BRATTIRò 27 SETTEMBRE 2010
FESTA DEI SS. MEDICI
COSMA E DAMIANO
La Festa dei Santi Medici
COSMA E DAMIANO
a Brattirò
di Giuseppe Furchì
L'uscita dei Santi
La festa di Cosma e
Damiano, la più sentita a Brattirò, si svolge tra il 25 ed il 27 settembre, in
un triduo di festeggiamenti. Contemporaneamente si svolge il mercato che
sostituisce l'antica fiera la quale, ormai, non può essere più fatta perchè la
presenza del bestiame necessita di spazi particolari e specificamente
attrezzati. La festa è molto antica e coincide un pò con la storia del paese.
Attualmente, i Santi Medici Cosma e Damiano, si festeggiano nella chiesa
principale, che è intitolata a San Pietro Apostolo.
Fino al secolo scorso, intorno al
1898, la cerimonia si svolgeva, invece, in una chiesetta di periferia di circa
100 mq e veniva gestita dalla Curia di Tropea, che è stata sede vescovile fino
al 1962. Successivamente la ricorrenza è stata trasferita nell'attuale chiesa
parrocchiale. I Santi erano due fratelli medici provenienti dall'oriente che
sono stati martiri nei primi secoli del cristianesimo. Nella novena si ricorda,
infatti, il Governatore di Lisia. Il culto è antichissimo, risale a circa il III°
secolo d. C.. In Calabria esiste un grande santuario dedicato a Cosma e Damiano,
a Gerace, molto più antico di quello di Brattirò. Anche in Puglia dove, a
Bitonto, si conservano le loro reliquie, si vererano i due Santi. Nella chiesa
di Brattirò c'è pure una reliquia che viene attribuita ai Santi Medici. Si
conserva una teca dove è riposto un ossicino che, come si crede, appartiene ad
uno dei due Santi. Per alcuni anni, in qualche occasione, la reliquia è stata
esposta ai piedi delle statue dei Santi, ma questo ha creato delle confusioni
tra i fedeli ed è stato preferibile non metterla più in mostra. Non ci sono però
documenti storici che garantiscono l'autenticità della reliquia e tutto rimane,
quindi, avvolto nel mistero.
La festa ed il culto richiamano
molta gente che arriva da tutto il circondario. La manifestazione religiosa è
preceduta dalla novena: per nove giorni vengono letti in chiesa, di sera, dei
versetti seguiti, poi, dalla messa.
Il 27 settembre c'è una grande
affluenza di pellegrini i quali, un tempo, arrivavano anche a piedi. In questo
giorno viene celebrata la messa all'aperto, per dare a ognuno la possibilità di
seguirla, visto che ogni volta vi assistono almeno quattromila fedeli e la
chiesa non potrebbe certo contenerli tutti. I Santi Medici vengono definiti
guaritori del corpo, dei taumaturghi, vista anche la loro attività. La gente,
tendenzialmente emotiva, va spesso dai Santi così come va dal mago guaritore,
sperando di poter ottenere delle risoluzioni ai propri problemi di salute.
Dopo la messa si svolge la
processione, con le due statue dei Santi fatte di gesso. Si gira per le strade
del paese con al seguito la popolazione. Le numerose bancarelle che,
generalmente, si dispongono ai lati della strada, creano però della confusione,
impedendo spesso il normale svolgimento della funzione. Si è cercato, attraverso
un'ordinanza comunale, di farle piazzare da un lato solo ed avere così un
passaggio più libero per la processione.
Nel pomeriggio si svolge l'asta
delle offerte votive portate ai Santi dai fedeli. Si tratta soprattutto di
dolci, piante ed anche qualche animale. Vengono proposti al miglior offerente ed
il ricavato viene utilizzato per la festa popolare. Questa vede la
partecipazione di una banda musicale sinfonica e di qualche cantante di grido
per divertire le numerose persone presenti. Alla fine ci sono i fuochi
pirotecnici che sanciscono la chiusura dei festeggiamenti.
Nel 1975 si spendevano 5-6
milioni, ai nostri giorni si è raggiunta una somma abbastanza considerevole. In
questo budget vengono considerate le spese per i fuochi d'artificio, le
luminaria, l'onorario del cantante, etc... La raccolta del danaro viene fatta in
modo abbastanza democratico e spontaneo ed è stato eliminato quel vecchio
quaderno in cui si doveva scrivere il nome dei contribuenti, facendola apparire
quasi come una sorta di tassazione. Questo sistema è stato sostituito da una
busta che viene consegnata ai cittadini, i quali inseriscono la somma di danaro
il cui importo è a loro discrezione. In seguito, alcuni responsabili della festa
fanno la raccolta delle buste casa per casa.
Un'usanza caratteristica che
ancora si pratica è quella della riffa, in cui si vendono dei biglietti i cui
numeri vengono, poi, estratti a sorte. La somma più cospicua per la festa, circa
il 40%, arriva proprio dalla vendita di tali biglietti, mentre la donazione
nelle buste contribuisce con il 30% circa. E' stata, invece, eliminata la prassi
di raccogliere il danaro durante la processione, mentre la statua del Santo
viene fatta girare per il paese. Sembrava più un forma di esibizionismo donare i
soldi solo se il Santo passava davanti alla propria casa. In alcuni paesi si
sente dire che il Santo si avvicina addirittura sotto il balcone dei fedeli per
avere il danaro. Non mi sembra un corretto esempio di devozione e di
religiosità.
A Gasponi si venera San Acendino,
il cui culto ò stato introdotto dai Basiliani. E' un Santo Persiano, vissuto nei
primi secoli del cristianesimo. Molte persone del luogo utilizzano come nome di
battesimo quello di Chindalo, che sarebbe un diminutivo di Acendino. La
venerazione coincide sicuramente con la costruzione della chiesa, alla quale
venne dato il nome per identificarla.
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