Bar,
Pizzeria, Cucina Casereccia, Trattoria 'Il Normanno'
di
Gianni e Clementina Garoffolo
www.ilnormanno.com
'I
Vecchiarerj', un segreto
custodito
da oltre settant'anni
dalla
Trattoria 'Il Normanno'
di
Mileto
di Salvatore Libertino
Mileto è un centro agricolo del
Monte Poro che conta 7.000 abitanti, a 12 Km da Vibo Valentia e a 21 dal
mare, trafficatissimo perchè tagliato a metà dalla Nazionale
S/S 18 nel tratto che originariamente si chiamava 'via Popilia', l'antica
via consolare che congiungeva Roma a Reggio Calabria.
Pieno di storia e cultura, è stata
capitale dei Normanni e attualmente è sede vescovile. Il museo civico
di arte sacra con annessa una sezione archeologica contenente reperti d'età
normanna è molto frequentato da visitatori di ogni paese. Nei dintorrni
è stata individuata 'Villa Sicca', dove fu ospitato più volte
Cicerone dal suo caro amico. Per il suo stretto e profondo legame con il
passato e le tracce ancora evidenti di tali testimonianze, Mileto è
stata definita 'città del mistero'.
A Mileto, come allora, si vive bene soprattutto
perchè si mangia bene e di gusto i prodotti genuini della tradizione
locale. Non per niente si organizzano ogni anno tre sagre a base di carne
(22 agosto), di trippa (7 settembre), di pollo (a Paravati, 17 agosto).
In effetti, la cultura del cibo e la
tradizione dei sapori contadini è il file rouge che corre attraverso
le cucine delle famiglie militesi e dei ristoranti o trattorie che sorgono
in città e nel vasto territorio.
Abbiamo fatto visita alla trattoria 'Il
Normanno' di Gianni Garoffolo. Ci ha stupito non solo per l'antico mistero
che si insinua all'interno dei locali ed aleggia nelle sale, dai soffitti
tappezzati con sacchi di juta originali un tempo colmi di mercanzie provenienti
dall'Africa coloniale, piene di antiche foto di famiglia e di ricevimenti
nuziali, di documenti incorniciati che attestano l'inizio dell'esercizio
negli anni Trenta, ma anche per il mistero più palpabile e che prende
per la gola, legato alle pietanze proposte ai commensali dalla Signora
Clementina. Pasta fatta in casa. Filej, tagliatelle e gnocchi al sugo di
capra, alla salsiccia e ai fiori di zucca, alla 'normanna' (peperoni, funghi
porcini, pomodoro), pasta e fagioli o ceci. Costolette di agnello arrosto
o impanate e fritte, baccalà fritto, trippa di vitella al pomodoro,
spezzatino, svariate zuppe di legumi (fagioli, ceci, lenticchie), antipasti
e assaggi di prodotti contadini, dalla ricotta alla soppressata, dalla
nduja alle braciole di melanzana. Vino genuino. Gelati artigianali, tartufi,
crostate. Sui vetri della porta d'ingresso è un tripudio di citazioni
da parte delle migliori guide: Gambero Rosso, Osterie d'Italia 'Slow Food',
Touring Club, L'Espresso, Michelin, Gambero Rozzo, Arcigola, A Tavola,
La Repubblica, Due Ruote, Panorama, Mangiarozzo, ecc...
La TV è spenta e il visitatore
finalmente intereagisce solo con ciò che gli viene proposto dai
padroni di casa. Ci si parla, si apprende. Gianni e Clementina ci fanno
capire che le loro proposte cambiano con l'alternarsi non solo del tempo
delle stagioni ma anche delle festività e richiamano l'attenzione
degli ospiti per le prossime festività natalizie quando in casa
si ammazza il maiale. Allora sarà una festa nella festa e nel menu
ci saranno le ricche e gustose pietanze a base di carne di maiale, con
gelatina, cotiche, 'ziringuli' (cicciole), piede bollito e sanguinaccio.
A fine pasto, fatti i complimenti a Gianni
e Clementina, ecco la sorpresa che non si sa perchè, in quel clima
di mistero, ce l'aspettavamo. Gianni porta in piatto delle specie di frittelle
macchiate da una specie di vin cotto. All'assaggio il sapore è forte
ma comprensibilmente... misterioso. Ci svela il segreto, spiazzandoci.
Sono dolcetti che si davano ai bambini negli anni Quaranta, ma anche prima.
Si chiamano 'I Vecchiarerj' (I Vecchiarelli).
G A L L E R I A D' I M M A G I N I
Filej con salsiccia e fiore di zucca |
Baccalà fritto |
Insegna |
Il proprietario Gianni Garoffolo |
Il bisnonno Giuseppe Garoffolo (il primo in piedi da destra) con un gruppo di clienti negli anni Trenta. |
Il decreto del Questore che proibisce nella trattoria-bar tipi di giochi di carte e di biliardo |
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