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Circolo ricreativo trasformato in bisca a Tropea, 21 denunce
(AGI/2 gen) Avevano trasformato un circolo culturale-ricreativo in una bisca "videosorvegliata", dove si giovava d'azzardo e per far fronte alle perdite si ricorreva all'usura o si cedevano dei beni mobili ed immobili, gettando nella disperazione e sul lastrico le famiglie.
I carabinieri che avevano avuto la "soffiata" hanno aspettato il momento giusto per entrare in azione: le feste natalizie. Ed è stato così che la notte capodanno, i carabinieri della compagnia di Tropea, cittadina turistica sulla costa vibonese, teatro della vicenda, al comando del capitano Ivan Riccio, hanno fatto irruzione all'interno del circolo. E' stato denunciato il presidente, M.L.T.,
un professionista del luogo di 69 anni, ed altre venti persone tra i 25 e i 70 anni con l'accusa di gioco d'azzardo in concorso. Sono stati sorpresi in possesso di migliaia di euro che all'arrivo dei militari dell'Arma non avevano fatto in tempo a nascondere, mentre gli attrezzi da gioco sono stati trovati occultati sotto alcune mattonelle di un sottoscala. Il circolo si trova ubicato in via
Vittorio Veneto del centro abitato della cittadina tirrenica, ma era stato ben camuffato. Per potervi accedere, infatti, bisognava prima superare un cancello su cui vi era uno spioncino con cui venivano sorvegliati tutti i movimenti esterni, poi attraverso una scala, si entrava nel salone giochi. I carabinieri che si erano appostati nei dintorni, allo scoccare della mezzanotte di San Silvestro,
momento in cui lo scoppio dei botti e dello champagne distrae, hanno tappato lo spioncino, dopodichè sono entrati in azione, provocando un fuggi fuggi generale e ponendo così fine alla la bisca tra il plauso di alcune mogli che hanno telefonato al capitano Riccio per ringraziarlo.
(gen. 2009)
Costituita la nuova commissione dell'Infiorata di Potenzoni
(Comitato organizzatore) Gli abitanti di Potenzoni di Briatico sono stati chiamati, in questi giorni, a votare per l'elezione della nuova commissione organizzatrice dell'Infiorata, manifestazione che ogni anno, richiama, nel piccolo paese, migliaia di visitatori. La commissione neo costituita risulta ora composta dal presidente, Francesco Benito Artesi, e da Francesca Artesi, Nadia Berardi, Daniela Calzone,
Enzo Calzone, Domenico Comerci e Francesco Scordamaglia. Compito primario della commissione è quello di organizzare e curare, con la massima attenzione e solerzia, tutte le attività connesse alla manifestazione e alla cura dei rapporti con i rioni protagonisti. Unico obiettivo la buona riuscita dell'evento. L'infiorata potenzonese, giunta alla 17a edizione, con la professionalità raggiunta dai
maestri infioratori, nulla ha da invidiare alle analoghe manifestazioni che si svolgono sul territorio nazionale.
Ogni anno, i quattro rioni di Potenzoni, Glicine, Torre, Chiesa e Agave, si affrontano fino all'ultimo petalo colorato. Per giorni tutti gli abitanti del paese si adoperano alla raccolta colorata di petali, foglie e fiori nelle campagne vicine. Gialla ginestra, rose rosse, gialle, bianche, rosa e di mille tonalità, margherite, garofani, papaveri, fiori di cardo viola, e tantissimi altri fiori
selvatici, spontanei e coltivati. Poi entrano in gioco gli ideatori, i giovani disegnatori, i realizzatori, gli esecutori posatori, quelli che completano e quelli che bagnano i lavori. E le pitture floreali prendono forma, dipinte dal sentimento collettivo, per formare i preziosi tappeti su cui poche ore dopo passerà la processione del Santissimo in occasione del Corpus Domini.
(gen. 2009)
SIGUE EL EXITO DE LA REVISTA PEREGRINA CAMINO DE SANTIAGO
(R.P.) A todos nuestros simpatizantes y amigos, les animamos a que se suscriban a la primera Revista Peregrina CAMINO DE SANTIAGO.
Efectivamente, esta foto que se puede ver, es la portada de la primera revista Jacobea de ámbito abierto, que se dirige a todo el mundo en toda la historia de las peregrinaciones.
En formato folio, con 100 ilustradas páginas en papel de gran calidad, e interesantes artículos, se puso a la venta en muchos quioscos de toda la nación el pasado día 22 de septiembre.
Las noticias que nos llegan, no pueden ser más optimistas, pues a pesar de haberse distribuido 15.000 ejemplares, parece que en muchos puntos de venta ya se han agotado.
La empresa editora posee una reserva para suscripciones, con el fin de satisfacer a todos aquellos peregrinos a amantes del Camino que quieran hacerse con un ejemplar.
No te quedes sin este histórico primer ejemplar y rellena el boletín que a continuación ajuntamos, y recibirás los 6 primeros números en tu propio domicilio cómodamente:
Presentación
Modulo abbonamento a 'Camino de Santiago'
(gen. 2009)
Tonnellate di cipolle contraffatte. Operazione del Consorzio di tutela della Rossa di Tropea.
(S. Muoio x Il Quotidiano della Calabria) Sarebbero centinaia di tonnellate le partite di “Cipolla Rossa di Tropea”, senza il marchio di indicazione geografica protetta, immesse in frode sul mercato ortofrutticolo italiano. E’ il risultato di una serie di controlli condotti durante le recenti feste natalizie nel triangolo Roma, Firenze, Bologna, dalla task-force anticontraffazione costituita da un paio di settimane dal Consorzio di Tutela della Cipolla Rossa di Tropea – Calabria – Igp.
Una sorta di cabina tecnica di regia, che ha come componenti i titolari di imprese produttrici e confezionatrici del prodotto, tutte aderenti al consorzio di tutela e allo specifico organismo di controllo riconosciuto e accreditato dal ministero delle Politiche Agricole. “Dutante l’operazione – si legge in una nota firmata dal consorzio - dalle 2 di notte fino alle 6 di mattina, sono stati battuti a tappeto i mercati generali ortofrutticoli di Firenze e Bologna, e dalle 10
fino alle 13, il mercato generale di Roma. Sono stati inoltre controllati, in tutte e tre le città, i reparti ortofrutticoli dei centri commerciali aderenti alle catene più svariate della grande distribuzione organizzata. Gli illeciti rinvenuti sono poi stati fatti confluire in un dossier fotografico e cartaceo che è stato consegnato “brevi manu”, presso il ministero delle Politiche Agricole, al direttore generale nazionale dell’Istituto di Controllo della Qualità
(I.C.Q. - ex Repressione Frodi), Laura La Torre, la quale seduta stante ha fatto partire gli iter ispettivi. A Bologna e Firenze - si aggiunge - ci si è confrontati, inoltre, direttamente, con i direttori degli uffici provinciali di controllo, dalle cui sedi partono le ispezioni di verifica territoriali.
La “Task Force” non ha perso tempo nel gestire, secondo i criteri dettati dalla gravità del danno, il plateale tentativo di contraffazione di un grossista del nord Italia, che tramite il canale della grande distribuzione organizzata, ha inondato l’intera nazione di cipolla rossa extracomunitaria, probabilmente bulgara, spacciata per “Tropea”, al fine di avere il consenso all’acquisto da parte del consumatore. Sia a Firenze, che a Roma e Bologna, sono state trovate queste confezioni
di cipolla rossa secca con uso illegittimo della dizione Tropea. Al “panel test” queste cipolle risultavano immangiabili, per quanto amare e insipide. Che non si trattasse della nostra cipolla lo testimonia il fatto che in questo periodo la cipolla rossa di Tropea Calabria la si trova solo allo stato verde, nella tipologia di cipollotto. Non potevano essere rimanenze di magazzino, poiché, avendo il nostro prodotto un elevato gradiente idrico non è assolutamente frigo conservabile.
E’ scontato che in merito a questo così grave tentativo di contraffazione non ci si fermerà all’ispezione dell’I.C.Q.. Una volta stilata la sanzione, il Consorzio chiederà per vie legali, tra l’altro già intraprese, ai soggetti responsabili del danno, un adeguato risarcimento, non inferiore al milione di euro. Il consumatore – si conclude - deve intanto sapere che la certezza di acquistare Cipolla Rossa di Tropea Calabria I.g.p., la si ha solamente se il prodotto è accompagnato da
etichette che presentano il logo del santuario benedettino di Santa Maria dell'Isola di Tropea con la dizione: Cipolla Rossa di Tropea Calabria I.g.p. “.
(gen. 2009)
La mostra delle bamboline di Enzo: importante performance a Milano. Si ripete la calorosa accoglienza di pubblico all'esposizione di dicembre voluta dalla Provincia, dopo quella di ottobre a cura dell'Amministrazione Comunale
Enzo Taccone e l'Assessore alla Provincia di Milano Irma Dioli all'inaugurazione della mostra
(Comunicato stampa) Dopo la mostra di cento bamboline e lo spettacolo del gruppo folk Città di Tropea realizzati dal Mondo Donna, nell'ottobre del 2008, con l'aiuto del Comune di Milano Zona Sette, 280 bamboline di tutto il mondo, del collezionista Enzo Taccone, sono ripartite per Milano per una mostra più approfondita e sempre con la rappresentanza di tutte le regioni italiane.
L'organizzazione è stata curata sempre dal gruppo folk Città di Tropea che con l'aiuto della Provincia di Milano ha realizzato la mostra delle bamboline di tutto il mondo dal 15 al 20 dicembre 2008 nella Casa della Pace.
L'assessore alla Provincia di Milano Irma Dioli ha inaugurato la mostra dimostrando di gradire il messaggio che è stato il filo conduttore della manifestazione "Le bamboline di tutto il mondo riunite in un unico abbraccio di pace".
Nella serata del 19 dicembre il Centro culturale Conca Fallata ha organizzato un incontro all'insegna di poesie e proverbi calabresi e lombarde con la partecipazione del cantautore calabrese folk Claudio Sambiase. E' stata l'occasione per parlare del Natale di una volta e di scambiarsi gli auguri in un clima di solidarietà e amicizia.
Molti i visitatori, unitamente alle scuole superiori e addirittura di una scuola materna.
I commenti evidenziati nel libro dei visitatori sono stati di apprezzamento e di incoraggiamento a promuovere iniziative che hanno lo scopo di evidenziare le diverse culture, i costumi, le tradizioni popolari e la fratellanza e la pace fra i popoli.
Ci si augura sempre che le istituzioni si facciano carico di offrire al collezionista di oltre 900 bamboline un locale e delle vetrinette per far diventare Tropea: " la città delle bambole".
Intervista di Francesco Biagi a Enzo Taccone (Milano, dicembre 2008)
Mostra delle Bamboline (Tropea, agosto 2007)
(gen. 2009)
Uno spettacolare e affascinante fenomeno che rasserena l'anima
L'arcobaleno. Tropea. 26 settembre 2008. Ore 0715.
Macchina: Digimax 5800 /Kenox S 800. Foto di Enzo Taccone
(S. Libertino) L'etnologo Giuseppe Chiapparo racconta che esiste da sempre a Tropea un osservatorio meteorologico frequentato dai pescatori del luogo, - ma potremmo anche
aggiungere - dai contadini, dai cacciatori e da qualsiasi cittadino che abbia esigenza di informarsi 'de visu' sulle condizioni del tempo.
E' una grande terrazza sopra la rupe, di fronte al Corallone e allo scoglio dell'Isola, che guarda il mare a ponente, ricavata dallo spazio riservato all'antica Porta Vaticana e alla sua
organizzazione architettonica, che permetteva alla Città di arrivare a mare. Questo punto di osservazione viene chiamato "Villetta del Borgo", un tempo costellata da comodi
sedili di pietra viva ed ingentilito da alberelli di acacia, dove durante il giorno e verso la sera si formano folti capannelli di persone che, discutendo tra di loro, scrutano il cielo, verso
l'orizzonte, al fine di trarre i pronostici della giornata, controllando nel contempo il mare e tutto quello che succede intorno ad esso in quanto a correnti, ondosità, navigabilità.
Tengono d'occhio lo Stromboli, distante circa 36 miglia marine in direzione di ponente-libeccio, e osservano la direzione del fumo di quel vulcano, sempre attivo, per comparare se
il vento segue la stessa direzione di quello che spira nel loro mare.
Dalla Villetta, quando l'aria è tersa sulle Eolie si possono vedere gli agglomerati delle case e a ponente distinguere in lontananza le coste della Sicilia, mentre a levante si può
ammirare la plastica veduta del territorio di Nicastro con le dolomie di Monte Cocuzzo.
Da questo posto privilegiato lo sguardo allenato dei pescatori può avvistare a fine estate le passate dei 'mutuli' o del pesce spada e seguire l'evoluzione dei delfini, ma anche controllare durante il giorno le uscite e le entrate delle barche che costituiscono la ormai
piccola flottiglia tropeana.
E' quì che il 26 agosto una marea di gente staziona nei punti più strategici dell'affaccio per osservare lo spettacolare fenomeno del tramonto, quando il disco solare, rosso fuoco,
'passa' attraverso la bocca dello Stromboli determinando all'orizzonte un'affascinante coreografia di colori cangianti che fanno da sfondo ad un vibrante atto amoroso tra acqua e
cielo.
La vista dell'orizzonte delle volte regala spettacoli atrettanto suggestivi quali l'arcobaleno, luminosissimo, e la terribile 'tromba marina', conosciuta col nome di 'cudarrattu' (coda di
ratto), che riesce a creare gravi disastri al largo e in prossimità delle coste. I pescatori sono consapevoli dell'opera distruttrice di essa e perciò hanno imparato a 'tagliarla' e quindi a
distruggerla, recitando una formula speciale che si trasmette fra loro solo la notte di Natale, in Chiesa, nel momento in cui il sacerdote consacra l'Ostia. Racconta il Chiapparo che il
valente pescatore tropeano Francesco Laganà fu Vincenzo, alias Dannatu, gli ha rivelato tale formula:
Credu 'Dio Patri Onnipotenti.
Criaturi di lu celu e di la terra.
E 'n Gesù Cristu nostru Signuri.
Càscari du celu 'n terra!
Al termine della formula, con un coltello traccia nell'aria un segno di croce e ciò gli consentirà di 'tagliare' la tromba marina, la quale, come per incanto, se ne andrà in pezzi.
Parlavamo dell'arcobaleno, che non si è fatto attendere. Il 26 settembre alle ore 0715 è comparso davanti l'affaccio finendo di pennellare con un segno inconfondibile in più
lo straordinario quadro giornaliero che la natura ci regala.
Ci auguriamo che dalla Villetta lo sguardo possa ancora spaziare a lungo, come nei tempi antichi quando il cannone era pronto a sparare verso le navi saracene, senza impedimenti
architettonici come potrebbe essere la 'porta' di un inutile ascensore che verrà realizzato per trasportare le persone solo ad una distanza di pochi metri.
(gen 2009)
Ein neu aufgelegtes LAL-Angebot verbindet einen Segeltörn rund um die liparischen Inseln mit einem Italienischkurs an Bord. Das einwöchige Programm ist inklusive Flug, Unterbringung, Vollpension und Kurs ab 1.532 Euro buchbar.
(firmenpresse) - München, 12. Januar 2009 – Den wachsenden Italienischkenntnissen entspannt entgegensegeln können Sprachschüler beim neu aufgelegten LAL-Angebot „L’italiana navigando“. Dabei umschiffen sie auf einem komfortablen 22-Meter-Boot die Liparischen Inseln. Tagsüber verbringen die Schüler bei diesem einwöchigen Programm vier Stunden an Bord. Auf dem Wasser findet auch der Sprachkurs statt. „Es gibt wohl keine bessere Atmosphäre, um sich der Verbesserung seiner Italienischkenntnisse zu widmen,
als beim Unterricht an den Landschaften der vulkanischen Inseln vorbeizugleiten. Außerdem tragen der enge Kontakt mit dem mitreisenden Lehrer sowie dem Bordpersonal dazu bei, Sprache und Kultur noch schneller zu erlernen“, erklärt David Armstrong, Geschäftsführer von LAL Sprachreisen.
Der „Italienisch und Segeln“-Kurs ist 2009 erstmals bei LAL Sprachreisen buchbar und wird in Kooperation mit der ebenfalls neu im Programm enthaltenen Schule „Piccola Università Italiana“ in Tropea durchgeführt. Nach der Einschiffung in Tropea stehen an den verschiedenen Tagen alle Liparischen Inseln, die sogenannten „sieben Schwestern“ auf dem Programm. Die Schwestern bieten einige Abwechslung: Alicudi und Filicudi sind mit einer Million Jahre die ältesten und auch ländlichsten Inseln. Das Nachtleben
des kleinsten und exklusivsten Eilands Panarea zieht mit seinem regen Nachtleben auch die High Society an. Salina ist aufgrund der Kapernsträucher und der mit Malvasia-Trauben bepflanzten Weinberge die grünste der sieben Inseln. Stromboli fasziniert mit einem noch aktiven Vulkan und die Insel Vulcano mit ihren wilden Klippen. Am entspanntesten geht es auf Lipari mit ihren kleinen und versprengten Ortschaften zu.
Der Kurs „Italienisch und Segeln“ ist inklusive Flug, Transfer, Unterkunft an Bord, zehn Unterrichtslektionen sowie Verpflegung ab 1.532 Euro pro Person in der Doppelkabine mit Bad und Dusche bei LAL Sprachreisen buchbar. Im Rahmen der Vollpension sorgen die italienischen Köche für landestypische Kost. Im Preis enthalten sind außerdem Tauchermasken und Schwimmflossen für individuelle Schnorcheltouren. Auf dem Oberdeck stehen zehn Sonnenplätze und eine Außendusche zur Verfügung, im Heck haben gemütliche
Sofas und der Esstisch Platz. Außerdem ist das Boot mit TV, Video sowie DVD- und CD-Spieler ausgestattet.
(gen 2009)
Seconda Edizione Concorso Nazionale Biennale d’Arte. Tributo a Lorenzo e Rotella
(S. L.) Seconda edizione per il Concorso Nazionale Biennale d’Arte di Lamezia. Una grande manifestazione che richiamerà tutti i più prestigiosi nomi del settore pittura, scultura e ceramica.
La rassegna è partita lunedì 22 dicembre presso il Complesso Monumentale di San Domenico con l'apertura della Sezione storica, con mostra delle opere dei maestri: per la Pittura Nicolino Romeo, Albino Lorenzo, Andrea Cefaly, Enotrio Pugliese, Giuseppe Marino, Rodolfo Zito, Vincenzo Caridi, Mimmo Rotella, Antonio Marasco, Enzo Benedetto, Silvio Lo Celso, Martino Serra; per la Scultura Michele Zappino, Pino Farina, Carmine Cecola, Antonio Saladino.
La rassegna verrà dedicata a due pittori calabresi recentemente scomparsi, il lametino Nicolino Romeo e il tropeano Albino Lorenzo.
Sessanta saranno le opere pittoriche e sedici le sculture che faranno parte della sezione storica e vanno dai primi del ?900 ai giorni nostri, più precisamente dal Futurismo alla Transavanguardia. L’evento, curato dall?Associazione Calabria Mia di Pino Natale, è patrocinato dal Comune di Lamezia e dalla Provincia di Catanzaro.
Da giovedì 22 gennaio la rassegna si arricchirà con la mostra di tutte le opere in concorso e fuori concorso, con chiusura e premiazione giovedì 19 febbraio alle ore 11.30 nel parterre del Teatro Umberto.
Importante appuntamento per il settore dell’Arte ma anche per la città, che per la seconda volta diventa luogo di incontro d'artisti provenienti da tutte le parti d’Italia.
Tante le iscrizioni al concorso, già chiuse il 30 dicembre, che sono giunte al Comitato scientifico composto da Luigi Talarico, critico d'arte; Carlo Fabrizio Carli, architetto e membro permanente del Comitato scientifico della Biennale di Venezia; Silvio Amelio, scultore e docente; Pino Farina, scultore e docente; Elvira Leuzzi, docente di critica d’arte.
Si tratta soprattutto di giovani che hanno espresso grande apprezzamento per una rassegna che dà spazio all’arte.
Pino Natale ha dichiarato: “Ho organizzato e curato tantissime mostre, e non solo a Lamezia Terme, ma in tutta la Calabria, e sono lieto di poter contribuire, sostenuto da un valido e preparato Comitato Scientifico, con iniziative di questo genere alla crescita culturale della nostra città. Aggiungendo che la mostra, non è solo occasione per fregiare Lamezia Terme di nomi importanti, ma anche per gli artisti, troppo spesso bistrattati, di vedersi riconosciuti anche in questa città un doveroso spazio
per esibire il frutto di anni e anni di lavoro”.
Gli ammessi al Concorso proverranno da tutta Italia, tutte le regioni saranno degnamente rappresentate, anche se a fare la voce grossa sarà certamente la regione Lazio, seguita da Campania, Piemonte, Liguria, nonché la nostra Calabria.
I premi: ai primi classificati per ognuna delle due sezioni, Pittura e Scultura, andrà un assegno di 1,000 euro cadauno.
Ai primi tre classificati, sempre delle due sezioni, una targa in oro e argento.
Tutti gli artisti partecipanti alla Biennale vedranno il loro nome inserito nella Rassegna artistica a cura di Pino Natale.
Fuori Concorso saranno assegnati il premio della Critica e per la Carriera.
(gen. 2009)
COME ERAVAMO! Una vecchia foto degli anni Cinquanta.
(S. Libertino) Peccato che sia una fotocopia questa bella vecchia foto tropeana che ritrae un gruppo di manovali alcuni dei quali ancora armati di pale, badili, rastrelli, alla fine dell'asfaltatura del manto stradale della 'scesa dell'ospedale civile', o più semplicemente della 'calata del convento'.
L'ho avuta l'estate scorsa dal prof. Domenico Crisafio, 35 anni al Liceo Parini di Milano a insegnare filosofia, il quale è nato ed ancora abita nella prima casa all'inizio della ripida discesa, sulla sinistra.
La massima parte delle persone ritratte, felici e sorridenti, compresa una dozzina di simpatici bambinetti immortalati anche loro nello scatto, appartiene al rione 'Baracche' di cui alcuni sono nati e cresciuti nella mitica discesa.
In effetti, è una discesa molto ripida che ben convoglia, e sembra fatta apposta, l'acqua piovana proprio in direzione della porta della chiesa del convento come si vede in quest'altra foto scattata nel 1925. Già allora, l'acqua aveva creato un solco in mezzo alla strada che portava dritto all'entrata della chiesa.
Il gruppo comprende alcuni frati facenti parte del convento, Padre Timoteo Rago e Fra Antonio La Gamba, e in mezzo a loro due, il titolare dell'impresa cui era stata affidata l'esecuzione dell'opera, Salvatore Macrì.
Si è risaliti all'epoca della foto da una notizia fornitami dallo stesso prof. Crisafio, che Fra Antonio La Gamba era stato assegnato al convento di Tropea nel 1952. Lo scatto è stato effettuato quindi dopo quell'anno. Siamo negli anni '50, all'inizio degli anni '50.
Ho cercato con l'aiuto del prof. Crisafio e di altri che si sono cresciuti nel rione 'Baracche' di risalire al riconoscimento delle persone che appaiono nella foto. E credo che nonostante l'immagine sia in alcuni punti del tutto illeggibile, qualcosa siamo riusciti a ricavare. Ne abbiamo individuati 16. Ecco i loro nomi associati ai numeri posti sui singoli personaggi della foto, riconosciuti.
1. Pasquale Russo (Capitanu)
2. Michele Il Grande ('i Nandu)
3. Fra Antonio La Gamba
4. Antonio Lo Torto
5. Nando Briga
6. Pasquale Vasinton
7. Padre Timoteo Rago
8. Salvatore Macrì (Turruni)
9. Ciccio Crines
10. Antonio Mandono
11. Emanuele Zaccaro
12. Mimmo Accorinti (Cincio)
13. Peppi Zaccaro
14. Diego Piserà (Vaiana)
15. Pasquale Teramo
16. Gabriele Piserà (Padre di Vaiana)
L'ostentato quadretto idilliaco dei più adulti unito alla religiosa compostezza dei piccoli 'barraccoti' mi dice tanto che era mezzogiorno e i rintocchi della campana del convento annunciavano ad alcuni l'angelus, ad altri la vittoria a Lepanto, e al nostro gruppo un piatto di minestra calda alla mensa dei fratini.
(gen 2009)
Gelmini, su YouTube "Ecco le materie della maturità"
(S. Libertino) Dal 22 gen. il portale del ministero della pubblica istruzione riporta l'elenco completo delle materie degli esami di maturità 2009. Ma la Gelmini a sorpresa ha voluto annunciarle qualche ora prima direttamente sul Channel dedicato di YouTube.
Latino per il Classico, matematica per lo Scientifico, lingua straniera per il Linguistico, pedagogia per il Pedagogico, elementi di architettura per l'Artistico.
Per gli istituti tecnici e professionali tecnici industriali: sistemi elettronici automatici per l'indirizzo elettronica e telecomunicazioni; disegno, progettazione e organizzazione industriale per l'indirizzo meccanica; tecnologie chimiche industriali, principi di automazione e di organizzazione industriale per l'indirizzo chimico. Per gli istituti tecnici e professionali: progettazione grafica per tecnico della grafica pubblicitaria; disegno professionale per tecnico dell'abbigliamento e della moda.
Su YouTube
www.istruzione.it
(gen 2009)
In New York City
SORRIDI, SEI A TROPEA....
Turisti: l'86% vuole tornare sulle spiagge della Calabria
Tropea d'estate, sempre la meta favorita dei vacanzieri
(lameziaweb.biz) Flussi turistici al vaglio dell'Ufficio Iat dell'aeroporto che durante la stagione dei voli charter ha realizzato un sondaggio su 4 mila visitatori in partenza dalla Calabria. Ai turisti è stato consegnato un questionario anonimo in tre lingue (italiano, inglese e tedesco) e con diversi quesiti.
I dati emersi dal sondaggio sono stati illustrati in una conferenza stampa voluta dagli stessi operatori dello Iat, l'ufficio della Pro loco lametina diretta da Vincenzo Ruberto, che gestisce il punto di incontro all'interno dello scalo internazionale.
Bianca Vitalone, responsabile dell'ufficio, ha spiegato che lo scopo del sondaggio è stato quello di meglio comprendere bisogni ed esigenze dei turisti che scelgono la Calabria come meta delle loro vacanze. L'indagine ha evidenziato che l'86% dei visitatori ha espresso soddisfazione per la sua permanenza nella regione, tanto che sarebbe disposto anche a ritornare per ripetere la bella esperienza. Turisti che sceglierebbero ancora la Calabria per le sue risorse naturali, per la proverbiale ospitalità degli abitanti del luogo e per la qualità dei prodotti enogastronomici.
Attraverso il sondaggio si è anche cercato di delineare l'identikit dei visitatori tipo che ha risposto alle domande del questionario. Si tratta prevalentemente di maschi adulti, lavoratori autonomi, che in genere si concedono una sola settimana di relax e che s'affidano a viaggi organizzati di tour operator. L'indagine dello Iat ha anche stilato la classifica delle nazionalità dei turisti, assegnando il primo posto agli italiani (33%), seguiti dai tedeschi (15%) e dagli inglesi (12%).
Nessuna sorpresa sulle mete più gettonate: sul podio la mitica Tropea, seguita da Le Castella e da Reggio. Agli ultimi posti della classifica i siti culturali ed archeologici e la Sila. Per quanto riguarda le strutture ricettive il 47% degli intervistati ha detto di preferire i villaggi turistici, seguono a ruota gli alberghi con una percentuale del 31%. Sembra che non riscuotano il gradimento dei turisti i "Bed and breakfast" e gli agriturismo.
I 4 mila visitatori hanno anche lamentato i disagi dovuti all'inefficiente e disorganizzato sistema dei trasporti che collega male la regione. Altro elemento negativo l'inquinamento ambientale e anche la numerosa presenza di cani randagi per le strade.
L'assessore regionale al Turismo, Damiano Guagliardi, ha commentato positivamente l'alto gradimento dell'86% espresso dai 4 mila intervistati. Un dato confortante che dimostra la competitività della nostra regione in un settore in cui comunque c'è ancora tanto da fare. Prima di tutto, bisognerebbe allungare la stagione turistica e non concentrarla solo su luglio e agosto. L'assessore ha anche annunciato che la Regione sta puntando sul turismo sociale, privilegiando itinerari e pacchetti rivolti agli anziani e ai disabili; mentre si pensa di potenziare anche il turismo religioso. Imminente pure l'approvazione del regolamento del sistema turistico locale da parte della giunta regionale.
Guagliardi ha ribadito che serve una stretta sinergia tra i diversi soggetti coinvolti, e soprattutto i Comuni devono fare la loro parte. Piuttosto che organizzare sagre paesane, secondo l'assessore bisogna approntare mirate politiche turistiche per la valorizzazione delle risorse naturali e artistiche dei territori.
Paolo Abramo, presidente di Unioncamere Calabria, ha invitato gli ospiti istituzionali presenti all'incontro a rapportarsi con le Camere di commercio calabresi in modo da studiare e concretizzare insieme la giusta strategia da seguire per un progetto turistico ben concertato.
I consiglieri regionali Franco Talarico ed Egidio Chiarella hanno chiesto di rafforzare lo sportello Iat che è un osservatorio sul movimento turistico regionale. I due rappresentanti politici hanno rimarcato che agricoltura e turismo sono due elementi cardine per l'economia locale; due punti fondamentali su cui dovrebbe basarsi la politica regionale rivolta al territorio. Il vicesindaco di Lamezia, Giuseppe Vitale, ha evidenziato che la città sta difendendo e valorizzando il suo patrimonio artistico-culturale: anche se non è tra le mete preferite dei turisti, ha molto da offrire.
(gen 2009)
Maltempo provoca frana a Tropea, strage evitata per un soffio
Il fiume di fango e detriti ha raggiunto la zona marina attraversando l’ex statale 522 e danneggiando alcune abitazioni, delle automobili e il depuratore comunale. (Foto ProLocoTropea)
(S. L. 29/1) A pochi giorni dalla frana che ha ucciso due persone sull'autostrada Salerno-Reggio Calabria, il maltempo di questi giorni ha rischiato di provocare un'altra tragedia in Calabria. Un'enorme frana si è staccata questa notte dal costone che sovrasta Tropea, lato Sud, finendo sulla sottostante provinciale e poi fino al mare. Il crollo è avvenuto intorno alle 4. In quel momento, dato anche l'orario, non c'erano mezzi in transito.
Sul luogo i vigili del fuoco e delle ruspe che stanno cercando di sgomberare i detriti che sono arrivati a poca distanza dal complesso alberghiero "Rocca Nettuno". Invaso anche il viale che porta al posto fisso della Polizia di Stato, chiuso al traffico. Altre frane minori si segnalano in tutto il vibonese.
Immagini da TG3 Calabria e Map
(gen 2009)
Da Carnevale a Pasqua: un percorso di tradizioni e di valori
Una folla incontenibile segue la Processione di San Giuseppe in una vecchia foto degli anni Sessanta (Archivio Famiglia Angiò). Una tradizione tropeana ripresa solo qualche anno fa. A furor di popolo.
(S. Libertino) Dopo aver da poco abbandonato le atmosfere natalizie e i bagordi di fine anno, ci troviamo da qualche settimana nel 2007 e ci stiamo addentrando in pieno inverno verso le follie carnevalesche, la festività di San Giuseppe, la Fiera dell'Annunziata, la Madonna di Romania, la Settimana Santa, la Santa Pasqua. Un percorso di tradizioni popolari tropeane che fu oggetto di ricerca da parte di Giuseppe Chiapparo (1894 - 1963), che nel 1957 ha pubblicato un prezioso saggio "Da Carnevale a Pasqua in Tropea" nella Rivista 'Folclore della Calabria' .
In questo percorso l'etnologo tropeano ci prende per mano e ci accompagna in un mondo bello, genuino, pieno di valori, raccontandoci e facendoci conoscere le usanze di un paese in parte sparito, quasi a voler suggerire che se avessimo conservato intatte quelle radici e investito su quella cultura popolare avremmo potuto oggi raccogliere migliori profitti etici, educativi per le nuove generazioni e sicuramente turistici per una maggiore risorsa commerciale e lavorativa nel cuore invernale. Un saggio che vale la pena di rileggere e anche di applicare.
Continua
(feb 2009)
Per la Pace, in ricordo di RACHEL CORRIE
RACHEL CORRIE (10 aprile 1979 – Rafah, 16 marzo 2003)
(International Solidarity Movement) A Gaza una giovane pacifista, ha perso la vita. Rachel Corrie, aveva solo 23 anni. Era una studentessa dell’università d’Olympie (Washington). Apparteneva al Movimento per la
Giustizia e la Pace.
Con la sua associazione pacifista, aveva organizzato delle iniziative per l’anniversario dell’11 settembre, alla memoria delle vittime del disastro e della guerra in Afghanistan.
Nel 2003 Rachel aveva deciso di passare dalla teoria all’azione, andando in Israele, dove raggiunse il gruppo palestinese 'Movimento Internazionale di Solidarietà'.
Con questa associazione, partecipava a delle azioni per bloccare i bulldozer israeliani, che tentavano d’abbattere delle case in territorio palestinese.
Ai suoi amici, in diverse mails, aveva scritto: “Abbattono le case anche se c’è gente all’interno, non rispettano niente nè nessuno”
Alla frontiera di Gaza, Rachel e i suoi amici, tentavano d’opporsi alle demolizioni, “Era seduta sulla traiettoria del bulldozer, il conduttore la vide, continuò, e la schiacciò” ha dichiarato Joseph Smith, militante pacifista statunitense.
“Il bulldozer l’ha coperta d terra, prima di passargli sopra”, ha aggiunto Nicolas Dure, un altro dei suoi amici.
I suoi amici hanno tentato di fermare il bulldozer e soccorrerla. Ma fu tutto inutile.
Rachel Corrie a soli 23 annni ha perso la vita difendendo, con il suo corpo e le sue idee, il diritto dei cittadini palestinesi ad avere un tetto e una terra...
Le autorità israeliane hanno dato delle versioni differenti dei fatti, smentendo la documentazione fotografica dei testimoni. La giovane è stata uccisa freddamante e barbaramente, mentre s’interponeva pacificamente.
Rachel e i suoi amici affermano:
- che ogni giorno decine e decine di case sono distrutte alla frontiera di Gaza!
- che i bombardamenti hanno inquinato i pozzi nei campi dei rifugiati di Rafah, e non possono essere bonificati senza che gli operai palestinesi siano esposti ai tiri d’artiglieria israeliani.
Numerose iniziative hanno avuto luogo a Olympie (Washington) e in tutti gli USA in ricordo di Rachel.
Questo messaggio vuole essere una testimonianza per non dimenticare Rachel, giovane pacifista, che con il suo coraggio voleva fermare le ingiustizie che, ogni giorno, avvengono in Palestina..
Durante questi giorni e questi mesi, si sviluppa contro la guerra, il piu importante movimento pacifista che la storia abbia mai conosciuto; Rachel Corrie è sicuramente il simbolo di questo movimento, è stata uccisa per la logica assurda e brutale della guerra, che noi pacifisti cerchiamo di fermare.
(A big thank to R. P.)
Rachel_Corrie.pps
Rachel Corrie Memorial Website
(feb 2009)
LA GUERRA DEL VIETNAM
(S. L.) Sabato 7 febbraio presso la saletta della Chiesa di San Giorgio al Corso – Tempio della Vittoria, alle ore 1700, si terrà il secondo appuntamento dei “Pomeriggi culturali” a cura del Circolo Culturale L’Agorà che avrà come tema “La guerra del Vietnam” e come relatori Gianluca Tripodi e Alessandro Crupi.
La guerra del Vietnam venne combattuta tra il 1964 e il 1975 sul territorio del Vietnam del Sud e delle aree confinanti di Cambogia e Laos, e in missioni di bombardamento (Operazione Rolling Thunder) sul Vietnam del Nord. Una parte delle forze in conflitto era la coalizione di forze composta da Vietnam del Sud, Stati Uniti, Corea del Sud, Thailandia, Australia, Nuova Zelanda, e Filippine. Dall'altra parte c'era la coalizione formata da Vietnam del Nord e Fronte di Liberazione Nazionale del Vietnam (FLN)
conosciuto anche come Viet Cong, un movimento di guerriglia Nordvietnamita.
L'Unione Sovietica e la Repubblica Popolare Cinese fornirono aiuti militari al Vietnam del Nord e FLN, ma non presero parte alla guerra con le loro truppe. La guerra fece parte di un più ampio conflitto regionale che coinvolse le nazioni confinanti di Cambogia e Laos, conosciuto come Seconda Guerra Indocinese. Il coinvolgimento degli USA nella guerra fu graduale - con personale militare che arrivò già nel 1950 - e subì un incremento nel corso degli anni sessanta e sotto successivi presidenti, sia democratici
che repubblicani (Eisenhower, Kennedy, Johnson, e Nixon), nonostante i timori ed i ripetuti avvertimenti del comando militare statunitense circa il pericolo di una grossa guerra di terra in Asia.
Non fu mai presentata una formale dichiarazione di guerra, ma solo una serie di decisioni presidenziali che incrementarono il numero di "consiglieri militari" nella regione. Infatti il Presidente Jonhson alzò il livello del coinvolgimento statunitense il 27 luglio 1964, quando altri 5.000 consiglieri militari vennero inviati nel Vietnam del Sud, il che portò il numero totale di forze statunitensi in Vietnam a 21.000. Il 31 luglio 1964 il cacciatorpediniere statunitense USS Maddox riprese una missione di
ricognizione nel Golfo del Tonchino, che era stata sospesa per sei mesi. Lo scopo della missione era di provocare una reazione da parte delle forze della difesa costiera nordvietnamita, da usare come pretesto per una guerra più ampia. Rispondendo ad un presunto attacco, e con l'aiuto della vicina portaerei USS Ticonderoga, la Maddox distrusse un torpediniere nordvietnamita e ne danneggiò altri due. La Maddox soffrì solo un danno superficiale causato da un singolo proiettile di mitragliatrice da 14,5 mm e si
ritirò nelle acque del Vietnam del Sud, dove venne raggiunta dalla USS C. Turner Joy.
Il Senato statunitense approvò quindi la Risoluzione del Golfo del Tonchino , il 7 agosto 1964, che diede un ampio supporto al Presidente Johnson per aumentare il coinvolgimento statunitense nella guerra "come il Presidente riterrà opportuno".
I membri del Consiglio di Sicurezza Nazionale, compreso Robert McNamara, Dean Rusk, e Maxwell Taylor concordarono il 28 novembre 1964 di raccomandare che il Presidente Johnson adottasse un piano per una escalation in due fasi del bombardamento del Vietnam del Nord.
L'8 marzo 1965, 3.500 US Marines divennero la prima forza combattente americana a sbarcare nel Vietnam del Sud, aggiungendosi ai 25.000 consiglieri militari statunitensi che erano già sul posto. Anche la guerra aerea crebbe d'intensità; il 24 luglio 1965, quattro F-4C Phantom di scorta a un'incursione di bombardamento a Kang Chi vennero fatti bersaglio di missili antiaerei, nel primo attacco di questo tipo contro aeroplani statunitense nel corso della guerra. Un aereo venne abbattuto e gli altri tre furono danneggiati.
Quattro giorni dopo Johnson annunciò un altro ordine per incrementare le truppe statunitensi in Vietnam da 75.000 a 125.000. Il giorno dopo, 29 luglio, i primi 4.000 paracadutisti della 101ª Divisione Aviotrasportata arrivarono in Vietnam, atterrando a Cam Ranh Bay.
Quindi il 18 agosto 1965, iniziò l'Operazione Starlite, come la prima grossa battaglia di terra della guerra, quando 5.500 Marines distrussero una roccaforte Viet Cong sulla penisola di Van Tuong, nella Provincia di Quang Ngai. I Marine ricevettero una soffiata da un disertore Viet Cong che disse che era progettato un attacco contro la base statunitense di Chu Lai. L'NVA apprese dalla loro sconfitta e cercò da allora in poi, di evitare i combattimenti nello stile degli statunitensi.
Il continuo incremento del coinvolgimento militare statunitense avvenne mentre l'amministrazione Johnson e Westmoreland assicuravano ripetutamente il pubblico statunitense che il successivo incremento di truppe avrebbe portato alla vittoria. La fede dell'opinione pubblica nella "luce alla fine del tunnel" venne però frantumata, il 30 gennaio 1968, quando il nemico, apparentemente sull'orlo del collasso, inscenò l'offensiva del Têt.
Dovendo fronteggiare una scarsità di truppe, il 14 ottobre 1968 il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti annunciò che l'Esercito Statunitense e i Marines, avrebbero rimandato circa 24.000 uomini in Vietnam, per un secondo periodo non volontario. Due settimane più tardi, il 31 ottobre, citando i progressi nei colloqui di pace di Parigi, il presidente Lyndon Johnson annunciò alla sua nazione che aveva ordinato una completa cessazione di "tutti i bombardamenti aerei, navali e di artiglieria sul Vietnam del Nord", effettivo dal 1º novembre.
I colloqui di pace alla fine si interruppero, e un anno dopo, il 3 novembre 1969, il Presidente Richard M. Nixon si rivolse alla nazione in una trasmissione radio-televisiva, chiedendo alla "maggioranza silenziosa" di unirsi a lui in solidarietà con lo sforzo bellico in Vietnam e per appoggiare la sua politica. L'opposizione alla guerra iniziò nel 1964 nei campus delle Università e migliaia di giovani statunitensi scelsero l'auto-esilio in Canada o in Svezia, piuttosto che rischiare la coscrizione.
Molti degli oppositori alla Guerra del Vietnam erano visti all'epoca, e sono visti tuttora, più come sostenitori dei vietnamiti che come contrari alla guerra; il più famoso di questi fu l'attrice Jane Fonda. Il 4 agosto 1969, il rappresentante statunitense Henry Kissinger e quello nordvietnamita Xuan Thuy iniziarono dei negoziati segreti di pace, nell'appartamento parigino dell'intermediario francese Jean Sainteny.
I negoziati comunque fallirono. Durante l'amministrazione Nixon, vennero comunque fatti molti significativi passi avanti nella guerra. Uno di particolare importanza fu l'indebolimento del supporto che l'esercito nordvietnamita riceveva da Unione Sovietica e Cina.
Uno degli scopi principali della politica estera di Nixon fu quello di aprire una breccia nelle relazioni tra le due nazioni, creando un nuovo spirito di cooperazione. Sotto molti aspetti lo scopo venne raggiunto.
Cina e URSS erano stati i principali sostenitori dell'esercito del Vietnam del Nord, grazie a un abbondante supporto militare e finanziario. Il desiderio di entrambe le nazioni di migliorare le loro relazioni con gli USA, di fronte a una sempre maggiore divisione nell'alleanza inter-comunista, portò alla riduzione del loro aiuto ai nordvietnamiti.
Nel 1970, Nixon ordinò un'incursione militare in Cambogia allo scopo di distruggere i sentieri dell'FLN lungo il confine con il Vietnam del Sud. Questa azione sollecitò ulteriori proteste nei campus delle università americane. Diversi studenti vennero uccisi dai soldati della Guardia Nazionale durante una manifestazione alla Kent State University.
Il 15 gennaio 1973, citando i progressi nei negoziati di pace, Nixon annunciò la sospensione dell'azione offensiva nel Vietnam del Nord, che venne fatta seguire da un ritiro unilaterale delle truppe statunitensi dal Vietnam. Gli accordi di pace di Parigi vennero firmati il 27 gennaio 1973, il che pose ufficialmente fine all'intervento statunitense nel conflitto del Vietnam.
All'inizio del 1975 il Nord invase il Sud e consolidò rapidamente il suo controllo sulla nazione. Saigon venne catturata il 30 aprile 1975. Il Vietnam del Sud fu annesso al Vietnam del Nord il 2 luglio 1976, per formare la Repubblica Socialista del Vietnam. Saigon venne ribattezzata Città Ho Chi Minh, in onore dell'ex Presidente nordvietnamita.
Centinaia di sostenitori del governo sudvietnamita vennero arrestati e giustiziati, molti di più vennero imprigionati. Il governo comunista resiste tutt'oggi. Il numero di vittime del conflitto è estremamente difficile, visto che le. registrazioni ufficiali sono difficili da reperire o inesistenti, e molti degli uccisi vennero letteralmente fatti a pezzi dai bombardamenti, mentre da parte degli americani 58.226 vennero uccisi in azione o classificati come dispersi in azione. Altri 153.303 americani vennero feriti, per un totale di 211.529.
Anche gli alleati degli americani subirono perdite. L'Australia perse quasi 500 uomini ed ebbe 2.400 feriti su un totale di 47.000 soldati dispiegati in Vietnam.
La Nuova Zelanda ebbe 38 morti e 187 feriti. La Thailandia ebbe 351 vittime. Le perdite della Corea del Sud furono quantomeno nell'ordine delle centinaia ma, come per le Filippine e in effetti la Thailandia, è difficile individuare cifre accurate per le loro perdite. Anche se il Canada non fu coinvolto nella guerra, decine di migliaia di canadesi si arruolarono nell'esercito statunitense e prestarono servizio in Vietnam.
Tra i morti americani ci sono almeno 56 cittadini canadesi. La guerra del Vietnam ebbe molte ripercussioni a lungo termine sulla società statunitense e sulla sua politica estera, ad esempio tale conflitto fu la prima significativa sconfitta militare degli USA. La guerra e le sue conseguenze portarono a una massiccia emigrazione dal Vietnam verso gli Stati Uniti. Questa comprendeva sia i figli di soldati americani e giovani donne sudvietnamite, che i rifugiati vietnamiti, che scapparono subito dopo la presa del potere da parte dei comunisti.
Durante l'anno successivo, più di 1 milione di queste persone arrivò negli USA. Aver prestato servizio nella guerra, anche se inizialmente impopolare, divenne presto rispettato, anche se la guerra in sé non lo fu. Aver prestato servizio divenne importante per l'elezione di molti politici americani; ad esempio, fu un fattore nell'elezione di John McCain, un ex prigioniero di guerra del Vietnam, al Senato.
Il fatto che i Presidenti Bill Clinton e George W. Bush abbiano evitato il servizio militare in Vietnam fu fonte di controversia durante le loro rispettive campagne elettorali. Dopo essere entrato in carica, Bill Clinton annunciò il desiderio di sanare le relazioni con il Vietnam. La sua amministrazione tolse le sanzioni economiche sulla nazione nel 1994, e nel maggio 1995 i due stati rinnovarono le relazioni diplomatiche, con gli USA che aprirono un'ambasciata sul suolo vietnamita per la prima volta dal 1975.
Circolo Culturale L'Agorà
(feb 2009)
Linea ferroviaria Pizzo-Tropea, l’assessore Naccari sollecita incontro a Trenitalia per alleviare disagi viaggiatori
(RegioneCalabria,5/2) Un incontro urgente per “discutere le soluzioni da attuare al fine di evitare disservizi per i viaggiatori” a causa dei lavori al tracciato ferroviario compreso tra le stazioni di Vibo-Pizzo e Mileto è stato chiesto dall’assessore regionale ai Trasporti, Demetrio Naccari Carlizzi, ai vertici di Trenitalia attraverso una comunicazione formale recapitata in queste ore.
Naccari interviene a tutela dei passeggeri che, a bordo dei treni a lunga percorrenza con direzione Sud (Reggio Calabria), saranno costretti a scendere alla stazione di Lamezia Terme e da lì proseguire il viaggio a bordo di mezzi alternativi su gomma.
Secondo il Dipartimento dei Trasporti della Regione è necessario spostare il traffico sulla linea “via Tropea” anche se a binario unico perché, è scritto nella lettera inviata a Trenitalia, “è sopportabile l’intero flusso previsto, anche se con ritardi, evitando sospensioni del servizio”.
“Il costo in termini di tempo di percorrenza e di disagi che subiranno i viaggiatori – si legge infine nella nota firmata da Demetrio Naccari - sarà superiore rispetto a quello che si avrebbe proseguendo le corse dei treni, anche se in ritardo, fino a Reggio Calabria”.
(feb 2009)
Tropea.biz, gesto inqualificabile dei 'soliti ignoti' oscura la famosa webcam panoramica sul mare di Tropea
Alcune vedute live che il servizio della webcam poteva offrire a tutti gli utenti collegati alla webpage dedicata del Portale Tropea.biz
(S. Libertino) Apprendiamo con grande rammarico dal sito www.tropea.biz che il 5 febbraio scorso persone, non ancora identificate ma sicuramente responsabili di un gesto davvero inqualificabile, si sono
introdotte, dopo aver divelto la porta d'ingresso, nel locale dove era stata posizionata la webcam panoramica, danneggiandola forse irreparabilmente.
La webcam, ormai divenuta famosa nel mondo - in particolare tra gli stessi tropeani lontani dal loro paese natale - permetteva a tutti di vedere in rete, h/24, lo Scoglio dell'Isola e una decina di scorci panoramici su Tropea, lato ponente.
I titolari del sito, disattivato il servizio, hanno scritto sulla relativa webpage il seguente comunicato:
Tropea, 06/02/2009: Il servizio è stato disattivato, la scorsa notte "ignoti" hanno danneggiato la webcam live di Tropea nel tentantivo di rubarla o peggio ancora di
distruggerla...arrecando danni (forse irreparabili) alla webcam e divelto la porta d'ingresso dell'appartamento dove gentilmente ci era stato concesso di posizionarla proprio a picco sul
mare.
Ci scusiamo per il disagio arrecato, lo staff di Tropea .biz vi invita a visitare le altre webcams rimaste ancora operative, nella speranza che gli "imbecilli" non continuano a minare il futuro
dei loro e dei nostri figli.
Scrivici a: staff@tropea.biz
La redazione di TropeaNews esprime piena solidarietà allo Staff di Tropea.biz.
www.tropea.biz
(feb 2009)
“Occhio alla spesa” e la maxitruffa delle cipolle rosse
(S. Muoio x Il Quotidiano della Calabria,8/2) “Occhio alla spesa” la nota trasmissione di Rai Uno condotta da Alessandro Di Pietro, si è occupata, venerdì scorso, della cipolla rossa di Tropea, delle frodi perpetrate in questi mesi ai danni degli stessi consumatori e, come ha denunciato fortemente la Coldiretti, degli agricoltori che, proprio nell'area di Campora San Giovanni, trovano il loro nucleo più numeroso. Fenomeni di cosiddetta agropirateria alimentare, che vedono altre tipologie di cipolle, provenienti da aree diverse dell'est Europa e del nord Africa, vendute come cipolle rosse di Tropea-Calabria. La straordinaria dolcezza, il profumo delicato e soprattutto la leggerezza, dovuti alle peculiarità
morfologiche del terreno, rendono la rossa di Tropea, ricercatissima e famosa in tutto il mondo, tutelata da apposito marchio da marzo 2008.
“Coldiretti - ha spiegato Ester Perri, vice presidente di Coldiretti Cosenza - si è mobilitata immediatamente sia per la tutela del produttore, sia per la tutela dei consumatori, che si trovano ad acquistare un prodotto che credono italiano, nello specifico calabrese, invece è extraeuropeo. Coldiretti, ha portato avanti e continua a farlo una lotta per l'etichettatura dei prodotti alimentari in modo che sia reperibile l'origine del prodotto”.
“L'agricoltura - ha aggiunto Salvatore Loffreda, direttore della Coldiretti di Cosenza - non ha bisogno solo dei contributi per la promozione. Ma la cosa importante per le eccellenze, è la loro tutela che porterebbe ad un valore aggiunto sia per i produttori che per i consumatori”.
“Il sistema di controllo e certificazione della Igp cipolla rossa di Tropea Calabria - ha dichiarato infine Maurizio Agostino responsabile ICEA - istituito dal Ministero delle Politiche Agricole, nei suoi primi mesi di avvio ha dimostrato di funzionare efficacemente. I produttori di cipolla che hanno adottato il disciplinare di produzione previsto, hanno certificato regolarmente le proprie produzioni Igp, rassicurando i mercati ed i consumatori circa la provenienza e la qualità dei prodotti”.
(feb 2009)
Calabria: FS, interruzione tra Vibo, Pizzo e Mileto per lavori
(ASCA/11 feb) ''Ipotesi assurda e priva di ogni fondamento quella, ventilata ieri pomeriggio da alcune fonti sindacali di Reggio Calabria, di una ''strategia di Trenitalia'' per interrompere definitivamente i treni a lunga percorrenza e gli Eurostar nella stazione di Lamezia Terme. Al termine dei lavori di manutenzione straordinaria del tratto di linea ferroviaria compreso tra Vibo Pizzo e Mileto, che inizieranno nei prossimi giorni, l'attuale offerta di collegamenti da e verso la Calabria e la Sicilia sara' integralmente ripristinata''. Lo si legge in una nota delle Fs.
Per effettuare i lavori di consolidamento dell'infrastruttura, resi indispensabili a seguito del movimento franoso che ha interessato la linea Reggio Calabria - Salerno lo scorso dicembre - continua la nota - sarà necessario interrompere la circolazione ferroviaria per circa tre mesi su entrambi i binari, tra le stazioni di Vibo Pizzo e Mileto. Durante questo periodo i treni saranno deviati sulla linea a binario unico via Tropea, dove RFI sta realizzando interventi di adeguamento per consentire un maggiore volume di traffico.
Nonostante l'interruzione, sarà garantita l'intera offerta dei treni notturni (Espressi ed Intercity Notte) per Reggio Calabria e Sicilia, e quella degli Intercity Roma - Calabria - Sicilia. Il maggior tempo di percorrenza per la deviazione sarà considerato a sud di Lamezia, anticipando gli orari di partenza e posticipando quelli di arrivo ; a nord di Lamezia, lasciando invariati gli attuali orari.
Solo alcuni treni ES e IC avranno origine e destinazione nella stazione di Lamezia.
L'offerta di treni del trasporto regionale sarà rimodulata - dicono le Fs - tenendo conto della capacità complessiva della linea Tropea e dei maggiori tempi di percorrenza, garantendo comunque i collegamenti tra Reggio Calabria e Lamezia in tutte le fasce orarie.
Il nuovo programma dei treni sarà comunicato ai clienti attraverso i tradizionali canali informativi del Gruppo FS (punti informativi di stazione, locandine, sito internet, webradio, ecc).
(feb 2009)
Ospedale di Tropea, Curia risponde ad accuse di immobilismo Ospedale di Tropea
(Strill.it/11 feb) In risposta ai più recenti commenti intervenuti sulla stampa quotidiana in ordine alla funzionalità del presidio ospedaliero di Tropea, si precisa quanto segue:
La condizione strutturale e della erogazione dei servizi del presidio ospedaliero di Tropea è nelle priorità del cronoprogramma messo in piedi dal dott. Rubens Curia nelle immediatezze del suo insediamento alla guida della sanità pubblica vibonese, avvenuto nel settembre dello scorso anno.
Dopo aver compiuto una attenta ed adeguata ricognizione dei problemi e delle difficoltà che attanagliano il presidio ospedaliero di Tropea, il dott. Rubens Curia si è impegnato a seguire da vicino, più di quanto non fosse avvenuto in passato, l’evolversi della situazione sia in direzione del necessario potenziamento dei servizi quanto in riferimento alla più complessiva messa in sicurezza della struttura.
Convinto che la cultura della presenza e del controllo e ancor di più quella dell’ascolto dei pazienti possa rappresentare il sistema ideale per migliorare la qualità dei servizi, il dott. Rubens Curia ha deciso di portarsi ogni 15 giorni in quella sede, fatte salve urgenti ed inderogabili necessità, per verificare, discutere e programmare ogni linea di intervento.
Sentita, di concerto con il presidente del comitato, dott. Franco Barbalace, l’assemblea dei sindaci di quel distretto sanitario, il manager della sanità pubblica vibonese ha avviato, in piena collaborazione con operatori sanitari e associazioni di volontariato e forze sindacali, un percorso di iniziative tese a garantire il pieno supporto dell’Azienda all’attività di quel presidio, tenuto conto soprattutto del super impegno che puntualmente grava sulla struttura nel corso della stagione estiva.
Le esigenze dell’ospedale, legate soprattutto alla carenza di medici, infermieri e personale di ogni servizio sono alla quotidiana attenzione del manager che continua a portare a conoscenza del dipartimento della salute della Regione Calabria tutto lo “stato di salute” dell’Azienda e quindi anche di Tropea.
Nel contempo, seguendo la politica dei piccoli passi, proprio a dimostrazione che le criticità di Tropea sono nella “prima pagina” dell’agenda, agendo in funzione delle disponibilità economiche esistenti, il dott. Rubens Curia ha provveduto, nell’ambito delle attrezzature medicali, ad acquistare un ecocardiocolordoppler-ecografo per l’unità operativa di Urologia, definendo anche la gara per l’acquisto del litotritore, mentre è in itinere il concorso per dirigente di secondo livello (ex primario) della stessa unità operativa.
Consegnati i lavori per la installazione della Tac, sono in corso di acquisto nuove apparecchiature per la endoscopia digestiva.
Con delibera n.208/c del 6 febbraio 2009 sono stati individuati, presso il presidio ospedaliero, i locali da adibire a Consultorio familiare che sarà dotato delle seguenti figure professionali: Psicologa, Assistente sociale, Ginecologa, Pediatra, Ostetrica e Infermiere.
Rifinanziato anche l’Hospice per i malati terminali, il dott. Rubens Curi ha messo in funzione un day service per la erogazione di prestazioni superiori alle attività ambulatoriali.
Importante un intervento in materia di sicurezza. Con delibera n.1903 del 31 dicembre 2008 è stata prevista la verifica degli impianti di tutti gli elevatori del presidio e dei poliambulatori.
Infine lo stesso presidio è stato arredato di oltre 140 armadietti–spogliatoi per gli operatori e 5 lavapadelle.
Azienda Sanitaria Provinciale Vibo Valentia
(feb 2009)
PEPPINO ALLA GRANDE!!!!!!
Da Vibo Valentia un interessante volume dal titolo "Il processo di internazionalizzazione delle imprese agroalimentari in Calabria"
(F. Vallone) Curato dal dottor Luigi Sisi, responsabile di Agropromotion di Vibo Valentia, con la collaborazione di Cia Calabria, UCI Calabria, Provincia di Vibo Valentia e Camera di Commercio di Vibo Valentia è stato pubblicato, per LibrAre edizioni, il volume dal titolo "Il processo di internazionalizzazione delle imprese agroalimentari in Calabria". Nei ringraziamenti per la riuscita della grande operazione culturale Sisi cita tra gli altri Maurizio Caruso Frezza, Francesco Mangone, Nazzareno Fiorillo e Domenico Curigliano.
Gli interscambi internazionali sono diventati negli ultimi 20 anni sempre più consistenti, sia per merce trasportata, sia per la diffusione delle culture e tradizioni tra le varie nazioni. I mercati esteri diventano così sempre più competitivi, nuovi paesi emergenti si affacciano in mercati industrializzati, rendendo necessaria una identificazione al proprio territorio ed un richiamo al "made in Italy", che ha, nei confronti del resto del mondo, una forte connotazione di prodotti di qualità, legata alla sua storia e tradizioni culturali. La Calabria, purtroppo, difetta un po' nell'attività di export dei prodotti agroalimentari, pur presentando una buona performance produttiva, con prodotti di qualità legati alla tradizione gastronomica della regione, aspetto che potrebbe costituire uno dei punti di forza e di identificazione dei prodotti e di creare dei vantaggi competitivi rispetto alla concorrenza.
Il volume curato da Luigi Sisi, nella prima parte, mette in evidenza quella che è l'attività di commercializzazione della Calabria nel settore agroalimentare, uno dei settori più importanti della regione, con una qualità dei prodotti identificativi del territorio. Confrontando la sua attività di export in tale settore rispetto alle altre regioni risulta al terzultimo posto, seguono la Basilicata e la Valle D'Aosta. I dati evidenziano una debole attività nel proporre i prodotti agroalimentare del nostro territorio nei confronti dei mercati esteri, soprattutto Nord Americani.
Nella seconda parte il prezioso libro si propone una possibile attività di programmazione nei confronti dei mercati esteri, partendo dall'analisi delle proprie potenzialità, all'analisi dei mercati esteri ed alle modalità di ingresso per creare interscambio commerciale.
"Una attività di monitoraggio di questo tipo è - evidenzia Luigi Sisi - indispensabile, in ogni modo, per programmare qualsiasi attività nei confronti dei paesi esteri, questo per orientare meglio le proprie risorse, sviluppando nel modo ottimale quei programmi più adatti alle caratteristiche del territorio, dei prodotti e delle imprese, secondo quelle che sono le esigenze e le aspettative dei mercati di riferimento consentendo una ottimizzazione degli investimenti ed una strategia di offerta dei propri prodotti in relazione a quelle che sono le potenzialità presenti e gli obiettivi prefissati. Pertanto, qualsiasi iniziativa si voglia intraprendere nei confronti dei mercati esteri, è bene che si proceda secondo una precisa attività di pianificazione, avere, perciò, una visione chiara della situazione dell'attività delle imprese del nostro territorio, comprese le loro potenzialità e debolezze, nonché quelle
degli altri paesi, e come procedere nel modo ottimale nelle proposte nei confronti dei mercati internazionali".
Nel libro sono anche indicati alcuni aspetti necessari per le imprese che decidono di rivolgersi in particolare al mercato statunitense, dalla iscrizione alla FDA (Food and Drug Administration), all'adeguamento dell'etichettatura e ad alcune informazioni sul mercato Nord americano, informazioni base per poter attivare con sicurezza l'attività di export. Bisognerebbe che periodicamente, almeno una volta l'anno, si realizzasse una attività di monitoraggio e di performance del'attività di commercializzazione estera del settore agroalimentare, per proporre delle soluzioni che possano in qualche modo migliorare l'attività di proposta e di vendita dei nostri prodotti. Una vera e propria guida per fare chiarezza nell'universo delle imprese agroalimentari calabresi che si confrontano con un mondo sempre più globalizzato.
(feb 2009)
Lamezia, penalizzante la chiusura dello scalo merci Fs
(Lameziaweb.biz) Se il cargo merci di Fs chiuderà ci saranno conseguenze dannose per tutti i trasporti della Calabria». Lo sostiene Pasquale Clericò, direttore della Sacal, la società aeroportuale lametina.
Direttore, come vede lo stato dei trasporti nella regione?
«La Calabria sta vivendo un momento difficile. L'autostrada ha subito ripetute interruzioni per via di smottamenti e frane. La ferrovia è in difficoltà soprattutto a causa dell'andamento meteorologico e climatico dell'ultimo periodo e mi risulta che a valle della stessa Lamezia per via di alcune problematiche nell'area di Tropea, la ferrovia sta vivendo difficoltà operative».
Cosa significa tutto questo?
«Quando uno degli assi portanti del trasporto va in difficoltà chiama l'altro a dover sopperire. Il trasporto aereo sta facendo del suo meglio per dare una risposta adeguata a quella che è la richiesta di mobilità dei calabresi».
L'aeroporto lametino è stato penalizzato dalla crisi Alitalia?
«Il trasporto aereo vive un momento di grande indecisione. Lamezia in questa vicenda ha subito una penalizzazione, dovuta alla fase di transizione. Penalizzazione forse minore rispetto agli altri aeroporti, e che continua allo stato attuale perché molti dei voli di Alitalia e Airone sono stati cancellati».
Quali in particolare?
«Le faccio un esempio: se per Roma prima avevamo sette voli al giorno, tre di Alitalia e quattro di Airone adesso ne abbiamo solo cinque. Se per Milano avevamo tre voli per Linate e due per Malpensa adesso abbiamo solo tre voli per Linate. Come vede solo sulle direttrici per Roma e Milano abbiamo perso quattro voli».
Che fare?
«Ci stiamo muovendo per sopperire ai vuoti lasciati dal gruppo ex Alitalia. Dal 30 marzo la compagnia Blu Panorama opererà con un volo low cost per Roma, che ci consentirà di avere un volo in più e di rompere una soluzione di monopolio».
Saranno agevolati solo i collegamenti con la capitale?
«Ci sono trattative con altre compagnie per aprire nuove rotte».
(feb 2009)
Presentazione Ufficiale della Legge Regionale sul «Parco storico rievocativo del Decennio Francese in Calabria»
La rappresentazione in costumi d'epoca dello sbarco di Re Gioacchino Murat sulla spiaggia di Pizzo
(S. L.) Vista la necessità di promuovere la diffusione della conoscenza della Legge Regionale n. 2/2009 approvata dal Consiglio Regionale nella seduta del 13 gennaio 2009 e pubblicata sul Supplemento Straordinario del B.U. della Regione Calabria n. 1 del 21 Gennaio 2009 avente ad oggetto la costituzione di un “Parco storico rievocativo del decennio francese in Calabria”, e considerata l’importanza che si possono avere momenti di incontro e di approfondimento qualificati ai fini di uno sviluppo futuro della Legge e del Parco, è promossa una giornata di studio sulle
«NORME PER LA ISTITUZIONE DI UN PARCO STORICO RIEVOCATIVO DEL DECENNIO FRANCESE IN CALABRIA»
presso il Castello di Pizzo la mattina di Sabato 28 Febbraio 2009 alle ore 10:00.
PROGRAMMA DEI LAVORI
Ore 10:00 - Saluti ai partecipanti
Ore 10:45 - Illustrazione della legge Regionale n. 2 del 15 Gennaio 2009 «Norme per la istituzione di un Parco Storico rievocativo del decennio francese in Calabria» pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 1 del 21 gennaio 2009
RELATORE: Onorevole Antonio BORRELLO
Ore 11:15 - «La valorizzazione storica del territorio: Il Decennio Francese.»
RELATORE: Prof. Saverio Di Bella dell’Università degli Studi di Messina
Ore 11:35 - «Per una rilevazione dei siti d’interesse storico, urbanistico ed ambientale»
RELATORE: Prof. Giovanni Rosario BRANDOLINO dell’Università MEDITERRANEA di Reggio Calabria
Ore 11:55 - «Ipotesi di Statuto del Consorzio del Parco storico rievocativo del Decennio Francese»
RELATORI: Avv. Giuseppe CALZONE e Avv. Domenico SORACE
Ore 12:15 - Dibattito pubblico
Ore 13:00 - Termine dei lavori
PER IL COMITATO DEI PROMOTORI DEL PARCO STORICO DEL DECENNIO FRANCESE IN CALABRIA
Dr. Giuseppe Pagnotta, Presidente dell’Associazione Murat Onlus di Pizzo
Sede: Castello di Pizzo - Piazza B. Musolino - 89812 Pizzo (VV)
Telefono e Fax : 0963/532218
Sito Web www.murat.it
mail: info@murat.it
(feb 2009)
Quando si dice... modestia
(S. L.) Walter VELTRONI, Romano PRODI, et Silvio BERLUSCONI arrivano tutti e tre in Paradiso e sono ricevuti personalmente da Dio Padre.
Dio interroga prima Veltroni:
- Dimmi, Walter, in che cosa credi?
Continua
(feb 2009)
Treni, l'Italia si ferma a Lamezia. Chiuso un tratto per tre mesi
(Repubblica.it/20feb/1615) Prima le frane, l'autostrada dei lavori in corso, ora i treni. Forti disagi in arrivo sulla ferrovie del profondo Sud. Dal 25 febbraio e per i successivi tre mesi, la linea Battipaglia-Reggio Calabria verrà chiusa tra Vibo Valentia e Mileto per importanti lavori di manutenzione. Alcuni treni a lunga percorrenza per Reggio e per la Sicilia verranno quindi deviati sul vecchio binario unico via Tropea, altri termineranno la corsa nella stazione di Lamezia Terme Centrale, da dove si potrà proseguire su treni regionali o su autobus sostitutivi lungo l'autostrada A3. Stando a quanto comunicano le Fs, saranno garantiti i treni notturni (Espressi ed Intercity Notte) per Reggio e Sicilia. Gli orari di arrivo e di partenza a sud di Lamezia verranno modificati per i convogli deviati; tre Eurostar su quattro e almeno due Intercity su tre saranno limitati a Lamezia.
Il programma preciso e completo dei treni con relative variaizoni d'orario - in queste ore al vaglio dell'assessore regionale ai Trasporti Demetrio Naccari - si potrà consultare sul sito www.ferroviedellostato.it e verrà comunicato attraverso i punti informativi di stazione, apposite locandine e la testata radio on line 'Fs News'.
La violenta ondata di maltempo prenatalizia, aggravata dalle continue e intense piogge di questi giorni, ha dunque avuto la meglio su una terra già da anni martoriata. Moltissimi i comuni e le vie di comunicazione che da settimane lottano contro allagamenti, frane e smottamenti. Da poco è ricomparso il sole, ma il freddo continua ad attanagliare la popolazione e le precipitazioni non cessano. Secondo il capo della Protezione Civile Guido Bertolaso, l'emergenza Calabria dovrebbe rappresentare l'occasione ''per impostare una seria politica di prevenzione'' del territorio. ''Quando ho chiesto i fondi al ministero dell'Economia, di ieri e di oggi - ha dichiarato - e quando ho impostato iniziative per la tutela del suolo con il ministero dell'Ambiente, di ieri e di oggi, non ho mai trovato grandi aperture''. Un'ordinanza della Protezione Civile ha individuato in 15 milioni di euro la cifra per gli interventi più urgenti.
In Calabria però la storia delle calamità naturali è piuttosto lunga. Per limitarci ai casi del nuovo millennio: l'alluvione di Soverato del 2000 (13 morti al camping 'Le Giare'); le frane di Favazzina che nel 2001 e nel 2005 hanno provocato il deragliamento di due treni, per fortuna senza vittime (ancora oggi, per ordine della magistratura, i convogli transitano da quel punto a 20 all'ora); l'alluvione di Vibo Valentia del 2006 (quattro morti). Lo scorso dicembre, nel tratto ferroviario tra Vibo Valentia e Mileto aperto nel 1971 e che fin dall'inizio manifestò problemi di stabilità, il pietrisco che sostiene i binari si è sbriciolato in modo irrimediabile, tanto che i treni da due mesi continuano a transitare a senso unico alternato, con pesanti ritardi e disagi per i viaggiatori.
Ora che, per risolvere il problema in via definitiva, Rete Ferroviaria Italiana si accinge a chiudere la linea, arrivano puntuali le proteste. Qualche sindacato ha già scritto al prefetto di Reggio Francesco Musolino temendo la congestione della A3; gli esperti dicono che la ferrovia storica via Tropea, con la sua potenzialità di 70 treni al giorno, è in grado di smaltire il surplus di traffico. Ma di sicuro i disagi per la provincia e per la Sicilia non mancheranno. Al porto di Reggio, sono continue le proteste dei pendolari per la riduzione degli aliscafi per Messina.
Sul fronte stradale la situazione è ancora più drammatica. L'A3 Salerno-Reggio è stata ripetutamente chiusa e riaperta in più punti a causa della neve; qualche anno fa imprigionò addirittura centinaia di automobilisti che si spostavano per Natale. Anche la Statale 106 Jonica ha subito fortissimi danni. Sulla Statale 18 della costa tirrenica piovono invece detriti dei terrazzamenti sovrastanti i centri abitati di Bagnara, Favazzina e Scilla.
I cittadini di Bagnara ci segnalano in particolare le condizioni di dissesto idrogeologico che tormentano le principali arterie di viabilità nel loro territorio. Uno stato di cose che si protrae da decenni, nell'indifferenza o nella connivenza dei politici con la criminalità organizzata, ma senza nessuno che alzi la voce sul serio, nessuno che si scuota dal torpore della rassegnazione o che si rifiuti di continuare a subire.
Con la chiusura, a fine gennaio, dell'A3 fra Scilla e Villa San Giovanni, per arrivare a Reggio si doveva passare da Gambarie d'Aspromonte impiegando quattro ore per percorrere 35 chilometri. E poiché senza strada non si arriva nemmeno all'aeroporto, ecco l'immobilità totale, ecco la Calabria tagliata fuori dal mondo (specie la provincia di Reggio), ecco dei cittadini italiani ancora una volta privati dei loro diritti. E c'è chi parla di Ponte sullo Stretto.
(feb 2009)
Quando Carnevale si chiamava Vincenzo. Un luogo e un tempo dove tutto era lecito e capovolto
San Costantino di Briatico è pronta al 'Processu a Carnalavari' tra libagioni e fumi di peperoncino piccante
(F. Vallone) L'amministrazione Comunale di Briatico e l'associazione "Eleutheria" organizzano, per il 24 febbraio, l'evento carnascialesco che annualmente richiama a San Costantino di Briatico migliaia di persone per partecipare alla farsa di Re Carnevale.
Secondo l'assessore alla cultura del comune, Agostino Vallone, "è un vero errore disperdere quanto di interessante abbiano saputo produrre nel tempo oscuri autori del ceto popolare i cui nomi sono fatalmente destinati all'oblio. Si tratta di un patrimonio culturale di tutto rispetto che la voce del popolo del paese tramandava, di generazione in generazione".
Tra le numerose tradizioni del territorio vibonese quella del carnevale occupava nel passato una pagina importante della vita della comunità. La festa di Re Vicenzuni veniva infatti vissuta come momento di aggregazione e rappresentava la vera festa popolare, era, per un attimo, la libertà più assoluta, la festa del popolo senza limiti, il luogo del ridere, dello scherzo e della follia, del capovolgimento delle cose, dell'esternazione della materialità e dell'abbondanza alimentare.
Nella festa tutto diviene lecito, ogni gerarchia viene sovvertita, cadono i tabù ed i rapporti divengono spontanei e disinibiti, superando i freni inibitori imposti dalle convenzioni sociali e le barriere culturali create da differenze di età, di classe e di sesso. Il singolo si spoglia della sua individualità per fondersi e confondersi nel vortice della festa che attraverso il vino rosso e la carne di maiale, la danza, la musica e i fumi piccanti del peperoncino, permettono di liberarsi, di annullarsi per ritrovarsi assieme a tutta la comunità, con gli altri, a condividere emozioni comuni che esulano dalla sfera quotidiana, emozioni in cui l'elemento materiale e quello simbolico trovano la loro sintesi.
Anche a San Costantino di Briatico, a Carnevale, tutto il popolo era in piazza per improvvisare un corteo funebre che, per le strade del paese accompagnava le spoglie di Re Vincenzo, rappresentato da un pupazzo di cenci e paglia. Oggi, ancora una volta, si rivive l'atmosfera del Carnevale degli anni passati per come è stato tramandato. Gli organizzatori, attraverso questo evento, vogliono rendere omaggio alla memoria di Grazioso Garrì autore di un poemetto satirico in vernacolo del 1930 dal titolo "Discurzu a Carnalavari" declamato in piazza nel giorno di "carnalavari", recuperato e curato dal figlio, Giuseppe Garrì.
"Oggi - scrive il Garrì - a distanza di poco più di mezzo secolo, poco o nulla rimane di quel mondo arcaico che improntò la vita quotidiana delle generazioni passate fatta per molti versi di privazioni e di stenti, ma anche di appartenenza e di aggregazione che aveva lo straordinario potere di animare la vita di un villaggio e di dare un senso alla grama quotidianità. L'evoluzione dei tempi ci ha fatto conoscere un relativo benessere materiale, ma nello stesso tempo ha cancellato tradizioni e costumi che avevano un'intrinseca valenza umana e culturale di cui tutti avvertiamo oggi la mancanza, ma che forse non riusciremo più a far rivivere".
"La manifestazione del nostro paese - afferma il professore Luigi M. Lombardi Satriani - si inserisce in un ampio quadro rituale molto presente in tutta Europa, nel quale, nella veste scherzosa del divertimento, il processo e la condanna di Carnevale, il corteo funebre dello stesso Carnevale e numerosissimi altri tratti si articolano concretamente testimoniando una vicenda plurisecolare e svolgendo profonde funzioni culturali."
La sera del 24 febbraio, alle ore 19.00, a San Costantino di Briatico si risveglieranno, ancora una volta, gli antichi, arcaici personaggi della storia di Carnevale.
PROGRAMMA
Ore 1900 arredu o Largu: 'Processu a Carnalavari', Commedia liberamente tratta da 'Discurzu a Carnalavari' di G. Garrì
Ore 2000 'nte strati du paisi: Corteo Funebre Goliardico cu Carnalavari mortu
Ore 2100 Largu Barracchi: Appicciamu a Carnalavari
e pemmu finimu
Ricunzulu cu satizzi e vinu.
Simu tutti 'mbitati u 'ndi vestimu
mascarati comu si facìa 'na vota
(feb 2009)
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E' on line la 48^ Tornata di TropeaMagazine
(S. L.) Diamo uno sguardo al sommario della nuova Tornata di gennaio '09.
Si tratta di un numero unico dedicato alla Nobiltà di Tropea. Un tributo dovuto a quello che è stato il fulcro motore intorno al quale è ruotata per oltre sette secoli la vita quotidiana di Tropea e del suo territorio, area demaniale (libera, reale, non infeudata).
Ciò per capire quindi e di più la storia della Città.
Dopo una velocissima presentazione, a seguire:
'Il Sedile di Portercole e i Casati di Tropea' di Antonio Vizzone;
'Blasonario delle Piazze Chiuse della Calabria: Catanzaro, Cosenza e Tropea' di Luciano Moricca Caputo;
'Caputo Dinasty Originated From The House Of Hohenstaufen, The Oly Roman Empire' di Salvatore Ferdinando Antonio Caputo;
'La Nobiltà di Tropea. Alcune considerazioni sul ceto civile nel Regno di Napoli e dei riflessi sulla vita attuale' di Giovanni Maresca;
'Le Famiglie Galluppi di Tropea, di Sicilia e di Aix in Provenza' di Goffredo di Crollalanza;
'Costruire la Casa. Memoria, investimenti, erudizione di una famiglia tropeana tra XVIII e XIX secolo' di Francesco Campennì;
'Notizie delle Famiglie Nobili di Tropea desunte dalla Cronaca di P. Francesco Sergio' di Antonio Toraldo;
'Osservazioni sulle nobiltà civiche del Regno di Napoli e sui requisiti delle Piazze Chiuse' di Antonio Toraldo;
'Per lo sedile denominato Porto Ercole della Città di Tropea. Nel Supremo Tribunale Conservatore della Nobiltà di questa Capitale, e Regno' di Ferdinando di Francia;
'Confraternita dei Bianchi di San Nicola' di Felice Toraldo;
'Il Sedile di Tropea e alcune considerazioni sul riconoscimento e trattamento dei patriziati nel napoletano' di Antonio Toraldo;
'Divagazioni araldiche sullo stemma di Casa di Tocco' di Antonio Toraldo;
'Brevi considerazioni sulla Nobile Famiglia Paparatti (Paparatto)' di Umberto Paparatti;
'La Famiglia Fazzari' di Bernardo Candida Gonzaga;
'La Famiglia Tranfo' di Bernardo Candida Gonzaga;
State con noi e con la Storia e Buona Lettura!
www.tropeamagazine.it
Il Presepe tropeano del Sig. Josef K. FRITZ
(S. Libertino) Il Sig. Josef K. FRITZ ha voluto ringraziarci per aver riportato su Tropeanews/Dic. 2008
la notizia che lo riguardava quale costruttore di presepi. Di uno in particolare (nella foto), esposto con successo a Mannesdorf, presso la sede dell'Associazione dei Presepi Austriaci, di cui è orgogliosamente Presidente,
nel quale aveva inserito lo scoglio e la chiesetta dell'Isola di Tropea, meta di vacanza con la famiglia da almeno tre anni.
'L'idea di realizzare il Presepe calabrese con l'Isola - ci dice il Sig. FRITZ - mi è venuta durante la seconda permanenza presso la famiglia Cotroneo, a Tropea. Quando sono ritornato in Austria ho portato
alcune figure per il presepe. Io e mia moglie abbiamo trascorso presso gli amici tropeani due mesi e mezzo, dal 20 maggio al primo agosto 2008. Ho ricevuto lo spunto dagli artigiani del posto che costruiscono
presepi e, dopo aver ricevuto una barca di pescatori di argilla dal negozio 'Il Faro', mi sono deciso a realizzare il presepe.
La Santa Famiglia doveva stare in una grotta, sotto un paese con case, quelle che io ho visto nel vostro paese; il mare doveva essere un´allusione e sopra doveva esserci la chiesa di Santa Maria dell´Isola.
Tutte le case e lo stesso presepe sono dotati di luci; la chiesa viene illuminata da un faretto, come in originale. L'idea di realizzare questo presepe mi è venuta per onorare il mio amico Antonio Cotroneo ed
anche perchè siamo stati molto entusiasti di Tropea e dei tropeani incontrati.
Per dare maggiore durata e visibilità al presepe l'ho regalato al circolo comprensoriale dei presepi di Mannersdorf, dove sarà in esposizione permanente. Forse sarà possibile portare il presepe a Tropea in
prestito e collocarlo in una chiesa in modo che tutti i tropeani abbiano la possibilita' di vederlo.'.
MISURE DEL PRESEPE
82 cm di larghezza, 45 di profondità, e 21 di altezza.
Ci piace lanciare l'appello del Sig. Josef K. FRITZ agli organizzatori della mostra dei presepi che anche quest'anno si è svolta con molto successo di pubblico, presso l'Antico Sedile, ringraziandolo per la gentile
iniziativa.
Il Sig. Josef, nato nel 1942 è sposato con quattro figli e sei nipoti. Ha esercitato la professione di sarto (per uomini), ora in pensione. Dal 1990 frequenta il Circolo dei Presepi, dopo aver svolto un corso
specifico nel 1988. Dal 1991 ha anche frequentato un corso formativo di tecnica di disegno presso lo studio di restauro diretto da Heinz Ilming. Nel 2007 ha fondato il Circolo dei Presepi
Austriaci in Mammersdorf e fino ad ora ha diretto 39 corsi con un totale di 276 partecipanti per costruire presepi e colorare le figure alla Volkschschule di Bruck/Lth in Velm - Gotzendorf in Weinviertel e di
Mannersdorf. Da 13 anni costruisce presepi che espone regolarmente in Austria e all'estero.
Il sito del Signor Fritz
obmann@krippe-mannersdorf.at
Ritratto del Capitano Aiutante Maggiore D. Ignazio Toraldo (Archivio Casa Toraldo di Francia - Tropea)
Tropea accoglie le ceneri del Capitano e Aiutante Maggiore del Regio Esercito delle Due Sicilie D. Ignazio Toraldo (1778-1865). Intervista allo storico e discendente Gianluca Giorgetti Toraldo
(S. Libertino) Il 14 gennaio, alle ore 1030, nel piazzale all'interno del cimitero comunale di Tropea, si svolgerà, con la presenza dei familiari discendenti, delle Autorità civili e militari, la cerimonia della traslazione dal cimitero
di Poggioreale di Napoli delle ceneri del Capitano e Aiutante Maggiore Ignazio Toraldo, morto il 14 dicembre 1865 all'età di 88 anni, e della moglie Donna Maria Vittoria Mormile, scomparsa il 9 febbraio 1872
all'età di 83 anni.
La felice carriera militare del tropeano D. Ignazio Toraldo di Giliberto passa attraverso il Regno di Giuseppe Bonaparte, quello di Gioacchino Murat e la successiva Restaurazione della monarchia borbonica.
Nel 1809, da Tenente della Guardia Provinciale passa Aiutante della Piazza di Tropea, mentre nel 1810 è nominato Tenente del II° Reggimento di Fanteria di linea, all'interno del quale, nel 1812, è promosso Capitano. Con tale grado partecipa e si distingue, il 2 e 3 maggio 1815, nella battaglia di
Tolentino, durante la quale è ferito da schioppo e sciabola, cadendo prigioniero nelle mani degli Austriaci. La sconfitta a Tolentino di Gioacchino Murat riporta i Borboni sul trono napoletano e l'Ufficiale D. Ignazio Toraldo è reintegrato nei ranghi dell'esercito borbonico. Con il grado
di Capitano, nel 1816, è assegnato alla 13^ Compagnia Fucilieri Reali e prende parte alla spedizione di Sicilia a fianco del Generale Florestano Pepe per reprimere con successo la rivolta separatista palermitana. Nel 1848, a Napoli, è raggiunto, in qualità di Aiutante Maggiore della Piazza di
S. Elmo, dal congedo dall'esercito borbonico che gli viene consegnato dalle mani di un giovanissimo Re Ferdinando II.
Nel 1852 è Giudice al Consiglio di Guerra. In vita è decorato dei Reali Ordini di S. Giorgio al Merito e Delle Due Sicilie.
D. Ignazio Toraldo era nato a Tropea nel 1778 e aveva sposato in tarda età il 25 maggio 1831 Donna Maria Vittoria Mormile (12-4-1789 + 9-2-1872). Dal 14 gennaio 2009, le ceneri di D. Ignazio Toraldo riposeranno finalmente, dopo trentanni di tentativi per iniziativa del discendente Gianluca Giorgetti Toraldo,
nella Città natale presso la Cappella di Casa Toraldo di Francia, unitamente alle spoglie della moglie Donna Maria Vittoria Mormile.
In vista dell'importante evento del prossimo 14 gennaio, abbiamo intervistato Gianluca Giorgetti Toraldo.
Continua
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E' on line 'Cronache Aramonesi' di Gennaio '09
E' sul portale aramoni.it il nuovo numero di 'Cronache Aramomesi', periodico di informazione, politica a cura del Centro Studi Umanistici e Scientifici Aramoni, di G. Raffaele Lopreiato. La testata, che si stampa anche su carta dal 2005, si occupa preminentemente della comunità zambronese.
In questo numero viene pubblicato tra l'altro l'articolo relativo alla festa del 19 ottobre della Madonna di Romania a San Giovanni di Zambrone, di cui è acclamata patrona.
Cronache Aramonesi Gen. '09
Il Teatro 'La Pace' di Drapia
Teatro la Pace Ecco il Cartellone della Stagione 2008 - 2009
TEATRO LA PACE DRAPIA (VV)
PROGRAMMA STAGIONE 2008 - 2009
Sabato 20 dicembre 2008 - ore 2100
"CIAO FRANKIE " Tributo a Frank Sinatra, con Massimo Lopez, con La Big Band Jazz Company diretta da Gabriele Comeglio e con Giuliano Chiarello
Regia: Giorgio Lopez.
Venerdì 9 gennaio 2009 - ore 2100
"L'ISTRUTTORIA". Di Claudio Fava, con Claudio Joè, Donatella Finocchiaro e con il Gruppo Daunia
Regia: Ninni Bruschetta.
Domenica 18 gennaio 2009 - ore 1830
"LASCIO ALLE MIE DONNE". Di Diego Fabbri, con Lello Arena, Angela Baggi, Sebastiano Tringali.
Regia: Nanni Fabbri.
Giovedì 29 gennaio 2009 - ore 2100
"IL LAGO DEI CIGNI" Musiche di Piotr Ilich Chaikovskij, Coreografie di Valentina Ganibalova, Costumi di Danica Dedijer e Larisa Lukonina, Scenografia di Dinka Jerievi.
Domenica 22 febbraio 2009 - ore 1830
"DA GIOVIDI' A GIOVIDI'" di F. Andreotti, M. Marzocca e S. Sarcinelli. Con Marco Marzocca, Stefano Sarcinelli e Mx Paiella.
Regia: Federico Andreotti
Mercoledì 4 marzo 2008 - ore 2100
"IL PAESE DEI CAMPANELLI" (Operetta). Con Umberto Scida, Elena D'angelo, Armando Carini. Musica di Virgilio Ranzato e Carlo Lombardo, Librettista: Carlo Lombardo, Direttore d'orchestra: Orlando Pulin.
Regia e Coreografia: Serge Manguette.
Domenica 15 marzo 2009 - ore 1830
"LIOLA'". Di Luigi Pirandello, con Domenico Pantano, Graziella Mazzarà, Silvana Barbaro, Nellina Fichera, Daiana Tripodi.
Regia: Domenico Pantano.
Domenica 5 aprile 2009 - ore 1830
"LA ROSA TATUATA" di Tennessee Williams. Con Mariangela D'Abbraccio e Paolo Giovannucci.
Regia: Francesco Tavassi.
INFOLINE
Tel. 0963/67.282 - Cell. 333 70 68 398
Il Capitano Trentacapilli che arrestò a Pizzo Gioacchino Murat ed il Generale Nunziante che fu il Presidente della Commissione giudicante.
L'ultimo fato di Gioacchino
(S. Libertino) Si parla ancora di lui, di Gioacchino Murat, nel bene e nel male, non importa, ma si parla. C'è chi lo adora, c'è chi lo denigra, c'è chi lo ignora. In Italia esistono Associazioni, Gruppi, Fondazioni, Club di Giuochi di Ruolo,
collezionisti di memorabilia che rendono ancora viva la figura e le gesta dell'ex Re di Napoli, che perseguì caparbiamente tra un mondo di sordi l'idea dell'unità d'Italia, portando una ventata di modernità nel Meridione che si lasciò per sempre alle spalle il Medio Evo, la feudalità, i privilegi e quindi i soprusi. In ogni dove vengono svolti convegni, simposi, ricostruzioni storiche come quella più famosa di Tolentino, veri
e propri processi con giurie composte da autentici magistrati. In cantiere molte le idee, molti i proponimenti ed i progetti dai quali si prevedono nei prossimi anni eventi straordinari dedicati a questo personaggio complesso e contradditorio che invase con la sua giovanile irruenza ma anche con una dolce vena romantica la storia d'Italia. La figura di Gioacchino, umile stalliere che siede sul trono di Napoli, che trascina sui
campi di battaglia interi eserciti invincibili, non ha mai finito di incantare l'Italia, il Meridione, la gente calabrese.
Il 13 ottobre prossimo, a ricordare l'Anniversario della morte di Gioacchino Murat avvenuta nel Castello di Pizzo il 13 ottobre del 1815, è il Circolo Culturale L’AGORA di Reggio Calabria, presieduto da Gianni Aiello, che darà vita alla Settima Edizione del Convegno "Gioacchino Murat - Un re tra storia e leggenda". Nei precedenti incontri importanti cultori di storia patria, funzionari pubblici, operatori culturali, docenti
universitari e autorità hanno ripercorso quel periodo che precedette la condanna a morte dell'ex Monarca, che Carlo Botta definì "colui che sarà benedetto e maledetto fin che vi saranno le Calabrie". Quel periodo in cui la Calabria intravide riforme, cultura, crescita sociale, strade, ponti, benessere. Alla quarta edizione del Convegno non sono voluti mancare Joachim Murat e la consorte Elise, i discendenti di oggi della casta
murattiana. Ma durante gli appuntamenti annuali si parla anche di leggenda e maledizione che legano indissolubilmente la figura di Murat alla Calabria alla città di Pizzo.
Molte infatti le congetture a proposito del seppellimento della salma e del rinvenimento dei gioielli personali posseduti al momento della cattura nonchè del tesoro di guerra che rimase sulla nave nel mare di Pizzo e sulla quale Gioacchino non fece mai ritorno. Forse il corpo si trova sepolto in una fossa comune nella navata centrale della chiesa di S. Giorgio che qualche anno prima della sua morte lo stesso Murat fece edificare
a Pizzo. Però c'è chi afferma che esso si trovi sepolto in una fossa comune nel locale cimitero. Altri giurano invece che il corpo sia stato gettato in mare e la testa recisa sia stata fatta recapitare a Ferdinando di Borbone che volle ricompensare, oltre alla Città "fidelissima" di Pizzo, gli abili artefici della soppressione di un personaggio che si rendeva sempre più importante e seriamente incomodo. La gente di Pizzo racconta
che di notte si sentono rumori di catene nella navata della chiesa come se lo spirito di Murat chiedesse vendetta. Chiesa che è stata vista illuminarsi all’improvviso mentre una voce "dell'oltre tomba" rimbombava all'interno della navata emettendo parole incomprensibili. Ed ancora in quella chiesa una donna affermò di aver visto il fantasma di Murat coperto di ermellino aggirarsi nell'aria. Infine gli abitanti del posto asseriscono
che per un lungo periodo di anni, alla stessa ora e allo stesso giorno quando la flotta del Re era stata sorpresa dalla tempesta, uno strano fenomeno atmosferico si verificava puntualmente con lampi e tuoni: era "a tempesta i Giacchinu".
E di recente lo svolgimento a Pizzo del processo per scagionare la gente del luogo dei fatti che videro Murat soccombere davanti al plotone di esecuzione sugli spalti del Castello. Il 9 luglio scorso una "Corte di Assise" composta da autentici giudici e magistrati, dopo la celebrazione del processo che vedeva nei banchi d'accusa l'intera cittadinanza per averlo catturato ed ucciso, ha emesso il verdetto di assoluzione. I Pizzitani
ora si augurano che tale sentenza metterà fine alla maledizione che per due secoli ha perseguitato Pizzo e la sua gente. Neppure TropeaMagazine vuole sottrarsi dal commemorare la figura di Re Gioacchino e lo fa in maniera del tutto congeniale al taglio editoriale della Rivista passando la parola ad uno storico tropeano di grande spessore apprezzato in tutto il Regno di Napoli: Antonio Pandullo, che ci racconta in un saggio del 1858
gli ultimi giorni della vita di Murat: L'ultimo fato di Gioacchino Murat.
Continua
TROPEA 1860 - I promessi Sposi - Commedia musicale in tre atti in vernacolo tropeano di Marcella e Maria Cristina ROMANO Rappresentata nel dicembre 1970 al Teatro Eliseo di Tropea. (S. Libertino) La commedia musicale in tre atti "Tropea 1860 - I Promessi Sposi", in vernacolo tropeano, viene rappresentata al Teatro Eliseo di Tropea, durante le festività natalizie del 1970.
Le autrici sono le sorelle Marcella e Maria Cristina ROMANO, che si occupano anche dell'allestimento e della messa in scena.
Le musiche originali sono firmate da Maria Cristina che cura gli arrangiamenti, la direzione e l'esecuzione (di alcuni brani con pianoforte).
E' un atto d'amore da parte delle autrici nei confronti della loro creatura che nasce proprio in quell'anno: il Gruppo Folk "Le Chiazzarole di Tropea" che oggi continua ad essere uno dei riferimenti culturali trainanti della Città di Tropea su uno scenario non solo nazionale.
Ne viene fuori un bellissimo abito cucito addosso ai ragazzi del gruppo nel momento in cui stanno timidamente affacciandosi alla ribalta. Avevano debuttato il 15 agosto del 1970 con una madrina d'eccezione: Lauretta Masiero. Ognuno di loro prende parte alla piece con impegno e bravura. Alla fine, applausi per tutti. Ma soprattutto per le autrici che hanno saputo creare dal nulla uno spettacolo pieno di valori, di verve e di freschezza. Veramente una novità per Tropea.
L'opera, in seguito, non verrà più rappresentata, però i canti e le musiche originali per qualche anno faranno parte del repertorio del Gruppo.
Durante gli anni successivi verranno definitivamente perse le tracce della scrittura del copione.
Più volte si è tentato di ricostruire a memoria le stesure originarie a premessa di un progetto per riadattarne alcune scene e poter riproporre la rappresentazione, ma tutto è risultato molto difficoltoso. Più agevole, al contrario, si è dimostrato il recupero delle musiche.
Oggi, a distanza di trentotto anni, è possibile rileggere i testi originali dell'opera completa e rivivere i momenti di quella rappresentazione che moltissimi tropeani ricordano con grande affetto e nostalgia. Dopo la rappresentazione, per mesi nelle famiglie si parlava il dialetto con le stesse frasi della commedia: "strusciu di scupa nova stà matina" era una delle tante frasi di riferimento......
Tutto questo si deve alla sensibilità di un tropeano verace, Enzo Taccone, molto attento al recupero dei valori culturali di casa nostra, che ha rinvenuto nel fondo di un cassetto un carteggio di una ventina di pagine con i testi e le partiture dell'opera.
In quel periodo Enzo lavorava in Africa, ad Adis Abeba e avendo saputo dell'avvenuta rappresentazione a Tropea, si era messo in contatto con Maria Cristina Romano per avere qualche indicazione utile a rappresentare l'opera o parte di essa al "Circolo della Juventus" in Adis Abeba.
E fu allora che Maria Cristina inviò in Africa un pacchetto con il copione dell'opera, i testi delle canzoni e qualche spartito musicale manoscritto. Dentro la confezione c'era anche un nastro con la registrazione delle canzoni che la musicista aveva inciso durante l'esibizione a Vibo Valentia del Gruppo delle Chiazzarole a Carnevale del 1971. Il risultato della registrazione, avvenuta allora purtroppo con le pile quasi scariche, risulta molto scadente, con esclusione dei brani "Serenata a Nina" e "Malanotti",
la cui riproduzione appare "più o meno" soddisfacente visto anche che si tratta dell'unico documento sonoro dell'epoca. Se volete, potete scaricare i due brani. C'è da dire che "Serenata a Nina" è un capolavoro di bravura sia come composizione che come esecuzione. In questa registrazione Cristina supera se stessa, basti ascoltare "l'inciso" al piano. Bellissima e molto sentita è l'interpretazione di Paolo Andiloro, bravissimo cantante (chi sa se avrà continuato...a cantare..).
Se non ricordiamo male, Paolo è stato premiato con medaglia d'oro, a Limbadi durante una riunione di gruppi folkloristici della Calabria, come migliore voce folk.
Enzo non fu in condizione di proporre l'opera ai connazionali d'Africa perchè il tentativo di trascrivere in lingua gli eleborati risultò difficile per la presenza dei moltissimi termini dialettali e le non poche situazioni particolari di costume locale. Però conservò nello stesso involucro di spedizione il nastro, il copione e le indicazioni di Maria Cristina.
TropeaMagazine ha il piacere di pubblicare in Rete l'opera delle sorelle Romano, con la ricostruzione grafica dei personaggi/interpreti che sicuramente rendono più animata la "rappresentazione" su web, anche se essi non corrispondono a "quelli reali" di quella mitica rappresentazione.
Le immagini sono tratte, per la massima parte, dal libro "Trent'anni del Gruppo Folk Le Chiazzarole di Tropea" di Marcella Romano, Tropea, Edizioni Romano, 2000.
Continua
Il 'Giorno della Memoria' di Tropea
(S. Libertino) Quest'anno in Italia il 'Giorno della Memoria' verrà celebrato per la nona volta. Anche la Città di Tropea si appresta a prendere parte
ad un evento di portata istituzionale e rendere il sacro tributo ai propri figli internati nei lager nazisti. Sono tre infatti i tropeani che hanno vissuto la deportazione in Germania e che hanno patito ogni sorta di vessazione fino a sacrificare - da parte di uno di loro - la propria vita.
Stiamo parlando di Filippo Accorinti d'Aquino, Vice Commissario di Polizia a Udine, morto a Mathausen il 20 aprile 1945, Vittorio Restelli, allievo sottufficiale dell'Esercito, e Micuccio Cortese, Sergente Maggiore dell'Esercito, gli ultimi due internati nel 1943 nello Stalag VI A di Hemer e liberati
dagli americani nel 1945.
Secondo la ricostruzione dello storico udinese Elio Romano , tra il 22 luglio ed il 2 agosto del 1944 furono arrestati e poi ristretti nella Casa Circondariale di Via Spalato in Udine il questore Luigi Cosenza, il vice questore Ernesto Galliano, il commissario capo Luigi Ruggiero capo di Gabinetto, i commissari Filippo Accorinti, Nino D’Angelo, Giuseppe
Sgroi, Mario Savino, Camillo Galli, i graduati Sparsero Toschi e Bruno Bodini, le guardie di P.S. Anselmo Pisani e Mario Comini, l’impiegato civile Giuseppe Cascio, genericamente sospettati di scarsa collaborazione, se non addirittura di attività contrarie alle direttive politiche del governo fascista e delle forze di occupazione tedesche.
Continua...
Parte la VI Edizione del Premio internazionale di poesia 'Tropea: Onde Mediterranee 2009'
(S. L.) Ha preso ufficialmente il via la sesta edizione del Premio Internazionale di poesia "Tropea: Onde Mediterranee" - 2009.
Il termine massimo per l'invio delle poesie è il 28 febbraio 2009.
SEZIONI:
Poesia (over 18) / Poesia (under 18) / Poesia in dialetto calabrese / Poesia edita / Poesia d’Europa e mediterranea / Poesia del primo lustro (per gli autori che hanno partecipato alle precedenti edizioni) - poesia di max 30 versi
INFO:
Prof. Pasquale De Luca
6, contrada Gornella
89861 Tropea - Vv
tel. 0963.666344
mob. 329.7094134 - 338.6157041
e-mail: premiondemediterranee@gmail.com
Portale del Premio 'Tropea: Onde Mediterranee'
Regolamento della Manifestazione (da scaricare)
Gino Paoli, festa con polemica
(Elisabetta Malvagna x Ansa.it) Alla vigilia dell'uscita del suo nuovo album, su Gino Paoli si scatena la polemica: pietra dello scandalo è Il pettirosso, uno dei brani contenuti nell'ultimo lavoro dell'artista che festeggia 50 anni di carriera, intitolato 'Storie'. Una canzone che narra di uno stupro di un vecchio nei confronti di una bambina di 11 anni, in cui lui alla fine muore e lei ne prova pietà. La commissione bicamerale per l'Infanzia ha oggi deciso di ascoltare il cantautore nell'ambito di una indagine conoscitiva che la commissione, presieduta da Alessandra Mussolini, sta svolgendo sulla pedopornografia.
"Nessuna censura all'artista", dice la Mussolini, ma attenzione ai "messaggi fuorvianti" sulla pedofilia, anche di un testo di una canzone, che possono "essere molto devastanti. Per il pedofilo non c'é perdono". In realtà né la parola né il concetto di 'perdono' appaiono nel testo. Né tantomeno Paoli ne ha parlato nelle sue interviste di ieri a Roma, prima del concerto che ha tenuto all'Auditorium. L'autore di 'Sapore di sale' al momento non risponde all'invito della commissione. Ma fa sapere che il testo é chiaro e non ha bisogno di ulteriori approfondimenti. Ieri ai giornalisti aveva spiegato
che la canzone parla di "umanità, una parola importante da capire. La scopre solo il bambino, che non ha sovrastrutture".
In un'intervista ad Avvenire è entrato ancor più nel merito spiegando che nel brano la bambina "davanti al vecchio pazzo che dopo la violenza le muore sotto gli occhi, esercita quella pietas cristiana di cui invece la società nella sua spasmodica ricerca del mostro ha perso traccia". "Aveva gli occhi come un pettirosso/era una donna di undici anni e mezzo - recita il testo - si alzò la gonna per saltare il fosso/aveva addosso un vestitino rosso. Mentre passava in mezzo a quel giardino/di settant'anni incontrò un bambino/voleva ancora afferrare tutto/e non sapeva cos'é bello e cos'é brutto/e l'afferrò
con cattiveria/lei si trovò le gambe in aria/lui che cercava cosa fare/c'era paura e c'era male". Il testo prosegue così: "E il male lo afferrò proprio nel cuore/come succede con il primo amore/e lei allora lo prese tra le braccia/con le manine gli accarezzò la faccia/così per sempre si addormentò per riposare/come un bambino stanco di giocare".
Per Pietro Zocconali, presidente dell'Associazione Nazionale Sociologi, "non si può prefigurare una pietas, cristiana o laica che sia, riguardante solo la coscienza di chi soggettivamente ha patito l'onta di una violenza. Nemmeno la massima autorità religiosa esistente sulla faccia della terra può calarsi o interferire in un sentimento così profondamente ferito". Antonio Marziale, presidente dell'Osservatorio sui Diritti dei Minori e consulente della commissione, ritiene "singolare che in poche righe ci si possa inoltrare in percorsi talmente intimi e soggettivi, come la pietas cristiana, prefigurando
un'indulgenza tutt'al più spettante alle professioni religiose". Il Moige (Movimento Italiano Genitori) giudica "positiva e dovuta" la richiesta della commissione e dice che la canzone "tratta la piaga delle pedofilia in maniera ambigua: un testo del genere non può essere diffuso senza pensare alle eventuali conseguenze".
L'autore Conan Doyle e la sua creatura Sherlock Holmes (Ritratto di Sidney Paget, 1891)
Sherlock Holmes: alle origini del giallo
(S. L.) Giovedì 29 gennaio presso la villetta della Biblioteca Comunale 'Pietro De Nava' di Reggio Calabria, alle ore 16,00, si terrà il primo appuntamento dei 'Pomeriggi culturali' a cura del Circolo Culturale L'Agorà che avrà come tema 'Sherlock Holmes: alle origini del giallo' e come relatore Antonino Megali, socio del sodalizio reggino.
Sherlock Holmes è un personaggio letterario creato da Sir Arthur Conan Doyle alla fine del XIX secolo: protagonista di romanzi e racconti appartenenti al genere letterario del giallo, appare per la prima volta in 'Uno studio in rosso' (1887).
Comparso in quattro romanzi e cinquantasei racconti, il personaggio è assurto al ruolo di icona della letteratura gialla, superando di gran lunga la fama del suo stesso creatore. Conan Doyle riversa nelle sue storie anche la sua passione per la letteratura del terrore e del mistero, come si deduce leggendo il romanzo 'Il mastino dei Baskerville' o il racconto 'Il vampiro del Sussex'. La maggior parte delle vicende di Holmes sono raccontate dal suo amico e biografo, dottor John Watson, come si può evincere dalla letteratura sia cartacea che cinematografica.
Tra gli elementi distintivi di Sherlock Holmes, oltre all'inseparabile pipa, si possono annoverare la perfetta conoscenza del tessuto criminale della capitale inglese, grazie al supporto dei suoi numerosi informatori, ma anche le sue attitudini a mimetizzarsi, grazie ai suoi numerosi travestimenti che ingannavano anche le persone più vicino a lui come il dottor John Watson o il commissario di Scotland Yard Lestrade funzionario del quale il detective non nutriva fiducia per il metodo investigativo, pur sempre andando in suo aiuto. Altra cifra importante che caratterizza il detective di Baker Street è quella di aver reso
popolare la materia della criminologia, soprattutto per il rigoroso sistema scientifico che il personaggio creato da Doyle applicava alle investigazioni criminali.
Il personaggio creato da Conan Doyle ha anche ispirato tantissimi personaggi della letteratura e della televisione: ricordiamo Hercule Poirot, Ellery Queen, Nero Wolfe, il Dr. Gregory House, protagonista del telefilm "House MD".
Circolo Culturale L'Agorà
Rudi Cotroneo posa davanti alla sua creatura più ammirata: 'Il Corallone'
Dopo Londra e Vienna, Rudi Cotroneo espone a Tropea e si conferma pittore 'nuovo'. L'intervista.
(S.Libertino) Mi ero occupato di Rudi Cotroneo a maggio dell'anno scorso in occasione di una mostra, la quarta - nonostante la giovanissima età - a Vienna, dove risiede, di alcune opere che avevano a che fare con Tropea. Un'altra l'aveva organizzata tre anni prima a Londra. Tutte si erano rivelate un vero successo di critica e pubblico.
Figlio dello storico e scrittore tropeano Antonio, Rudi è nato a Milano nel 1982. Ha trascorso l'infanzia a Tropea dove ha frequentato le prime scuole, successivamente per un anno ha studiato pittura a Londra al 'Chelsea College of Fine Art', arte che attualmente coltiva con profitto a Vienna presso l'Università 'Angewandte Kunst'.
Nella circostanza, il giovane artista ci aveva dichiarato di sentirsi addosso una tropeanità che non può fare a meno di esternare nei suoi quadri. Ricordi forti di un'infanzia 'bellissima' e piacevole che costituisce ancora parte importante della sua vita. E di desiderare fermamente di esporre proprio a Tropea, magari nel corso dell'anno, in estate, le opere dedicate a situazioni vissute e ai luoghi frequentati durante l'infanzia nel paese di nonna Rosina e di profondi e saldi radici familiari. Già durante il mese di giugno aveva prenotato lo spazio presso la Bliblioteca Comunale per i primi giorni di agosto, condividendolo
assieme a due amici tropeani (Pata e Di Benedetto), e fatte stampare le locandine 'Young Tropean Artists - Art Exhibition - dal 2 al 9 agosto 2008 alla Biblioteca Comunale di Tropea' .
Sono andato a vedere la mostra ed è stata una conferma di quello che avevo notato nelle foto dei quadri esposti a Vienna. La conferma di un modo nuovo di dipingere, modelli nuovi d'espressione che unitamente alla giovanissima età e al carattere prorompente e determinato dell'artista, ci anima profondamente e ci invita ad incoraggiarlo e augurargli di conquistare sempre più consensi per la simpatia e la creatività oggetto d'attenzione nelle sue mostre.
Non aggiungerei nulla alle sue parole dette durante l'intervista sulla tecnica adoperata nel dipingere, sui contenuti e sulle forme, sulle motivazioni, sull'amore e sulla delusione per Tropea...
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Mino Reitano con il giornalista Franco Vallone
La scomparsa di Mino Reitano, un ragazzo di Fiumara, amico dei Beatles
(F. Vallone) Avevamo incontrato Mino Reitano nella sua Calabria, contornato della sua più stretta privacy, in un luogo a lui caro. Da anni frequentava questo posto discreto in riva al mare, proprio al centro del Golfo di Sant'Eufemia. Una spiaggia lunghissima e amena, un lungomare altrettanto lungo, tra Gizzeria e Falerna, e vivo di ogni divertimento che contorna da sempre questo suo luogo speciale. Mino Reitano arrivava in Calabria ritualmente d'estate e d'inverno, come gli emigrati di ritorno, all'aeroporto internazionale di Lamezia Terme, percorreva pochi chilometri e si rifugiava nei suoi spazi e nei tasti di un pianoforte d'albergo.
Era un suo rifugio estivo, una vera e propria oasi. Un luogo d'incanto, incastonato nella sua Calabria, dove tutto era famiglia, dove cibo, luoghi, persone, mare e cose gli ricordavano le strade di casa. Mino Reitano ritrovava, qui, in questo luogo, uno spazio dove comporre, dove lavorare e affinare le musicalità, le vibrazioni, i suoi successi. "Proprio qui, ci raccontava, è nata La mia Canzone", uno dei successi più grandi del suo vasto repertorio.
La luce del vicino faro, nel suo ritmo infinito, era quasi protettiva per lui mentre penetrava tra le fessure delle finestre. Sotto l'albergo, prima della strada e della spiaggia, c'erano e ci sono i binari della vicina ferrovia, i treni dalla Calabria salgono veloci verso il nord d'Italia e riscendono al sud quasi stanchi. Questi treni che passano, tra le agavi pungenti e l'odore acre delle traverse, ricordavano a Mino Reitano i tempi lontani dell'emigrazione, il tempo della sua partenza verso la Germania, verso il nord d'Italia, verso la speranza di un futuro migliore, e poi finalmente verso il grande successo.
Come un antico guardiano del faro, Mino Reitano amava ritrovarsi in questi luoghi, ci ritornava appena poteva, sapeva di trovare, sempre ben accordato, il suo pianoforte a coda. Mino Reitano ci parlava del suo passato, ci raccontava di quando da bambino era povero, della prematura scomparsa della madre, quando lui aveva soli due anni, dell'infanzia a Fiumara, suo paese natale, poco sopra Villa San Giovanni e lo Stretto di Messina. Poi Mino ha abitato fino al 1959 a Reggio Calabria in via Italia, è emigrato per la Germania nel 1960. I suoi fratelli lo raggiungeranno dopo poco tempo. Il successo musicale è sin da subito grandioso. 10 fratelli,
la sorella maggiore, Giovanna, è morta nel '58. La ricordano come cantante dalla voce melodiosa. Gli altri nove hanno tutti la musica nel sangue. Incontriamo Antonio Reitano il secondogenito, suona il sax , grande amico di Fausto Papetti, è stato anche fonico ed oggi ha in cantiere un cd tutto suo per sassofono. Il secondo fratello si chiama Gegè e suonava la batteria, oggi è ristoratore in Brianza. Il terzo si chiama Franco e collaborava con Mino alle musiche. Suona Fisarmonica e Pianoforte. Mino era il quarto figlio. Poi dopo la morte della madre Giuseppa, nel '47, il padre Rocco si risposa con la cognata Giovanna. Altri cinque figli
Domenico, Valentino, Teresa, Pina e Jenny. Oggi vivono nel Villaggio Reitano in Brianza, ed anche i nipoti continuano nella tradizione musicale dei Reitano. Il figlio di Antonio, Rocco, porta il nome del nonno per tradizione e suonava la batteria nella band di Mino.
Mino Reitano (vero nome Beniamino) era nato a Fiumara Calabra, in provincia di Reggio Calabria, il 7 dicembre del 1944. A Reggio Calabria studia per otto anni pianoforte, tromba e violino in via Tripepi al conservatorio di musica "Francesco Cilea". La sua insegnante di musica, del tempo delle scuole medie, già anziana lo ricordava con affetto, ne parlava con i suoi allievi, dopo anni e anni passati ad insegnare alla scuola media Diego Vitrioli: "è stato l'allievo migliore di tutti quelli che ho avuto in tutti questi anni d'insegnamento… Mino l'ho scoperto io e mio marito (il Maestro Perri ndr) gli ho suggerito sempre di continuare con la musica,
ha seguito i miei consigli".
Dopo gli anni dello studio l'emigrazione in Germania, una emigrazione che si configura sin da subito come anomala, Mino Reitano (Benjamin and is Brothers) si esibisce in molti locali tedeschi ed è proprio ad Amburgo che ha la possibilità di cantare insieme ad una band musicale che allora si chiamava Silver poi, poco dopo, diventeranno i mitici Beatles. Mino Reitano suona e canta per otto ore tutte le sere con una band familiare di cinque elementi e un successo enorme, si riempiono i locali, richiedono Mino in tutta la Germania. Oltre a cantare suona chitarra, basso, batteria, pianoforte, tromba, violino, contrabbasso, tutti gli strumenti tranne il sax.
Nel lontano 1966 partecipa al Festival di Castrocaro e nel 1967 al Festival di Sanremo. Arriva il 1968 e la sua canzone "Avevo un cuore che ti amava tanto" raggiunge la sesta posizione nella classifica italiana e poi "Una chitarra cento illusioni" raggiunge il secondo posto. Inizia il grande successo di Mino Reitano in Italia, in europa e nel mondo con decine di dischi d'oro e milioni di dischi venduti. Otto edizioni di Canzonissima, protagonista di varie edizioni di Festivalbar e Cantagiro. Mino Reitano scrive pezzi memorabili per artisti-miti come Mina e Ornella Vanoni, partecipa a diverse pellicole cinematografiche come compositore
e attore "Una vita lunga un giorno" del 1973 e "Lady Footyball" del 1979 quelle di successo. Esiste anche una versione Reitano scrittore, un successo in libreria con il suo romanzo "oh Salvatore" nel 1977 con cui riceve numerosi riconoscimenti in premi letterari e successo di pubblico e di critica. Ritorna al Festival di Sanremo nel 1988 con l'indimenticabile "Italia" un brano scritto da Umberto Balsamo e poi ancora successo nel 90 e nel 91 a Sanremo. Mino Reitano globale nel 1993 con una tournee mondiale negli Stati Uniti, in Australia, in Canada e in decine di altri Paesi. Nel 1996 partecipa al film "Sono pazzo di Iris Blond" di Carlo Verdone
e nel 1999 in "L'ultimo Mundial" di Antonella Ponziani e Tonino Zangardi. Si ricordano i suoi successi del 2001 nel programma dal titolo "Italia" dedicato alla musica degli anni '80 e a Sanremo 2002 con il brano d'autore, firmato dall'ultimo paroliere di Lucio Battisti, Panella, dal titolo "La mia canzone".
Mino Reitano
Il drammaturgo Arthur Miller e Raf Vallone a Sperlonga
Sperlonga e Raf Vallone
(Comune di Sperlonga) La "scoperta" di Sperlonga come palcoscenico della natura è un vero set cinematografico, risale agli anni '50 quando un celebre attore italiano, Raf Vallone, individuò questo luogo durante le riprese di un film con Lucia Bosè. Dal suo amore per Sperlonga nasce la fama "internazionale" della località laziale.
Per più di trent'anni - ha raccontato Raf Vallone - ho invitato a Sperlonga tanti amici famosi che si sono lasciati incantare dalla bellezza del luogo. Albert Camus, che aveva origini africane, rimase abbagliato: in quel piccolo villaggio bianco, mi disse, gli sembrava di vedere riprodotto la sua terra.
Fu mio ospite anche Arthur Miller, con la moglie e la figlia. A tutti e tre piaceva passeggiare in campagna. Un'estate invitai anche Marlene Dietrich. Incantò tutti con la sua andatura elegante e la sua raffinatezza fuori dal comune. Le piaceva andare al mercatino del paese, dove qualcuno, riconoscendola, rimaneva folgorato dal suo charme. Marlene amava molto cucinare, perciò rimaneva volentieri a casa per preperare i suoi manicaretti.
Anche Brigitte Bardot fu mia ospite negli anni Sessanta.
Altri nomi celebri hanno frequentato Sperlonga. Eccone alcuni: il regista Luchino Visconti, il pittore americano Andy Wharol e in tempi più recenti, la scrittrice Natalia Ginzburg. Questa tradizione ha lasciato il segno e - a dispetto del turismo di massa - ancora oggi Sperlonga rimane il luogo ideale per chi vuole amare la natura e coltivare l'intelligenza.
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Nella Rete un manoscritto di Francesco Ruffa in veste di censore borbonico
(S. Libertino) Francesco Ruffa (Tropea, 26 apr. 1792 - ivi, 6 lug 1851), oltre ad essere stato magistrato, poeta, tragediografo, redattore nel Giornale del Regno delle Due Sicilie, critico d'arte, letterato e intellettuale, Accademico della Pontoniana, Florimontana, Valle Tiberina Toscana e degli Affaticati, fu revisore della Polizia per le opere teatrali. In piena era borbonica, durante il periodo prerisorgimentale, la censura ebbe, per ragioni intuitive, carattere eminentemente poliziesco di repressione del liberalismo. Nel testo delle opere teatrali non era possibile asciugare le lacrime dell'amata con i baci né alcuno poteva esprimere compiacimento per i carbonari o risentimento verso la Corte.
Poteva succedere addirittura quanto è capitato all'impresario di una compagnia francese che si vide negare in malo modo il visto alla rappresentazione dal titolo 'A qui la faute' dal censore Gaetano Royer, che evidentemente non conosceva la lingua francese, il quale restituì al mittente l'opera annotando che la commedia era un putiferio di 'sozzure' a cominciare dal titolo.
Suo figlio Eduardo, apprezzatissimo principe del foro napoletano (bellissimo è il monumento funebre, accanto alla tomba del filosofo Galluppi, nel Recinto degli Illustri del cimitero di Poggioreale), asseriva che il papà, fervente liberale, simpatizzante per i carbonari, assolvesse all'ingrato compito con 'larvata insofferenza'. Fino a che Francesco Ruffa perdette il posto per motivi di totale incompatibilità d'ideale politico.
Nell'Archivio della polizia generale, digitalizzato in Rete, vi è traccia di un manoscritto di Francesco Ruffa, in veste di censore borbonico. Si tratta di un 'Rapporto sulla censura di opere teatrali con scene di duelli', dove il Ruffa, sentito al riguardo, afferma che nell'esame delle produzioni teatrali la presenza di scene di duelli non sarà motivo di disapprovazione laddove queste non siano il tema principale. Il sistema consentirà, con opportune modifiche ai testi, l'approvazione di quelle commedie meritevoli comunque di essere rappresentate in quanto 'capolavori d'arte'.
Ecco di seguito il testo del manoscritto preceduto dal commento del sovrintendente preposto:
Il Ministro dell'Interno avendo dimandato un avviso a V. E. circa al sistema a tenersi sulla revisione quando nelle Commedie si parla di duelli, io crederei che gli si dovesse rispondere ciò che Ruffa rassegna all'E. V. col presente rapporto, mettendo il discorso in bocca dello stesso Ruffa.
Ecco quanto io posso riferire intorno al divieto de'duelli nelle opere teatrali.
Nel nostro Ministero niun ordine esiste su questo proposito.
Intanto è qualche tempo che nelle opere, le quali dal Ministero degli Affari Interni vengono qui trasmessi, trovansi soppressi i duelli.
D'altra parte il Cav. Royer nelle conferenze finora tenute per la revisione del repertorio, ha confermato quel che universalmente si dice, cioè che S.M. il Re N.S.D.G. non comporti esempi di duelli sopra la scena.
Or siccome ciò mena a significanti conseguenze nella revisione del Repertorio, si van facendo tuttodì considerazioni all'uopo che si matureranno sugli stessi diversi casi di duelli che le opere di repertorio presentano; considerazioni che saranno oggetto di ragionato rapporto.
Intanto si è convenuto per le opere che non sono assolutamente fondate su i duelli, ma nelle quali vi ha qualche duello, di farvi tutte le modificazioni che possono farle ammettere alla rappresentazione; e così portare al teatro opere peraltro moralissime e talvolta capolavori dell'arte. Questo stesso si praticherà in pari tempo nella revisione corrente.
Napoli, 17 di dicembre, 1845
Il Revisore della Polizia per le opere teatrali
Cav. Francesco Ruffa
Manoscritto di F. Ruffa
F. Ruffa censore borbonico
J. L. Gérome. Il mercato degli schiavi di Tunisi, Williamstown, Mass. (USA)
Pirateria e schiavitù nella Calabria dei secoli XVI - XIX
(A. Tripodi) Informa una bolla pontificia del 5 gennaio 1520 che in precedenza "prope muros" della città di Tropea i pirati avevano catturato e condotto a Tunisi due coniugi che si recavano in pellegrinaggio alla chiesa di Santa Maria la Nova di Messina.
La prigionia di Paolo Iosello di Cetraro, preso dai turchi nel mare di Tropea, si rileva dall'istrumento di vendita di una metà fregata di nove banchi, posseduta in parti uguali da mastro Camillo Utino e da Michele Iosello figlio del menzionato Paolo, anch'essi di Cetraro. Il passaggio della proprietà dall'Utino al magnifico Cesare Scattaretica e soci fu stipulato il 3 agosto 1573, per il prezzo di 125,00 ducati.
Mentre da Tropea si recava a Napoli per i suoi affari, fu catturata Lucrezia Marcellino vedova di Gaspare Zappia, che nel 1642 riacquistò la libertà dopo venticinque anni di schiavitù6.
Sull'incursione del 20 giugno a Nicotera e sugli sviluppi successivi si rinvengono nuovi documenti che arricchiscono ed integrano quello che già si sapeva dalle memorie coeve.
Susciterà soltanto curiosità sapere che in quella "scaramuzza" furono presi due turchi ed uno schiavo, e la testa di un turco, che due giorni dopo furono portati a Tropea. La testa era ormai puzzolente, per cui fu fatta rotolare "per quelli ripi abasso" onde non desse fastidio ai passanti.
Nella città di Tropea, il 7 agosto 1616 fu venduta una schiava olivastra cristiana di nome Filippa, acquistata al mercato di Palermo. La poveretta il 7 marzo 1617 fu ricomprata dallo stesso che l'aveva prelevata in Palermo sette mesi prima.
Sempre in Tropea, il 6 maggio 1604 era stato Alfonso Bracho (ora Braghò) di Motta Filicastro a far dono alla cognata di una schiava negra di nome Caterina portata in dote dalla moglie Olimpia Pellizza di Tropea.
Nella divisione dell'eredità Migliarisio (ora Migliarese) di Tropea, il 2 ottobre 1568 erano comprese le schiave Isabella, Lisella o Lisa, e Caterina o Caterinella.
Non sempre gli schiavi erano soltanto sfruttati dai padroni, segno tangibile che nell'uomo mai fu assente l'amore fraterno.
Il tropeano signor Giacomo Nomicizio il 16 novembre 1673 affrancò uno schiavo turco di nome Ussain, che era stato battezzato col nome di Nicola, con la concessione di poter portare il cognome della famiglia.
L'8 agosto 1701 contrassero matrimonio Paolo e Rosa, entrambe Nomicizio. Lui era stato schiavo del signor Giacomo Nomicizio (il precedente?), e lei non poteva che essere una collega di sventura del marito. La celebrazione del matrimonio religioso prova che anche Rosa era stata battezzata.
Nel testamento di Paolo Purita di Tropea, del 25 luglio 1674, si legge la nomina ad erede universale e particolare di Giuditta Braghò schiava del magnifico Pietro Braghò.
La signora Vittoria Fazali, moglie del d. Francesco Carbonara, nel testamento del 29 marzo 1605 lasciò al marito il legato di far celebrare quaranta messe nella chiesa cattedrale ed in quella dei Conventuali di Tropea in suffragio dell'anima della "olim loro libertina antiqua di loro casa" di nome Ferrantina Toraldo.
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Tropea. Chiesa del Rosario. Epigrafe in latino del 1774 per ringaziamento di Domenico Petrolo con accanto parte di cannone murato
La Festa del 'Cannone' in Tropea
(G. Chiapparo) Oltre le feste patronali in Tropea se ne celebravano altre in onore di questo o quel Santo, verso il quale il popolo manifesta la sua particolare e fervida devozione.
E così abbiamo la festa di S. Michele Arcangelo, il quale ha il suo culto molto diffuso per merito della propaganda che gli fa la plurisecolare Congrega delle Anime del Purgatorio, sotto la cui egida è posta.
Esso è raffigurato con la spada sguainata nella destra, in atto di minacciare Satana, il tristo tentatore, il quale se ne sta accasciato ai suoi piedi, mentre con l'altra mano sorregge la bilancia, simbolo della giustizia.
Detta congrega, la cui divisa consiste in un camice bianco ed una mantelletta nera, sin dalla sua fondazione fu ospitatata dalla Chiesa del SS. Rosario, comunemente detta degli "Scalzi", perchè apparteneva all'Ordine degli Agostiniani Scalzi, che per Bolla Apostolica del 1618 ebbero quel convento, allora detto di S. Maria della Libertà al Borgo. I fratelli del Purgatorio costruirono un bel tempio al largo Porta Nova e poi vi trasferirono il loro sodalizio, lasciando per sempre la loro sede primitiva degli "Scalzi".
In proposito alla costruzione di quel tempio si narra ancora ora da persone vecchie del luogo che i loro padri raccontavano come verso l'imbrunire, al suono di un campanello, si riunivano i più fedeli ed andavano alla marina a prendere sabbia oppure presso la riva dei torrenti Burmaria e Grazia a raccogliere pietre, che dovevano servire alla costruzione dell'erigenda Chiesa, l'inaugurazione della quale avvenne verso il 1854, come si rileva dalla scritta posta in fondo ad un quadro eseguito su mattonelle dipinte a smalto, che rappresentano l'immagine di S. Michele Arcangelo, sito ora sulla porta secondaria della Chiesa.
Ma il fatto che intendiamo raccontare si svolge, probabilmente, qualche anno prima del 1774, nel Largo Vescovo Vaccari, davanti alla Parrocchia del SS. Rosario e la Chiesa del Purgatorio ancora non era in mente Dei.
Il cronista abate Sergio ci ha lasciato il ricordo di come avvenivano le feste patronali e posto che sul modello delle maggiori feste si fanno, in scala ridotta, si capisce, le minori, conviene che ripetiamo quanto viene detto in proposito della sontuosa, straordinaria festività che nel 1722 il Sindaco Luigi Galluppi curò di celebrare in onore della concittadina S. Domenica V. e M.
La lunga strada da Porta Vaticana a Porta Marina era pavesata riccamente; le regie truppe, comandate dal capitano Francesco di Tocco, attendevano a finti combattimenti; il Sedile Portercole era magnificamente adornato col ritratto del sovrano Carlo VI; nella Cattedrale si tenne il ponificale del Vescovo Ibanez; infine numerosissima fu la processione con la statua di S. Domenica.
"Appena uscita la statua di S. Domenica dalla porta maggiore del Duomo, la milizia, schierata avanti, scaricava in aria i fuochi: altri spari egualmente alla porta di Mare, ov'era il propugnaculum munitionis. Si raddoppiavano gli spari al comparire del Quadro della Madonna e, giunti a Porta Vaticana, ch'era la principale, il passaggio della SS. Vergine e della Santa era salutato, ex illo mirabili ac magnifico propugnaculo con colpi di cannoni, che col rimbombo prodotto mostravano ai lontani la gioia che avevano i cittadini nel festeggiare i due loro Palladi gloriosi.
Fuochi artificiali, finti combattimenti in mare, archi trionfali davano termine alla solenne festa".
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U' CAMIU (Il Cammello)....
Francesco Cozza. Allegoria dell'autunno
Francesco Cozza, Gregorio e Mattia Preti. Catanzaro celebra i tre artisti con una mostra
(ILSOLE24ORE.COM) Se quello di Mattia Preti è nome da tempo consacrato per la grande storia dell'Arte, e noto ai più, quello di suo fratello maggiore Gregorio Preti resta inevitabilmente ai margini. Stessa sorte in parte per Francesco Cozza, altro nome di rilievo della storia pittorica calabrese. Come spiega Rossella Vodret nel catalogo da lei curato in occasione della mostra di Catanzaro (Francesco Cozza, Gregorio e Mattia Preti. Dalla Calabria a Roma, Catanzaro Complesso Monumentale di San Giovanni , fino al 15 marzo 2009) «la vicenda culturale e artisitca di questo artista è ancora oggi altamente problematica, a cominciare dalla sua prima attività giovanile in Calabria».
La mostra si propone proprio di far luce sull'attività e scambi di questi tre artisti calabresi (e a Catanzaro si arricchisce di tredici dipinti di Gregorio e Mattia Preti rispetto alla precedente esperienza romana di Palazzo Venezia).
Per quanto riguarda il Cozza sono presenti in esposizione la celebre Madonna del Cucito, ispirata all'affresco di Guido Reni e il suo capolavoro, la Madonna del Riscatto, dipinta nel 1650 e conservata a Roma presso il Collegio Nepomuceno.
I diversi esiti della poetica di Gregorio e Mattia Preti sono invece ravvisabili nel San Carlo riceve i missionari barnabiti di Gregorio e nel San Carlo dispensa elemosione di Mattia. Se il primo appare imprescindibilmente legato alla formazione tardo manieristia, seppur con esiti di ripresa carraccesca, il secondo sa esprimere al meglio le acquisizioni neovenete, neocorregesche e lanfranchiane, imponendosi con esiti di alta emotività. Esiti questi lontani dalla chiave classicista di Gregorio, in ciò influenzato proprio dalla vicinanza al Cozza. A Mattia, invariabilmente segnato dalla lezione guerciniana, sarà l'esperienza napoletana a spalancare esiti più prettamente barocchi,
secondo un'interpretazione rinvigorita dal contatto con gli originali del de Ribera e del Rubens. Da qui, come evidenzia il curatore Giorgio Leone, il suo capolavoro assoluto, il San Nicola, conservato a Capodimonte. Tra le sue opere in mostra si segnala la Resurrezione di Lazzaro di Palazzo Barberini, altro capolavoro indiscusso degli anni napoletani. Dei due fratelli la grande pala con il Matrimonio della Vergine di Grosio, eseguita tra il 1642 e il 1644, per la prima volta presente in una mostra italiana.
Francesco Cozza, Gregorio e Mattia Preti. Dalla Calabria a Roma. Catanzaro, Complesso monumentale di San Giovanni, fino al 15 marzo 2009.
Continua (Galleria fotografica)
Un precoce anelito di libertà: Fabio Furci, congiurato di Tropea nel 1599
(S. L.) Nel 1599 fu in procinto di scoppiare una rivolta contro il governo spagnolo, che dalla Calabria avrebbe dovuto estendersi a tutto il Mezzogiorno d'Italia. Scopo concepito dal suo ideatore, il frate domenicano Tommaso Campanella, era l'instaurazione di un regime nuovo e di un governo teocratico, che eliminassero inutili e dannosi privilegi e, con essi, tirannia e prepotere della costosa e corrotta classe dirigente del tempo. La congiura che preparava la progettata rivolta fu scoperta per la delazione di due congiurati prima che questa scoppiasse e che giungessero la flotta e i contingenti militari dei Turchi, che si erano impegnati di dare man forte.
Le squadre dei persecutori agli ordini dei feudatari, come il marchese Spinelli, incaricati dal governo catturarono il Campanella e molti congiurati, tra i quali il capo laico della congiura Maurizio de Rinaldis di Guardavalle. Dal versante orientale della Calabria, che era l'epicentro del movimento, i persecutori passarono ai paesi del versante occidentale e furono a Nicotera, a Tropea, a Nicastro, dove catturarono altri congiurati. Tra costoro era Fabio Furci di Tropea e cinque suoi compagni.
Come gli altri congiurati furono incarcerati e condannati a morte, ma non giustiziati subito. Anche Campanella fu tradotto in carcere e processato. Avendo egli simulato la pazzia, fu condannato al carcere a vita in obbedienza al divieto prescritto dal diritto canonico di condannare a morte chi non fosse nelle piene facoltà di intendere e di volere. Gli arrestati e condannati furono giustiziati barbaramente sulla stessa nave che li aveva trasportati quando fu giunta e stava per attraccare al molo del porto di Napoli.
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ARGOMENTO CORRELATO
Assedio del Monastero dalla SS. Annunziata in Nicotera
Il cineasta Peter Schreiner e l'interprete Antonio Cotroneo in una foto di scena del film
'Totò' un film di Peter Schreiner con Antonio Cotroneo che interpreta se stesso
(Salvatore Libertino) E' un film che descrive la vita di Totò, emigrante tropeano che dopo aver voltato le spalle alla sua casa come un giovane ribelle e dopo decenni di inquiete ricerche approda a Vienna sua destinazione finale.
Totò vive tra due mondi - con la sua lingua, i suoi sentimenti, e il suo sogno - tra l'essere un usciere nel Wiener Kon - e il sentirsi ancora nella città natale nella strada della sua infanzia del "Borgo" che lo trascina verso il mare, libertà senza fine.
I STAGIUNI E A VITA
di Antonio Cotroneo
T´arricordi chiu tempu,
i stagiuni a Trupea,
quand´arrancaumu puntuni puntuni,
e appuzzaumu a na cannolea.
´Nchianaumu cuntenti di vitti,
´ndi riposaumu a cubbulea,
accurciandu pi vajiuni, sinteri stritti,
scindeumu da Conicea.
D´arret´e ferriati,
guadaumu ´nta cappellea,
a prutettrici di ´nnamurati,
´nci dicemu na pregherea.
Spinzerati, manu cu manu,
forti ´ndi teneamu,
´ncuna vota luntanu,
dop´a Razzia sciurteamu.
Veru? Non crideamu,
na faragula, ´nzemi,
a marina jocaumu, arrideamu,
luntan´i nui, affanni e patemi.
A bella staggiuni, allegria,
comu tuttu, prestu si ´ndea,
l´autunnu, a malincunia,
u tempu tristi, trasea.
S´era umid´ u partuni,
for´o passettu ´nd´assettaumu,
u ´ndi guardamu l´urtimi landuni,
chi celu celu roteavanu
O ndi gustaumu i figghiolei,
muntari basalati basalati,
di l´arburi, i gialli fogghicei,
cadendu ammantar´i strati.
S´izava u vent´i mari,
forti pu paisi tirava,
facenduli di ´nterra izari,
e danomu, comu pium´i posava.
U tempu chi spandea.
S´ajazzava: o torn´o luci,
´ndi fissaumu, jieu e tea,
cu occhi vecchi, m´ancora duci
Puru u jelu finea,
erb´e jiuri rispuntavau,
l´aria profumata si facea,
o mari Picciulu varavanu.
L´arburi si rivesteanu,
pigghiavanu culuri, lentamenti,
i staggiuni nesorabbili, caminavanu,
com´a nui a vita, continuamenti.
Mesti, e menzi malandati,
assettat´a villetta,
tra murmurei e guardati,
´ndi passavanuu l´uri, ´nfretta.
Videmu i varchi rientrari,
marinari, riti cusiri,
anziani spiaggi, spiaggi passiari,
giuvinei manu cu manu jiri.
Si diceanu, ´nnamurati,
comu tandu nui,
palori duci, du cori mandati,
prima co tempu, nci fui.
Riva riva, vicin´o Cannuni,
scavuzi caminavanu,
chini d´amuri, i primi staggiuni,
speranzusi suspiravanu.
Cu sentimentu, na vita vera,
gioi, amuri e sapuri,
comu chia passata primavera,
chi nd´avea datu fantasia, culuri.
Catalogo del Ministero Austriaco dell'Arte dei films innovativi e culturali 2008 - 2009 (Vedi pag. 99)
Echtzeitfilm
Comuni di Pizzo e Tropea a BIT di Milano
(ASCA/14feb) Il Comune di Pizzo parteciperà alla Borsa internazionale del Turismo 2009, che avrà luogo a Milano dal 19 al 22 febbraio prossimi. Il Comune di Pizzo, infatti, con quello di Tropea, sarà presente all'importante manifestazione internazionale del turismo.
I due comuni della Costa degli Dei hanno deciso di essere presenti alla importante manifestazione internazionale del turismo con un proprio stand per promuove le bellezze paesaggistiche, turistiche e storico culturali dei due più importanti centri della provincia di Vibo Valentia e che si affacciano sulla costa tirrenica vibonese. I due comuni hanno sottoscritto una convenzione operativa. Saranno presenti a Milano con una propria delegazione. La partecipazione è il frutto di una sinergia amministrativa ed attraverso fondi propri di bilancio.
''La partecipazione alla Borsa internazionale del Turismo di Milano rappresenta un momento importante per promuovere le principali bellezze paesaggistiche e naturali del territorio - afferma Fernando Nicotra, Sindaco di Pizzo - Il Comune di Pizzo, attraverso il proprio stand, insieme a quello di Tropea, vuole proporsi come punto di riferimento per gli operatori turistici pizzitani, nell'ottica di una sinergia tra ente pubblico e privati, che avranno l'opportunità di far conoscere le loro attività''.
(S. L.) Ci auguriamo che i responsabili tropeani abbiano per i visitatori, gli operatori o comunque gli interlocutori interessati, risposte certe oltre che per l'ambiente e la paesaggistica, in particolare per l'accoglienza (alberghi, ristoranti), la tradizione popolare, la festa della Croce e la processione a mare (previste dalle guide internazionali), nonchè per gli eventi culturali e i percorsi d'arte al di fuori dei soliti tre mesi estivi (luglio, agosto e settembre), a cominciare dal gravissimo problema (da sanare subito) circa la chiusura che affligge la Pro Loco, deputata istituzionalmente a favorire il turismo locale, compito svolto fino allo scorso novembre con encomiabile profitto.
Borsa Internazionale del Turismo 2009
L'intervista di Alda D'Eusanio a Eleonora Vallone
(L. S.) Su You Tube l'intervista di Alda D'Eusanio a Eleonora Vallone nella trasmissione RAI2 "Ricominciamo da qui" del 21 gennaio 2009. La figlia di Raf Vallone ripercorre la sua vita, parlando di sè, dei genitori, del figlio Luca...
Eleonora (1/5)
Eleonora (2/5)
Eleonora (3/5)
Eleonora (4/5)
Eleonora (5/5)
XXIX Certamen Ciceronianum Arpinas: Arpino 15-16-17 maggio 2009
(S. L.) Il Certamen Ciceronianum Arpinas, organizzato dal Centro Studi Umanistici "Marco Tullio Cicerone" di Arpino, è una gara di traduzione e commento dal latino di un brano di Marco Tullio Cicerone. Aperto agli studenti iscritti all'ultimo anno di liceo classico di tutto il mondo, il Certamen Ciceronianum Arpinas si svolge ogni anno in Italia ad Arpino (in provincia di Frosinone) nel mese di maggio.
La manifestazione nasce nel 1980 ad opera del preside del Tulliano Prof. Ugo Quadrini che riuscì a dare in breve tempo al Certamen, grazie al suo assiduo impegno, una dimensione internazionale.
Il CERTAMEN avrà luogo nei locali del “Tulliano” di Arpino il 15 maggio 2009 alle ore 8.30. La prova ha la durata di 5 ore ed è consentito l’uso del dizionario. Le modalità della prova sono quelle dei pubblici concorsi.
I concorrenti dovranno consegnare la domanda di partecipazione al Dirigente della propria scuola. Nel caso che siano più di due, i Dirigenti effettueranno la selezione nel modo ritenuto più opportuno. Le domande, vistate dal Capo di Istituto, dovranno essere inviate per raccomandata, a cura della scuola, entro il 21 marzo 2009 al Presidente del Centro Studi Umanistici M. Tullio Cicerone – Corso Tulliano – 03033 ARPINO (Frosinone) ITALIA.
I concorrenti dei Paesi extraeuropei possono far pervenire le domande di partecipazione anche attraverso le rispettive Ambasciate o Consolati, entro la data sopraindicata.
Ogni delegazione (alunni più Preside o docente accompagnatore) dovrà versare una quota di € 100.00 (cento) a favore del Centro Studi Umanistici M. Tullio Cicerone di Arpino tramite Bonifico Bancario della Unicredit Banca di Roma, Agenzia di Arpino, per le scuole italiane Codice IBAN IT 89 U 03002 74330 000400302923, per le scuole estere Codice IBAN IT 89 U 03002 74330 000400302923 + Codice BIC BROMITR1289, quale contributo per le spese di soggiorno da giovedì
pomeriggio a domenica, termine della manifestazione. La ricevuta dell’avvenuto versamento dovrà essere allegata alla domanda di partecipazione.
Per ogni altra informazione sul Concorso occorre visitare il portale dedicato alla manifestazione, dove è possibile consultare e scaricare il bando del concorso nonchè i documenti per partecipare.
Certamen Ciceronianum Arpinas
I gatti di Tropea nell'arte dell'inglese Mary Fedden
ASP avvia sterilizzazione gatti randagi
(ASCA/20feb) Per la prima volta in Calabria si ricorrerà alla sterilizzazione per la riduzione delle nascite dei gatti randagi. L'esigenza nasce dalla necessità di ridurre il rischio di malattie infettive come fungine (micosi) e toxplasmosi, che da anni affliggono l'uomo. A denunciare il fenomeno molti cittadini di Tropea (VV), preoccupati di assistere quotidianamente ad un vero e proprio defilè per la città di gatti randagi. Da qui l'opportunità di avviare la campagna di sterilizzazione da Tropea.
Dal 24 al 27 febbraio, infatti, nella sede dell'ex Preventorio dell'Azienda sanitaria provinciale, di Via Marina del Vescovado, funzionera' un servizio, nel pieno rispetto delle norme di igiene e sterilità, per l'espletamento di interventi chirurgici mirato a sterilizzare i gatti che girovagano nel comune senza meta e che sono lontani da ogni forma di assistenza e cura. La cattura dei gatti, che mira ad un contenimento e alla garanzia di una migliore condizione di vivibilità, verrà eseguita dalla Polizia municipale salvaguardando le misure di benessere degli animali.
L'idea è stata della signora Barbara Zebisch, che dopo aver interpellato l'associazione protezionistica ''Lega pro animale'', presieduta dalla dott.ssa Dorothea Friz, ha investito l'Azienda sanitaria provinciale (ASP) ed il comune, coinvolgendo anche una appassionata di animali domestici.
La signora Katrin Wosnitzk, di nazionalità tedesca, da anni sposata e residente a Tropea. Ne è venuto fuori un progetto che è stato realizzato dal direttore del dipartimento di prevenzione per il randagismo, dott. Filippo Laria, con l'autorizzazione ed il sostegno del commissario straordinario dell'Asp, Rubens Curia.
La Lega Pro Animale
(S. L.) I gatti da secoli affollano il centro storico di Tropea, chiamata affettuosamente 'la città dei gatti'. La genesi del fenomeno, che non è mai stato connesso ad un vero e proprio 'randagismo' o abbandono da parte dei proprietari, è legata al sistema urbanistico della cittadina che conta nel centro storico un ingente numero di palazzi i cui piani bassi erano fino a qualche decennio fa destinati a stalle, rimesse, scantinati, magazzini, depositi, collocati sulla rupe o in prossimità di essa e che non erano usualmente abitati.
Ciò ha potuto favorire la prolificazione di vere e proprie colonie di topi. Gli abitanti sono quindi ricorsi a modi concreti di contrapporre un possibile rimedio, favorendo l'adozione e l'impiego dei gatti. A fianco dei portoni dei palazzi e delle porte di accesso ai bassi e agli scantinati veniva costruito un piccolo e breve cunicolo (u gattaru) per permettere ai felini di frequentare nell'interno i locali e debellare i topi. Col passar del tempo l'esito di tale sistema funzionò facendo accrescere le colonie feline.
Il fenomeno relativo alla esuberanza della popolazione dei gatti, favorito dal totale e graduale abbandono di alcune importanti strutture (Giffone, Collareto, Adilardi, Municipio, Carcere, Ripa...). si fece sentire fino a quando, durante gli anni Sessanta/Settanta, i bassi dei palazzi con affaccio sulla rupe non vennero sistematicamente ristrutturati e abitati con regolarità.
Nei successivi anni Ottanta/Novanta, con il letterale svuotamento abitativo e commerciale del centro storico, il fenomeno ebbe una discreta impennata. Ad agosto 1994 ho potuto contare su un ristrettissimo fazzoletto di territorio delimitato da Largo Ignazio Toraldo, Largo Spanò, Largo Sannio, Via Pelliccia, Via Lauro (tutti esclusi all'indagine) una cinquantina di gatti, di cui ho filmato una parte (più avanti propongo il video). Tale presenza era favorita dalla collocazione nella zona di cassonetti della spazzatura.
Attualmente, il fenomeno è in calo per la recente valorizzazione del centro storico nel quale si avverte un importante insediamento commerciale e anche una ripresa abitativa grazie al ricorso di una massiccia ristrutturazione edilizia. La situazione oggi non desta quindi alcuna preoccupazione, come invece nel passato, ad eccezione della zona circostante Palazzo Giffone, sede di una nutrita colonia felina, dove sono dislocati numerosi cassonetti della spazzatura.
Nulla quaestio per quel che riguarda il programma di prossima attuazione finalizzato al contenimento delle nascite dei gatti, il cui numero col passar degli anni si fa sempre più esiguo. Mi auguro di non assistere negli anni futuri alla rivalsa della colonia dei topi, di cui un imponente esemplare mesi fa è stato avvistato a fare defilè sul corso principale nei pressi della Pro Loco.
I Gatti di Tropea (con video)
Bronzi di Riace
(Circolo Culturale 'L'Agorà') Ogni qualvolta si parla di beni culturali ci si accorge che questi esistono e quindi inizia il carosello delle passerelle, dove OGNUNO si sente il diritto di dire la sua. ESEMPIO è quello relativo alle due opere artistiche che risultano ospitate presso Palazzo Piacentini, un tempo Museo Nazionale, ora declassato a struttura regionale.
TUTTI
litigano o TUTTI sono d'accordo: queste sono le cifre che si registrano, naturalmente a secondo gli orientamenti e/o gli equilibri politici.
PRIMA DOMANDA:
Che fine ha fatto quel manipolo di irriducibili che a spada tratta gridava contro lo spostamento del Kouros a Mantova? FORSE perché al governo vi era l'opposta fazione?
Ed adesso invece, quasi tutti sono d'accordo, tanto POI in cambio Reggio Calabria rientrerà, si dice, nel progetto ministeriale delle aree metropolitane.
SECONDA DOMANDA:
Ma QUALCUNO si è accorto in quali condizioni versa l'intero territorio?
Strade dissestate;
Reti ferroviarie allo sfascio: l'alta velocità sembra che si fermi a Lamezia Terme;
Dimezzamento delle corse marittime da Reggio verso Messina;
L'autostrada con i soliti problemi;
L'aeroporto “Minniti” anche lui che non riesce a decollare;
La statale 106 con il suo solito bollettino.
TERZA DOMANDA:
QUALCUNO dice “la città cresce”, infatti la cronaca ha sempre “QUALCOSA da registrare quotidianamente.
RITORNANDO al tema delle due opere artistiche, volgarmente conosciute come “BRONZI” o “STATUA A” e “STATUA B” bisogna domandare sempre a QUALCUNO cosa si è fatto per valorizzare e far conoscere quello che si ha, visto che
QUALCUNO parla di “Reggio Città d'arte”, “Città turistica” ed altri slogans.
CI SEMBRA che gli addetti ai lavori abbiano chiaramente espresso il loro parere INSINDACABILE più volte e cioè l'allora soprintendente per i Beni culturali e ambientali della Calabria Elena Lattanzi, sconsigliava "in modo assoluto un'ipotesi di trasportabilità che, anche in presenza del più sofisticato degli imballaggi e del trasporto più cauto, potrebbe compromettere in modo irreversibile, la conservazione dei celebri guerrieri".
NATURALMENTE a supportare la tesi della Sovrintendente Lattanzi, le analisi effettuate dal Centrale Istituto di Restauro, espressosi negativamente sull'argomento.
MA
QUESTO sembra non avere valore e peso scientifico, già si dimentica che come disse QUALCUNO “Italia, paese di santi, poeti ...”
INTANTO, non per ordine d'importanza c'è da ricordare che dopo i mancati viaggi da parte delle due statue, Los Angeles, Atlanta, Torino, mancate duplicazioni, per la cronaca “la mancata clonazione” adesso il biglietto di viaggio sembra pronto per il periodo estivo con destinazione la località turistica della Maddalena, in occasione del G8.
EPPURE QUALCUNO parla ancora di turismo e città turistica!
ULTIMA DOMANDA o considerazione, fate voi:
nel periodo estivo in riva allo Stretto cosa succederà?
…. ai posteri – come disse QUALCUNO – l'ardua sentenza, ma infine “la chiamano – come recitava una canzone - … un'estate ma senza te ...” .
Circolo Culturale L'Agorà
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