Preti, pretini
e pretoni....
di F. Vallone
S’intitola “Il clero della diocesi
di Mileto – 1886/1986” ed è una vera e propria storia sociologica
del clero della diocesi di Mileto scritta dal di dentro ma senza alcun
condizionamento, smascherando all’occasione colpe e riscoprendo, allo stesso
tempo, pregi e qualità. Una lettura e una riscrittura effettuata
seguendo antichi inediti carteggi, testimonianze documentarie scritte e
orali. Storie ordinarie e straordinarie di preti, atti d’amore verso la
Chiesa e opere sociali proiettate dalle chiese sul territorio. Sono tanti
e improponibili i detti popolari del vibonese sui preti. Detti popolari
forti per far capire, senza ombra di dubbio, distanze e preclusioni. Ma
quale tipo di visione poteva esserci sul territorio della diocesi di Mileto,
quale rapporto tra i fedeli e i preti, al di là del momento liturgico
della messa?
Lo studio di Don Filippo Ramondino, appena
uscito in libreria per la casa editrice Qualecultura diretta da Francesco
Tassone, analizza cento anni della millenaria storia della diocesi di Mileto.
Cento anni di preti, pretini e pretoni, uomini poveri, modesti, devoti
o potenti e nobili che hanno fatto della loro vita la vita della Chiesa
di Cristo.
Orfani
del terremoto 1905
Come scrive il vescovo Domenico Tarcisio
Cortese nelle pagine di presentazione del volume “il prete è
una vita chiamata, consacrata, donata perché con la sua dedizione
totale ed esclusiva, gioiosa e generosa, possa servire la Chiesa “popolo
di Dio” nella dimensione evangelica del servizio sulle orme di Cristo,
che non è venuto per essere servito, ma per servire donando tutta
la sua vita fino alla morte di croce”.
I preti gruppo, i preti persone, la vita
del prete, c’è proprio tutto in queste interessanti pagine. E in
queste pagine abbiamo incontrato un’altra frase importante, di quelle che
bisogna sottolineare di rosso: “il prete esprime la vitalità
e la fecondità della comunità cristiana, mentre la comunità
è il riflesso e lo specchio della dedizione e dell’amorevole cura
del clero” e poi, in un rimarcare ancora più forte: “la crisi
della vocazione è sempre crisi della comunità”.
Don Filippo Ramondino, attraverso questo
prezioso cofanetto contenente due raffinati volumi, sapientemente curati
nella veste grafica da Adhoc, sfiora e approfondisce, nei cento anni
di vita e di storie che vanno dal 1886 al 1986, un percorso umano e istituzionale,
un percorso composto dal clero diocesano calabrese.
Molti dei protagonisti di questa storia forse appaiono per la prima volta in un libro stampato, i loro nomi sono contenuti sicuramente nei libri manoscritti ecclesiastici conservati negli armadi delle chiese, libri dei morti, libri dei battezzati, libri dei matrimoni, o negli appunti “ai posteri”. Migliaia di pagine che hanno fermato per sempre altre storie laiche e personali, sacralizzato storie d’amore, ultimi giorni terreni, attimi di eternità, giorni unici, importanti, felici, tristi. Giorni da ricordare, giorni da dimenticare, memoria e dimenticanza. Giorni, mesi, anni che formano un intero secolo tra ben più vasti millenni. Questi preti raccontati oggi non ci sono più ma si ritrovano tutti assieme nel dizionario bio-bibliografico di Ramondino per raccontare ancora con le loro vite-servizio. Nel vasto archivio della diocesi di Mileto Filippo Ramondino scava in profondità per far parlare i documenti inediti, quelli più nascosti, quelli che sembravano normali, poco interessanti per altri. Da questa certosina ricerca riaffiora un vero universo, una storia complessa dove l’azione e l’impegno del clero, l’associazionismo cattolico, i preti con le stellette, la formazione ecclesiastica escono fuori tra forti resistenze culturali tipiche di calabresi e meridionali, e poi asperità territoriali e geografiche, emigrazione, isolati curati di piccole chiese di campagna lontani da tutto. Dopo i cenni storici della diocesi di Mileto, Ramondino passa ai dati biografici dei vari vescovi. Ma la parte interessante viene dopo, quando si apre alla lettura la tematica del come sono state affrontate, dai vari preti in ambito locale e diocesano, le svolte epocali, i catastrofici eventi naturali e i grandi globalizzanti fenomeni sociali, i tanti ripetuti terremoti, le carestie, l’emigrazione, le povertà e la fame, le guerre. Tutto questo ha avuto una forte e naturale influenza anche sulla diocesi di Mileto, sulla Chiesa locale, sulla profonda religiosità delle persone e sulle dinamiche dell’ambiente sociale e culturale.
Seminario
1908
Nel primo volume don Filippo Ramondino
affronta il tema della formazione del clero nella diocesi di Mileto, la
storia più antica, quella millenaria, con il personale insegnante,
le varie classi di studio, la formazione dei preti del primo novecento
in questa vasta e popolosa diocesi di Mileto. Prima del secondo capitolo
un inframezzo di trentadue pagine di immagini e didascalie fanno letteralmente
immergere il lettore in questo mondo riportato oggi in bianco e nero dalle
foto d’archivio che ritraggono i tanti alunni del seminario vescovile,
i momenti di ricreazione nell’atrio del seminario, i superiori e gli alunni,
il cortile, il refettorio, i palazzi austeri, il Convitto Filangieri, e
poi ancora altre icone del tempo passato, immagini del terremoto del 1908,
il seminario estivo di Nao, quello sulla spiaggia di Sant’Irene di Briatico,
la cappella del seminario di Mileto, lo studio, i dormitori, i momenti
di svago, le ordinazioni sacerdotali, le foto di gruppo e gli attimi fermati
dei momenti importanti come potevano essere la messa in posa di una prima
pietra, i pellegrinaggi, gli esercizi spirituali, le vestizioni, le consacrazioni,
le visite pastorali, l’ingresso in diocesi, le processioni e il congresso
catechistico.
Momenti, attimi, particelle iconografiche
di un mondo complesso che sfiora, penetra, s’incontra e vive profondamente
con l’esterno e con la gente. Il secondo capitolo s’intitola “Identità
e ministero pastorale prima del Concilio Vaticano II”, i temi trattati
le tensioni sociali del clero, l’associazionismo, l’emigrazione, i preti
con le stellette nelle due grandi guerre mondiali, il sostentamento economico,
le chiese e l’abitazione dei parroci, l’impegno parrocchiale nel dopoguerra,
l’impegno sociale e assistenziale, la disciplina ecclesiastica. Si passa
subito dopo al capitolo successivo con il dopo concilio Vaticano II. Un
capitolo che tratta le crisi, la contestazione, la crisi delle vocazioni
e dell’identità, lo smembramento della diocesi e il problema della
sede diocesana, il tramonto di istituzioni e tipologie clericali, i curati
di campagna, la riforma liturgica, l’impegno pastorale, sfide di un tessuto
sociale malato e imborghesito, il consiglio presbiterale, quello pastorale
e gli organismi interdiocesani.
Le conclusioni sono, a nostro parere,
una preziosa chiave di lettura per tutto il lavoro, consigliamo di leggerle
prima di iniziare a leggere lo stesso libro. Il secondo volume del cofanetto
è un dizionario bio bibliografico del clero della diocesi nello
stesso spazio temporale trattato nel primo volume e quindi i due volumi
si supportano sapientemente a vicenda. Presentato dal vescovo emerito di
Lamezia Terme monsignor Vincenzo Rimedio, il volume propone le tante esperienze
sacerdotali del secolo scorso, quali trattate con un profilo soddisfacente
quali con dati minimi a causa di inesistente documentazione. Da Acquario
Girolamo di Arzona a Zupo Nicola di Mileto, centinaia di preti, pretini
e pretoni. Preti, tutti diversi l’uno dall’altro ma tutti fedeli in Cristo.