Francesco Cassiano de Silva. Veduta di Tropea tratta dall'opera manoscritta
''Regno napoletano anatomizzato dalla penna di D. Fran.co Cassiano De Silva lombardo', 1708.
Biblioteca Nazionale di Vienna.

La Veduta manoscritta di Tropea
di Francesco Cassiano de Silva

di Salvatore Libertino


Poco si conosce di Francesco Cassiano de Silva, cartografo, incisore e disegnatore lombardo, ma di estrazione spagnola. Nelle sue opere si autodefinisce 'spagnolo' mentre nella copertina dell'Album manoscritto (1708), custodito nella Biblioteca Nazionale di Vienna, si autoproclama 'nobile milanese'.
Attivo a Napoli e in tutto il Regno negli anni che vanno dal disastroso terremoto del 1688 ed il primo decennio del 1700, si devono a questo personaggio misterioso alcune originali piante e vedute della città di Napoli e dell'intero Regno.
La sua prima opera è la 'Accuratissima e Nuova delineazione del Regno di Napoli' in 20 carte, pubblicata da Antonio Bulifon nel 1692. Le carte regionali e quella d'insieme ripropongono, con poche varianti le tavole realizzate da Magini e pubblicate dal figlio Fabio, nel 1620. Le principali novità si registrano nell'area napoletana e nelle isole, che erano le uniche zone nelle quali si manifestava una certa attenzione 'cartografica' da parte della corona vicereale.
Cassiano de Silva lavorò con G.B. Pacichelli e sue furono i disegni/incisioni delle vedute delle città, tra cui quella nota di Tropea, contenute nella pubblicazione postuma dell'abate pistoiese 'Il Regno di Napoli in prospettiva, diviso in dodici provincie', Napoli 1703.
Nel citato Album manoscritto viennese 'Regno napoletano anatomizzato dalla penna di D. Fran.co Cassiano De Silva lombardo' ritrasse numerose vedute di Napoli e 175 centri urbani, preminentemente sedi diocesane, accompagnate da concise ma efficaci annotazioni. Fra queste vi è l'immagine poco conosciuta di Tropea accompagnata dal seguente cenno storico che mette in evidenza l'organizzazione ecclesiastica della Città e della Diocesi, così come era avvenuto nella pubblicazione del Pacichelli, fino a contrarre con la versione precedente numerosi plagi:

'TROPEA
f. 259 Tropea in Calabria Ultra - Tropea 8f.139 D)
Fra il contrasto degli Autori che confusamente parlano della fondazione sua senza nominarsi la loro lite, si crederà che ella sia antichissima sino dagli Ausoni ed Enotrii che la trascurarono sin dal tempo di Giustino come sterile di Olivi e di Vino, benchè colmo di Agrumi e di frutti ed industriosa per li grossi Panni che vi si fabricano et esitandosi fuori oltre quelli nelle sue Fiere. E' assai numerosa di popolo, soggetta alla Corona di Spagna con varie altre dipendenze.
Sino al Concilio Romano sotto Simaco Papa e nel secondo Niceno vi si contano i suoi vescovi, e la Mitra unita a quella di Amantea sino al Tempo di Benedetto duodecimo amministrandosi per lunga serie d'anni da Prelati Greci, col quale nome camminano hoggi i suoi Casali, e nella sua Cattedrale col titolo di Protettrice vi si venera il Corpo di Santa Dominica trasportata per opera angelica dal luogo del suo Martirio a quello de suoi Natali. Dentro di questa giurisdizione viene servita da sei Dignità, e diciotto Canonici ricchi di prebende con altri Preti e Chierici. Vi si aggiungono Quattro Parrocchie, Otto Conventi, Tre Monasterij di Monache, quattro Confraternite, lo Spedale ed il Seminario.
Nel Tempio di S. Francesco adoransi una delle spine della corona del Redentore. La sua diocesi si stende in 24 Casali uniti con la Città, ed altri otto fuori con l'ambito di 60 miglia, includendovi l'Amantea, Aiello, Fiumefreddo e Belmonte con nobili Case col numero di 31 e di fuochi 2023.'

E' possibile fare il riscontro tra le due versioni rileggendo il testo del Pacichelli.


Veduta di Tropea tratta da G.B. Pacichelli 'Il Regno di Napoli in prospettiva, diviso in dodici provincie', Napoli 1703.

Nella nuova veduta acquarellata di Cassiano de Silva si riscontrano molte diversità rispetto a quella coeva del Pacichelli. Ciò era sicuramente nell'intento dell'autore, al fine di non ripetere le linee prospettiche del disegno precedente.
Infatti, il punto di osservazione della nuova prospettiva si trova - come la precedente - al largo del mare, ma in una delle feluche che stazionano dietro lo scoglio di San Leonardo. La visuale nasconde quindi i contorni di Tropea, che appare quasi adagiata su di un isolotto. Si vedono chiaramente la cattedrale e sulla sinistra la chiesa di S. Francesco, un pò meno gli apparati del Castello. Si intravedono al centro del disegno le due porte, quella di mare e vaticana lungo la cinta muraria che le collega, così come sono collegate da una stradina. E' ovvio che tale situazione non corrisponde alla realtà nè a quella del precedente disegno: le porte, collocate in punti diametralmente opposti, non sono mai state collegate - quanto meno nel ciglio della rupe - in alcun modo tra di loro.
Da notare poi che tra i piccoli scogli visibili sparsi nello specchio d'acqua ce ne sono un paio con manufatti dirupati: un indizio archeologico? Mentre lo scoglio dell'Isola, che nella veduta di Pacichelli si trova nella perfetta collocazione spaziale, questa volta si potrebbe identificare con la costruzione fortificata che si vede in basso a destra.
L'immagine di Tropea e il relativo cenno storico sono stati tratti dal libro 'Immagini di Napoli e del Regno' a cura di Giosi Almirante, Maria Raffaella Pessolano. Con un saggio di Ornella Zerlenga. Napoli, E.S.I., dicembre 2005.