L'ACCADEMIA DEI BIBLIOFILI
<<Recuperiamo l'identità>>
Da Gutenberg ai giorni nostri: una storia calabrese

di p. com.


Domenico Romano CarratelliSi è costituita a Vibo Valentia, dove ha sede, l'Accademia dei bibliofili calabresi, "Gabriele Barrio" onlus. Promossa da Domenico Romano Carratelli, pluridecorato politico vibonese ma anche appassionato bibliofilo e uomo di cultura, nasce anche grazie alla partecipazione di un gruppo di intellettuali vibonesi, ad iniziare da Raniero Pacetti, fra i più importanti collezionisti calabresi di stampe e carte geografiche, da Gilberto Floriani, noto operatore culturale e dirigente del Sistema bibliotecario vibonese, da Teresa Saelì, presidente delle Acli vibonesi, e da Felice Muscaglione, alla cui iniziativa si deve la nascita del periodico di memorie storiche "Monteleone".
Associazioni di bibliofili esistono in tutta Italia e nel mondo, realizzando di fatto un circuito di appassionati ricercatori, scopritori e custodi di libri in senso lato e più specificatamente di libri antichi e rari. Intorno a questo mondo si è sviluppato un sistema di servizi e di interessi, in particolare librerie antiquarie che ricercano e mettono in vendita tutto quello che può interessare il bibliofilo. Anche grandi case, da Cristhie's a Sothebys a Bloombbury, organizzano apposite aste in cui particolari pezzi possono raggiungere cifre da capogiro. E perfino il mondo di internet ormai pullula di siti e di negozi per i bibliofili. Nel Mezzogiorno tale collezionismo ha un'antica tradizione e vi sono librerie che sono note in tutto il mondo. Così anche in Calabria dove si registra un circuito di scambio e di compravendita che ha incentivato la nascita delle prime librerie specializzate.
Sempre in Calabria vi sono importanti biblioteche pubbliche e private e si sono formate nel tempo importanti collezioni, alcune delle quali famose perchè portate a conoscenza del grande pubblico attraverso apprezzabili pubblicazioni: basti pensare a quelle di Pacetti da Vibo Valentia e Zerbi da Taurianova.
Di questa iniziativa ne parliamo con il promotore Domenico Romano Carratelli.
Onorevole, mette da parte la politica per dedicarsi alla cultura?
<<La cultura, come la politica, è da sempre una mia grande passione. L'associazione che per adesso ho costituito con un piccolo e scelto gruppo di amici, con i quali condivido la passione per i libri antichi e rari oltre che per le stampe, le vedute ed i costumi della nostra Calabria, e cioè l'amore per tutto quello che è bello ed antico, si pone l'obiettivo di mettere insieme e far socializzare i bibliofili ed i collezionisti della nostra regione e poi recuperare, salvaguardare, fare conoscere e valorizzare il grande patrimonio che la Calabria possiede e che oggi, pur in presenza di iniziative e di sforzi meritori di enti e di singoli appassionati, non sembra compiutamente realizzato. Un patrimonio che è parte integrante della storia umana e culturale della Calabria. L'associazione, quindi, vuole dare un suo contributo, unendosi a tutti quei calabresi che nel passato, ma anche oggi, si adoperano, spesso con sacrifici personali, a tenere desta l'attenzione su questa realtà>>.
Obiettivo ambizioso, non le sembra?
<<Certamente. L'Accademia è uno strumento grande, importante, assai significativo per la conoscenza della nostra terra e della nostra storia culturale. La Calabria è stata nel passato civile ed aperta. In essa, proprio per la sua storia e la sua cultura, la tolleranza e l'ospitalità rappresentavano una caratteristica della sua gente. Era una Regione inserita e partecipe dei grandi movimenti culturali delle varie epoche del passato>>.
Ci offre qualche spunto per capire...
<<Basti ricordare che l'arte della stampa arriva in Calabria nel 1475 e cioè appena due decenni dopo l'invenzione di Gutenberg e precisamente a Reggio calabria, ove uno stampatore ebreo, Abramo Gatton, figlio di Isacco, realizzò il primo libro in lingua ebraica: il Pentateuco. Anche nella cartografia, scienza che ha dato un grande contributo alle scoperte di terre e di popoli lontani, i calabresi esprimono importati presenze. Come non ricordare, ad esempio, il cartografo Cola da Briatico, che ha operato nel 1430, o Domenico Vigliarolo da Stilo, che ricoprì nel 1586 l'incarico di cosmografo della Casa de Contracion, importantissima istituzione voluta da Felipe e Isabella di Spagna per controllare e gestire il commercio con le Indie, recentemente riportato alla sua giusta dimensione e recuperato all'attualità culturale da uno splendido libro di Giuseppe Fausto Macrì "Mari di carta" edito da Rubettino?>>.
Perchè si diventa bibliografi?
<<Domanda difficile. Come si può spiegare cosa spinge una persona a diventare collezionista? Allora, uno vede una cosa e decide che vuole averla perchè gli piace, lo emoziona, poi ne vede un'altra e vuole avere anche questa e così via. Così uno si scopre e si ritrova collezionista. Così mi è successo. D'altro canto il desiderio di collezionare, e cioè di mettere insieme delle cose da possedere, è un istinto irresistibile per molti ed oggetto di collezionismo può essere, e spesso lo è, qualunque cosa. Il mondo dei libri ha sempre attratto numerosi appassionati>>.
Non tutti possono permettersi di essere <<collezionisti>>. Condivide?
<<Certo, mettere insieme una collezione può essere una passione costosa e quindi occorrono risorse, anche se il bibliofilo, come tutti i collezionisti, ha capacità e fantasia per mettere insieme gli oggetti della sua passione nei modi più fortunosi ed incredibili. Per questo anche chi ha pochi mezzi ma passione e voglia di dare sfogo a questa avventura, perchè il collezionismo è anche avventura, può essere un collezionista. Questo ha permesso che in Calabria si realizzassero importanti collezioni assai note, alcune oggetto di studi e molte altre ancora sconosciute, ma che nascondono testimonianze importanti della storia calabrese>>.
Chi sono i pionieri calabresi della bibliofilia?
<<La Calabria ha sempre avuto grandi bibliofili. Ricordo i fratelli Giovanni e Antonio Telesio, rispettivamente padre e zio di Bernardino Telesio e, per me che sono vibonese, vale la pena di citare Vito Capialbi, famoso storico e appassionato bibliofilo dell'800 vibonese a cui si deve una biblioteca ancora oggi consultata per studi e ricerche>>.
Quali iniziative intendete assumere per essere parte attiva alla vita culturale della regione?
<<Ovviamente intendiamo pubblicizzare al massimo l'associazione realizzando, anche attraverso un tesseramento capillare, un'articolazione sul territorio calabrese per favorire l'aggregazione, la più ampia possibile, di coloro che sono interessati a questo mondo, per cui presenteremo l'associazione nelle varie realtà locali. Abbiamo, poi, messo in cantiere la realizzazione di un sito interattivo che porta il nome della nostra associazione come punto di presenza e d'incontro nel web. Pensiamo, poi, ad una mostra mercato sull'editoria calabrese e del Mezzogiorno ed in particolare ad una mostra sulla stampa in Calabria da Gutenberg al '700. Vorremmo relizzare particolari e belle edizioni di grande pregio e ristampare autori calabresi importanti, anche se nella loro dimensione localistica, oggi per lo più trascurati. Ci pare, poi, assai importante immaginare un bollettino del bibliofilo che illustri e recesisca l'attività editoriale della Regione. Ci piacerebbe realizzare una serie di mostre iconografiche delle varie città della Calabria per recuperare la memoria, anche visiva, dei nostri paesi. In concreto tutto quello che può risvegliare la curiosità e la sensibilità verso quella Calabria colta e gentile che noi immaginiamo essere parte vera e vitale della nostra realtà regionale. Vogliamo, in fondo, che si sappia che anche in questa Calabria vi sono cittadini appassionati che tutelano il patrimonio storico della Regione e che esprimono una Calabria colta e civile, che non sentono l'essere calabrese come un peso morale ma come una grande opportunità di cambiamento e di crescita civile>>.