'Vincenzo Lauro' di Antonio Francesco Parisi
Solo in questi tempi il nome del calabrese Vincenzo Lauro sta riacquistando nel mondo degli studiosi, in Piemonte ed in minor misura in Calabria, parte di quel prestigio e di quella meritata popolarità di cui già nella seconda metà del ‘500 godeva in tutti gli ambienti europei. Vincenzo Lauro, infatti, non fu solo un prelato zelante, un amico di letterati, un consigliere regio e ducale, né un nunzio papale preoccupato di applicare pedissequamente le direttive della Segreteria Apostolica. Fu queste cose, già di per sé importanti, ed altre ancor più importanti......
Vai alla pagina
'Prefazione' di Antonio Francesco Parisi
Sebbene per due volte il nome di Vincenzo Lauro sia stato sul punto di venir segnato nel libro d’oro dei Pontefici romani, quel nome in Calabria, sua patria d’origine, è oggi meno noto che altrove. Di lui al massimo si ricorda che fu cardinale e spesso gli si attribuiscono scritti che, almeno in parte, probabilmente non compose. Né molta fortuna si può dire che il suo ricordo abbia avuto in Piemonte, sua patria d’adozione, salvo per quanto egli operò nel vescovato di Mondovì. Eppure Vincenzo Lauro non fu solo un prelato zelante, un amico di letterati, un semplice consigliere regio e ducale, né un Nunzio soltanto preoccupato di applicare pedissequamente le direttive della Segreteria Apostolica. Fu queste cose e altro....
Vai alla pagina
'La città natale, la famiglia, l'infanzia, i primi studi, i primi impieghi' di Antonio Francesco Parisi
Nei primi anni del secondo ventennio del secolo XVI, durante uno dei suoi lunghi viaggi per l’Italia, capita in Calabria, e visita anche Tropea, il frate bolognese Leandro Alberti. Quando vi giunge, ha negli occhi la verdeggiante piana lametica, l’amenità e la dolcezza delle colline maidesi e la splendida fioritura primaverile vista nella vallata dell’Angitola. Ma Tropea gli appare ancora più "bella" nella lussureggiante cornice verde dei suoi innumerevoli giardini, nell’azzurro splendore del suo limpido cielo e del suo mare...
Vai alla pagina
'Il tutore di Carlo Emanuele (1580 - 1585) - La nomina a Cardinale' di Antonio Francesco Parisi
Vincenzo Lauro giunse a Torino il 17 ottobre e fu bene accolto. Il Santa Croce con la umiltà che caratterizza tutti questi grandi personaggi della contro riforma cattolica una volta cessato l’alto compito del quale erano stati investiti, passa le consegne al successore e si ritira disciplinatamente nella sua abbadia di S. Nazario presso Vercelli...
Vai alla pagina
'Il Cardinale del Mondovì' di Antonio Francesco Parisi
Un «avviso» di Roma del 14 dicembre 1583 ci ragguaglia sulla maniera come avvenne la promozione: come è noto Gregorio XIII non sopportava intromissioni di nessuno in quelli che erano suoi diritti ed ormai si disperava che per quell’anno e per tutto il 1584 egli avesse intenzione di nominare nuovi porporati; invece all’improvviso, senza neanche seguire «l’ordine consueto», alla fine di un concistoro tenuto il 13 dicembre egli cavò di tasca una lista e lesse i nomi dei 19 nuovi candidati....
Vai alla pagina
|
'Le prime esperienze ed i primi incarichi' di Antonio Francesco Parisi
Se il servizio prestato a favore del cardinal Gaddi fece perdere il giovane Lauro verso il partito filo-francese, il successivo servizio sotto il cardinale e principe Tournon nel confermare quell’orientamento, gli aprì le porte del complesso mondo della diplomazia europea e segnò l’origine della sua fortuna...
Vai alla pagina
'Da medico dei corpi a pastore di anime' di Antonio Francesco Parisi Di solito i biografi del Lauro tacciono, o accennano appena all’esercizio della medicina da lui praticato per vari anni e che fu la principale occupazione sua negli ultimi tempi della dimora francese, come anche nei primi anni dopo il ritorno in Italia, fino alla nomina a vescovo di Mondovì. Da ciò ne consegue che per i circa quattro anni antecedenti a questa nomina i loro racconti appaiono vuoti di ogni attività. Preoccupati di esaltare il più possibile le già grandi doti morali e religiose del Nostro, il Tritonio e gli altri panegiristi hanno trascurato quasi del tutto ogni notizia delle sue capacità scientifiche, e così oggi qualcuno arriva persino a dubitare della perizia medica e dello stesso esercizio della medicina da parte del calabrese....
Vai alla pagina
'Lauro Nunzio in Scozia' di Antonio Francesco Parisi
Il 27 dicembre 1555 la tredicenne regina Maria Stuard rivolgendosi al papa Paolo IV, così descriveva l’infelice situazione del suo Stato "Il nostro regno è stato turbato, molestato ed afflitto dalle guerre. A causa di esse e della reggenza durante la nostra minorità, esso è ora grandemente impoverito e bisognevole di molte cose indispensabili alla sicurezza di un tale stato ed al suo ristabilimento. Ma ben difficilmente Noi saremo in condizioni di rimediare ad una sì triste situazione, provvedere alle gravose spese per le fortificazioni ed alla ricostruzione di parecchie città del nostro regno incendiate dai nostri nemici, senza l’aiuto dei nostri buoni e leali sudditi, compresi quelli del clero, i quali possiedono e dispongono la più grande ed indenne parte delle ricchezze del regno…" ....
Vai alla pagina
'Il Cardinale Lauro Abate di Pinerolo' di Antonio Francesco Parisi
Tra le attività del Cardinale Lauro, meno note fuori del Piemonte, possiamo senz'altro includere quella svolta nel Pinerolese in conseguenza della sua qualità di abbate di un illustre cenobio della zona: il monastero benedettino di S. Maria di Pinerolo.
Ruggiero Tritonio in quel suo pregiato ed antico volumetto che costituisce l'unica ragguardevole biografia del Cardinale tropeano stampata in Italia, ne accenna appena a pag. 80, scrivendo; "Num quo animi sui magnitudini responderet, me nobilissimo illo Pinaroliensi Sacerdotio, quod sibi paulo ante a Sixto Quinto Summo Pontefice delatum erat, ac cui semper primarij, principesque homines praefuerant, cohonestatum esse voluit..."...
Vai alla pagina
'Il Cardinale del Mondovì: Il mecenate, i suoi rapporti con Caro, B. e T. Tasso, Speroni, Botero, e altri' di Antonio Francesco Parisi
Intima ed affettuosa sempre fu l’amicizia che lo unì a Bernardo Tasso e devotissimo gli fu questi. Come abbiano stretto amicizia non è noto; forse l’occasione si presentò quando il patrono del poeta, Ferrante Sanseverino, passò dalla fazione spagnola a quella francese entrando in relazione col cardinale Tournon, al cui servizio si trovava il Lauro. Infatti in data 19 luglio 1552, a Venezia, il Tasso così scrive all’amico Speroni: "...Il Signor Principe (di Salerno, cioè il Sanseverino) parte, e mi lascia qui, si perch’io sia vicino al Cardinale i Tornone e di Ferrara, che governano le cose d’Italia per lo Cristianissimo..." "...
Vai alla pagina
|
|
'La prima Nunziatura in Piemonte' di Antonio Francesco Parisi Arturo Pascal in suo denso e ben documentato opuscoletto fa una analisi molto profonda e particolareggiata della società e della Chiesa piemontese nel XVI secolo. (1) Egli mette in rilievo che le guerre continue, cui il Piemonte andò soggetto fino alla metà del secolo, distrussero il commercio e l’industria ed impoverirono le campagne, mentre la dominazione straniera fiaccò gli animi nell’ozio e nella crapula. Le guerre, le dominazioni straniere, le pesti e le devastazioni non valsero a commuovere profondamente gli animi degli abitanti e perciò la società piemontese del tempo ci appare spensierata e mondana, dedita ai bagordi ed alle passioni più ignominiose....
Vai alla pagina
'La Nunziatura in Polonia' di Antonio Francesco Parisi
Dalla fine del sec. XV il grave problema della formazione di un efficiente organismo statale affligge anche la Polonia: solo che mentre negli altri stati d’Europa esso si risolve in senso favorevole alla instaurazione di un forte potere centrale, in Polonia prende ad evolvere verso un’oligarchia repubblicana. Nonostante i generosi tentativi di Sigismondo I° e Sigismondo II°, e le esortazioni dell’italiana Bona Sforza, loro rispettiva moglie e madre, il potere regio...
Vai alla pagina
'Il periodo romano - La morte' di Antonio Francesco Parisi
Vincenzo Lauro, come moltissimi ecclesiastici meridionali, conobbe Roma molto per tempo. Era ancora giovinetto quando vi si fermò la prima volta, mentr’era in viaggio da Napoli diretto a Padova, e gli capitò un singolare incidente. Un robustissimo toro, infuriato, lo issò sulle corna e lo depose a terra sano e salvo come prima....
Vai alla pagina
'Bibliografia essenziale' di Antonio Francesco Parisi
Dalla fine del sec. XV il grave problema della formazione di un efficiente organismo statale affligge anche la Polonia: solo che mentre negli altri stati d’Europa esso si risolve in senso favorevole alla instaurazione di un forte potere centrale, in Polonia prende ad evolvere verso un’oligarchia repubblicana. Nonostante i generosi tentativi di Sigismondo I° e Sigismondo II°, e le esortazioni dell’italiana Bona Sforza, loro rispettiva moglie e madre, il potere regio...
Vai alla pagina
|
VISITATORI
|