"HO
INCONTRATO IL DIAVOLO"
nel
racconto di
Giuseppe
Alessandria
di Salvatore Libertino
Avevo saputo della Festa
di San Giacomo in Conidoni di Briatico, a quattro passi da Tropea, qualche
giorno prima del 25 luglio, giorno dedicato all'Apostolo.
Sono arrivato correndo
trafelato e incuriosito di quello che poteva succedere in un giorno come
questo in una frazione di un centinaio di anime che con l'occasione si
riempie di una marea di gente devotissima originaria del posto. E già
con la paura di perdermi qualcosa che andavo cercando. Avevo fatto un corso
accelerato sulla tradizione locale, sulla 'pitta filata' con un ingrediente
misterioso, il 'cucco', che si prepara in famiglia durante i giorni della
Festa, sui miracoli e le ire di Santu Japicu protettore dei marinai, del
sole che all'orizzonte si ferma al tramonto durante la processione a ricordare
l'immagine di Santiago guerriero, 'matamoros', in mezzo all'infuriare della
battaglia, della devozione viscerale della gente del luogo che non ha il
mare e della rabbia dei Briaticoti che invece ce l'hanno e che qualche volta hanno pure rubato la statua ai Conidonesi per
averla solo poche ore a bordo delle loro barche il tanto che basta a propiziarsi
pesche miracolose per l'intera annata, come ai bei tempi di Tiberiade. Ma
in questo caso il Santo non ha perdonato i Briaticoti, e li ha fatto diventare ciechi....
In effetti, ho seguito
tutto quello che si svolgeva intorno al Santo con il massimo interesse. Sicchè
nel tempo di qualche ora ritengo di aver conosciuto quasi tutti gli abitanti
di Conidoni e acquisito una massa di informazioni utilissimi a capire l'amore,
la forte fede e la devozione genuina che la gente prova per il loro Patrono.
Non mi sarei mai aspettato
però in mezzo ad una Festa così sentita intimamente,
fatta di ex voto, di miracoli, di liturgie, di benedizioni da parte del Vescovo
in persona, di una grande gioia condivisa, di conoscere il Sig. Giuseppe Alessandria
il quale mi ha voluto raccontare di aver incontrato il Diavolo, l'antagonista
di San Giacomo.
E' valsa la pena registrare
il racconto che sono riuscito a sbobinare e trascriverlo per proporvelo
di seguito, oltre a farvelo vedere e sentire dalla viva voce del Sig. Giuseppe
Alessandria di Conidoni.
""Venne quà uno
che faceva giochi di prestigio. Era di Cosenza. Allora io avevo un cugino
che era partito militare. E poi durante la guerra non si era saputo più
niente di questo.
E' arrivato questo mago.
Faceva i giochi di prestigio. Nel paese si è detto che questo qui
dava notizie di questi dispersi di guerra. Il padre e la zia di questo
mio cugino l'hanno saputo. "Vediamo - dice - se per mio figlio......" Allora
sono andati a casa di questo qua.
E dice "Se volete che
vi do qualche notizia a riguardo vostro figlio, con me questa sera, o domani
sera, devi venire che dobbiamo andare al cimitero a mezzanotte"
Il padre di questo mio
cugino era uno che non sentiva. La moglie non poteva andare al cimitero.
Allora mi sono offerto io. Vado io.
Ci siamo messi d'accordo
verso le undici e mezzo. Sono andato a chiamarlo. Eravamo nel mese di dicembre.
Lui mi ha risposto, si è vestito, ed è sceso sotto. E ci
siamo avviati a piedi per andare al cimitero di Briatico.
Durante il cammino non
abbiamo scambiato nessuna parola. Arrivati ad un certo punto mi fa lui:
"Ma non c'è nessuna accorciatoia per arrivare più presto?"
Ci ho detto "C'è l'accorciatoia però dato che ha piovuto
durante la giornata ci sporchiamo tutti".
Insomma, siamo andati
di questa accorciatoia. Quando siamo arrivati davanti al cimitero, lui
si è messo a guardare dal cancello. E Mi fa 'Non si può entrare".
Io non sapevo, quando
sono partito di casa, perchè si doveva andare dentro il cimitero.
Beh dico "Se non si può entrare, venite con me". Siccome nel cimitero
c'era un muro che di quel muro si poteva salire e poi entrare. Così
abbiamo fatto.
Siamo entrati dentro
il cimitero e lui m'ha detto: "Voi state fermo qua!". Ed io mi sono messo
in un angolo e di tanto in tanto vedevo a lui che si spostava da una parte
all'altra dentro il cimitero, e si metteva davanti alle tombe per leggere
il nome di quello che c'era morto. Siamo stati dentro il cimitero una buona
mezzora. Lui ha girato tutto il cimitero tanto vero che poi non si ricordava
a quale angolo mi aveva lasciato. E mi ha chiamato e io rispondendoci,
lui con la voce, è venuto dove ero io. "Possiamo andare". "Andiamo".
Di dove siamo scesi
nel cimitero di lì siamo ritornati a uscire. Allora abbiamo scambiato
il muro e ci siamo avviati per andare davanti al cancello del cimitero
di nuovo. Di là siamo ripartiti per ritornare a casa ed è
comparsa una luce a distanza di un cinquecento metri ed io guardavo sempre
fisso quella luce. In un momento mi sono accorto che con quella luce c'era
una ruota che girava come un camion grosso, però non toccava per
terra la ruota, girava a questa altezza da terra. Ci ho detto a lui: "Professore,
quella luce che cosa è?" "E' un avvertimento" ha detto lui a me.
Io fra me dicevo così "Stiamo a vedere che quella luce non vorrei
che viene verso al cimitero..".
Quando siamo arrivati
vicino la strada proprio che doveva venire verso qua (Conidoni), quella
luce è passata a dieci metri di distanza senza nessun rumore, niente.
Quando siamo arrivati
al bivio - ma dico: "quella luce non si vedeva più?". "No". Ma Professore
quella luce cosa era? "Quella luce era un segnale". "Per mio cugino che
speranze ci sono?" "Vostro cugino è prigioniero e non può
scrivere".
Poi dico: "Professore,
come sapete tutte queste cose?". "Le so".
Dopo una decina di giorni
mi sono reso conto e m'hanno detto che io sono andato al cimitero con un
Diavolo! Solo che da quel momento che sono andato al cimitero, prima ero
un pauroso, da quel momento non ho provato alcuna paura.
Mi son reso conto io,
che lui me l'ha detto che, se vedevo qualche cosa, dovevo chiedere a lui
se avevo nel portafoglio figure dei santi. Dovevo prenderle, buttarle per
terra e metterle sotto i piedi. Mi sono reso conto che ero andato al cimitero
con un Diavolo!
Il padre di questo mio
cugino ha dato a lui tanta roba, non soldi, roba da mangiare. Di mio cugino,
siamo ad oggi, e non si sa niente. Disperso! ""
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