"HO INCONTRATO IL DIAVOLO"
nel racconto di
Giuseppe Alessandria

di Salvatore Libertino



CONIDONI di Briatico
25 luglio 2008
Festa di San Giacomo

Avevo saputo della Festa di San Giacomo in Conidoni di Briatico, a quattro passi da Tropea, qualche giorno prima del 25 luglio, giorno dedicato all'Apostolo.
Sono arrivato correndo trafelato e incuriosito di quello che poteva succedere in un giorno come questo in una frazione di un centinaio di anime che con l'occasione si riempie di una marea di gente devotissima originaria del posto. E già con la paura di perdermi qualcosa che andavo cercando. Avevo fatto un corso accelerato sulla tradizione locale, sulla 'pitta filata' con un ingrediente misterioso, il 'cucco', che si prepara in famiglia durante i giorni della Festa, sui miracoli e le ire di Santu Japicu protettore dei marinai, del sole che all'orizzonte si ferma al tramonto durante la processione a ricordare l'immagine di Santiago guerriero, 'matamoros', in mezzo all'infuriare della battaglia, della devozione viscerale della gente del luogo che non ha il mare e della rabbia dei Briaticoti che invece ce l'hanno e che qualche volta hanno pure rubato la statua ai Conidonesi per averla solo poche ore a bordo delle loro barche il tanto che basta a propiziarsi pesche miracolose per l'intera annata, come ai bei tempi di Tiberiade. Ma in questo caso il Santo non ha perdonato i Briaticoti, e li ha fatto diventare ciechi....
In effetti, ho seguito tutto quello che si svolgeva intorno al Santo con il massimo interesse. Sicchè nel tempo di qualche ora ritengo di aver conosciuto quasi tutti gli abitanti di Conidoni e acquisito una massa di informazioni utilissimi a capire l'amore, la forte fede e la devozione genuina che la gente prova per il loro Patrono.
Non mi sarei mai aspettato però in mezzo ad una Festa così sentita intimamente, fatta di ex voto, di miracoli, di liturgie, di benedizioni da parte del Vescovo in persona, di una grande gioia condivisa, di conoscere il Sig. Giuseppe Alessandria il quale mi ha voluto raccontare di aver incontrato il Diavolo, l'antagonista di San Giacomo.
E' valsa la pena registrare il racconto che sono riuscito a sbobinare e trascriverlo per proporvelo di seguito, oltre a farvelo vedere e sentire dalla viva voce del Sig. Giuseppe Alessandria di Conidoni.

""Venne quà uno che faceva giochi di prestigio. Era di Cosenza. Allora io avevo un cugino che era partito militare. E poi durante la guerra non si era saputo più niente di questo.
E' arrivato questo mago. Faceva i giochi di prestigio. Nel paese si è detto che questo qui dava notizie di questi dispersi di guerra. Il padre e la zia di questo mio cugino l'hanno saputo. "Vediamo - dice - se per mio figlio......" Allora sono andati a casa di questo qua.
E dice "Se volete che vi do qualche notizia a riguardo vostro figlio, con me questa sera, o domani sera, devi venire che dobbiamo andare al cimitero a mezzanotte"
Il padre di questo mio cugino era uno che non sentiva. La moglie non poteva andare al cimitero. Allora mi sono offerto io. Vado io.
Ci siamo messi d'accordo verso le undici e mezzo. Sono andato a chiamarlo. Eravamo nel mese di dicembre. Lui mi ha risposto, si è vestito, ed è sceso sotto. E ci siamo avviati a piedi per andare al cimitero di Briatico.
Durante il cammino non abbiamo scambiato nessuna parola. Arrivati ad un certo punto mi fa lui: "Ma non c'è nessuna accorciatoia per arrivare più presto?" Ci ho detto "C'è l'accorciatoia però dato che ha piovuto durante la giornata ci sporchiamo tutti".
Insomma, siamo andati di questa accorciatoia. Quando siamo arrivati davanti al cimitero, lui si è messo a guardare dal cancello. E Mi fa 'Non si può entrare".
Io non sapevo, quando sono partito di casa, perchè si doveva andare dentro il cimitero. Beh dico "Se non si può entrare, venite con me". Siccome nel cimitero c'era un muro che di quel muro si poteva salire e poi entrare. Così abbiamo fatto.
Siamo entrati dentro il cimitero e lui m'ha detto: "Voi state fermo qua!". Ed io mi sono messo in un angolo e di tanto in tanto vedevo a lui che si spostava da una parte all'altra dentro il cimitero, e si metteva davanti alle tombe per leggere il nome di quello che c'era morto. Siamo stati dentro il cimitero una buona mezzora. Lui ha girato tutto il cimitero tanto vero che poi non si ricordava a quale angolo mi aveva lasciato. E mi ha chiamato e io rispondendoci, lui con la voce, è venuto dove ero io. "Possiamo andare". "Andiamo".
Di dove siamo scesi nel cimitero di lì siamo ritornati a uscire. Allora abbiamo scambiato il muro e ci siamo avviati per andare davanti al cancello del cimitero di nuovo. Di là siamo ripartiti per ritornare a casa ed è comparsa una luce a distanza di un cinquecento metri ed io guardavo sempre fisso quella luce. In un momento mi sono accorto che con quella luce c'era una ruota che girava come un camion grosso, però non toccava per terra la ruota, girava a questa altezza da terra. Ci ho detto a lui: "Professore, quella luce che cosa è?" "E' un avvertimento" ha detto lui a me. Io fra me dicevo così "Stiamo a vedere che quella luce non vorrei che viene verso al cimitero..".
Quando siamo arrivati vicino la strada proprio che doveva venire verso qua (Conidoni), quella luce è passata a dieci metri di distanza senza nessun rumore, niente.
Quando siamo arrivati al bivio - ma dico: "quella luce non si vedeva più?". "No". Ma Professore quella luce cosa era? "Quella luce era un segnale". "Per mio cugino che speranze ci sono?" "Vostro cugino è prigioniero e non può scrivere".
Poi dico: "Professore, come sapete tutte queste cose?". "Le so".
Dopo una decina di giorni mi sono reso conto e m'hanno detto che io sono andato al cimitero con un Diavolo! Solo che da quel momento che sono andato al cimitero, prima ero un pauroso, da quel momento non ho provato alcuna paura.
Mi son reso conto io, che lui me l'ha detto che, se vedevo qualche cosa, dovevo chiedere a lui se avevo nel portafoglio figure dei santi. Dovevo prenderle, buttarle per terra e metterle sotto i piedi. Mi sono reso conto che ero andato al cimitero con un Diavolo!
Il padre di questo mio cugino ha dato a lui tanta roba, non soldi, roba da mangiare. Di mio cugino, siamo ad oggi, e non si sa niente. Disperso! ""

  ©TropeaMagazine