Un episodio della Grande Guerra da ricordare
di Salvatore Libertino
Fin dall'inizio della Prima Guerra Mondiale le Unità che si sono maggiormente distinte negli eroici fatti d'armi, sul fronte giulio, furono le Brigate "Sassari" e "Catanzaro" fino ad essere identificate quali "punte di diamante" nell'azione controffensiva sul nemico. Siamo nelle retrovie del Carso in piena estate, in un afoso luglio dell'anno 1917, la "Catanzaro", la cui principale ossatura è costituita da fanti calabresi allo stremo delle forze, ben accoglie, durante il periodo regolamentare di riposo di 10 giorni presso le baracche in ocalità S. Maria la Longa, una Circolare dispositiva del Comando del 3° Corpo di Armata che estende a 20 giorni il turno di riposo tra un assalto e l'altro.
La mostrina della Brigata 'Catanzaro'
Cartolina d'epoca dedicata alla Brigata 'Catanzaro'
Fino a quel momento il bilancio della Brigata 'calabrese' assume disastrose proporzioni ma evidenzia anche una serie esaltante di numerosi atti compiuti all'insegna dell'eroismo e del sacrificio. Lasciano le loro vite sul campo di Bosco Capuccio e di Sella di San Martino 2.500 fanti e 90 Ufficiali. In tre anni e mezzo di guerra i suoi Reggimenti, il 141° e 142°, collezionano quattro medaglie d'oro, tre d'argento e 244 di bronzo. Solo nel periodo degli intensi combattimenti, tra maggio e giugno 1916, per arginare la Strafexpedition austriaca sugli Altipiani, l'Unità sacrifica 32 Ufficiali e oltre 500 Fanti. Durante la Sesta Battaglia dell'Isonzo essa si trova sul terribile San Michele, che attacca, conquista e difende anche sotto una impossibile nube di gas tossico contro il quale a nulla valgono le maschere in dotazione. Di una Compagnia di 195 fanti e 5 Ufficiali sopravvivono solo 83 soldati e due Ufficiali. Fu qui che il suo 141° Reggimento guadagna una medaglia d'oro concessa motu proprio da Vittorio Emanuele III. Non pochi tropeani combattono strenuamente inseriti nelle file della "Veterana del Carso", tra essi si distingue per gesto eroico il Capitano Giuseppe Barone, Comandante di Compagnia del 142° Reggimento, nel mese di ottobre 1916.
I Fanti della 'Catanzaro' nell'Hermada (oggi monte Querceto, a est di Monfalcone)
Per questi soldati la guerra è un'ecatombe che ha rare soste, di cui lo Stato Maggiore considera solo gli aspetti tattici. A tale proposito il giornalista Luigi Barzini in una lettera al Direttore del Corriere della Sera, Luigi Albertini, può testimoniare che della Truppa i Comandi si ricordano solo quando si tratta di ...punire. Non fanno uno sforzo per capire i soldati. Al contrario, si pensa di ridare slancio con la paura puntando qualche mitragliatrice o qualche cannone alle spalle dei nostri che montano all'assalto. E' inevitabile quindi che la depressione morale dilaghi, e che forte sia la tentazione alla defezione e alla resa, specialmente in Unità che come la "Catanzaro" sono sempre da sacrificare. Già nel giugno 1916, nelle sue file sono in molti a gridare di non voler più essere mandati al macello sicuro sulla Quota 208 del Carso, da dove nell'autunno precedente, in due mesi di inutili assalti, non sono più tornati 65 Ufficiali e 3.060 soldati.
In azione sul Monte Cucco
Quando il 26 giugno 1916, la "Catanzaro" riprende finalmente la strada delle retrovie, si lascia alle spalle altre due settimane di bombardamenti quotidiani e di scontri notturni. Gli uomini si trascinano nell'estate afosa, fanno sosta a Redipuglia, poi vengono avviati in un piccolo paese del basso Friuli: due lunghe file di case in croce sulla strada Palmanova-Udine, a Santa Maria la Longa. Si portano dietro la speranza e il miraggio di un lungo riposo, che li tenga lontani da tanta strage. Sanno che una nuova offensiva è in preparazione, ma fanno anche conto di starne questa volta finalmente fuori. Comunque sia: per un pò niente trincea! E' in questo stato d'animo che i veterani calabresi della "Catanzaro" e gli altri meridionali trascorrono i primi giorni di riposo, che ora, con la nuova disposizione del 7 luglio, viene addirittura raddoppiato e forse, corre voce, potrebbe essere molto più lungo. Si dice infatti che al loro posto potrebbe andare la 45^ Divisione arrivata di fresco. Dopo pochi giorni tutti sanno la verità. Il 15 luglio giunge l'ordine tanto temuto. Occorre ritornare subito in linea sul fronte di Trieste. La notizia parte dai baraccamenti del 141° alle ore 0830. Un gruppo di soldati, impugnate le armi, minaccia gli Ufficiali e incita alla ribellione di massa. Alcune mitragliatrici vengono conquistate dai più decisi, e messe in azione contro le baracche di Ufficiali e Sottufficiali. Si spara ad altezza d'uomo, mentre il fuoco della rivolta si propaga ad altre unità "Perchè sempre noi nel peggiore punto del fronte?". Gli Ufficiali cercano di rispondere nei dovuti toni a questa disperata domanda ma non riescono ad essere convincenti e tanto meno a distogliere i soldati fuori dall'ammutinamento. Uno di questi piomba tra una quarantina d'uomini incitandoli a sparare, contrastato da un Ufficiale che lo afferra al petto. Il soldato riesce a svincolarsi e a fuggire, ma al Tenente lascia la piastrina di riconoscimento che lo condannerà a morte. Più tardi infatti sarà individuato e giustiziato come uno degli agenti principali di una rivolta che il tribunale riterrà "concertata in precedenza tra gli elementi facinorosi nei due Reggimenti"., anche se in realtà l'ammutinamento appare soprattutto come un gesto generato dalla profonda disperazione alimentata dalle grandi sofferenze di quegli anni. Durante la notte, intanto, il fitto fuoco di fucileria aumenta di intensità, quando le Truppe d'ordine intervengono per sedare la rivolta, ma i ribelli non si convincono facilmente alla resa. Cessano la resistenza solo alle prime luci dell'alba. Il primo conto della notte dei fuochi è pesante: 2 ufficiali e 9 soldati sono morti, altri 2 Ufficiali e 25 soldati sono rimasti feriti. Si tratta però di un bilancio parziale, che si incrementerà sempre di più quando scatta la repressione, che è sommaria. Quattro soldati presi con le armi cariche e le canne ancora calde sono subito passati alle armi. Lo stesso destino tocca ad altri 24 uomini con la decimazione dei due Reggimenti: 12 del 141°, e 12 della 6^ Compagnia del 142°, ribellatisi in massa. Il luogo dell'esecuzione è al piccolo cimitero del paese, che dista qualche chilometro. I condannati sono tutti per la massima parte calabresi, ma nel mucchio vi è anche gente proveniente dall'Abbruzzo, dalla Puglia e dalla Sicilia.
Santa Maria la Longa (UD). Il muro del cimitero dove furono fucilati i rivoltosi.
Testimoni diretti dell'esecuzione sono dei ragazzini nascosti dalle piante alte del granturco. Uno dei fucilati, rimasto solo ferito scivola e si nasconde tra le pannocchie. Viene scoperto. Un Ufficiale gli da il colpo di grazia. I morti vengono seppelliti in fossa comune. Anche dopo quella fucilazione la "Veterana del Carso" non ebbe tregua dalla giustizia militare. A settembre dello stesso anno furono condannati a morte i "tre agenti principali" della rivolta. Avevano 20, 21 e 27 anni. Due erano celibi, uno analfabeta, e l'altro era ammogliato con prole. Altri due commilitoni ebbero pene detentive molto severe per complicità nella rivolta. Queste sentenze chiudevano la storia dell'ammutinamento della Brigata "Catanzaro". Dopo, su di essa un velo di silenzio che non ha mai potuto cancellare però le vicende eroiche della Brigata la quale concluse la sua guerra a Trieste, dopo aver preso parte come forza di riserva durante l'offensiva vittoriosa di Vittorio Veneto nell'ottobre 1918. Fu definitivamente sciolta nel giugno del 1920.
Estate 1917. Sbalzo dalla trincea sul Monte S. Gabriele
I Caduti della Brigata 'Catanzaro' di Tropea, Spilinga, Ricadi, Zambrone, Parghelia, Drapia e Zaccanopoli
T R O P E A Soldato Accorinti Marco di Pasquale e Di Costa Fortunata n. 12.1.1888 141° Rg.to Fanteria Caduto sul campo in combattimento Monte San Michele 10.8.1916
Soldato Celestino Francesco di Pietro e Tropeano Romana n. 28.11.1888 141° Rg.to Fanteria Caduto sul campo in combattimento Monte Cengio 3.6.1916.
Allievo Sergente Coccia Gaetano di Giuseppe e Elia Antonia n. 15.1.1896 141° Rg.to Fanteria Caduto per ferite riportate in combattimento 28^ Sezione Sanità 22.10.1915
Soldato Godano Francesco di Antonio e Broso Maria Rosa n. 16.12.1892 141° Rg.to Fanteria Caduto per ferite riportate in combattimento 5^ Ambulanza Chirurgica 12.10.1916
S P I L I N G A Soldato Casuscelli Giuseppe di Domenico e Naso Rosaria n. 22.4.1892 141° Rg.to Fanteria Caduto per ferite riportate in combattimento Sdraussima 26.7.1915
Soldato Petracca Francesco di Serafino e Casuscelli Domenica n. 15.12.1892 141° Rg.to Fanteria Disperso in combattimento Monte San Michele 1.11.1916
Soldato Pugliese Michele di Michele e Mumoli Eleonora n. 29.12.1888 142° Rg.to Fanteria Caduto per ferite riportate in combattimento 19^ Sezione Sanità - Conegliano 30.7.1915
R I C A D I Soldato Decarlo Antonio di Francesco e di Petracca Maria n. 13.1.1890 141° Rg.to Fanteria Caduto per ferite riportate in combattimento Ospedale Militare di Bari 14.4.1918
Caporale Laria Francesco di Antonio e Iannello Domenica n. 6.1.1892 141° Rg.to Fanteria Caduto per ferite riportate in combattimento Sellano 16.7.1916
Soldato Macrì Gaetano di Giuseppe e Muzzupappa Maria Antonia n. 8.6.1890 141° Rg.to Fanteria Caduto sul campo in combattimento 5.8.1915
Z A M B R O N E Soldato Scordamaglia Francesco di Michele e Grillo Vincenza n.1.2.1889 141° Rg.to Fanteria Caduto per ferita riportata in combattimento Quota 208 del Carso 15.10.1916
P A R G H E L I A Soldato Collia Francesco di Domenico e Artesi Maria n. 21.8.1889 141° Rg.to Fanteria Caduto sul campo per ferita gamba destra e petto Polazzo 2.12.1916
D R A P I A Soldato Massara Vincenzo di Luca e Ruffa Romana n. 2.1.1886 141° Rg.to Fanteria Disperso in combattimento Carso 15.8.1915
Soldato Mazzitelli Antonio di Francesco e Mazzitelli Maria Giuseppa n. 27.3.1890 142° Rg.to Fanteria Disperso in combattimento Monte Lemerle 6.6.1916
Z A C C A N O P O L I Soldato Mazzeo Francesco di Francesco e Mazzitelli Marianna n. 22.4.1893 141° Rg.to Fanteria Disperso in combattimento Monte San Michele 21.10.1915
DECORATO BARONE GIUSEPPE da Tropea Capitano 142° Reggimento Fanteria MEDAGLIA DI BRONZO al Valor Militare
"" Ferito da scheggia di granata al dorso della mano mentre conduceva la compagnia all'attacco di una posizione, si fece medicare e ritornò poscia al comando del reparto stesso per continuare nell'azione "". Monfalcone 6 ottobre 1916.
Momenti di pausa e di attesa, pronti per l'attacco
ORIGINI E VICENDE ORGANICHE
Il 1° marzo 1915 viene formato il 141° Reggimento Fanteria (Brigata Catanzaro) dal deposito del 48° Fanteria, centro di mobilitazione in Catanzaro, ed è unito al 142° nella Brigata omonima, anch'essa costituita sotto la medesima data. L'Unità è ordinata su tre battaglioni, ognuno con quattro compagnie fucilieri ed una sezione mitragliatrici. E' sciolto nel giugno 1920. Dal 23 maggio 1940 viene ricostituito il 141° Reggimento Fanteria "Catanzaro" nel seguente ordine: Comando del Reggimento e II Battaglione in Modena: a cura del deposito del 36° Fanteria; I Battaglione in Chiari (BS), da parte del deposito del 77° Fanteria: III Battaglione in Livorno, da parte del deposito dell'80° Fanteria. Ha in organico anche la Compagnia Mortai da 81 e la Batteria Armi di accompagnamento da 65/17. Inviato in Libia, il 3 giugno 1940, sbarca a Derna ed è inquadrato nella Divisione di Fanteria "Catanzaro" (64^) della quale fanno parte anche i Reggimenti 142° Fanteria e 203° Arteglieria per D.f.. La grande unità è formata anche con il concorso di personale e mezzi della disciolta 3^ Divisione CC.NN. "21 Aprile". Il 141° è sciolto nella zona di Bardia, per eventi bellici, il 5 gennaio 1941. Il 1° ottobre 1975 viene costituito il Palermo, per trasformazione del III Battaglione del disciolto 5° Reggimento Fanteria "Aosta", il 141° Battaglione Fanteria Motorizzato "Catanzaro" che è reso erede della Bandiera e delle gloriose tradizioni del 141° Reggimento. Il Battaglione è soppresso il 21 aprile 1991. Nella stessa data il Battaglione Isole Minori dislocato nell'isola di Pantelleria assume la denominazione di 141° Battaglione Fanteria "Catanzaro" e con l'assegnazione della Bandiera riceve e tramanda le tradizioni precedentemente affidate al reparto motorizzato. Il Battaglione è posto alle dipendenze del 16° Comando Operativo Territoriale. Nel corso del 1994 concorre all'operazione "Vespri Siciliani" per il controllo del territorio fornendo un Plotone all'11° Battaglione Trasposrti "Etnea" (che opera a Palermo" e due Plotoni al 62° Reggimento Corazzato "Sicilia" (che opera a Siracusa).
CAMPAGNE DI GUERRA E FATTI D'ARME
RICOMPENSE ALLA BANDIERA Al VALOR MILITARE
Medaglia d'Oro - Decreto 28 dicembre 1916. "" Per l'altissimo valore spiegato nei molti combattimenti intorno al San Michele, ad Oslavia, sull'Altopiano di Asiago, al Nad Logen, per l'audacia mai smentita, per l'impeto aggressivo senza pari, sempre e ovunque fu di esempio ai valorosi. "" (luglio 1915 - agosto 1916).
Ordine Militare d'Italia - Decreto 5 giugno 1920. "" Nei duri cimenti della guerra, nella tormentata trincea o nell'aspra battaglia, conobbe ogni limite di sacrificio e di ardimento; audace e tenace, domò infaticabilelmente i luoghi e le fortune, consacrando con sangue fecondo la romana virtù dei figli d'Italia (1915 - 18). "" (All'Arma di Fanteria).
STEMMA ARALDICO
Decreto 26 ottobre 1977 (aggiornato in base a quanto disposto dallo SME con corc. 121 del 9.2.1987 - Giornale Ufficiale del 14.2.1987): a. SCUDO: Inquartato. Il primo controinquartato in Croce di S. secondo ed il quarto d'argento alla Croce di nero potenziata (prov. Catanzaro). Il secondo d'azzurro al silfio d'oro reciso di Cirenaica. Il terzo d'azzurro ad una catena di monti al naturale fondati su una campagna di verde. Il quarto di rosso all'aquila romana d'orodal volo spiegato, tenente con gli artigli una fascia caricata dalle lettere "S.P.Q.P." in caratteri di nero (Palermo). Il tutto abbassato al capo d'oro. b. CORONA TURRITA. c. ORNAMENTI: (1) Lista bifida: d'oro, svolazzante, collocata sotto la punta dello scudo, incurvata con la concavità rivolta verso l'alto, riportante il motto "PER LA PATRIA". (2) Onorificenza: accollata alla punta dello scudo con l'insegna pendente al centro del nastro con i colori della stessa. (3) Nastro rappresentativo della ricompensa al Valore; annodato nella parte centrale non visibile della corona turrita, scendente in sbarra dal punto predetto, passandi dietro la parte superiore dello scudo.
SINTESI DELLA BLASONATURA
Il capo d'oro simboleggia la massima ricompensa al V.M. concessa al Reggimento.
COMANDANTI
141° REGGIMENTO (1915 -20) 141° REGGIMENTO (1940-41)
Col. Gaetano Perella Col. Carlo Cassini Col. Gaetano Buelli Col. Attilio Thermes 141° BATTAGLIONE Col. Vittorio Ottolenghi FANTERIA MOTORIZZATO Col. Vincenzo Di Dio "CATANZARO" (1975-91) Ten.Col. Marino Montanari Ten. Col. Vincenzo Carosi Ten.Col. Francesco Brocato Ten.Col. Eduardo Giordano Ten.Col. Vincenzo Morrone Ten.Col. Giuseppe Rampaldi Ten.Col. Onofrio Pace Ten.Col. Luigi Zunini Ten.Col. Francesco Sottile Ten.Col. Nicola Valente Ten. Col. Agostino Buono
MOTTO "Per la Patria"
FESTA 8 Agosto - Anniversario del combattimento di Monte San Michele (1916).
RICOMPENSE ALLA BANDIERA AL VALOR MILITARE
Medaglia d'Argento - Decreto 28 dicenbre 1916 ""Pel valore spiegato nei combattimenti intorno a Castelnuovo del Carso e Bosco Cappuccio, nell'Altopiano dell'Asiago, al San Michele, nella regione di Boschini ed al Nad Logen, per lo spirito aggrassivo e l'alto sentimento del dovere sempre dimostrati (luglio 1915 - agosto 1916).""
MEDAGLIE D'ORO AL VALOR MILITARE
Sottotenente Gaetano Alberti: Castelnuovo, 26 luglio 1915 Colonnello Arturo Cassoli: Carso, luglio-ottobre 1915 Maggiore Carlo De Vecchi: Boscomalo, Nova Vas, 25 marzo 1917
Col. Arturo Cassoli Col. Giuseppe Ratti Ten.Col. Aroldo Giagnoni Ten. Col. Gaetano Amabile Col. Achille Sirchia
Col. Saverio De Benedictis
BIBLIOGRAFIA
Adolfo Zamboni, Fasti della Brigata Catanzaro – Il 141° Reggimento Fanteria nella Grande Guerra, Guido Mauro Ed., Catanzaro, 1933. Marco Pluviano-Irene Guerrini, Le fucilazioni sommarie nella prima guerra mondiale, Paolo Gaspari Ed., Udine, 2004 La Domenica del Corriere (supplemento illustrato del Corriere della Sera), Anno XVIII n.24 (11-18 Giugno 1916). Pellegrinaggio al Carso, Adolfo Zamboni, Guido Mauro Editore, Catanzaro, 1934 Colonnello Basilio di Martino, La guerra della fanteria 1915 – 1918: Carso – Oslavia – Altopiano di Asiago – Val d’Astico, Gino Rossato Editore, Valdagno, 2002 La Gazzetta del sud, 6 Novembre 2003 : 4 Novembre: In ricordo della Brigata Catanzaro di Mario Saccà Un Reggimento di calabresi alla Grande Guerra* - La Brigata Catanzaro - di Giovanni Quaranta “Calabria Sconosciuta”, Anno XXVIII n. 106 Aprile-Giugno 2005 G. Saitto, Un fante in rosso e nero. Omaggio al soldato Placido Malerba, del 142° RGT. FTR. "Brigata Catanzaro", Edizioni del Poggio, 2006, pp. 125 Roberto Mandel, Storia popolare illustrata della grande guerra 1914-1918 – Parte Terza: L’anno d’angoscia (1916), Armando Gorlini Ed., Milano, 1933. Roberto Mandel, Storia popolare illustrata della grande guerra 1914-1918 – Parte Quarta: L’anno terribile (1917), Armando Gorlini Ed., Milano, 1934. Marco Pluviano - Irene Guerrini, Le fucilazioni sommarie nella prima guerra mondiale, Paolo Gaspari Ed., Udine, 2004. Salvatore Pagano, Le Medaglie d’Oro calabresi, Stab. Tipografico “ La Giovane Calabria ”, Catanzaro 1923. Attilio Gallo Cristiani, Guerrieri ed eroi nazionali di Calabria, Tip. F.Chiappetta, Cosenza, 1949. Luigi Amedeo de Biase, Le cartoline delle Brigate e dei Reggimenti di fanteria nella guerra 1915-1918, Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito, Roma 1993.
LINKS UTILI
Grande Guerra: La decimazione della Brigata "Catanzaro" nel resoconto di Gabriele D’Annunzio La Brigata Catanzaro Brigata Catanzaro 141° e 142° Reggimento fanteria Speciale Mosciagh 2005 Adolfo Zamboni Brigata Catanzaro Santa Maria la Longa Caduti