BARLAAM CALABRESE
di A. Mazzarella da Cerreto (1817)
In queste nostre regioni lo studio della favella e della sapienza Greca, fu ancora in quei tempi coltivato, quando nelle altre contrade dell'Occidente era da densa caligine ingombro; della qual cosa fan chiara testimonianza le famose scuole dei Basiliani nelle Calabrie, e quella di Nardo ne'Salentini. Uscì dalle prime il dotto uomo, del quale ora favelliamo; e questi per consentimento dei più illustri autori della sua età, e delle posteriori, fu uomo di preclaro ingegno, di vasto sapere, e di colta erudizione. Nacque Barlaam in Seminara città della Calabria Ulteriore. Noi non abbiam potuto attingere in quale anno egli venisse al mondo; ma per quanto si può argomentare, dovette ciò avvenire verso la fine il 1200, o a quel torno. Il Signor de Sade1 sull'autorità dell'Ughelli, la quale non ha verun fondamento, scrive che la famiglia del N. A. era oriunda della Grecia, e che egli al secolo portò il nome di Bernardo. Dalla prima sua età si diede con sommo ardore agli studj; apprese in breve tempo le Matematiche, la Filosofia, l'Astronomia; ed entrato quindi tra i Basiliani, essendosi iniziato allo studio delle lettere Greche, se ne andò nell'Etolia, onde perfezionarsi in quello. Quivi molto si approfittò nella cognizione della prelata favella; ma vi rimase infetto degli errori del domani infetto degli errori dei dommi, i quali allora aveano spaccio nelle Chiese di Oriente. Volle quindi passare in Salonicchi, là dove lo studio delle Greche lettere molto fioriva, ed in progresso si trasferì in Costantinopoli; stimando esser quella famosa città teatro più idoneo a farvi pompa del suo sapere; la qual cosa pose egli ad effetto nel 1327. Barlaam diede quivi saggio di sommo valore nelle dottrine sacre e profane; e seppe insinuarsi non solamente nell'amistà dei grandi, ma dello stesso Imperadore Andronico il giovane, alla cui grazia gli aprì la strada il rinomato Gio: Cantacuzeno, il quale raccoglieva allora per quel Principe scelta e numerosa biblioteca. Raccolse il Cantacuzeno Barlaam in sua casa, e lo impiegò siccome interprete della dottrina di S. Dionigi, e siccome maestro di Belle lettere e di Teologia, e nel 1329, lo fece eleggere Abate nel Monistero di S. Spirito, e non già in quello di S. Salvadore, come vorrebbe il De Sade. Il presuntuoso Monaco, gonfio da tali onori, ne menò tanto orgoglio, che ebbe la baldanza di trattare da ignoranti i Greci tutti e di sfidare a contesa, sopra tutte le parti dell'umano sapere, il rinomato Niceforo Gregora il più dotto che fosse allora tra i Greci. Essendone però rimasto vinto, ed avendo l'odio dei Greci contro di se concitato, nel 1332 ritorno egli fece in Salonicchi, là onde erasi dipartito. Barlaam prese occasione di rientrare in grazia degli Orientali dichiarandosi in favore dei loro dommi, i quali egli sostenne contra i legati spediti in Grecia da Gio.XXII. Il fervido e contenzioso suo talento il sospinse quindi a nuove turbolenze; dappoichè attaccò allora i solitarj del Monte Atos, condannando la loro maniera di orare, e riprendendo l'opinione che essi aveano di essere stata la fiamma del Tabor la gloria increata di Dio, ed altre lor dottrine. Egli trattò que'religiosi, da superstiziosi, da impostori, e da seduttori dei popoli, e questa contesa ebbe termine, dopo tre anni nel 1339; nel qual tempo il N.A. fu spedito insieme con Stefano Dandolo dall'Imperadore, ambasciadore alle Corti di Occidente, onde muoverle a collegarsi seco contro i Bulgari e i Turchi. E' benchè Barlaam fosse stato per tutto con onore ricevuto; l'ambascieria non ebbe verun effetto per l'odio che i Latini aveano contro i Greci, e perchè diffidava di essi. Ritornato Barlaam in Salonicchi mosse le usate quistioni ai religiosi del Monte Atos; i quali vedendosi disturbati di nuovo nei loro medesimi solitarj recinti, trassero in quella città sì dal detto monte, che da tutt'i circostanti monisteri, per mettere a partito questo strano cervello con altro che con sillogismi e dialettiche discussioni. Divisò Barlaam di non dover attendere questa anacoretica spedizione, fece una giudiziosa ritirata in Costantinopoli, donde proseguì a fare ai solitarj la guerra, accusando ai Vescovi ed al Patriarca le loro dottrine. Intanto volle l'Imperadore interporre la sua autorità per ridurre a termine si fatta briga; e fu d'uopo farla determinare da un Sinodo, dal medesimo Barlaam provocato, al quale presedè il Patriarca, e lo stesso Imperadore. Fu Barlaam il primo a ragionare; indi Gio:Palance, il più reputato per sapere fra quei solitarj, perorò a favore dei loro riti e della loro dottrina; e la decisione risultò contraria a Barlaam, il quale pensò per lo suo meglio, vedendosi a mal partito, di fare la sua ritrattazione, riconciliandosi con quei religiosi. Costoro gli perdonarono generosamente; ma essendo morto in questo mentre l'Imperadore, Barlaam tornò in campo colle solite sue armi, nè potendo soffrir la sentenza contro di lui dal Sinodo pronunziata, si richiamò del Concilio; ma non essendo inteso, se ne ritornò in Italia, di se lasciando presso de'Graci una esecranda rimembranza, per cui in diversi conciliaboli fu, non solamente in vita, ma ancor dopo la morte dannato e proscritto. In Italia ritrovò Barlaam, nella Corte de Re Roberto favore e sostegno; dal quale fu accolto con dimostrazione di onorificenza e di stima2, e scelto fu per esser insieme con altri custodi della sua numerosa libreria, secondo quei tempi. Strinse egli quindi amicizia con Paolo di Perugia; ed allor si fu probabilmente che egli insegnò i principj della lingua greca a Francesco Petrarca3; il quale per altro avea già prima dovuto conoscere in Avignone, secondo l'opinione del Sig. De Sade, seguito in questo pur anco dal Tiraboschi4. Fu Barlaam quindi indotto a disdire le sue opinioni intorno ai dommi della Chiesa Greca, e scrisse di poi più libri in difesa della Chiesa Romana, e fece ben anche una breve gita in Costantinopoli, per quanto si scrive, per la medesima cagione. Per questo merito, e per gli buoni ufizj di Francesco Petrarca, fu Barlaam eletto a Vescovo di Geraci in Calabria ulteriore nel 1342; ed in questa Chiesa terminò egli i suoi giorni nel 1348, o a quel tornò, che ne dica il signor de Sade, contro l'autorità dell'Ughelli, senza verun fondamento5. Molte lodi Barlaam da per ogni dove riscosse in sua vita, ma bastino per tutte le altre gli encomj che ne fa il Petrarca, il quale si duole di essersi adoperato per farlo promuovere alla sede vescovile di Geraci, essendo egli convenuto per questo dipartirselo dal fianco. Il Boccaccio pur anco parla di lui con sommo onore, che non solamente ai tempi suoi ma da più secoli a dietro non era stato tra i Greci uomo fornito di così vasta scienza5. Molte sono le opere del Barlaam in greco dettate; delle quali non siamo in grado, per cagione de'limiti nei quali siamo ristretti, di quì tesser catalogo; ma posson queste altrove osservarsi. Le principali sono: Contra primatum Papae libr. Oxonii 1592: logijch-j, o sia Aritmetica Algebraica lib. VI. Argentinae 1571. 8° ec.: Ethicae secundum Stoicos per D. Barlaam de Seminara lib. II. etc. Le altre opere di questo nostro dottissimo Calabrese, si aggirano intorno alla Teologia, alle Matematiche, ed alle dispute della Chiesa Greca colla Romana. L'Eumanno fa pure Barlaam autore dell'opera intitolata Enchiridion Epicteti, impressa nel Vol. XXVII, della biblioteca de'PP. ed altrove; ed il Tafuri afferma che molti gli attribuiscono il trattato: De igne purgatorio, la qual cosa è certamente falsa. E' da notare che i riformatori di Oltremonti molto si avvalsero delle opere e delle dottrine di Barlaam per combattere il primato del Papa, ed i dommi della Chiesa Romana; siccome fecero il Salmasio, il Basnogio ed altri; e che alcuni han creduto due essere stati i Barlaami; e di questo è stata cagione l'aver egli prima scritto contra della Chiesa Romana, e quindi in favore di essa.
NOTE 1 Vie de Petrarque. 2 Petr. Ep. 3 Sade Vie de Petr. 4 Ital. Sacr. 5 Genealog. Deor.
Ci piace menzione un interessante sito dedicato a Barlaam. Ne è titolare "Il Circolo Culturale Barlaam" che opera a Milano. Vi sono messe in chiara luce vita, pensiero e opere del monaco di Seminara nonchè saggi di approfondimento e una nutrita bibliografia.
http://www.circolobarlaam.it/