Maria Rosaria mostra al lettore, senza remore e senza timidezze, uno spaccato antropologico continuamente in tensione, un mondo passato, ma sempre attuale e reale, saturo di quegli elementi di riferimento coerenti con il tempo dell’accadimento. Parlare e trattare il ricordo e la memoria senza cadere in
quella sorta di retorica da “Mulino Bianco”, e non pensare e descrivere a tutti i costi un passato dove tutto era bello, interessante, pulito e candido, non è operazione affatto facile. Maria Rosaria Vallone riesce invece a percepire il tempo andato senza nostalgie e pentimenti di alcun non vissuto, raccontando, descrivendo con l’anima ed il cuore e riuscendo così a scrivere, a distanza di tempo da quel tempo, un diario dove è lo stesso paese a muoversi con i suoi
personaggi dentro, un paese fatto da mille storie che si toccano e si sfiorano più volte e da tanta umanità che scivola con i giorni che passano e sono passati.
Quello che colpisce nel racconto di Maria Rosaria è la tipologia caratteriale della sua scrittura che assomiglia a quella di una sceneggiatura filmica dove ogni racconto, ogni storia può immediatamente essere tradotta in linguaggio cinematografico tanto la particolarità del racconto si fa percepire, riga dopo riga, pagina dopo pagina, attraverso vere e proprie immagini, visioni, particolari illustrati solo dallo scrivere. I titoli dei diversi capitoli, le tracce
delle testatine, sono veri e propri binari che conducono a storie sempre definite e dai contorni vivi: l’albero dei fichi affittato dalla bisnonna, la realtà di una ricchezza solo percepita, la descrizione magica della campagna di Celestina, la borsa contenitore-tesoro del padre e poi l’asilo e la scuola, l’arciprete, la Pasqua, la camera da letto, la festa della Madonna, quella di Sant’Andrea con il lancio delle castagne dal campanile della chiesa, il bar di Pepè
e il momento ludico del gioco. Dal libro escono fuori dalla memoria di quegli anni, figure, personaggi e interpreti della vita, con una loro caratterizzazione sempre forte e prorompente: Santino, zia Mariuzza, Miranda, la signorina Stellina, la vicina di casa, don Mimì e il suo pulmino, zio Pasquale ma anche il tempo speciale delle bottiglie di pomodoro e di quando a Parghelia arrivava il colorato magico mondo del circo Zavatta che per mesi si insediava e si insinuava
tra le pieghe della quotidianità silenziosa di Parghelia. Ed anche qui, quando racconta di personaggi locali, Maria Rosaria Vallone li amplifica nella sua scrittura e li carica attraverso il ricordo di luce speciale, li fa diventare personaggi universali, globali. Un vero e proprio volume diario quasi personale che però recupera ed apre i meandri memorici di ogni singolo lettore e li completa con il ricordo di ognuno, un racconto che si attacca al ricordo madre della
stessa scrittrice. Un lavoro di completamento della ricerca che avviene nei cassetti della memoria delle proprie esperienze personali e collettive di ognuno. A questo punto ogni lettura diviene personalizzazione di ogni singolo volume. Persone e personaggi si affacciano dal passato di Parghelia, si rivitalizzano sul palcoscenico della memoria ed il ricordo diventa, ancora una volta, vita. Maria Rosaria Vallone, nata a Parghelia, vive e lavora da anni a Messina ed è
proprio la lontananza dal suo luogo natio la chiave di lettura per capire questo suo sguardo straordinario sul suo paese, uno sguardo mai banale sempre carico di simbologie profonde incarnate in una scrittura racconto forte come non mai.
Per acquistare il libro (Euro 8):
www.meligranaeditore.com
(set 2008)
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E' on line la 46^ Tornata di TropeaMagazine
Diamo uno sguardo al sommario del nuovo numero di luglio/agosto '08.
Una buona parte della 46^ Tornata è dedicata all'incisore rinascimentale Antonio Spanò e alle sue opere:
'Antonius Spanus Tropiensis' di Salvatore Libertino fa il punto della situazione sulle ricerche fino ad ora svolte sull'artista tropeano.
Il saggio di Margarita Estella, studiosa di incisioni su avorio, 'La Adoraciòn de los Reyes , en marfil, obra de Antonio Spano, procedente de El Escorial' ci da la competente testimonianza sul valore artistico di Antonio Spano.
Con 'Un globo terestre d'avorio scolpito ed inciso nel 1593 dal tropeano Antonio Spanò' Salvatore Libertino rende nota l'ultima scoperta di un microscopico mappamondo lavorato sempre su avorio da Antonio Spanò.
Sull'artista di Tropea ci sono anche i contributi del maestro Alfonso Frangipane, del critico d'arte Giuseppe Alparone e dello storico Pasquale Russo.
Dell'architetto e critico d'arte Antonio Preiti due studi molto accurati e interessanti ci introducono nel campo dei beni artistici e architettonici di Tropea 'Profilo storico insediativo tra arte e architettura' e 'Il patrimonio artistico diocesano'.
A seguire, l'architetto Mario Panarello ci descrive la storia di un'opera d'arte, 'Il monumento Toraldo Calimera nella chiesa dell'Annunziata di Tropea. Contributo alla conoscenza dei marmi napoletani in Calabria'.
E' la volta poi della Dr.ssa Giuseppina Mari che informa su 'I restauri della Cappella dei Nobili a Tropea'.
La sezione 'Gli archivi parrocchiali di Tropea' a cura di Filippo Ramondino e Antonio Tripodi descrive l'inventario dei registri dei matrimoni, dei battesimi, dei morti, delle cresime, delle Parrocchie dell'Annunziata, della Cattedrale, di San Giacomo, di Santa Caterina, dell'Immacolata e del Rosario.
Infine, Carmine Cortese con 'Pasquale Bourelly' racconta la storia di un prete, originario francese, vissuto a Tropea ai primi del Novecento.
Buona Lettura e buone vacanze a tutti!
www.tropeamagazine.it
Fabrizio De Andrè
Una giornata per De Andrè - Popoli e Culture nel Mediterraneo
(S. Libertino) Sabato 5 luglio ore 20,00 presso il Chiostro della Chiesa di San Giorgio al Corso - Tempio della Vittoria di Reggio Calabria, si terrà la quinta edizione dedicata allo scomparso poeta del Mediterraneo.
"Una giornata per De Andrè - Popoli e Culture nel Mediterraneo" questo il titolo della manifestazione che avrà, come al solito, nella mattinata l'apertura della mostra degli elaborati partecipanti alla nuova edizione che consisteranno in opere in pittura, fotografia e scultura.
L'incontro si concluderà con una giornata di studio per ricordare il percorso di Fabrizio De Andrè a partire dalle ore 20,00 ed a conclusione la premiazione degli elaborati riservata agli Istituti Artistici (Accademia di Belle Arti, Liceo Artistico ed Istituto d'Arte) della Provincia di Reggio Calabria, agli artisti
residenti nell´Area dello Stretto, e a tutti i detenuti presso le case circondariali della provincia stessa.
Il tema del concorso di questa edizione riguarda cinque canzoni facenti parte dell´album "Volume III", uscito proprio nel 1968 e nello specifico riguarda le seguenti canzoni:
1) La canzone di Marinella;
2) Il re fa rullare i tamburi;
3) Nell´acqua della chiara fontana;
4) S´i fosse foco;
5) Amore che vieni, amore che vai.
Dagli elaborati come avviene ogni anno sono ricavati dei lavori in pittura,scultura e fotografia a scelta dei partecipanti ed attinenti al tema trattati nel testo delle canzoni sopra indicate. La manifestazione organizzata dal Circolo Culturale "L´Agorà", anche quest´anno ha avuto il patrocinio della Fondazione "Fabrizio De Andrè",
Ufficio Scolastico per la Regione Calabria, Ministero della Giustizia - Dipartimento Amministrazione Penitenziaria - Provveditorato Regionale della Calabria, Provincia di Reggio Calabria e Comune di Reggio Calabria e non per ultimo il contributo artistico di Guido Harari.
Ritornando alla giornata di studio sarà discusso l´album "Volume III" di Fabrizio De Andrè ed il periodo storico in questione: siamo infatti nel 1968, e il processo che avrebbe portato la musica a diventare un fenomeno di massa nel senso in cui la concepiamo adesso era ancora un processo imperfetto.
Questo principalmente per due motivi: il primo era legato allo scarso sviluppo della concorrenza radiofonica, ed al problema strutturale interno al mercato discografico, visto gli alti costi che vi erano e che per i quali venivano coinvolte poche etichette che pubblicavano pochi dischi che costavano troppo.
De André faceva dischi di questo genere, riservati a un bacino di utenza composto da intellettuali e studenti (figure queste tradizionalmente prive di grandi capacità economiche), in un mercato costretto praticamente alla semiclandestinità e spesso esposto alla censura, che se non era quella ufficiale era semplicemente l'ostracismo di chi gestiva il mondo della musica e della comunicazione.
In questo disco il grande cantautore ligure raggiunge appieno la sua maturità artistica, con un'opera che si insedia pienamente nel canale della tradizione (si pensi a Il re fa rullare i tamburi, canzone rinascimentale francese), della musica colta (l'esempio è facile: S'i fosse fosse arderë' il mondo, che pone in musica l'omonima poesia del quattrocentesco Cecco Angiolieri) e della critica al
potere (si pensi a Il gorilla, dove De André fa lamentare un giudice che viene stuprato da un gorilla fuggito da un circo esattamente come si era lamentata l'ultima persona che questi aveva condannato a morte. O a La guerra di Piero, una splendida arringa antimilitarista).
Circolo Culturale L'Agorà
La copertina del libretto della commedia lirica 'Il piccolo Haydn' dei fratelli Cipollini
Il libretto della commedia lirica 'Il piccolo Haydn' del tropeano Gaetano Cipollini è on line sul portale dell'Università di Pavia
(S. Libertino) L'Università degli Studi di Pavia ha dato corso, con il contributo della Fondazione Cariplo, al progetto 'Valorizzazione dei fondi speciali della Biblioteca della Facoltà di Musicologia', digitalizzando e
rendendo visibile on line i documenti librari dei fondi speciali. Del 'Fomdo Ghisi', al n. 184 si trova il libretto della commedia lirica in un atto 'Il piccolo Haydn' del tropeano Gaetano Cipollini. L'autore del
libretto, che può essere scaricato nel proprio PC, è il fratello Antonio Cipollini.
L'Editore Sonzogno, incoraggiato dal successo registrato dall'opera prima 'Gennarello' di Gaetano Cipollini su libretto del fratello Antonio, rappresentata il 1°
giugno 1891 al Teatro Manzoni di Milano, gli commissionò un'opera in un atto 'Il piccolo Haydn', tratta dall'omonima commedia di E. Cecchi. La nuova
composizione fu rappresentata al Teatro Sociale di Como il 26 gennaio del 1893.
Fu questo il lavoro che segnò la massima popolarità dell'autore tropeano: grazia di invenzione, fluidità ed eleganza di melodie, ricchezze di forme, tanto che
venne replicato nel mese di ottobre dello stesso anno al Teatro Carcano di Milano. 'L'autore venne chiamato al proscenio 10 volte. La musica è delicata,
facile...L'esecuzione è stata accuratissima da parte della brava Daria Farini, della Riso, del tenore Castellano e degli altri.', così si espresse, in occasione della
'prima' di Como, il Trovatore, autorevole periodico musicale dell'epoca.
Ed ancora, sul Trovatore a proposito della 'prima seconda' andata in scena a Como il 29 gennaio 1893 la notizia telegrafica: 'Prima seconda Haydn nuova
opera m° Cipollini, esito assai lusinghiero. Autore presente rappresentazione evocato ripetutamente proscenio con valenti esecutori. Elegantissima Daria Farini,
vezzosa protagonista, ideale interprete finissimo lavoro applaudita con Castellano confermatosi cantante eletto preziosi mezzi vocali - Bene orchestra diretta m°
Guerrera, Riso, Stecchi, Marini'.
Nella stagione 1893-94, solo nel periodo di Carnevale (in Italia era un periodo in cui si usava aprire alla lirica i teatri con un cartellone esclusivo e seguitissimo),
questa seconda opera fu richiesta da ben dieci teatri (Crema/Sociale, Faenza/Comunale, Cremona/Ponchielli, Napoli/Mercadante, Parma/Reynach, Reggio
Emilia/Comunale, Roma/Costanzi, Sassari/Politeama, San Remo/Principe Amedeo, Vigevano/Sociale), classificandosi terza nell'elenco generale, dopo i
Pagliacci e la Manon, che furono richiesti rispettivamente quindici e dodici volte. Il successo fece decidere Sonzogno ad affidare allora al Cipollini un'opera di
commissione, Ninon de Lenclos, commedia lirica in tre atti e quattro quadri, ambientata nella Parigi di Luigi XIII. Il contratto prevedeva duecento lire al mese
fino alla consegna dello spartito, e il trenta per cento sul prezzo del noleggio.
Sono questi gli anni in cui 'Il piccolo Haydn' girò l'Italia, arrivando addirittura in America. Per le rappresentazioni in Germania il libretto nel 1894 uscì in
lingua tedesca ('Der Kleine Haydn'), a cura dello stesso Sonzogno. Ma se tutto ciò procurò al Maestro tanti elogi non gli fruttò altrettanti quattrini.
Il libretto della commedia lirica 'Il piccolo Haydn' dei fratelli Cipollini
Gaetano Cipollini
DA 'IL PICCOLO HAYDN'
'Ier sera come un angelo di Dio' - Soprano: Caterina Francese
'O ciel della mia Napoli' - Tenore: Francesco Anile
Il banner del Premio Letterario 'Tropea' sul loggione dell'Antico Sedile
«Giusto imporre priorità ai Pm»
(Anna Maria Gredo per ilgiornale.it) Magistrato, scrittore, oggi politico. E anche avvocato, attraverso il protagonista dei suoi libri, Guerrieri. Gianrico Carofiglio, senatore del Pd e membro della commissione Giustizia, con la sua opera 'Ragionevoli dubbi' ha vinto ieri sera la seconda edizione del Premio Tropea, prevalendo su 'Prima esecuzione' di Domenico Starnone e 'La mano che non mordi' di Ornela Vorpsi, grazie al voto dei 409 sindaci calabresi. E dalla cittadina commenta il braccio di ferro tra magistratura e politica.
Siamo di nuovo allo scontro, senatore Carofiglio?
«Più che di scontro, parlerei di aggressione di taluni politici a taluni magistrati. Per me è sempre importante che ci sia una netta distinzione degli ambiti, senza sconfinare. Bisogna uscire dalla logica devastante del dualismo politica-magistratura e cercare il dialogo».
Da magistrato passato alla politica, come giudica il modello di un altro ex pm, il suo collega Di Pietro?
«Non mi piacciono i toni di Di Pietro. Semplicemente, non è il mio stile. Io cerco di essere sempre distaccato. Quando ero sostituto procuratore antimafia a Bari dovevo star zitto e lo facevo. Ora, invece, posso parlare liberamente, ma preferisco ragionare in modo pacato».
C’è troppo protagonismo tra le toghe?
«Esiste, ma è circoscritto a pochi che fanno molto parlare di sé. Per me, il magistrato deve preferire il silenzio. Il fenomeno va criticato e, in caso, anche represso».
Come?
«Se certi comportamenti rientrano negli illeciti disciplinari il Csm deve intervenire. Chi parla delle proprie vicende giudiziarie sbaglia ed è sempre negativo usare troppa enfasi sui problemi della giustizia. Anch’io a volte ho denunciato colleghi per comportamenti scorretti: non ci vuole alcuna difesa corporativa. Altrimenti, si nuoce ai tanti magistrati che lavorano bene e in silenzio».
Serve una riforma del Csm?
«Il Consiglio potrebbe fare di più, ma registro che la giustizia disciplinare dei magistrati è oggi la più dura ed efficace di quelle di categoria. Ciò non significa che il sistema non possa essere migliorato».
Che modifiche propone?
«Servirebbe una seria riforma degli illeciti disciplinari, quella fatta da poco era segnata da uno spirito punitivo verso i magistrati. Ma è giusto agire sulla responsabilità disciplinare, per eliminare certe vischiosità, certi corporativismi che esistono. Quando un giudice ci mette 8 anni a depositare una sentenza, è chiaro che il problema dei ritardi non si affronta adeguatamente».
Parla del caso Pinatto: ora il Csm l’ha radiato ma c’è anche una responsabilità dei capi degli uffici?
«Non c’è dubbio. Ed è un problema anche culturale. Ho conosciuto un vicecapo della Procura distrettuale del Massachussets che aveva 38 anni, da noi a un posto del genere arrivi a 65. Quale azienda privata punta su un manager di quell’età? Molte cose vanno cambiate».
L’obbligatorietà dell’azione penale è ancora un tabù?
«No, sarei favorevole ad un intervento e lo dico da 10 anni. Così com’è oggi è una foglia di fico. E ognuno si fa i suoi criteri di priorità. Invece, dovrebbe essere il Parlamento a stabilirli, in base alla politica criminale necessaria in un certo momento storico. Ci vogliono meccanismi di “discrezionalità vincolante”, che in parte già esistono come nel processo minorile. Per individuarli serve un’attività istruttoria sulla base delle indicazioni del Csm e delle procure. Tutto questo sotto il controllo del giudice: non dovrebbe mai essere il pm che si autoarchivia. Ma ci vuole un dibattito serio e un intervento costituzionale».
Sull’immunità parlamentare si può discutere?
«È stata eliminata perché ha dato cattiva prova di sé. Ora vogliono il cosiddetto Lodo, che non è un accordo ma solo una proposta di Alfano, nata sull’urgenza di processi pendenti del premier. Si dice che all’estero lo scudo esiste, ma è solo per il presidente della Repubblica, non per il premier. Semmai, c’è l’autorizzazione a procedere. E non mi spaventa che se ne discuta per reintrodurla, ma in un’ottica seria e chiara d’ingegneria costituzionale, senza schiaffi al Parlamento».
Il suo avvocato Guerrieri ha fiducia nella terzietà dei giudici?
«Per saperlo, bisogna leggere i miei libri. Di Guerrieri posso solo dirle che, arrivato in Parlamento, ho scoperto che ha tanti fan anche tra i colleghi del Pdl e l’anno prossimo uscirà un’altra delle sue storie, insieme a un breve romanzo generazionale su Bari, la mia città».
Il portale del Premio Letterario Città di Tropea
Le immagini del sito dell'antica Fontana 'Barone' (XVII sec.) prima e dopo il restauro operato a cura del Comune di Tropea
Ricondotto a cura del Comune alla veste originaria il sito della Fontana 'Barone'
(S. Libertino) Qualche mese fa avevamo esternato il grido di dolore di un intero rione, il 'vescovato' - e non solo - rivolgendoci per i provvedimenti del caso agli organi preposti alla conservazione dei beni culturali e artistici della Città, per il ripristino alla veste originaria del sito della Fontana del XVII sec. in via del Monte accanto all'Osteria del Pescatore (Ved.si in archivio articolo al riguardo).
Lo sdegno popolare, sostenuto in modo particolare dal Direttore della Pro Loco Mario Lorenzo contrario ad ogni forma di rinnovo pittorico 'aggressivo' delle facciate dei palazzi del centro storico, era motivato dal fatto che il muro dove è collocata l'opera d'arte di granito lavorato dagli esperti scalpellini fatti venire dalle Serre nel 1656 dalla famiglia patrizia Barone - il prezioso manufatto si trova davanti al portone di Palazzo Barone - era stato imbrattato da un largo e continuo affresco dai colori pastello, giallo e grigio.
E' doveroso ringraziare a questo punto l'Amministrazione Comunale che, accogliendo l'appello, si è prodigata di far togliere, attraverso un accurato lavaggio del muro con particolari additivi chimici, quei colori che deturpavano le sembianze aggraziate della fontana più antica di Tropea, dimostrando non poca sensibilità verso un'opera d'arte cittadina che ormai fa parte da oltre tre secoli della cultura tropeana.
E' rimasto invece nell'ombra il nome dell'artefice dell'exploit 'artistico', il quale pare abbia esclamato 'Volevo rendere ancora più bella la Fontana Barone ma non sono stato capito...'. Comunque sia andata, bisogna dargli atto che grazie al suo gesto, sicuramente da condannare ma in assoluta 'buona fede', la più antica fontana tropeana è stata oggetto in questi ultimi tempi di una meritatissima attenzione.
L'articolo in archivio sulla Fontana Barone
Il Coro Polifonico 'Don Giosuè Macrì'
Il Coro Polifonico "Don Giosuè Macrì" il 19 Luglio e 9 Agosto al teatro del porto
(E. Taccone) Il coro Polifonico don Giosuè Macrì, dopo numerosi anni di assenza dal cartellone delle manifestazioni estive, in occasione della ricorrenza dei dieci anni dalla sua fondazione, ha deciso di farsi un regalo, riproponendosi con ben due concerti.
Il coro ha raggiunto i 10 anni di attività sotto la direzione dell'indimenticabile Maestro Franco Arena che ha lasciato, si fa per dire, la bacchetta al Maestro Enzo Laganà.
Fondato dal Professor Antonio Sposaro il coro ha percorso una lunga strada costellata da concerti a Tropea e dintorni e segnata dal confronto amichevole con altre corali in occasione di manifestazioni nazionali ed internazionali di tutto rispetto. Una su tutte: la celebrazione degli 80 anni di Papa Woityla in Piazza Sa Pietro nell'anno 2000.
Dall'autunno 2007 il coro è magistralmente diretto dal maestro Vincenzo Laganà, con il quale ha intrapreso un nuovo percorso musicale, rinnovando il proprio repertorio e presentandosi in una nuova "veste grafica", accompagnato cioè da un complesso di fiati.
In questa veste rinnovata il coro si esibirà il prossimo 19 luglio e 9 agosto, alle ore 21,30, in una serie di brani prevalentemente di ispirazione popolare e folk, in una bellissima e suggestiva cornice, l'anfiteatro del Porto di Tropea, che da sé legittima il titolo della manifestazione: Tropeaincanto.
Molti coristi si sono avvicendati nel corso di questi anni nella compagine corale ed in tutti coloro che hanno avuto la fortuna di far parte del gruppo è sempre rimasta la convinzione di aver fatto un'esperienza straordinaria, caratterizzata da un serio impegno musicale e sociale e da rapporti umani non di semplice facciata.
Il repertorio delle esibizioni estive, di recente rinnovato, presenta, unitamente a qualche pezzo sacro, brani della cultura popolare sudamericana, francese, insieme a brani della tradizione napoletana per arrivare a qualche canto di montagna ed a qualche coinvolgente gospel.
Non manca il cavallo di battaglia della canzone calabrese, la nostra e molto nota "Calabrisella" che a 4 voci rappresenta una vera novità.
Le prove hanno impegnato il coro per tutto l'inverno e sono state affrontate con responsabilità e serietà perché l'incontro con il pubblico, che non viene mai preso sottogamba, è sempre fonte di grandi emozioni e rappresenta il modo migliore per riscuotere un applauso che sicuramente il coro merita ed a cui, molto modestamente, aspira.
Il Presidente del Coro Polifonico, Paolo Ceraso, si attende una grande partecipazione di pubblico, un atteggiamento clemente dei critici ed augura a tutti coloro che vorranno partecipare: "Buon ascolto".
Un'immagine di qualche anno fa della Congrega 'Santissimo Salvatore e Santa Maddalena degli Ortolani' con il vecchio stendardo.
Mons. Luigi Renzo visiterà la chiesa del Carmine sede dell'antica Confraternita 'Santissimo Salvatore e Santa Maddalena degli Ortolani'
(S. Libertino) Il 16 luglio a Tropea sarà festeggiata la Beate Vergine del Carmelo nella chiesa del Carmine fuori le mura, anticamente annessa al convento dei Carmelitani
Scalzi fondato il 13 settembre del 1565 nei pressi della Gurnella da Alessandro d'Aquino con il consenso del vescovo Gerolamo de Rusticis (1570 - 1593) e
l'approvazione di Pio V il 26 novembre del 1570.
Successivamente, il convento, ormai da tempo diruto ma di cui è ancora visibile in superficie qualche traccia, fu più volte soppresso e altrettante volte
reintegrato. Fu ad esempio soppresso nel 1640 e le rendite assegnate al Seminario per essere reintegrato per la donazione di 500 ducati da parte di Carlo
Scattaretica sotto il vescovo Teofilo Testa (1692 - 1696). L'anno 1711 fu assegnato da Innocenzo XI a religiosi non appartenenti all'ordine dei Carmelitani,
che lo abitarono, dopo averlo abbandonato più volte per l'aria cattiva che vi si respirava, fino alla fine del XVIII sec.
Nella chiesa veniva eretta la 'Confraternita del Santissimo Salvatore e Santa Maria Maddalena degli Ortolani' tuttora operante e di cui esiste l'atto del
regio assenso a firma di Ferdinando IV in data 28 febbraio 1777. Nel documento viene formalizzata dal Notar Giovanni Polito da Tropea la petizione firmata
dai confratelli con i rispettivi nomi - 31 unità in tutto - tra i quali il Prefetto e gli Assistenti che nelle prime righe della supplica indicano tra l'altro che la
Congrega è stata fondata nel 1705.
Quest'anno ai tradizionali festeggiamenti si innesca un avvenimento storico con qualche precedente: la visita alla chiesa e quindi alla Confraternita da parte del
Vescovo della diocesi Mileto-Nicotera-Tropea, Mons. Luigi Renzo il quale officierà la S. Messa alle ore 1030.
Un paio di mesi fa il Priore Carmine Rizzo aveva a nome della Congrega chiesto al Vescovo di esaminare la possibilità di programmare una visita alla Chiesa del
Carmine sede dell'antica Confraternita. Qualche tempo fa Mons. Renzo ha reso noto di aver accolto la richiesta programmando la visita nel giorno della Festa della Beata
Madonna del Carmelo.
'E' un fatto storico importante - ci spiega il Priore Carmine Rizzo - che si ripete a distanza di cinquant'anni quando nella chiesa del Carmine giunse il
Vescovo di Tropea Mons. Agostino Saba (1953 - 1961) per somministrare ai bambini la Prima Comunione e la Cresima. Io ero uno di loro'. Quando poi
chiediamo cosa avrà in animo di chiedere al Vescovo, Rizzo risponde 'Chiederemo di aiutarci a continuare a gestire la chiesa, il patrimonio, le tradizioni
religiose come abbiamo sempre fatto fino ad ora'.
La Confraternita del Carmine
Il 24 luglio, presentazione dell'ultima fatica di Giuseppe Bragò 'Facce di bronzo – personaggi & figuranti a Riace'
(S. Libertino) Sarà presentato alla stampa il 24 luglio alle ore 1100 a Cosenza presso la sede della Pellegrini Editore in via De Rada 67/c l'ultima fatica di Giuseppe Bragò 'Facce di Bronzo - perone & figuranti a Riace'.
Il volume, che sarà distribuito in libreria a comninciare dal 15 luglio, è un credibile atto d’accusa fondato soprattutto su una considerevole quantità d’inediti e sconcertanti documenti indagati presso l’Archivio Storico del Museo Nazionale Archeologico di Reggio Calabria, che fanno risaltare senza veli l’inattendibilità di Stefano Mariottini, scopritore “ufficiale” delle statue, del Soprintendente Giuseppe Foti e di personaggi vicini ai due primi attori.
Altre insospettabili figure, appartenenti alla Cultura di Stato, avrebbero per varie ragioni partecipato alla “messa in scena”. Il subacqueo romano incassò - prove alla mano - il premio di rinvenimento grazie a un espediente. Giuseppe Braghò riferisce i particolari resi dalla supertestimone (la quale ha già deposto presso il Magistrato inquirente di Locri) presente al momento del furto di scudo e lancia appartenuti ai Bronzi.
Continua
La neodottoresse Maria Rosa Cupitò e Anna Vasinton alle console della Proloco tropeana
Grandi festeggiamenti per la laurea di due operatrici della Pro Loco di Tropea
(S. Libertino) Per tutto il 19 luglio è stato registrato presso gli uffici della Pro Loco tropeana un incessante via vai di parenti, amici e conoscenti per congratularsi personalmente e festeggiare la laurea conseguita qualche giorno fa all'Università degli Studi di Cosenza da Maria Rosa Cupitò e Anna Vasinton, impiegate nell'ambito del Servizio Civile Nazionale.
In particolare, la neo dottoressa Maria Rosa Cupitò ha discusso il 15 luglio la tesi in Lettere Classiche (Relatore Prof. Maurizio Paoletti) "Quae 'gimnasiòde' maxime sunt, ea quaero". Cicerone: Ritratto di un collezionista appassionato, riportando il voto di 105.
Mentre la neo dottoressa Anna Vasinton ha discusso il 17 luglio la tesi in Letteratura Italiana Contemporanea (Relatore Prof.ssa Margherita Ganeri) "Dalla pietrificazione del linguaggio alle molteplici visioni del mondo. Analisi delle lezioni americane di Italo Calvino" riportando il voto 110 e lode.
Per il lieto evento il Direttore della Pro Loco Mario Lorenzo ha espresso profonda soddisfazione, cogliendo l'occasione per rimarcare l'alta qualità, preparazione e professionalità del personale preposto ai servizi di informazione al pubblico della Pro Loco, i cui sportelli, grazie al Servizio Civile Nazionale, sono aperti tutto l'anno.
Alle bravissime neo laureate un vivissimo augurio da parte della Redazione di TropeaMagazine.
Il Portale della Pro Loco di Tropea
Il 27 luglio, la Rossa Nazionale si fa bella e scende in piazza
(S. Libertino) La 'Cipolla rossa di Tropea' - Calabria' ha acquisito da un anno - per legge - la indicazione geografica protetta I.G.P.. Il relativo disciplinare di produzione, di recente normativa, ne designa i bulbi nella
tipologia cipollotto, cipolla da consumo fresco, cipolla da serbo, che rispondono alle condizioni ed ai requisiti stabiliti ai sensi del reg. 2081/92.
Con la suddetta meritata 'onorificenza' il prossimo 27 luglio, la Rossa di Tropea scenderà in piazza (Largo Galluppi) nella sua terra d'origine per farsi ammirare in tutte le salse, in occasione della 'Sagra della Cipolla Rossa di Tropea e del Pesce
Azzurro', ancora una volta organizzata dalla Pro Loco.
Bene fa la Pro Loco a dare continuità alla tradizionale manifestazione, giunta alla XXXVII edizione, confidando esclusivamente nei propri mezzi che francamente appaiono veramente pochi per sviluppare con
la dovuta attenzione un degno (o decente) evento a favore di questo prodotto che se non altro veicola il nome di Tropea in tutto il mondo.
Voglio dire che se si è riusciti a mettere un pò d'ordine nella normativa e unificare e proteggere, attraverso un protocollo europeo, la sua coltivazione e produzione, non si è ancora capaci a parlare la stessa
lingua sull'allestimento di una degna manifestazione da dedicare a questo pregiato tubero che impera ormai nella cucina mondiale. Della Cipolla Rossa di Tropea si occupano infatti Accademie, Cooperative, Associazioni,
Produttori, gli stessi Comuni che la producono (Ricadi ad agosto organizza una propria sagra), tante parrocchie che coltivano il proprio orticello, il più delle volte distratti, ciascuno per proprio tornaconto,
dai possibili contributi regionali e provinciali. Non un intento quindi e un'unicità di sforzi che potrebbero tendere a occuparsi con una maggiore completezza della storicità, della letteratura culinaria, dei piatti
tradizionali, dei percorsi culturali sul campo legati alla produzione, delle eventuali ricerche e studi sui benefici alla salute e della divulgazione di quelli già fino ad ora attuati. Insomma, oltre alla 'sagra' sarebbe ora di
istituire un comitato scientifico ad hoc per organizzare annualmente convegni in scala nazionale che riescano a 'parlare' finalmente in termini scientifici e nuovi della Cipolla Rossa di Tropea.
Oggi non può bastare la sia pur lodevole attività della Pro Loco, è auspicabile allora che le istituzioni locali, Comune, Provincia e Regione, facendosi carico con la dovuta attenzione della messa a fuoco delle
problematiche che ne derivano, colgano il segno dell'importanza e dell'interesse della Cipolla Rossa di Tropea che - diciamocelo - dà lustro all'intera nazione.
Diverse fonti storiche e bibliografiche attribuiscono l'introduzione della cipolla nel bacino mediterraneo ed in Calabria prima ai Fenici e dopo ai Greci
diffondendosi in quel tratto di costa tra i mari «lametino» e «viboneto» che va da Amantea a Capo Vaticano (Strabone lib. 6 e Aristotile lib. 7 De Repubblica). Ben apprezzata nel Medio Evo e nel
Rinascimento, considerata principale prodotto dell'alimentazione e dell'economia locale veniva barattata in loco, venduta ed esportata via mare in Tunisia, Algeria e Grecia. Citazioni si rilevano negli scritti dei
numerosi viaggiatori che arrivano in Calabria fra il `700 e l'800 e visitando la costa tirrenica da Pizzo a Tropea, parlano delle comuni Cipolle Rosse di Tropea. La Cipolla Rossa di Tropea si diffonderà con
maggiore impulso nel periodo borbonico, verso i mercati del nord Europa, diventando in breve ricercata e ben apprezzata così come racconta G. Valente e Marafioti, Barrio, Fiore in studi sulla Calabria di
Leopoldo Pagano (1901) che riferisce pure sulla forma del bulbo e delle rosse bislunghe di Calabria ed i primi ed organizzati rilevamenti statistici sulla coltivazione della cipolla in Calabria sono riportati
nell'Enciclopedia agraria Reda (1936-39). Le caratteristiche merceologiche uniche che hanno conferito notorietà al prodotto a livello nazionale, e soprattutto il valore storico e culturale nell'area considerata
ancora oggi vivo e presente nelle pratiche colturali, in cucina, nelle quotidiane espressioni idiomatiche e nelle manifestazioni folcloristiche, hanno reso il prodotto stesso oggetto di imitazioni e contraffazione
della denominazione.
Appuntamento quindi domenica 27 luglio in Largo Galluppi dove si potranno gustare svariate pietanze a base della Rossa nazionale, preparate dai migliori Chef, e assaggiare prodotti, sempre a base di
cipolla rossa, come la famosa marmellata.
Ci sarà anche un intrattenimento musicale a cura di Saverio Muscia e il tradizionale ballo dei Giganti.
Buon divertimento!
La sagra della Cipolla Rossa, edizione 1983 (Video)
'La Cipolla Rossa di Tropea' di Bruno Giordano (1932)
Il brigante Giuseppe Musolino
Convegno 'Il brigante Musolino'
(S. Libertino) Giovedì 25 luglio a partire dalle ore 20,30 presso il Chiostro della Chiesa di San Giorgio al Corso - Reggio Calabria - il Circolo Culturale L'Agorà terrà un convegno avente come tema "Il brigante Musolino".
Relatrice la professoressa Mimma Suraci. La manifestazione rientra nel ciclo degli incontri denominati "Serate al Chiostro".
« Aju la testa china di penzéri
no’ notti e no’ ghjornu pozzu ripusari
pressequitatu di li carbbinéri
chi già pe’ fforza mi vonnu arrestari.
Aju sartàtu muretta cu’ sentèri
e àttri ancora ca ‘nd’aju a sartàri:
‘na sula cosa mi porta doluri,
êssiri luntanu d’i me’ genituri. »
(anonimo - muttetta "Lu Briganti Peppi Musolino, Re dell'Aspromonte")
Circolo Culturale L'Agorà
La prima line up de 'The Freestones': Mario Lorenzo, voce; Ennio Gentile, chitarra solista; Masino Ostone, chitarra e voce, fino al 1965; Reno Ostone, batteria e voce, fino al 1965; Amedeo Giroldini, chitarra ritmica e voce; Ninì Pandullo, basso e voce
Quarantacinque anni fa la 'Freestonesmania'
(S. Libertino) 'The Freestones' è stata la prima formazione Rock tropeana ad esibirsi in pubblico intorno al 1963, anche se la primogenitura è da assegnare ad un gruppo che in quel periodo era in fase di organizzazione e che successivamente iniziò la carriera musicale con il nome de "I Cadetti".
I Freestones si fecero subito notare per lo stile particolarmante raffinato che si ispirava al Merseybeat di Liverpool (Beatles, Searchers, Swinging Blue Jeans, Big Three.....) basato sul concorso dei singoli apporti vocali e sull'eleganza timbrica degli arrangiamenti strumentali.
Con le esibizioni ai Lidi "S. Leonardo", "La Pineta", nei concerti di piazza e al Teatro Eliseo, il gruppo ottenne una grandissima popolarità ed un grosso seguito di pubblico. E fu subito Freestonesmania.
La notorietà de 'The Freestones' si allargò prestissimo nel resto del vibonese attraverso le performances nei posti più esclusivi del litorale: "Sabbie Bianche", "Roller Club", "Madameo".
Il complesso partecipò con grande successo a competizioni regionali e a importanti manifestazioni musicali, tra cui la "Palma d'oro" di Daniele Piombi al Teatro Valentini di Vibo Valentia accanto a Little Tony e al Teatro Comunale di Catanzaro, accanto a Patty Pravo.
L'attività de "The Freestones" ebbe termine ufficialmente nel 1968, anche se c'è stata in tempi successivi qualche esibizione di alcuni degli elementi, di cui la più importante è stata sicuramente quella, negli anni '70, quando il gruppo accompagnò Mal dei Primitives durante un concerto all'"Eliseo".
Line up originaria
Mario Lorenzo, voce
Ennio Gentile, chitarra solista
Amedeo Giroldini, chitarra ritmica e voce
Masino Ostone, chitarra e voce, fino al 1965
Reno Ostone, batteria e voce, fino al 1965
Ninì Pandullo, basso e voce
Componenti successivi
Peppe Apriceno, batteria e voce, dal 1965
Mario Naso, tastiere, dal 1967
Manager: Giovanni Giroldini dal 1966,
Freestonesmania 1963
Gruppi Musicali
Goletta Verde “promuove” il Tirreno Presentata a Tropea la campagna di monitoraggio delle acque. Preoccupa l’abusivismo edilizio
(giornaledicalebria.it) Acque cristalline lungo tutta la costa calabrese. Eccezione fatta per Villa S. Giovanni, sul versante tirrenico, e Melito di Porto Salvo per quello ionico. Allarmante, invece, la situazione delle foci dei fiumi, immancabilmente inquinate. Questi i risultati emersi dal monitoraggio sulle acque di balneazione della Regione realizzato da “Goletta Verde”, la campagna di analisi
e informazione sullo stato di salute del Mare Nostrum firmata Legambiente e realizzata con il contributo di Vodafone Italia, Italgest Mare e la collaborazione del Ministero dell’Ambiente e tutela del Territorio e del Mare.
Come di consueto i biologi del laboratorio mobile del Cigno Verde hanno passato al setaccio le acque di balneazione, mettendo a fuoco coliformi e streptococchi fecali, batteri-spia della pressione antropica sul mare, come previsto dalla legge italiana (Dpr 470/82). I tecnici di Legambiente hanno, inoltre, analizzato gli Escherichia Coli, microrganismi che vivono esclusivamente nell’intestino umano e
che sono il nuovo termine di riferimento della direttiva europea recepita in Italia con il Dlgs 30 maggio 2008 n 116, poiché sono sintomo inequivocabile di inquinamento antropico. I prelievi di Goletta Verde sono campionamenti puntuali e non continuativi: si tratta di un’istantanea sulla condizione del mare relativa al momento del prelievo.
L’intervento di Legambiente non si configura come una competizione nei confronti delle Arpa e delle autorità preposte al campionamento e alle analisi, ma piuttosto come stimolo alle amministrazioni per la tutela della salute del mare. A presentare i risultati delle analisi, resi pubblici questa mattina in conferenza stampa a Tropea, sono stati: Rina Guadagnini, portavoce Goletta Verde; Nunzio Cirino Groccia,
Segreteria nazionale Legambiente; Nino Morabito, presidente Legambiente Calabria; Franco Saragò, Segreteria Legambiente Calabria; Osvaldo Giofrè, vicepresidente Circolo Legambiente Ricadi; Antonella Pupo, presidente Circolo Legambiente Vibo Valentia; Eleonora Soligo, Responsabile Comunicazione Corepla e Pino Colloca, Comandante della Capitaneria di Porto di Tropea. Sono, inoltre, intervenuti i Sindaci dei
Comuni della fascia costiera della provincia di Vibo Valentia; Francesco Marcianò, Assessore provinciale all’Ambiente e l’Arpacal.
Quindici su sedici i punti di campionamento sulle acque di balneazione prelevati sul versante tirrenico della Regione risultati puliti, quindi con tutti i parametri esaminati entro i limiti di legge. Si tratta di: Praia a Mare, Scalea, Diamante, Cetraro e Amantea per la provincia di Cosenza; Gizzeria per quella di Catanzaro; Nicotera, Ricadi, Tropea, Pizzo Calabro, Joppolo e Ricadi per la provincia di Vibo
Valentia; Scilla, Bagnara e Palmi per il territorio di Reggio Calabria. Soffre, invece, Villa San Giovanni, che fatto registrare due parametri molto al di sopra dei limiti di legge.
“Anche quest’anno - ha dichiarato Franco Saragò, della Segreteria di Legambiente Calabria - a conferma delle nostre varie denunce, dai campionamenti di Goletta Verde emerge una situazione di grave sofferenza nei pressi delle foci dei corsi d’acqua delle coste Vibonesi e degli Dei. In particolare il fiume Mesima, che forse più di altri raccoglie liquami non depurati provenienti anche dai comuni dell’entroterra,
si riconferma fortemente inquinato. Stessa situazione, anche se in misura più lieve, viene evidenziata a Bivona, uscito leggermente inquinato. Altre sofferenze sono evidenti anche nei pressi dei punti di scarico di alcuni depuratori. Ciò a testimonianza che il vero tallone d’Achille dell’inquinamento marino continua a essere una depurazione del tutto deficitaria”. In generale, dai risultati delle analisi sulle
acque di balneazione effettuate dai biologi di Goletta Verde, le condizione del mare calabrese, e in particolare delle coste Vibonesi, appaiono sostanzialmente buone. Ma, nonostante il quadro positivo, non bisogna assolutamente abbassare la guardia, tanto più che questi risultati sono stati condizionati in positivo da una presenza turistica ridotta. Sull’attribuzione delle Vele della Guida Blu di Legambiente e
Touring Club Italiano assegnate alla costa Vibonese registriamo, ha proseguito Franco Saragò “una sostanziale stabilità, ma se confrontata con le valutazioni degli ultimi anni si evidenzia un calo generale, segno evidente di scarsa attenzione verso politiche di valorizzazione e riqualificazione del territorio. Apprezzabile, invece, lo spunto offerto dalla legge regionale che ha previsto l’istituzione di cinque
nuove aree marine protette e che dovrebbero essere da stimolo per le amministrazioni locali per autentiche politiche di protezione del territorio costiero. Aree tutelate che, come tutti i parchi, rivestono un ruolo fondamentale nella tutela e valorizzazione degli ecosistemi interessati e nella salvaguardia della biodiversità. Le AMP, inoltre, sono per la Regione un’occasione unica per il rilancio di un turismo
di qualità e di una politica attenta ai delicati ecosistemi marini, che Legambiente non può non apprezzare e sostenere”.
Osvaldo Giofrè, vicepresidente del Circolo Legambiente di Ricadi, ha sottolineato che la questione degli accessi negati alle spiagge del Vibonese non è più rinviabile. “I comuni si devono dotare al più dei piani spiaggia per regolamentare una situazione particolarmente critica che pregiudica il libero accesso ai litorali”.
Se dal mare calabrese non arrivano allarmi, a preoccupare, e molto, sono le foci dei fiumi e non solo quelle del Vibonese. Sul versante tirrenico, tre su quattro sono risultate gravemente inquinate e una leggermente inquinata. A far schizzare alle stelle i valori degli indicatori microbiologici analizzati sono state le foci di Lao (Cs), Turrina (Cz) e Mesima (RC). Leggermente inquinato, invece, la foce di un canale
a Bivona (VV). Seppur non balenabili per definizione, le foci sono state prese in esame perché rappresentano un indicatore fedele della buona o cattiva depurazione. Assolutamente speculare alla situazione del versante tirrenico, anche lo stato di salute delle acque di balneazione della costa jonica della Calabria. Dove diciassette campioni analizzati su 18 sono risultati puliti, mentre il diciottesimo è uscito
inquinato. Ancora: due delle quattro foci prese in considerazione sulla costa orientale della Regione sono risultate gravemente inquinate e una leggermente inquinata, mentre l’ultima non ha fatto registrare parametri oltre i limiti di legge.
“I risultati delle analisi riscontrati da Goletta Verde - ha sottolineato Nino Morabito, presidente Legambiente Calabria - evidenziano una situazione pressoché stazionaria rispetto agli anni precedenti. A parte qualche variazione puntuale si può dire che permane il generale forte deficit depurativo che denunciamo da anni. Infatti sono gravi le situazioni riscontrate su tutti i fiumi analizzati, che rappresentano una
percentuale significativa, ma non esaustiva, dei corsi d’acqua calabresi. È soprattutto lungo i litorali di Cosenza, Catanzaro e Reggio Calabria che la situazione delle foci è da codice rosso. E tutto questo carico di inquinamento microbiologico si riversa direttamente in mare. Segno di interventi di depurazione molto carenti, che richiedono la massima attenzione e iniziative non più procrastinabili. Proprio su
questo aspetto si gioca una delle scommesse sul futuro di questa Regione. Come se non bastasse l’inquinamento arriva in un territorio già ingiuriato dal cemento abusivo in riva al mare. Alle parole devono seguire i fatti: chiediamo all’Amministrazione regionale di prendere una volta per tutte provvedimenti seri per risolvere i problemi della depurazione e dell’inquinamento dei fiumi e del cemento in riva al mare”.
Goletta Verde 2008 - Analisi e misurazioni
Una veduta d'assieme del Coro 'Giosuè Macrì' durante l'applauditissimo concerto del 19 luglio
Il 'Giosuè Macrì' fa il bis
(S. Libertino) Il Coro Polifonico 'Giosuè Macrì' si ripresenterà davanti agli amici della buona musica, sostenitori e vacanzieri, il prossimo 9 agosto alle ore 2200 all'Anfiteatro del Porto, in occasione dei festeggiamenti del suo decennale di ininterrotta attività.
Fondato dal Professore Antonio Sposaro, il Coro ha dimostrato lo scorso 19 luglio di inserirsi con grande autorevolezza nel carnet delle manifestazioni contenute nell''Estate Tropeana'. Era infatti la sua prima uscita in pubblico durante il periodo estivo. Una performance di tutto rispetto improntata ad una vena vivace di originale genuinità, sotto il tocco magistrale di Enzo Laganà.
Ricordiamo che la sezione fiati del gruppo, inserita da poco, è composta da professori di musica e quella dei coristi da puri amatori del bel canto.
Il repertorio, veramente apprezzabile, spazia da brani sacri a quelli di cultura popolare sudamericana, francese e appartenenti alla tradizione napoletana e calabrese, non disdegnando i gospel e i classici canti di montagna.
Tutti i componenti, compreso il Presidente Paolo Ceraso che fa parte dei coristi, si attendono una grande partecipazione di pubblico.
Sono stati annunciati cartelloni che descriveranno il percorso artistico del gruppo tropeano.
Occorre sottolineare che il concerto, come quello dello scorso 19 luglio, è del tutto gratuito, senza l'appoggio di alcun contributo da parte di enti pubblici e privati.
Don Giosuè Macrì
Enzo Taccone al Cafè de Paris con l'ultima delle sue 901 bamboline proveniente dal Sud Tirolo
Le bamboline di Enzo
(S. Libertino) E' molto difficile parlare di Enzo Taccone, anche se lo conosco da sempre. Del suo impegno nella vita e della sua attività giornaliera. Basso toracico e armonicista nel coro polifonico 'Giosuè Macrì', presentatore ufficiale del gruppo folk 'Città di Tropea', animatore e colonna portante dell'organizzazione della festa più antica tropeana 'Il tre della Croce' e della festa di classe 'Terza Liceo', menestrello di brani
calabresi e milanesi, componente di spicco dell'associazione milanese 'Renzo e Lucia', confratello della congrega del Santissimo Salvatore e di Maria Maddalena degli ortolani, articolista di importanti periodici, attore cinematografico, poeta e scrittore (tre sono i libri fino ad ora pubblicati, la presentazione dell'ultimo, 'Un pinguino in fondo al cuore', alla presenza della folta schiera dei cugini venuti apposta dall'Argentina), imbattibile giocatore di 'pirrocciolo' e burraco, ballerino, collezionista di francobolli e di bamboline....
Una passione, quest'ultima, nata per caso. Tutto comincia per affetto di sua figlia Jali. Per lei, al rientro a casa dagli angoli più remoti e disparati del mondo raggiunti per lavoro, portava con sè un pensierino, una bambolina con le sembianze e il costume del posto. Una dopo l'altra, le bamboline di stoffa o di porcellana col tempo crescevano sempre di più fino ad invadere letteralmente casa. Poi per risolvere il problema che si andava facendo sempre più grave, arrivarono le prime vetrine per collocare le piccole bambole acquistate nei cinque continenti.
Enzo non si da per vinto nè quando sua figlia diventa adulta nè quando entra a far parte della schiera dei pensionati. Il chiodo fisso è continuare ad alimentare la sua collezione. E' facile incontrare a Tropea cittadini provenienti da tutto il mondo. Enzo chiede a chiunque una bambolina e dopo qualche settimana arriva puntualmente il pacco postale. E' anche una scusa per allacciare rapporti con decine e decine di persone. Non lascia nulla d'intentato e batte tutte le possibili vie di acquisizione on line o direttamente nelle fiere e mercati. La collezione si allarga sempre di più.
Arrivano le bambole dalla Corea, dal Giappone, dalle Filippine, dal Borneo, dalle Isole Salomone....
Il gioco con le bamboline si fa sempre più duro: 500, 600, 700 unità.... Nascono le prime mostre a Tropea e a Milano. Il fine è nobilissimo: la fratellanza dei popoli e la pace del mondo. La manifestazione di Tropea, patrocinata dalla Provincia di Vibo e dall'Amministrazione locale balza al primo posto in un sondaggio di consenso lanciato dalle pagine di un noto quotidiano. Un vero successo.
Ora Enzo pensa ad una mostra itinerante di parte della collezione. La prossima tappa sarà Milano, nella sede di 'Mondo Donna'. Ma il suo sogno è fare un museo permanente. Il Sindaco Antonio Euticchio gli ha promesso un locale da destinare ad una mostra permanente tematica delle sue bamboline, il cui numero, ridendo e scherzando, oggi è arrivato a quota 901! L'ultima bambolina (vedi foto) proviene dal Sud Tirolo.
Ho provato a fare ad Enzo la domanda che di solito si fa a chi gioca con le bambole: 'Cosa farai da grande?'. E lui: ' Cosa farò da grande? Se potessi diventare un principe abbraccerei tutte le mie bamboline per cercare di dare vita ad ognuna... forse per questo vorrei trovare una sistemazione permanente per esporle e trasmettere anche ad altri la passione che ho avuto nel fare questa collezione.'
Un augurio di cuore a Enzo per il coronamento al più presto del suo sogno di diventare principe e un appello al sindaco ad aiutarlo a farcela.
La Mostra
Il Castello di Pizzo
Il progetto di rivalutazione del periodo napoleonico in Calabria. Parco Storico Regionale sul decennio francese: fattore di sviluppo culturale, economico e turistico della regione Calabria
(F. Vallone) Si è svolto nei giorni scorsi, presso i locali del Castello Aragonese detto “Murat” di Pizzo Calabro, il secondo convegno regionale sul progetto di realizzazione del Parco Storico sul Decennio Francese in
Calabria.
L’evento, promosso dall’Associazione Culturale “G. Murat Onlus” presieduta da Giuseppe Pagnotta, ha visto coinvolti qualificati studiosi, politici di spicco, e fervidi appassionati delle vicende del periodo napoleonico in Calabria.
Hanno, infatti, preso parte al tavolo dei lavori: il Consigliere Regionale e Vice Presidente del Consiglio Regionale Antonio Borrello, il Consigliere Regionale nonché neo eletto Vice Presiedente del Consiglio Regionale della Calabria Francescantonio Stillitani, il Vice Presidente della Provincia di Vibo Valentia Damiano Silipo, Fernando Nicotra, Sindaco della Città di Pizzo, Paolo Scisciani, in rappresentanza del comune di Tolentino nonché Presidente dell’Associazione Culturale “Tolentino 815” recentemente gemellatasi con la “G. Murat Onlus” di Pizzo, il professore Saverio Di Bella, docente
di storia contemporanea nell’ateneo messinese e Antonella Reitano, ordinaria di economia e gestione delle imprese presso l’Università degli Studi di Arcavacata di Rende, Giuseppe Pagnotta, Presidente dell’Associazione Culturale “G. Murat Onlus” di Pizzo e il Presidente del Comitato Scientifico dell’Associazione Murat Domenico Sorace.
Ha inoltre presenziato, in tutte le sue componenti, il “Reale Gruppo Storico Gioacchino Murat” che con la sua affascinante presenza ha contribuito a rendere ancora più suggestivi gli ambienti dell’antico maniero napitino.
Il convegno, sviluppatosi sull’importanza del binomio turismo – cultura come fattore di promozione e sviluppo della regione, si è aperto con i saluti del presidente Pagnotta. Questo nel ringraziare gli intervenuti e quanti, con il loro prezioso contributo, hanno permesso l’ottima riuscita dell’incontro ha sottolineato l’importanza della memoria storica quale strumento autentico di comprensione del percorso storico - umano e sociale che ha prodotto dell’età moderna così come ci troviamo a viverla oggi.
Ciò in quanto i primi passi verso la realizzazione del costituendo Parco Storico sono stati mossi, nel corso degli ultimi anni, proprio dall’associazione culturale “G. Murat Onlus” di Pizzo che con il suo operato ha gettato le basi di questo ambizioso progetto: attraverso la realizzazione del museo e della biblioteca murattiana, implementati attraverso il prezioso aiuto del comune, e attraverso l’apprezzata rievocazione storica degli ultimi momenti di vita del re Gioacchino Murat a Pizzo.
Entusiastico l’intervento del Sindaco della Città, Fernando Nicotra, che nell’elogiare l’iniziativa promossa dall’associazione culturale “G. Murat Onlus” e nell’esprimere il più ampio supporto dell’amministrazione comunale napitina nello sviluppo di tale progetto, ha rimarcato ancora una volta i notevoli passi in avanti compiuti in questo percorso di rivalutazione delle radici storiche e culturali compiuti negli ultimi anni dalla città di Pizzo e le potenzialità, a livello regionale, dell’implementazione di un progetto di così ampio respiro.
Dopo gli interventi di Antonio Borrello che, profondamente vicino alle tematiche culturali, si è fatto promotore di un progetto di legge regionale per la costituzione del Parco, e di Damiano Silipo che ha manifestato la sua propensione ad attivare a livello provinciale tutte le risorse necessarie affinché il parco possa divenire una realtà concreta hanno preso la parola i docenti universitari Saverio Di Bella ed Antonella Reitano.
Ha avuto, quindi, luogo l’intervento di Paolo Scisciani intervenuto sia come rappresentate del Comune di Tolentino che come presidente dell’Associazione Tolentino 815. Scisciani ha illustrato ai presenti l’esperienza dell’iter di costituzione del Parco Storico della Battaglia di Tolentino sottolineando l’importanza del dialogo continuo tra le istituzioni preposte, in un ottica di sodalizio, ai fini della migliore implementazione dell’iniziativa che, ponendosi come 'un’esperienza tutta nuova', necessita dell’impegno e dell’attenzione più ampia da parte degli enti coinvolti.
A chiusura lavori, di gran rilievo è stato l’intervento del Sindaco di Pizzo, Fernando Nicotra, il quale alla luce dei discorsi di ricerca storica e storiografica portati avanti nel corso dell’incontro ha annunciato ai presenti che nel prossimo mese di settembre prenderanno il via i lavori di rinvenimento dei resti umani del re Gioacchino Murat, attraverso l’avvio dell’attività di ispezione scientifica della fossa comune nei sotterranei del Duomo di San Giorgio ove fu sepolto lo sfortunato Re, e per lo sviluppo della quale, opportunamente informata la Sovrintendenza Regionale per i Beni Culturali
e il Comando Provinciale dei Carabinieri ed espletato il necessario iter amministrativo, è stato recentemente siglato un protocollo d’Intesa tra Comune di Pizzo, Associazione Murat e Parrocchia di San Giorgio.
L’Associazione Culturale Gioacchino MURAT Onlus
La Batracomiomachia di Omero tradotta da Antonio Jerocades
(S. Libertino) Tra le personalità di spicco dell'illuminismo calabrese si distinse l'abate pargheliese Antonio Jerocades (1738 - 1805) per l'esuberanza delle idee politiche e l'attività letteraria la cui prorompenza si manifestò anche fuori dell'Italia. Uomo di grandissima cultura, profondo conoscitore del latino, del greco, insegnante di ebraico, di filosofia, di archeologia, di commercio, custode di un grande patrimonio di risorse ispirate dai principi della massoneria. Illuminista, giacobino e massone, subì persecuzione e carcerazione lungo il tragitto travagliatissimo della sua vita. Nel 1793 fu ristretto a Caserta, in Pignataro Maggiore tra i Padri Alcantarini,
e nel 1795, come partecipe alla congiura giacobina di Lauberg e del Giordano, fu incarcerato nel Convento di San Pietro a Cesarano, ed è di nuovo in carcere nel 1799 presso le Cave di castel dell'Ovo. Nello stesso anno parte esule per la Francia. Quando vi ritorna nel 1801, lo attende un'altra relegazione. Finì la sua vita nel 1805 a Tropea rinchiuso presso la Casa dei Redentoristi, guardato a vista dagli stessi padri liguorini.
Occupiamoci quì di Jerocades nel ruolo di traduttore. Riportò nell'idioma volgare le favole di Fedro, Aviano e della Batracomiomachia di Omero, la simpatica e graziosa operetta la 'Battaglia delle Rane e dei Topi', che nei tempi recenti si è prestata anche ad un adattamento teatrale.
Nella prossima tornata di gennaio 2008, TropeaMagazine dedicherà un nutrito numero unico a Antonio Jerocades. Nell'attesa, è possibile visionare in anteprima l'operetta di Omero tradotta dall'abate pargheliese nell'idioma volgare e pubblicata a Napoli nel 1817. Nelle note di prefazione il poeta fa cenno di un'altra traduzione della stessa 'Battaglia delle Rane e dei Topi', pubblicata a Napoli nel 1763, ad opera del tropeano Antonio Migliarese, di cui esprime una profonda ammirazione, dichiarando, con singolare onestà intellettuale, di voler basare il modulo metrico della propria traduzione su quello operato dal 'Sig. D. Antonio Migliarese, Cavaliere e Poeta Tropeano', compresi i nomi dei personaggi, sia essi Rane sia essi Topi.
Siamo anche in condizione di farvi visionare la traduzione di Antonio Migliarese affinchè il lettore possa comparare le due traduzioni che sono state fra le prime ad alimentare il panorama letterario mondiale.
Lo stesso Giacomo Leopardi nel suo 'Discorso sulla Batracomiomachia' da cenno (vedere nella nota n. 40) della traduzione del tropeano Antonio Migliarese.
Di quest'ultimo autore si sa pochissimo, quasi nulla. La genealogia tropeana di Felice Toraldo ci dice che era figlio di Domenico e Maddalena Vitale, che la famiglia era ascritta al Ruolo nel 1704, che aveva sposato Felicia Fazzari e che era padre dell'unico figlio Ciro nato il 12 settembre 1735. Si potrebbe allora evincere
che il matrimonio sia avvenuto intorno al 1732 e la data della nascita ammonti intorno al 1700.
Il Toraldo aggiunge che Antonio Migliarese 'fu uomo molto dotto, rinnovatore dell'Accademia degli Affaticati e noto nella repubblica letteraria per le traduzioni di Fedro, Aviano e della Batracomiomachia di Omero, molto lodata in quel tempo'.
Luigi Aliquò Lenzi riporta nel suo dizionario che un suo sonetto rivolto a Carlo III si trova fra i componimenti raccolti da Niccolò Giovio (Nap. 1747) in occasione dell'apertura della Biblioteca Spinelli.
Traduzione della Batracomiomachia di Antonio Jerocades
Traduzione della Batracomiomachia di Antonio Migliarese
Il banner di Tropea Film Festival sul loggione dell'Antico Sedile
Cinema, la ‘ndrangheta vista dal calabrese Fernando Muraca
(velino.it/7ago) Il grido di dolore lanciato in un racconto da una bambina di 13 anni di Lamezia Terme e l’incontro con una vecchia amica in Calabria, sconvolta dalla gente che dicendo “se lo meritava” passava oltre il cadavere di un uomo assassinato contro i muri di una scuola, hanno segnato l’inizio e la fine della sceneggiatura di “È tempo di cambiare”, il film che il regista Fernando Muraca ha presentato al Fiuggi Family Festival. È un’opera di denuncia della n’dragheta scritta da un calabrese. Offre una lettura nuova di questa criminalità: è una guerra civile. E fa intravvedere una luce di speranza nella parola “Gesù”, pronunciata dalla giovane protagonista del film. “Ci sono degli anacoreti, dei mistici – spiega oggi all’‘Angolo dei media’ in onda su Velino Radio Fernando Muraca – che ripetono ogni giorno una frase con dentro
la parola Gesù, che inserisce in questo significante qualcosa di positivo ed è un po’ così nel film, perché Gesù significa amore e risurrezione. E io voglio credere che anche coloro che sbagliano possano cambiare”. Il film non si rifà a nessun modello cinematografico o televisivo sulla criminalità organizzata, se non per opposizione. “Ritengo sbagliati – dichiara Muraca - i film che mettono in scena eroi positivi che fanno cose buone ma poi restano vittime della mafia, perché la verità è un’altra: migliaia di persone affiliate alla ‘ndrangheta muoiono e sono parenti, amici e conoscenti, un popolo”.
Nel cast ci sono molti attori emergenti. “Abbiamo fatto di necessità virtù – dichiara Muraca -. I limiti di budget hanno fatto venire fuori l’anima di persone prese dalla strada. Per i ruoli delle protagoniste, però, ho scelto Annalisa Insardà e Ilaria Serrato, rispettivamente nel ruolo della madre e della figlia. E nel cast ho voluto anche Alfredo Ribassi, tra i protagonisti di ‘Mary per sempre’ e ‘Ragazzi fuori’”. Il film al Fiuggi Family Festival è restato a digiuno di premi tranne il voto, 10 e lode, assegnato dalle dodicenni Cristina e Ginevra che hanno visto tutte le pellicole in concorso, offrendo uno sguardo alternativo a quello della giuria ufficiale presieduta da Pupi Avati. Per Muraca un riconoscimento importante perché nella motivazione c’era scritto: “È un film che va dritto al cuore”.
Mentre la pellicola parteciperà anche al Tropea Film Festival, Muraca si augura possa essere proiettata soprattutto nelle scuole. “Il target di ‘È tempo di cambiare’ è dai 17 ai 25 anni e nelle proiezioni test che stiamo facendo ci sono in platea molti giovani che applaudono con affetto”. Il film però non ha ancora trovato un distributore per le sale cinematografiche, mentre c’è l’interessamento di una tv. E intanto, oltre alla promozione di “È tempo di cambiare”, Muraca già lavora a due nuovi progetti. È pronta la sceneggiatura di “A Sud di noi”, ambientata a Lamezia Terme, e che è stata finalista al Premio Solinas. Mentre c’è già l’interessamento di Ettore Bassi per il ruolo di Aldo, il poliziotto protagonista del giallo “Il silenzio violato”.
Anteprima Film 'E' tempo di cambiare'
Tropea Film Festival
L'edizione veneziana (1606) della commedia di Ottavio Glorizio "Le spezzate durezze".
Cronologia Tropeana degli avvenimenti Il Seicento
(S. Libertino)
1500
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Inizia a funzionare il
Collegio dei Padri della Compagnia di Gesù, grazie alla cessione
da parte di Mons. Calvo della Chiesa parrocchiale di S. Nicolò della
Cattolica onde ricavarne gli alloggiamenti e di 2.000 ducati per i lavori
di ristrutturazione. Fondazione del monastero delle Monache di S. Croce
che serve da conservatorio per le figlie dei nobili del Secondo Sedile,
sotto committenza della Famiglia Carissimi e Mons. Calvo. I PP. Basiliani
occupano il convento di S. Michele Arcangelo (o di S. Angelo). Il 24 settembre
viene rappresentata dall'Accademia degli Amorosi la commedia del canonico
Ottavio Glorizio "Impresa d'Amore". La Croce dei Latini è detta
anche dei Cavalieri di Malta per l'esistenza in Tropea di tale ordine.
La strada che va dalla porta di Mare ai Conventuali è detta dei
Cavalieri. Lo scultore messinese Pietro Barbalonga scolpisce, sotto committenza
della famiglia Galzerano, il bassorilievo marmoreo della Natività
collocato prima in una cappella dell'episcopio e dopo sotto il pergamo
del duomo. |
1601
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VICEREGNO
DI FRANCISCO de CASTRO (Figlio di Fernando)
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1601
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Il filosofo e medico Quinzio
Buongiovanni, figlio del medico Giovan Nicola e di Laberta Fazzari è
protomedico del Regno con stipendio annuo di mille ducati e nel contempo
occupa anche la cattedra della pratica di medicina con altri duecento ducati
annui. |
1603
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VICEREGNO
DI JUAN ALFONSO PIMENTEL d'ERRERA, CONTE DI BENAVENTE
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1603
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Sindaci G. Antonio Romano
e Ferdinando D'Aquino. Viene data alle stampe in Messina l'opera "Commentarius
super literis de rescripto" di Ottavio Glorizio. |
1605
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Inaugurazione del Collegio
dei Gesuiti. A Messina Ottavio Glorizio pubblica le commedie "Impresa di
Amore" e "Le spezzate durezze". |
1606
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Sindaci Paolo Toraldo e
Giacomo Nomicisio. Stampata l'edizione veneziana della commedia di Ottavio
Glorizio "Le spezzate durezze". |
1607
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Stampata presso Gio. Alberto
l'edizione veneziana della commedia di Ottavio Glorizio "Impresa di Amore". |
1608
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Il 19 febbraio muore Antonio
Lauro, vescovo di Belcastro. Le entrate di S. Maria dell'Isola sono 208
tomoli di grano per 37 partite e 67 ducati e 3 grana e mezzo per 111 partite. |
1609
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Sindaci Anonio Paparatto
e Francesco Brazzo. |
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Continua...
Il culto di Maria SS. di Portosalvo in Parghelia (S. Libertino) Al tempo di Leone III di Bisanzio (675-741), l'Isaurico, imperatore bizantino dal 717 sino alla sua morte, una nave partita dall'Oriente con a bordo due dipinti che effigiavano le sembianze
della Vergine Maria ed il suo Bambino, quando è giunta di fronte alla città di Tropea si arrestò misteriosamente e non andò più avanti. Solo dopo la consegna da parte del capitano di uno dei due
dipinti ai tropeani, la Madonna di Romania, la nave ha potuto riprendere il suo cammino, ma per un brevissimo tratto, fino a quando si trovò nello specchio d'acqua davanti al villaggio di
Parghelia. Quì il vascello si fermò nuovamente e altrettanto misteriosamente, presso 'lo scoglio della Madonna'. E quì si è ripetuto il rituale avvenuto poche ore prima nel porto di Tropea.
L'equipaggio dovette lasciare ai Pargheliesi l'altro quadro con l'immagine della Madonna di Portosalvo con in braccio il suo Bambino. Da quel momento l'antica leggenda che si racconta ancora
nel borgo di Parghelia lasciò il posto al fervente culto popolare in onore della Vergine di Portosalvo che dopo dodici secoli sfida ancora il tempo e si fa sempre più determinato.
Nel tempo antico come in quello moderno il culto venne associato all'attività lavorativa preminente di quel villaggio, la marineria mercantile e da pesca. Pertanto, la Madonna di
Portosalvo divenne la protettrice di Parghelia e dei suoi marinai.
Continua
La regista Donatella Baglivo
AL TROPEA FILM FESTIVAL '...E dopo cadde la neve' Una 'True Story Made in Italy' di Donatella Baglivo.
(F. Vallone) All’interno di un pezzo di critica cinematografica, di una recensione di un film, bisognerebbe evitare di utilizzare la parola “bellissimo”. Il problema, se così si può definire, è che il film “…e
dopo cadde la neve”, della regista romana Donatella Baglivo, è davvero bellissimo. Sono 90 minuti fitti di simbologie forti, mai casuali, che rimandano continuamente a messaggi mediati da
colore, suono, immagine, percezioni semantiche, fotografia.
La sala del cinema Moderno di Pizzo è piena nonostante il tempo inclemente che insegue la serata. La Prima calabrese di questo film con un canovaccio intriso di carica emozionale classica del
periodo in cui è ambientato. Sono appena passati gli anni settanta, si varca il ventennio che accoglierà il 2000, momento soglia carico di speranze, voglia di progetto e cambiamento. Siamo a
Sud, nell’Irpinia dove tutto è danza, suono, ballo, musica e gioco, tradizioni profonde e percorsi ritualizzati da secoli ma anche apparizioni e miracoli inattesi come si racconta nel film per la
Madonna del Castello di Oliveto Citra o per la presenza di SS. Giovanni Paolo II che guarisce con la sua presenza un giovane infermo.
Continua...
E dopo cadde la neve - Press Book
Enzo Taccone, animatore della festa di classe, con la locandina della manifestazione del Premio
Il 19 agosto la Festa degli ex studenti del liceo classico 1962-63 preceduta dal Premio al migliore studente
(S. Libertino) Anche quest'anno avrà luogo la "Festa di Classe" degli ex alunni della Terza Liceo, Anno di Grazia 1962 - '63. L'appuntamento è fissato per il 19 agosto al Ristorante "Il Pascià" al lungomare del Convento.
L'evento ancora una volta riunirà i 35 compagni di scuola di quell'ormai sempre più lontano esame di maturità al liceo classico 'P. Galluppi' non più nell'aula di Palazzo Giffone, ma davanti ad un piatto di filei conditi da giochi, balli, canti e abbondanti libagioni. Durante la serata ci saranno sorprese che non è il caso di svelare. A tale proposito le bocche degli organizzatori sono cucite. Diciamo che la Festa di quest'anno si 'farà sentire'... anche da chi non parteciperà.
La Festa sarà preceduta dalla consegna del Premio alle ore 1830 nella Sala dei Congressi del Museo Diocesano di Largo Duomo, alla presenza delle Autorità Comunali, Provinciali e Scolastiche, allo studente che si è maggiormente distinto alle prove di maturità di quest'anno. Il Premio in danaro, giunto all'ottava edizione, è istituito dall'Associazione Culturale "Terza Liceo", il cui Presidente è Franco Simonelli, e sarà presentato dall'onnipresente Enzo Taccone, con il patrocinio della Provincia di Vibo Valentia e del Comune di Tropea.
I protagonisti della Festa:
Giuseppe Arena, avvocato, Spilinga
Sabellina Avallone, biologa, Tropea
Antonio Bagnato, docente, Lamezia Terme
Melo Blasi, docente, Parghelia
Leandro Branca, medico, Reggio C.
Michele Calzona, docente, Milano
Raffaele Compagnino, dirigente ASL, Tropea
Maria Cortese, docente, Tropea
Leonardo De Luca, pediatra, Tropea
Antonio Di Costa, docente, Ricadi
Franco Figliuzzi, docente, Bergamo
Mario Fiumara, docente, Tropea
Carmine Florio, esattore, Tropea
Lela Furci, docente, Spilinga
Giovanni Laganà, medico, Milano
Romania La Torre, biologa, Argentina
Salvatore Libertino, Colonnello, Roma
Saverio Lo Cane, docente, Gasponi
Antonio Lo Scazo, Spadafora
Nicola Lo Torto, bancario, Milano
Giusi Meligrana, docente, Parghelia
Domenico Meligrana, docente, Roma
Nino Molina, amministratore Santa Cecilia, Roma
Giacomo Pugliese, docente, Milano
Nandino Pugliese, medico, Tropea
Sarina Pugliese, Docente, Tropea
Ferdinando Rombolà, docente, Brattirò
Sisoè Selva, Telecom, Roma
Franco Simonelli, dirigente comunale, Tropea
Salvatore Simonelli, docente, Tropea
Michele Speranza, docente, Brattirò
Vincenzo Taccone, sognatore, Tropea
Domenico Varrà, docente, sindaco, Zambrone
Antonio Vizzone, amministratore, Lodi
Maria Vizzone, farmacista, Roma
Strada facendo ci hanno lasciato:
Professori, Michele Pagano, Franco Di Lorenzo, Mons. Armando Granelli, Peppino Locane, Mons. Domenico Pantano, Pasquale Messina.
Alunni, Gilberto Barone, Mario Martino, Rosetta Scrugli
Terza Liceo
Un momento di una seduta di Tarantella
Ayay. Incursioni nelle tarantelle calabresi e dintorni
(F. Vallone) Il titolo breve "Ayay" incuriosisce e "pesca" il lettore sin da subito mentre il sottotitolo specifica chiaramente l'interessante tematica trattata: "incursioni nelle tarantelle calabresi e dintorni". Stiamo parlando del libro di Corrado Antonio L'Andolina uscito in libreria, a cura del centro studi umanistici e scientifici "Armoni", proprio a pochi giorni dalla quinta edizione
del "Tamburello Festival" che si tiene annualmente a Zambrone. 'Ayay', quasi cento pagine che ripercorrono, in modo ricercato e preciso, un'indagine inedita effettuata direttamente sul campo sulla rappresentazione e sul simbolismo più profondo del Sonu a ballu in Calabria. Duemila anni di storia, un segmento della tradizione popolare che, più volte, è stato purtroppo travolto e stravolto, ma
anche fortunatamente recuperato e rigenerato, rielaborato. Un 'sonu a ballu' definito da Corrado L'Andolina "punta di diamante della cultura popolare, una danza, la tarantella, che è entrata nel dna del popolo calabrese, fino ad assumere anche connotati di religiosità profonda".
L'Andolina effettua un vero e proprio scavo archeo-antropologico all'interno delle feste popolari più arcaiche dai forti richiami ed antiche radici e tradizioni (Gioiosa Superiore, Polsi, San Sosti, Reggio Calabria, Riace). C'è tanta sensualità tra i significati più immediati di questa musica 'Sonu a ballu', ma anche immediatezza, spontaneità, ritmo, passione.
L'Andolina in questo suo scritto più volte avverte con forza la necessità di una seria ricerca, di riflessione, di studio e di una conoscenza che deve combattere l'approssimazione e la banalizzazione che molte volte pervade anche questo genere musicale e che, in modo distorto, arriva sui palchi o per le strade dei nostri paesi. In fondo è l'eterno battersi del folklorico con il folkloristico per
far emergere la cultura popolare senza inserimenti di comodo rispettando le modificazioni dovute alla storia e alle interferenze culturali che sono invece naturali col passare del tempo.
Tra i capitoli dell'elegante volume "Tarantella e mito", con in primo piano le tarantelle calabresi e la loro lettura tra storia e leggenda; "l'origine storica della Tarantella" dal morso della Lycosa tarentula alla "Casa di San Paolo"; "Ammaliati dalle tarantelle" con riferimento anche a musicisti, pittori e danze popolari.
Corrado L'Andolina effettua poi una comparazione con cenni sulle diverse tarantelle del Sud Italia. In particolare di quella napoletana, della 'ndrezzata amalfitana, del saltarello, della Pizzica de core e della danza delle spade di derivazione salentina. Un particolare capitolo è dedicato alla Viddhaneddha, una danza di derivazione greca, e al ruolo del mastru d'abballu
segue poi la tarantella riggitana e quella maffiusa. Alla tematica della danza tradizionale grecanica e a quella arberesh vengono dedicati altri due interessanti capitoli del volume. Per chi volesse approfondire sul tema degli strumenti musicali utilizzati nelle tarantelle calabresi, Corrado L'Andolina cura alcune schede, dalla chitarra battente all'organetto, dalla zampogna alla ciaramella,
dal tamburello alle castagnette, dal triangolo alla fidula ad arco…
Interessante nel lavoro, il capitolo sull'attualità del 'Sonu a ballu' tra reminescenze e prospettive dove Corrado L'Andolina denuncia, in modo forte, come in molte, troppe manifestazioni pseudoculturali si attinge alla retorica dei luoghi comuni su; "la riscoperta delle tradizioni musicali, la valorizzazione delle radici popolari, l'esaltazione dell'identità culturale".
Alla fine, tra le righe del capitolo conclusivo, L'Andolina spiega il motivo "semplice" della pubblicazione: "amo le tarantelle e penso che la loro storia meriti di essere conosciuta e diffusa".
Aramoni
Ragioni per cui dimostrasi, quanto giustificata sii la domanda de' Casali di Tropea, d'esser divisi dalla Città.
(S. Libertino) Dopo secoli di sommosse, ribellioni, assedi contro i governanti oppressori tropeani, questa volta i Casalini per ottenere la tanto sospirata autonomia battono una nuova strada: quella delle aule del Tribunale.
Una delle rivolte memorabili fu quella del 1647-48. Ebbe origine a Parghelia ma in brevissimo tempo si propagò negli altri villaggi sotto la guida del pescatore pargheliese Leonardo Drago. Gli obiettivi dei rivoltosi erano il saccheggio di Tropea, la spartizione dei beni ed anche delle mogli dei notabili che erano al potere.
All'inizio, tutto sembrava far pensare che i tumulti prendessero il sopravvento ma ben presto la ribellione fu domata dalle guardie agli ordini del Vicariato Generale.
Fece scalpore, nel primo anno della sommossa, l'episodio che vide le bande della marineria casalina sequestrare alcune feluche di cavalieri napoletani diretti a Messina, alberandovi la bandiera rossa contro la Città.
Un'altra importante rivolta avvenne il 6 agosto 1722, di cui il Paladini in "Notizie storiche sulla città di Tropea", Catania, 1930, ricorda che ad occuparsene di tramandare i fatti fu Giuseppe Grimaldi (1691-1749), artista tropeano che ha lasciato a Tropea e nei Comuni limitrofi moltissimi dipinti tra cui la "Natività" che si trova attualmente presso la Chiesa dei Liguorini in situazione molto precaria rischiando,
tra la totale indifferenza degli organi preposti alla conservazione dei beni culturali locali, il conseguente disfacimento.
Questa volta a provocare la sommossa fu Orazio Falduti di Spilinga, impiegato del Tribunale Provinciale. I motivi derivavano essenzialmente dalla arbitraria imposizione da parte dei sindaci di Tropea di far pagare ai Casali una tassa di 300.000 ducati, somma questa non ripartita equamente, perchè non si era tenuto conto dell'ordinanza della Regia Camera della Sommaria del 1720 con la quale si era proceduto a esentare
dal pagamento del tributo in questione "le persone viventi dì per dì", cioè i lavoratori che prestavano la loro opera a giornata.
Copia dell'ordinanza era stata distribuita agli abitanti di Spilinga interessati dallo stesso Falduti, il quale peraltro l'aveva notificato. Perciò i contribuenti restituirono al mittente le parcelle inevase. Il tumulto in breve tempo divenne generale e interessò tutti i Casalini da Capo Vaticano a quello di Zambrone. Dopo innumerevoli contatti tra sindaci e capi dei ribelli, tra petizioni da parte di questi e promesse
da parte degli altri, la ribellione fu alla fine sedata nel sangue con la morte dei più facinorosi.
Come noto, i Casali divennero autonomi con la legge murattiana del 19 gennaio 1807, perfezionata definitivamente in data 4 maggio 1811.
Continua
Marea marrone a Briatico scaricata per ore in una fiumara e sfociata a mare
(F. Vallone) BRIATICO - Costa degli Dei, ore 9.00 di ieri 10 agosto, a pochi giorni dal momento cruciale del ferragosto turistico balneare, il mare antistante un tratto di costa, costa tra le più belle della Calabria tirrenica, viene graffiato selvaggiamente da una marea scura, marrone, misteriosa e limacciosa. La marea in questione arriva a Briatico, improvvisamente e vorticosa utilizzando il percorso della fiumara "Spataro"
e scarica in mare per ore e ore un liquame scuro. Allertati arrivano sul posto la Guardia Costiera di Vibo Marina, i Carabinieri e i Vigili Urbani del Comune di Briatico per cercare di capire le cause e principalmente individuare chi e che cosa ha provocato questo vero e proprio scempio ambientale. È un vero e proprio attentato al turismo, all'immagine di Briatico e a tutti quegli operatori che si trovano a vivere ai margini del
nostro bellissimo mare con chioschi, stabilimenti balneari, pizzerie e ristoranti sul mare, villaggi e residence. Primo fra tutti, interessato da questo problema, si è ritrovato il Villaggio Residence Green Garden, la marea marrone è sfociata proprio a ridosso degli ombrelloni e delle sdraio dei suoi numerosissimi clienti che si sono ritrovati nel bel mezzo del problema. Tanti i disagi di chi, alla rinomata "Green Beach", stava
facendo il bagno o semplicemente prendendo la tintarella. Tra le descrizioni del villaggio si legge infatti: L'Hotel Residence "Green Garden Club" sorge in una splendida Baia ad un passo da Briatico, ridente centro balneare della Calabria affacciato sul Tirreno, dove il mare è trasparente e incantevole e le spiagge hanno sabbia soffice e bionda". Ed è tutto vero aggiungiamo noi, non è solo promozione pubblicitaria. Poi basta un
attimo, il gesto sconsiderato di qualcuno, per rovinare quello che si tenta da anni di costruire e di preservare.
Una mancanza assoluta di rispetto per l'ambiente, per il mare, per chi con il turismo ci vive e ci lavora, per l'immagine di Briatico definita "Città del Mare" e per chi a Briatico viene alla ricerca proprio di mare pulito e trasparente.
Quota 208. Pausa in trincea
Stirpe d'Eroi !
(S. Libertino)
PRIMA GUERRA MONDIALE
La Ricerca prende le mosse dalla Circolare n.902 dell'8 giugno 1926, con la quale il Ministero della Guerra richiedeva ai Comuni d'Italia l'elenco dei morti o dispersi del proprio paese durante il conflitto. Tale documento conteneva un foglio notizie da compilare, corredato di alcune voci riguardanti il personale caduto: casato e nome, paternità, maternità, data di nascita, grado e corpo, data di morte o dispersione, località, causa di morte, numero del libretto di pensione e numero di posizione.
I Podestà comunicarono al Ministero le notizie richieste in proprio possesso.
Spilinga fu la prima a rispondere in data 10 luglio, poi Ricadi il 21 luglio, Tropea il 20 agosto e via via le altre, anche se con un pò di ritardo, Zaccanopoli, il 24 febbraio 1927, Drapia il 5 aprile 1927.
Sicuramente per qualche paese non era agevole raccogliere quei dati...
Parghelia, nella risposta, annotò "Nel 14 aprile 1922 andò distrutto il Municipio e quindi anche ogni documento riguardante i Caduti della Guerra Nazionale 1915 - 1918. Le notizie sopra segnate furono raccolte alla meglio in parte però alcune di esse possono essere inesatte e ciò si deve alla mancanza di qualche documento.".
Anche Zaccanopoli ebbe a dichiarare "......il prospetto non è bene completato nelle notizie, perchè richiestele alle famiglie interessate, queste non hanno saputo dare altre indicazioni che quelle che figurano nel presente elenco".
I dati, nelle risposte, furono trascritti a mano (ad eccezione del Comune di Tropea che impiegò la macchina da scrivere) in fogli doppi, "uso bollo", ed incasellati sotto le voci indicate sul bordo superiore della carta.
Risultano a tuttoggi di facile lettura i documenti del Comune di Zaccanopoli, che palesano una ricercata calligrafia, ma anche quelli di Spilinga e Zambrone appaiono piuttosto chiari, mentre i caratteri di alcuni Comuni, come Drapia e Parghelia, a volte riescono illeggibili.
Nel 1928, il Ministero della Guerra, dopo un laborioso vaglio delle notizie pervenute, formò l' "Albo dei Militari del Regio Esercito, della Regia Marina e della Regia Guardia di Finanza, Morti o Dispersi nella Guerra Nazionale 1915 - 1918" RORA - Provveditoriato Generale dello Stato Libreria - 1928 - Anno VI, dove raccolse - divisi per Regione - gli elenchi di tutti i combattenti morti o dispersi durante la Prima Guerra Mondiale.
Nacque così da quell'atto amministrativo una mastodontica opera di censimento dei militari italiani caduti durante un evento bellico di vasta portata che coinvolse, in termini di contributo, tutti i paesi d'Italia, dalle città più grandi alle frazioni dei Comuni più piccoli e "sperduti" nel territorio geografico nazionale.
In particolare, le voci-notizie evidenziate nell'"Albo d'Oro" (così si chiama ormai) sono: nome e cognome, paternità, luogo e data di nascita, grado e corpo e Distretto (o Capitaneria di Porto) di appartenenza, data di morte o dispersione, località, causa della morte (per la quale viene indicato frequentemente "ferite riportate in combattimento").
In questa ricerca - ovviamente - nell'individuare l'identità dei caduti, si è tenuto conto degli elenchi ufficiali dell'"Albo", non trascurando però di integrare, quando è stato possibile, per i medesimi caduti, quei dati provenienti dai Comuni e riguardanti il nome della madre, e le notizie dettagliate correlate alla località o la causa della morte, che, nel caso specifico, il più delle volte coincide con il referto medico.
SECONDA GUERRA MONDIALE
Sono riportati i prospetti risultanti agli atti dello stesso Ufficio del Ministero della Difesa, che custodisce l'"Albo" anche della Seconda Guerra Mondiale. Si sottolinea in particolare che le voci indicate, questa volta, sul tabulato sono molto scarne e si riferiscono a nome e cognome, paternità, luogo e data di nascita, grado, Corpo e Distretto (o Capitaneria di Porto) di appartenenza, data e località della morte o dispersione.
DECORATI ED EPISODI DI GUERRA
Contestualmente alla ricerca in argomento, che si propone di individuare ed indicare con la maggiore fondatezza possibile i caduti delle due guerre mondiali dei Comuni di Tropea, Drapia, Parghelia, Ricadi, Spilinga, Zaccanopoli e Zambrone, è stato elaborato a parte l'elenco dei combattenti dei due conflitti, decorati per meriti di guerra, con indicata la relativa motivazione. Quest'ultimo elenco è tratto dagli archivi della Federezione "Azzurri dei Due Mari" di Catanzaro, che già aveva curato, negli anni '60, un'apposita pubblicazione.
VARIE
A latere dell'indagine, vengono talvolta evidenziati episodi di guerra che hanno coinvolto alcuni caduti appartenenti ai Comuni, oggetto della ricerca.
Il contenuto del lavoro, poichè variamente articolato, può essere ancora integrato da altre notizie, magari inedite, o comunque corredato di ulteriori immagini dei combattenti decorati. Chiunque intendesse farlo attraverso propri contributi o testimonianze può contattare l'autore, all'indirizzo indicato alla fine di questa pagina.
Il lavoro quindi non può definirsi completo, anche perchè sono in corso alcuni controlli di verifiche tra le fonti delle notizie sopracitate e ulteriori approfondimenti concernenti nuovi episodi che videro protagonisti i nostri "Eroi".
Le foto in bianco e nero che si riferiscono alla Prima Guerra Mondiale sono tratte dal "Fondo fotografico Orsini".
Le altre foto sono state tratte da riviste e libri dell'epoca o pervenute dai parenti che hanno accolto l'invito di TropeaMagazine.
Continua
I Libri Corali della Cattedrale
(S. Libertino) Del Tesoro della Cattedrale di Tropea fanno parte i Libri Corali in pergamena del Secolo XV. Sono sei volumi manoscritti in eleganti caratteri gotici. Le lettere iniziali e le maiuscole sono adorne di magnifiche miniature in colore rosso o ceruleo, con inchiostro nero e lucido di argento. Le più belle miniature sono state vandalicamente asportate. Resta sulla pergamena ritagliata solo la forma. Questo delitto è stato compiuto prima che i preziosi volumi venissero per ordine del Vescovo Cribellati, trasportati ove si trovano adesso, in un vano dell'ex Episcopio.
Dopo dei restauri fatti nell'ormai lontanissino 1684, a cura dell'allora Vescovo Mons. Figueroa, avrebbero bisogno di altre riparazioni e di conveniente rilegatura, perchè con l'andare del tempo non si abbiano a disperdere delle pagine.
Continua
Una suggestiva immagine dell'Antico Sedile. Il banner di Tropeablues accanto a quello di Tropea Film Festival durante l'eclisse lunare nella notte del 16 agosto
Fra meno di un mese, la quarta edizione di TROPEABLUES. Parlano i responsabili.
(S. Libertino) Fra meno di un mese le strade e le piazze di Tropea si coloreranno di Blues. Sei giorni di festa popolare, dal 15 al 20 settembre, metteranno in subbuglio il centro storico e faranno rifiatare per un bel pò l'economia del territorio quando ormai l'arrembaggio dei vacanzieri si sarà assopito.
Si tratta di un evento importante e ormai ampiamente collaudato essendo la prima edizione andata in scena a settembre del 2005 a cura dell'Associazione Tropea Blues capitanata dall'ideatore Cristian Saturno, coadiuvato brillantemente da Diego Stacciuoli e da Massimo Pugliese.
Qualche mese prima che iniziasse l'edizione del 2005 abbiamo voluto fare visita al quartier generale dell'Associazione promotrice del Festival dove abbiamo trovato la triade intenta a definire le ultime formalità organizzative. Si è parlato del più e del meno di un progetto ambizioso, di un evento musicale, culturale e popolare, di una promozione a livello divulgativo del Blues, delle giuste attese, ma anche del modo come era nata l'idea e come la gran parte dell'imprenditoria, in particolar modo dei commercianti, ma anche delle autorità istituzionali e
politiche, aveva già accolta prima di nascere la proposta di questi tre ragazzi determinati che avevano già all'attivo la firma di una convenzione con i responsabili di Umbria Jazz, in particolare della sezione del Festival di Perugia dedicato al Blues, che prevedeva una sorta di gemmellaggio con l'evento tropeano.
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Edmondo De Amicis
Una visita a Edmondo De Amicis
(S. Libertino) L'articolo è apparso sul "Gazzettino di Tropea" il 22 marzo 1908, in concomitanza della morte del De Amicis
avvenuta qualche settimana prima.
L'autore, Nicolino Capry-Gabrielli di Tropea, aveva consegnato questo contributo al Gazzettino parecchi anni prima che lo scrittore morisse, per portare una testimonianza, quella di essere andato a far visita a casa del "Commendatore".
Petracca Scaglione, il direttore del giornale, a premessa dell'articolo, scrive:
'Un bravo e buon giovine caro alle lettere e a tutti i buoni, il quale ci onorava di sua speciale benevolenza, nel tempo che passò a Tropea; ci regalava, parecchi anni orsono, lo scritto che qui diamo. Esso, in occasione della morte di Edmondo De Amicis, torna di attualità, in quella che ci ricorda un caro defunto Nicolino Capry-Gabrielli'.
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San Ferdinando e i Nunziante
(S. Libertino) Nel 1818 re Ferdinando I autorizzò un progetto di bonifica delle terre paludose di Rosarno, proposto dal Generale Vito Nunziante, finanziatore dell'impresa. Dopo che le campagne furono prosciugate e rese adatte alla coltivazione, accorsero in massa dai Casali di Tropea e dai villaggi del Monte Poro i contadini con le proprie famiglie divenendo i primi coloni di quella "Terra Promessa".
Anche questa grossa trasmigrazione contadina fu favorita dal Nunziante, che a quei tempi teneva a Tropea il quartiere generale. Il Generale, che conosceva bene i contadini del luogo, esperti nella coltivazione della canapa, dei cereali, del lino e nell'allevamento del baco da seta, fu molto aiutato nell'intento dalla grave crisi che nel periodo 1815-1820 colpì la popolazione agricola di Tropea e di Capo Vaticano.
A Rosarno, intanto il Nunziante aveva individuato, vicino al mare, la zona di residenza dei primi vanghieri, facendovi costruire 6 "casette". Di lì a poco, non lontano, realizzò per i massari che arrivavano numerosi un lotto di case con la Chiesa e poi un altro ancora.
Altra brillante idea del Generale, che volle incrementare la mano d'opera, è stata quella di potersi servire, con il benestare del Governo borbonico, dell'opera dei condannati al confine nelle isole per delitti comuni o politici.
E così nacque sulle terre risanate di Rosarno un vero e proprio villaggio, una vera e propria comunità. Ci furono i primi matrimoni, le prime nascite. Sorsero negozi e botteghe artigiane, scuole. Col tempo il villaggio diede il posto ad una grossa frazione e finalmente ai primi del novecento la trasformazione a Comune autonomo.
Questa è la storia di San Ferdinando, che Bruno Polimeni nato in quella terra, giornalista e saggista di storia calabrese, ha voluto raccontare nelle varie fasi evolutive nel libro "San Ferdinando e i Nunziante", Calabria Letteraria Editrice, Soveria Mannelli, 1988, parlando dei suoi 'antenati fondatori', i quali di un terreno coperto di laghi, gore e stagni, resero, a prezzo di duri sacrifici, così fertile una vasta pianura che sarà denominata la plaga d'oro per i suoi lussureggianti giardini".
TropeaMagazine ha voluto pubblicare, con il consenso dell'Autore, qualche sezione del libro, ricorrendo all'aiuto di alcuni dei tantissimi documenti fotografici che vi si trovano, per segnalare, a quanti non ne fossero a conoscenza, questo importante segmento di storia patria che accomuna in modo straordinario la comunità di San Ferdinando a quella di Tropea e dei Comuni vicini, luoghi di origine degli antenati di Bruno Polimeni.
E rimarrà profondamente sorpreso di come la storia non vuole essere solo un episodio trascorso o un evento lontano chi avrà voglia di sfogliare le pagine dell'elenco telefonico del Comune di San Ferdinando (RC). Si accorgerà in quale misura i cognomi delle famiglie Sanferdinandesi siano in pratica quelli che vengono riportati sulle pagine di Tropea e dei Comuni vicini. Un documento questo dei tempi nostri che sta a testimoniare come la storia del passato e dei nostri antenati continua ancora nel presente e vive assieme a noi.
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Parghelia. Terremoto del 1905. Ciò che rimane della
Chiesa di Maria SS. di Portosalvo
Terremoto e soccorsi. Breve relazione dei fatti di Calabria
(S. Libertino) Non è dato sapere chi sia l'autore di questa breve relazione pubblicata a Napoli nel 1905 dalla tipografia Vitale e nel 1991 ristampata in anastatica dall'editore Brenner. Nell'OPAC del Polo Bibliotecario della Regione Calabria l'opuscolo viene assegnato erroneamente a Salvatore Quasimodo che in quel periodo poteva avere quattro anni.
Invece si tratta sicuramente dell'articolista Quasimodo (pseudonimo?) citato nel lavoro on line di Michele Aiello "Riviste e giornali pubblicati in Monteleone Calabro (1862 – 1945)" quando si parla a proposito del periodico monteleonese "La Risposta" pubblicato intorno al 1892 e dove si trovano due suoi scritti.
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La regista Donatella Baglivo e una scena del film 'E dopo cadde la neve...'
Al Tropea Film Festival "…e dopo cadde la neve" di Donatella Baglivo
(F. Vallone) Il grande telo bianco, sotto le stelle di Tropea, si muove sinuoso in questo porto della Perla del Tirreno. Non è la dolce brezza marina tropeana a scuoterlo ma le stesse forti, prorompenti immagini del film della regista romana Donatella Baglivo. Il titolo dell'opera presentata al concorso s'intitola "…è dopo cadde la neve, il titolo suggerisce un dopo da "quiete dopo la tempesta" ed i 90 minuti del film sono tempesta fitta di forti simbologie, mai casuali,
che rimandano continuamente a messaggi mediati da suoni, colore, immagine, percezioni semantiche, insieme ad una fotografia ricercata, sapiente e studiata nei minimi particolari.
Un film con una sceneggiatura intrisa di quel periodo in cui è ambientato. Sono passati gli anni settanta, si varca il ventennio che accoglierà un futuro che sembrava non arrivare mai, il 2000, momento soglia carico di voglia di cambiamento. Siamo a Sud, nell'Irpinia dove tutto è meridione, danza popolare, suono, ballo, musica e gioco, tradizioni profonde e percorsi ritualizzati da secoli ma anche apparizioni e miracoli inattesi. Donatella Baglivo parte con il suo film in modo lento. Mostra spaccati di esperienze riprese dalla vita di
tutti i giorni. Ed in queste "finestre" si intravedono sogni, speranze, l'erotismo velato di coppie che si stanno formando, il ludico gioioso di bambini. Tutto scorre nel quotidiano lento vivere del Sud'Italia. La regista sottolinea strati sociali, ambientali ed antropologici di un meridione in eterna contraddizione per un'attesa di cambiamento che tarda a realizzarsi. Il film si carica di segni che preannunciano qualcosa di forte, la ritmica del film si fa incalzante. Poi l'attimo eterno dove tutto cambia, sovverte, elimina e forse,
qualche volta, perdona. È l'azzeramento di cose e di case, di storie e di uomini, d'amori e di sogni con cui il mezzogiorno d'Italia è da sempre abituato a convivere. La regista ci confida che girare quelle brevi eterne scene è stato il momento più faticoso, 90 secondi che mettono a nudo le miserie più vere di questo mondo.
Le scene del cataclisma sono forti e realistiche, quasi eterne. Donatella Baglivo ha preferito realizzare queste scene senza l'utilizzo di finzioni di studio, computer grafica e polistirolo. Ha preferito muri veri, pesanti travi, tavole e polvere, ferro e calcinacci. Il risultato è visibile nel film. Questa scena ricorda, per affinità, l'inizio del film "Pompei 79 d.C." dove il Vesuvio distrugge tutto in un attimo. Da queste scene del terremoto in poi il film cambia in un gioco di "ricostruzioni" e di "testimonianze" dove le vite recuperabili,
quelle non completamente distrutte per sempre, cercano un riscatto, un recupero attraverso il filo rosso della tradizione raccontata, dell'identità mai perduta che unisce le generazioni di uomini in questi arcaici luoghi. Donatella sente sua la storia, vive le struggenti esperienze di luoghi e persone. I suoi attori, sono stati anche le auto che compaiono continuamente nel film. Con i diversi colori della carrozzeria la regista scandisce anche le cronologie del film con le mode, i costumi e i modi.
La "fine" che non c'è perché la storia continua nella vita reale di tutti i giorni dell'Irpinia di oggi, rinnovando tempi con canzoni dal sapore napoletano, cose e persone sopravvissute e rinnovate. Le attese, le aspettative, le violazioni ma anche un matrimonio dopo anni di attesa conferma che forse la dimenticanza nel rispetto della memoria è l'unica speranza e cura per ricominciare a vivere.
Un successo per Tropea Film Festival nell'accogliere tra le opere in concorso questo prezioso racconto filmico antropologico e per tutti coloro che hanno avuto ieri sera l'occasione di poter seguire il film.
Tropea Film Festival
TROPEABLUES: Ecco il programma della terza edizione
Lunedì 15 settembre - Proiezione film
Ore 2130. Largo Galluppi. 'Fratello dove sei'.
Ore 2230. Largo Galluppi. 'Mississipi adventure'
Martedì 16 settembre - Proiezione film
Ore 2100. Largo Galluppi. 'The Blues Brothers'.
Ore 2230. Largo Galluppi. 'Tribute to Stevie Ray Vaughan'
Mercoledì 17 settembre - Concerti
Ore 2130. Piazza Ercole. Joyce Yullie & Mike Sponza (Usa/Italy)
Ore 2300. Piazza Veneto. Kellie Rucker (Los Angeles)
Giovedì 18 settembre - Concerti
Ore 2045. Largo Ruffa. Slow Drags (Matera/Italy)
Ore 2210. Piazza Veneto. Will Tang (UK)
Ore 2330. Piazza Ercole. Davide Panozzo Band (Italy)
Venerdì 19 settembre - Concerti
Ore 2045. Largo Ruffa. Red Onion (Calabria)
Ore 2210. Piazza Ercole. Sophie Kay & The Shotgun (France/Italy)
Ore 2330. Piazza Veneto. Will Roberson and beans'n'rice (NewYork)
Sabato 20 settembre - Concerti
Ore 2130. Piazza Ercole. Simona Padice & Black Cat Bone Blues Band (Italy)
Ore 2330. Piazza Veneto. Larry James Ray (Usa)
Tropea Film Festival
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