Il Maestro Amedeo
Vella
AMEDEO
VELLA
autore
di
'Una lacrima
sulla tomba di mia madre',
il brano
capolavoro più eseguito d'Italia
durante
la settimana dei misteri
di Salvatore Libertino
Intervista a Antonio
Sposaro
Amedeo Vella nasce a Naro (Agrigento)
il 28 agosto 1839 da Calogero e da Pacinella Giuseppa. Da un registro della
popolazione di Naro della seconda metà dell'Ottocento si rileva
che la famiglia di Don Calogero Vella era composta da detto Don Calogero,
padre e capofamiglia, di professione musicante; da Donna Giustina, figlia
e di professione cucitrice; da Don Amodeo Patrizio, figlio e di professione
musicante militare; da Don Alfonso, figlio ed anch'egli musicante militare.
La moglie di Don Calogero, Pacinella Giuseppa, risulta deceduta il 17 luglio
1850 all'età di 40 anni per cui Amodeo Patrizio aveva 11 anni al
momento della morte della madre. Nei successivi atti del comune di Naro,
il maestro Vella venne nominato Amedeo e non più Amodeo. Compositore
precocissimo, si sposò con Nazarena Pulerà da cui ebbe quattro
figli: Gesualdo, Giuseppina, Matilde ed Irene.
Amedeo prestò servizio
militare nel 54° Fanteria, partecipando alle campagne di guerra del
1860 e del 1866 e meritandosi due medaglie al valore. Per qualche tempo
fu capomusica di banda militare, poi insegnò nell'orfanotrofio di
Vibo Valentia. Qui si spense il 5 luglio 1923.
Compose marce, ballabili, opere
sacre, di genere e didattiche ed anche marce funebri. La più famosa
è Una lacrima sulla tomba di mia madre resa celebre anche
dal film di De Sica "Pane amore e…" (1956) e da "Amarcord" di Fellini (1974).
Fin qui i pochi cenni biografici
dell'illustre maestro siciliano che assieme alla foto ho potuto racimolare
sulla Rete, in siti dedicati ai riti della settimana santa o che hanno
a che fare con confraternite che si adoperano ad allestire, in particolare
in Sicilia, processioni e 'misteri' nei giorni precedenti alla Santa Pasqua.
La vita, la famiglia, l'arte
e la professione di Amedeo Vella confluiscono quindi a Vibo Valentia dove
eleggerà la propria residenza fino alla scomparsa. E' maestro di
musica presso il locale Orfanotrofio, ora Valentianum, e direttore del
complesso bandistico degli allievi che lo frequentano.
L'antico Valentianum
di Vibo Valentia
L'attuale Valentianum, ex complesso
conventuale dei Domenicani, fondato nel 1455, nel 1810 era stato adibito
ad ospedale militare e nel 1852 ad orfanotrofio provinciale ed istituto
agrario e tecnico industriale.
Era abbastanza naturale quindi
che il Vella insegnasse ai suoi allievi a suonare, dirigendole, le proprie
composizioni, compresa Una lacrima sulla tomba di mia madre, per
poi inserirle nella scaletta di esecuzione sia durante i riti della settimana
santa che in occasione di funerali pubblici o privati che ancora oggi nel
vibonese si avvalgono della presenza della banda musicale. Brano questo,
composto a soli 11 anni in occasione della morte della mamma, che si rivela
fin da subito un vero e proprio successo. Dagli ingredienti verdiani accattivanti,
con fasi melodiche e crescendi che spaziano tra la commozione e la drammaticità,
lo spartito capolavoro di Vella passa nelle mani dei capimusica di tutto
il territorio vibonese e poi regionale, costituendo il punto di forza nelle
esecuzioni di ogni complesso bandistico, fino a divenire la marcia funebre
più richiesta e amata dai musicofili di ogni paese, anche dai tropeani,
molto competenti nel campo di musica colta, che in quel tempo avevano a
disposizione addirittura due bande musicali con i relativi palchi fissi
per le loro esibizioni: quello di piazza Ercole apparteneva alla banda
municipale chiamata anche 'grande', e l'altro di proprietà di quella
'privata' era collocato presso la 'rotonda' di viale Tondo. E' da supporre
che il Vella si sia anche fatto venire la voglia o la curiosità
di assistere, se non a dirigere - come poteva accadere in certe occasioni
- i loro concerti.
Nel 1950, a poco meno di una
trentina di anni dalla morte del maestro Vella, il tropeano Antonio Sposaro
proveniente dal Preventorio di Tropea, entra a quattordici anni nell'orfanotrofio
di Vibo e diviene allievo del maestro Loschiavo di Maierato, successore
di Amedeo Vella.
Totò studia musica, gli
viene assegnato il flauto ed è inserito nel complesso bandistico
dell'orfanotrofio.
A distanza di Sessantanni siamo
andati a trovare Totò Sposaro nel suo laboratorio di falegnameria
di via Libertà, per ricordare e farci raccontare quei tempi,
dove dentro l'Istituto per almeno quattro anni ha continuato a soffrire
la disciplina 'militare' - i vibonesi chiamavano gli allievi dell'Orfanotrofio
'sordatei' - e la vita non certo comoda in un edificio vetusto e terremotato,
per giunta nell'immediatezza di un periodo molto particolare, del dopo
guerra, quando cioè dice Totò 'non c'era nemmeno il tempo
nè il pretesto di sognare'. Nell'Istituto però 'u sordateu'
Totò poteva respirare a pieni polmoni un'aria davvero straordinaria,
come quella di un'opera di Verdi, di Mascagni, di Cilea, e del Maestro
Amedeo Vella, e di cui continua a nutrirsi. Stiamo già ascoltando
nella finestra video la voce di Totò che racconta commosso quell'esperienza
con il sottofondo di Una lacrima sulla tomba di mia madre.
Buona visione e buon ascolto
a tutti.
©TropeaMagazine