di Mons. Vincenzo Francesco Luzzi
Stemma del Vescovo Fazzari
Appena vacata la chiesa di Mileto per la morte di Manfredi Giffone, fu eletto dal Capitolo Goffredo Fazzari, che risultava in quel tempo decano della cattedrale di Cosenza. Roberto, re di Sicilia, reputando la sua elezione molto opportuna, supplicò il Papa di dispensarlo dall'accedere alla Sede Apostolica per il processo della sua elezione. Il papa Giovanni XXII (1316 - 1334) accolse il desiderio del Re, e ordinò all'arcivescovo di Capua e al vescovo di Cassino di esaminare l'affare della sua elezione, e, trovandola secondo le regole canoniche, di confermare e consacrare l'eletto. Arme della Famiglia Fazzari di Tropea Goffredo era già sacerdote e titolare di svariati benefici ecclesiastici a Squillace, a Bisignano, a Cosenza e anche a Napoli. Il 27 marzo 1323 pagò cinque fiorini di oro alla Sede Apostolica per una restituzione di coscienza dei frutti percepiti di una prebenda di Borrello, mentre figurava pure decano di Mileto. In aprile 1321 era stato eletto arcivescovo di reggio, alla morte di Tommaso, dalla maggior parte di quel Capitolo, e vi rinunziò, essendosi poi là eletto Pietro degli eremiti di S. Agostino. Nel 1330 fu obbligato a restituire alcuni beni feudali ingiustamente occupati, e nel 1343 fu accusato di essersi appropriato anche di alcuni beni della mensa, e, nel '44, di vessare i monasteri. Indubbiamente Goffredo Fazzari è una figura complessa e discutibile, anche perchè implicato nella politica. Era stato consigliere di re Roberto e suo confidente. Alla morte di questi, nel 1343, il papa Clemente VI (1342 - 1352) raccomandò a lui il cardinale Almerico, mandato come balio della minore regina Giovanna (1343 - 1382), perchè lo aiutasse con consigli e ausilii opportuni. Cattedrale di Mileto: particolare della lastra tombale del Vescovo Fazzari Intervenne alla consacrazione della basilica di S. Chiara in Napoli nel 1340. Ebbe incarichi dalla stessa regina Giovanna. Pare che abbia pure ben amministrato la sua chiesa. Durante il suo episcopato concesse, per facoltà apostolica, l'autorizzazione ai conti Sanseverino di Mileto di fondare un monastero di clausura per donne. Il 14 settembre 1344 fu definita con sentenza una lite tra la badia della SS. Trinità di Mileto e l'università di Monteleone, per cui furono definitivamente attribuiti alla badia di Mileto il casale di S. Gregorio, la <<plagia>> di Bivona e i suoi casali di S. Nicola di Campulo, Vena Superiore e Inferiore, Triparni, S. Pietro, Longobardi, Faraco e Carcavellaro. La <<plagia>> di Bivona fu poi, nel 1359, commutata con altri beni dei conti Sanseverino di Mileto. Di Goffredo Fazzari si conservano reperti trecenteschi del sontuoso portale e del suo mausoleo in marmo provenienti dalla cattedrale della vecchia Mileto.