Don Salvatore Anastasio e lo sfondo panoramico di Tropea
Don Salvatore Anastasio fotografato da Sant'Angelo (Il Messaggero)

Cosa nostra, Chiesa mia
 

di Fabrizio Zampa
da "Il Messaggero" del 5 ottobre 1973
 

Ricerca iconografica "That Life" a cura di TropeaMagazine


Don Salvatore Anastasio, nato a Tropea nel 1919 e morto l'altro ieri di cancro al policlinico Gemelli di Roma. Un prete calabrese. Un uomo dalle spalle larghe e dalla testa dura. Un uomo che non si è mai arreso neanche di fronte all'evidenza. Un uomo che fino all'ultimo respiro si è battuto per difendere la memoria dei fratelli Albert e Antonio. Tempo fa, mentre Alberto Sordi stava finendo di girare il film "Anastasia mio fratello" tratto dal suo libro pubblicato nel 1964, lesse sui giornali che la pellicola parlava del <<capo dell'anonima assassini>>. Venne a Roma e disse: <<Non "capo dell'anonima assassini": presunto capo. Perchè su mio fratello Albert sono state dette tante cose, ma nessuno è mai riuscito a provarle. Lasciatemi avere quindi il mio "ragionevole dubbio">>. Questa è la mia registrazione della sua ultima <<confessione>>. Forse ingenua, ma ragionevolmente sincera.

Albert Anastasia con la moglieJames McBratney. Mandante: Carlo Gambino; Esecutore: John GottiRoy de Meo. Mandante: Paul Castellano; Esecutore: Nino Gaggi

Albert Anastasia con la moglie. James McBratney (Mandante: Carlo Gambino; Esecutore John Gotti). Roy De Meo (Mandante: Paul Castellano; Esecutore: Nino Gaggi)

<<Tutti i miei fratelli sono stati sempre ingiustamente perseguitati dalla stampa americana, perchè quando uno si interessa di una moltitudine di operai, specialmente dei sindacati del porto di New York, allora è avversato dai capitalisti, i quali a loro volta sono intimi amici dei politici e della stampa. Noi fratelli Anastasio (il cognome diventò Anastasia in America perchè lo pronunciavano meglio), in origine eravamo nove: Raffaele, Francesco, Alberto, Antonio, Giuseppe, Gerardo, Luigi e io. Poi c'è una sorella, Maria. Siamo rimasti vivi in quattro: io, Raffaele, Francesco e Maria. Gli altri sono tutti morti, Luigi in Australia dov'era emigrato e gli altri in America. E io, che sono il più piccolo, ho vissuto tutto il loro dramma di persecuzioni, malintesi, calunnie, perchè le opere dei miei fratelli sono ancora una testimonianza vivente di quanto hanno fatto per i poveri portuali, per gli scaricatori.

 Paul Castellano. Mandante: John GottiAlbert Anastasia. Mandante: Vito Genovese. Esecutore: Crazy Joe GalloAlbert Anastasia. Mandante: Vito Genovese. Esecutore: Crazy Joe Gallo

Paul Castellano (Mandante John Gotti). Albert Anastasia (Mandante. Vito Genovese; Esecutore: Crazy Joe Gallo). Albert Anastasia  (Mandante. Vito Genovese; Esecutore: Crazy Joe Gallo)

C'è una clinica che cura oltre 10 mila persone fra operai e famiglie, c'è l'assicurazione contro le malattie e la disoccupazione, c'è un club dove gli operai passano il loro tempo libero, c'è un ambulatorio con 14 dentisti sempre in servizio. <<C'è una statua di Antonio che chiunque, passando per Union Street, la via dei sindacati, può vedere. Come fu fatto tutto questo? Con un'idea originale di Antonio suggerita da Alberto, di prendere un soldo, cioè cinque centesimi, ogni dollaro guadagnato dagli operai, e due soldi, dieci centesimi, dagli industriali.
<<Ora io dico: ma perchè furono avversati? Per interesse. Se Albert fosse stato un operaio semplice nessuno avrebbe parlato di lui. Ma quando uno si cura di diecimila operai, allora questo urta interessi colossali.
<<Ecco perchè si è scatenata tutta quella ferocia umana contro i fratelli Anastasia. Cosa c'è di vero in quello che si è detto? Loro non furono mai intaccati, Alberto sì, una volta, lo confesso, fu condannato alla sedia elettrica nel 1922. L'accusarono, aveva 16 anni, di avere ucciso un uomo, la stampa americana già lo faceva passare per un boss della malavita, mentre il suo nome con la malavita non c'entrava. Perchè in America bisogna sapere una cosa:  i veri boss vivono e muoiono tranquillamente, sono affiliati ai politicanti.

Carmine GalanteFrank Costello: Vito Genovese. Esecutore: Vincent GiganteBugsy Siegal. Mandante: Lucky Luciano. Esecutore: Frankie Carbo

Carmine Galante. Frank Costello (Mandante: Vito Genovese, Esecutore: Vincent Gigante). Bugsy Siegal (Mandante: Luky Luciano; Esecutore: Frankie Carbo)


<<Nei periodi elettorali si parla di rimpatriare tizio o caio per avere l'appoggio dei loro amici. Quando l'appoggio è arrivato, i politicanti non parlano più di rimpatrio: tizio e caio sono necessari, sono diventati il sottogoverno americano.
<<E Alberto, nel 1922, non aveva ucciso: nel 1955 un compaesano di Palmi mi confessò in punto di morte che era stato lui. Era con Albert al porto, un uomo gli sparò, lui fu più svelto e salvò la vita di mio fratello. E mio fratello non lo tradì neanche di fronte alla sedia elettrica.
<<Questa è la storia dei miei fratelli, che si sono prodigati per gli altri senza lasciare ricchezze favolose, se no anch'io da prete sarei ricco mentre sono un povero prete di campagna. Nei 18 anni passati a New York sono stato molto vicino ai miei fratelli. Ho chiuso gli occhi di quattro di loro, l'ho assistiti fino all'ultimo istante. Il giorno che Alberto fu assassinato avevo appuntamento con lui. Era il 25 ottobre 1957, mentre andavo da lui, avevo una modesta
macchina, sentii alla radio la notizia.
 <<Non so come sono riuscito a arrivarci, a cento all'ora sono andato lì, nella sala della barberia, mi sono gettato in ginocchio, l'ho benedetto, ma era già morto.
I giornalisti mi hanno chiesto: e lei chi è, padre? Io volevo dire siete dei poveri ignoranti, basta guardarmi, vedete se gli rassomiglio o no, ma non ho risposto, ho detto sono un prete, m'hanno chiamato a dare l'ultima assoluzione.
<<Perchè hanno ucciso Alberto? Perchè mio fratello Antonio stava diventando troppo grande. Si parlava di farlo presidente di tutti i sindacati portuali degli Stati Uniti. Alberto poi aveva un'industria di vesti da donna nella Pennsylvania e s'era inserito nel garment district di New York, nel rione dei commercianti di abiti. Questo non piaceva nè agli ebrei nè agli italiani di origine siciliana, perchè lì mors tua vita mea. Perchè lì l'industriale e il commerciante quando si tratta di affari passano sopra al corpo del loro stesso padre. Lì i valori spirituali sono completamente ignorati.
<<L'idea quindi era questa: eliminare uno che si vuol fare strada in questo rione della moda, e eliminando lui diamo un colpo anche al fratello Antonio che sta salendo troppo. E così è avvenuto.
<<Ucciso Alberto, Antonio si ammalò e nel marzo del 1963 se ne andò pure lui. Alberto era un buon padre di famiglia, che credeva non ad avere un figlio ma ad averne una dozzina, e ne ebbe quattro che mandava alle scuole cattoliche, la domenica li portava lui stesso a messa, alla chiesa dell'epifania. Io andai in America nel 1946. Chi mi ha mantenuto agli studi e a Ero come la pupilla degli occhi suoi, il tempo da spendere con me lo trovava sempre, in tutte le feste, matrimoni, battesimi, mi voleva sempre al fianco suo.
Molti non la vedevano bene questa cosa, dicevano chissà che cosa ne vuoi fare di questo fratello prete. C'era un certo senso di gelosia per me, in società, ai ristoranti, e io dicevo ma perchè parlano così?
<<A New York ho sofferto molto per imparare la lingua. Studiavo giorno e notte anche i sogni li facevo in inglese. Dopo otto mesi parlavo e predicavo in inglese.

 Angelo BrunoRaymond e Rosario Porello. Mandante e esecutore: Frank BrancatoStrage di S. Valentino. Mandante: Al Capone. Esecutore: Tony Acardo e altri

Angelo Bruno. Raymond e Rosario Porello (Mandante e Esecutore: Frank Brancato). Strage di San Valentino (Mandante: Al Capone; Esecutore: Tony Acardi e altri).

Per due anni sono stato in una parrocchia di Staten Island, lì ho cominciato a organizzare riunioni di genitori, di giovani, sport, football sia americano che italiano. Poi sono andato nel Bronx, alla parrochhia di Santa Lucia. Anche lì la maggioranza dei fedeli era italiana, i vecchi parlavano ancora italiano, i giovani solo poche frasi. E anche lì ho seguitato a svolgere le stesse attività, riunioni, ricerche di fondi, perchè lì non è lo stato che paga, ma sono i fedeli a raccogliere fondi per avere una scuola cattolica dove mandare i propri figli. Organizzavo anche gare, spettacoli, una sera venne il cantante Sal Mineo, c'erano mille giovani a aspettarlo, sembravano le onde del mare che s'accavallavano.
<<Ogni settimana andavo a trovare i miei fratelli, mi interessavo delle famiglie e portavo notizie di mia madre che era in Calabria. Mi tenevo molto in contatto per sapere del loro lavoro, mi informavo dei portuali: siete contenti? Incontrai un vecchierello pugliese al quale avevano appena fatto la dentiera. Vedendo mio fratello esclamò: Tony, Tony, grazie a te posso di nuovo mangiare. Poveri disgraziati, insomma, che prima non avevano nessuna assistenza. Perchè quando i miei fratelli arrivarono in America gli italiani erano trattati peggio delle bestie.

Dutch Schultz. Mandante: Lucky LucianoTommy Bilotti. Mandante: John Gotti

Dutch Schultz (Mandante: Lucky Luciano). Tommy Bilotti (Mandante: John Gotti)

<<Una volta un vecchio parroco siciliano mi raccontò che nel 1918, quando c'era una causa fra immigrati, il giudice chiedeva solo come si chiamava l'imputato. Se il cognome era italiano, lo condannava. Qualche anno più tardi le cose cambiarono. Da quale parte d'Italia vieni?, chiedeva il giudice. Se venivi dalla Sicilia, ti condannava. Ecco, la giustizia là c'è, la legge esiste, però per chi viene applicata? Per il cittadino americano e basta.
<<Di mio fratello Alberto hanno detto tutto il male possibile. Io ho indagato, ho cercato di capire perchè se oggi viene arrestato domani è liberato. Se la legge è legge deve fare il suo corso. Quindi è chiaro che non hanno mai trovato nessun capo di accusa. L'unico fu l'evasione fiscale, per la quale lì non si salva nessuno, nè avvocati nè dottori. Fu l'unica condanna che Alberto subì, 10 mesi di carcere che fece nel 1954. Mio fratello Antonio, e Alberto gli sedeva accanto, un giorno in una riunione di sindacalisti disse questo: "Gli industriali sono figli di...".  Beh, 4 mesi dopo non esisteva più.
<<Io ho seguito la vita di John Kennedy, e ho scoperto che anche lui, durante una serrata degli industriali dell'acciaio, li chiamò "figli di...". Neanche un anno dopo aveva fatto la stessa fine di Alberto. Non so se sia il caso di accostare le due storie, ma è un fatto che l'America, di fronte all'interesse, non guarda in faccia nessuno. Io non mi potrò mai convincere che in un paese così progredito non siano capaci di trovare i veri assassini di John Kennedy, di Robert Kennedy, di Matin Luther King, ma mettano in vista delle marionette, degli individui che avevano nelle tasche, come l'uccisore di Luther King, due o tre passaporti e biglietti da cento dollari a non finire. Chi gliene aveva fornite queste cose? E' l'organizzazione, che è al di sopra della giustizia.
<<Quando si urta contro un'organizzazione allora non c'è via di scampo. Organizzazione industriali, organizzazioni politiche, organizzazioni d'interessi.
<<Anche oggi, dieci anni dopo aver lasciato l'America, leggendo i giornali americani e le lettere dei parenti, mi accorgo che nulla è cambiato. A Tropea ci sono tornato perchè mia sorella, morta mia madre, era rimasta sola, e ci sono tornato anche per pubblicare il mio libro, visto che negli Stati Uniti nessuno lo voleva stampare.
A Tropea faccio il parroco e insegno religione. Ho requisito un terreno della parrochhia, ci sto costruendo un grande campo sportivo. Come lavoro è lo stesso che facevo in America. Ci sono anime da salvare qui come c'erano lì. Con la differenza che lì non si era tranquilli e qui sì>>.