Una parte della massa rocciosa staccatasi dalla rupe

 

La scala dei carabinieri

tra pietre, capperi, canne, ficare

 e un bastardino innamorato

 

di Salvatore Libertino

 


Durante la notte sul 20 settembre, a seguito delle copiose precipitazioni dei giorni antecedenti, nei gradini in discesa della penultima rampa della ‘scala dei carabinieri’ si è verificato l’impatto di un masso di considerevole grandezza che staccandosi dalla rupe all’altezza della parete della stessa rampa, è rotolato fino ad arrivare all’inizio della rampa sottostante, spezzandosi lungo il percorso in più parti, senza creare alcun danno a persone. La mattina dopo, la Polizia Municipale ha provveduto a transennare la scala.

Non è la prima volta che accadono sulla ‘scala dei carabinieri’ episodi franosi del genere, come quello del 10 agosto 2007, quando il distacco massi dalla rupe aveva interessato anche la parete rocciosa all’altezza del Palazzo Gabrielli/Casa di Don Mottola, investendo per grande tratto l’asfalto della strada sottostante del lungomare.

Si tratta di un malessere endemico che da decenni affligge l’intera cinta della rocca su cui sorge la città che, ad ogni episodio, solleva molte domande a cui non viene data alcuna risposta certa e molte problematiche mai risolte per quanto attiene la stabilità e la sicurezza dei palazzi che affacciano sulla rupe.

In effetti, dagli anni cinquanta ad oggi i ripetuti interventi di bonifica all’acrocoro arenario, compreso lo scoglio dell’Isola, per rendere più sicure e più solide le abitazioni non hanno dato gli esiti sperati e promessi. Essi si sono dimostrati solo palliativi e basta.

Siamo voluti andare sul posto per capire la dinamica di tale distacco e ci siamo resi conto che la causa di quello che è successo non è da imputare solo alla pioggia.

Oggi 23 settembre, i reperti della vicenda sono visibili sul posto, compresi i massi che giacciono dal giorno della caduta sui gradini segnati ancora dall’impatto e dal rotolamento. Ed è facile individuare nelle immediate vicinanze la parte della rupe che li ospitava qualche giorno prima. Intorno a loro vi è un arbusto di capperi il cui tronco è reciso di fresco. Sulla parete rocciosa nel punto in cui si è creato l’incavo lasciato dal masso che ora è a terra, si nota la stessa pianta con il tronco, anche questo, reciso. Ciò significa che il masso era stato col tempo sezionato e scalzato dal resto della roccia ad opera della pianta. La forza della pioggia poi ha fatto il resto, facendolo cadere e rovinare sulla scala.

La pioggia quindi è sicuramente una concausa che si associa a quella dell’azione dirompente provocata dalla lenta crescita delle piante che attecchiscono dovunque nella rupe ed in particolare sulle pareti della ‘scala del carabinieri’.

Anche molti gradini di travertino si stanno allontanando di gran misura dal livello del muro della scala spinti dalla forza d’urto dei tronchi, visibili, che hanno perforato e superato lo spessore del muro.

Ciò potrà essere constatato nel contenuto del filmato girato il 21 settembre, che fa vedere non solo le centinaia di piante di capperi che crescono da secoli sulle pareti della rupe ma anche altre varietà di piantagioni le cui radici sono molto più pericolose, come quelle di veri e proprie colture di canneti e alberi di fico che imperano sulla parete in tutti gli ordini di posti, dal palazzo Collareto alla Chiesa di S. Demetrio, dall’affaccio al palazzo Giffone (lato mare). Tali colture, che costituiscono veri e propri depositi di spazzatura (vedere il filmato), in molti punti ostruiscono in toto la visuale di uno dei più belli scorci di Tropea sul Porto, pubblicizzata sia nelle guide che nelle stesse insegne lungo i percorsi turistici cittadini.

Per diversi ordini di motivi, non ultimi quelli relativi alla sicurezza, sarebbe quindi auspicabile in particolare lungo l'affaccio e la 'scala dei carabinieri' una bonifica radicale della rupe di ogni tipo di piantagione, e nel contempo una oculata azione di controllo delle parti della roccia che sono in sul punto di staccarsi (come appare evidente sulla stessa parete da cui si è staccato il masso). Con l’occasione, si segnala l’eterna catastrofica situazione del letto del Lumia coperto completamente dal canneto e da altri arbusti in un periodo dell’anno molto pericoloso per gli inevitabili prossimi ingrossamenti delle fiumare.

All'inizio del filmato si vede salire tra i gradini occupati dai massi un piccolo bastardino che ogni mattina raggiunge il centro storico di Tropea proprio attraverso la ‘scala dei carabinieri’ per incontrarsi con la sua cagnetta ‘Mirka’ che abita vicino alla cattedrale. Visto e considerato dagli attuali dibattiti sulle pagine dei giornali, che ai tropeani non importa nulla della ‘scala dei carabinieri’, saremmo lieti che il presente appello venga accolto solo per quel bastardino innamorato, altrimenti finirà schiacciato alla prossima caduta massi….


 
  GALLERIA D'IMMAGINI


Ficare e Capperi

 

Il Bastardino innamorato

Lumia

Panorama impedito dalla vegetazione


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