L'Uccelletto di Andrea Bocelli
 

Era d’Agosto e un povero uccelletto ferito dallo fionda di un maschietto
andò per riposare l’ala offesa, sulla finestra aperta di una chiesa.

Dalle tendine del confessionale il parroco intravide l’animale ma,
pressato dal ministero urgente, rimase intento a confessar la gente.

Mentre in ginocchio alcuni altri a sedere dicevano i fedeli le preghiere,
una donna, notato l’uccelletto, lo prese al caldo e se lo mise al petto.

D'un tratto un cinguettio ruppe il silenzio
e il prete a quel rumore il ruolo abbandonò di confessore.

Scuro in viso peggio della pece, s'arrampicò sul pulpito e poi fece:
“Fratelli! Chi ha l’uccello per favore esca fuori dal tempio del Signore!”

I maschi, un po’ stupiti a tal parole, lenti s'accinsero ad alzar le suole,
ma il prete a quell'errore madornale “Fermi” gridò “mi sono espresso male!

Rientrate tutti e statemi a sentire, solo chi ha preso l’uccello deve uscire!”
A testa bassa, la corona in mano, cento donne s'alzarono pian piano.

Ma mentre se ne andavano ecco allora che il parroco strillò:
“Sbagliate ancora, rientrate tutte quante figlie amate che io non volevo dir quel che pensate!

Ecco, quello che ho detto torno a dire, solo chi ha preso l'uccello deve uscire,
ma, mi rivolgo, non ci sia sorpresa, soltanto a chi l'uccello l’ha preso in chiesa!”

Finì la frase e nello stesso istante le monache s'alzarono tutte quante
e con il volto pieno di rossore lasciavano la casa del Signore.

“O Santa Vergine!” esclamò il buon prete “Fatemi la grazia se potete.
Poi senza fare rumore dico, piano piano s'alzi soltanto chi ha l’uccello in mano!”

Una ragazza che col fidanzato s'era messa in un angolo appartato
sommessa mormorò con viso smorto “Che ti dicevo, hai visto? Se n’è accorto!”