SANTA MARIA
DI LORETO

(estratto da <<Tribunale Civile di Monteleone -
Parroci di Ricadi contro il Comune di Ricadi>> Monteleone, 1908)
 
 




Nella ridente marina di Ricadi, là ove il Tirreno, dal Capo Vaticano, s'incunea nella costa frastagliata e ne forma pittoresco un seno, tra il verde cupo dei fichi d'india opimi e degli aranci cosparsi pel declivio - popolati di oliveti - che mena, in alto, al paese, s'ergono - umili in tanto splendore di natura - una chiesuola ed un eremo.
Sorti con l'obolo e per opera dei fedeli, quando del Santuario di Loreto in Toscana la fama - e ancora n'è pieno il mondo - narrava miracoli e portenti, e Benedetto XIII papa, nel 1731, ne estese il culto alla umanità credente,il piccolo tempio fu consacrato e dicato a Maria di Loreto, come a eccelsa protettrice delle popolazioni circostanti e loro patrona innanzi a Dio!
E la chiesetta fu ricca di doni e la Sacra Immagine venerata ed invocata...sempre!
Ivi i pescatori ed i villici - pria e dopo il travaglio usato - si recavano a plorare e a porger grazie per l'abbondante pesca e pel prosperoso ricolto; ivi tutto il popolo di Ricadi e dei paesi intorno traea, contrito, ad impetrare, nelle grandi calamità o quando un pericolo minaccioso incombeva, ausilio e perdono dalla gran Madre Maria; ivi asilo trovavano e rifugio il viandante esausto del lungo cammino o il navigante battuto dalle onde infide sulla spiaggia ospitale.
Ma l'invasione Francese, come torrente impetuoso, tutto travolse e distrusse...in omaggio alla Santa Dea Ragione...; e la chiesetta e il rustico eremo - sotto gli occhi dei naturali esterrefatti che, male a pena, potettero la immagine salvare - furono rasi al suolo e là ove la carità e la fede aveano eretto un tempio alla carità sacro ed alla fede...con quelle pietre istesse, lo straniero costruì un fortilizio militare per difendere con la forza, quello che esso reputava suo diritto e non era che violenza!
Ma - nel 1815- sciolte i Francesi le vele pei loro lidi lontani, le popolazioni dei villaggi circonvicini, festanti, ruinarono - con fanatico religioso furore - il sacrilego forte, e il rustico eremo e la chiesuola ricostruirono come per incanto, trasportandovi con pompa solenne la statua di Maria di Loreto.
A ricordanza del fausto avvenimento si volle che ogni anno, il Lunedì in albis, si celebrasse una messa solenne con panegirico rievocante la pietosa istoria e la immagine, con l'intervento delle due Confraternite di Ricadi, fra spari e musiche, tra inni e osanna di tutte le genti convenute, fosse processionalmente portata lungo la riva del mare, come Domina e Signora.
E la festa si è sempre celebrata e si celebra con effusione ed entusiasmo, e per la riuscita di essa, sin dalle Americhe giunge l'obolo pingue degli emigrati, desianti, con intenso desio, la cara patria lontana, e voti ed offerte e ceri ed incensi affluiscono sempre, chè, sempre, e madri vanno e spose e figliuole per invocare da Maria di Loreto, grazie, salvezza, fortuna per i loro cari infermi o lunge!
Perpetuano il culto del piccolo santuario, per delegazione del Capitolo Cattedrale di Tropea, che della Chiesetta ha la piena giurisdizione, dell'eremo e pertinenze la proprietà, sin dall'epoca della fondazione, i due parroci di S. Pietro e Santo Zaccheria di Ricadi, i quali vi celebrano, per turno, una messa bassa in ciascuno di sette sabati precedenti il Lunedì dopo la Pasqua e in tutte le Domeniche della stagione estiva (Giugno e Settembre), allorachè quella ridente spiaggia risuona di voci e di canti dei pescatori e dei villici intenti alle reti e ai campestri lavori, e di quelli che ivi si recano a ritemprare le loro membra al mare.
Eremiti sono a guardia della chiesuola benedetta - vivono d'elemosina - e vigilano a che mai si spenga la lampada votiva che le donne de' casolari quivi comparsi forniscono di alimento a gara...; e, all'alba, il ritocco della campana desta i contadini all'opra, e, all'Ave Maria, dà loro il mesto saluto del giorno che muore!
Poi è silenzio...; ma a chi guarda da lunge e dal glauco mare sonante....quella Chiesuola e quell'eremo, spiccanti bianchi, tra il verde cupo de' fichi d'india e degli alberi sparsi in catena, scandono una nota dolce, scendono blande agli occhi e al cuore quasi carezza di voce amica e cara e par che un'onda di arcana poesia e di indefinita dolcezza si espanda intorno siccome un monito, un invito alla preghiera ed alla pace!