Tropea. 1952. Veduta aerea dell'area della foce della Grazia/Bulmaria devastata dalla piena dei due corsi d'acqua.
A Tropea preoccupa il dissesto idrogeologico.
Occorre affrontare con attenzione la problematica.
di Salvatore Libertino
Con la timida ripresa dell’estate di San Martino, dopo le recenti piogge torrenziali, il comune augurio di noi tutti sia che la dolorosa sorte capitata al povero Francesco La Rosa faccia riflettere non poco chi a tutti i livelli è preposto ed ha la responsabilità di salvaguardare l’incolumità dei cittadini.
Mi riferisco all’attuale inesistente - da lunghissimi anni - messa in sicurezza dei corsi d’acqua che fluiscono nel territorio di Tropea nel totale stato di abbandono e nell’assoluto degrado ambientale circostante. Ciò è dovuto al fatto che la loro portata, mai apparsa considerevole, non abbia costituito un vero campanello d’allarme, se non solo poche volte.
Anche se i corsi d’acqua - Grazia, Bulmaria, Lumia, Annunziata - nel lontano e recente passato per le loro particolari caratteristiche sono stati oggetto di studi, questi non furono mai approfonditi né accompagnati, quando in epoca recente lo avrebbe richiesto l’innegabile cambiamento climatico, da indispensabili interventi mirati e adeguati neppure nel rispetto delle più elementari misure di sicurezza riguardo a manutenzione degli alvei spesso ‘a scomparsa’ in piena rete urbana cittadina (Annunziata), o in punti strategici pericolosissimi come nella fase terminale della Lumia, il cui corso ai primi del Novecento, durante i lavori di realizzazione dell’approdo, fu dirottato verso lo sbocco a mare dietro il molo attraverso lo scavo di una galleria nello Scoglio di San Leonardo. Ciò per evitare il sicuro e disastroso interramento della nuova area portuale, nella quale andava a sfociare prima del 1913.
Tropea. 1920. Fotocartolina Tip. Sacro Cuore. L'ampio letto della Lumia.
La lingua di acqua in azzurro è il mare che arrivava alla scala dei Carabinieri.
Mio padre mi raccontava che appena arrivato all'ultimo gradino della scala si tuffava in mare.
E’ inoltre risaputo che il letto della Lumia nella fase terminale è pressoché inesistente e il flusso nelle vicinanze della “grotta” del San Leonardo è costretto a passare sotto costruzioni abitative.
Negli anni Cinquanta la Lumia ha dato prova di inondazione e recentemente si è corsi ai ripari per agevolarne il deflusso con lavori di sterro e pulizia scongiurando il tracimamento e conseguente inondazione ai danni degli abitati con il possibile interramento dell’area portuale.
L’Annunziata – è noto - a gennaio dell’anno scorso in Contrada Argani è uscita fuori dal corso ‘sotterraneo’ provocando uno smottamento in prossimità della strada provinciale e continuando la corsa tra fango e detriti in una pericolosa gincana tra le case di viale Don Mottola fino al mare riappropriandosi dell’antico solco, quello dell’attuale sottopasso che rasenta il complesso alberghiero ‘Rocca Nettuno’, e danneggiando la struttura del depuratore, costruito a suo tempo nel letto della fiumara.
Tropea. 1918. Veduta del fiume Grazia. Fotocartolina di Gaetano Cortese
Altro depuratore qualche settimana fa è stato messo fuori uso dalle acque della Grazia, che nel passato veniva definito ‘fiume’, perché alcune volte, come qualche settimana fa, nel tratto terminale aveva assunto - anche a causa della confluenza della Bulmaria – l’aspetto e la portata di un vero e proprio fiume con il conseguente rischio di travolgere persone e cose e minacciare l’interramento dell’area portuale. C’è da sottolineare che la rampa che permette il raccordo tra strada provinciale e Contrada Marina segue lo stesso tracciato del letto della Grazia.
Ora occorre limitare i danni e ricorrere ai ripari, prestando la massima attenzione al problema attraverso una costante e scrupolosa opera di monitoraggio e pulizia dei corsi d’acqua, predisponendo ogni accorgimento affinché vengano nei tratti pericolosi rimodellati alvei e argini e rimossi gli impedimenti o restringimenti che procurano possibili rallentamenti al regolare deflusso delle acque.