Antica lavorazione del vino
Sulla utilità dello impianto d'una Cantina Sociale in Tropea
di Gerardo Buongiovanni (1930)
L'idea dello impianto in Tropea di una Cantina Sociale non è nuova fra noi, giacchè fin dalla compilazione dello Statuto della nostra Distilleria La Vittoria, se ne discusse e se ne riconobbe l'utilità, tanto da indurci ad inserire in esso - all'art. 2 - un comma, che al detto impianto ne apriva la via. Ciò non per tanto nulla dopo di allora, da noi si è fatto, trascurando ancora di approfittare dell'agevolazioni, che il passato Governo concedeva con la fornitura gratuita del fustame occorrente. Oggi, data l'impressionante e grave crisi vinicola che in Italia, come nelle altre Nazioni vinicole, si attraversa, sia per la sovrabbondanza dei prodotti, sia per le difficoltà che s'incontrano nello smercio delle uve e del vino, l'utilità, anzi la necessità, di tali impianti, è generalmente riconosciuta, non soltanto da tutti i produttori, ma anco dall'attuale Governo, il quale con provvide disposizioni di leggi speciali, ne incoraggia e ne aiuta l'impianto. Tali disposizioni di leggi sono: 1. Concessione, a fondo perduto, di un contributo pari al 30% sulla spesa totale di impianto, da ottenere a mezzo della Legge sulla Bonifica Integrale. 2. Concessione di un prestito agrario, nella misura del 75% delle spese d'impianto, da ottenersi in base alla Legge sul Credito Agrario, e da estinguersi in 30 anni, con gli interessi del 4% e con una rata annua di ammortamento, per capitale ed interesse, del 6% circa. Con tali agevolazioni e con le preoccupazioni di sopra cennate, nonchè con quelle speciali delle nostre contrade, ove per il frazionamento della proprietà terriera, ogni piccolo produttore lavora e produce il suo vino a suo modo, ed ove, per la conseguente mancanza di unicità di tipo, si è costretti a sottostare alle pretese, talvolta onerose, dei piccoli incettatori, credo non sia il caso di fare accademiche ed inutili discussioni per ricercarne e riconoscerne la grande utilità, dello impianto, anco tra noi, di una Cantina Sociale, giacchè, come dimostrerò in appresso, con dettagliato conto, nulla avremmo da paerdere e tutto da guadagnare. Ma se tuttociò non è sufficiente a convincerci, basta dare un rapido sguardo allo sviluppo, che in pochi anni ha preso l'impianto delle Cantine Sociali in Italia, specialmente nel settentrione di essa, ove conviene riconoscerlo, vi è gente di molto più pratica e più fattiva di noi meridionali, per dedurne l'opportunità. Ed in vero, dal 1908 al 1923 furono impiantate in Italia ben 35 Cantine Sociali della capacità lavorativa da un minimo di quintali 450 di uva, in quella di Vezza d'Alba (Prov. di Cuneo) ad un massimo di quintali 55 mila in quella di Nomantola (prov. di Modena), mentre dando uno sguardo alla lavorazione complessiva fatta da tutte le Cantine Sociali italiane nell'anno 1928, noi rileviamo i seguenti dati statistici: Cantine Sociali in attività nel 1928.... N. 84 Soci..................................... " 10782 Capacità cpmplessiva vasi vinari Ett...1.200.000 Uve vinificate...................Quint.1.400.000 Produzione vino................. Ett. 1.000.000 Valore complessivo impianti.....L. 70.000.000
Esposta così brevemente l'utilità dello impianto di una Cantina Sociale, vengo ad alcuni accenni sul modo di funzionamento di essa e della spesa occorrente per lo impianto.
COSTITUZIONE DELLA SOCIETA' E FUNZIONAMENTO DI ESSA
La Cantina Sociale deve essere gestita da una cooperativa in nome collettivo, da costituirsi fra i viticultori del nostro Mandamento. Ogni produttore di uva per far parte della detta società deve obbligarsi a portare in Cantina, annualmente, per essere lavorata in comune, una certa quantità di uva, che potrà essere fissata in non meno di quintali 10, e versare all'atto della costituzione la sua quota d'ammissione in L. 100. Detti soci diconsi effettivi. Oltre ai produttori possono far parte della società, come soci annuali, i mezzadri ed i fittavoli, i quali oltre alla assunzione dell'obbligo di contribuire con la loro produzione, devono versare per ogni quintale di uva fornita, come fitto del materiale sociale, una tassa, a fondo perduto, che anno per anno verrà fissata dal Consiglio d'Amministrazione. All'arrivo in Cantina l'uva fornita dai soci sarà analizzata dal Direttore Tecnico (Enologo diplomato) per riconoscerne e fissarne la gradazione alcolica in base alla quale sarà, a prodotto venduto, ripartito l'utile netto. Ai portatori di uva, ed in proporzione della quantità e qualità di essa, potrà essere concesso un adeguato anticipo, da fissarsi annualmente dal Consiglio d'Amministrazione. A chiusura di esercizio, ed a vendita del prodotto effettuata, sarà redatto il conto di esercizio, mettendo all'entrata il ricavato del prodotto venduto, ed alla uscita tutte le spese incontrate, più una ritenuta destinata a coprire le passività e le spese d'impianto. Detta ritenuta sarà praticata in confronto dei soli soci effettivi, e dovrà essere registrata in uno speciale registro della Società ed in un libretto personale di ciascun socio effettivo, e verrà a costituitre la quota di conpartecipazione di ogni singolo socio effettivo sulle attività sociali. Su detta quota potrà essere corrisposto un mite interesse, che annualmente dovrebbe essere fissato dal Consiglio d'Amministrazione. Così facendo, i soci effettivi, fondatori, verrebbero ad essere compensati, in confronto dei soci effettivi, che dopo il primo anno di esercizio, potrebbero entrare a far parte della Società, della priorità dei loro versamenti. Nel caso che un socio effettivo, per ragioni indipendenti dalla sua volontà, non potesse più far parte della Società, dovrà cedere i suoi diritti alla compartecipazione sulle attività sociali, ad altro socio effettivo, e non trovando l'acquirente, sarà la Società, che nell'interesse proporzionale di tutti i soci, dovrà farne l'acquisto.
PIANO FINANZIARIO PER LA COSTRUZIONE DI UNA CANTINA SOCIALE IN TROPEA
Da un conto approssimativo della produzione vinicola globale delle nostre contrade si può ben ritenere che l'impianto in Tropea di una Cantina Sociale capace di lavorare 10 mila quintali di uva all'anno sia per ora, più che sufficiente e possibile. E tenendo presente i dati statistici d'innanzi centrati, noi rileviamo che per l'impianto di 84 cantine esistenti nel 1928 in Italia della capacità lavorativa di quintali 1.400.000 di uva, è occorsa la spesa di L. 70 milioni, ciò che dimostra che la spesa unitaria per ogni quintale di uva è di L. 50. Ma considerando che in detto conto complessivo vi siano delle compensazioni fra la costruzione di grande e piccoli edifici, è bene tener presente un costo unitario maggiore delle L. 50, di sopra cennato, ed all'uopo possiamo con sicurezza fissare quello indicatoci da persone ed uffici competenti, da noi intervistati e consultati, nella misura di L. 75 a 85 per ogni quintale di uva da lavorare. E poichè, come abbiamo detto, la nostra Cantina dovrebbe avere la capacità lavorativa di 10000 quintali, è chiaro che in base alla media di lire 80 per quintale, la nostra Cantina verrebbe a costare Lire 800000. Ciò posto eccovi il piano finanziario dettagliato per il nostro impianto. Spesa occorrente per l'impianto, come da progetto tecnico da redigere.... L. 800.000.00 Contributo gover. a fondo perduto 30%...................................... " 240.000.00 Rimanenza...................................................................... " 560.000.00 Prestito agrario su L. 800.000 al 75%........................................ " 600.000.00 Supero..........................................................................." 40.000.00 Più 5% su L. 800.000, per economie possibili fra il progetto e l'esecuzione.." 40.000.00 Totale rimanenza in cassa........................................................" 80.000.00,
che potrebbero servire per diminuire di equal somma il prestito agrario, con una conseguente diminuizione della rata d'ammortamento, o essere ritenute in Cassa per far fronte alle prime scadenze, alle spese di esercizio, ed anticipo ai portatori d'uva nei primi anni. E tenuto presente l'ammontare del prestito contratto in L. 600.000, la rata annua di ammortamento, per capitale ed interessi, calcolata al 6% circa, importerebbe L. 34680, che divise per 10000, ammontare dell'uva da lavorare, cadrebbero, per ogni quintale Lire 5,47 che ciascun socio dovrebbe annualmente lasciare a scompito del predetto debito sociale. Sull'ammontare delle spese di esercizio, nulla per il momento posso dirvi, non avendo gli elementi necessari per indicarvelo, neanche in modo approssimativo. Ne ho chiesto però informazioni a diverse Cantine Sociali, da tempo in esercizio, e non appena mi sarà possibile ve ne terrò informati.
CONCLUSIONI
1. Riconosciuta l'utilità dello impianto in Tropea di una Cantina Sociale procedere alla costituzione della Società, procurando di avere l'adesione di tanti soci che ci possono assicurare l'apporto annuo di 10000 quintali di uva. 2. Far redigere da un tecnico, col consiglio di un enologo, il progetto di costruzione. 3. Presentare sollecitamente domanda al Ministero competente per ottenere il contributo del 30% a fondo perduto, e domanda ad uno Istituto di Credito, esercente il Credito Agrario, per la concessione del prestito del 75% sull'ammontare del progetto. 4. Procedere, a concessioni ottenute, all'acquisto del terreno necessario, possibilmente in prossimità della nostra Stazione Ferroviaria o della stessa Distilleria, ed alla costruzione del fabbricato. 5. Associare la nuova Cantina alla Federazione delle Cantine Sociali Italiane, con residenza in Modena, per poter partecipare di tutte quella agevolazioni che le moderne associazioni comportono. Così facendo altre al beneficio di dare alla nostra produzione vinicola un migliore avvenire, noi potremo assicurare alla nostra Distilleria una quantità di vinaccia da fare sviluppare grandemente il suo proficuo lavoro. E poichè ho accennato alla Distilleria, credo utile richiamare alla vostra memoria, che essa sorta nel 1908 con un capitale di L. 23600 aumentato in seguito per successive sottoscrizioni, a L. 46100, pure avendo attraversato momenti burrascosi, oggi il suo patrimonio valutato a prezzi di costo, è di oltre L. 111000, ciò che vuol dire avere aumentato il valore delle azioni più del doppio. Tanto per far dileguare in Voi quella certa naturale diffidenza nelle industrie locali, che potrebbe distogliervi dal valutare ed apprezzare questa mia modesta proposta per lo impianto della Cantina. Fra non molto mi permetterò pregarvi di volere intervenire ad una adunanza, che avrà lo scopo di discutere ampiamente e serenamente la mia proposta. Compiacetevi perciò di ben considerare quanto vi ho detto per essere in grado di poter dare i vostri saggi consigli nella prossima assemblea.
Tropea, il 25 Luglio 1930 - VIII G. BUONGIOVANNI